Gennaio 25th, 2019 Riccardo Fucile “DEVONO ESSERE COLLOCATI NELLE APPOSITE STRUTTURE”… L’AUTOGOL DI SALVINI: “HANNO 17 ANNI E MEZZO” DECIDE LUI SENZA AVERLI VISTI… BENE, SE ANCHE FOSSE COSI , SONO MINORENNI E QUESTO E’ SEQUESTRO DI PERSONA E’ REITERAZIONE DI REATO, LA MAGISTRATURA SPICCHI UN MANDATO DI ARRESTO
La Procura dei minori di Catania ha intimato lo sbarco immediato dei ragazzi non accompagnati a bordo della nave Sea Watch, che si trova a un miglio dalla costa di Siracusa, e ha aperto un fascicolo contro ignoti per accertare in quanti siano a bordo. Per il procuratore di Catania Caterina Ajello, lasciare i minori stranieri non accompagnati a bordo della nave è una “grave violazione dei loro diritti“, come ha scritto in una lettera ai ministri dell’Interno e delle infrastrutture e trasporti, rispettivamente il vicepremier Matteo Salvini e Danilo Toninelli, ma anche al presidente del tribunale per i minorenni di Catania, al procuratore generale di Catania e al prefetto di Siracusa.
I minori — fa notare il magistrato — sono tutelati da norme che “impongono il divieto di respingimento e di espulsione, riconoscendo invece il diretto ad esser accolti in strutture idonee, ad avere nominato un tutore, ad essere accolti e ad avere un permesso di soggiorno”.
Diritti che, sottolinea la procuratrice Ajello, “vengono elusi a causa della permanenza a bordo della nave” dove sono “costretti a situazione di disagio fino a quando la situazione politica internazionale non sarà risolta” con “grave violazione dei loro diritti”.
Il Procuratore dei minori chiede, quindi, ai ministri Salvini e Toninelli che “i minorenni extracomunitari a bordo della nave Sea watch 3 possano sbarcare per essere collocati nelle apposite strutture per minori stranieri”.
La lettera è stata inviata oggi pomeriggio anche al Comandante della capitaneria di Porto di Siracusa e all’autorità garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza e all’ufficio del difensore dei diritti dei bambini presso il comune di Siracusa.
La richiesta è stata avanzata dalla procuratrice Ajello dopo che “dall’ufficio dei Difensori dei diritti dei bambini del Comune di Siracusa è stata segnalata” al suo ufficio “la presenza di minori non accompagnati a bordo della nave della Ong ‘Sea Watch3’, ferma nella rada del Siracusano”. “Atteso la loro presenza nel distretto di mia competenza — osserva la procuratrice Ajello — la loro tutela deve essere assicurata da questa Autorità giudiziaria”.
Alla nave dell’ong tedesca, con 47 migranti a bordo da una settimana, “per riparare dalle condizioni meteo in ulteriore peggioramento, è stato assegnato un posto di fonda a 1,4 miglia dal porto di Augusta”, in Sicilia. Napoli offre il proprio porto, ma il ministro dell’Interno e vice premier Matteo Salvini dice che in Italia non c’è spazio e scrive al governo olandese, visto che l’unità batte quella bandiera, per chiedere che se ne occupi.
Perentoria la replica di Amsterdam: “Finchè non ci saranno accordi europei su soluzioni strutturali per i migranti a bordo dei barconi, i Paesi Bassi non prenderanno parte a soluzioni ad hoc“, ha detto il segretario di Stato olandese per l’Asilo e le migrazioni Mark Harbers.
(da agenzie)
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Gennaio 25th, 2019 Riccardo Fucile DI MAIO CON L’ACQUA ALLA GOLA, SI PARLA DI LIBERTA’ DI COSCIENZA PER EVITARE DI SPACCARE IL GRUPPO
“Per noi è una loose-loose situation”. C’è quasi rassegnazione nelle parole di un uomo di
governo 5 stelle.
La richiesta di autorizzazione a procedere avanzata dal Tribunale dei ministri di Catania nei confronti di Matteo Salvini inciderà , comunque vada a finire questa storia, una cicatrice a forma di fulmine sulla pelle del Movimento.
“Perchè se vorrà avvalersi del voto del Senato rischiamo che il gruppo ci esploda in mano. Se deciderà invece di andare a processo chiederà contropartite dolorose, senza contare che ci imbastirà su tutta la campagna elettorale”.
Luigi Di Maio è stato preso totalmente in contropiede. Nelle ultime quarantott’ore si sono susseguite riunioni su riunioni, gli sherpa stanno chiedendo pareri e consigli in settori tra i più impensabili.
Da ambienti vicini al capo politico a metà pomeriggio sono sicuri: “Farà un video, e prenderà posizione”. Passa qualche ora e arriva la retromarcia: nessun video. Alla fine il post su Facebook arriverà , ma l’unico argomento toccato saranno le trivelle. Un momento di grande difficoltà .
Sia la stella magica del leader sia il corpaccione parlamentare stanno metabolizzando il da farsi. Un pollice verso sull’autorizzazione a procedere allo stesso tempo salverebbe il governo e ne metterebbe a rischio la tenuta, per il frastagliarsi del gruppo parlamentare stellato a Palazzo Madama.
Tenere fede ai propri principi e votare a favore vorrebbe dire compattarsi ma sancire la probabile fine dell’esecutivo.
Con quello che oltretutto potrebbe essere un voto di mera testimonianza, visto che al blocco pressochè monolitico del centrodestra potrebbe saldarsi un pezzo del Pd. Ma ci torneremo.
Per questo pian piano il galeone che issa la bandiera 5 stelle sta lentamente orientando la propria inerzia.
“È una situazione complessa — spiega una fonte dell’esecutivo — ma Salvini non è indagato per un suo fatto personale, ma in veste istituzionale, per cose che rientrano nell’ambito delle sue prerogative. È rischioso sconfessare di fatto la linea del governo”.
Eccola la chiave: trasformare un voto ad personam in un voto sull’esecutivo gialloverde. Senza però scivolare nel mood berlusconiano del conflitto tra poteri.
Un sentiero strettissimo. Che però al momento pare la chiave: “Non c’entra niente l’immunità — il ragionamento fatto da chi ha visto Di Maio in queste ore — è un voto che riguarda altro”.
Innegabile che in questo “altro” ci sia anche il futuro stellato. Almeno una trentina di senatori sarebbero orientati comunque a votare a favore del tribunale catanese.
E un ordine di scuderia di chiaro senso avverso frantumerebbe l’unità del gruppo, altro che dissidenti.
Tanto che si sta valutando, tra le possibili opzioni, anche quella della libertà di coscienza. Che farebbe traballare i gialloverdi, ma eviterebbe il deflagrare della bomba.
Nel gioco di incastri, Salvini dovrebbe dormire sonni tranquilli. Il voto è segreto, e parte da una base di circa 130 voti. Ne basterebbero trenta dei centosette 5 stelle a salvarlo. Senza contare qualche possibile aiuto dal gruppo Misto e dalle Autonomie. Anche meno, considerando possibili assenze e astensioni.
E solo un orientamento di segno opposto assunto compattamente dal Movimento e dal Pd (159 voti, al netto di qualche ex grillino) potrebbe condannarlo.
Ipotesi al momento irreale. Anche perchè tra i democratici si è aperto un dibattito. Il 29 si riuniranno per un primo confronto. Ma più d’uno si attesta su una linea garantista, e di salvaguardia delle garanzie del potere politico.
Una bella gatta da pelare, soprattutto in una fase come quella congressuale che gioco forza impatterà sulle scelte. E che di fatto consolida la posizione di Salvini e rischia di confinare un eventuale voto a favore di Di Maio e dei suoi come semplice bandierina da sventolare al funerale del governo, senza nessun effetto pratico.
Mercoledì si riunirà la Giunta per le immunità del Senato che deve preparare una relazione (favorevole o contraria) da istruire al voto d’aula. Maurizio Gasparri, presidente dell’organo, terrà la sua relazione introduttiva.
Poi il ministro dell’Interno potrà avanzare le sue controdeduzioni documentali. In Giunta il voto è palese. Lì si inizieranno a capire i giochi.
Perchè il centrodestra unito consta di 8 componenti su 22. Ergo, nessuna maggioranza si può determinare senza il voto dei 5 stelle. Che sono 7.
E sono fondamentali per il determinarsi di qualsivoglia maggioranza. Sia che votino, in un senso o nell’altro, sia che si astengano.
(da “Huffingtonpost”)
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Gennaio 25th, 2019 Riccardo Fucile MACCHINA DEL FANGO IN AZIONE SUI MAGISTRATI CON LISTE DI PROSCRIZIONE ORCHESTRATE DAI COMPAGNI DI MERENDA DELLA ZECCA PADANA
I manganellatori del web li stanno comprendo di insulti per aver applicato la legge:
l’intervento del Capo dello Stato Sergio Mattarella e del Csm per “dire basta agli attacchi strumentali alla magistratura” è stato chiesto dall’Anm di Catania.
“La Giunta distrettuale di Catania rileva, con preoccupazione ed allarme, l’avvio di una mirata campagna di stampa finalizzata a delegittimare, con toni e contenuti inaccettabili e non degni di uno Stato di diritto, l’operato della Magistratura in generale e dei colleghi del Tribunale per i Ministri di Catania in particolare”.
E’ quanto si legge in una nota della Giunta distrettuale Anm di Catania.
“Sul quotidiano ”Il Giornale” è stato pubblicato un articolo, dal titolo : ”Ecco chi è il giudice del Tribunale dei ministri che scarcera gli scafisti”, nel quale l’autore, nell’informare i lettori sulla richiesta di autorizzazione a procedere formulata dal Tribunale per i Ministri nei confronti del Senatore Matteo Salvini, invece che addentrarsi in una legittima lettura critica del provvedimento giudiziario, opera pesanti allusioni all’operato del giudice Corda”
“Le Procure della Repubblica ed i Tribunali del distretto sono presi a modello dall’intera Magistratura italiana per rigore ed efficacia interpretativa, per professionalità e competenza, lottando, in stretta sintonia con le forze di polizia, contro i trafficanti di esseri umani e raggiungendo risultati di assoluto prestigio”
I magistrati proseguono: “In altro articolo, apparso sulla testata on line vox news, si registra la pubblicazione di un elenco di Magistrati indicandoli come iscritti a Magistratura democratica. Tale pubblicazione brilla per pressappochismo e disinformazione, indicando nell’elenco da un lato Magistrati non più appartenenti all’ordine giudiziario, dall’altro Magistrati che notoriamente hanno speso e spendono il loro impegno in altri gruppi della Magistratura associata. Omettendo ogni valutazione in ordine all’opera di mirata disinformazione, ciò che preoccupa è il ricorso a liste di proscrizione che evocano altri allarmanti scenari”.
“La Giunta, nel ribadire la propria vicinanza e solidarietà ai Colleghi, rivendica, con forza ed ogni mezzo, l’indipendenza della Magistratura etnea, la cui azione ed i cui provvedimenti sono e saranno sempre ispirati unicamente alla Carta Costituzionale, alle norme sovranazionali ed al diritto vigente, senza ombre di condizionamenti esterni – conclude la nota – Si invoca l’intervento del Presidente della Repubblica, delle più alte cariche istituzionali e del Consiglio Superiore della Magistratura, affinchè cessino ostentate strumentalizzazioni e mirati attacchi all’ordine giudiziario ed ai singoli Magistrati”.
(da Globalist”)
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Gennaio 25th, 2019 Riccardo Fucile IL NUOVO LEADER DELLA CGIL CHIUDE IL CONGRESSO DI BARI
I Modena City Ramblers, Neri Marcorè, Dario Vergassola. Sono stati loro gli animatori della festa finale del congresso della Cgil di Bari, occasione per salutare Susanna Camusso e per insediare il suo successore Maurizio Landini.
Da oggi Camusso (sul palco vestita di rosso come il suo successore) si occuperà delle relazioni internazionali della Cgil “come ambasciatrice del sindacato nel mondo” ha detto Landini che le ha offerto anche un altro incarico: “Quello delle relazioni di genere” .
Nelle prime ore dopo l’insediamento, Landini farà visita il centro di accoglienza per migranti di Bari: “Abbiamo un governo che indica come massimo pericolo l’arrivo dei migranti mentre sono di più i nostri ragazzi costretti a emigrare per trovare un lavoro”, ha detto Landini.
Landini ha attaccato duramente il governo: “Abbiamo due vicepremier che parlano di lavoro e povertà senza aver mai lavorato e senza essere stati poveri”.
Nel discorso programmatico è tornato sulla “contrattazione inclusiva”, la formula con cui indica l’idea di unire in un unico contratto tutti i lavoratori che a vario titolo lavorano in un’unica filiera produttiva.
E a chi gli chiedeva un giudizio sul vuoto politico a sinistra ha risposto che “il sindacato non può pensare di sostituirsi alla politica. Sarebbe un errore. Il sindacato fa il sindacato e contratta con i governi. Se non ci vogliono ascoltare protestiamo, come faremo unitariamente il 9 febbraio prossimo”.
(da agenzie)
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Gennaio 25th, 2019 Riccardo Fucile EN MARCHE E’ TORNATO AI LIVELLI DEL PRIMO TURNO DELLE POLITICHE, INTORNO AL 23,5%, MENTRE LA LE PEN E’ SCESA AL 20,5%
Una lista di Gilet gialli si presenterà alle elezioni europee di maggio 2019 e vedrà come
capolista l’infermiera ed ex portavoce Ingrid Levavasseur.
Lo riferisce l’emittente Bfm-Tv citando un comunicato del movimento.
Levavasseur, 31 anni, sarà alla testa di «lista unitaria di iniziativa popolare» composta da 79 candidati, 10 dei quali già scelti e selezionati.
A quanto si legge in un comunicato diramato dal gruppo, «il movimentob di cittadini nato nel nostro Paese il 17 novembre 2018 fa trasparire la necessità di trasformare la collera in un progetto politico umano, capace di fornire risposte ai francesi, che sostengono il movimento da mesi».
In precedenza si era già vociferato su una discesa in campo del gruppo di protesta, esploso a novembre con una serie di sollevazioni contro il caro benzina.
Al momento, però, la lista non ha indicato il suo eventuale gruppo di collocamento nell’Eurocamera.
Il movimento è riuscito a conquistarsi una certa legittimazione politica, arrivando a ottenere un pacchetto di misure ad hoc dallo stesso Macron.
Paradossalmente, l’ondata di scontento sembra aver favorito il titolare dell’Eliseo, in recupero nella reputazione dei suoi elettori.
Il partito presidenziale La Rèpublique En Marche e gli alleati centristi del Modem risultano al primo posto davanti al Rassemblement National di Marine Le Pen in un ultimo sondaggio in vista delle elezioni europee di maggio.
Secondo lo studio realizzato dall’istituto Elabe per Bfm-Tv, la lista maggioritaria del presidente Emmanuel Macron guadagna 4 punti rispetto al precedente sondaggio, con 23,5% dei favori. Secondo, il Rassemblement National di Marine Le Pen, con il 20,5% dei favori, stesso livello di due mesi fa.
E molto dietro i Rèpublicains (12,5%), France insoumise (9,5%) di Jean-Luc Mèlenchon, Europe-Ecologie-Les Verts (9%) e Partito socialista (6%).
Pur se i Gilet Gialli hanno perso popolarità nelle ultime settimane, una lista che faccia loro riferimento è data intorno al 7,5%, elettori in buona parte di Marine e Melenchon che quindi verrebbero penalizzati dalla loro discesa in campo.
A tutto vantaggio di Macron che è tornato alla perentuale raggiunta al primo turno delle ultime politiche.
(da “il Sole24ore”)
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Gennaio 25th, 2019 Riccardo Fucile SPIAZZATI DALL’ATTO DI UMILTA’, SI ALZANO IN PIEDI PER APPLAUDIRLO
Un po’ perchè colti di sorpresa, un po’ per testimoniare comunque il rispetto per chi si mette in gioco, 300 abitanti del paese di Bourg-de-Peage, nel cuore della Francia profonda, si sono alzati in piedi con i loro gilet gialli ed hanno applaudito Emmanuel Macron.
A sorpresa, oggi pomeriggio, il presidente si è presentato alla Maison des Associations del paesino di 10.500 abitanti, dove era in programma un “dibattito cittadino” esordendo così: “Mi scuso per essermi autoinvitato all’ultimo momento”. Infaticabile in questi primi giorni di “grande dibattito nazionale” da lui voluto per disinnescare la crisi sociale dei gilet gialli,
Macron ha risposto a una domanda di uno dei presenti che si era riferito alle sue origini e al suo lavoro di banchiere: “Ho avuto una vita prima – ha spiegato – poi ho cambiato e sono stato eletto dai francesi”.
(da “agenzie”)
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Gennaio 25th, 2019 Riccardo Fucile L’ECONOMIA BRITANNICA RISCHIA DI PERDERE IL 10%, ECCO A COSA PORTANO LE POLITICHE SOVRANISTE
Quando era primo ministro, David Cameron aveva definito quella di James Dyson una
“grande storia britannica di successo”.
L’inventore dell’aspirapolvere senza sacchetto aveva creato un’impresa redditizia grazie a quella rivoluzionaria tecnologia, diventando miliardario.
Ora che ha deciso di trasferire il quartier generale della sua società dal Regno Unito a Singapore, Dyson sembra raccontare un’altra storia, sempre britannica: quella di Sony, Panasonic e di tutte le aziende che stanno andando via dall’isola inglese dopo il referendum su Brexit.
A preoccupare gli imprenditori e manager che operano in Gran Bretagna non è solo il divorzio di Londra con l’Unione europea, ma anche le modalità della separazione.
Nel novembre scorso, infatti, già un report del governo sottolineava che con un piano Brexit simile a quello negoziato dalla premier Theresa May, l’economia del Paese sarebbe stata del 3,9 per cento più piccola; diversamente, con un ritiro senza accordo, la Gran Bretagna avrebbe perso il 9,3 per cento del suo prodotto interno lordo nei prossimi 15 anni.
Dopo la disfatta di May alla Camera dei Comuni, che non ha approvato l’accordo negoziato con Bruxelles, uno scenario “no deal” (uscita dall’Unione senza un accordo certo) diventa sempre più possibile.
L’ultimo in ordine di tempo a esprimere preoccupazione per questa ipotesi catastrofica è stato il ceo di Airbus Tom Enders, che in un video ha sottolineato il timore per gli impianti del colosso di aeromobili nel Regno Unito, che potrebbero non sopravvivere a una rottura tragica dell’armonia comunitaria, da cui dipendono legami commerciali e catene di distribuzione.
“Se non ci dovesse essere un accordo per la Brexit, noi di Airbus dovremmo fare delle scelte potenzialmente dannose per la Gran Bretagna”, ha ammonito nel filmato pubblicato sul canale Youtube della società .
Il colosso produttore di aeromobili ha la sede principale a Toulouse, in Francia, ma dispone di molte strutture ingegneristiche e di produzione nel Regno Unito.
Conta 14 mila impiegati solo in Gran Bretagna ed è responsabile di oltre 110 mila posti di lavoro lungo la sua catena di distribuzione.
“Per piacere, non date ascolto alla pazzia dei Brexiteer (i cittadini che vogliono uscire dall’Ue) secondo cui Airbus non si trasferirà perchè abbiamo tanti impianti nel Paese”, ha detto Enders, avvertendo che “ci sono così tanti Stati là fuori pronti a costruire le ali dei velivoli di Airbus”.
Un messaggio recepito dall’esecutivo britannico, che ha mandato una delegazione al meeting annuale del World Economic Forum di Davos per rassicurare leader politici e investitori sul dopo Brexit.
Come si legge in una nota sul sito del governo, è in programma un intervento del cancelliere dello scacchiere Philip Hammond per convincere il mondo imprenditoriale a investire nel Paese anche dopo la separazione dall’Ue: “La Gran Bretagna è un gran posto dove fare business. E noi siamo determinati a far sì che rimanga tale, anche dopo aver lasciato l’Unione europea”.
L’incubo di nuove barriere commerciali e costi più alti per le aziende impedisce sogni sereni anche alla Sony che ha annunciato di trasferire la sede legale delle sue attività europee ad Amsterdam, abbandonando così Londra.
“L’incertezza su Brexit è enorme”, aveva spiegato alla Cnn il portavoce della società giapponese Takashi Lida. E non è la sola, visto che già Panasonic aveva detto nell’agosto scorso che avrebbe spostato la sua sede legale europea in Olanda. Una paura che condividono le società di servizi finanziari, al punto da spingerle a trasferire oltre mille miliardi di attività fuori dal Paese. E anche grandi banche americane, come JP Morgan, Goldman Sachs, Morgan Stanley e Citigroup negli ultimi tempi hanno pensato di spostare circa 250 miliardi di euro a Francoforte.
In generale, gli scenari caotici post Brexit se non paura hanno generato sicuramente apprensione per il futuro. Al punto che anche i mezzi di informazione corrono ai ripari.
La Bbc, il più grande gruppo radiotelevisivo britannico, sta cercando un luogo nel continente dove aprire una sede europea per continuare a trasmettere i propri programmi nei vari stati dell’Unione.
Tra le opzioni possibili, c’è Bruxelles “che è nella shortlist, ma si stanno considerando anche altre località , come Amsterdam“, fanno sapere alcune fonti vicine alla società . Come riporta il Guardian, a Davos il primo ministro belga Charles Michel ne avrebbe parlato anche con il direttore generale della Bbc Tony Hall. Un’altra destinazione papabile potrebbe essere l’Irlanda.
L’emittente britannica avrà bisogno di licenze europee per trasmettere i suoi canali internazionali, che includono Bbc World, Bbc Entertainment, Bbc First e Bbc Earth, nel resto del continente dal 30 marzo nel caso in cui il Regno Unito lasci l’Ue senza accordo. Per assicurarsi queste licenze, quindi, potrebbe avere bisogno di un ufficio centrale o di spostare una parte consistente della forza lavoro di quel canale in uno Stato membro.
Sull’isola britannica tira una brutta aria e lo spettro del “no deal” potrebbe comportare anche un taglio degli investimenti diretti esteri nel Regno Unito. Secondo le stime del Centro studi Confindustria, il paese rischia di dover rinunciare in dieci anni a 282 miliardi di euro. E per gli stati dell’Unione potrebbe essere un’occasione da non perdere per attirare nuovi capitali stranieri.
(da “Business Insider”)
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Gennaio 25th, 2019 Riccardo Fucile L’ANALISI DI ALTO DATA ANALYTICS: SUI SOCIAL I GRUPPI PRO-IMMIGRATI SONO IL DOPPIO DI QUELLO CONTRO … IL 90,4% DELLA DISTRIBUZIONE DEI CONTENUTI DELLE AGENZIE RUSSE CURATA DAI RAZZISTI
Su Twitter il gruppo sociale di chi pensa che i migranti vadano accolti, e non respinti, è più numeroso di chi invece vorrebbe cacciare chiunque sia disposto a rischiare la vita pur di raggiungere l’Europa.
Ma i contrari, sebbene siano meno numerosi, sono molto più attivi.
Anche grazie al ruolo di Sputnik, l’agenzia di stampa russa che gestisce siti internet in oltre trenta lingue.
A dirlo è l’analisi condotta dai ricercatori di Alto Data Analytics su 1.055.774 cinguettii di 98.191 utenti che hanno partecipato al dibattito italiano sull’immigrazione dal 1 ° febbraio al 31 luglio 2017.
Così sono riusciti a individuare i gruppi sociali capaci di costruire una narrativa ideata per sostenere una o l’altra posizione, grazie a livelli anormali di coinvolgimento.
Con l’analisi si dimostra che la narrativa è stata costruita prima del processo elettorale, e sistematicamente coltivata fino a oggi.
«Le narrative definite polarizzanti sono dunque premeditate e mantenute nel tempo, in alcuni casi con evidenti sforzi per dimostrare la propria solidità – commentano i ricercatori di Alto -, grazie a riferimenti ad altre importanti e riconosciute fonti di informazione, individui identificati come esperti, dichiarazioni di figure pubbliche e al concetto di fact checking».
Il dibattito pubblico ha mostrato un’alta concentrazione su Twitter, con l’85 per cento degli utenti coinvolti nella discussione digitale iscritti al social network.
Due le comunità chiave alla base del dibattito: anti-immigrazione e pro-immigrazione.
Il principale gruppo sociale pro-immigrazione è formato da 35.017 utenti, quasi il doppio di quello anti-immigrazione.
Ma ha postato “appena” 187,665 tweet, 2 volte e mezza in meno rispetto ai loro “avversari”.
Questo gruppo sociale è strettamente legato a una comunità di utenti che difende l’immigrazione principalmente per valori religiosi: è formata da 7.478 utenti che hanno pubblicato 31.522 tweet.
Il nucleo pro-immigrazione e quelli contigui rappresentano il 53% di tutti gli utenti, ma appena il 27% di tutti i tweet.
Le comunità pro-immigrazione hanno concentrato le loro discussioni su diritto di asilo, il ruolo delle ONG a sostegno dei nuovi immigrati e l’obbligo morale di aiutare chi si trova in una situazione critica.
La loro narrativa collegano l’aiuto umanitario con l’idea dei diritti umani fondamentali, e le opinioni anti-immigrazione sono etichettate come razziste.
Queste comunità hanno supportato le loro narrazioni con siti italiani come Redattore Sociale, Open Migration, Famiglia Cristiana, Radio Vaticana, Rai o siti di organizzazioni non governative che lavorano nell’immigrazione in Italia.
I media stranieri con un’alta affinità includono The Guardian, Euronews e VICE
Il principale gruppo sociale anti-immigrazione è invece formato da 17.748 utenti, che hanno postato 469.881 tweet.
Questa comunità è strettamente correlata a chi critica il ruolo delle Ong, 7.577 utenti che hanno pubblicato 92.287 tweet.
Queste due comunità anti-immigrazione rappresentano il 32% degli utenti nella discussione principale sull’immigrazione, ma hanno prodotto un volume impressionante di tweet: sono il 68% di tutti quelli correlati alla discussione pubblica. «Ciò rappresenta un rapporto anormale di attività nel lungo periodo di sei mesi di analisi – spiegano i ricercatori -. Questi utenti mantengono alti livelli di attività , che potrebbero essere considerati comportamenti anomali se confrontati con altri utenti all’interno del dibattito pubblico».
Chi è più attivo, sostiene che l’Italia stia subendo un’invasione, con conseguenze economiche e sociali negative per gli italiani.
Seguono le critiche alla gestione dell’immigrazione di governo e politica, con una narrativa antieuropea basata sul discredito dell’Ue, sui dubbi sul suo ruolo e sul quello dell’Italia. Si associa così l’immigrazione a insicurezza, crimine e terrorismo.
La principale comunità anti-immigrazione è alimentata da un numero molto attivo e limitato di utenti allineati ideologicamente e influenzati dalle preferenze politiche per Lega Nord, Forza Italia e Casa Pound
Su un totale di 3.164 diverse fonti di contenuti – articoli di giornali, blog, immagini e video – i media stranieri hanno avuto un ruolo chiave.
Russia Today e Sputnik si sono classificati tra i primi 100 siti più influenti nel dibattito. La versione italiana di Sputnik News si è classificata al 40esimo posto, Russia Today al 58esimo.
«Quando abbiamo identificato quali community hanno condiviso più attivamente i contenuti di Russia Today e Sputnik News – continuano gli analisti – abbiamo scoperto che il 90,4% della distribuzione di contenuti Russia Today e Sputnik arriva da comunità anti-immigrazione».
Altri siti con elevata affinità all’interno degli utenti anti-immigrazione sono “Tutti I Crimini degli Immigrati”, “Il Populista”, “Italia Patriamia”, “Vox News” e siti web di partiti o personaggi politici come Movimento 5 Stelle e Beppe Grillo.
Il sito “Tutti i crimini degli immigrati” collega la sua ultima sezione di notizie a Vox News, un altro sito con un’alta affinità e influenza tra gli utenti anti-immigrazione. Vox News a sua volta include una sezione fact checking per consentire agli utenti di verificare le sue novità .
Vox afferma che «ogni post ha almeno un’altra fonte, oltre la nostra identificabile direttamente con un clic».
Dopo aver usato il servizio, gli analisti hanno rilevato che le fonti rimandano sempre a siti simili a Vox News, o a pagine di Facebook collegate al partito politico neofascista Casa Pound o di altri siti come “Tutti I Crimini degli Immigrati”.
Una costruzione narrativa che si auto alimenta.
E che continua a guidare il dibattito social sull’immigrazione.
(da “La Stampa”)
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Gennaio 25th, 2019 Riccardo Fucile A BORDO CI SONO OTTO MINORI, DIFFIDATO IL GOVERNO DALLE CONSEGUENZE CHE POTREBBERO DERIVARE… A SIRACUSA SINDACO, ARICVESCOVO E CENTINAIA DI CITTADINI CHIEDONO CHE SIA AUTORIZZATO L’ATTRACCO… E’ ORA CHE INTERVENGA LA MAGISTRATURA, NON ESISTE CHE UN INDAGATO PER SEQUESTRO DI PERSONA POSSA REITERARE IMPUNEMENTE IL REATO
“A Sea Watch, per riparare dalle condizioni meteo in ulteriore peggioramento, è stato
assegnato un posto di fonda a 1,4 miglia dal porto di Augusta, Marina di Melilli- Siracusa. Un posto di fonda invece di un POS (porto sicuro, ndr)”: con il messaggio su Twitter di Sea Watch Italy si apre l’ennesima battaglia navale che il governo Lega-M5S ha dichiarato al resto del mondo (e segnatamente dell’Europa) e con l’intelligenza umana.
La nave Sea Watch è ancorata ad un miglio a largo delle coste di Siracusa.
L’ingresso, secondo quanto si apprende dalla Guardia Costiera italiana, è stato consentito a causa delle cattive condizioni meteo per garantire la sicurezza dei 47 migranti che si trovano a bordo, ormai da 7 giorni, e della stessa imbarcazione.
La Sea Watch è affiancata da motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza.
Il ministro Di Maio ha invitato su Facebook la nave a fare rotta a Marsiglia, il responsabile delle Infrastrutture Toninelli ha detto che deve andare in Olanda.
Intanto Salvini ha fatto scrivere ad Amsterdam: “Il governo della Repubblica italiana invita il governo del regno dei Paesi Bassi a predisporre, con urgenza, gli adempimenti relativi all’organizzazione della presa in carico e del trasferimento in territorio olandese dei 47 migranti a bordo della nave olandese Sea Watch“.
Intanto il sindaco di Siracusa Francesco Italia ha scritto a Toninelli offrendosi per l’approdo e la stessa cosa ha fatto, scrivendo al capitano della Sea Watch, il primo cittadino di Napoli Luigi De Magistris.
Mediterranea Saving Humans, la piattaforma delle associazioni italiane che con Nave Mare Jonio si alterna con Open Arms e Sea Watch nel Mediterraneo, ha chiesto “ora che, sempre nel rigoroso rispetto della legge del mare, il Governo italiano assegni alla Sea Watch 3 il porto di Siracusa come POS (Place of Safety) e autorizzi immediatamente lo sbarco dei 47 naufraghi che si trovano da una settimana a bordo. Mediterranea ricorda a tale proposito che tra queste persone vi sono anche almeno otto minori non accompagnati e diffida il Governo dall’assumere qualsiasi iniziativa che possa risultare lesiva dei loro diritti soggettivi”.
I 47 migranti a bordo sono provati da sette giorni in mare gli ultimi due dei quali con onde alte sette metri e raffiche di vento a 70 nodi in ulteriore peggioramento. 36mila persone hanno finora aderito alla petizione lanciata online su ‘change.org’ da Luigi Manconi e Sandro Veronesi. T
ra i firmatari anche gli scrittori Andrea Camilleri e Roberto Saviano, il regista Matteo Garrone e Roberto Benigni.
”Vogliamo dare voce a un’opinione pubblica — si legge nell’appello — che esiste e che di fronte a una tale tragedia chiede di ripristinare il rispetto delle leggi e delle convenzioni internazionali, e soprattutto del senso della giustizia. A cominciare con il consentire alle navi militari e alle Ong che salvano le vite in mare di poter intervenire. E a chi finge di non conoscere le condizioni di quanti — grazie anche a risorse e mezzi italiani — vengono riportati nei centri di detenzione libici — si legge ancora nell’appello — chiediamo di fare chiarezza sul comportamento e sulle responsabilita’ della guardia costiera libica”.
La Diocesi di Siracusa, intanto, ha dato la disponibilità all’accoglienza dei migranti. “Di fronte a persone che rischiano la vita, ognuno di noi, per la propria parte, si deve attivare per assicurare la migliore accoglienza e la salvaguardia della vita”, ha detto l’arcivescovo, mons. Salvatore Pappalardo.
“Ho appreso che il sindaco ha dato la propria disponibilità per accogliere i migranti e questo fa onore alla città di Siracusa. Speriamo che la vicenda si risolva al meglio, non possiamo pensare che queste persone non abbiano alcun diritto, tra cui il diritto alla vita, all’accoglienza. Per cui quello che è nelle nostre possibilità va fatto. Mi auguro che in alto loco si pensi in maniera corretta“
(da agenzie)
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