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IL CONFLITTO DI INTERESSI DEL LEGHISTA PILLON, DIFENSORE DELLA “FAMIGLIA TRADIZIONALE”

Settembre 17th, 2018 Riccardo Fucile

VUOLE RENDERE OBBLIGATORIA E A PAGAMENTO LA MEDIAZIONE FAMILIARE: ORA SI SCOPRE CHE LUI FA PROPRIO IL MEDIATORE E PROMUOVE LA SUA ATTIVITA’ SUL SITO DELLO STUDIO LEGALE

Senatore leghista ma anche avvocato. Membro di spicco del Family Day e promettente ” cacciatore di streghe ” nelle scuole. Ma non solo.
Il senatore Simone Pillon che si è distinto negli ultimi mesi per diverse iniziative a favore della “famiglia tradizionale” è anche un mediatore familiare.
Un ruolo che la riforma dell’affido condiviso, firmata proprio da Pillon, renderebbe obbligatorio e a pagamento. In relazione alla mediazione familiare, il ddl prevede la creazione presso il ministero della Giustizia di un apposito albo dei mediatori e punta a rendere obbligatorio il ricorso alla mediazione in caso di separazione e di divorzio. Se prima era una possibilità , quello del mediatore potrebbe diventare un imperativo piuttosto oneroso, pronto a ingrossare il bilancio di spesa per le coppie che si vogliono separare.
E ad avvantaggiarsene sarebbero proprio i mediatori, di cui Pillon fa parte.
Il senatore leghista vanta infatti nel curriculum un master breve di Mediazione Familiare accreditato dall’AIMEF (2011-2013).
E la sua proposta normativa introduce e regolamenta questa figura stabilendo ruoli e competenze del mediatore che dovrà  guidare gli ex coniugi a gestire, nel miglior modo possibile per i figli, la separazione.
I coniugi con figli minori per separarsi dovranno essere, per legge, seguiti da un mediatore per una durata massima di sei mesi.   La mediazione familiare prevede da sei a dieci incontri con un costo variabile da 50 ai 100 euro ad incontro.
Come già  riportato su La Repubblica da Alessandro Simeone, Avvocato del Comitato Scientifico de   Il Familiarista , portale interdisciplinare in materia di diritto di famiglia di   Giuffrè Francis Lefebvre : «Le nuove norme metteranno a disposizione degli avvocati e psicologi che siano anche mediatori familiari sino a 77 milioni di euro all’anno a disposizione dei “mediatori familiari”; soldi che saranno pagati dai cittadini, visto che il ddl Pillon prevede che lo Stato non ci metta un euro senza considerare i corsi di formazione per diventare mediatori familiari, che dovranno essere seguiti dagli avvocati “junior” o dai giovani laureati in disciplina “sociali mediche, psicologiche, giuridiche o pedagogiche».
Altri nove milioni di euro, calcola Simeone.
Eppure l’opportunità  della mediazione familiare per gli avvocati risulterebbe inutile.
È quanto emerge dal questionario elaborato dall’ Organismo unitario dell’avvocatura sulla mediazione familiare, che ha coinvolto nel 2016, 80 diversi fori di appartenenza. “Esperienze negative, accordo difficile da raggiungere, mancanza di fiducia nei confronti dei mediatori non avvocati, che rischiano di essere solo un ulteriore orpello burocratico nella risoluzione della lite”.
Disturba inoltre parte della maggioranza giallo-verde il fatto che sul sito del proprio studio legale il senatore Pillon nel pubblicizzare le competenze legali alla voce “mediazione familiare” assicuri l’approvazione del proprio ddl: “È in corso di approvazione una modifica al codice civile” si legge “che conferirà  grande rilievo all’attività  di mediazione nel corso dei procedimenti per la separazione dei coniugi. In vista di ciò in molti Atenei italiani si stanno realizzando corsi di alta formazione (Master) finalizzati alla creazione del profilo di “mediatore familiare”.
«Un caso di opportunismo un po’ scomodo» confessa all’Espresso una fonte vicina al governo. Il ddl è stato al momento soltanto incardinato in Commissione Giustizia. Fermo, probabilmente per qualche mese.
Monica Cirinnà , senatrice del Partito Democratico che siede in commissione sposta l’attenzione sul relatore: «L’imminente approvazione è una menzogna. Il punto vero è che Pillon e i suoi colleghi sono dei medievali ultraconservatori. Papisti come si definisce lui stesso. Mi fa orrore che sieda nel Parlamento di uno Stato laico» dichiara a L’Espresso e sulla figura del mediatore non ha dubbi: «L’obbligatorietà  è una cosa gravissima perchè contraria alla convenzione di Istanbul in presenza di violenza domestica.
“Il rischio” spiega “è quello di far finire la maggior parte dei bambini in casa famiglia per sei mesi. Nel frattempo lui avrà  lucrato con la partita della mediazione e non sarà  riuscito a mettere d’accordo i genitori».

(da “L’Espresso”)

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NOMINE ROVENTI, DI MAIO FURIBONDO FRENA SALVINI E BERLUSCONI SULLA RAI

Settembre 17th, 2018 Riccardo Fucile

ANCHE GENOVA E CONSOB SCATENANO I CONTRASTI PER LE POLTRONE TRA M5S E LEGA

Manca un’ora e mezza all’inizio del vertice sulla manovra, quando Luigi Di Maio riunisce i suoi fedelissimi in una stanza di palazzo Chigi.
Prima di sedersi all’altro tavolo, quello con di fronte anche Matteo Salvini, il capo M5s furibondo ha la necessità  di vedere sottosegretari e viceministri grillini per decidere come reagire al dilagare del leader leghista.
I sondaggi che danno la Lega più avanti dei 5Stelle e il vertice tra il vicepremier del Carroccio e Silvio Berlusconi per discutere della nomina del presidente Rai hanno fatto andare nel panico il mondo pentastellato già  ammaccato dalla paura di non riuscire a portare a casa il reddito di cittadinanza nella finanziaria che sarà  approvata a fine anno.
Da entrambe le parte viene alzato un muro fatto di veti. Ma “la verità  – rivela un parlamentare leghista – tra le righe bisogna leggere flat tax e reddito di cittadinanza”. La contropartita è la manovra con i suoi contenuti, ovvero se ci saranno più soldi per la flat tax o per le battaglie grilline.
Ecco quindi che le due partite, su cui sin dall’inizio si è fondato il governo giallo-verde, nomine e manovra di intrecciano.
Da Palazzo Chigi, targato Di Maio, vengono lanciate parole di fuoco contro l’alleato di governo. Nessuno tra i 5Stelle nasconde la forte irritazione per il fatto che si parli di garanzie a Berlusconi per avere in cambio la nomina di Marcello Foa presidente della Rai.
Quindi l’entourage del vicepremier e capo politico spiega all’Adnkronos che “Berlusconi non potrà  mettere le mani sulla Rai in alcun modo”.
Ironico il capogruppo M5s alla Camera Francesco D’Uva: “La visita di Salvini ad Arcore? Sicuramente avrà  informato i suoi commensali, incluso Antonio Tajani, che introdurremo il reddito di cittadinanza, taglieremo le pensioni d’oro per alzare le minime e approveremo la legge anticorruzione”.
Ovviamente niente di tutto questo. Si è parlato di nomine e stando così le cose, quella del presidente della tv pubblica è nuovamente in alto mare: “Se salta — dicono i 5Stelle — ce ne faremo una ragione”.
A saltare però non è solo l’aspirante presidente Rai, ma a cascata si complicano tutte le altre nomine.
Tra cui, quella urgente, del commissario straordinario per la ricostruzione del ponte di Genova attorno alla cui scelta si sta consumando uno scontro politico che ha gli occhi puntati sulla campagna elettorale e sempre sulla manovra.
Il premier Giuseppe Conte da un lato ha una convergenza di interessi con il capo M5s e dall’altra non può scontentare il cosiddetto “partito dei tecnici”, quello che il Quirinale guarda con attenzione.
Dunque prova ad arginare lo scontro e la voglia dei leghisti di un commissario politico, in particolare sarebbe dovuto essere il governatore Giovanni Toti o in alternativa il viceministro leghista Edoardo Rixi, un tempo assessore dello stesso Toti in Liguria.
Mentre i grillini pensano a un tecnico perchè sanno che anche attorno a Genova potrebbe andare in scena un pezzo dalla prossima campagna elettorale. In questo marasma i tempi si allungano, anche quelli ovviamente per la ricostruzione del ponte.
Martedì a mezzogiorno ci sarà  un incontro a palazzo Chigi tra il premier, il presidente della Liguria e il sindaco di Genova Marco Bucci. A supervisionare per la Lega il sottosegretario Giancarlo Giorgetti.
Nessun capo politico e neanche questo vertice sarà  risolutivo per individuare il nome del commissario. Piuttosto si discuterà  degli interventi da fare sul territorio e quindi sarà  modificato il decreto approvato giovedì scorso “salvo intese”.
L’elenco delle nomine che questo governo deve approvare è lungo.
Con la recente uscita del presidente della Consob Mario Nava, si allunga infatti la lista delle poltrone ‘clou’ già  vacanti e di quelle che si libereranno a breve o comunque entro qualche mese.
A partire quindi da Consob e Antitrust. Sul primo ci sono le mire forti del Movimento 5 Stelle, che ottenuto questo tassello potrebbero anche accettare Foa alla presidenza Rai. L’Antitrust a questo punto andrebbe al Corroccio.
Passando per Banca d’Italia, Istat e Autorità  di Borsa, governo e Parlamento si troveranno entro il prossimo anno a dover ridisegnare le filiere di comando di molte autorità  pubbliche oltre che di istituzioni economiche.
Entro invece la fine dell’anno bisognerà  approvare la finanziaria e da quanto si alzerà  il livello dello scontro sulle nomine dipenderà  quanto sarà  stanziato per le battaglie di M5s e della Lega.

(da “Huffingtonpost”)

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LA LEZIONE DI DIGNITA’ E VALORI CHE VIENE DA GENOVA: “CASA E’ ESSERE INSIEME, PER LE MURA DOMESTICHE POI SI VEDRA'”

Settembre 17th, 2018 Riccardo Fucile

IL SI’ DI ANDREA E DANIELA, SFOLLATI DI PONTE MORANDI: QUANDO L’AMORE E’ PIU’ FORTE DI UN PONTE CHE CROLLA

Andrea e Daniela oggi si sono sposati.
Residenti in Via Porro, nel mezzo della zona rossa del ponte Morandi, oggi i due neo-genitori sono convolati a nozze nel santuario di Oregina, sulle colline genovesi.
Dopo la cerimonia si sono spostati a Celle ligure per il pranzo.
“Ci sentiamo un simbolo perchè la vita va avanti e speriamo che sia così anche per tutti gli altri sfollati e per i parenti delle vittime. Perdere tutto è un peso sul cuore, ma all’altare ringrazieremo anche di essere vivi. Magari stanchi, con i nervi un po’ tirati. Ma sempre insieme. Un messaggio fortissimo, che fa capire la voglia degli abitanti di Genova di voltare definitivamente pagina.
La loro abitazione è inaccessibile, ma oggi questo è un problema secondario: “Casa – dice commossa Daniela – è essere insieme, per le mura domestiche poi si vedrà “.
Al suo arrivo, davanti al santuario di Oregina, è spuntato il sole, anche se Andrea, prima del matrimonio, raccontava di un messaggio arrivato da una sua collega: “La pioggia di oggi sono lacrime di gioia per il vostro matrimonio che arrivano dal cielo. Noi vogliamo, in un certo senso, lasciare un segnale di riscatto, come coppia, per la nostra gente, per il nostro quartiere”.
Sullo sfondo rimane l’incertezza per il futuro: “Le parole sono belle, specialmente se arrivano al cuore – dice la mamma dello sposo – questo, però, è il momento di mettere vicino alle parole i fatti e anche con una certa urgenza. Essere sfollati, senzatetto, è un disagio per tutti e quindi vorrei dire a chi può fare più di noi di cercare di realizzare dal punto di vista pratico tutto quanto promesso perchè così Genova si può rialzare anche meglio di prima”.

(da “Huffingtonpost”)

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MARONI BECCATO: “NEI MESSAGGI INTERCETTATI LA PROVA DELLA RELAZIONE CON LA PATURZO”

Settembre 17th, 2018 Riccardo Fucile

CONTRATTI EXPO, LE MOTIVAZIONI DELLE SENTENZA DI CONDANNA DELL’EX GOVERNATORE LEGHISTA …NEI GUAI PER FALSA TESTIMONIANZA ANCHE ISABELLA VOTINO

“I numerosi messaggi intercettati tra Maria Grazia Paturzo e Roberto Maroni costituiscono prova diretta dell’esistenza di una relazione non solo professionale”: questo hanno scritto i giudici della quarta sezione del Tribunale di Milano nella motivazioni alla sentenza con la quale, il 18 giugno scorso, hanno condannato a un anno di carcere l’ex Governatore leghista della Lombardia Roberto Maroni nel processo su presunti pressioni illecite per far ottenere un contratto e un viaggio a Tokyo a due sue ex collaboratrici.
Maroni è stato ritenuto colpevole del reato di turbata libertà  del contraente per l’affidamento di un incarico in Expo all’ex collaboratrice Mara Carluccio, mentre è stato assolto ‘perche’ il fatto non sussistè dal reato di induzione indebita per avere esercitato pressioni finalizzate a far partecipare a una missione in Giappone Maria Grazia Paturzo, a cui, secondo l’accusa, Maroni sarebbe stata legato da una “relazione affettiva”.
Per il capo d’imputazione relativo alla Paturzo, i giudici hanno tuttavia inviato gli atti alla Procura per valutare l’eventuale falsa testimonianza della stessa Paturzo e anche della portavoce dell’ex Governatore, Isabella Votino, oltre che dell’avvocato Cristina Rossello.
Tutte avevano negato l’esistenza di una relazione affettiva tra i due.
“I numerosi messaggi intercettati – spiegano i giudici – esulano da un normale rapporto lavorativo e di semplice amicizia per via del registro linguistico utilizzato costellato di espressioni affettuose e del tenore intrinseco dei messaggi”.

(Da “Huffingtonpost”)

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VIOLENZA SESSUALE NELLA METRO A ROMA, SALVINI STAVOLTA NON HA NULLA DA DIRE

Settembre 17th, 2018 Riccardo Fucile

DONNA PALPEGGIATA NELLE PARTI INTIME, MA L’AUTORE NON E’ UN CLANDESTINO AFRICANO, BENSI’ UN SACERDOTE INGLESE… HA REAGITO AL FERMO COLPENDO UN POLIZIOTTO CON PUGNI E CALCI

Un sacerdote inglese è stato fermato questa mattina dalla polizia alla stazione Termini, con l’accusa di violenza sessuale.
L’uomo era stato denunciato da un’italiana di circa 40 anni che, seguita a distanza dall’aggressore, è scesa alla fermata della Metro A e ha chiesto aiuto ai primi agenti di polizia che ha visto, l’equipaggio di una volante del commissariato Villa Glori.
Gli agenti hanno così inseguito l’aggressore, che dopo essere stato raggiunto ha opposto resistenza a suon di calci e pugni, colpendo uno dei poliziotti in pieno volto.
Secondo quanto raccontato dalla vittima, l’aggressione è avvenuta a bordo del convoglio della metro A, dove sarebbe stata palpeggiata pesantemente sulle parti intime nell’indifferenza generale.
L’uomo, che ha circa 70 anni e risiede a Roma in una struttura religiosa, è stato portato al Viminale presso gli uffici del commissariato, dove ha rivelato di essere un sacerdote cattolico.
Ora dovrà  rispondere delle accuse di violenza sessuale e resistenza a pubblico ufficiale.

(da “Huffingtonpost”)

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LA VERA STORIA DELLA CONDANNA DEL CONSULENTE DI TONINELLI

Settembre 17th, 2018 Riccardo Fucile

GAETANO INTIERI E’ STATO CONDANNATO PER BANCAROTTA E DAGLI ATTI ELERGE LA SUA CONFESSIONE AL MAGISTRATO: “MI SONO APPROPRIATO DI 429.000 PER PAGARE MIEI DEBITI PERSONALI”

Ieri il Fatto Quotidiano in un articolo a firma di Daniele Ranieri ha difeso a spada tratta Gaetano Intrieri, consulente del ministro Toninelli condannato per bancarotta, sostenendo una versione completamente diversa dei fatti che hanno portato alla pena confermata dalla Cassazione.
Secondo quanto raccontato dallo stesso Intrieri al Fatto, che non ha evidentemente ritenuto opportuno effettuare verifiche su quanto detto dall’esperto, lui per salvare l’azienda e rilanciarla fu “costretto a pagare 420 mila euro a una società  americana, la Aws, che per Gandalf aveva effettuato una mediazione con i lessor di alcuni aerei e curato l’ingresso di altri Boeing 737 necessari per dare un futuro alla compagnia.
Gli americani non volevano essere pagati ufficialmente da Gandalf, perchè temevano fallisse e non volevano perdere i soldi. Non avevo scelta se volevo salvare l’azienda e tutelare lavoratori e azionisti”.
La stessa versione è data dalla senatrice Giulia Lupo del M5S.
Ieri avevamo messo a confronto le parole di Intrieri con quanto scritto sulla sentenza, oggi Giacomo Amadori sulla Verità , che per primo ha sollevato il caso, conclude il percorso facendo piena luce sulla vicenda:
Gli improvvisati avvocati difensori di Intrieri forse dovrebbero esaminare con attenzione le sentenze e pure i verbali di interrogatorio con le confessioni del manager. La Cassazione, per esempio, non lascia scampo: «L’appropriazione della somma di 429.000 euro è stata confessata ad abundantiam dallo stesso imputato nell’interrogatorio del 13 maggio 2005», scrivono le toghe del Palazzaccio.
Per le quali le conclusioni dei colleghi di primo e secondo grado «sono ineccepibili e nemmeno intaccate dagli argomenti difensivi, atteso che appoggiano su accertamenti della polizia giudiziaria e sulle confessioni dell’imputato fantasiosamente sminuiti, nella loro valenza dimostrativa, dai difensori di quest’ultimo».
Ma è la Corte d’appello di Bologna a mettere in luce nel dettaglio le contraddizioni della difesa di Intrieri e a informarci che l’allora presidente della Gandalf, Giovanni Laterza, e l’ad Intrieri si dimisero dopo pochi mesi «per irregolarità  dovute ad alcune operazioni da loro effettuate».
Ma nell’articolo Amadori parla anche della tesi del rimborso ad AWS:   la Guardia di finanza accertò che «i documenti a supporto del presunto pagamento alla Aws erano falsi, che la società  svizzera attraverso la quale il pagamento sarebbe stato effettuato era in liquidazione dal 1999, che la banca svizzera asseritamente utilizzata per il pagamento non era più esistente».
Ma l’esperto di Toninelli dopo poche settimane, evidenziano i giudici, «ha sconfessato totalmente tale versione durante l’interrogatorio reso al pm il 1.3 maggio 2005», e la nuova verità  «veniva confermata nel giugno del 2006».
Nel 2005 il Pm Pietro Errede chiede all’indagato che fine abbiano fatto i 429.492 euro da lui incassati. La risposta di Intrieri è la seguente: «Io avevo un debito con Banca Intesa: di fatto, quindi, hanno appianato il debito».
E si scusa: «In effetti ho detto delle inesattezze nel precedente interrogatorio, anche perchè probabilmente mal consigliato».
Nel 2006 il manager conferma il ravvedimento: «Queste somme servirono per ripianare la mia esposizione debitoria nei confronti di Banca Intesa per mie esigenze personali (…) Banca Intesa mi tartassava che dovevo rientrare».
Il pubblico ministero domanda: «Lei aveva comunque un rapporto di credito con Aws?». La sincerità  della replica quasi spiazza: «No, quella cosa me la sono inventata. (…) la banca mi continuava a telefonare e io non riuscivo a lavorare sereno»

(da “NextQuotidiano”)

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MARCELLO FOA ACCETTA IL PREMIO INVENTATO DAL FONDATORE DI UN SITO RAZZISTA: OTTIMA GARANZIA DI DEMOCRAZIA PER LA PRESIDENZA RAI

Settembre 17th, 2018 Riccardo Fucile

IL “MEMORIAL ORIANA FALLACI”   ASSEGNATO DA UNA ASSOCIAZIONE CHE HA COME PROMOTORE IL DIRETTORE DEL SITO DI BUFALE XENOFOBE “IMOLA OGGI”

Il consigliere della Vigilanza Rai — e candidato Presidente di Viale Mazzini — Marcello Foa ha ricevuto il 15 settembre a Firenze il premio “Memorial Oriana Fallaci”, promosso dall’associazione “Una via per Oriana”.
Tra i vincitori del Premio figurano la leader del Front National Marine Le Pen (2016), il direttore di Libero Vittorio Feltri (2015), l’attrice che interpretò la Fallaci nonchè autrice del libro L’energia trasparente — curarsi con cristalli, pietre preziose e metalli Maria Rosaria Omaggio (2014).
Nel 2012 il Premio era stato dato al fondatore del movimento di estrema destra britannico English Defence League (EDL), Tommy Robinson che recentemente è stato bannato a vita da Twitter per i suoi post ad alto contenuto d’odio anti islamico e che è stato arrestato per oltraggio alla Corte durante un processo.
Nel 2009 ad essere insignito del premio era stato Geert Wilders, leader del partito islamofobo olandese PVV.
A consegnare l’ambito riconoscimento è stato Armando Manocchia, promotore del Memorial Oriana Fallaci. Manocchia è l’uomo dietro al noto sito sovranista anti-immigrati (e relativa pagina Facebook) Imola Oggi.
In passato però è stato anche coordinatore della Lega Nord di Imola e consigliere comunale per la Lega Nord a Borgo Tossignano fino alle sue dimissioni, nel 2010. Dopo essersi allontanato dalla Lega — perchè diffidato dall’usarne il simbolo — Manocchia si è candidato nel 2013 con il partito “Io amo l’Italia”, fondato dal giornalista Magdi Cristiano Allam.
Imola Oggi è un sito (non è una testata giornalistica registrata) online dal 1997 il cui obiettivo è fare controinformazione e dare quelle notizie che gli altri giornali non hanno il coraggio di dare.
Un esempio ad esempio è l’articolo (ripreso come al solito da altri siti) dove racconta la verità  su Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due cooperanti italiane rapite in Siria nel 2014.
Secondo il sito di Manocchia le due sono “odalische d’Italia” e “fidanzatine” degli islamisti dell’ISIS. Da anni Imola Oggi porta avanti una campagna stampa volta a far passere l’equazione che tutti i musulmani sono pericolosi terroristi.
Qualsiasi cosa abbia a che fare con il mondo arabo viene distorta ed etichettata come pericolosa. C’è la notizia inventata dei musulmani che impediscono alle donne di salire sugli autobus ma anche il complotto USA per usare l’epidemia di Ebola come pretesto per installare basi militari in Africa.
Più di ogni altra cosa Imola Oggi si occupa di strumentalizzare fatti di cronaca e tragedie, soprattutto quelle che hanno come protagonisti cittadini di origine straniera. Tutto serve a dimostrare che l’Italia orma è in balia degli immigrati e che gli italiani sono accerchiati e costretti a subire ogni sorta di sopruso.
È ironico quindi che il “direttore” (Manocchia non è nè giornalista nè pubblicista e il sito non risulta essere una testata giornalistica registrata) di un sito del genere abbia consegnato a Foa il premio spiegando nelle motivazioni che «la scelta di Foa si spiega con il suo essere protagonista di un giornalismo serio, paladino del pluralismo e della libertà  di stampa». O forse no.
Perchè Marcello Foa come Imola Oggi e Manocchia è impegnato a combattere il pericolo islamico, anche ricorrendo a bufale grossolane

(da “NextQuotdiano”)

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LA SUPERCAZZOLA DI DI MAIO SU “PACE FISCALE” E “CONDONO”

Settembre 17th, 2018 Riccardo Fucile

LA PERFOMANCE ARTISTICA DEL GRILLINO: LUI E’ CONTRO I CONDONI AGLI EVASORI, MA SE IL CONDONO VIENE CHIAMATO “PACE FISCALE” ALLORA VA BENE

In questa nuova e meravigliosa puntata di “Giochi di Parole Senza Frontiere” possiamo ammirare il Campione Assoluto di Cambio di Discorso e vicepremier Luigi Di Maio in una delle sue performance artistiche più riuscite: Giggetto dice no, assolutamente no al condono ma sì, assolutamente sì alla Pace Fiscale, ovvero al modo in cui la Lega ha chiamato il suo condono che ha l’approvazione del MoVimento 5 Stelle.
«Il MoVimento 5 Stelle non è disponibile a votare nessun condono. Quindi se noi stiamo parlando di pace fiscale, di saldo e stralcio, quello che avevamo anche noi nel programma, siamo d’accordo. Se invece si parla di condoni non siamo assolutamente d’accordo perchè già  abbiamo visto per anni i governi Renzi e altri fare gli scudi fiscali e altri strumenti che alla fine hanno soltanto creato un deterrente a comportarsi bene e hanno fatto pensare sempre in questo paese che una via d’uscita ci potesse sempre essere all’evasione».
Come suo costume, Di Maio finge di non sapere che quello proposto dalla Lega e battezzato come Pace Fiscale in realtà  è proprio un condono: si propone infatti una sanatoria delle cartelle esattoriali con aliquota del 10% tondo per chiudere ogni pendenza col passato, più bassa del 15% fin qui ipotizzato.
E se in campagna elettorale si era parlato di fissare un tetto di imposta e multe dovute di 200.000 euro, ora si pensa di salire fino a quota un milione di euro: avete mai sentito parlare di poveri, piccoli cittadini nei guai con il fisco per un milione di euro?
Il secondo passo è una nuova versione della «voluntary disclosure» sui contanti e sulla ricchezza non denunciata detenuta dai cittadini in cassette di sicurezza.
Chi si autodenuncerà  avrà  un forte sconto sulle multe teoricamente dovute.
Terzo passo, il potenziamento dell’accertamento con adesione: una misura varata da Giulio Tremonti all’epoca del governo Berlusconi che permette una «conciliazione» in contraddittorio tra contribuente e funzionario delle Entrate senza pagare sanzioni e interessi, anche sul contenzioso su liti pendenti.
Gli uffici però dovranno avere la possibilità  di verificare la reale capacità  patrimoniale del cittadino, anche per evitare abusi.

(da “NextQuotidiano”)

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COTTARELLI: “LA PACE FISCALE E’ UN CONDONO”

Settembre 17th, 2018 Riccardo Fucile

L’ECONOMISTA: “RIFORMA FORNERO?   FAREI DEGLI AGGIUSTAMENTI MA NON LA STRAVOLGEREI”

“Pace fiscale? Per qualunque definizione internazionale è un condono”.
L’economista Carlo Cottarelli, in un’intervista a Circo Massimo su Radio Capital, commenta con questi termini la misura voluta dalla Lega. E spiega quali sarebbero, invece, secondo lui le iniziative che il governo dovrebbe prendere in campo economico: “Partirei da riduzione della burocrazia, c’è l’evasione fiscale che obbliga a tenere tasse più alte. Dovremmo ridurre il deficit, non aumentarlo, per non esporci ai rischi. Meglio fare le cose gradualmente, c’è la possibilità  di vedere se qualcosa va immediatamente storto”.
Farebbe delle modifiche alla riforma Fornero ma non la stravolgerebbe perchè, spiega, “purtroppo è stata necessaria”. E sulla ‘Quota 100’ dice: “Sarebbe bello andare in pensione prima, il problema rimane quello del finanziamento. Perchè se tassi di più tassi i giovani, esiste un vincolo di bilancio che va al di là  delle regole europee”.
L’economista è convinto che il governo sarà  responsabile ed “eviterà  una crisi immediata”. Ciò, però, non basterà  a rendere l’Italia meno vulnerabile: “Con qualche scossone o qualche rallentamento dell’economia europea diventeremo di nuovo preda di una crisi di sfiducia e degli speculatori se non facciamo riforme per la crescita”.

(da agenzie)

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