Giugno 28th, 2018 Riccardo Fucile
UNA RACCOLTA DI FIRME DA INVIARE A MATTARELLA
“Denunciamo come anticostituzionale, moralmente inaccettabile e contraria ai più elementari diritti umani la politica sull’immigrazione del governo Salvini-Di Maio”. Comincia così la lettera con cui più di 200 intellettuali prendono posizione contro i porti chiusi dall’esecutivo gialloverde.
L’appello è ancora aperto, raccoglie una lunga lista di firmatari in crescita e solo al raggiungimento di un numero definitivo verrà inviata al capo dello Stato.
Ma i professori coinvolti hanno sentito il bisogno di renderla pubblica subito per non rimanere in silenzio davanti a un’altra lettera, pubblicata il 26 giugno su Repubblica, questa volta di una studentessa a Concita De Gregorio. “Io mi domando e dico”, scrive Margherita Ciancio, “che cos’altro stanno aspettando personaggi pubblici e intellettuali di ogni ambito ordine grado a schierarsi in massa, in prima linea, per sostenere duramente e inequivocabilmente la libertà d’espressione?”.
E il mondo a cui la studentessa si rivolge fa sapere che si sta già muovendo. “Raccogliere le firme di tanti colleghi per questo Appello sul tema delle politiche sui migranti ha richiesto svariati giorni — e ancora ne stanno pervenendo per l’invio successivo al Presidente della Repubblica Mattarella”, spiega Elena Gagliasso, a nome di tutti gli atri.
“Tuttavia pensiamo sia giusto risponderle subito con quel che abbiamo: far sentire a questa studentessa (e ai tanti che sottoscriverebbero le sue parole) che ci siamo, che un collegamento di pensiero critico c’è, ed è in marcia”.
Di seguito, il testo integrale della lettera e i nomi dei 215 firmari:
Presa di posizione pubblica contro la politica in tema di migrazioni del governo Salvini-Di Maio
Siamo insegnanti, docenti universitari, scrittori, artisti, attori, registi, economisti, membri della società civile. Denunciamo come anticostituzionale, moralmente inaccettabile e contraria ai più elementari diritti umani la politica sull’immigrazione del governo Salvini-Di Maio. Nel futuro non assisteremo senza opporci con tutti i possibili mezzi legali al respingimento di navi umanitarie, alla minaccia di “censimenti” di tipo etnico-razzista o ad altri fatti di questa gravità .
Denunciamo come ugualmente pericoloso, incostituzionale e inaccettabile l’intero asse politico europeo di orientamento razzista e nazionalista cui questo governo guarda ideologicamente.
Da sempre i flussi migratori sono naturali ed essenziali per le civiltà umane; il rispetto della diversità culturale, del diritto d’asilo e del diritto all’integrazione, principi duramente conquistati dall’Europa, sono l’unica strada che è necessario regolare e percorrere, naturalmente a livello europeo. Chiediamo al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di impedire come anticostituzionale ogni provvedimento ispirato a discriminazione etnico-razzista o lesivo del diritto d’asilo.
Tra i firmatari: Giancarlo Consonni (Prof. Emerito, Politecnico Milano) Marta Fattori (Prof. Emerito, Univ. Roma La Sapienza) Lia Formigari (Prof. Emerito, Univ. Roma La Sapienza) Sergio Givone (Prof. Emerito, Univ. Firenze) Guido Martinelli (già Dir. SISSA, Univ. Roma La Sapienza) Giorgio Nebbia (Prof. Emerito, Univ. Bari) Giorgio Patrizi (Univ. Campobasso, Premio Flaiano per la letteratura 2015) Francesco Remotti (Prof. Emerito Univ. Torino).
Firmatari
1. Velio Abati, insegnante (GR) 2. Michele Abrusci (Univ. Roma Tre) 3. Ilaria Agostini, 4. Vittorio Agnoletto (Univ. Degli Studi, Milano La Statale) 5. Nadia Alba Agustoni (scrittrice) 6. Luca Alberti, Impiegato comunale 7.Myriam Alcalay (Univ. Milano La Statale) 8. Carla Maria Amici (Univ. Salento) 9. Nadia Andrea Andreani (Univ. of Lincoln) 10. Antonella Anedda (scrittrice), 11. Livia Apa (CESAC, Univ. Napoli l’Orientale) 12. Bruno Apolloni (già Univ. Milano La Statale) 13. Giuseppe Aragno (storico) 14. Luca Archibugi (scrittore) 15. Gennaro Avallone, 16. Damiano Baldassarre (Univ. Milano La Statale) 17. Anna Baldinetti (Univ. Perugia) 18. Ivan Bargna (Univ. Milano-Bicocca) 19. Vincenzo Bavaro, 20. Luca Bernardini (Univ. Milano La Statale) 21. Maria Grazia Betti (Univ. Roma La Sapienza) 22. Dario Bevilacqua, funzionario amministrativo del Min. Politiche agricole 23. Piero Bevilacqua (Univ. Roma La Sapienza) 24. Francesca Biancani (Univ. Bologna e Cedej/IFAO, Cairo) 25. Alessandro Bianchi (Univ. Bari) 26. Nadia Boaretto, 27. Vittorio Boarini, 28. Costanza Boccardi, 29. Olivia Bonardi (Univ. Milano La Statale) 30. Luca Bonardi (Univ. Milano La Statale) 31. Luca Boniardi (Univ. Milano La Statale – PhD) 32. Rossella Bonito Oliva, (Univ. Napoli l’Orientale) 33. Sara Borrillo (Univ. Napoli l’Orientale) 34. Sergio Botta (Univ. Roma La Sapienza), 35. Caterina Botti, (Univ. Roma La Sapienza) 36. Giuseppina Brunetti (Univ. Bologna), 37. Mario Cacciola, 38. Silvia Caianello, (Cnr. Napoli) 39. Chiara Calabrese (ècole Des Hautes ètudes En Sciences Sociales Parigi) 40. Roberto Cammarata (Univ. Milano La Statale) 41. Lucio Capoccia (Pontificia Universitas Urbaniana, Roma) 42. Paolo Caporali (Associazione Centro Orientamento Educativo) 43. Piero Caprari, 44. Sergio Cardone (artista) 45. Lorenzo Casini (Univ. Messina) 46. Giovanna Cassano, 47. Paola Causin (Univ. Milano La Statale) 48. Stefania Cavaliere, 49. Paolo Cavallari (Univ. Milano, La Statale) 50. Federica Letizia Cavallo (Univ. Ca’ Foscari Venezia) 51. Mariacristina Cavecchi (Univ. Milano La Statale) 52. Marco Celentano, (Univ. Cassino) 53. Carlo Cellamare (Univ. Roma La Sapienza) 54. Martina Censi, 55. Claudio Cernesi (già Univ. Modena e Reggio) 56. Iain Chambers (Univ. Napoli l’Orientale) 57. Raffaella Chiaramonte (Univ. Milano, La Statale) 58. Francesco Chirico, 59. Silvana Citterio (già dirigente scolastico, Milano) 60. Emanuele Coco, (Univ. Catania) 61. Amalia Collisani (Univ. Palermo) 62. Raffaella Colombo (Univ. Milano La Statale) 63. Giancarlo Consonni (Prof. Emerito, Politecnico Milano) 64. Roberto Cornelli (Prof. Università di Milano-Bicocca) 65. Angelo Corrado, 66. Francesco Correale (CNRS-Universitè de Tours) 67. Riccardo Corsi, 68. Carlo Cosmelli, (Univ. Roma La Sapienza) 69. Luca Crescenzi, 70. Federico Cresti, Univ. Catania 71. Xheni Dani, Libera professionista – ONG diritti umani 72. Francesca Davoli, 73. Marina De Chiara, (Univ. Napoli L’Orientale) 74. Gregorio De Paola, 75. Sara de Simone, (Univ. Trento) 76. Giovanni Destrobisol, (Univ. Roma La Sapienza) 77. Donatella Di Cesare (Univ. Roma La Sapienza) 78. Patrizia Di Paola, insegnante 79. Valentina Dorato (Univ. Roma La Sapienza) 80. Christiana Elevati (Consulente per il Terzo Settore e la Cooperazione Internazionale – MI) 81. Maria Cristina Ercolessi (Univ. Napoli L’Orientale) 82. Paolo Falzone (Univ. Roma La Sapienza) 83. Bernardo Fantini, (Univ. Ginevra) 84. Stefano Farris (Univ. Milano La Statale) 85. Aldo Femia (ISTAT), 86. Cristiana Fiamingo (Univ. Milano la Statale) 87. Gentile Francesco Ficetola (Univ. Milano La Statale) 88. Sara Forcella (Univ. Roma La Sapienza – PhD) 89. Elena Gagliasso (Univ. Roma La Sapienza) 90. Gianluca Gaias (Univ. Cagliari — PhD) 91. Elisabeth Galvan (Univ. Napoli l’Orientale) 92. Alfonso Gambardella, già dirigente scolastico (SA) 93. Alice Garbagnati (Univ. Milano La Statale) 94. Elena Gardenghi (Servizio internazionalizzazione, Univ. Bologna) 95. Sonia Gentili (Univ. Roma La Sapienza) 96. Gennaro Gervasio (Univ. Roma Tre) 97. Riccardo Ghidoni (Univ. Milano La Statale) 98. Federica Giardini, (Univ. Roma Tre) 99. Sergio Givone (Prof. Emerito, Univ. Firenze), 100. Piero Graglia (Univ. Milano La Statale) 101. Hykel Hosni (Univ. Milano La Statale) 102. Clelia Iacobone (insegnante, BA) 103. Teresa Iaria (Accademia di Belle Arti, Brera) 104. Francesco Indovina (Univ. Sassari) 105. Giorgio Inglese (Univ. Roma La Sapienza) 106. Ombretta Ingrascì (Univ. Milano La Statale) 107. Addolorata Intini, 108. Luca Jourdan (Univ. Bologna) 109. Cristina Lavinio (già Univ. Cagliari) 110. Luigi Lay (Univ. Milano La Statale) 111. Flaminia Lenti (insegnante di italiano L2, Caritas di Roma) 112. Gaetano Lettieri (Univ. Roma La Sapienza) 113. Eugenio Lombardi (Presidente Ecomuseo Urbano del Nord Barese e del Laboratorio Urbano, Bari) 114. Aurora Loprete – (PTA Univ. Milano La Statale) 115. Emanuele Lupo (attivista Cosenza) 116. Gianfrancesco Lusini, 117. Maria Immacolata Macioti (già Univ. Roma La Sapienza) 118. Noemi Magugliani (National Univ. of Ireland Galway — PhD) 119. Giuseppe Maimone (CoSMICA- Univ. Catania) 120. Massimo Mamoli (Univ. Milano) 121. Franca Mancinelli (scrittrice) 122. Laura Marchetti (Univ. Foggia) 123. Carlo Mariani (Univ. Roma La Sapienza) 124. Enzo Marinari, 125. Lucia Martines (Univ. Genova) 126. Pietro Masina (Univ. Napoli l’Orientale) 127. Jari Mazzoleni, 128. Severino Meloni, 129. Beatrice Mezzacapa, 130. Silvano Milani (Laboratory of Medical Statistics, Biometry and Epidemiology “G.A. Maccacaro”, Univ. Milano La Statale) 131. Carmela Morabito, (Univ. Roma Torvergata) 132. Rosanna Morabito, (Univ. Napoli L’Orientale) 133. Silvia Morgutti (Univ. Milano La Statale) 134. Giuseppe Moricola, 135. Silvio Morigi, Univ. Siena e Milano La Statale) 136. Maurizio Maugeri (Univ. Milano La Statale) 137. Giuseppe Molteni (Univ. Milano La Statale) 138. Giorgio Nebbia (Prof. emerito, Univ. Bari) 139. Noemi Negrini (Univ. Milano La Statale) 140. Caterina Nocella, 141. Giuseppe Notarbartolo di Sciara (Fondatore e presidente onorario Istituto Tethys) 142. Francesco Novelli (insegnante) 143. Assunta Nigro, 144. Roberto Oberti (Univ. Milano La Statale) 145. Paolo Oddi (Avvocato, socio ASGI) 146. Stefano Ossicini, 147. Salvatore Pace, 148. Silvana Palma (Univ. Napoli L’Orientale) 149. Anna Pasolini, 150. Paola Pastorino (insegnante) 151. Giorgio Patrizi (Univ. Campobasso, Premio Flaiano per la letteratura 2015) 152. Maura Pazzi (Medici senza Frontiere) 153. Cinzia Daniela Pieruccini (Univ. Milano La Statale) 154. Sandra Petrignani,(scrittrice) 155. Daniele Petrosino (Univ. Bari) 156. Antonio Pezzano (Univ. Napoli l’Orientale) 157. Giulia Piccolino (Loughborough Univ. – UK) 158. Gian Piero Piretto (Univ. Milano La Statale) 159. Antonio Pirillo (Impiegato Univ. Milano La Statale) 160. Rita Pizzi (Univ. Milano La Statale) 161. Patrizio Ponti (Univ. Milano la Statale e Save the Children) 162. Antonio E. Pontiroli già Univ. Milano La Statale) 163. Romeo (Bruno) Portesan (regista e attore – MI) 5 164. Elisa Postinghel (Loughborough University – UK) 165. Ida Regalia (Univ. Milano, già Dir. Dip. Studi del Lavoro e del Welfare) 166. Olga Rickards (Univ. Roma Tor Vergata) 167. Ivo Rigamonti (Univ. Milano La Statale) 168. Sandro Rinauro (Univ. Milano la Statale) 169. Gabriella Rossetti (già Univ. Ferrara) 170. Katherine Russo (Univ. Napoli L’Orientale) 171. Gaetano Sabetta (Pontificia Università Urbaniana di Roma) 172. Francesco Salsano (Univ. Milano la Statale) 173. Matteo Salvalaglio (Univ. College London) 174. Francesco Santopolo, 175. Giuseppe Saponaro, (già Univ. Roma La Sapienza) 176. Alba Sasso, (già Univ. Roma La Sapienza) 177. Enzo Scandurra (già Univ. Roma La Sapienza) 178. Christian Schlitt (International Centre for Pesticides and Health Risk Prevention — Az. Ospedaliera Luigi Sacco) 179. Rocco Sciarrone (Univ. Torino) 180. Simone Sibilio (Univ. IULM) 181. Angelo Sironi (Univ. Milano La Statale) 182. Isabella Soi (Univ. Cagliari) 183. Anna Solimini, insegnante (Trani) 184. Edgardo Somigliana (Univ. Milano La Statale) 185. Anita Sonego (Cons. Comunale Milano) 186. Claudia Spadaro, 187. Anna Sparatore (Univ. Milano La Statale) 188. Lucina Speciale (Univ. Salento) 189. Paolo Spinicci (Univ. Milano La Statale) 190. Paolo Stellari (Univ. Milano La Statale) 191. Alba Rosa Suriano (Univ. Catania) 192. Maria Suriano (Univ. Witwatersrand, Johannesburg – RSA) 193. Flavien Tchamdjeu, Univ. Bocconi 194. Tiziana Terranova (Univ. Napoli l’Orientale) 195. Alberto Toni (scrittore), 196. Ida Toscano (architetto – NA) 197. Francesco Trane, 198. Emanuele Troisi (insegnante) 199. Luigi Trucillo (scrittore), 200. Raffaele Urselli (Univ. Napoli l’Orientale) 201. Giorgio Valentini (Univ. Milano La Statale) 6 202. Luigi Valvalà (insegnante) 203. Michela Venditti, 204. Armando Vitale (già dirigente scolastico – CZ) 205. Augusto Vitale, (Istituto Superiore Sanità Roma) 206. Claudia Vitali (Univ. Pavia – studente) 207. Angelo Vulpiani, (Univ. Roma La Sapienza) 208. Josè Pablo Werba, Responsabile Unità Prevenzione Centro Cardiologico Monzino, Milano) 209. Raùl Zecca Castel (Univ. Milano-Bicocca – PhD) 210. Alberto Ziparo (Univ. Firenze) 211. Elisa Veronica Zucchi (attrice) 212. Flavia Zucco (già Cnr Roma)
(da agenzie)
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Giugno 28th, 2018 Riccardo Fucile
IERI VOLEVA ABOLIRLO, OGGI PENSA DI ESTENDERLO AI 19ENNI
Dietrofront del neo ministro della Cultura Alberto Bonisoli sul bonus cultura ai giovani fino ai 18 anni.
In un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano in occasione di una visita nella città terremotata di Visso e, auspicando un coinvolgimento dell’industria culturale nelle opportunità da dare ai giovani, afferma che il bonus Cultura promosso dal governo Renzi è uno strumento utile e, anzi, andrebbe esteso anche oltre i 18 anni.
“I ragazzi li hanno usati anche per i festini a base di alcol”, aveva detto il ministro destando non poche polemiche.
“L’ho letto su diversi articoli e mi è stato confermato da molti. Ma non è questo il punto. Il bonus è uno strumento: non è sbagliato di per sè, ma è sbagliato farlo come gancio elettorale. […] Non erano stati previsti fondi per il 2020, che, guarda caso, è un anno senza elezioni”.
Quindi il nuovo governo, a detta del ministro Bonisoli, è pronto a finanziare ancora il bonus.
“È giusto dare agevolazioni ai ragazzi per abituarli a consumare cultura, ma mi piacerebbe chiamare a raccolta la stessa industria culturale con investimenti generosi. Penso per esempio a uno sconto fisso per i 18enni, e pure per i 19enni, perchè non è che l’anno dopo finisce tutto. […] L’obiettivo è dare maggiore attenzione a chi ha meno soldi, ma anche a chi ha situazioni di disagio importanti”.
Le polemiche erano nate quando il ministro aveva annunciato, invece, l’intenzione proprio di eliminare il bonus da 500 euro per i 18enni: “La 18 App? Vale 200 milioni. Meglio far venire la fame di cultura ai giovani, facendoli rinunciare a un paio di scarpe”, aveva detto il ministro.
(da agenzie)
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Giugno 28th, 2018 Riccardo Fucile
INTASCAVA LA TASSA DI SOGGIORNO DEL GRAN HOTEL PLAZA DI ROMA, INDAGATO PER PECULATO
Aveva intascato la tassa di soggiorno per quattro anni, dal 2014 al 2018, invece di versarla al Comune di Roma. Per un totale di 2 milioni di euro, somma che oggi il gip Giovanni Giorgianni, su richiesta della procura, ha provveduto a sequestrare a Cesare Paladino.
L’uomo, accusato di peculato, è amministratore unico della società che gestisce il Grand Hotel Plaza, struttura a 4 stelle nella centralissima via del Corso.
La figlia di Paladino, Olivia, manager nella stessa struttura, è la compagna del presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Secondo quanto accertato dagli uomini della polizia municipale, coordinati dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal sostituto Alberto Pioletti, l’imprenditore si sarebbe illecitamente appropriato di oltre 300mila euro per l’anno 2014, di oltre un milione e 500mila euro per gli anni 2015, 2016 e 2017 e di circa 88mila euro per l’anno in corso per un totale di oltre due milioni di euro.
La tassa di soggiorno è stata codificata nel 2010 e prevede un contributo a carico di chi alloggia nelle strutture alberghiere della Capitale da applicare secondo criteri di gradualità .
(da agenzie)
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Giugno 28th, 2018 Riccardo Fucile
L’IMPRENDITORE AVEVA CHIESTO DI ESSERE ASCOLTATO DAI PM
È terminato l’interrogatorio, durato complessivamente 11 ore, di Luca Parnasi, figura chiave dell’indagine della Procura capitolina sul nuovo stadio della Roma, ex amministratore unico dell’Eurnova arrestato quindici giorni fa nell’ambito dell’inchiesta della Procura sul nuovo stadio della Roma.
Dopo la prima tranche di ieri, interrogatorio fiume che si è protratto fino alle 22, oggi nuovo confronto tra il costruttore e i pm di piazzale Clodio durato circa sei ore.
L’atto istruttorio si è svolto nel carcere di Rebibbia dove Parnasi si trova detenuto dopo il trasferimento dal San Vittore di Milano.
Luca Parnasi ha ammesso tutto: quello che era contenuto nell’ordinanza di custodia cautelare, quello che emergeva chiaramente dalle intercettazioni telefoniche e ambientali e forse anche di più.
“Ho pagato tutti i partiti”, è quanto avrebbe sostanzialmente confermato davanti agli inquirenti.
Nel corso dell’atto istruttorio, l’indagato avrebbe ammesso, in tema di finanziamenti alla politica, di avere elargito denaro, dazioni fatte per un tornaconto personale, per accreditarsi, per avere rapporti con tutti i partiti, avrebbe ribadito a chi indaga così come emerge dalle carte dell’inchiesta. “Ho pagato tutti”, ha raccontato, in sintesi, il costruttore ai magistrati.
Come sospettavano i pm e i carabinieri del nucleo investigativo che per mesi hanno monitorato ogni sua mossa, il costruttore, interessato a non conoscere ostacoli di alcun tipo nella realizzazione del nuovo stadio della Roma, non aveva scrupoli nè imbarazzi a elargire denaro e altre utilità a chiunque, a esponenti politici, movimenti, fondazioni o partiti, che fossero di maggioranza o no.
Somme in chiaro, tracciate, di cui sono stati spiegati significato e scopo, più altri contributi su cui dovranno essere fatti approfondimenti investigativi per capire se di natura lecita o illecita.
Parnasi pagava per risultare simpatico, per aggirare possibili intoppi di natura burocratica e incassare autorizzazioni e ‘via libera’ di tipo tecnico, per velocizzare l’iter amministrativo di determinate procedure, per mantenere rapporti cordiali con chiunque, o anche solo per accreditarsi negli ambienti che contano in vista di futuri progetti imprenditoriali da intraprendere non solo a Roma.
Lo dicono le carte istruttorie, e di fatto lo avrebbe confermato lo stesso Parnasi nel ‘faccia a faccia’ con i pm. “Io pago tutti”, aveva detto in una delle tante intercettazioni contenute nel provvedimento restrittivo del gip Maria Paola Tomaselli.
“Sulle elezioni spenderò qualche soldo – aveva aggiunto a un suo collaboratore in un’altra conversazione captata dagli investigatori – è un investimento che devo fare… molto moderato rispetto a quanto facevo in passato quando ho speso cifre che manco te le racconto però la sostanza è che la mia forza è quella che alzo il telefono…”.
Tra i chiarimenti forniti agli inquirenti da Parnasi molti hanno riguardato la figura dell’ex presidente di Acea, Luca Lanzalone (consulente di fatto del Comune di Roma) per l’abbattimento delle cubature nel progetto della struttura di Tor di Valle.
Il costruttore, che coltiva la speranza di ottenere in brevissimo tempo gli arresti domiciliari, dovrebbe affrontare il delicato argomento che riguarda l’attività di finanziamento alla politica che i magistrati hanno già ribattezzato “sistema Parnasi”.
(da agenzie)
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Giugno 28th, 2018 Riccardo Fucile
INFATTI NEL CONSIGLIO DEI MINISTRI NEANCHE SE N’E’ PARLATO, IN OGNI CASO SAREBBE LA UE A FINANZIARE L’ACQUISTO (QUANDO NON SI SA)… IL MEGLIO DEL MEGLIO DEGLI INSUCCESSI DEL MINISTRO: DAI ROM A EMBRACO
Matteo Salvini è la star di questi primi cento giorni del governo Conte.
Non c’è argomento d’attualità del quale non si sia occupato, non c’è dossier che non abbia promesso di risolvere.
Dalla chiusura dei porti — decisione che spetterebbe al collega Toninelli — alla questione dell’accesso a scuola per i bambini non vaccinati (tema di competenza della ministra Grillo e al ministro Bussetti) passando per la battaglia per la difesa del riso italiano dalla concorrenza asiatica (il commercio estero viene gestito del ministro dello sviluppo economico Di Maio).
A questo attivismo mediatico del ministro dell’Interno fa da contraltare il numero di decreti firmati da Salvini: nessuno.
Le dodici motovedette che l’Italia ha già donato alla Libia
Ma Salvini non è certo uno che si fa scoraggiare. Sa che più si agita sui social più il suo consenso aumenta. E dal momento che fra qualche tempo sarà costretto a cambiare strategia (prima o poi dovrà fare davvero qualcosa e non limitarsi a proclami e annunci) è intenzionato ad andare fino in fondo.
Ad esempio ieri durante il question time di ieri alla Camera Salvini ha dichiarato che «Nel Consiglio dei ministri di questa sera verranno donate 12 motovedette libiche, con conseguente formazione dell’equipaggio a cura delle autorità italiane per continuare a salvare e a proteggere vite e Mar Mediterraneo».
Qualche giorno fa, prima della sua visita a Tripoli, era uscito l’annuncio della “donazione” di dieci motovedette alla Libia (finanziate con i fondi UE).
Su Twitter Salvini ha postato la notizia: “12 unità navali oggi donate dal Governo italiano alla Guardia costiera libica”. Dalle parole ai fatti.
Peccato però che se si va a vedere il comunicato stampa relativo ai provvedimenti presi durante il Consiglio dei ministri del 27 giugno 2018 si scopre che Salvini non ha proposto di donare dodici motovedette alla Libia (su proposta di Salvini il Consiglio ha invece ha deliberato lo scioglimento del Consiglio comunale di Sogliano Cavour (Lecce), in ragione delle riscontrate ingerenze da parte della criminalità organizzata). Forse giugno deve essere il mese delle motovedette al Viminale.
Nell’aprile 2017 Minniti promise di donare “entro giugno” dieci motovedette alla Libia.
Lo sciacallaggio di Salvini su Embraco
Le motovedette per ora quindi non ci sono, e non si sa se al Consiglio dei ministri non se ne è proprio parlato oppure se si aspettano i fondi europei per finanziare la donazione delle imbarcazioni alla Libia. Per Salvini però è cosa fatta.
La politica degli annunci è fatta anche di questo. Ma c’è dell’altro.
Succede infatti che Salvini si prenda dei meriti che non ha. Poco più di una settimana fa Salvini aveva detto di essere passato “dalle parole ai fatti” con la demolizione di una casa abusiva demolita in un campo sinti.
Qualcuno potrebbe aver avuto l’impressione che sia stato l’arrivo del Ruspa al Viminale a dare il via all’operazione. Eppure l’iter giudiziario era iniziato nel 2008 e l’autorizzazione all’abbattimento era giunta l’11 maggio scorso (il governo Conte si è insediato il 1 giugno).
Idem per la visita del ministro in una delle ville sequestrate ai Casamonica, Salvini ha promesso «la riforma del sistema di gestione dell’Agenzia per i beni confiscati e sequestrati» ma nel frattempo è la Regione Lazio che sta lavorando per abbatterla.
Prendiamo ad esempio la risoluzione della vertenza Embraco.
Due giorni fa è stato raggiunto un accordo che ha consentito di salvare i posti di lavoro di tutti i 417 dipendenti dello stabilimento di Riva di Chieri. I lavoratori dell’Embraco, azienda del gruppo Whirlpool, passeranno dal 16 luglio al gruppo israeliano-cinese Ventures.
La situazione era stata gestita dal governo Gentiloni e in particolare dall’ex ministro Calenda che ha lavorato assieme al presidente della Regione Chiamparino, ai sindaci e alle rappresentanze sindacali
Ma per Salvini questo non rappresenta un problema. Su Twitter il ministro ha cinguettato giulivo dicendo che con i lavoratori di Embraco “ho vissuto fin dal primo momento la crisi e mi sono battuto per una soluzione”.
Salvini è anche ministro del Lavoro (ma non era Di Maio?).
Il tweet non è poi diverso da un altro del 26 giugno dove il Ruspa lodava un’operazione dei Carabinieri all’interno di un campo Rom sottolineando che in quel preciso campo era stato anche lui qualche mese fa. C’è un nesso causale tra la presenza di Salvini e i sequestri? La risposta è no.
Allo stesso modo verrebbe da chiedersi quale sia stato l’impegno concreto di Salvini su Embraco. Negli articoli di giornale che hanno seguito la crisi non si trova alcuna proposta avanzata da Salvini.
Al contempo l’eurodeputato PD Brando Benifei fa presente che quando a Bruxelles si tenevano le riunioni su Embraco assieme a Chiamparino e ai sindacati Salvini non si è mai fatto vedere. Eppure era ancora un europarlamentare quindi sarebbe stato quello il luogo perfetto per far sentire il suo sostegno.
In realtà qualcosa Salvini l’ha fatta. A febbraio ha ricevuto una delegazione dei lavoratori di Embraco e si è fatto fotografare durante un evento della campagna elettorale con in mano una maglietta con scritto “Embraco Whirlpool Licenzia”. Salvini è stato vicino ai lavoratori di Embraco?
Come tutti i politici in campagna elettorale certamente sì. Si può considerare un impegno concreto? No.
(da “NextQuotidiano”)
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Giugno 28th, 2018 Riccardo Fucile
ORA SI SCOPRE CHE MANCANO LE COPERTURE MA NON SOLO… LA LEGA NON VUOLE RIDURRE I CONTRATTI PRECARI SU PRESSIONI DELLA CONFINDUSTRIA
Il Decreto Dignità era stato annunciato come primo provvedimento da parte del ministro del Lavoro e dello Sviluppo Luigi Di Maio il 14 giugno scorso.
Avrebbe dovuto contenere norme che vietavano la pubblicità del gioco d’azzardo, l’eliminazione di spesometro e studi di settore, i disincentivi alla delocalizzazione e, soprattutto, le norme contro la precarietà nella Gig Economy.
L’unico provvedimento uscito dal consiglio dei ministri ieri è però un decreto che rinvia al primo gennaio 2019 l’obbligo di fatturazione elettronica per i benzinai.
I benzinai hanno così potuto rinviare lo sciopero che avevano annunciato per la prossima settimana, ma la rivoluzione si è fermata dal benzinaio per un motivo molto semplice: lo stop è stato deciso dal ministro dell’Economia Giovanni Tria con l’approvazione del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti perchè gli uffici della Ragioneria avrebbero avuto da ridire sulle coperture finanziarie di alcune misure, giudicate insufficienti e inadeguate.
“Il decreto dignità è un punto di partenza e se è pronto per stasera arriva stasera, sta facendo il giro delle sette chiese, bollinature varie. Il testo è pronto, deve essere solo vidimato dai 1000 organi di questo paese”, ha detto ieri Di Maio per spiegare che il provvedimento avrebbe potuto essere rinviato a lunedì o martedì.
Ora, i mille organi di questo paese esistevano da prima che Di Maio diventasse ministro e pare francamente improbabile che il ritardo sia dovuto alla burocrazia, come ha tentato di far credere il ministro del Lavoro e dello Sviluppo.
Perchè le mille bollinature andavano messe prima dell’approdo in CdM, non dopo.
I problemi sembrano invece essere proprio altri.
Ad esempio mancherebbero le coperture per l’abolizione dell’obbligo dello split payment, un meccanismo tributario mirato a contrastare l’evasione del pagamento dell’Iva quando si ha a che fare con la pubblica amministrazione, introdotto nel 2015 dal governo di
Matteo Renzi, che ha indubbiamente complicato la vita dei contribuenti onesti, costretti a gestire problemi di liquidità , ma dando ottimi risultati: nel biennio 2015-2016 c’è stato un maggior gettito Iva, pagata dai contribuenti disonesti, quantificabile in circa 3,5 miliardi.
Roberto Giovannini sulla Stampa segnala però una serie di altri problemi, politici, su altre norme previste dal decreto:
Eppure, le voci che trapelano lasciano intendere che i problemi che hanno suggerito di rinviare il varo del decreto (esclusa la parte sulla fatturazione elettronica, indispensabile per evitare lo sciopero dei benzinai) sono ancora più articolati.
Vanno al di là del tema delle coperture finanziarie, e riguardano sia il merito delle misure sia il loro impatto politico.
Il punto è l’intenzione da parte di Di Maio, in qualità di ministro del Lavoro, di ridurre il grado di flessibilità e di precarietà del mercato del lavoro.
Nel «decreto dignità » già era scomparsa la norma che avrebbe regolamentato il lavoro dei rider e degli altri lavoratori della «gig economy». Ma per il momento, nel testo c’è ancora la stretta sui contratti a tempo determinato, con il ritorno delle causali dopo i primi dodici mesi, il limite a 4 proroghe, l’aumento dei costi contributivi a carico delle imprese dell’1% per ogni nuovo contratto. Ieri Confindustria, Confesercenti e Confcommercio hanno protestato contro questa misura.
Una protesta, pare, che avrebbe trovato ascolto sia al ministero dell’Economia che al quartiere generale della Lega.
Insomma, ci sono altri e più cogenti problemi dietro il rinvio che dovranno a questo punto essere risolti entro una settimana.
E la Gig Economy può attendere. Così come la dignità .
(da “NextQuotidiano”)
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Giugno 28th, 2018 Riccardo Fucile
I DUBBI DI INCOSTITUZIONALITA’ SONO EVIDENTI, NESSUNO VOTERA’ SENZA UN PARERE LEGALE CHE COPRA LE SPALLE
Mentre parte il fantasmagorico superamento dei vitalizi (ricorsi permettendo) c’è chi non è tanto sicuro che vada tutto liscio di fronte ai ricorsi annunciati dagli ex parlamentari.
Proprio per questo, racconta oggi Repubblica, alcuni onorevoli hanno chiesto un parere legale sulla riforma prima di votarla e hanno anche fatto sapere che il voto a luglio potrebbe essere a rischio senza un ok giuridico:
A fronte della ventilata minaccia di una class action, un’azione civile e amministrativa per danni contro i 18 membri dell’Ufficio di presidenza della Camera a larga maggioranza M5s-Lega — annunciata ieri dal presidente degli ex parlamentari Antonello Falomi e da Giuseppe Gargani — i tre componenti della Lega, Marzio Liuni, Silvana Comaroli, Anna Ria Tateo hanno scritto una lettera al presidente Fico chiedendogli di richiedere un parere legale.
«In assenza del quale non approveremo alcun provvedimento sui vitalizi», ha puntualizzato Liuni.
Un intendimento trasversale, su cui concordano anche i rappresentanti degli altri gruppi, tra cui il pd Ettore Rosato e Luca Pastorino (Leu).
Per Liuni «serve munirsi di un parere legale per tutelarci contro i rischi di eventuali cause personali, e di un parere costituzionale, che reputi congrua la delibera che adotteremo».
E quindi i tempi di approvazione, indicati da Fico tra il 9 e il 13 luglio, potrebbero fatalmente slittare. «Prima aspettiamo i pareri e poi votiamo», precisa Liuni. «Vogliamo vedere a cosa andiamo incontro».
Un altro aspetto da chiarire sono i criteri, escogitati dall’Inps, per i ricalcoli: ogni caso è diverso e nemmeno Falomi sembra avere una risposta per tutti.
Dice Liuni: «Anche questi criteri devono essere trasparenti, voglio sapere se condanno all’indigenza una vedova, quindi serve prima fare chiarezza».
(da “NextQuotidiano”)
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Giugno 28th, 2018 Riccardo Fucile
CHIEDE SPIEGAZIONI ALLA GRILLINA SULLA SUA PENOSA AFFERMAZIONE SECONDO CUI IL PIL ERA CRESCIUTO A CAUSA DEL CALDO E SUI SOCIAL PIOVONO INSULTI
Era già successo, e succederà ancora. Ogni volta che un giornalista si azzarda a fare una domanda che mette a disagio un politico del MoVimento 5 Stelle subito parte la gogna dei grillini.
Ieri Alessandra Sardoni, giornalista de La 7 ha osato chiedere spiegazioni alla ministra del Sud Barbara Lezzi sul suo famoso video dell’estate scorsa nel quale metteva in correlazione l’aumento del Pil e della produzione industriale (dello 0,4% per il terzo trimestre consecutivo) con l’aumento delle temperature.
In poche parole la tesi della Lezzi fa caldo e quindi si consuma di più e il Pil è cresciuto per quello e non perchè c’era una timidissima fase di crescita.
L’intenzione della Lezzi era chiara: far capire che gli annunci di quei giorni sulla ripresa erano senza fondamento, perchè era tutto merito del caldo, non del governo. Poco importa che poi a fine anno il Pil — come certifica l’Istat — sia cresciuto dell’1,5% (deve essere stato un anno caldissimo).
Poco importa anche che la Lezzi abbia successivamente rimosso quel video dalla sua pagina Facebook. La ministra Lezzi non ha gradito la domanda, ribadendo che “aveva ragione lei” e lanciandosi in una disamina sul perchè il PD abbia perso consensi perchè all’epoca l’aveva presa in giro.
La ministra, visibilmente infastidita e scocciata da quella che tutto sommato non è nemmeno una “domanda scomoda” (la Sardoni avrebbe potuto chiederle conto dei rimborsi spese) ad un certo punto ha accusato la Sardoni di «fare un’informazione mediocre».
I piccoli fan grillini e gli esperti di giornalismo non aspettavano altro. La non risposta della ministra, l’insulto ad una giornalista sono diventati l’arma con cui Barbara Lezzi ha asfaltato Alessandra Sardoni.
Gli insulti sessisti ad Alessandra Sardoni
E se la ministra si è limitata a quel giudizio va da sè che i difensori del M5S e della libertà di stampa ne abbiano scritti di peggiori. Non è purtroppo una novità visto che il MoVimento 5 Stelle ha un rapporto più che tormentato con i giornalisti liberi. Qualche anno fa Beppe Grillo pubblicava sul blog le liste di proscrizione del “giornalista del giorno” colpevole di aver parlato male del M5S
I grillini hanno continuato a farlo, convinti che se l’Italia è “al 77° posto della classifica della libertà di stampa” (trivia: non lo è più) sia colpa dei giornalisti faziosi. L’insulto al giornalista, soprattutto puntato sul suo aspetto fisico (non è scritto da nessuna parte che per fare la giornalista bisogna essere andate a Miss Italia) è un grande classico grillino
Ma siccome la Sardoni è una donna non ci si limita a criticarne la conduzione e lo stile (nel caso della Lezzi la Sardoni ha semplicemente fatto una domanda e la ministra non ha risposto). Non basta evidentemente definirla “giornalaia”, “faziosa”, “mediocre” o “piddina”. Serve qualcosa di più.
E quel di più è l’insulto sessista. Eppure i grillini se la presero non poco -e a ragione — quando Libero fece il famoso titolo sulla “patata bollente” di Virginia Raggi.
Quel titolo era sessista, e la Raggi venne difesa anche da esponenti del centrosinistra come Laura Boldrini. Ma è noto che i pentastellati hanno un fastidioso doppio standard, quello nei confronti delle donne del M5S è sessismo, quello nei confronti degli “avversari” è semplice diritto di critica.
Nessuno, si noterà , entra nel merito della vicenda. Nessuno prova a spiegare perchè la Lezzi avrebbe ragione e la Sardoni torto (ma si può avere torto nel fare una domanda?).
La risposta è semplice: la ministra ha ragione perchè ha detto in faccia alla giornalista di Omnibus che la sua è informazione mediocre. Ma questa, è evidente, non è una risposta alla domanda sulla faccenda dei condizionatori; è un modo per buttarla in caciara e lanciare il pallone in tribuna, lì dove i fan sono già pronti a fare la ola.
Ed in fondo — forse in ossequio al principio dell’uno vale uno — non è nemmeno importante quale esponente del governo fosse in studio.
Lo dimostra il tweet di un utente piuttosto confuso che credeva che ad Omnibus ci fosse la ministra della Salute Giulia Grillo e non quella del Sud Barbara Lezzi.
Ma c’è da capirli, è la loro prima volta al governo e bisogna dargli tempo per capire come funziona.
(da “NextQuotidiano”)
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Giugno 28th, 2018 Riccardo Fucile
LA MALAFEDE DI NON AVER PUBBLICATO ANCHE LA RISPOSTA DELLA ASL: “CHI SI SIEDE NELLE SALE D’ATTESA NON HA MALATTIE INFETTIVE PERCHE’ SONO STATI GIA’ TUTTI CONTROLLATI IN PRECEDENZA, PIUì FACILE CHE IL PERICOLO VENGA DA UN ITALIANO”
Lucio Pizzi, sindaco di Domodossola appoggiato dal centrodestra ed eletto un paio d’anni fa con il 60% dei voti, ha deciso ieri di scrivere una lettera al direttore generale della ASL della sua zona per chiedere stanze separate per bimbi e migranti da vaccinare: ““Mi viene segnalato con preoccupazione che nello stesso locale vengono vaccinati migranti richiedenti protezione internazionale e bambini in tenerissima età . Purtroppo sappiamo che i migranti non hanno alle spalle anamnesi che possano escludere situazioni di pericolo per la collettività , anzi sono spesso portatori di malattie contagiose. La situazione desta ancor più preoccupazione perchè i bambini in tenerissima età che si ritrovano a stretto contatto con i migranti non hanno ancora completato il ciclo dei vaccini obbligatori. Mi preme quindi chiederLe di rassicurarmi rispetto a quanto sopra esposto confidando che quanto segnalatomi non corrisponda a realtà . In caso contrario ritengo indispensabile che si provveda diversamente, organizzando il servizio in modo da evitare tali situazioni e da garantire prima di tutto la tutela dei nostri bambini e delle nostre famiglie”.
Il sindaco ne ha dato annuncio su Facebook, dove però stranamente non compare la risposta del direttore dell’Asl Vco, Angelo Penna, il quale ha spiegato che sì, i locali sono gli stessi ma bambini e adulti, migranti e no, comunque li utilizzano in momenti diversi «e prima e dopo ogni sessione vaccinale gli ambulatori vengono sanificati». Nella zona ogni anno vengono vaccinate in media 25mila persone: solo una su venti è migrante.
In sindaco teme contagi tra i migranti e gli altri utenti, ma Penna spiega: «I migranti che sbarcano in Italia vengono visitati nei centri di accoglienza, nel caso del Piemonte a Settimo dove c’è un centro di coordinamento regionale, e poi, se hanno dei problemi, anche nei nostri ambulatori Isi, dedicati a loro. Chi si siede nelle sale d’aspetto in attesa del vaccino non ha malattie infettive».
Intanto Pizzi ha ricevuto critiche dall’assessora regionale alle Pari opportunità , Monica Cerutti: “Riteniamo assurda — dice — la posizione del sindaco Pizzi, che forse sogna di ricreare in Italia situazioni da apartheid. Il sindaco, forse per far parlare di sè, propone di creare spazi per i neri e per i bianchi. Vuole separare gli stranieri migranti dagli italiani. In un altro momento storico non avremmo dato peso alle sue parole deliranti, ma visto il clima che si respira nel Paese crediamo importante ricordare che anche un italiano potrebbe essere potenzialmente portatore di malattie contagiose: potrebbe magari averne contratta una durante un viaggio all’estero. Ritenere minacciata la salute dei bambini da parte dei migranti è semplicemente ridicolo”. Anche l’assessore regionale alla Sanità , Antonio Saitta, ha criticato l’uscita di Pizzi: “Ho appreso delle dichiarazioni del sindaco di Domodossola che chiede stanze separate per le vaccinazioni dei bambini e dei rifugiati. Mi auguro che non corrispondano al vero e siano frutto del clima (politico e non solo) surriscaldato di queste settimane: in ogni caso ho già avuto modo di ribadire al direttore dell’Asl Vco che, peraltro è perfettamente in linea con questa posizione, che il diritto alla salute va garantito a tutti senza discriminazioni, ancora più odiose trattandosi di minori”.
C’è però un punto che nessuno dei due ha notato: i 54 (finora) commenti che elogiano il sindaco su Facebook per la sua uscita. Missione compiuta.
Pensate invece cosa succederebbe se ogni eletto della Repubblica italiana dovesse pagare una multa da 100mila euro per ogni fregnaccia che spara.
Così sì che si eviterebbe tanta caciara inutile.
(da “NextQuotidiano”)
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