Dicembre 24th, 2018 Riccardo Fucile
IL DELIRIO DI ONNIPOTENZA DI UNO CHE NON E’ RIUSCITO NEANCHE A PRENDERSI UNO STRACCIO DI LAUREA MA SI PROCLAMA ESPERTO DI TEOLOGIA
Manca solo (ma ci arriverà presto) che spieghi a Papa Francesco che il buon cristiano è razzista, egoista, non ama il prossimo suo come se stesso ma se ne frega e il cerchio è chiuso.
Così nel pieno delirio di onnipotenza dopo i giornalini è arrivata la categoria dei vescovoni, non si capisce scelti in base a quale criterio.
Così il ministro xenofobo si è messo a dare la linea alla Chiesa rivolgendosi come al solito ai suoi fan sui social, gli stessi che a forza di minacce hanno costretto a dare una scorta al giudice di Lucca e che hanno insultato due ragazzine minorenni esposte al pubblico ludibrio
“Io credo che ci sia qualcuno lassù, che ci guarda. Son convinto che dopo la vita ci sia un’altra vita, altrimenti tutto avrebbe meno senso. Ma attenzione, questo non corrisponde alle gerarchie ecclesiastiche. Anzi mando un enorme augurio, un enorme abbraccio, a tutte le donne e gli uomini di chiesa che mi scrivono, mi mandano messaggi, mi mandano Whatsapp, mi fanno post su Facebook dicendo ‘Matteo tieni duro’. Perchè le parole di qualche vescovone, o di ‘Famiglia cristiana’ o del quotidiano dei vescovi, non rappresentano l’animo dei cristiani e dei cattolici”.
Ora è più chiaro il motivo per il quale alle sue manifestazioni la frase che rappresenza l’essenza del cristianesimo, ossia ‘ama il prossimo tuo’ è vietata.
(da Globalist)
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Dicembre 24th, 2018 Riccardo Fucile
“FICO ABBIA IL CORAGGIO DI ANDARSENE DAL M5S”
Lui è stato cacciato dal M5s ma è stato rieletto sindaco di Parma con la sua lista civica. E adesso si prepara a presentarsi alle Europee con una lista (Italia non Comune) che potrebbe essere federata con i Verdi,
Nel frattempo non manca di attaccare i suoi ex colleghi grillini.
“Non penso che Roberto Fico avrà mai coraggio di uscire da lì, dal M5S, penso che questo film non lo vedrò. Anche quando, all’epoca, c’era stato bisogno di darci una mano non ce l’ha data. Oggi è stato messo comodamente a fare il presidente della Camera, è evidente che è un ruolo ottenuto in contropartita, concesso per non aver disturbato troppo e non essersi candidato” alle ‘primarie’ del Movimento.
Lo ha detto in un’intervista all’Adnkronos Federico Pizzarotti, primo sindaco grillino poi uscito malamente del Movimento, e oggi presidente di Italia in Comune.
“Non credo Fico – dice ancora il primo cittadino ducale – si possa mettere alla testa dei dissidenti”.
Con il presidente della Camera, ma anche con gli altri 5 Stelle, “non ci sono più contatti – afferma ancora Pizzarotti – perchè da quando siamo usciti, trattati in quel modo, mai nessuno ci ha contattato. C’è paura di sgarrare, di finire sulla gogna e non avere più i benefici che hanno. Il fatto che questo prevalga sui rapporti umani è la cosa più triste del M5S”.
Di Maio vuole restare a galla
Luigi Di Maio “non vuol perdere quel che ha, sta cercando di massimizzare i risultati per non perdere la posizione conquistata, è la sola cosa che gli interessa. Sa che se perde, un po’ come Renzi, potrebbe essere fagocitato dal M5S, da Casaleggio e da altro. La sua è una lotta personale per restare a galla”. Ha aggiunto Pizzarotti.
Che, sulla regola dei due mandati interna al Movimento che rischia di far saltare Di Maio e gli altri big grillini, non ha dubbi: “troveranno il modo di aggirarla. Ci hanno abituati come nella metafora della rana nella pentola. Se butti una rana in una pentola di acqua bollente schizza via di corsa, se la butti in acqua fredda e poi accendi il fuoco si intorbidisce, e quando si addormenta è già morta. Se domani dicessero alla base, ad esempio, di votare per superare la regola dei due mandati e dare la possibilità di realizzare i sogni del Movimento, la stragrande maggioranza voterebbe sì. E’ un limite superabile. Finora non lo hanno fatto – osserva ancora – perchè i nomi in ‘scadenza’ erano sacrificabili. Potrebbero anche riproporre Di Maio come premier non eletto. Un escamotage comunque lo troveranno, trovano sempre il modo di aggirare le regole”, la stilettata dell’ex grillino.
(da Globalist)
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Dicembre 24th, 2018 Riccardo Fucile
IL PRESIDENTE GRILLINO DELL’ANTIMAFIA PREOCCUPATO PER LA NORMA INSERITA DAL GOVERNO … L’OPPOSIZIONE: “LACRIME DI COCCODRILLO, I SUOI AMICI HANNO FATTO UNA PORCATA”
“In merito all’innalzamento della soglia di valore per l’affidamento diretto dei lavori pubblici, non posso che esprimere grave preoccupazione. Preoccupazione condivisa anche dall’Anac. Questo innalzamento preoccupa tutte le realtà antimafia. Da Presidente della Commissione Antimafia mi adopererò per promuovere modifiche”. Così Nicola Morra (M5S), presidente della Commissione antimafia.
“Questo innalzamento – prosegue Morra – preoccupa tutte le realtà antimafia, così come i dirigenti pubblici che hanno sviluppato grandi capacità di controllo nelle amministrazioni locali contro la corruzione e che non avranno più voce in capitolo. Questo innalzamento rivela una sottovalutazione del rischio di come queste nuove regole possano favorire le organizzazioni mafiose, da sempre attente al mondo delle opere pubbliche. Che sia una misura per un solo anno non può essere una giustificazione sufficiente per allentare gli obblighi sulla necessaria trasparenza per la gestione dei soldi pubblici. Da Presidente della Commissione Antimafia mi adopererò per promuovere modifiche alle procedure di assegnazione degli appalti che, garantendo maggiore efficienza nella spesa, assicurino la migliore trasparenza possibile”, conclude il presidente dell’ Antimafia.
La replica di Margiotta (Pd): Lacrime di coccodrillo
“Le lacrime di coccodrillo di Morra sull’innalzamento della soglia di valore per l’affidamento diretto dei lavori pubblici, votato dalla maggioranza di cui fa parte, sono la rappresentazione perfetta dell’ipocrisia grillina. Di notte approvano misure che mettono in pericolo la legalità degli appalti, e di giorno tornano a fare le anime candide e i campioni delle trasparenza. Vorrei dire a Morra che non ci crede più nessuno. Si sono macchiati dell’ennesima porcata. La manina è la loro”.
(da “Huffingtonpost”)
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Dicembre 24th, 2018 Riccardo Fucile
“LA MANOVRA RISCHIA DI FARCI ANDARE CONTRO IL MURO”
“Una follia che rischia di farci andare contro un muro, si vede che Di Maio e Salvini non hanno mai lavorato in vita loro e non hanno alcuna esperienza di governo”.
A bocciare senza appello la manovra è l’ex ministro del Pd Carlo Calenda intervistato da ‘La Stampa’ che sottolinea la negatività dei “tagli agli investimenti” e le “clausole di 23 miliardi sull’Iva” che tradiscono “la volontà di andare al voto dopo le Europee”.
Unica cosa buona, aver scongiurato la procedura d’infrazione.
La crescita però “andrà a zero” e le coperture “sono fragili: se non si riescono a fare le dismissioni promesse e i tagli alla spesa, vedo il rischio di una manovra correttiva in primavera”.
“Hanno fatto i bulli per il 2,4% facendo impennare lo spread, ributtando l’Italia indietro, bloccando gli investimenti e perdendo 96mila posti di lavoro, per poi farsi infliggere condizioni capestro”.
Per quanto riguarda invece l’opposizione e il Pd Calenda ribadisce l’impegno a “cercare di costruire un grande fronte democratico” ma c’è l’incognita, la “tentazione del Pd di tornare indietro, arroccarsi e magari negoziare un’alleanza con M5s. Zingaretti ha smentito e gli credo ma occorre un progetto ampio che non chiuda il Pd in un perimetro ristretto e perdente”.
(da “Huffingtonpost”)
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Dicembre 24th, 2018 Riccardo Fucile
DICONO DI AVER SCONFITTO LA POVERTA’ E PENALIZZANO I BISOGNOSI.. IL TERZO SETTORE AIUTA 2 MILIONI DI BAMBINI IN SOFFERENZA
La manovra del Popolo che per finanziare le marchette degli amici aumenta le tasse a chi si occupa di disabili, disagio giovanile e povertà .
Un capolavoro.
”Negano il futuro ai bambini e applaudono. E’ una misura assurda si va a tassare chi, come le fondazioni che erogano oltre un miliardo all’anno, cerca di fare del bene”.
E’ netto Giuseppe Guzzetti presidente dell’Acri e di Fondazione Cariplo nel bollare negativamente la decisione di raddoppiare le tasse a chi opera nel no profit. ” non si può entrare nel dettaglio della manovra perchè ancora non abbiamo il testo – ha detto – ma è chiaro che se si aumentano le tasse il settore del no profit diminuisce l’attività ”.
Un danno difficilmente quantificabile per la portata sociale enorme di questo comparto nel nostro Paese.
Tradotto in attività quotidiane, significa per Guzzetti fare di meno per ”i disabili, il disagio giovanile, la povertà familiare, la povertà infantile; no, non è quantificabile con una cifra”.
*Quello che è sicuro che a rimetterci saranno i più deboli: ”non si gioca con la fame o la povertà , si può tassare di tutto, ma non i bambini, perchè significa negargli il futuro”
Guzzetti ricorda che solo a Milano la Fondazione è impegnata ”in un programma triennale su 21 mila famiglie povere, con bambini che soffrono la fame, il nostro obiettivo è quello di tirarli fuori da questa situazione”.
Numeri che replicati su scala nazionale rendono ancora più incomprensibile la misura approvata dal Senato: ”l’Istat dice che i bambini in sofferenza sono 1 milione e 300mila ma è una stima a ribasso perchè la Caritas parla di cifre di gran lunga maggiori”. Ossia quasi due milioni
Il quadro che si figura dunque appare ”drammatico. Dicono di aver sconfitto la povertà e compiono azioni che vanno a far male alla gente in difficoltà e applaudono. Non si rendono conto che gran parte di questi bambini poveri poi se li ritroveranno tra quelli che non studiano e non cercano lavoro. Solo in Lombardia sono 260mila. E’ inutile raccontarsi delle frottole se poi si va a incidere negativamente su anziani, disperati, disabili”.
Ma quello che più stupisce Guzzetti è l’attegiamento del governo: ”alla giornata mondiale del risparmio il ministro ha dichiarato pubblicamente, che sarebbe stato rifinanziato per i prossimi tre anni il credito d’imposta che ha permesso di aiutare 400mila bambini poveri, ebbene nella finanziaria la norma non c’e”.
(da Globalist)
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Dicembre 24th, 2018 Riccardo Fucile
L’ANALISI TECNICA DELL’OSSERVATORIO CPI
Dopo l’accordo con l’UE lo spread è sceso a 250-260 punti base. Resta però più elevato del livello della prima metà di maggio (130 punti).
Inoltre, nel periodo giugno-novembre sono stati emessi titoli con spread anche più elevati e su questi, indipendentemente da quello che accadrà in futuro ai tassi di interesse, si pagheranno interessi più elevati di quanto sarebbe stato ipotizzabile a inizio maggio.
Abbiamo quindi aggiornato le nostre stime del maggior costo del debito pubblico dovuto all’aumento dello spread.
La maggior spesa di interessi per il 2018 e i prossimi anni ipotizzando che lo spread resti a un livello di 250 punti base (rispetto alla spesa che si sarebbe verificata se lo spread fosse rimasto al livello della prima metà di maggio): per il 2019 l’aggravio è di circa 4 miliardi (contro una precedente stima di 5-6 miliardi), che crescono a 6,6 miliardi nel 2020 e a 8,6 miliardi nel 2021.
Per quanto riguarda il maggior costo per i titoli che sono stati già emessi e che quindi non sarebbero più recuperabili anche se lo spread scendesse ulteriormente, la maggior spesa per il solo 2019 è di 1,5 miliardi. Per il quadriennio 2018-21 la maggior spesa cumulata è di oltre 4 miliardi.
(da agenzie)
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