Luglio 28th, 2018 Riccardo Fucile
“SPIAGGE SICURE” SONO QUELLE DOVE NON SI ANNEGA, “PULITE” DOVE I COMUNI PROVVEDONO A TOGLIERE I RIFIUTI, SI COMPRI UNO ZANICHELLI… IN ITALIA 400 MORTI ANNEGATI OGNI ANNO, IN GRAN PARTE NELLE SPIAGGE LIBERE
«Finalmente spiagge sicure e ripulite, senza venditori abusivi. A differenza del passato, ai Comuni le risorse necessarie per i controlli: 2 milioni e mezzo di euro per 54 località ».
I progetti riguardano principalmente l’assunzione a tempo determinato di personale della polizia locale, il pagamento degli straordinari, l’acquisto di mezzi e attrezzature da fornire al personale dei comuni per il contrasto all’abusivismo commerciale e la realizzazione di campagne di sensibilizzazione. Quindici comuni beneficiari si trovano al Nord, 23 al Centro e 16 al Sud.
Nel vocabolario leghista che capovolge la logica umana “spiaggia sicura” quindi non è quella dove si evita che le persone, magari per un improvviso malore, anneghino per mancanza di bagnini di salvataggio, ma quella che “caccia” i vu cumpra dalle spiagge, pericolo mortale per la percezione dei razzisti.
Quindi sono più importanti i rastrellamenti di chi si consuma i piedi per mettere insieme il pranzo con la cena che investire in salvataggio in mare .
Allora informiamo il ministro che ogni anno in Italia 400 persone muoiono per annegamento (dati Istat) e sarebbe necessario mettere in campo strategie di prevenzione, fare una mappa delle spiagge a rischio e ridurre i decessi, stabili da 20 anni dopo il passaggio dai mille morti l’anno degli anni Settanta agli attuali numeri.
In una gran parte dei casi, come origine dell’annegamento c’è un malore.
“La semplice cartellonistica potrebbe evitare molte tragedie – conferma il dott. Funati, ricercatore Dipartimento ambiente e connessa prevenzione primaria dell’Iss – Sappiamo, inoltre, che molti annegamenti avvengono nelle spiagge libere, dove non c’è un bagnino che, a volte, solo con la sua presenza scoraggia comportamenti pericolosi ed è in grado di aiutare chi si trova in difficoltà . Pochissimi Comuni si sobbarcano spese per personale in queste zone”.
Ma che fa Salvini?
Invece di destinare 2,5 milioni di euro all’assunzione stagionale di bagnini per permettere ai Comuni di pagare esperti di salvataggio, nonchè la pulizia delle spiagge libere, lasciate spesso nel degrado dagli enti locali per difficoltà di bilancio, pensa a finanziare la polizia locale “anche attraverso mezzi e attrezzature” (che si riferisca a ciabatte da spiaggia?) per neutralizzare i pericolosi sovversivi che vendono berretti e magliette definiti “abusivi” senza considerare che molti hanno invece la licenza e sono spesso ben accolti dai bagnanti.
Sarebbe interessante vedere quanti sono i Comuni a guida centrodestra o leghista tra quelli beneficiati dal contributo: se volete una anticipazione, in Liguria il 100%.
E così si capiscono tante cose.
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Luglio 28th, 2018 Riccardo Fucile
MA PRESTO FINIRA’ INVECE LA PAZIENZA DEGLI ITALIANI PERBENE VERSO I DELINQUENTI RAZZISTI, CHI LI ISTIGA E CHI LI PROTEGGE
“L’allarme ‘razzismo è una invenzione della sinistra, gli italiani sono persone per bene, ma la loro
pazienza è quasi finita”
Matteo Salvini chiude così la sua lunga giornata passata a twittare, bacchettare, ammonire, annunciare.
Decide di rispondere così il ministro dell’Interno dopo che da più parti si è alzata la richiesta di dire qualcosa sul tiro a bersaglio che alcuni italiani hanno fatto su rom e immigrati.
Risponde così a chi gli chiede di fare conoscere il suo pensiero sull’episodio di Partinico, in provincia di Palermo. Un 19enne senegalese richiedente asilo è stato malmenato in piazza da quattro persone che lo hanno “invitato” a tornarsene al suo paese.
E invece Salvini nega che ci siano episodi di razzismo, non dice nulla sugli spari e continua la sua campagna contro gli immigrati.
Twitta gongolante. Ma di Partinico nulla. Non sa nulla e non twitta nulla.
Anche quando gli avranno detto che esiste perchè nella zona un barbiere ha ucciso con 5 colpi di pistola un falegname. Ma è meglio tacere.
Altrimenti potrebbero chiedere ancora del senegalese “invitato” a tornare a casa sua.
(da “La Repubblica”)
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Luglio 28th, 2018 Riccardo Fucile
O VUOL DIRE CHE IN CAMBIO DI QUALCHE POLTRONA FORZA ITALIA CONTINUERA’ A FARE LA RUOTA DI SCORTA DEL REGIME?
Nel giorno degli appelli di Pd e Leu al partito di Berlusconi, arriva da Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera, un No “per il momento” alla nomina di Marcello Foa alla presidenza della Rai: “La maggioranza, prima di proporre un suo nome per la presidenza della Rai, avrebbe dovuto avviare un’istruttoria tra i gruppi parlamentari presenti in Commissione di Vigilanza Rai e solo dopo esprimere un candidato di sintesi, in grado di avere il voto dei 2/3 dei componenti, necessari per concludere l’iter. Proponendo Foa al buio, il governo ha utilizzato un metodo sbagliato. Forza Italia farà un’attenta riflessione, ma al momento il nostro voto è ‘no'”.
Nella nota, la Gelmini ha poi specificato le intenzioni del suo gruppo: “Nelle prossime ore cercheremo ancora il dialogo con tutte le altre forze politiche per individuare una figura terza, di garanzia, e che possa ricevere il via libera dalla stragrande maggioranza dei gruppi parlamentari. Il ruolo di presidente della Rai è troppo delicato per essere imposto a colpi di maggioranza. È il momento della buona politica, non servono inutili prove muscolari”.
Sulla stessa linea anche Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia e portavoce dei gruppi azzurri di Camera e Senato, ai microfoni di TgCom24: “Il metodo utilizzato dal governo ci ha sorpreso trattandosi di individuare e proporre una figura di garanzia qual è il presidente della Rai. Per una figura del genere e per la maggioranza che richiede, i due terzi e dunque non solo i voti della maggioranza, era necessario una verifica preliminare”.
“Il governo – ha proseguito – ha inteso invece sottoporre alla Vigilanza un candidato che per le posizioni espresse e i giudizi anche su importanti figure istituzionali come il Presidente della Repubblica ha incontrato immediatamente il ‘no’ di Pd e Leu. Nessuno pensa che esista una figura che raccolga il 100 per cento dei consensi, ma il momento dell’informazione che viviamo pretendeva la più ampia condivisione. Il nome di Foa non la avrà ed è una certezza e questo contraddice lo spirito della nomina”.
“Quanto a noi – ha sottolineato Mulè – abbiamo tempo fino a mercoledì per verificare se è possibile ritrovare questa condivisione. Lo stiamo facendo e continueremo a farlo. A Foa è stato fatto credere che la sua indicazione corrispondesse automaticamente alla nomina a presidente.
Basta leggere le sue dichiarazioni di stamattina e questo dimostra ancora di più come la maggioranza non abbia tenuto in nessun conto il ruolo dell’opposizione. Metodo sbagliato, fortemente sbagliato. Foa oggi cita tra le sue qualità quelle di saper riconoscere quando si commettono errori: vediamo – conclude Mulè – se inizierà questo percorso, se intenderà chiarire alcune prese di posizione sul Capo dello Stato, sui diritti civili, sui vaccini. Non gli si chiede un’abiura, gli si chiede di dimostrare che è super partes, cioè un Presidente di garanzia”.
Insomma, per ora è no, ma in cambio di qualche poltrona “strategica” si tramuterà in un si’.
(da agenzie)
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Luglio 28th, 2018 Riccardo Fucile
RIPRENDE SPESSO I TWEET DI FRANCESCA TOTOLO, IDEATRICE DELLA BUFALA SULLO SMALTO DI JOSEFA… E QUESTO DOVREBBE FARE IL PRESIDENTE DELLA RAI
Abbiamo avuto a che fare con Francesca Totolo negli scorsi giorni, quando i media hanno
smontato la bufala da lei ideata sulle unghia smaltate di Josefa.
In un’intervista alla Stampa la Totolo, che scrive per Il Primato Nazionale (foraggiato da Casapound) e che è – per sua stessa ammissione – vicino a molti account twitter finti ma ben attivi nel rilanciare e far diventare virali notizie spesso, se non sempre, inventate, ha fatto lei stessa uno screen del servizio del tg dove si vedeva Josefa con le unghia rosse e ha cavalcato il “dubbio” che non fosse veramente una migrante ma un’attrice protagonista di una messinscena.
La bufala è stata abbondantemente smontata, ma tra i sostenitori della Totolo (ma c’è da vedere, sempre per il principio del ragionevole dubbio, quanti di questi account siano gestiti da persone vere) è circolata a lungo e con forza, tanto da diventare per i complottisti anti Ong un’ennesima prova del grande complotto foraggiato da Soros per l’africanizzazione dell’Europa, qualunque cosa voglia dire.
E fa riflettere che, come fa notare il giornalista David Allegranti, tra i “retwittatori seriali” della Totolo ci sia anche il neoeletto presidente della Rai, Marcello Foa.
Tra i retweets, compaiono anche molte frecciate alle Ong, definite non più taxi ma “pirati” del mare.
Che dire, crediamo sia lecito aspettarci notizie sui bambolotti e sulle unghia non più rilanciate da qualche nera pagina twitter, ma direttamente dall’edizione serale del Tg1.
(da Globalist)
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Luglio 28th, 2018 Riccardo Fucile
LA ISOARDI SAREBBE STATA COINVOLTA IN QUANTO “ESPERTA DI VIALE MAZZINI” E AVREBBE SUGGERITO I NOMI PER LA DIREZIONE DI RETE E DEL TG
Di questa notizia dà conto La Stampa. Notizia di una gravità assoluta.
Elisa Isoardi, fidanzata di Matteo Salvini e che da settembre prenderà il posto di Antonella Clerici nella conduzione de La Prova del Cuoco, sarebbe stata coinvolta nella discussione sulle nomine dei vertici Rai.
Scrive La Stampa: “Una riunione tra i vertici gialloverdi di una settimana fa per parlare di nomine, alla presenza della fidanzata sovranista. “Chi suggerisci tu Elisa?” le hanno chiesto i governanti (tra cui il compagno). E lei qualche nome lo ha fatto: per la direzione di una rete, un famoso giornalista di Raiuno; e per la direzione di un tg ha confermato come “ottima” la scelta del buon Alberto Matano, già nel portfolio del M5S”.
Isoardi avrebbe anche tentato di sostenere la candidatura del suo amico Fabrizio Del Noce, l’ex direttore di rete autore dell’epurazione di Enzo Biagi che Gianni Letta per conto di Silvio Berlusconi avrebbe proposto ai leghisti come presidente a Viale Mazzini.
“La Isoardi lo avrebbe sostenuto, ma i 5 Stelle pensando a uno scherzo hanno accolto l’idea con una fragorosa risata”.
(da Globalist)
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Luglio 28th, 2018 Riccardo Fucile
CERCANO DI DIMOSTRARE CHE L’EX PREMIER L’HA USATO, MA SI SMENTISCONO DA SOLI, SI TRATTA DEL MODELLO A319CJ USATO ANCHE DA CONTE
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato di voler “rottamare” l’Airbus A340-500
I-TALY soprannominato “Air Force Renzi”. I ministri Luigi Di Maio e Danilo Toninelli si sono recati nell’hangar di Fiumicino per mostrare al popolo italiano lo spreco di fondi pubblici voluto per il “capriccio personale” dell’ex Premier.
Ministri, sottosegretari, parlamentari e attivisti del MoVimento 5 Stelle hanno iniziato a twittare e a postare la notizia della nuova grande vittoria contro la casta.
Come per tutte le vicende che riguardano il M5S (e la politica in generale) una cosa sono gli annunci, un’altra i dati di fatto.
Al momento infatti è solo stato dato l’annuncio della “rottamazione” dell’aereo in servizio nella flotta dell’Aeronautica Militare dal 2016 .
Sull’effettivo risparmio dell’operazione Conte però ci sono diversi dubbi, soprattutto per quanto riguarda l’affermazione che non ci saranno penali da pagare.
Ma è un dettaglio che passa in secondo piano perchè finalmente un governo eletto dal popolo (è risaputo che Lega e M5S si fossero presentati assieme alle elezioni…) ha iniziato a smantellare tutto quanto fatto dal premier non eletto dal popolo Matteo Renzi (non chiedeteci però in quale collegio è stato eletto Conte).
In questo tripudio di post vittoriosi c’è però una notizia falsa che continua a circolare. Quella secondo la quale Matteo Renzi avrebbe utilizzato il “suo” Air Force Renzi. Andiamo con ordine: l’Airbus I-TALY di proprietà di Ethiad dal 2006 entrò nelle disponibilità del governo italiano nel 2016.
L’A340-500 fece il suo primo volo “addestrativo” nel luglio del 2016.
In diverse occasioni, l’ultima su Twitter ha specificato che quell’aereo non era “di Renzi” ma nelle disponibilità della Repubblica Italiana per voli di Stato.
L’ex premier ha anche ribadito di non essere mai salito a bordo dell’Airbus preso in leasing sotto il suo governo.
Ed in effetti risulta che il primo (e unico) presidente del Consiglio a farne uso sia stato Paolo Gentiloni.
Del resto se il volo “addestrativo” risale al luglio del 2016 e già Renzi era stato oggetto di furiose polemiche sul “suo” aereo l’idea di usarlo proprio nel pieno della campagna referendaria sulla Riforma Renzi-Boschi — mentre Di Battista girava lo Stivale in scooter — sarebbe stata una scelta suicida.
Non che Renzi non abbia fatto scelte suicide, una su tutte quella di far diventare la consultazione un voto sulla sua persona.
Perchè le foto di Renzi dall’aereo non sono dell’Air Force Renzi?
Diversi utenti di Twitter hanno scoperto però che l’ex premier sta mentendo. Hanno infatti scovato foto di Renzi che scende dalla scaletta di un aereo con scritto “REPUBBLICA ITALIANA”. Bingo. Eccola lì la prova che Renzi ha usato l’Air Force Renzi e ha mentito al popolo italiano.
Di foto di Renzi che scende dall’aereo ce ne sono molte, si tratta quindi di diverse occasioni. E quel manigolo di Renzi invece ci dice che non l’ha mai usato. Vergogna! Però la foto ritrae l’arrivo di Renzi negli USA il 18 ottobre 2016.
È stata quella la famosa visita di Stato con cena alla Casa Bianca assieme all’allora presidente Barack Obama cui presero parte diverse personalità della cultura e dello sport italiano tra cui ad esempio Bebe Vio.
Dalle foto si vede chiaramente che quello è un bimotore, mentre l’Air Force Renzi è un quadrimotore.
Quindi anche se Renzi aveva in quel periodo a disposizione l’Airbus di Ethiad ha preferito usare un “vecchio” A319CJ.
Quell’aereo infatti non è l’Airbus A340-500. Lo si evince semplicemente dalla posizione della scritta sulla fusoliera. L’aereo inquadrato in quelle foto è uno dei tre Airbus A319-CJ in dotazione del 31° Stormo dell’Aeronautica Militare.
Sì, è un aereo utilizzato per i voli di Stato. Ed è lo stesso (o uno dei due simili) utilizzato da Giuseppe Conte per andare al G7 in Canada.
Non serve fare un gran lavoro per scoprirlo, basta confrontare le foto diffuse dalla propaganda pentastellata.
Ad esempio un tweet del ministro Toninelli mentre stringe la mano a Di Maio davanti all’Air Force Renzi. Si tratta di due aerei diversi, come si evince anche dalla foto di copertina dell’articolo del Fatto Quotidiano.
E Renzi ha utilizzato uno di quelli entrati in servizio a partire dal biennio 1997-99 (per inciso fu Enrico Letta a mettere in vendita uno dei tre ma le aste andarono deserte)
Gli “sbufalatori” si sbugiardano da soli
Si può naturalmente discutere se il leasing sia stata una scelta conveniente e se ci fosse davvero bisogno di quell’aereo. Sul fatto che non sia stato usato abbastanza pesano però anche tutte le bufale sulla megalomania di Renzi.
Particolarmente interessante è il caso di una foto che ritrae Renzi mentre scende la scaletta di un volo di Stato, prontamente identificato come Air Force Renzi. L’ex premier è in compagnia della moglie Agnese Landini e sulla scaletta si legge G20 Brisbane 2014.
Ora a meno che l’Air Force Renzi non fosse equipaggiato per i viaggi nel tempo è impossibile che Renzi abbia usato l’A340-500 per andare ad un meeting due anni prima dell’acquisto dell’aereo incriminato.
Nel video dell’Agenzia Vista che lo sbufalatore allega alla sua segnalazione si vede chiaramente che è uno degli A319CJ del 31° Stormo.
La descrizione del video è inequivocabile: «AUSTRALIA, 14 Novembre 2014 — Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi arriva in Australia per il G20, accompagnato da sua moglie Agnese».
La posizione della scritta “Repubblica Italiana” è del resto differente da quella dell’A340-500 e in un piccolo frame della superficie alare del velivolo dove si riesce a capire che si tratta — di nuovo — di un bimotore.
E non poteva del resto essere altrimenti.
(da “NextQuotidiano”)
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Luglio 28th, 2018 Riccardo Fucile
IL COMMISSARIO PER LA TAV GLI SCRIVE QUATTRO VOLTE MA IL MINISTRO NON HA NEANCHE L’EDUCAZIONE DI RISPONDERGLI
Dopo quello che non le legge, abbiamo anche il ministro che non risponde alle email nel governo gialloverde che tremare il mondo domani farà , mentre oggi è impegnato a piazzare gente in posti strategici come la RAI.
Sul banco degli imputati — si fa per dire — c’è Danilo Toninelli, responsabile delle Infrastrutture e intento a riscrivere la TAV, mentre ad accusare è Paolo Foietta, commissario straordinario per la TAV Torino-Lione.
La mail risale al 6 giugno scorso, racconta oggi Marco Imarisio sul Corriere della Sera, e il testo era questo: «Gentile ministro, con la presente vorrei ribadire la mia completa disponibilità ad informarla, nelle modalità che lei riterrà opportune, in merito alle attività condotte nell’ambito del mio incarico».
Foietta l’ha mandata anche al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, che gli ha subito risposto.
Nessuna notizia invece da Toninelli.
Passano i giorni, scanditi dai suoi post su Facebook nei quali fa sapere di essere molto concentrato sullo studio dei dossier sui costi e sui benefici dell’opera. All’Osservatorio si chiedono a quali studi possa rifarsi il ministro, visto che nessuno di essi proviene da fonti ufficiali.
La struttura tecnica di missione sulle grandi opere, istituita dall’ex ministro Graziano Delrio all’interno delle Infrastrutture e incaricata proprio di queste valutazioni, è stata lasciata decadere.
Era composta da alcuni tra i più importanti economisti italiani in materia di trasporti, ma dopo il cambio della guardia seguito alle elezioni, è stato spogliato di ogni competenza.
L’unica persona incaricata in via ufficiosa di lavorare sul rapporto costi/benefici della Tav è il nuovo capo della segreteria tecnica, Dimitri Dello Buono, esperto di tecnologie e immagini satellitari.
La lettera viene inviata per altre tre volte senza alcuna risposta, e allora lui ne manda un’altra in cui chiede di poter fornire numeri utili al dossier che Toninelli a suo dire sta redigendo sulla TAV. Nessuna risposta anche stavolta.
Il ministro delle Infrastrutture non risponde all’Osservatorio istituzionale, e non lo farà neppure stavolta.
Nel frattempo, all’insaputa del suo diretto interlocutore, tiene riunioni tecniche sulla Tav come quella del 5 luglio, dove a intrattenere Dello Buono c’era una delegazione di esponenti dei Cinquestelle ,tra i quali la consigliera regionale Francesca Frediani, pasdaran NoTav che chiede a gran voce la cacciata di Foietta, accompagnata da due docenti del Politecnico di Torino, da sempre contrari all’opera, membri del comitato per il No alla Tav creato dalla sindaca di Torino Chiara Appendino.
Alla fine Foietta scopre che i numeri citati da Toninelli arrivano dritti da un ente che ha tra i suoi esponenti anche alcuni tra più importanti ideologi del movimento No Tav. E si prepara a essere defenestrato, come è successo a Mazzoncini e succederà ad altri.
(da “NextQuotidiano“)
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Luglio 28th, 2018 Riccardo Fucile
BEN SVEGLIATO, VELISTA
Andrea Mura si sente usato e scaricato dal M5S. E lo dice su Facebook, dove addirittura riesce nel
capolavoro di accusare i grillini di “non aver verificato i fatti”, ovvero di non aver fatto quello che il MoVimento 5 Stelle non ha mai fatto dalla sua nascita (ben svegliato, velista!).
“Il Movimento ha usato la mia popolarità di sportivo e di velista internazionale per vincere la campagna elettorale uninominale contro un avversario fortissimo: l’ex governatore della Sardegna Cappellacci di Forza Italia. A fronte di un’accusa gravissima e totalmente falsa dello stesso Cappellacci — l’avversario politico da me pesantemente battuto alle elezioni — il Movimento non solo non mi ha difeso ma non mi ha nemmeno consultato, scaricandomi in meno di due ore. Ho assunto e portato avanti il mandato di parlamentare con la massima serietà e nel pieno rispetto delle istituzioni. Ho partecipato alla stragrande maggioranza delle sedute della Camera. Sono mancato ad alcune sedute per lavorare sul territorio. Ad esempio, per risolvere i problemi burocratici che hanno bloccato l’apertura della base nautica di Cagliari, scelta da Luna Rossa per la prossima sfida di Coppa America. Un evento importantissimo, non solo per lo sport ma per l’economia italiana e della Sardegna”.
Mura insomma ha scoperto che il MoVimento 5 Stelle è esattamente come lo descrivono i giornali: peccato che non abbia controllato prima.
Per questo piccola dimenticanza ha vinto un posto in Parlamento.
E come lui tanti altri che si sveglieranno soltanto quando toccherà a loro.
(da “NextQuotidiano”)
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Luglio 28th, 2018 Riccardo Fucile
SALVA GRAZIE ALL’INTERVENTO DELLA BADANTE BIELORUSSA
Un telo cerato appoggiato sul naso e sulla bocca della suocera e nell’altra mano un cellulare con il cronometro attivo.
«E’ una tecnica innovativa sconosciuta anche ai medici», ha detto un 56enne di Codevigo dopo essere stato sorpreso a cercare di uccidere l’anziana donna.
L’uomo, preoccupato di dover sostenere le spese per le cure mediche, ha tentato di soffocarla ed è stato arrestato.
A lanciare prontamente l’allarme ai carabinieri sono stati i medici in servizio in quel momento, allertati dalla badante della anziana, una cittadina bielorussa.
L’uomo che abita a Codevigo, si è recato all’ospedale di Chioggia dove era ricoverata la suocera di 83 anni a causa di un’ischemia cerebrale che aveva compromesso gravemente le capacità cognitive e annullato quelle motorie.
Il 56enne, quando è arrivato, ha approfittato di un breve momento di assenza della badante e ha cercato di soffocarla, premendo il telo sul suo volto. Quando la badante ha visto la scena ha urlato aiuto e ha allertato una infermiera, che a sua volta ha chiamato i carabinieri.
A quel punto l’uomo ha inventato una balla colossale davanti ai medici che erano accorsi nella stanza: ha spiegato di aver messo in atto una tecnica del tutto innovativa che avrebbe dovuto stimolare una reazione nell’anziana.
Per avvalorare questa tesi ha finto di fare una telefonata, asserendo di aver provato questa pratica e che sarebbe tornato il giorno successivo per riprovarci.
Nel frattempo la suocera si è ripresa e il personale sanitario ha avvisato i carabinieri di Chioggia, che hanno avviato un’indagine al termine della quale il genero omicida è stato arrestato.
(da Globalist)
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