Settembre 4th, 2018 Riccardo Fucile QUANTI IMMIGRATI CI SONO IN ITALIA? LA MAGGIOR PARTE NON SA RISPONDERE
Secondo uno studio dell’Istituto Cattaneo, l’Italia è il Paese europeo in cui è più distorta la percezione dell’immigrazione da parte dell’opinione pubblica.
Il risultato deriva dall’analisi di un sondaggio tra campioni rappresentativi delle popolazioni di tutti i Paesi dell’Unione Europea.
La domanda era: “Secondo lei qual è la percentuale di immigrati rispetto alla popolazione complessiva?”.
Gli intervistati italiani sono quelli che mostrano un maggior distacco tra percentuale reale e percentuale percepita.
Sono convinti che gli immigrati extracomunitari siano il 25 per cento della popolazione, quindi circa 15 milioni.
In realtà sono circa 4, il 6,7 per cento della popolazione totale.
Anche considerando i circa 600 mila irregolari, si tratta di numeri inferiori agli altri Paesi Europei: 9,9 per cento in Austria, 8,5 per cento in Francia, 8 per cento in Germania, 11,6 per cento in Svezia.
Invece, gli immigrati ospitati nei centri di accoglienza a spese dello Stato, in quanto richiedenti asilo politico, sono 160.485.
Nel 2017 l’Italia ha ricevuto 126 mila richieste di protezione internazionale, da parte dei migranti sbarcati sulle nostre coste. Dunque 2.089 richieste ogni milione di abitanti.
Ci sono paesi che in proporzione ne hanno avute di più: l’Austria 2.526 ogni milione di abitanti, la Svezia 2.220 ogni milione di abitanti, la Germania 2.402 ogni milione di abitanti, la Grecia 5.295 ogni milione di abitanti.
Per quanto riguarda i migranti sbarcati in Italia nel 2018 sono circa 20.000. Si tratta del dato più basso da cinque anni. Il calo è del 79,8 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nel 2018 sono sbarcati più migranti in Spagna: 28.600, circa il 40 per cento più che in Italia.
(da “La Stampa”)
argomento: denuncia | Commenta »
Settembre 4th, 2018 Riccardo Fucile PICCHIATO E RAPINATO A CINECITTA’… L’AGGRESSORE HA PERSO UN PORTACHIAVI CHE PUO’ INCASTARLO
“Così impari, negro di m…” . Gerges Bolas è sotto choc. Attende l’arrivo dell’ambulanza seduto sul
ciglio del marciapiede, di fronte al chiosco di fiori in piazza Aruleno Celio Sabino. Il 35enne egiziano trema per lo spavento. È piegato dai pugni incassati alla bocca dello stomaco.
Quegli insulti a sfondo razziale urlati da due ragazzi nel buio che avvolgeva il piazzale sul quale si affaccia la chiesa di San Policarpo, sono l’epilogo di una notte di violenza a Cinecittà .
La mezzanotte tra domenica e lunedì è scoccata da poco all’ombra dei palazzoni che costeggiano via Lemonia.
Hana Eid Gerges Bolas, il guardiano del chiosco di fiori di fianco all’ingresso della chiesa sta innaffiando le gerbere. “Lavoro qui da un anno – racconta – prendo 600 euro al mese, la metà li mando a casa, a Menia: ho una moglie e tre figli da mantenere ” . Una vita di sacrificio, la sua. Non si aspettava di essere aggredito senza ragione. Rapinato dei fiori solo per il gusto di esercitare la violenza sullo straniero.
“In strada non c’era nessuno – ricostruisce – si sono avvicinati due ragazzi sui 30 anni. Uno stava a distanza. L’altro, alto quasi due metri, mi è venuto sotto e mi ha chiesto un euro. Gli ho detto che non avevo soldi. Lui ha subito tirato fuori un coltello e me l’ha puntato contro ” .
Gerges Bolas, spaventato, si è allontanato di qualche metro dal chiosco. Il 30enne allora ha buttato il coltello a terra. ” Vieni qui, stai tranquillo amico – gli ha ripetuto – non ti faccio niente”.
La scusa ha funzionato. Il fioraio è tornato sui suoi passi. E l’aggressore ha affondato i colpi. ” Appena mi sono avvicinato mi ha subito dato uno schiaffone in faccia – ricostruisce Gerges Bolas – poi una serie di cazzotti allo stomaco ” .
Quindi ha tentato di strappargli il cellulare dalle mani. ” Vedi ” , sospira Gerges mostrando il cavo degli auricolari spezzato. Dopo l’aggressione ” quel ragazzo enorme ha preso un mazzo di rose rosse e uno di rose bianche ed è scappato verso il parco degli Acquedotti. Mi ha urlato un sacco di parolacce, ma io non parlo ancora bene l’italiano, non ho capito cosa ha detto”.
Ad accorgersi che si è trattato di un’aggressione razzista sono stati gli inquilini dei palazzi vicini. ” Stavo andando a dormire – dice Mario, un pensionato 70enne residente al secondo piano del primo palazzo di via Lemonia – ho sentito delle urla, mi sono affacciato e ho visto quei ragazzi aggredire il fioraio. Gli ripetevano ” negro di m…, così impari”. Ho subito chiamato il numero unico di emergenza”.
Dopo poco sono arrivate due pattuglie delle forze dell’ordine e un’ambulanza. Il fioraio è stato trasportato all’ospedale Vannini ed è stato dimesso nella mattinata di ieri. Eppure, prima che arrivassero i soccorsi, il pestaggio è proseguito.
Perchè il fioraio è corso al parco per chiedere aiuto, ma il rapinatore l’ha inseguito e l’ha picchiato ancora. ” Mi è saltato addosso da dietro e mi ha dato altri calci e pugni allo stomaco ”
L’aggressore, nella concitazione, ha perso un mazzo di chiavi con un portachiavi a forma di bara, gadget di un’agenzia di pompe funebri di Velletri.
Appena Gerges Bolas è salito sull’ambulanza, lasciando il chiosco sguarnito, i due sono tornati al chiosco e hanno portato via 15 mazzi di gerbere, lisianthus, solidago, per un valore di circa 300 euro.
(da agenzie)
argomento: Razzismo | Commenta »
Settembre 4th, 2018 Riccardo Fucile AVEVA NEGATO RAPPORTI PROFESSIONALI CON L’AVVOCATO INDAGATO DI ACEA, ORA “IL TIRRENO” PUBBLICA UNA MAIL CHE LO SMENTISCE
Come una maledizione il nome di Luca Lanzalone torna nel destino del MoVimento 5 Stelle. Oggi sulla graticola finisce il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, che in Parlamento lo scorso 2 agosto aveva dichiarato di non avere rapporti professionali con l’avvocato poi diventato presidente di ACEA e oggi indagato a Roma dal 2010.
Ma, scrive oggi il Tirreno nell’articolo che racconta dell’archiviazione del sindaco di Livorno Filippo Nogarin nella vicenda AAMPS tra gli atti dell’inchiesta c’è anche una email inviata da Bonafede a Nogarin, Lanzalone e all’avvocato Stefano Costantini relativamente a una collaborazione “non occasionale”.
Ieri è arrivata la notizia della definitiva archiviazione per bancarotta fraudolenta e abuso d’ufficio nei confronti di Nogarin: un’indagine aperta nel 2015 dalla procura di Livorno per verificare eventuali responsabilità penali della gestione dell’azienda pubblica per la raccolta dei rifiuti del Comune di Livorno dall’8 marzo del 2017 in regime di concordato preventivo in continuità .
L’archiviazione riguarda anche il suo predecessore Alessandro Cosimi (Pd) e l’ex assessore al bilancio, ora al Comune di Roma, Gianni Lemmetti.
Ora spunta questa mail che serve a testimoniare l’esistenza di rapporti tra Lanzalone e Bonafede anche dopo la data indicata dal ministro, che finisce di nuovo nella bufera perchè il ministro il 2 agosto scorso aveva dichiarato in Senato: “Negli ultimi sei anni non c’è stato nessun rapporto professionale tra il mio studio legale e l’avvocato Lanzalone”.
La mail di Bonafede, mai entrato nell’inchiesta, da quanto riporta il Tirreno, serviva per programmare un incontro dopo dieci giorni presso il proprio studio “per fare un primo punto della situazione alla luce di queste prime settimane di collaborazione con lo studio Lanzalone”.
D’altro canto a complicare la situazione di Bonafede c’è quanto ha scritto nel giugno scorso il Fatto Quotidiano (non certo un giornale “di parte” e schierato contro il M5S). In un articolo a firma di Marco Lillo e Valeria Pacelli il Fatto raccontava che il ministro della Giustizia era stato convocato in procura da Pignatone «qualche giorno prima che Lanzalone finisse ai domiciliari con l’accusa di essere stato corrotto dal costruttore Luca Parnasi». Quindi ben prima che Bonafede andasse ad Otto e Mezzo a dire di non sapere su cosa avrebbe dovuto riferire.
Abbiamo appreso all’epcoa da un giornale, e non dalla viva voce del ministro, che i Pm gli avevano chiesto — da persona informata sui fatti — di chiarire «modi e tempi della scelta e della nomina, poi fallita, dell’avvocato incaricato di seguire la vicenda stadio». I magistrati, abbiamo scoperto grazie al Fatto Quotidiano, «gli hanno poi chiesto delle riunioni sullo stadio alle quali Bonafede e l’attuale ministro dei rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, parteciparono nel 2017, con Lanzalone». Sorprende che Bonafede si sia dimenticato di raccontare della sua convocazione in Procura e del suo incontro con il procuratore Giuseppe Pignatone, l’aggiunto Paolo Ielo e la sostituta Barbara Zuin.
(da “NextQuotidiano”)
argomento: denuncia | Commenta »
Settembre 4th, 2018 Riccardo Fucile IL SOTTOSEGRETARIO BUFFAGNI NON SA DI COSA PARLA
Un paio di giorni fa Stefano Buffagni, sottosegretario M5S agli Affari Regionali, ha dimostrato la
sua clamorosa competenza in materia economica sul Blog delle Stelle esultando per l’aumento dei rendimenti dei BtP.
Oggi Buffagni, che viene dipinto come un fedelissimo di Di Maio e si vede proprio che lo è, in un’intervista al Corriere della Sera invece di accettare il fatto di aver detto una fregnaccia ribadisce il concetto
Sì è espresso in modo favorevole sull’asta dei Btp…
«Mi faccia chiarire».
Dica.
«La crescita del tasso di emissione per me era purtroppo già assodata ma stiamo lavorando per farla rientrare. La nota positiva è che anche in questa fase la domanda dei nostri titoli alle aste non manca affatto, ed è rimasta più o meno in linea con le precedenti emissioni; non nascondo ci fosse attenzione particolare sul tema».
Il chiarimento in effetti chiarisce oltre ogni ragionevole dubbio che Buffagni non sa di che parla.
Il problema che sfugge a Buffagni è che quando i rendimenti sono alti significa che lo Stato dovrà pagare di più di interessi a coloro che gli hanno prestato i soldi.
Detta facile: costerà di più pagare perchè coloro (investitori italiani e stranieri, banche etc) che hanno comprato i Btp chiederanno più soldi per compensare il maggior rischio d’investimento.
Quando lo spread poi salirà ancora è probabile che nessuno sia disposto a comprare i Btp perchè il rischio è troppo elevato.
Indovinate chi pagherà i maggiori interessi? Esatto, proprio i cittadini italiani con le loro tasse.
In più, come ha spiegato oggi proprio il Corriere, l’ultima Indagine della Banca d’Italia mostra infatti che solo il 20% più ricco degli italiani ha quote sostanziali di patrimonio sotto forma di ricchezza finanziaria (per gli altri prevalgono gli immobili). E solo il 30% più ricco investe almeno un decimo di queste somme direttamente in titoli di Stato; in parte lo fa poi anche attraverso fondi gestiti.
In base agli equilibri attuali, quasi un quarto dei nuovi titoli e un quarto di quei sei miliardi in più dovrebbe andare a loro. Pochissimo andrà invece al 30% di famiglie che possiede di meno, non solo perchè appunto possiede di meno – la ricchezza netta per abitante nel quindicesimo «ventile» è appena di 11 mila euro – ma perchè la quota di risparmio finanziario investibile non supera il 3%.
I titoli a cedola più alta li comprano invece banche e assicurazioni (oltre un quarto) e appunto investitori esteri (poco meno di un terzo).
Resta da capire chi paga questi creditori con le proprie tasse, ed è qui che gli italiani con redditi medio-bassi entrano in scena.
Praticamente metà dei contribuenti è compresa in redditi fra i 12mila e i 26 mila euro e versano ogni anno 38 miliardi in Irpef netta. È da lì che parte delle loro tasse saliranno sotto forma di cedole verso i ceti più alti,verso le banche e gli investitori esteri.
(da “NextQuotidiano”)
argomento: economia | Commenta »
Settembre 4th, 2018 Riccardo Fucile L’ANNUNCIO DEL SOTTOSEGRETARIO FIORAMONTI SUI SOCIAL, MOLTI I COMMENTI NEGATIVI
Il sottosegretario all’Istruzione Lorenzo Fioramonti, professore di Economia con cattedra a Pretoria, in attesa di essere nominato viceministro (in quota Cinque Stelle), ha scelto il primo collaboratore del suo staff.
E’ un ex incursore delle Iene, Dino Giarrusso, che lo scorso 4 marzo si è candidato alle Politiche con M5s, ma non è stato eletto: sconfitto nel collegio di Roma Gianicolo dal candidato di +Europa.
Fioramonti, laureato in Filosofia Italia, emigrato all’estero per trovare uno spazio accademico, ha sempre professato la sua critica ai metodi di arruolamento dell’università italiana.
Ora sul suo profilo Facebook scrive: “Ricominciano le attività al ministero e, in questi giorni, vi presenterò la squadra di collaboratori che mi affiancheranno nel tanto lavoro da fare. Oggi cominciamo con una persona che, in molti, già conoscete: Dino Giarrusso”.
Spiega il sottosegretario: “Dino è laureato in Scienze della comunicazione e ha insegnato per vari anni all’Università di Catania, prima di diventare noto in tutto il Paese come giornalista investigativo per lo show televisivo Le Iene. Oltre che svolgere il ruolo di manager della comunicazione e mantenere i rapporti istituzionali tra il mio ufficio, il Parlamento e gli altri ministeri, Dino dirigerà il nostro osservatorio sui concorsi nell’università e negli enti di ricerca”. Rivela Fioramonti: “Da quando sono entrato in servizio, meno di due mesi fa, ho ricevuto oltre trenta segnalazioni di concorsi sospetti. Chi meglio di una ex Iena per farlo”
Dino Giarrusso, alla vigilia della sua candidatura, ha condotto l’inchiesta del programma di Italia Uno sulle molestie sessuali del regista Fausto Brizzi a una serie di attrici: Brizzi ha dovuto rescindere contratti ed è stato allontanato dal mondo del cinema. Lo scorso luglio la Procura di Roma ha archiviato le accuse di “violenza sessuale” nei suoi confronti, “perchè il fatto non sussiste”.
In un’intervista a Repubblica, Giarrusso aveva difeso la sua inchiesta e parlato di sconfitta per le donne:
Dopo la mancata elezione, Giarrusso era entrato nello staff della capogruppo M5s in Regione Lazio, Roberta Lombardi. Era destinato a guidare la comunicazione: si allontanò dopo le polemiche. Aveva detto, prima del 4 marzo: “Mi candido senza paracadute”. Ora il sottosegretario Fioramonti gli ha offerto la seconda ciambella di salvataggio.
I commenti sul profilo del sottosegretario sono, per ora, irridenti: “Complimenti per la pagliacciata. Il Gabibbo a che ministero lo mettete?”. E, da tre mesi, il Miur non ha ancora scelto il capo del Dipartimento Università .
(da “La Repubblica”)
argomento: governo | Commenta »
Settembre 4th, 2018 Riccardo Fucile CGIL GIU’ DI 285.000 UNITA’, SALE LA UIL… LA REGIONE PIU’ SINDACALIZZATA E’ LA BASILICATA
La fuga dai lavoratori dai sindacati prosegue senza sosta e negli ultimi 2 anni le organizzazioni dei
lavoratori hanno perso quasi mezzo milione di iscritti.
È quanto emerge dall’indagine dell’Istituto Demoskopika, su dati forniti dagli stessi sindacati, secondo cui è la Cgil a registrare il maggiore decremento con un calo di ben 285 mila iscritti, seguita dalla Cisl con meno 188 mila tesserati.
In controtendenza la Uil con circa 26 mila iscritti in più nell’arco temporale osservato. Nel dettaglio da fine 2015 a fine 2017, i tesserati hanno subito una contrazione di 447 mila persone, di cui ben 293 mila residenti (il 70%) nelle realtà regionali del Mezzogiorno
L’indagine va oltre o semplici numeri forniti dai sindacati ma mette insieme da un lato il dato degli iscritti e dall’altro la partecipazione alle attività dei sindacati per definire appunto il tasso di “appeal sindacale”. Piemonte, Valle d’Aosta e Campania si collocano in coda alla graduatoria delle regioni “più sfiduciate” dalle organizzazioni sindacali. Al contrario, sul podio delle regioni a maggiore appeal sindacale si posizionano Basilicata, Toscana e Sicilia.
Il drastico calo degli iscritti fa il paio con la decisa flessione anche la partecpazione. Circa 574 mila italiani over 13 anni, pari soltanto all’1,2% della popolazione di riferimento hanno dichiarato di aver svolto attività sociale gratuita per un sindacato nel 2016 con un decremento di oltre 9 punti percentuali rispetto all’anno precedente, viene sottolineato nel rapporto che, analizzando il periodo 2015-2017, ha tracciato una classifica delle regioni in relazione all’attrattività delle principali organizzazioni dei lavoratori sul territorio. Due gli indicatori utilizzati: gli iscritti ai sindacati di Cgil, Cisl, Uil e le persone di 14 anni e più che hanno svolto attività gratuita per un sindacato.
(da agenzie)
argomento: sindacati | Commenta »
Settembre 4th, 2018 Riccardo Fucile DIMINUISCE LA SPESA PER LE RETRIBUZIONI… INCREMENTO DEI DIPENDENTI AL NORD E AL CENTRO
La Regione Sicilia ha più dipendenti di tutto il Nord e mantiene il record di personale pubblico nonostante la crescita si sia quasi del tutto arrestata nelle regioni meridionali. Ma il numero dei dipendenti pubblici cresce più al Nord (+13,33%) e al Centro (+17,42%) mentre il Sud resta quasi fermo (+1,83%).
La spesa totale per le retribuzioni è scesa dell’1,47% nel 2016 rispetto al 2014, anche se rispetto al 2015 c’è stato un modestissimo aumento (+0,42%).
Questi i numeri della Corte dei Conti illustrati oggi da Repubblica in un articolo a firma di Rosaria Amato:
In generale, il valore medio tra la consistenza ( i dipendenti reali in organico) e quella della popolazione attiva viene superato in tutte le Regioni del Centro e del Mezzogiorno, mentre tutte le Regioni del Nord, a eccezione della Liguria, presentano valori più bassi della media nazionale. Se dalla distribuzione si passa però a uno sguardo d’insieme, gli enti locali si sono attenuti alla normativa sul contenimento di costi e personale: in particolare per le Regioni e le Province autonome l’incremento del personale nel triennio è stato molto modesto, dell’1,63 per cento.
Anche sul fronte degli stipendi c’è una forte tendenza al contenimento: la spesa totale per le retribuzioni (che non considera però il lavoro flessibile) vede un calo dell’1,47 per cento nel 2016 rispetto al 2014, anche se però rispetto al 2015 si registra un modestissimo aumento (più 0,42 per cento).
Nelle Regioni a statuto ordinario a un calo delle retribuzioni medie nel Mezzogiorno si contrappone un aumento del Nord e soprattutto del Centro.
Per i Comuni il calo del personale e della spesa sembra persino eccessivo, sicuramente è più che consistente.
Per quelli di popolazione superiore ai 60 mila abitanti delle Regioni a statuto ordinario c’è una flessione della consistenza dei dipendenti del 5,30 per cento, che ancora una volta è molto più consistente al Sud (meno 8,13 per cento) piuttosto che al Nord (meno 3,94 per cento). Anche nelle Regioni a statuto speciale il calo è significativo, meno 4,32 per cento, in testa i Comuni della Sardegna.
(da “NextQuotidiano“)
argomento: Costume | Commenta »
Settembre 4th, 2018 Riccardo Fucile IL SINDACO DI UN PAESINO IN PROVINCIA DI LECCO CHE HA OSPITATO LE NOZZE : “IMPARIAMO ANCHE NOI DA QUESTO GESTO DI CIVILTA'”
Due sposini tedeschi, appena usciti dal Comune dopo aver pronunciato il fatidico sì, si sono muniti
di scope e palette per ripulire il marciapiede dal riso e dalle stelle filanti lanciati dai parenti per festeggiare.
E’ successo a Santa Maria Hoè, un piccolo paesino in provincia di Lecco che conta poco più di 2mila abitanti: la scena è stata ripresa e postata su Facebook dal sindaco del paese, Efrem Brambilla, che nel post ha apprezzato il gesto dei giovani sposi.
“Impariamo anche noi da questi gesti di civiltà “, ha postato il sindaco.
“Grà¤àŸ Daniel e Maggioni Elisa (cittadini di Monaco di Baviera), dopo aver festeggiato, con scopa e paletta, hanno ripulito oggi tutta la piazza di Santa Maria Hoè!. Oggi ho avuto l’onore di sposarli! Auguri agli sposi”.
Il video è diventato subito virale
Lei in abito avorio con una coroncina di fiori in testa, lui in completo elegante, dopo la cerimonia celebrata nel municipio del paese hanno ripulito con disinvoltura tutto il piazzale.
“L’ha ce n’è ancora” ironizza uno degli invitati, rimasti a guardare la scena apprezzando la lezione di civiltà degli sposi, ma senza intervenire per aiutarli.
(da “La Repubblica”)
argomento: Costume | Commenta »
Settembre 4th, 2018 Riccardo Fucile IL REMAIN OGGI VINCEREBBE
Oltre 2,6 milioni di elettori britannici hanno cambiato idea sulla Brexit e ora sono contrari a un’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea.
E’ quanto emerge da un sondaggio dell’azienda informatica Focaldata. Secondo i media inglesi, se questi elettori avessero votato per rimanere nella Ue al referendum del 23 giugno 2016, il popolo del “Remain” avrebbe vinto in modo netto.
La maggioranza degli elettori che hanno cambiato idea sono laburisti, indica il sondaggio, e questo dovrebbe aumentare la pressione sul leader del partito Jeremy Corbyn e indurlo ad assumere una posizione più dura contro la Brexit
Dal sondaggio emerge inoltre che 970mila persone che nel 2016 hanno votato contro la Brexit oggi voterebbero a favore: il partito anti-Brexit, quindi, registra un guadagno netto di oltre 1,6 milioni di persone
Intanto i negoziati fra Gran Bretagna ed Europa sono entrati nella fase finale. “Qualsiasi sarà lo scenario, il Regno Unito lascerà comunque l’Unione a marzo del prossimo anno”, ha detto il ministro britannico per la Brexit, Dominic Raab. “Saremo preparati per tutte le eventualità possano emergere dai negoziati”, ha aggiunto.
(da agenzie)
argomento: Europa | Commenta »