Agosto 7th, 2018 Riccardo Fucile
IL PARLAMENTO STA PER APPROVARE IL TRATTATO DI ASSISTENZA PENALE CON GLI EMIRATI, ESECUTIVO DA SETTEMBRE… TRA I LATITANTI ILLUSTRI ANCHE MATACENA
Dalle oasi dorate alle carceri italiane il passo potrebbe essere molto breve.
La Camera approverà oggi la legge che renderà operativo il Trattato di cooperazione giudiziaria e di estradizione con gli Emirati Arabi.
Il provvedimento già passato al vaglio della commissione Giustizia una volta ratificato permetterà il rientro in Italia di un cospicuo numero di latitanti felicemente ormeggiati nei resort di Dubai.
Due nomi su tutti: l’ex parlamentare di Forza italia Amedeo Matacena e il cognato di Gianfranco Fini Giancarlo Tulliani.
Il “Trattato di mutua assistenza giudiziaria in materia penale” era stato siglato dal governo italiano nel settembre del 2015 ad Abu Dhabi, ma sospeso per gli effetti di una direttiva europea.
Negli Emirati vige infatti la pena morte e in caso di estradizione verso il Paese contraente sarebbe stati inflitta la pena capitale.
In base al nuovo accordo la condanna “prevista in loco” dovrà essere commutata in pena detentiva. Il Trattato internazionale siglato dal vecchio governo Gentiloni, timbrato dal nuovo Parlamento, permetterà il rientro in Italia di latitanti già condannati in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa ma anche per chi in Italia è stato già chiesto il rinvio a giudizio per corruzione.
Il Parlamento voterà due proposte abbinate: l’atto trasmesso alla Camera appena insediata dal precedente governo Gentiloni, e la proposta di legge presentata dai deputati dem Walter Verini e Lia Quartapelle – sostenuta in commissione Antimafia dall’altro pd Davide Mattiello – potrebbe far scattare le manette ai polsi dei latitanti il giorno stesso in cui da Palazzo Madama arriverà il via libera definitivo, presumibilmente a settembre, alla ripresa dei lavori.
Giancarlo Tulliani, arrestato in modo rocambolesco, è tornato in libertà nel dicembre del 2017 pagando una ricca cauzione. Era stato indagato per riciclaggio internazionale insieme al cosiddetto re dello slot Francesco Corallo.
Amedeo Gennaro Raniero Matacena, ex berlusconiano ed ex armatore, è stato condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa. Fu arrestato a Dubai nel 2013 dall’Interpol.
Mafie ed organizzazioni segrete si muovono sempre più agevolmente su scala internazionale, anche grazie alla complicità di “specialisti” locali.
Gli Emirati Arabi da tempo sono diventati uno snodo essenziale per la criminalità organizzata e l’assenza di un Trattato di cooperazione giudiziaria e di estradizione ha recintato latitanze eccellenti.
La colonia che ha scelto i paradisi di Dubai è una delle più numerose, comprende il narcotrafficante Raffaele Imperiale, Samuele Landi, ex ceo di Eutelia, condannato in primo grado a nove mesi nel 2015 per il crac della società .
(da “Huffingtonpost”)
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Agosto 7th, 2018 Riccardo Fucile
E IL PUBBLICO APPLAUDE PURE… SE FOSSE STATO SUO FIGLIO AVREBBE DETTO LA STESSA COSA?
Matteo Salvini lunedì sera ad Arcore, ha dato il peggio di sè. Sembra impossibile ma c’è riuscito.
Il leader della Lega e ministro dell’Interno del governo Conte ha preso la parola alla festa del Carroccio e lo ha fatto con il suo solito stile.
Come scrive Milanotoday: “Il momento più alto – a giudicare dagli applausi e dalle urla di approvazione arrivate dal pubblico – si è toccato quando Salvini ha interrotto il comizio per il passaggio di un’ambulanza. Un’ambulanza con un ferito dentro”.
“Un attimo che c’è l’ennesimo rosicone di sinistra che non riesce a digerire”, ha ironizzato il numero uno leghista, che stava parlando di controlli e immigrazione.
Poi il solito repertorio di cazzate: “Ci sono farmacie piene di parlamentari del Pd che hanno finito i Maalox. Non riescono a digerire l’anguria e dicono «e la mangio perchè è rossa». Pensate che vita grama che hanno, indossano la maglietta rossa però solo con il Rolex perchè – ha concluso il vicepremier – senza il Rolex non fa abbastanza chic”.
Detto da uno che guadagna 15.000 euro al mese.
(da agenzie)
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Agosto 7th, 2018 Riccardo Fucile
INSULTI CONTRO IL MINISTRO IN CITTA’ PER UNA RIUNIONE DOPO LE TRAGEDIE DEI SEDICI BRACCIANTI MORTI
Sul palazzo di fronte alla prefettura di Foggia è comparsa una scritta ingiuriosa nei confronti del ministro dell’Interno Matteo Salvini che è arrivato nella cittadina nel primo pomeriggio per un vertice proprio in prefettura, dopo gli incidenti stradali avvenuti sabato scorso e ieri, 6 agosto, nel Foggiano, nei quali sono morti complessivamente 16 braccianti agricoli, tutti migranti che erano stipati in furgoncini.
La scritta riprende alcune dichiarazioni che il ministro dell’Interno aveva fatto in campagna elettorale: “Qui su questo palco non c’è nè Batman nè Superman, ma con noi al Governo ci saranno meno sbarchi e più espulsioni”, aveva detto.
E da qui la frase, in dialetto, impressa di fronte alla prefettura: Non sono Goldrake, non sono Batman. So nu chine d m**rd”.
Il ministro dell’Interno sarà in città per presiedere il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Alla quale parteciperanno i rappresentanti delle forze di polizia e delle autorità locali e servirà per fare il punto della situazione dopo i due incidenti degli ultimi giorni.
(da agenzie)
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Agosto 7th, 2018 Riccardo Fucile
LA PAGA DI UN BRACCIANTE E’ TRA 20 E 30 EURO AL GIORNO PER 8-12 ORE DI LAVORO… E I MIGRANTI PER IL VIAGGIO SUI FURGONI PAGANO 5-10 EURO… LA PAGA E’ LA META’ DI QUELLA LEGALE
Dopo la mattanza dei braccianti africani, il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, agita la clava dei “controlli a tappeto” sulle aziende agricole.
È lo stesso che qualche settimana fa annunciava di volere cambiare la legge dello Stato contro il caporalato in vigore dal 3 novembre 2016: “Invece di semplificare, complica”, è stato il suo ragionamento.
Da Cgil e Libera, l’invito a migliorarla, quella legge. E i numeri parlano.
Quelli dell’ultimo rapporto sulle agromafie dell’Osservatorio Placido Rizzotto della Flai, la sigla di categoria del più grande sindacato italiano, in particolare. Eccoli.
L’orario medio va da 8 a 12 ore di lavoro al giorno. Nessuna tutela e nessun diritto garantito dai contratti e dalla legge trovano applicazione.
Con la paga media “che si aggira tra i 20 e i 30 euro al giorno”, dicono il segretario generale Cgil Puglia, Pino Gesmundo, e quello della Flai, Antonio Gagliardi.
Un lavoro a cottimo che, per il singolo bracciante vale, un compenso di tre o quattro euro per ogni cassone di pomodori: più o meno 375 chili di prodotto.
“È un salario inferiore di circa il 50 per cento rispetto a quanto previsto dai contratti. E i lavoratori sotto caporale — rimarcano i due segretari — devono pagare anche il trasporto a secondo della distanza, cinque euro in media”.
Ma quanto vale quel cassone per l’azienda agricola che lo rivende alle industrie di trasformazione?
“Mediamente tra i 28 e i 30 euro, al netto dello scarto di prodotto”, risponde il segretario della Cgil di Foggia, Daniele Calamita. Il calcolo è presto fatto.
Sui piazzali delle industrie, il cassone viene venduto a un prezzo che oscilla fra i sei e i nove centesimi al chilo: moltiplicato per 375, il risultato varia da 22,50 a 33,75 euro.
Per il caporale, invece, l’incasso può toccare anche i 100mila euro nel giro di tre mesi. A dirlo a Repubblica era stata la segretaria nazionale di Flai Cgil, Ivana Galli. “Due rapidi conti: hanno dei pullmini da 15 a 30 posti, fanno quattro o cinque viaggi al giorno tra andata e ritorno, 15 euro a persona trasportata, per tre mesi. Quindi, 15 per 15 per 5 per 90 fa 100mila euro in tre mesi”.
Un affare, il caporalato. Con un danno economico “tra i 3,4 e i 3,6 miliardi”, nel complesso. Parola di Galli.
Numeri dietro i quali c’è il racket delle mafie pugliesi, secondo sindacati e Regione Puglia. Una delle ragioni per cui la legge regionale, che — fra l’altro — puntava a sottrarre il trasporto dei braccianti ai caporali, con un servizio pubblico, non ha funzionato.
L’ha spiegato il governatore della Puglia, Michele Emiliano, dopo la strage di lunedì 6 agosto: “Le risorse per garantire un trasporto più sicuro dei lavoratori dell’agricoltura ci sono, le ha stanziate proprio la Regione. Ma per predisporre un servizio di trasporto pubblico è necessaria la collaborazione delle aziende agricole. Con la massima trasparenza, devono farne richiesta comunicando numero di lavoratori, orari di lavoro, tragitti di percorrenza. Questo non avviene mai, non è mai avvenuto sino ad oggi”, ha ammesso il presidente.
Perchè? “Molte aziende agricole della provincia di Foggia sono soggette al racket mafioso dei caporali che, in caso di predisposizione di mezzi di trasporto da parte delle aziende con il finanziamento pubblico, impediscono a queste ultime di trovare la manodopera, indispensabile per non perdere il prodotto al momento della maturazione”.
(da “La Repubblica”)
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Agosto 7th, 2018 Riccardo Fucile
RICCARDO MUCI HA 31 ANNI, LA SECONDA ESPLOSIONE LO HA INVESTITO ALLA SCHIENA: “RIFAREI LA STESSA COSA”… LA VISITA IN OSPEDALE DEL PREMIER CONTE
“L’esplosione mi ha travolto, letteralmente. Se ho avuto paura? La paura è un sentimento normale, è giusto che ci sia in ognuno di noi. E’ il comprendere la paura che ci permette di tornare a casa. Non siamo dei Rambo ma siamo innanzituttto degli esseri umani. In quel momento non mi sono lasciato trascinare dalle emozioni. Il mio primo pensiero è stato quello di capire l’entità del danno e mettere in salvo quante più persone possibili”.
Riccardo Muci, 31 anni, è il poliziotto eroe che tra i primi è intervenuto a Borgo Panigale, sotto il ponte dell’autostrada, dopo che un’autocisterna è esplosa sul raccordo.
L’uomo giusto al momento giusto: l’agente del commissariato Santa Viola è sceso dalla volante per allontanare gli altri automobilisti e bloccare il traffico.
In questo modo ha salvato delle vite, mettendo al riparo tutti prima che il gas contenuto nell’autocisterna esplodesse come una bombola. Ha lavorato finchè il dolore non l’ha costretto a fermarsi.
Perchè la palla di fuoco ha travolto anche lui. Adesso è ricoverato al reparto grandi ustionati dell’ospedale Bufalini di Cesena. Il premier Conte lo ha incontrato per ringraziarlo.
“Io sono Riccardo, sono un poliziotto e cerco di fare bene il mio lavoro”, risponde quando gli si chiede se si sente un eroe.
Originario di Copertino, da tre anni a Bologna dopo una parentesi a Milano, stamattina quando si è svegliato ha pensato: “Mi è andata bene. Certo, non l’ho detto proprio in questi termini…”.
Poi torna a quei momenti: “Dopo l’esplosione sono fuggito incitando le altre persone a seguirmi, allontanandomi dalla zona. Appena arivato alla mia macchina, il mio collega mi ha buttato dell’acqua fresca addosso in attesa dei soccorsi. Finchè ho retto il dolore ho dato una mano ai carabinieri per i soccorsi, poi il dolore e le ferite mi hanno sovrastato e mi sono dovuto fermare. Sarà una convalescenza molto lunga, non me la sanno ancora quantificare. Ma se mi dovessi ritrovare in una circostanza analoga interverrei comuqnue”.
Ora ha ustioni di secondo grado. Il calore che lo ha investito è sato così forte da sciogliere la maglietta ignifuga che indossava, che si è fusa con la sua pelle.
Il premier Giuseppe Conte è andato a incontrarlo: “Era emozionato, si è congratulato per quanto accaduto e poi abbiamo avuto una conversazione privata.
Per il poliziotto i medici stanno valutando la possibilità di un intervento chirurgico. Ma Riccardo sta reagendo col sorriso sulle labbra: pollici alzati e sguardo fiero, come nello scatto che in queste ore sta facendo il giro d’Italia.
Conte è poi andato all’ospedale di Bologna, dove sono ricoverati gli altri feriti, circa 100, tra i quali anche 11 carabinieri. Anche loro si sono precipitati in strada, in borghese, e armati solo di palette hanno bloccato il traffico vicino al ponte, lo stesso che poi è crollato.
(da agenzie)
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Agosto 7th, 2018 Riccardo Fucile
LA DENUNCIA DEL PROCURATORE DI FOGGIA: “SONO DOVUTO INTERVENIRE PER FARLI RICOVERARE, QUESTO SCEMPIO DEVE FINIRE”
“Questa povera gente ha avuto problemi anche per trovare posto in ospedale. Sono dovuto intervenire personalmente per far sì che venissero trovati posti sia a Foggia che in altri ospedali della provincia”.
Lo racconta all’Ansa il procuratore della Repubblica di Foggia Ludovico Vaccaro, che parlando dei feriti degli incidenti stradali che hanno provocato la morte di 12 braccianti agricoli immigrati, pone l’accento su un problema sul quale è dovuto intervenire personalmente per evitare una situazione a dir poco incresciosa.
“Io credo – ha aggiunto Vaccaro – che ci sia bisogno di interventi straordinari per risolvere una situazione divenuta tragica, insostenibile. Non è possibile assistere ad uno scempio del genere, sulla pelle di povere persone che vengono qui con la speranza di poter migliorare le loro condizioni di vita”.
La procura, ha precisato infine Vaccaro, indagherà per verificare se i 12 braccianti agricoli fossero nelle mani dei caporali.
(da “Huffingtonpost”)
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Agosto 7th, 2018 Riccardo Fucile
IL REGISTA DI PUMMARO’, IL FILM CHE SVELO’ IL CAPORALATO: “NON E’ UNA QUESTIONE RAZZIALE, E’ UNA QUESTIONE SOCIALE”
Fece un film “Pummarò” quando i caporali li conoscevano in pochi e fu anche criticato.
Oggi a voce alta parla di martiri, davanti all’ennesima strage di braccianti stranieri in Puglia.
Michele Placido, uomo del Sud, attore e regista di Ascoli Satriano, dove sabato c’è stato il primo incidente costato la vita a quattro braccianti. Ieri 12.
“Sono 16 martiri del nostro Paese – dice in un’intervista al Corriere della sera – Sono anni che denuncio le condizioni di queste persone, ma attenzione: non facciamone una questione razziale. E’ una questione sociale, sindacale. Di lavoro, insomma”.
Placido fa sapere che andrà al funerale delle vittime e dice a Conte: “Presidente, venga a vedere bene che cosa succede. Un appello a non spegnere subito i riflettori, “ricordandoli anche nel lavoro che hanno fatto: grazie a loro mangeremo scatole intere di pomodori”.
(da “Huffingtonpost”)
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Agosto 7th, 2018 Riccardo Fucile
LA PARTECIPATA DEL COMUNE DI GENOVA COSTRETTA A RISCRIVERE IL BANDO CHE DISCRIMINAVA DOPO LA SENTENZA DELLA MAGISTRATURA
Sarà annullato e riscritto da Aster il bando di per l’assunzione di giardinieri, contestato dal Tribunale di Torino perchè non ammetteva la partecipazione di cittadini extracomunitari.
Il nuovo bando di selezione, che dovrebbe essere pubblicato a settembre, prevederà quindi la possibilità che, oltre ai cittadini italiani e comunitari, partecipino “tutti i cittadini di Paesi terzi in possesso di un titolo di soggiorno che consenta l’accesso al lavoro”, come stabilito dal giudice nell’ordinanza del 18 maggio, con la quale la prima sezione civile del Tribunale di Torino aveva accolto il ricorso presentato dall’Associazione studi giuridici sull’immigrazione, contro il bando per giardinieri pubblicato da Aster a ottobre.
L’azienda di manutenzioni del Comune ha rinunciato, quindi, a presentare appello contro l’ordinanza e ha deciso di riscrivere il bando adeguandosi alle indicazioni del Tribunale.
E, siccome nel frattempo il fabbisogno di giardinieri è aumentato, perchè quest’anno sono previsti altri pensionamenti, le assunzioni dovrebbero passare dalle 10 previste l’anno scorso a 14. Ma, anche se la selezione sarà avviata in autunno, non è detto che le assunzioni avvengano tutte entro quest’anno.
Un’altra brutta figura del Comune leghista.
(da agenzie)
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Agosto 7th, 2018 Riccardo Fucile
LA VIGILANZA INVIA UNA LETTERA AL CDA PER SBLOCCARE L’IMPASSE
“Per quanto mi riguarda il Cda è pienamente operativo. Bisogna eleggere il presidente della Rai, la legge dice che serve un’intesa tra i gruppi e fino a quando non c’è questa intesa non c’è un presidente”.
Così Luigi Di Maio torna a parlare dei vertici di Viale Mazzini, a margine dei lavori del Senato per le votazioni sul decreto dignità .
Intanto si è appena conclusa la riunione della Commissione di vigilanza Rai, che ha invitato il Cda a scegliere un presidente: “Questa mattina l’ufficio di presidenza della commissione di Vigilanza sulla Rai ha deciso all’unanimità di inviare una lettera al CdA della RAI affinchè domani si pronunci sulla scelta di un nuovo Presidente dopo la bocciatura parlamentare di Marcello Foa – annuncia il capogruppo Pd in commissione Davide Faraone – Mi sembra un atto importante a cui mi auguro il Cda voglia dare una risposta urgente. È assolutamente necessario che il servizio pubblico completi il suo organigramma dopo che il Parlamento, attraverso il voto della Vigilanza, ha bocciato Foa. Il Cda ne prenda atto e sblocchi una situazione non più sostenibile”.
(da agenzie)
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