Ottobre 11th, 2018 Riccardo Fucile
UNO DEI MANIFESTANTI E’ TRA I LICENZIATI CHE A GIUGNO AVEVA MINACCIATO DI DARSI FUOCO SOTTO LA CASA DEL MINISTRO
Due operai della Fca di Pomigliano d’Arco sono saliti sul tetto della sede del I municipio di Roma per protestare contro il licenziamento di cinque lavoratori che avevano inscenato nel 2014 il funerale dell’ad Sergio Marchionne davanti ai cancelli dello stabilimento.
Uno dei due manifestanti è Mimmo Mignano, tra i licenziati, che lo scorso 6 giugno aveva minacciato di darsi fuoco sotto la casa del ministro del Lavoro, Luigi Di Maio per chiedere il suo intervento.
“Gli operai hanno calato uno striscione dalla scritta: “Fiat, Di Maio tu dove stai?”.
“Il ministro era venuto anche a trovarmi in ospedale a Nola, ma sono 5 mesi che non abbiamo notizie sulla nostra situazione”, ha detto Mignano.
Ai piedi dell’edificio ci sono altri operai che stanno manifestando. Sul posto le forze dell’ordine.
(da agenzie)
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Ottobre 11th, 2018 Riccardo Fucile
ALTRO CHE TAGLI ALLA DIFESA, ANTICO CAVALLO DI BATTAGLIA, LE CIFRE DICONO CHE SI SPENDERA’ DI PIU’
Almeno fino a oggi, c’è un assente nel balletto di cifre della legge di bilancio: la questione delle spese militari.
Che per i 5 Stelle, quando stavano all’opposizione, era un tema centrale. Lo stesso Beppe Grillo ne aveva fatto una battaglia fondante del suo blog, suggerendo un taglio draconiano («almeno 10 miliardi») per finanziare il reddito di cittadinanza (vedi ad esempio i post del 21 maggio 2012 e del 10 ottobre 2015).
Per non dire della lotta contro gli F35. Adesso però la musica sembra cambiata.
Salvo colpi di scena, l’acquisto dei caccia prodotti dalla Lockheed è confermato. E la ministra Elisabetta Trenta ha anche annunciato che entro il 2024 l’Italia spenderà per la Difesa il 2 per cento del pil, cioè quasi 40 miliardi all’anno, più di 100 milioni al giorno (attualmente sono 64).
Nessun passo avanti – finora – neppure nella trasparenza delle spese militari, da sempre occultate sotto altre voci compresa la cooperazione. Anche questa era una battaglia molto frequente nel blog di Grillo che adesso pare scordata.
(da “L’Espresso”)
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Ottobre 11th, 2018 Riccardo Fucile
NEL 2011 L’APPELLO A NAPOLITANO PER SALVARE IL PAESE DALL’IMPENNNATA DELLO SPREAD… ORA DI MAIO DICE L’OPPOSTO
Correva l’anno 2011 e sul balcone di Palazzo Chigi si affacciava Silvio Berlusconi. In quell’estate calda lo spread, il differenziale di rendimento tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi era volato oltre i 500 punti base, un livello ingestibile per un Paese come l’Italia carico di debiti.
E a tuonare contro i governanti chiedendo al capo dello Stato, Giorgio Napolitano, di intervenire per salvare le banche e gli stipendi pubblici era niente meno che l’anima del Movimento 5 stelle, il comico Beppe Grillo.
“L’Italia è vicina al default- scriveva Grillo sul blog il 30 luglio 2011- i titoli di Stato, l’ossigeno (meglio sarebbe dire l’anidride carbonica) che mantiene in vita la nostra economia, che permette di pagare pensioni e stipendi pubblici e di garantire i servizi essenziali, richiedono un interesse sempre più alto per essere venduti sui mercati. Interesse che non saremo in grado di pagare senza aumentare le tasse, già molto elevate, tagliare la spesa sociale falcidiata da anni e avviare nuove privatizzazioni. Un’impresa impossibile senza una rivolta sociale”.
E ancora: “Il Governo è squalificato, ha perso ogni credibilità internazionale, non è in grado di affrontare la crisi che ha prima creato e poi negato fino alla prova dell’evidenza. Le banche italiane sono a rischio, hanno 200 miliardi di euro di titoli pubblici e 85 miliardi di sofferenze, spesso crediti inesigibili. Non sono più in grado di salvare il Tesoro con l’acquisto di altri miliardi di titoli, a iniziare dalla prossima asta di fine agosto. Ora devono pensare a salvare se stesse”.
“Lei – scriveva Grillo all’allora capo dello Stato – ha il diritto-dovere di nominare un nuovo presidente del Consiglio al posto di quello attuale. Una figura di profilo istituzionale, non legata ai partiti, con un l’unico mandato di evitare la catastrofe economicae di incidere sulla carne viva degli sprechi. Gli italiani, io credo, sono pronti ad affrontare grandi sacrifici per uscire dal periodo che purtroppo li aspetta, ma solo a condizione che siano ripartiti con equità e che l’esempio sia dato per primi da coloro che li governano”. “Credo che lei concordi con me che con questo governo l’Italia è avviata al fallimento economico e sociale e non può aspettare le elezioni del 2013 per sperare in un cambiamento”.
Oggi il vice premier e uomo di punta del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, minimizza gli effetti dello spread, in linea col suo sodale della Lega, Matteo Salvini. “Questa storia dello spread a 400 è solo un modo per terrorizzare i cittadini”, sostiene Di Maio, dimenticandosi, ora che è lui ad affacciarsi al balcone di Palazzo Chigi, di quanto predicava il suo mentore Beppe Grillo.
(da agenzie)
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