Dicembre 16th, 2018 Riccardo Fucile
USAVA L’ASSOCIAZIONE A SESTO SAN GIOVANNI COME BASE PER I SUOI TRAFFICI DI DROGA… HA AVUTO DIVERSI DASPO E CONDANNE PER PESTAGGI
Dai giornali del 4 giugno 2018:
Ci sono anche due volti noti nel mondo del calcio milanese tra gli arresti eseguiti nel blitz della polizia milanese nei confronti di 22 persone per traffico di sostanze stupefacenti: 15 le persone finite in manette, di cui due raggiunte da provvedimento in carcere perchè già detenute; 4 sono all’estero e altre 2 sono al momento ricercate.
Tra gli arrestati spiccano i nomi di Luca Lucci, capo della curva sud del Milan e di Massimo Mandelli, responsabile degli steward volontari dell’Inter e attuale candidato per Casa Pound a Cerro alle elezioni amministrative del 10 giugno.
Lucci 37 anni, usava la sede dell’associazione “Il Clan” in via Sacco e Vanzetti a Sesto San Giovanni come base per i suoi traffici di droga.
Un luogo in cui di solito si riunisce la curva sud rossonera per questioni calcistiche e che era diventato la destinazione di grossi carichi.
La polizia è infatti riuscita ad intercettare un tir con 250 chili tra hashish e marijuana di provenienza albanese diretta nella cittadina alle porte di Milano: almeno 3 i box dove avveniva lo stoccaggio.
Il capo ultrà , che ha molti precedenti sportivi tra cui Daspo e pestaggi, poi portava la droga nella sede dell’associazione. Non è stata documentata un’attività di spaccio diretta allo stadio di San Siro, ma l’ipotesi – stando a quanto riferito dagli agenti del commissariato Centro di Milano – non è esclusa.
Massimo Mandelli, uno dei responsabili degli steward volontari dell’Inter, secondo la ricostruzione della polizia era il collegamento tra il canale di approvvigionamento albanese presso cui si riforniva Luca Lucci e quello italiano di cui era a capo Luca Boscherino, 33 anni, di Vibo Valentia. Mandelli si riforniva infatti sia dagli albanesi che dai calabresi, sebbene fra le due organizzazioni non ci fosse una connessione in termini di affari.
Quasi 600 i chili di droga che gli agenti del commissariato Centro, guidati da Ivo Morelli e Gianluca Cardile del nucleo investigativo, sono riusciti a sequestrare in un’indagine cominciata il 24 marzo del 2016.
La droga proveniva da Spagna, Sud America e Calabria, precisamente dal porto di Gioia Tauro.
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Dicembre 16th, 2018 Riccardo Fucile
SALVINI VA ALLA FESTA DEGLI ULTRAS DEL MILAN DOVE IL “GARANTE” E’ VICINO A COSA NOSTRA E ALTRI SONO IN RAPPORTI CON LA ‘NDRANGHETA
“Una delle realtà più belle del calcio europeo”, la definisce Matteo Salvini con la sciarpa del Milan al collo. Che, da tifoso rossonero, non ha rinunciato a presenziare alla festa per i 50 anni di vita della Curva Sud milanista.
La stessa nella quale, come raccontato dal Fatto Quotidiano, si segnalano diverse persone vicine ai clan di ‘ndrangheta.
E dove non mancano persone finite nei guai con la giustizia. “Anch’io sono indagato, sono un indagato in mezzo agli indagati”, risponde a chi gli ricorda gli episodi che hanno visto coinvolti alcuni ultras.
Come Luca Lucci, arrestato lo scorso 5 giugno, a pochi giorni dal giuramento di Salvini come ministro dell’Interno.
Trentasei anni, Lucci è uno dei capi della Sud. Volto noto e figura carismatica della tifoseria milanista, colpito tre volte dal Daspo e condannato per l’aggressione a un tifoso dell’Inter, è finito in un’indagine assieme ad altre 21 persone, tutte destinatarie di misure cautelari, con l’accusa di vendita e spaccio di droga. In quell’operazione vennero sequestrati 600 chili di hashish, marijuana e cocaina.
A settembre ha patteggiato una pena di un anno e mezzo. Oggi, al centro dell’Arena Civica, ha stretto la mano al ministro dell’Interno come testimoniano le foto dell’Ansa.
In curva aveva preso il posto di Giancarlo Lombardi detto Sandokan, il quale è stato indagato per riciclaggio con manager già vicini ai Fidanzati, nota famiglia di Cosa nostra. Oggi Lombardi bazzica poco lo stadio, “ma resta — spiegava un investigatore a Ilfattoquotidiano.it a luglio — ancora il garante della curva”.
Non solo, perchè ultimamente nella Sud, dietro allo striscione Nativi di Milano, al primo anello e mal sopportati dai capi storici del secondo, scalpitano i Black Devil. Qualcosa di più di un semplice gruppo organizzato, perchè portano in curva rapporti con la ‘ndrangheta che conta in Lombardia e conoscenze con ex dirigenti rossoneri, nonchè ex campioni del Milan di Sacchi come Filippo Galli, pure lui presente alla festa all’Arena Civica. Come pure Franco Baresi e Daniele Massaro.
Legami e curriculum criminali che non hanno indotto il capo del Viminale a tenersi alla larga dalla festa degli ultras.
La prima reazione politica è quella di Nico Stumpo: “Salvini si dimostra ancora una volta non un uomo delle istituzioni ma un uomo di parte, andando a fare il tifoso tra gli ultras, perchè quello del tifoso è il suo modello — dice l’esponente di Liberi e Uguali — Per di più si definisce indagato tra gli indagati, dimenticando che magari tra loro c’è chi ha commesso violenze contro gli agenti delle forze dell’ordine”.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Dicembre 16th, 2018 Riccardo Fucile
PAROLE CHIARE DEL PRETE DI AGLIATA: “E’ INUTILE FARE IL PRESEPE SE NON VIVIAMO QUELLO CHE GESU’ HA INSEGNATO”
Un’omelia nella quale ha detto che “bisogna ricordarsi che la famiglia di Gesù fu costretta, visto l’infanticidio ordinato da Erode, ad emigrare in Egitto, come ci dice il Vangelo. Ma non lo avrebbe potuto fare se ci fosse stata una legge sui migranti come c’è oggi in Italia”.
Don Paolo Tofani è parroco di San Piero ad Agliana, in provincia di Pisotia e questa mattina, domenica 16 dicembre, ha pronunciato queste parole nel corso della messa.
Il prete ha parlato anche della “legge Salvini”, cioè del Decreto sicurezza. “Ho detto che è inutile fare il presepe e poi ostentare segni cristiani se poi quando ci inchiniamo alla grotta di Betlemme non viviamo quello che Gesù ci ha insegnato cioè l’accoglienza, l’amore, la misericordia, la disponibilità al servizio. I simboli contano se c’è dietro una vita”.
Ogni tanto qualcuno ricorda il Vangelo a quegli ipocriti razzisti che non dovrebbero neanche essere ammessi in Chiesa.
(da agenzie)
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Dicembre 16th, 2018 Riccardo Fucile
A MEZZ’ORA IN PIU’: “SU TAP E TERZO VALICO DOBBIAMO CHIEDERE SCUSA AI NOSTRI MILITANTI”
“Se il sondaggio dice che l’accoglienza dei migranti non ‘tira’ più, io me ne frego del sondaggio. Perchè so che c’è un fenomeno che va governato, non posso cambiare le mie politiche in base a un sondaggio”.
Parola del presidente della Camera, Roberto Fico intervistato da Lucia Annunziata a Mezz’ora in più su Rai Tre.
“Se il sondaggio cambia me – aggiunge -, perdo tutto, perdo la visione e la politica”.
Parlando poi delle grandi opere, Fico spiega: “La Tav è totalmente fallita rispetto alla sua origine. Le previsioni e i dati sul trasporto delle merci su ferro non sono solo disattese ma sono assolutamente fuori quota. La Tav non serve”.
Mentre sul via libera a Tap e Terzo valico, Fico dice: “Se in campagna elettorale abbiamo promesso delle cose, ma al governo non siamo stato in grado di mantenerle, per mille motivi, si chiede scusa, si va sui territori e si spiegano le ragioni”.
Il presidente della Camera poi dice che la dichiarazione di Giorgetti a proposito del reddito di cittadinanza è “una ingiustizia, non ci può essere una Italia che mi piace o meno a secondo di un’idea, se non capisco le ragioni dell’altro non potrò mai risolvere i problemi degli altri”.
Sul confronto tra Governo e Commissione europea sulla manovra commenta: “Quando c’è il dialogo non è mai un calarsi le braghe, è un rapporto in cui si cerca di capire sempre le ragioni degli altri. Io nel recente passato sono stato a Bruxelles, ho parlato con Junker e Timmermanns, con cui ho avuto un dialogo franco. Quando fai capire la situazione sociale, penso che ci siano più margini di manovra, e questo lo si ottiene solo con il dialogo”.
(da “Huffingtonpost”)
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Dicembre 16th, 2018 Riccardo Fucile
L’APPELLO DELLA FEDERAZIONE ITALIANA LIBERI EDITORI
Una pagina intera su quotidiani e periodici nazionali e locali per rivolgere un appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
È l’iniziativa lanciata oggi (e che proseguirà nei prossimi giorni) dalla File, Federazione Italiana Liberi Editori.
Nel mirino un emendamento del capogruppo del Movimento 5 Stelle, Stefano Patuanelli, segnalato dal governo e quindi fatto proprio dalla maggioranza, alla legge di Bilancio in discussione in questi giorni al Senato.
L’emendamento prevede l’abolizione dei contributi pubblici all’editoria.
“Il governo vuole far chiudere centinaia di giornali, il presidente della Repubblica impedisca questo colpo di spugna”, è il titolo della lettera-appello della File.
“Il sostegno pubblico all’editoria e la trasparenza dei mezzi di finanziamento sono previsti dall’articolo 21 della Costituzione e interventi legislativi su argomenti del genere richiederebbero, in un sistema democratico, un confronto civile, sociale e parlamentare. Tutto, invece, verrà risolto con un maxiemendamento e qualche tweet, e a partire dal 2019, cioè a dire tra due settimane”, si legge ancora nell’appello.
La File afferma che “molti giornali editi da cooperative no profit o da enti morali chiuderanno a breve, o saranno costretti a operare drastici tagli; perchè ridurre o azzerare i contributi pubblici senza aver prima provveduto ad una riforma organica del settore significa, semplicemente, chiudere i giornali”.
(da agenzie)
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Dicembre 16th, 2018 Riccardo Fucile
“ARRIVIAMO DOVE LO STATO NON C’E’ PIU'”… “IL DECRETO SICUREZZA CREERA’ NUOVI SBANDATI, A MILANO IN 900 SI RITROVERANNO PER STRADA”
La prima della fila è una signora di Vicenza: capelli grigi e occhi bassi. Impossibile stabilire l’età . È senza lavoro e senza un tetto, per questo in una serata d’inverno si presenta davanti all’ambulatorio mobile parcheggiato nel piazzale della stazione Centrale di Milano.
Ha bisogno di fare la cosiddetta “visita d’idoneità alla vita in comunità ”, una sorta di screening per escludere la presenza di malattie infettive e poter quindi accedere ai dormitori pubblici.
Così mentre fuori piove, dentro la dottoressa si prende cura di lei. “Siamo nati nel 1999 e siamo su strada con il nostro camper dal 2001, una presenza costante, tutti i giorni” spiega Faustino Boioli, medico in pensione e presidente della onlus Medici volontari italiani che da vent’anni assiste senzatetto e migranti, regolari e non. Senza chiudere la porta a nessuno.
La sua realtà rappresenta uno dei volti storici della Milano che accoglie, silenziosa e pragmatica. E che ora si prepara a far fronte agli effetti del decreto Salvini: “Creerà nuovi sbandati e la pressione sugli ambulatori aumenterà ”. E così invece di trenta persone a sera, si rischia di averne almeno il doppio.
Eppure i numeri sono già consistenti: in tutte le strutture della onlus si fanno tra le 5mila e le 6mila visite all’anno.
“Da noi arrivano coloro che non riescono ad accedere al sistema sanitario nazionale. Pensate ai senzatetto: per le emergenze vanno al Pronto soccorso, ma una volta usciti da lì sono abbandonati a se stessi”.
Un mondo di mezzo, popolato da invisibili che ci sfiorano ai bordi delle strade, in metropolitana e nei parchi. Ci sfiorano ma non ci colpiscono.
Nei medici di strada trovano invece un punto di riferimento, e nel camper, lo sanno, non si danno giudizi e non si fanno domande, se non quelle riguardanti lo stato di salute.
In maggioranza sono stranieri: alcuni non hanno i documenti, ad altri invece manca la dimestichezza per orientarsi nella burocrazia sanitaria. Gli italiani sono il 15%.
“Noi facciamo da tappabuchi. È difficile che il sistema sanitario riesca a entrare in tutte le pieghe dove c’è necessità di salute. Però queste pieghe dovrebbero ridursi, non allargarsi, come invece sta accadendo”
Figura storica della onlus è Rosamaria Vitale, medico e psicologa con alle spalle una vita di impegno nel sociale, comprese diverse esperienze in Africa e sulle navi nel Mediterraneo.
Finito il lavoro all’ambulatorio mobile, con la sua auto si sposta verso il naviglio della Martesana, per portare medicine, coperte e sacchi a pelo ai migranti che dormono sotto un ponte e nella struttura poco distante.
Quelli in strada sono una quindicina, anche se il numero varia ogni giorno a seconda degli arrivi. Sono pakistani, siriani e afghani, tutti partiti dalla Bosnia. Dopo giorni di cammino in mezzo alle foreste, sulla rotta balcanica, si sono fermati qui, in attesa di un letto.
“Alcuni li abbiamo già accolti, alcune settimane fa erano 40-50 — spiega l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino — Noi non vogliamo che dormano in strada, ma sono richiedenti asilo e vanno inseriti nel circuito dell’accoglienza. Abbiamo sollecitato questura e prefettura. La competenza non è nostra, ma del ministero dell’Interno”.
A Milano il piano freddo è partito da poche settimane, il “più imponente d’Italia” rivendica Majorino.
A pieno regime raggiungerà la capienza massima di 2700 posti. “Ma ci sono circa 400 persone, gli irriducibili, che non vogliono entrare. Cercheremo di convincerli”.
E all’orizzonte non si vede niente di buono. “Secondo le stime, Salvini e il suo decreto Sicurezza ci regaleranno altri 900 senzatetto, stranieri senza più il diritto all’accoglienza. Non sappiamo i tempi, ma certamente di fronte a questa situazione non ci gireremo dall’altra parte”
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Dicembre 16th, 2018 Riccardo Fucile
PROTESTE IN TUTTO IL PAESE CONTRO LA MARCHETTA DEL SERVO DEI POTERI FORTI CHE INNALZA A 400 LE ORE DI STRAORDINARIO
Migliaia di ungheresi sono scesi in piazza per il quarto giorno consecutivo per contro le politiche del premier conservatore e nazionalista, Viktor Orbà n, in particolare contro la riforma del codice del lavoro, che alza a un massimo di 400 ore l’anno il numero delle ore di straordinario legali.
Sindacati e partiti politici di opposizione hanno mobilitato circa 10.000 persone.
Molti manifestanti indossano indumenti bianchi, a testimoniare la natura non violenta della marcia.”Buon Natale, signor Primo Ministro”, è lo slogan della protesta in riferimento alle parole usate da Orban durante il dibattito parlamentare, nei confronti dell’opposizione che lo interrogava su quella che i contestatori definiscono la “legge della schiavitù”, che aumenta da 250 a 400 il numero massimo di ore di straordinario consentito all’anno, dando in pratica il via libera ai datori di lavoro a costringere i dipendenti a lavorare sei giorni a settimana.
I salari degli ungheresi sono bassi e invece che assumere giovani e alzare i salari il governo dà il via libera allo sfruttamento della manodopera.
(da agenzie)
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Dicembre 16th, 2018 Riccardo Fucile
GUERRIGLIA URBANA SCATENATA NEL CORSO DI UN CORTEO XENOFOBO, INIZIALMENTE VIETATO DAL GOVERNO… LA TEPPAGLIA SOVRANISTA ATTACCA LA POLIZIA
Tafferugli, lanci di pietre, risposta della polizia con lancio di lacrimogeni, ventrine rotte. Nella tarda mattinata di domenica, alcune centinaia di esponenti di gruppi e associazioni dell’estrema destra fiamminga, che si erano dati appuntamento per una protesta contro il Global Compact, firmato a Marrakech, hanno cercato di attaccare le sedi delle istituzioni europee e Bruxelles.
In piazza dalla mattina c’era due diverse manifestazioni con circa 5 mila persone: una era stata convocata dalla destra contro il patto Onu sui migranti e un altro corteo, con un migliaio di persone, manifestava contro la xenofobia e il razzismo, a loro si sono uniti anche alcuni gilet gialli.
In un primo momento la manifestazione dell’estrema destra era stata vietata dal governo, poi il consiglio di Stato belga ha dato il via libera.
Dopo essere fuoriuscito dal corteo principale, qualche centinaio di manifestanti ha tentato di entrare nel palazzo che ospita la commissione Europea.
Alcuni dimostranti, scrivono i media belgi, hanno lanciato oggetti e sassi contro il palazzo, mandando anche in frantumi una parete di vetro.
La polizia ha usato lacrimogeni e cannoni ad acqua per disperderli e ha anche arrestato alcuni manifestanti nei dintorni del Parco del Cinquantenario, a poche centinaia di metri.
Intorno alle 16 la situazione nella zona dove ha sede la commissione europea è tornata alla calma ma gli scontri hanno lasciato uno scenario da guerriglia urbana con le strade disseminate di cartelli stradali divelti, lattine, transenne gettate per terra, aiuole con alberi divelti.
(da agenzie)
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Dicembre 16th, 2018 Riccardo Fucile
PER GIUSTIFICARSI SI ARRAMPICA SUGLI SPECCHI: “PARTENDO AD APRILE, DURA APPENA 9 MESI, POI NON TUTTI GLI AVENTI DIRITTO LO CHIEDERANNO, QUINDI BASTANO 6 MILIARDI”… DOMANDA SPONTANEA: SE FOSSE VERO CHE SONO SUFFICIENTI (E NON E’ VERO), ALLORA PERCHE’ NE VOLEVA STANZIARE NOVE?
Nessun taglio alle risorse per il reddito di cittadinanza, continuano disperatamente a dire fonti qualificate di palazzo Chigi – riportate dall’agenzia di stampa Agi – a proposito degli stanziamenti previsti dal governo per la misura ‘bandiera’ dei 5 stelle. Anche se in realtà si è passati da 9 miliardi di euro a 6,1 miliardi.
“Nelle previsioni iniziali abbiamo stimato che, nell’arco di 12 mesi per ognuno dei prossimi tre anni, i costi del reddito di cittadinanza sarebbero stati i seguenti: 2019: 9 miliardi, 2020: 9 miliardi, 2021: 9 miliardi”.
Quindi, da Chigi ribadiscono che la “platea di coloro che hanno diritto al reddito di cittadinanza è di oltre 5 milioni e la misura funzionerà ad integrazione del reddito familiare
“Le modifiche attuali – spiegano ancora le stesse fonti di governo – sono dovute a due ragioni. La prima è una valutazione tecnico-statistica. Storicamente, le misure di sostegno sociale non sono richieste da tutti coloro che fanno parte della platea degli aventi diritto: sulla base dell’esperienza recente, la percentuale di chi fa richiesta non è stata superiore all’80%. Ad esempio, le domande per il Rei sono state presentate da circa il 50% di chi ne aveva diritto. Rispetto alla stima iniziale dei costi presentata a settembre, che si basava sull’ipotesi che tutti gli aventi diritto al reddito di cittadinanza ne facciano richiesta, le nostre nuove relazioni tecniche sono comunque molto prudenti perchè si basano sull’ipotesi che sia il 90% di chi ha diritto a fare richiesta. Si tratta ovviamente di una previsione, perchè il diritto resta per tutti coloro che rispettano i parametri stabiliti, ma consente di stimare con più precisione lo stanziamento veramente necessario”.
E poi, proseguono le stesse fonti governative: “Il secondo motivo per cui le nostre stime di costi cambiano è che nel 2019 non serviranno più 9 miliardi, perchè la misura partirà a fine marzo e dovrà essere finanziata solo per nove mesi. Quindi, se dividiamo i 9 miliardi per 12 mesi e moltiplichiamo per il costo mensile per 9 mesi, si ottengono 6.75 miliardi all’anno. In base all’aggiustamento tecnico-statistico, il 90% di 6.75 miliardi fa 6.1 miliardi. Sommando a questa cifra 1 miliardo necessario per i centri per l’impiego otteniamo 7.1 miliardi, il costo definitivo del reddito di cittadinanza per il 2019” viene calcolato.
Riepilogando, il ragionamento che si fa a palazzo Chigi è questo: “9 miliardi diviso 12 per 9 mesi = 6.75 miliardi – 10% = 6.1 miliardi. Quindi nel 2019 abbiamo 6.1 miliardi + 1 miliardo centri per l’impiego = 7.1 miliardi.
Nel 2020 9 miliardi – 10% di 9 miliardi = 8.1 miliardi. Nel 2021 9 miliardi – 10% di 9 miliardi = 8.1 miliardi”.
Prima obiezione: se fosse vero che bastano 6 miliardi (il che non è vero) perchè fino a ieri Di Maio sosteneva che erano necessari 9 miliardi?
Seconda obiezione: 6 miliardi diviso 5 milioni di aventi diritto teorici fa 1200 euro a testa in nove mesi, ovvero 133 euro a testa, non 780 euro.
Vogliamo continuare a prendere per il culo il prossimo?
(da agenzie)
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