Destra di Popolo.net

LA GITA A STRASBURGO DI DI MAIO E DI BATTISTA, TOCCATA E FUGA PER UNO SPOT ELETTORALE, NEANCHE UN MAZZO DI FIORI PER RENDERE OMAGGIO A MEGALIZZI

Gennaio 14th, 2019 Riccardo Fucile

NON INCONTRANO NE’ I LORO EURODEPUTATI NE’ I LEADER DI ALTRI GRUPPI, FANNO SOLO UN VIDEO DAVANTI AL PARLAMENTO UE

Magari i loro elettori avrebbero voluto sapere qualcosa in più su chi saranno i prossimi compagni di viaggio del M5s in Europa, chi li aiuterà  a “chiudere l’Europarlamento” di Strasburgo, “una marchetta per la Francia”, come dice Luigi Di Maio accompagnato da Alessandro Di Battista nella diretta su Facebook davanti all’edificio cilindrico della cittadina francese.
E invece dovranno pacificarsi: la ‘gita’ dei due leader pentastellati qui a Strasburgo, alla vigilia della plenaria di febbraio, non risponde a queste domande, non va al di là  degli annunci sui social: uno spot per dare inizio alla campagna elettorale per le europee e marcare le differenze con la Lega, primo avversario in patria.
Cosa sono venuti a fare Di Maio e Di Battista a Strasburgo?
Cosa c’è al di là  della trasferta dall’Italia in macchina, che secondo alcune voci sarebbe stata solo una toccata e fuga con rientro già  in serata?
Se non ci si vuole fermare al video mandato stamattina sui social durante il viaggio per annunciare la ‘gita’ e quello nel pomeriggio davanti al Parlamento, non c’è altra informazione ufficiale sulle motivazioni che hanno spinto un ministro-vicepremier della Repubblica, capo politico del Movimento, e un ex deputato, leader del Movimento, ad affrontare un viaggio così lungo.
Dato che stiamo parlando di una forza politica che disdegna i retroscena giornalistici, cui dice di preferire solo il livello di comunicazione ufficiale, si deve concludere che, sì, la ‘gita’ di oggi non va oltre lo spot elettorale.
“Questa sede costa circa 200 milioni di euro all’anno – dice Di Battista nel video con Di Maio, indicando l’Europarlamento alle spalle – è un messaggio che lanciamo di sfida alla Francia che se sono approfittati anche grazie ai paesi colpevoli, come l’Italia”.
Il riferimento è al fatto che una volta al mese l’Europarlamento si riunisce qui e non a Bruxelles. “Questa è la marchetta francese che va chiusa, quando si riunisce il Parlamento qui i prezzi degli hotel si alzano in tutta la città …”, aggiunge Di Maio.
Bene. Oltre questo cosa c’è?
Ci sono gli annunci di Di Maio che assicura di avere i “numeri per costruire un gruppo parlamentare europeo” dopo le elezioni di maggio. Ma non è dato sapere con chi, oltre i tre referenti incontrati la scorsa settimana a Bruxelles dallo stesso vicepremier.
Cioè: il polacco Pawel Kukiz, cantante e leader del partito ‘Kukiz’15’, euroscettico di estrema destra; il croato Ivan Vilibor Sincic, capo del partito populista, protezionista e filorusso ‘Zivi zid’; la finlandese Karolins Kahonen, di ‘Liike Nyt!’, movimento conservatore, a favore del liberalismo di mercato.
Si tratta di tre movimenti al loro primo test elettorale per le europee: non sono rappresentati all’Europarlamento e per entrarci devono superare la soglia del 4 per cento, come tutti.
Un rebus, sulla carta. Ma Di Maio assicura che “il più scarso” tra i loro interlocutori “sta sopra il 10 per cento”, parole da verificare dopo il voto del 26 maggio evidentemente.
“Abbiamo una base per formare un gruppo nè di destra, nè di sinistra – continua – Abbiamo scritto un contratto con la Lega, riusciremo a scrivere un manifesto con altre forze europee con cui condividiamo battaglie contro l’austerità , per la democrazia diretta…”.
E il vicepremier insiste comunque con i gilet gialli, anche se da Parigi finora gli hanno risposto picche (“Facciamo da soli”). “Con i gilet gialli a breve avremo contatti e li incontreremo. Decideranno loro se scendere in politica o no, in bocca al lupo sapendo che se iniziano poi non tornano più indietro…”.
Cos’altro? Ci sono un po’ di spot per segnalare le distanze politiche dalla Lega di Matteo Salvini, alleato di governo ma anche primo avversario da battere alle europee. Sulla Tav per esempio, ‘ca va sans dire’: “Se c’è un’analisi costi-benefici che ci dice che l’opera non sta in piedi allora si blocca il processo di costruzione”, dice Di Maio. E sulla liberalizzazione della cannabis e qui siamo davvero agli annunci perchè nel contratto di governo non c’è.
Ecco le parole di Di Maio: “Siamo in un governo in cui abbiamo scritto un contratto di governo, non tutto c’è nel contratto, ma io quella proposta l’ho sostenuta nella precedente legislatura è una buona proposta. Adesso portiamo a casa gli obiettivi del contratto, nulla vieta che il contratto in futuro possa essere aggiornato, adesso siamo concentrati sugli obiettivi”. La liberalizzazione della cannabis resta solo nell’orizzonte delle cose future e futuribili.
Dopo il breve scambio con i giornalisti davanti al Parlamento (giornalisti che li hanno intercettati solo notando il loro Facebook live, non sono stati convocati), i due vanno via a bordo di un mini-van. Non entrano nemmeno.
I loro eurodeputati qui dicono di non sapere nulla e, sempre parlando di livello ufficiale, nemmeno avrebbero incontrato i due leader in tour.
Tutta una trasferta a Strasburgo per uno spot che lascia aperti gli interrogativi.
Il principale: in quale gruppo europeo faranno politica i nuovi eletti del Movimento cinquestelle, che al momento fanno parte del gruppo ‘Efd’, ‘Europa delle libertà  e della democrazia diretta’, formazione a dir poco eterogenea e in disfacimento visto che gli europarlamentari britannici dell’Ukip (la componente più numerosa con 20 deputati) potrebbero (condizionale d’obbligo visto il voto di domani alla Camera dei Comuni) lasciare l’Europarlamento ‘causa Brexit’?
Qui a Strasburgo c’è chi scommette che andranno a bussare dai Verdi, i quali non danno certezze a nessuno (forti come sono in Germania), chi pensa che alla fine potrebbero confluire nello stesso gruppo della Lega (che è avanti nelle relazioni con altri gruppi sovranisti, non senza difficoltà ). Ma questi sono rumors.
La comunicazione ufficiale pentastellata per ora lancia solo spot: anche da Strasburgo.
Resta la scia, in una città  che solo un mese fa, proprio durante la scorsa plenaria di dicembre, è rimasta scossa dall’attentato terroristico in cui hanno perso la vita anche i due reporter Antonio Megalizzi e Bartosz Pedro Orent-Niedzielski.
A loro sarà  intitolato lo studio radiofonico del Parlamento europeo, annuncia il presidente Antonio Tajani. La prima a proporre di intitolare una sala dell’Europarlamento alle due vittime era stata Silvia Costa, europarlamentare del Pd nel gruppo dei socialisti.

(da “Huffingtonpost”)

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GOVERNO INDECENTE: SE EVADI TI PREMIO, MA SE LO FAI PER AVERE IL REDDITO DI CITTADINANZA TI MANDO IN GALERA

Gennaio 14th, 2019 Riccardo Fucile

CONDONI AGLI EVASORI CHE NON PAGANO LE TASSE, IMPUNITA’ PER I POLITICI DELLE SPESE PAZZE, MA I CRIMINALI SONO SOLO QUELLI CHE SBAGLIANO A RICHIEDERE IL REDDITO DI CITTADINANZA

Il linguaggio con cui nel dibattito pubblico ci si riferisce ai futuri beneficiari del Reddito di cittadinanza (RdC) diventa sempre più insopportabile e umiliante. ù
Persone dedite a passare i loro giorni sul divano. Persone le cui spese devono essere attentamente e costantemente monitorate, se no chissà  che cosa combinano. Furbetti, approfittatori, imbroglioni.
Questo atteggiamento di diffidenza e di stigma raggiunge il suo apice nelle bozze del decreto sul Reddito di cittadinanza che dovrebbe arrivare al Consiglio dei ministri in settimana. In esso si introduce una norma penale speciale secondo cui:
“Chiunque, nell’ambito della procedura di richiesta del beneficio economico, con dolo, fornisce dati e notizie non rispondenti al vero, incluso l’occultamento di redditi e patrimoni a fini ISEE o di dichiarazioni fiscali, al fine di ottenere il RdC, di cui altrimenti non sarebbe stato beneficiario, è punito con la reclusione da uno a sei anni, oltre alla decadenza dal beneficio e al recupero di quanto indebitamente percepito comunque disposti anche in assenza di dolo”.
È certo che l’appropriazione indebita di un beneficio economico debba essere punita, ed è quello che già  il nostro codice penale prevede.
Ma quale è la ragione per cui ci si dovrebbe accanire, con pene specifiche e più elevate, su chi imbroglia per ottenere il Reddito di cittadinanza rispetto a chi imbroglia per ottenere una qualsiasi altra prestazione pubblica?
La previsione penale per chi occulta redditi e patrimoni a fini di dichiarazioni fiscali per ottenere il Reddito di cittadinanza mi appare poi veramente vergognosa.
Perchè l’evasione fiscale di chi poi chiede il Reddito di cittadinanza deve essere perseguita penalmente, mentre non lo è quella, spesso più rilevante dal punto di vista quantitativo, di chi evade costantemente le tasse in spregio all’intera collettività ?
La norma appare veramente incomprensibile da parte di un governo che ha appena fatto approvare con la Legge di Bilancio per il 2019 una previsione, cosiddetto saldo e stralcio, che, lungi dal metterle in galera, permetterà  a persone che hanno barato sulla dichiarazione dei redditi (scovate dall’amministrazione finanziaria, poste in riscossione coattiva e che non hanno lo stesso pagato) di saldare con sconto le imposte dovute e non versate.
E si può trattare di persone con un Isee ben superiore (più del doppio) a quello richiesto per accedere al Reddito di cittadinanza.
E mentre trattiamo come criminali super quelli che potrebbero imbrogliare per ottenere il Reddito di cittadinanza, la maggioranza, con il parere positivo del governo, ha creato una via di uscita per i Consiglieri regionali che hanno ottenuto fondi pubblici attraverso falsi rimborsi.
Perchè vadano assolti, grazie a una riduzione dei tempi di prescrizione, dopo il primo o il secondo grado di giudizio in cui sono risultati colpevoli.
Tutto ciò mi sembra indecente.

Maria Cecilia Guerra
Docente di Scienza delle Finanze all’Università  di Modena e Reggio Emilia
(da “Huffingtonpost”)

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TRAVAGLIO: “SALVINI? CON IL SUO DECRETO AUMENTA IL NUMERO DI CLANDESTINI PER LE STRADE, COSI’ POI PUO’ SPECULARCI”

Gennaio 14th, 2019 Riccardo Fucile

“UNA FURBATA ELETTORALE CHE AGGRAVA IL PROBLEMA INVECE CHE RISOLVERLO”

“Salvini? Sull’immigrazione ha proseguito nella politica di Minniti e nel Decreto Sicurezza c’è una norma che aumenta i clandestini per le strade”. Sono le parole del direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio
“Con quella norma si tolgono i migranti dal controllo degli Sprar, cioè dei piccoli centri di accoglienza dei Comuni” — spiega — “e li butta in strada, come se Salvini, invece di voler risolvere quel problema, lo volesse mantenere per poi lucrarci elettoralmente. Questo naturalmente è una furbata politica, perchè, fino a quando ci saranno immigrati clandestini per le strade, la gente sarà  incazzata e lui farà  finta di non poterci fare niente. Ma Salvini adesso è al governo, quindi dovrebbe togliere gli immigrati dalle strade, metterli nei centri di accoglienza e, se non gli piacciono, organizzare, come in Germania, delle scuole per dargli i minimi rudimenti di lingua, di Costituzione e soprattutto di mestiere. In più, dovrebbe farli lavorare, semplicemente per non lasciarli per strada”.
E aggiunge: “Questo fa un governante. Come diceva uno studioso americano, il politico pensa alle prossime elezioni, lo statista pensa alle prossime generazioni. Abbiamo questo governo perchè quelli di prima hanno fallito, ma questi continuano a utilizzare i problemi invece che risolverli”

(da “il Fatto Quotidiano”)

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PRIMARIE CIRCOLI PD: ZINGARETTI 48,8%, MARTINA 36,1%, GIACCHETTI 12,8%

Gennaio 14th, 2019 Riccardo Fucile

YOUTREND: SALADINO SOPRA BOCCIA E CORALLO

Secondo i dati parziali dopo il primo weekend di convenzioni (5000 voti), elaborati da Youtrend, Nicola Zingaretti è in testa al momento con il 48,8%, segue Maurizio Martina con il 36,1. Roberto Giachetti, il ‘turborenziano’, si conferma stabilmente terzo con il 12,8 e se i congressi di circolo riservati agli iscritti andranno così sarà  lui il terzo candidato ad accedere alla fase delle primarie del 3 marzo.
Maria Saladino guadagna lo 0,9%, Dario Corallo e Francesco Boccia lo 0,7%.
“Al momento – si legge nel sito di Youtrend – possiamo presentare alcune anticipazioni sui risultati parziali, in seguito alla ricezione di circa 5.000 voti. La maggior parte dei circoli, comunque, si riunirà  nel prossimo fine settimana, quindi è bene sottolineare che si tratta di dati iniziali che potrebbero variare, ed anche di molto. Infatti, la maggior parte dei risultati che ci sono giunti provengono da Emilia Romagna, Toscana, Lombardia e Liguria, mentre dal Lazio in giù ci sono pervenuti solamente i risultati di 6 circoli”.
Nota di colore: nel circolo di Rignano sull’Arno, il candidato renziano Roberto Giachetti ha ottenuto l’83% dei voti, su 100 votanti, per un’affluenza in calo rispetto al congresso del 2017, dove votarono in 120 tesserati.

(da “Huffingtonpost”)

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QUELLI CHE BRANDISCONO IL VANGELO E POI LO TRADISCONO OGNI GIORNO

Gennaio 14th, 2019 Riccardo Fucile

SALVINI AGITA IL ROSARIO, DI MAIO BACIA IL SANGUE DI SAN GENNARO, CONTE VISITA PADRE PIO: POI SFRUTTANO LA SOFFERENZA DEI DISPERATI E HANNO ANCHE IL CORAGGIO DI DIRSI CRISTIANI

Mentre sui social gli esponenti di questo governo ci vomitano addosso, quotidianamente, menzogne inaccettabili riguardo alla presunta chiusura di porti che chiusi non sono affatto, abbiamo dovuto arriva ascoltare la proposta del ministro Di Maio di accogliere in Italia solo le donne e i bambini sulla Sea-Watch3 e sulla Sea Eye e di lasciare in mare gli uomini.
Non c’è che dire, un atto di vera umanità . Che Di Maio non si vergogni di farsi megafono di tali assurdità  dà  la cifra di che enorme bluff sia: l’unica consolazione è che all’esito delle Europee la sua carriera politica potrebbe volgere al termine, non senza aver fatto danni.
Poi arriva Toninelli, ovviamente su Facebook, quel ministro delle Infrastrutture costantemente bypassato dal collega Salvini. Toninelli ci tiene a sottolineare che i porti non sarebbero affatto chiusi; lo sapevamo, verrebbe da dire, e infatti da quando la Sea-Watch3 e la Sea Eye sono in mare, nei porti italiani sono stati accolti 165 migranti, 359 in tutto il mese di dicembre (dati diffusi dal Viminale).
Ma anche se i porti non sono chiusi, Toninelli ci informa che secondo lui le Ong mentono sullo stato di necessità  e di pericolo quando salvano i migranti sottraendoli ai lager libici e alle assurde condizioni in cui si troverebbero tornando in Libia. Per Toninelli le Ong non dovrebbero farsi carico di quegli esseri umani, ma lasciarli in balia dei loro aguzzini.
Tacere su ciò che avviene quando i migranti tornano in Libia è atteggiamento ipocrita, viscido e colpevole. In Libia i migranti sono (de)tenuti in vere e proprie prigioni gestite, abbiamo le prove, dalle stesse organizzazioni che li mettono in mare e che su di loro hanno solo da guadagnare.
Guadagnano dal governo italiano che finanzia la Guardia costiera libica e dagli stessi migranti che, sperando di essere liberati e messi in mare, si fanno arrivare da casa denaro (briciole, ma gli aguzzini si accontentano di tutto) raccolto mettendo insieme i risparmi di familiari e conoscenti.
Che Toninelli possa ignorare tutto questo è impossibile, che finga di non sapere o che finga che le torture non esistano è di una gravità  inaudita, soprattutto perchè è un ministro.
Su quella che chiama “emergenza migranti” il governo ha tutto da guadagnare perchè, se le promesse fatte in campagna elettorale devono fare i conti con le casse dello Stato, non vale lo stesso per la propaganda sui migranti dove, per come intende questo governo l’accoglienza, non servono coperture ma c’è solo da far cassa di voti.
Dopo Macerata, Lega e M5S hanno capito che la loro linea paga (la Lega ha capitalizzato assai meglio, perchè vanta un passato razzista di lungo corso), che il cattivismo e la ferocia sono i fari da seguire e che solo quella può essere la direzione da prendere ora che si apre ufficialmente la campagna elettorale per le Europee.
Per Lega e M5S dovrebbero esserci 10, 100, 1.000 Traini su cui speculare, perchè l’obiettivo del Decreto sicurezza, che punta a illegalizzare gli immigrati rendendoli preda delle organizzazioni criminali, non è altro che acuire la tensione sociale.
E allora baciare la bibbia (Salvini) o il sangue sciolto di San Gennaro (Di Maio), finanche andare in visita nel paese di Padre Pio (Conte) serve solo ad avere photo opportunity da caricare sui social, perchè questo governo di cristiano e caritatevole non ha proprio nulla, ma solo una fame arrabbiata di voti.
E così accade che ai “giornaloni” e ai “professoroni” si aggiungano i “pretoni”, ovvero Papa Francesco che esorta il governo italiano ad accogliere i migranti e dice che la paura di perdere voti è superiore al senso di umanità  e che quando questo accade, la società  si imbarbarisce.
Ora, per riportare le cose al piano della razionalità , mi domando: possibile che non si riesca a fare un semplice “follow the money” o meglio un “follow the votes” sulla questione migranti?
Chi racconta ciò che accade in Libia e in mare, e invita ad avere umanità , mediamente riceve insulti, anche se si tratta del Papa; chi invece ignora sofferenze e orrori, finisce con lo sfruttare il dramma dei migranti per accrescere la propria base elettorale. Pensateci bene, dunque, chi ci guadagna davvero?.

(da “L’Espresso”)

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ROMA, NELL’ITALIA DELLA PRESUNTA “SICUREZZA” MUORE IN STRADA UN ALTRO SENZATETTO

Gennaio 14th, 2019 Riccardo Fucile

E’ LA NONA VITTIMA A ROMA DALL’INIZIO DELL’INVERNO, I POVERI VENGONO LASCIATI MORIRE, COSI’ NON DANNEGGIANO IL DECORO AMATO DAI BENPENSANTI

Il cadavere di un uomo non ancora identificato di circa cinquant’anni trovato vicino a una edicola di piazza Irnerio.
Secondo una prima ricognizione del medico legale, la morte dell’uomo sarebbe avvenuta per cause naturali complici le basse temperature
Il cadavere di un senza fissa dimora, dall’età  apparente di 50 anni ma non ancora identificato, è stato rinvenuto questa mattina a Roma in piazza Irnerio.
A notare il cadavere il titolare di un’edicola dietro cui giaceva il corpo senza vita dell’uomo. L’edicolante, accortosi del corpo, ha allertato il 118. Sul posto sono intervenuti anche i poliziotti del commissariato Aurelio e gli uomini della polizia scientifica. Secondo una prima ricognizione del medico legale, la morte dell’uomo, complici anche le basse temperature, sarebbe avvenuta per cause naturali. E’ la nona vittima a Roma da quando è iniziato l’inverno
Lo scorso due gennaio invece aveva perso la vita a causa del freddo   Beniamino, un polacco di 50 anni, il corpo era   su una panchina di piazza Lotto, a Tor Marancia. Mentre risale al 30 dicembre il decesso di Davide, “il clochard colto” trovato morto, molto probabilmente anche lui stroncato dal freddo, in via Peano, in zona Marconi.
Il 4 gennaio un senzatetto è stato trovato morto, sempre sulle sponde del Tevere, anche in questo caso si ipotizza che sia stato stroncato dall’ondata di gelo che in quei giorni aveva colpito la capitale.
Nella notte del 7 gennaio in corso d’Italia, in pieno centro un’auto pirata ha falciato e ucciso Nereo, un senzatetto che viveva in zona. La sua morte ha suscitato una forte ondata di commozione e una gara di solidarietà  per adottare Lilla, il suo inseparabile cane.   L’8 gennaio, un’altra persona senza fissa dimora è stata trovata cadavere sotto ponte Sublicio, a Testaccio, col suo giaciglio andato in fiamme.
Lo scorso giovedì ha suscitato polemiche lo sgombero di un piccolo accampamento di clochard a San Lorenzo, con i residenti che hanno raccontato che i vigili e operatori Ama hanno buttato via anche le coperte di quei disgraziati.

(da agenzie)

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DA CRIMINALE A PREDA SU CUI BANCHETTANO GLI AVVOLTOI

Gennaio 14th, 2019 Riccardo Fucile

LA RIDICOLA PRESENZA DI DUE MINISTRI CHE SI MARCANO A VICENDA DIMOSTRA CHE A LORO INTERESSAVA SOLO IL DIVIDENDO POLITICO DELL’OPERAZIONE BATTISTI

C’è qualcosa di esagerato nella tragica vicenda del pluriomicida Cesare Battisti, ora assicurato alla giustizia.
Perchè l’esultanza delle autorità  italiane che sono riuscite a catturare un latitante che ha goduto di così tanti sostegni, sta deviando verso forme gradasse di euforia. Trasformare Battisti in una preda, consumare il pasto (un tiramisù dice Salvini) intorno al suo arresto, utilizzare parole da stadio (“ora marcisca in galera”) fanno venire il dubbio che del profilo criminale dell’arrestato in fin dei conti interessa poco. Molto di più cercare il dividendo politico di questa brillante operazione di polizia.
C’è un contegno, un limite, una forma che se si fosse rispettata non avrebbe ridotto il senso di questa operazione, insieme giudiziaria e politica.
Che due ministri, quello dell’Interno e quello della Giustizia, debbano correre all’aeroporto per timbrare il cartellino del vincitore e fare in modo che l’uno (il leghista) non si abbuffi troppo di onori a spese dell’altro (il pentastellato) fa appunto venire il dubbio che Cesare Battisti da criminale sia divenuto già  preda.
Pietanza gustosa da apparecchiare al banchetto della politica.

(da “Il Fatto Quotidiano”)

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BOLIVIA, IL GOVERNO SI SPACCA: “AZIONE DEL GOVERNO CONTRARIA ALLA MORALE, VIOLATI I DIRITTI DI CESARE BATTISTI”

Gennaio 14th, 2019 Riccardo Fucile

IL FRATELLO DEL VICEPRESIDENTE ATTACCA MORALES: “MI VERGOGNO PER QUELLO CHE HA FATTO”… GIURIDICAMENTE LA BOLIVIA NON POTEVA CONSEGNARE BATTISTI ALL’ITALIA SENZA UN ITER PREVISTO DALLE NORME VIGENTI

La Bolivia si divide dopo l’arresto e l’immediata consegna di Cesare Battisti all’Italia. Sulla cattura dell’ex terrorista dei Pac — sostengono diversi politici, giornalisti e intellettuali — il governo di La Paz avrebbe dovuto agire in maniera diversa.
“Oggi, per la prima volta, questo processo di cambiamento si sviluppa in maniera controrivoluzionaria, gli interessi dello Stato hanno sovrastato la morale rivoluzionaria”, ha scritto Raul Garcia Linera, fratello del vicepresidente boliviano Alvaro Garcia Linera, su Facebook.
“Per la prima volta mi vergogno e sono deluso dall’azione del governo, contraria alla morale rivoluzionaria. E con tutta la mia anima grido che questa azione è ingiusta, codarda e reazionaria“, ha aggiunto Linera, in passato arruolato in un gruppo irregolare e per questo incarcerato, dopo l’arresto avvenuto nella notte tra sabato e domenica a Santa Cruz, grazie alla cooperazione tra agenti dell’Interpol e la polizia boliviana.
Per Hugo Moldiz, avvocato ed ex sottosegretario alla presidenza, la colpa di quanto avvenuto è della Commissione nazionale dei rifugiati (Conare), poichè — sostiene — non ha fornito una risposta ufficiale alla richiesta d’asilo presentata da Battisti: “La Conare viola i diritti di Cesare Battisti consegnandolo al Brasile o all’Italia, il costo politico per il governo boliviano sarà  alto”, ha twittato.
L’Ombudsman (Difensore del popolo), David Tezanos Pinto, ha invece dichiarato all’agenzia di stampa Anf che “la procedura adottata per l”uscita obbligatoria’ di Battisti della Bolivia ha violato la Convenzione sullo Statuto dei rifugiati, la giurisprudenza della Corte interamericana dei diritti umani e la Legge di protezione per le persone rifugiate, colpendo i principi di ‘non devoluzione’ e ‘non espulsione’”. Anche il suo predecessore alla guida dell’Ufficio dell’Ombudsman, Rolando Villena, ha assicurato che alla luce di quanto accaduto, “la funzione dell’organismo è stata così palesemente snaturata e subordinata alla volontà  del governo da consigliarne la chiusura”.
Contro la consegna alle autorità  italiane del pluriomicida da parte del governo si schiera anche il giornalista Pablo Stefanoni, sottolineando i rapporti tra il presidente Morales e Jair Bolsonaro: “Il presidente Evo Morales ha discusso il tema Battisti nel suo viaggio per l’insediamento del ‘fratello’ Bolsonaro? La consegna in 24 ore sembra un metodo usato nell’Operazione Condor, non la decisione di un governo del popolo. Ancor di più se è vero che” Battisti “aveva chiesto asilo”.
Per la politologa Susanna Bejanaro, volto noto della tv boliviana, l’arresto e l’estradizione sono “un regalo” alla “rete dell’estrema destra mondiale”. “Dov’è finita la nostra sovranità ? E la solidarietà ? E l’ideologia?”, si chiede.

(da “il Fatto Quotidiano“)

argomento: Giustizia | Commenta »

LA VITTORIA DELL’ODIO SOVRANISTA: LA MORTE DI PAWEL ADAMOWICZ

Gennaio 14th, 2019 Riccardo Fucile

NOTO PER LE SUE IDEE LIBERALI, ERA UN LEADER DELL’OPPOSIZIONE AL PARTITO XENOFOBO CHE GOVERNA LA POLONIA

Il sindaco della città  polacca di Danzica, il 53enne Pawel Adamowicz, è morto in ospedale per le coltellate ricevute domenica sera durante un evento di beneficenza. Ad ucciderlo è stato un 27enne, Stefan W., che era da poco uscito dal carcere dopo una condanna per rapina.
Adamowicz, primo cittadino di Danzica da vent’anni, noto per le sue idee liberali e per l’opposizione al partito di governo nazionale Diritto e giustizia, è stato colpito al petto e alla pancia e ha perso troppo sangue.
Le pugnalate hanno trafitto il cuore e altri organi. Dopo essere stato rianimato sul posto, era stato sottoposto a un intervento durato cinque ore. La trasfusione di 15 litri di sangue, con i cittadini della città  portuale polacca in fila per donare, non è stata sufficiente.
Secondo il portavoce della polizia, l’aggressore ha agito da solo.
Le indagini stanno cercando di spiegare come l’uomo, che era appena uscito dal carcere dopo aver scontato una condanna per rapina a mano armata in una banca a Danzica, sia entrato in possesso di un pass per la stampa che ha usato per accedere al palco.
Dopo aver accoltellato il sindaco, l’uomo ha preso un microfono e ha dichiarato di aver agito per vendicare “detenzione e torture subite ingiustamente“. Secondo i testimoni, l’assassino è sembrato felice del suo gesto.
L’evento di raccolta fondi di domenica faceva parte di una popolare iniziativa nazionale annuale per l’acquisto di attrezzature mediche per bambini e caratterizzato da una scenografia teatrale colorata tra cui luci, fumo e articoli pirotecnici. L’editorialista Jaroslaw Kurski, nel commentare sul sito del quotidiano Gazeta Wyborcza l’accoltellamento, ha parlato di “delitto politico”: secondo Kurski, il gesto è nato nel clima d’odio che da tempo viene alimentato in Polonia e la cui responsabilità  peserebbe gravemente su chi attualmente detiene il potere nel paese.
“Il seme dell’odio prima o poi porta i suoi frutti”, ha scritto ancora. Intanto stasera in diverse città  sono state organizzate marce spontanee contro la violenza. Il presidente polacco Duda vuole promuovere una marcia ufficiale “contro odio e violenza” domani.
Adamowicz si era unito durante il liceo a Solidarnosc, il sindacato libero di Lech Walesa, partecipando alle distribuzione di volantini e stampa clandestina.
Dopo la laurea in legge aveva insegnato all’università  ed era arrivato in politica all’epoca del crollo del regime, schierandosi apertamente con i liberali e difendendo i diritti delle comunità  come quella LGBT e poi quelli dei migranti, invitandoli a venire nella sua città : «Danzica è un porto, deve sempre essere un rifugio per chi arriva dal mare».
Era anche un convinto europeista. Poi è stato ucciso dall’odio.

(da “NextQuotidiano”)

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