Destra di Popolo.net

L’ALBERGATORE DI ISCHIA CHE VOLEVA FARE LO SCONTO AGLI AMICI DI SALVINI SI LAMENTA: “SOMMERSO DI INSULTI E DISDETTE, A RISCHIO L’ATTIVITA'”

Luglio 31st, 2018 Riccardo Fucile

NON HA ANCORA CAPITO CHE GLI ITALIANI NON SI SENTONO UMILIATI PERCHE’ MAIORCA HA DICHIARATO IL LEGHISTA NON GRADITO, MA PROPRIO PER AVERE UN SIMILE SOGGETTO MINISTRO DEGLI INTERNI

“Per tutti gli amici sostenitori di #Salvini vi sarà  applicato lo sconto #salvininonmollare all’Hotel Solemar Terme Beach & Beauty di Ischia, basta scrivere amico twitter di Aldo Presutto titolare”,
Con questo tweet, rimosso nel giro di breve tempo, il titolare dell’hotel voleva mandare una sorta di risposta indiretta al Consiglio comunale di Maiorca che aveva definito Salvini “persona non gradita”.
Una difesa e una presa di posizione che gli sono valsi centinaia di minacce e disdette dell’ultimo minuto.
Infatti, da quando Aldo Presutti ha condiviso sui social il suo sostegno a Matteo Salvini si è scatenato un vero e proprio putiferio.
“Sono da tre giorni bersaglio di improperi, accuse, violenze verbali – confessa il titolore dell’Hotel Solemar Terme Beach & Beauty di Ischia al Corriere della Sera -. E c’è anche una signora meridionale residente al Nord che ha chiamato per cancellare la prenotazione del suo soggiorno. Mi ha scritto: ‘non voglio sentire puzza di Salvini'”.
In una lettera, il titolare ha voluto spiegare come sta vivendo gli ultimi giorni: “Ho cancellato il tweet perchè mi sono arrivate addosso offese, ingiurie, attacchi di ogni tipo. Ho capito che il mio messaggio, forse anche a causa della mia non totale padronanza della lingua italiana, è stato male interpretato e ho preferito cancellarlo. Da due giorni sul web il mio albergo è diventato il peggiore del mondo. Non distruggete la nostra struttura, nel mio hotel ci sono 30 lavoratori che a fine mese con il loro stipendio portano avanti le loro famiglie. Se viene distrutto il mio albergo per un tweet male interpretato, è la fine”.
” Su Twitter ho soltanto dato sfogo ad una reazione: da italiano mi sono sentito umiliato dalla dichiarazione del consiglio comunale dell’isola di Maiorca con la quale è stato espresso il non gradimento nei confronti di un nostro ministro. Non mi sarei mai aspettato di finire in un vortice di offese soltanto per aver detto di sentirmi italiano fino in fondo”.
E qui o finge di non capire o proprio non comprende.
Il consiglio comunale di Maiorca non ha offeso il popolo italiano, ha semplicemente detto che Salvini è persona non gradita per le sue politiche razziste. Punto.
Opinione che non sarà  condivisa dagli elettori leghisti, problema loro.
Ma milioni di italiani non si sentono rappresentati da un personaggio del genere e condividono il senso della “provocazione” spagnola.
Se umiliati devono sentirsi è per come un razzista possa essere diventato in Italia ministro degli Interni.
Quanto agli insulti che ha ricevuto, sicuramente condannabili, pensi a quanti ne ricevono ogni giorno coloro che si oppongono sui social alla deriva razzista, si sforzi di ricordare chi ha diffamato le Ong, chi ha istigato all’odio, chi esulta perchè centinaia di profughi vengono restituiti ai criminali libici, agli stupri e alla fame.
Poi se rimane convinto delle sue idee, sia coerente e non si lamenti: basteranno gli elettori della Lega a riempire le stanze del suo albergo, dov’e’ il problema?

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NAVE ASSO VIOLA LE LEGGI, ITALIA NEI GUAI: “ORDINE PARTITO DA ENI, ABBIAMO LE COMUNICAZIONI”

Luglio 31st, 2018 Riccardo Fucile

FRATOIANNI ERA A BORDO DELL’OPEN ARMS E INGUAIA IL GOVERNO E L’ARMATORE: “LA GUARDIA COSTIERA ITALIANA SAPEVA”… DALL’EUROPA: “LIBIA NON E’ PORTO SICURO, ILLECITI I RESPINGIMENTI”

Non era mai accaduto che una nave italiana riportasse in Libia i migranti soccorsi nel Mediterraneo. Ma ora c’è un precedente.
Perchè lunedì la Asso Ventotto, vascello di supporto a una piattaforma petrolifera della Mellitah Oli&Gas di cui Eni detiene il 50 per cento, ha recuperato 101 persone a bordo di un gommone nel Mediterraneo riaccompagnandoli nel porto di Tripoli.
Il gommone in difficoltà , come ricostruisce il deputato di Leu Nicola Fratoianni, era stato segnalato dal Centro di coordinamento e soccorso di Roma della Guardia Costiera.
Poi, secondo il racconto del parlamentare che ‘avverte’ di “avere le prove” sulla conoscenza dell’operazione da parte dell’Italia, è stato il caos, tra mancante risposte di Roma e della Libia con il vascello battente bandiera italiana che nel corso di una comunicazione radio, spiega Fratoianni, ha ammesso di “seguire le disposizioni di Eni”.
Ilfattoquotidiano.it ha chiesto a Eni di fornire una propria versione, ma l’azienda si è limitata a dire che “sono in corso verifiche”.
Più tardi, la società  petrolifera ha diffuso una nota nella quale “smentisce categoricamente qualsiasi coinvolgimento nella vicenda” che è stata “interamente gestita dalla Guardia Costiera Libica”.
Mentre la società  Augusta Offshore di Napoli, armatrice del rimorchiatore, afferma che la richiesta di intervento è giunta dal Marine Department di Sabratah e che “le attività  di soccorso si sono svolte sotto il coordinamento della Coast Guard libica”.
La ricostruzione
Secondo il deputato di Leu le autorità  italiane erano informate fin dall’inizio dell’intera operazione di soccorso in quanto “la prima segnalazione di un gommone in difficoltà  era partita proprio dal Imrcc di Roma“.
“È stato un respingimento collettivo”, ribadisce ricostruendo attraverso le comunicazioni radio quanto avvenuto. “Sul sistema Navtex (il sistema utilizzato dalle navi su cui circolano i messaggi di soccorso, ndr) abbiamo ricevuto un messaggio rilanciato da Imrcc Malta ma proveniente da Imrcc Roma in cui si segnalava un gommone blu in difficoltà  in area libica”, spiega sottolineando che subito dopo aver ricevuto l’allarme Open Arms, a bordo della quale è imbarcato, si è mossa verso l’area indicata.
“Poco dopo — aggiunge — il Colibrì, un aereo da ricerca francese, dà  comunicazione a tutti, dunque all’Italia, a Malta e ai libici di altri due gommoni bianchi in difficoltà  a nord di Sabratha, nei pressi di una piattaforma petrolifera”.
Da Open Arms a quel punto contattano Imrcc Roma, “con un mail e per telefono, due volte, ma non riceviamo alcuna indicazione. E comunichiamo anche ai libici — aggiunge Fratoianni — ma a 3 dei 4 numeri non risponde nessuno mentre l’ultimo chi prende la chiamata parla solo arabo. Poco dopo ci mandano una mail dicendoci che sarebbero intervenuti loro”. Dalla nave della Ong partono le imbarcazioni veloci per la ricerca dei gommoni, ma non trovano nulla. Poco dopo entra in scena Asso Ventotto.
“Apprendiamo che ha recuperato 108 migranti (in realtà , preciseranno più tardi, sono 101, tra cui 5 donne e 5 bambini) — dice Fratoianni — Contattiamo l’equipaggio che conferma il recupero, spiegandoci di essere stati loro ad avvistare il gommone ad un miglio e mezzo dalla piattaforma e di aver avuto indicazione di riportali a Tripoli“.
E da chi arriva questa indicazione? “La prima risposta è ‘dai libici’ — sottolinea Fratoianni — ma subito dopo si contraddicono e affermano: ‘Stiamo seguendo le indicazioni della piattaforma per cui lavoriamo’. Vale a dire dall’Eni”.
Il deputato sostiene inoltre di essere “praticamente certo” che Asso Ventotto abbia sbarcato i migranti direttamente nel porto di Tripoli. “Ad un certo punto abbiamo intercettato una comunicazione radio — spiega — tra un certo ‘mister Ceci’, probabilmente qualcuno a bordo della piattaforma, e Asso Ventotto. L’uomo chiedeva se durante la notte il rimorchiatore sarebbe stato ‘alla via’, vale a dire in navigazione, e l’equipaggio risponde: ‘Non credo, penso che saremo in porto’”.
La versione dell’armatore e di Eni
Il rimorchiatore — che si trovava in assistenza alla piattaforma di estrazione ‘Sabratah’ della Mellitah Oli&Gas (Joint Venture tra Eni e Noc libica), a 57 miglia marine da Tripoli, 105 miglia da Lampedusa — si è diretto lunedì verso un gommone in difficoltà  avvistato a circa 1,5 miglia dalla piattaforma, “dopo aver imbarcato rappresentanti dell’Authority libica sulla piattaforma stessa”.
È questa la versione dell’armatore, la società  Augusta Offshore di Napoli, ribadendo che la richiesta di intervento è giunta dal Marine Department di Sabratah e che “le attività  di soccorso si sono svolte sotto il coordinamento della Guardia costiera libica”.
Dal 2012 ad oggi la flotta della società , fa sapere l’armatore, è stata impegnata in 262 operazioni di ricerca e soccorso, che hanno portato al salvataggio di 23.750 migranti ed all’interruzione delle normali operazioni commerciali per un totale di 137 giorni. La presenza della flotta della società  nelle acque prossime alla costa libica, spiega, “ha fatto sì che tali navi siano state chiamate ad intervenire in molte operazioni di soccorso, che da 2012 al 2017 sono state coordinate dalla Guardia costiera italiana“. La nave Asso 28, ribadisce invece Eni, ha svolto un’operazione di soccorso “gestita interamente dalla Guardia costiera libica che ha imposto al comandante di riportare i migranti in Libia”.
Durante il trasferimento verso Tripoli, spiega l’azienda, “a bordo del vessel era presente anche un rappresentante della Guardia costiera libica che presidia ogni piattaforma che opera nelle sue acque territoriali e ha gestito l’operazione di soccorso in totale autonomia“.
Unhcr: “Possibile violazione diritto internazionale”
Il caso era stato segnalato nella tarda serata di lunedì da Fratoianni: “Abbiamo appreso che uno dei gommoni segnalati oggi dalla Guardia Costiera italiana, con 108 persone a bordo nel Mediterraneo, è stato soccorso dalla nave Asso Ventotto, battente bandiera italiana, che si sta dirigendo verso Tripoli”. “Non sappiamo ancora se questa operazione avviene su indicazione della Guardia Costiera italiana (fatto poi confermato da Repubblica, ndr) — scriveva Fratoianni — ma se così fosse si tratterebbe di un precedente gravissimo, un vero e proprio respingimento collettivo di cui l’Italia ed il comandante della nave risponderanno davanti ad un tribunale. Il diritto internazionale prevede che le persone salvate in mare debbano essere portate in un porto sicuro e quelli libici, nonostante la mistificazione della realtà  da parte del governo italiano, non possono essere considerati tali”.
Anche l’Unhcr, attraverso il suo profilo ufficiale di Twitter, ha spiegato di aver acquisito “informazioni” e che se il racconto fosse confermato sono “possibili violazioni del diritto internazionale” tenendo conto del fatto che i porti libici “non sono sicuri”.
Fico aveva detto: “Porti libici non sicuri”
Sulla questione della sicurezza dei porti libici, nelle scorse settimane, si era espresso anche il Consiglio d’Europa attraverso uno dei suoi portavoce ribadendo che “nessuna nave europea può riportare migranti in Libia perchè contrario ai nostri principi”. E nelle stesse ore del soccorso della Asso Ventotto, il presidente della Camera, Roberto Fico, incontrando in piazza i manifestanti delle “Mani Rosse” aveva spiegato che “La Libia non è un luogo sicuro, i migranti non possono stare in luoghi dove manca la tutela dei diritti umani“.

(da “il Fatto Quotidiano“)

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INTOLLERANTI VERSO L’INTOLLERANZA

Luglio 31st, 2018 Riccardo Fucile

LA PUBBLICITA’ CONTRO IL RAZZISMO SUL CORRIERE DELLA SERA DA PARTE DI UN’AZIENDA DI VITICOLTORI VENETI… CRESCE IL NUMERO DEGLI ITALIANI CIVILI INDIGNATI PER LA DERIVA XENOFOBA DEL GOVERNO

Il Corriere della Sera pubblica oggi un avviso a pagamento promosso da Astoria Wines, azienda di viticoltori di Paolo e Giorgio Polegato, che mette all’indice gli episodi di razzismo esplosi in questi ultimi mesi e i fatti di questi giorni, con l’aggressione a Daisy Osakue e la morte di Hady Zuady ad Aprilia.
Nella pagina, intitolata “Intolleranti verso l’intolleranza”, è citata una frase di Martin Luther King: “Può darsi che non siate responsabili della situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla”.
Paolo Polegato ad di Astoria Vini, padre adottivo di due giovani afrocubani, quando avevano appena pochi mesi, ha scelto di prendere come testimonial per la sua denuncia una ragazza africana le cui labbra sono dipinte col rossetto di verde, bianco, rosso, su uno sfondo in cui risalta nuovamente il tricolore.
Di suo Polegato ha voluto far risaltare che ‘la violenza delle parole e dei fatti non è più tollerabile. Non rappresenta nè l’ Italia nè gli italiani. Ora basta!. Il rispetto della persona prescinde colore, genere e religione”.
Poi ha preso in prestito una frase dell’attivista e Premio Nobel per la Pace (1964) per rimarcare il suo pensiero: “può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla”.
“L’indifferenza è una forma pericolosissima di fiancheggiamento” ha confidato Polegato a ‘Il Gazzettino. “Vedo la diffidenza, l’alzata di cigolio, vedo il pregiudizio — ha osservato -. Il ferimento dell’atleta è l’ultimo atto di un’ escalation che non si può sempre giustificare tirando in ballo la stupidità  della gente. Questi non sono ebeti, sono dei delinquenti”.

(da agenzie)

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“IL M5S CI TRADISCE, NON CEDIAMO AGLI AMERICANI”

Luglio 31st, 2018 Riccardo Fucile

IL SINDACO DI MELENDUGNO: “IL TAP E’ INUTILE, PERICOLOSO E ANTIECONOMICO”

Marco Potì è sindaco di Melendugno (Lecce), eletto con una lista civica di centrosinistra. In un’intervista rilasciata oggi a Repubblica dice di aver votato MoVimento 5 Stelle alle elezioni nonostante sia socialista perchè avevano promesso il blocco del TAP e di essere adesso molto deluso per la piega che stanno prendendo le cose:
«Qui, in riva a questo mare, nel nostro punto più bello, vorrei incontrare il vicepremier Di Maio per chiedergli: perchè? Perchè ci state tradendo così?».
Potì è il sindaco di Melendugno, paese della Puglia dove dovrebbe finire il Tap, il gasdotto destinato a portare il gas del mar Caspio in Europa.
Da anni sta combattendo una battaglia quasi solitaria — nonostante le lusinghe (anche economiche) che Tap ha offerto al suo territorio — contro l’approdo del gasdotto in questo punto di Puglia. Uno dei più suggestivi, appunto, messo a rischio dalla maxi-opera.
Perchè vorrebbe dire a Di Maio che si sente tradito
«Sono socialista da generazioni. Sono stato eletto con una coalizione diciamo di centrosinistra. Eppure alle ultime elezioni ho votato Movimento 5 Stelle. Li ho votati, io come quasi il 70 per cento della mia gente, perchè ho creduto ad Alessandro Di Battista, al ministro Barbara Lezzi che sono venuti qui a dire che in 15 giorni avrebbero annullato il progetto del Tap. E invece…».
E invece il ministro degli Esteri, Enzo Moavero, è volato in Azerbaijan, a dire che il Tap si farà . Mentre la ministra Lezzi, dei 5Stelle, continua in verità  a dire che è un’opera inutile.
«Ci sono almeno tre motivi per i quali l’opera non si dovrebbe fare. Il primo è che è inutile: quel gas non serve a niente, coprirebbe il 2 per cento del consumo europeo».
E gli altri due motivi?
«È pericoloso: hanno appena sequestrato pozzi con metalli pesanti che qualche mese fa, prima dell’inizio dei lavori, non c’erano. Infine è un’opera antieconomica: saremo noi contribuenti a pagare le infrastrutture che porteranno il gas da qui al Nord»

(da “NextQuotidano”)

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TROPPO RAZZISMO, ITALIA SOTTO OSSERVAZIONE DEL’AGENZIA ONU

Luglio 31st, 2018 Riccardo Fucile

SITUAZIONE SEMPRE PIU’ PREOCCUPANTE, UNA VIOLENZA INDISCRIMINATA DI MATRICE RAZZIALE

L’Unhcr, Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, con un comunicato, “esprime profonda preoccupazione per il crescente numero di attacchi nei confronti di migranti, richiedenti asilo, rifugiati e cittadini italiani di origine straniera che hanno caratterizzato questi ultimi mesi”.
“Non possiamo tollerare questa escalation di violenza indiscriminata, che proprio in quanto tale, mostra un’allarmante matrice razziale.” Ha affermato Felipe Camargo, Rappresentante dell’Unhcr per il Sud Europa. “Rivolgiamo un appello a tutte le componenti della società  italiana affinchè non smettano mai di sostenere i valori fondanti delle società  moderne, i valori di civiltà , rispetto, eguaglianza, non discriminazione ed accoglienza.”
L’Unhcr desidera “esprimere solidarietà  a tutte le vittime di questi attacchi e ai loro familiari e condanna qualsiasi aggressione, fisica o verbale, di stampo razzista e xenofobo”. L’Agenzia Onu per i rifugiati “auspica che la giustizia faccia il suo corso e che le vittime delle aggressioni ricevano adeguata assistenza ed eventuali risarcimenti”.
Anche il Centro Astalli, in un comunicato , esprime “seria preoccupazione per il susseguirsi di episodi razzisti e violenti ai danni di cittadini immigrati. Un’escalation di violenza che, dopo 11 persone ferite in meno di due mesi tra cui una bambina di 2 anni e una donna incinta, ha portato domenica scorsa alla morte di un uomo”. Il Centro Astalli chiede “alle Istituzioni nazionali e alle amministrazioni locali i cui territori sono stati teatro di questi incresciosi episodi, di intervenire con fermezza e in modo inequivocabile contro ogni forma di violenza e razzismo”.
Si chiede inoltre “a chi svolge ruoli politici, narrazioni in cui slogan e semplificazioni lascino il posto alla rappresentazione realistica della complessità  delle migrazioni che vanno governate e non demonizzate o peggio usate strumentalmente per far leva sull’emotività  dei contesti locali e non sulle ragioni e il buon senso”. P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, richiama inoltre “a un uso del linguaggio ponderato e sempre costruttivo da parte di esponenti politici e istituzionali che a causa di una grande visibilità  ed esposizione mediatica possono suscitare o consolidare nei cittadini sentimenti di razzismo e odio razziale, legittimandoli ad azioni che rischiano di esporre la società  italiana a insicurezza e violenza.
Occorre senza indugio non sottovalutare quanto stiamo vivendo mettendo in campo ogni mezzo per costruire la pace sociale”.

(da Globalist)

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LA LETTERA DI DAISY: “NON E’ CAMBIATO NULLA DEL MIO AMORE PER L’ITALIA”

Luglio 31st, 2018 Riccardo Fucile

“DOBBIAMO TROVARE LA FORZA DI RISOLVERE I PROBLEMI INSIEME”

No, non vi preoccupate. Non è cambiato nulla del mio amore per questo paese: non succederà  mai. N
on è cambiato nulla della mia stagione: a Berlino, vedrete, ci andrò.
Adesso voglio solo ringraziare tutti, rilassarmi e pensare alla gara. Sarò la Daisy di sempre, anzi, avrò meno paranoie, meno ansia del solito, perchè mi sento fortunata.
Se domenica notte fosse andata male? Sono cose che ti aprono gli occhi, ti fanno capire come la vita possa cambiare in un istante. E quanto sia preziosa.
Sì, per ora uno è chiuso, ma si aprirà , guarirò, ce la farò.
Non vedo l’ora di indossare la maglia della nazionale e tingermi di nuovo le treccine di azzurro.
L’Italia è casa mia, vivo bene qui. Le strade, l’aria, il profumo, il cibo, le camminate in centro. In questi due anni a San Angelo queste cose mi sono mancate e mi sono accorta che la nostra società  e la nostra cultura non hanno niente da invidiare agli Stati Uniti.
Là , però, se riesci ad arrivare in alto vieni sostenuto e applaudito, chiunque tu sia. Qua vieni criticato per il colore della pelle e di questo bisogna parlare.
Non siamo un paese razzista, ma siamo un paese pieno di pregiudizi e generalizzazioni basate sull’ignoranza e la cattiveria, due cose che messe insieme portano a episodi come quello di ieri.
C’erano altri passanti poco dietro di me, perchè sono stata colpita io? Quei due cercavano una ragazza nera e io ero l’unica.
C’è bisogno di più sicurezza, certo, ma non si può avere una pattuglia per ogni strada. Bisogna insegnare la convivenza civile, per evitare che la gente possa anche solo pensare di fare gesti così.
Quanto odio hai in te per doverlo sfogare lanciando uova contro una persona a caso? Da questa aggressione io ho imparato una cosa: torna in taxi, la sera, quando è buio. Tu, cara Italia, impara ad ascoltare il tuo popolo, perchè ti sta parlando e ti sta mostrando lo scontento.
Si dà  la colpa di tutto quello che non funziona agli immigrati, che sono una minoranza. E qualcuno, fomentato da altri, comincia a pensare di farsi giustizia da solo.
Invece no: dobbiamo trovare la forza di risolvere i problemi insieme.

Daisy Osakue
(da “La Stampa”)

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DAISY, ORGOGLIO CONTRO IL PREGIUDIZIO

Luglio 31st, 2018 Riccardo Fucile

PER L’IGNORANZA DELLA POLITICA HA DOVUTO ASPETTARE ANNI PER ESSERE RICONOSCIUTA ITALIANA

Daisy Osakue si indigna perchè sa come si fa e conosce bene il concetto. Si è indignata da ragazzina quando i suoi lanci iniziavano a farsi lunghi e importanti e lei continuava a restare fuori classifica.
Discobola nata in Italia, a Torino, ma senza passaporto fino ai 18 anni perchè qui lo ius soli non c’è e lei ha dovuto portare un sacco pieno di documenti, pagelle, vaccinazioni, presenze scolastiche per dimostrare che aveva studiato tutto il tempo qui, che si è allenata qui e ancora non bastava.
Non poteva iscriversi ai campionati e doveva aspettare. Frustrata e convinta, così come è oggi.
Le tocca indignarsi ancora, ha passato anni ad aspettare per essere riconosciuta italiana anche se non è mai stata altro e deve deglutire e stringere i pugni appoggiati alle gambe quando scopre che secondo i carabinieri l’agguato, l’uovo preso in piena faccia mentre camminava vicino a casa sua, non ha motivazioni razziste: «Io non so cosa sia successo, chi è stato, so che li voglio trovare e voglio capire. Non mi gioco la carta razzista, ma come possono essere sicuri che si tratta di altro? Mi hanno scelta perchè mi piace il blu? Perchè tifo Juve? No e nemmeno perchè sono nella squadra italiana di atletica, so di non essere famosa».
Daisy si indigna e di solito in modo ironico proprio perchè è abituata a farlo e ha imparato a sfogarsi invece di incepparsi. Dice quello che pensa e va avanti.
È andata fino negli Usa, per prepararsi all’atletica che conta, per salire di livello ed è partita da una stanza vuota, comodino spoglio e materasso arrotolato, in pratica un’altra sala di attesa, solo che stavolta se l’è scelta lei. Un nuovo inizio.
Dopo un anno ha un appartamento che condivide con le colleghe di college, in Texas, nuovi amici e misure centrate in pedana che rendono orgogliosa lei, la sua famiglia, san Angelo, il college in cui studia, l’atletica e l’Italia che ci ha messo 18 anni a riconoscerla e che lei rappresenta con grande orgoglio.
Record under 23 e per lanciare a 59 metri e 72 alla sua età  ci vuole una certa forza. Se la banda dell’uovo l’ha presa di mira perchè l’hanno identificata come un soggetto debole, emarginato, quello è razzismo ed è anche un clamoroso errore di valutazione. Come qualsiasi pregiudizio.

(da “La Stampa”)

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NAVE ITALIANA SOCCORRE 108 PROFUGHI E LI RIPORTA IN LIBIA VIOLANDO LE LEGGI INTERNAZIONALI: VANNO ARRESTATI E PROCESSATI IN ITALIA

Luglio 31st, 2018 Riccardo Fucile

OCCORRE ACCERTARE SE E’ VERO CHE HANNO RICEVUTO L’ORDINE DA ROMA O HANNO AGITO DI LORO INIZIATIVA… APERTA UN’INDAGINE INTERNAZIONALE

Per la prima volta una nave italiana ha riportato in Libia migranti soccorsi nel Mediterraneo. La Asso 28, nave di supporto a una piattaforma petrolifera, è stata coinvolta nelle operazioni di soccorso di un gommone con 108 persone a bordo. Come avviene ormai da settimane, la sala operativa di Roma ha dato indicazioni di coordinarsi con la Guardia costiera libica e, prese a bordo le persone, la Asso 28 ha seguito le indicazioni e le ha sbarcate nel porto di Tripoli.
Un fatto senza precedenti in violazione della legislazione internazionale che garantisce il diritto d’asilo e che non riconosce la Libia come un porto sicuro in cui, secondo la convenzione di Ginevra, devono essere sbarcati i migranti soccorsi. Nessuno dei migranti riportati a Tripoli, infatti, ha avuto la possibilità  di chiedere asilo come garantito dalla legge.
Nelle scorse settimane la portavoce del Consiglio d’Europa aveva ribadito che “nessuna nave europea può riportare migranti in Libia perchè contrario ai nostri principi”.
Venti giorni fa, un’altra nave di supporto a una piattaforma petrolifera, la Vos Thalassa, dopo aver soccorso dei migranti stava per consegnarli ad una motovedetta libica quando un tentativo di rivolta di alcuni dei soccorsi ha convinto il comandante ad invertire la rotta e a chiedere l’aiuto della Guardia costiera italiana che prese poi a bordo della nave Diciotti i migranti sbarcandoli a Trapani dopo l’intervento del presidente della Repubblica Mattarella.
Salvini, sui social, non fa riferimento alla nave Asso, ma nega il coinvolgimento della Guardia costiera italiana: “Non ha coordinato e partecipato a nessuna di queste operazioni, come falsamente dichiarato da una Ong straniera e da un parlamentare di sinistra male informato”.
La Guardia costiera italiana, da parte sua, ha specificato che le operazioni “si sono svolte sotto il coordinamento della Guardia costiera libica”.
Sul caso si muove l’Unhcr,l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati: “Stiamo raccogliendo tutte le informazioni necessarie. La Libia non è un porto sicuro e questo atto potrebbe comportare una violazione del diritto internazionale”.
A Salvini ha subito replicato Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali, che dal ministro era stato tirato in ballo.
Stamattina il deputato di LeU, in questi giorni a bordo della nave della Ong spagnola Open Arms tornata in zona Sar, aveva già  chiesto spiegazioni (“Non sappiamo ancora se questa operazione avviene su indicazione della Guardia Costiera Italiana, ma se così fosse si tratterebbe di un precedente gravissimo, un vero e proprio respingimento collettivo di cui l’Italia e il comandante della nave risponderanno davanti a un tribunale”.
Ora dopo le affermazioni di Salvini ha di nuovo replicato al ministro: “L’unico disinformato è il ministro Salvini. Abbiamo denunciato un caso di palese violazione delle norme internazionali da parte di una nave mercantile italiana, Asso 28. E di questo abbiamo le prove. Abbiamo detto che ‘SE’ lo facesse su indicazione della guardia costiera italiana sarebbe ancora più grave’.
Ma già  che ci siamo, vorrei chiedere a Matteo Salvini – conclude Fratoianni – se è in grado di rispondere a qualche domanda: se l’indicazione al mercantile italiano non è arrivata dalla guardia costiera italiana, da chi è arrivata?…”.

(da agenzie)

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CHIEDONO UNA BIRRA: “NON VOGLIAMO CHE LA PORTI IL CAMERIERE NERO”

Luglio 31st, 2018 Riccardo Fucile

E’ ACCADUTO IN UN BAR DI CALA GONONE, IL PROPRIETARIO DEL LOCALE HA CACCIATO I RAZZISTI

Ormai è una moda nata dopo lo sprint razzista del governo del sedicente Cambiamento a guida Salvini e con la partecipazione di Di Maio e Conte nel ruolo di comprimari: ”Non vogliamo essere serviti da quello lì”.
“Quello lì” è Mamadou Niang, cameriere 18enne di origine senegalese, che vive e lavora a Cala Gonone, località  turistica sulla costa di Dorgali (Nuoro).
L’ennesimo episodio di razzismo è stato raccontato dalla stessa vittima ai microfoni di Videolina e dal proprietario del bar che ha allontanato gli avventori, quattro ragazzi sardi
“Una birra, per favore. Ma non vogliamo che a servircerla sia quel cameriere”, hanno detto i quattro.
“Non volevo crederci”, racconta al Tg dell’emittente sarda Dionigio Mereu Fronteddu, il titolare. “Alla fine, però, visto l’atteggiamento, li ho invitati ad accomodarsi fuori dal locale. Qui non facciamo distinzione per il colore della pelle, ma solo tra buoni e cattivi”
“Razzismo? Ma no, è solo ignoranza. Sono persone che hanno un orizzonte limitato”, commenta Mamadou Niang.

(da Globalist)

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