Dicembre 31st, 2018 Riccardo Fucile
IN STAND BY LA FATTORI E LA NUGNES… GUAI A DISTURBARE I MANOVRATORI
Iniziano le epurazioni nel Movimento 5 stelle.
Il collegio dei probiviri ha annunciato in un post sul Blog delle Stelle che sono stati espulsi due senatori – Gregorio De Falco e Saverio De Bonis – e due europarlamentari – Giulia Moi e Marco Valli.
Nessuna sanzione per i senatori 5 stelle Matteo Mantero e Virginia La Mura, per i quali “i procedimenti disciplinari sono stati archiviati”, mentre nei confronti di Elena Fattori e Paola Nugnes “i procedimenti disciplinari sono ancora pendenti”.
“Queste decisioni sono atte a tutelare la comunità del Movimento 5 stelle, che si riconosce nei suoi valori e nel rispetto delle regole” scrivono i probiviri al termine della loro comunicazione, spiegando che la sanzioni sono adottate “per il venir meno dei requisiti di iscrizione e per la violazione dei doveri stabiliti dallo Statuto e dal Codice Etico”.
Tre le modalità di sanzione: richiamo, sospensione ed espulsione.
Per quattro esponenti del Movimento è scattato il provvedimento più severo “a fronte di comportamenti contrari alle norme dello Statuto e del Codice Etico, accettato e condiviso da eletti ed iscritti”.
A essere contestate sono violazioni – “reiterate” nel caso di Gregorio De Falco – dell’articolo 11 dello Statuto e dell’articolo 3 del Codice Etico del Movimento.
(da “Huffingtonpost”)
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Dicembre 31st, 2018 Riccardo Fucile
DALL’APICOLTURA AL CATASTO FRUTTICOLO
Nicola Lillo su La Stampa oggi racconta in dettaglio le mance elettorali presenti nella Manovra del Popolo secondo una tradizione che si ripete a ogni legge di bilancio.
Una manciata di milioni sono distribuiti a favore degli aeroporti di Reggio Calabria e Crotone, dell’apicoltura, del Catasto frutticolo nazionale, per istituti come il Gran Sasso Science Institute, il Cnr, l’Accademia dei Lincei o per le celebrazioni di Nilde Iotti, dello storico Renzo De Felice e per l’anno di Ovidio.
Tra queste misure ci sono anche quelle a favore di Roma, in realtà un po’ più pesanti: i Cinque Selle hanno ottenuto lo stanziamento di 75 milioni per sistemare le strade della Capitale guidata dal sindaco grillino Virginia Raggi e 145 per le linee della metro.
Chi ha guardato al (proprio) territorio ha invece spinto per singole opere pubbliche, che sono riuscite a sopravvivere anche al taglio degli investimenti post-accordo con la Ue: 1,5 milioni saliranno così sul ponte che in Lombardia unisce Calusco e Paderno d’Adda, 3 milioni andranno all’aeroporto di Crotone, 5 alla ferrovia Novara-Biella.
Il costo totale degli interventi è di 280 milioni di euro, ovvero meno dell’1% del totale della manovra, ma è il pensiero che conta, perchè archivia la promessa di una legge di bilancio che non sia un assalto alla diligenza.
O un elenco di misure che incidono poco sulla realtà .
(da “NextQuotidiano”)
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Dicembre 31st, 2018 Riccardo Fucile
IL POST SUL “TERRORSIMO” E’ DI DETTORI, LA TELEFONATA DI DI MAIO A CASALEGGIO PER FARLO TOGLIERE
È stato Piero Dettori a scrivere il post sul Blog delle Stelle che favoleggiava di terrorismo mediatico dei Poteri Forti intorno alla Manovra del Popolo? Di certo è stato Luigi Di Maio, intervenendo su Davide Casaleggio, a farlo cancellare, dopo una telefonata di Roberto Fico al leader e bisministro.
Tutti i retroscena dei giornali puntano il dito sulla struttura di comunicazione traslocata nei mesi scorsi a Palazzo Chigi con Giuseppe Conte, anche se il Corriere scrive che Dettori in questi giorni si trova in Sardegna (come se il trovarsi su un’isola escludesse automaticamente la possibilità di scrivere, inviare, approvare post sui blog per misteriosi motivi).
Ma l’episodio può diventare importante perchè ha rappresentato plasticamente il primo strappo da Di Maio e Davide Casaleggio, visto che Dettori è l’uomo della Casaleggio a Palazzo Chigi ed è stato anche l’autore e il regista del blog di Beppe Grillo negli anni passati, prima di entrare nella Fondazione Rousseau.
Spiega oggi Tommaso Ciriaco su Repubblica:
Tra le pieghe di questo strapotere della comunicazione sulla politica si scorge il punto di frattura della nuova fase. Non tanto perchè l’intero staff mediatico di Conte è stato selezionato da uomini legati a Casaleggio, ma soprattutto perchè gli eccessi muscolari del Blog delle stelle complicano sempre più spesso le scelte politiche elaborate a Palazzo Chigi. L’ultimo esempio? La gestione del ciclone Di Battista, in arrivo dall’America Latina.
Il grillino più amato dalle telecamere prepara per il primo gennaio il video-discorso con Di Maio. E l’apprensione nel M5S è palpabile.
Si teme possa destabilizzare la maggioranza. Perchè un conto è contrastare lo strapotere mediatico della Lega, altro dare a “Dibba” carta bianca per la riscossa.
L’ex parlamentare ha in ballo un incarico di governo, ma nel frattempo pianifica con lo staff interventi televisivi a pioggia e un tour di piazza dai toni esplosivi.
Di Dettori si è spesso parlato negli ultimi mesi perchè il fratello, Marcello Dettori, gestisce il sito di bufale Silenzi & Falsità con sede a Sestu, vicino a Cagliari, dove si trovano gli uffici della Moving Fast Media, e con quel nome che ricorda gli slogan “Truffa-truffa-ambiguità -Fal-Si-Tà ” della Tv delle Ragazze.
Marcello Dettori, il gestore di Silenzi e Falsità , dichiara nel suo profilo Linkedin di aver lavorato due anni (da ottobre 2013 a dicembre 2015) alla Casaleggio associati. Moving Fast Media è stata costituita pochi mesi fa, a dicembre del 2017, ma nel frattempo il più giovane dei Dettori faceva consulenze, e tra i suoi clienti c’era la MediaTi holding.
A questa sigla fa capo il più importante gruppo editoriale della Svizzera italiana, proprietario del Corriere del Ticino, di cui era direttore editoriale Marcello Foa.
Pietro Dettori è anche colui che suggerì a Di Maio la strategia dell’impeachment nei confronti di Mattarella.
La storia va a intrecciarsi con quella dei dieci onorevoli grillini che non hanno votato la Manovra del Popolo. Una nota del direttivo M5S della Camera rivelata da Repubblica fa nomi e cognomi e chiede giustificazioni:
“La legge di Bilancio è un provvedimento cruciale e di fondamentale importanza. Lo statuto del nostro gruppo prevede che ciascun componente è tenuto a partecipare alle attività del gruppo e ai lavori della Camera, sia in assemblea sia in commissione”.
“Abbiamo chiesto a Lucia Azzolina, Emanuela Del Re, Andrea Colletti, Andrea Vallascas, Sara Cunial, Luigi Gallo, Gianluca Rospi, Lorenzo Fioramonti, Alvise Maniero e Valentina Corneli, assenti al voto, di fornire una esaustiva delucidazione in merito”.
L’elenco mette insieme deputati storicamente vicini a Beppe Grillo come Gallo, Azzolina e Colletti a personaggi di grosso spessore come Sara Cunial, candidata sospesa prima per antivaccinismo e poi ammessa in un comico dietrofront che alla vigilia che portò anche alla divertentissima “dissociazione” dell’esperto M5S sui vaccini Guido Silvestri.
In questi mesi in parlamento la Cunial si è distinta per essersi associata alla battaglia della Xylella portata avanti da alcuni eletti grillini contro la linea del governo (e contro la scienza, ma questo per loro è un dettaglio).
Alvise Maniero, ex sindaco grillino in Veneto, in questi mesi in parlamento non ha dato invece alcun segnale di maldipancia nei confronti del governo o della maggioranza.
Stupisce infine che nella lista ci sia Lorenzo Fioramonti, il professore che doveva fare il ministro dello Sviluppo e che adesso è viceministro all’Istruzione e si dedica a giustificare le scelte del governo in materia di istruzione con qualche gaffe, come quella che lo ha visto in un video consigliare di non votare M5S per dare un segnale dopo i tagli alla ricerca.
Non esattamente il curriculum di un aspirante ribelle.
(da “NextQuotidiano”)
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Dicembre 31st, 2018 Riccardo Fucile
“L’AUTONOMIA NON E’ DANNOSA PER IL SUD”
“L’autonomia non è dannosa. Il Sud non si aiuta con l’assistenzialismo e i regimi di favore ma se ogni governatore applica alla sua terra la cura mitteleuropea che io ho adottato in Puglia. Mi è costata consenso ma la Regione ne ha guadagnato in termini contabili e io di rispetto. Il Mezzogiorno deve capire che si salva da solo: la questione meridionale non si risolve con un trasferimento delle risorse dal Nord, perchè di questo passo avremo sempre un Settentrione appesantito e un Sud incapace di crescere”.
Lo afferma il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, in un’intervista a ‘Libero’, in cui spiega: “L’autonomia di Lombardia e Veneto a me non fa paura, ma la voglio anche per me”.
Dall’autonomia per tutte le Regioni del Sud, secondo Emiliano, “ne trarrebbe beneficio tutta Italia, prima però i miei colleghi presidenti devono rendere virtuose le loro terre. Per Calabria, Campania e Basilicata oggi l’autonomia sarebbe difficile da raggiungere”.
E sulla possibilità che M5s freni sull’autonomia Emiliano osserva: “I grillini per me erano una grande speranza, ci avevo messo la faccia, mi sono battuto per un governo M5s-Pd. Ora i miei compagni di partito che si sono opposti all’alleanza si staranno mangiando i gomiti, se fossimo al posto della Lega, avremmo raddoppiato noi i consensi, non Salvini”.
Secondo il governatore “succederà a tutti i grillini quanto sta accadendo a Toninelli: la gente li inseguirà per strada per manifesta incompetenza e per non aver mantenuto fede alle loro promesse”.
Infine sul Pd Emiliano afferma che “probabilmente” sosterrà Nicola Zingaretti alla segreteria “poichè è l’unica garanzia della fine del renzismo”.
(da “Huffingtonpost”)
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Dicembre 31st, 2018 Riccardo Fucile
L’EX PREMIER: “LA MANOVRA PREMIA I DISONESTI”
Il Governo “andrà in pezzi prima delle Europee”, ma per il dopo Conte “sono capaci di tutto pur di non andare al voto”.
A improvvisarsi oracolo del 2019 è l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, convinto del fallimento imminente dell’esperimento gialloverde.
“Se mi si chiede quale potrebbe essere la novità del 2019 dico che prima del previsto, nei primi mesi del 2019 e prima delle elezioni Europee, potrebbe maturare la rottura nel governo. I passaggi sono diventati stretti. Sulla Tav Salvini non può perdere la faccia e non può perderla neppure Di Maio, dopo aver “ingoiato” Tap, terzo valico, Ilva. Si è capito che non possono fare il reddito di cittadinanza come lo avevano immaginato i Cinque stelle. Il “presentismo” paga nell’immediato, alla lunga stanca. La crescita purtroppo sarà più bassa del previsto. Quelle sul tagliando e sul rimpasto non mi sembrano voci dal sen fuggite. Ma non si andrà ad elezioni anticipate, i peones non mollano la poltrona…”.
Critiche alla manovra, che conferma, secondo Renzi, il messaggio di fondo di questi mesi di vita dell’esecutivo:
“La cosa più impressionante in questi primi 8 mesi di governo è lo sdoganamento concettuale del lavoro in nero e più in generale dei furbetti. Ci sono tanti messaggi al mondo che è abituato ad arrangiarsi: il reddito, i due condoni. Sembrava che la loro constituency fosse quella della onestà . Il messaggio è un altro: vivere onestamente è inutile”.
La manovra è stata “un’occasione persa, una vicenda imbarazzante nel metodo e nel merito” secondo Matteo Renzi.
“Sono aumentate le tasse. Per mandare in pensione qualcuno, si tagliano e si congelano le pensioni a molte più persone. Per dare un sussidio ai disoccupati del Sud, hanno rinunciato alle assunzioni nella Pa, che nel Mezzogiorno avrebbero potuto svolgere un ruolo più efficace. Il mio timore è che stiamo andando incontro al temporale, ad un peggioramento dell’economia, senza ombrello. Naturalmente spero di sbagliarmi”.
Per l’ex premier ed ex segretario Pd la flat tax “non c’è”, il reddito di cittadinanza “è un guscio vuoto”.
“Fino a ieri lo diceva soltanto il leghista Siri, ora lo dice anche Buffagni dei Cinque stelle: quel provvedimento potrebbe essere trasformato, da assegno alle persone in difficoltà ad incentivo alle imprese per assumere. In quel caso faranno il capolavoro di chiamare reddito di cittadinanza, la seconda parte del Jobs act! Dovevano dare soldi ai disoccupati e invece li daranno agli imprenditori per assumere. Esattamente come abbiamo fatto noi nel 2014. E saranno costretti a rimangiarsi il progetto iniziale perchè non possono provocare chi si spezza la schiena per portare a casa 800-1000 euro. Finendo comunque col dare denaro a chi non lavora o a chi fa lavoro nero”.
(da “Huffingtonpost”)
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Dicembre 31st, 2018 Riccardo Fucile
RESTA IN CARCERE LUCA DA ROS, ANCHE PER IL PERICOLO DI RITORSIONI… IL LEGALE DEGLI ULTRAS: “ORMAI GLI SBANDATI SONO POCHI, LA MAGGIORANZA E’ DI INSOSPETTABILI PROFESSIONISTI E IMPRENDITORI”
Si allunga la lista degli indagati per l’assalto di Santo Stefano contro i tifosi napoletani, costato la vita al supporter del Varese Dede Belardinelli.
Dopo quello del ‘rosso’ Marco Piovella (poi arrestato su richiesta della Digos in quanto “ispiratore” dell’agguato), l’ultrà pentito Luca da Ros ha fatto anche il nome di Nino Ciccarelli, storico capo del tifo interista, già condannato a 12 anni di carcere per vari reati e attualmente sottoposto a cinque anni di Daspo.
Piovella e Ciccarelli sono soltanto due delle persone coinvolte dal 21enne membro dei Boys San, che resta in carcere perchè le indagini non sono concluse, ma anche per evitare di subire ritorsioni. temute anche dagli stessi inquirenti.
Il clima sui social network nei suoi confronti infatti, non è certo dei migliori.
Come riporta il Corriere della Sera, il suo profilo Facebook “è stato «bombardato» da altri ultrà che – nei migliori dei casi – lo hanno definito «infame», «spione» o «Buscetta», con riferimento al pentito più importante di Cosa Nostra”
Ma le indagini, si legge ancora sul Corriere, “sono vicine a una svolta anche sul fronte dell’auto che ha investito Belardinelli.
Il «Teppista» Ciccarelli, dopo un lungo interrogatorio ha ammesso di aver preso parte agli incidenti ma, assistito dall’avvocato Mirko Perlino, non ha aggiunto molto altro”.
Proprio lo storico legale della curva Nord interista ha parlato a La Stampa della trasformazione socio-culturale che sta avvenendo nel mondo degli Ultras
“Nelle curve ormai sono più i laureati e i professionisti che gli sbandati. I proletari ci sono ancora, intendiamoci, ma sempre meno, non sono più la maggioranza. Se andassimo in una qualunque curva potrei indicarle un sacco di insospettabili. Dentro ci trovi architetti, professionisti medici, imprenditori. Gente che ha anche fatturati da 4-5 milioni l’anno. I disadattati sono pochi. Il bello è che quando questi ultrà si trovano davanti ai giudici ammettono gli addebiti, si rendono conto: commettono atti criminali ma non sono delinquenti. Credo sia una questione di adrenalina. E poi, la violenza purtroppo rientra nell’indole umana”.
(da “Huffingtonpost”)
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Dicembre 31st, 2018 Riccardo Fucile
MARCO PIOVELLA ERA STATO INDICATO COME L’ISPIRATORE DELL’AGGUATO… INDAGATO ANCHE IL CAPO DEI VIKING, FERMATO NELLA NOTTE, CON ALLE SPALLE 12 ANNI DI CARCERE
Un nuovo arresto nelle indagini sugli scontri del 26 dicembre prima della partita Inter-Napoli, a Milano, in cui ha trovato la morte un ultrà del Varese, Daniele Belardinelli. E’ Marco Piovella, capo ultras della curva dell’Inter. Nato a Pavia nel 1984 Piovella, soprannominato “il rosso” è uno dei leader della “Curva Nord”, specificatamente dei “Boys S.A.N.”, e responsabile delle coreografie da diversi anni.
Il 29 dicembre Piovella si era recato in questura dopo che era stato indicato da Luca Da Ros, uno dei primi tre arrestati, come l’ispiratore dell’agguato ai tifosi napoletani. Il provvedimento di custodia nei suoi confronti è per rissa aggravata, lesioni, omicidio e violazioni degli articoli 6 e 6 ter della Legge 401/1989
L’attività investigativa condotta dai poliziotti della D.I.G.O.S, si legge nel comunicato della Questura, ha portato al riconoscimento del tifoso nerazzurro. Già destinatario di numerose denunce all’Autorità Giudiziaria per episodi di violenza in occasioni di manifestazioni sportive, Piovella è stato anche indagato per violazione del Da.Spo a cui è attualmente sottoposto.
Tra gli indagati, inoltre, c’è anche uno storico esponente del tifo nerazzurro, Nino Ciccarelli. Ciccarelli è stato convocato ieri dalla Digos ed è uscito in tarda serata dalla Questura del capoluogo lombardo. 49 anni, fondatore della tifoseria dei ‘Viking’ nel 1984, ha alle spalle una serie di guai giudiziari già 12 anni di carcere e 5 anni di ‘Daspo’ , misura ancora in corso.
Venne coinvolto anche negli scontri ad Ascoli nei quali morì il tifoso Nazareno Filippini, omicidio per il quale venne prima arrestato ma poi prosciolto.
Restano in carcere Luca Da Ros, Francesco Baj e Simone Tria: secondo il giudice per le indagini preliminari potrebbero “concorrere alla dispersione di elementi probatori indispensabili per lo sviluppo delle indagini, e al condizionamento dell’acquisizione di ulteriori prove”. Inoltre, secondo il giudice, resta il pericolo di reiterazione del reato.
Sul fronte delle indagini si cerca ancora di identificare il proprietario del Suv o del monovolume che avrebbe investito l’ultrà Davide Belardinelli, uccidendolo. Il padre di Belardinelli ha lanciato un appello: “L’investitore si costituisca, lo faccia per noi e per mio figlio”
(da agenzie)
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Dicembre 31st, 2018 Riccardo Fucile
INUTILE FARE ORDINANZE DI DIVIETO SE POI NON CI SONO CONTROLLI, PURA DEMAGOGIA
Ci sono gag che hanno fatto la fortuna della comicità , ma che a ripeterle troppo diventano un po’ stantie.
Un esempio perfetto è quello delle torte in faccia nei film muti, ma volendo si potrebbe allargare il discorso all’ordinanza che Virginia Raggi da tre anni a questa parte firma con l’intenzione di vietare botti e fuochi d’artificio a Roma.
Un atto, per riprendere le parole della prima cittadina 5S, «che garantirà l’incolumità dei cittadini» e servirà a contenere anche poco desiderate «emissioni inquinanti». Paradosso: a violare il divieto sarà proprio il Campidoglio.
Sul sito della Festa di Roma fa capolino l’annuncio del grande show pirotecnico di mezzanotte al Circo Massimo: 24 show in uno per 10 fiammeggianti minuti. Il Comune multerà il Comune? No, perchè il documento siglato da Raggi salva gli spettacoli di professionisti autorizzati. Ma il punto non è mica questo.
Per capire cosa stia succedendo bisogna fare un passo indietro.
Nel 2016, quando era al suo primo capodanno da sindaca di Roma, Virginia Raggi promulgò l’ordinanza con il divieto di botti a metà dicembre, perchè giustamente c’è bisogno che la cittadinanza sia in grado di conoscere l’ordinanza per rispettarla e ci vuole del tempo.
Ma l’ordinanza venne impugnata da rivenditori e produttori di botti al TAR che diede loro ragione.
E questo scatenò il vittimismo a 5 Stelle, perchè — povera stellina — la Raggi aveva fatto quello che fanno tanti sindaci ma l’ordinanza annullata era soltanto la sua.
In realtà quell’ordinanza venne annullata anche a causa di una serie di errori tecnici contenuti, come ad esempio il mancato invio alla Prefettura.
Ma da quell’anno la Raggi s’è fatta più furba.
Sia l’anno scorso che quest’anno il Comune ha emesso l’ordinanza poche ore prima di Capodanno (il 29 dicembre nel 2017, il 30 dicembre nel 2018).
Così, anche volendo, non c’è tempo per i ricorsi al TAR. Ma così, anche volendo, non c’è il tempo materiale affinchè la popolazione conosca la norma e si conformi ad essa. Infatti l’anno scorso la norma venne bellamente ignorata da tutti e nessuno fece multe per i botti.
E la stessa cosa accadrà anche quest’anno. Ma intanto la Raggi l’ordinanza l’ha emanata e ha potuto fare bella figura con gli animalisti.
Due piccioni con una fava.
(da “NextQuotidiano”)
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Dicembre 30th, 2018 Riccardo Fucile
LA RIVINCITA PER LA DIGNITA’ DI UN “ULTIMO”, MORTO NELLE MANI DELLO STATO DELLA INDIFFERENZA E DELLA CINICA IGNORANZA
Il 2018 è stato un anno importante per me, per la mia famiglia e per Stefano. Un anno terribilmente denso di emozioni. Un anno di riscatto per noi ma, anche per la verità per quanto scomoda potesse essere.
È stato l’anno del film “Sulla mia pelle” che ha fatto rivivere la sofferenza mortale di Stefano Cucchi facendola entrare nei cuori e nelle menti di tantissime persone. Anche di quelle più scettiche e lontane.
L’Associazione che porta il nome di mio fratello ha ricevuto tantissime mail di scuse da parte di coloro che non avevano capito quel che era successo nove anni fa. Migliaia di persone in tutta Italia si sono accalcate nei luoghi dove veniva proiettato. Un onda montante di consapevolezza emotiva e di umana solidarietà tutt’altro scontata in questi tempi.
La rivincita per la dignità di un ultimo morto nelle mani dello Stato di indifferenza e cinica ignoranza.
Quello la cui vita, in fin dei conti, non avrebbe avuto alcun valore per la cosiddetta società civile. Un danno collaterale perfettamente accettabile in nome del buon nome delle istituzioni.
Ho sentito il calore della gente, la commozione profonda di tantissime persone che mi hanno fatto sentire vicino Stefano. Importante non solo per me e per la mia famiglia. Importante per come è morto e per quel che è successo dopo la sua morte. Importante per lo Stato.
Infatti questo è stato anche l’anno delle confessioni, del crollo del muro di omertà , delle verità sempre più imbarazzanti svelate dal processo in corso nel quale i magistrati della Procura di Roma si sono messi sulle proprie spalle la responsabilità per la rivincita dello Stato di Diritto.
In questi nove anni di esperienze giudiziarie ho imparato sulla mia pelle che tutto questo non è affatto scontato. Purtroppo.
Sono grata al loro sacrificio, al loro impegno, al loro profondo senso del dovere.
Mi sento in colpa per tutti coloro che non hanno avuto questa possibilità .
L’altra sera stavo guardando la televisione insieme ai miei figli, Valerio che ha 16 anni e Giulia che ne ha 10. I consueti servizi natalizi dalle varie città di tutta Italia. Eravamo a tavola c’era pure Fabio. Ad un certo punto Giulia mi fa: “Mamma… voi queste città le avete viste tutte!”.
“Si Giulia – le rispondo – un giorno le vedrai pure tu, vedrai”.
“No mamma.. a me non interessa andarci – mi ribatte lei guardando Valerio – a meno che non mi succeda la stessa cosa che è successa a te”.
Aveva un anno quando è morto suo zio.
Questo è il prezzo che ha pagato anche lei
Ilaria Cucchi
(da “Huffingtonpost”)
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