Febbraio 18th, 2019 Riccardo Fucile
INVERSIONE DI TENDENZA, MAI IL GOVERNO COSI’ BASSO AL 55,6%… E ORA PER I GRILLINI SI APRE IL BARATRO DELLA SOGLIA DEL 20%
Secondo un sondaggio Swg diffuso nel corso del TgLa7 il M5s dopo un anno dal grande exploit del 4 marzo (33%) sarebbe ora al 22,1%. (in una settimana ha perso l’1,2%)
Un crollo verticale di consensi.
La Lega è data al 33,5%, in calo però dello 0,3% rispetto al precedenti rilevamento.
Il sondaggio La7 vede una ripresa del Pd, al 18,6% (+1,1%) e anche di Forza Italia, al 9% (+0,5%) meglio degli ultimi sondaggi.
Fdi è in calo dello 0,1% e si attesta al 4,5%.
Le forze minori eterogenee di centrosinistra-sinistra complessivamente arrivano al 9%.
(da agenzie)
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Febbraio 18th, 2019 Riccardo Fucile
INSULTI SESSISTI ALLA CONSIGLIERA M5S DI AOSTA CHE AVEVA DICHIARATO DI AVER VOTATO PER PROCESSARE SALVINI
Insulti nel mucchio: «Il M5S è una carrellata di gente senza cervello e di pagliacci». Insulti gratuiti ma individuali: «Sempre più cretina». Insulti classisti: «Penso sia meglio torni a fare mojto che gli riesce sicuramente meglio!!».
E poi le solite ossessioni onanistiche: «Si vede che per soddisfarsi ha bisogno dei neri ben dotati».
E’ piovuto di tutto sulla consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Manuela Nasso, rea di aver fatto sapere a tutti – attraverso Facebook – la sua intenzione di votare a favore dell’autorizzazione a procedere contro il ministro Matteo Salvini nell’ambito della vicenda della nave Diciotti.
Ma gli insulti non le sono arrivati come risposta al suo messaggio.
La pioggia di contumelie è apparsa sulla pagina curata da un suo collega di Consiglio Valle, il leghista Andrea Manfrin che aveva lanciato la provocazione: «La consigliera regionale valdostana dichiara che voterà a favore del via libera al processo di Matteo Salvini. Cosa ne pensate?».
Da lì il profluvio di risposte e di epiteti contro Nasso, con il titolare della pagina che ha scelto di non moderare il dibattito tranne nel caso della caduta di stile a sfondo razzial-sessuale, cancellata solo dopo essere stata denunciata sui social network con tanto di prove.
Nasso, per nulla intimorita, è intervenuta accusando Manfrin: «Caro collega, voterò affinchè Salvini e altri membri del governo vadano regolarmente a processo in nome di una giustizia in cui credo. Credo che nessuno debba evitare processi. Quanta tristezza questi commenti densi di odio. Mi sono confrontata con tante persone che voteranno diversamente da me ma mai risponderei con simile maleducazione e insulti».
E ancora: «Il collega in questione celandosi dietro la fanciullesca scusa del “non ho tempo” e del “mi scrivono in troppi” guarda caso non trova mai il tempo di cancellare i commenti irrispettosi e vomitevoli. Per cancellare un commento ci vogliono circa 3 secondi e mezzo».
(da “La Stampa”)
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Febbraio 18th, 2019 Riccardo Fucile
IL M5S DECRETA LA SUA FINE, IL BECCHINO DI MAIO PROVVEDERA’ ALLA SEPOLTURA DI QUELLO CHE PER MOLTI E’ STATO UN SOGNO E COME TALE VA RISPETTATO… VINCE LA PEGGIORE KASTA COLLUSA CON I POTERI FORTI LEGHISTI
Gli iscritti M5S hanno salvato Matteo Salvini. Contro l’autorizzazione a procedere per il vicepremier della Lega ha votato il 59% dei votanti su Rousseau.
Hanno votato in 52mila: 31mila contro l’autorizzazione a procedere per Salvini, 21mila a favore.
“Relativamente alla risposta: ‘Sì, è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato, quindi deve essere negata l’autorizzazione a procedere’ hanno votato 30.948 (59,05%)”, Si legge sul blog delle stelle.
“Relativamente alla risposta: ‘No, non è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato, quindi deve essere approvata l’autorizzazione a procedere’ hanno votato 21.469 (40,95%). La maggioranza ha pertanto deciso che il fatto è avvenuto per la tutela di un interesse dello stato, quindi deve essere negata l’autorizzazione a procedere”.
Ovviamente è tutto ipotetico, in quanto nessun controllo di autorità terza ha potuto verificare la veridicità e la regolarità del voto.
Se i dati fossero veri, va rimarcato che ben il 41% ha comunque votato in dissonanza con i vertici e contro il governo, certificando di fatto la fine dell’esperienza del Movimento.
Fatto altrettanto grave: quando si impedisce alla Magistratura di mandare a equo processo un imputato eccellente per un reato grave, si dà il via libera all’impunità per i delinquenti.
(da agenzie)
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Febbraio 18th, 2019 Riccardo Fucile
HA PAURA PER IL VOTO DI DOMENICA E IL BLOCCO AI SEGGI, MA I PASTORI SI GIOCANO IL LAVORO (CONCETTO ESTRANEO AL FANCAZZISTA) E NON MOLLANO … IL TOUR TRA SELFIE E CONTESTAZIONI
In tour elettorale in Sardegna senza accordo sul prezzo del latte e con un bersaglio solo: il Pd. Matteo Salvini viene marcato a uomo dai pastori.
In mattinata lo raggiungono nella piazza di Ozieri quando ha appena terminato il comizio elettorale e nel pomeriggio li incontra in Prefettura a Sassari.
Gli occhi sono puntati sul voto regionale di domenica con il suo carico di ansia dal momento che in ballo ci sono parecchi voti dei pastori che possono tornare utili al centrodestra in un momento in cui il candidato di sinistra Massimo Zedda sembra essere in rimonta: “Qui in Sardegna la scelta è tra la Lega e la sinistra. Non ci sono altri”, dice.
E a questo punto incassa qualche contestazione, fischi e urla a cui risponde: “Faremo un parco per i comunisti. E poi sei mesi di servizio militare obbligatorio per imparare l’educazione”.
Il leader della Lega teme l’astensione, tanti allevatori in lotta hanno consegnato le tessere elettorali nei propri comuni e minacciano di non recarsi alle urne se il governo non chiuderà l’accordo sul prezzo.
La delegazione che lascia il palazzo della Prefettura è sconfortata: “Gli abbiamo consegnato la nostra proposta di 85 centesimi, ha detto che farà qualcosa, che parlerà ancora con gli industriali”. Per ora però sono solo dichiarazioni di intenti perchè tra le parti è un muro contro muro.
L’ala leghista del governo e la Regione lavorano per chiudere l’intesa anche con misure finanziarie a sostegno della filiera concordate con le banche, ma le proteste dei pastori non si fermano.
Il prezzo di 72 centesimi a litro come acconto non accontenta nessuno e a sud dell’isola questa mattina cinque pastori incappucciati hanno bloccato un camion, hanno aperto il rubinetto e versato sulla strada quello che qui viene chiamato “l’oro bianco”.
Nello stesso tempo, nel nord della Sardegna, Salvini si concede a una raffica di selfie: “Mettetevi in fila ordinati, sono qui per tutto il tempo che volete”.
Resterà con i suoi tifosi per un’ora e mezza, saluta e abbraccia.
I toni sono cambiati rispetto a quelli di giovedì scorso quando aveva detto che non si sarebbe alzato dal tavolo se prima il prezzo del latte non fosse salito a un euro.
E invece oggi ha dovuto ammettere quanto sia difficile: “Abbiamo fatto sedere pastori e industriali anche in tavoli separati, perchè il clima non era affatto buono”.
In uno dei principali caseifici della Sardegna, quello dei fratelli Pinna a Thiesi, l’attività è ripresa oggi a singhiozzo dopo essere stato presidiato giorno e notte dai pastori.
Due camion, però, ha raccontato l’amministratore Paolo Pinna, sono stati inseguiti e che gli autisti hanno dovuto chiedere ai carabinieri di essere scortati.
Su quella che ormai viene chiamata la ‘guerra del latte’ stanno indagando le forze dell’ordine su indicazione delle procure competenti. Non c’è tregua dunque e Salvini ha anche convocato il comitato per l’ordine e la sicurezza perchè si può arrivare all’estremo gesto di bloccare i seggi elettorale.
(da “Huffingtonpost”)
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Febbraio 18th, 2019 Riccardo Fucile
LA SENATRICE M5S: “TUTTI I MESI VERSO 300 EURO, DOVREBBE FUNZIONARE COME UN OROLOGIO SVIZZERO”
“L’associazione Rousseau usufruisce di 90.000 euro di soldi pubblici, versati dai parlamentari, dal mese di Marzo 2018. Quindi ha ottenuto circa un milione di euro per implementare la piattaforma. Ad oggi non è dato di avere nè una fattura o una ricevuta del versamento nè un rendiconto puntuale di come sono stati impiegati questi soldi. Almeno dovrebbe funzionare come un orologio svizzero. Non riesco neanche a connettermi”.
Così scrive sul suo profilo Facebook la senatrice M5S Elena Fattori.
In un post scriptum la parlamentare rincara: “Tutti i mesi verso 300 euro e chiedo gentilmente, internamente, una fattura e il rendiconto. Mai ottenuto risposta. Quindi astenersi dal dire ‘i panni sporchi si lavano in casa’ o ‘questi discorsi fateli internamente’ perchè non funziona.
(da agenzie)
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Febbraio 18th, 2019 Riccardo Fucile
CONTESTATA L’EMISSIONE DI FATTURE INESISTENTI E BANCAROTTA
Arresti domiciliari per Tiziano Renzi e Laura Bovoli, genitori dell’ex premier Matteo Renzi. Secondo quanto si apprende, nei confronti dei due, e di un terzo soggetto, viene contestata l’emissione di fatture inesistenti.
Le misure sono state emesse dal gip di Firenze per bancarotta fraudolenta e per emissione e utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti.
Il provvedimento, eseguito dalla Guardia di Finanza, riguarda anche una terza persona, un imprenditore di Campo Ligure (Genova).
I tre, secondo quanto si apprende, sono stati nel tempo amministratori di fatto di tre società cooperative, due delle quali dichiarate fallite.
Le ipotesi di reato contestate riguardano da un lato l’emissione, tra il 2013 e il 2018, di fatture per operazioni inesistenti all’interno di una delle società e, dall’altro, un’ipotesi di bancarotta fraudolenta che sarebbe stata commessa per le due altre società cooperative tra il 2010 e il 2013.
Salta l’incontro di presentazione del libro di Matteo Renzi in programma questa sera alle 21 al Circolo della stampa. Terminato l’appuntamento a Nichelino, nel Torinese, l’ex premier, secondo quanto si è appreso in ambienti del Pd, è ripartito per Firenze.
(da agenzie)
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Febbraio 18th, 2019 Riccardo Fucile
PIATTAFORMA FUORI CONTROLLO: LA CONSIGLIERA COMUNALE DI BOLOGNA AVEVA LASCIATO IL M5S DOPO L’ACCORDO CON LA LEGA
Che fosse una buffonata politica lo hanno capito tutti. Anche se i grillini, usi a fare quello che dicono i capi senza fiatare (come nelle sette) in pubblico parlano di “democrazia”, di democrazia diretta e altre stupidaggini simili.
Ma c’è dell’altro: alla consultazione della base M5s sul caso Diciotti può votare anche chi ha lasciato (e non certo di nascosto) il Movimento.
A segnalarlo è Dora Palumbo, consigliera comunale di Bologna, oggi nel gruppo misto dopo aver rotto con i grillini quasi un anno fa.
“Chi sono gli iscritti alla piattaforma Rousseau? Chi può votare? Che affidabilità ha questo voto, visto che sono riuscita a votare anche io che ho lasciato il Movimento il 7 giugno 2018? E che dire di chi non ha mai fatto parte del Movimento?”, si chiede Palumbo, parlando con la ‘Dire’.
Per la cronaca, Palumbo ha votato “no” al quesito: scelta che equivale ad essere a favore dell’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini.
Del resto, Palumbo decise di lasciare il M5s proprio in disaccordo sulla scelta di siglare il contratto di Governo con la Lega.
“E’ un’alleanza con la casta, quella casta che per tanti anni avevamo combattuto”, dichiarò in quell’occasione Palumbo, bocciando nettamente la scelta di andare a governare “con una forza politica che non ha a cuore gli ultimi, ma cerca il consenso seminando odio e paura per poi innalzarsi ad antidoto per accaparrarsi voti”.
Da allora, il giudizio di Palumbo sul Movimento non è certo migliorato.
“E’ in corso una votazione su Rousseau a cui nessun seguace-attivista del M5s avrebbe mai immaginato di dover partecipare. Non credevo che in cosi’ poco tempo il M5s abbandonasse gran parte dei principi fondanti”, scrive la consigliera comunale su Facebook.
“Cos’è rimasto? Forse il rispetto dei due mandati e la Tav. Ma domani- aggiunge Palumbo- partono le gare d’appalto per la Tav: due bandi che insieme costituiscono i tre quarti dell’opera. Saranno stoppati?”.
(da Globalist)
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Febbraio 18th, 2019 Riccardo Fucile
POPOLARI E SOCIALISTI AVRANNO L’APPOGGIO DEI LIBERALI DI ALDE, RINFORZATI DALL’ADESIONE DI MACRON… POSSIBILITA’ ALLEANZA CON I VERDI … SOVRANISTI ININFLUENTI
Il terremoto politico non ci sarà , ma lo scossone arriverà comunque perchè dati alla mano popolari (Ppe) e socialdemocratici (S&D) europei da soli non avrebbero più il controllo del Parlamento europeo e le forze euro-scettiche e anti-sistema avanzeranno.
Se si andasse al voto il prossimo fine settimana, i due gruppi insieme avrebbero 318 seggi, 35 meno della maggioranza minima necessaria per poter garantire il corretto funzionamento dell’Eurocamera.
Questo gap potrebbe però essere colmato dai liberali (Alde), previsti in crescita anche senza la presenza de la Republique en Marche!, il partito del presidente francese, Emmanuel Macron.
Anche la Commissione in carica e guidata da Juncker venne eletta anche con i voti dell’Alde, e dunque da un punto di vista politico il funzionamento dell’Aula dovrebbe essere garantito.
Tutto questo emerge dalle prime proiezioni sulla composizione della prossima Aula, realizzate dal Parlamento europeo sulla base degli ultimi sondaggi nazionali condotti in tutti gli Stati membri, che l’istituzione comunitaria ha raccolto ed elaborato.
Si tratta del primo esercizio di questo tipo, che il Parlamento Ue intende condurre due volte al mese da qui al voto di maggio (23-26), per smettere di aggiornare le proiezioni in quei Paesi dove vige il silenzio elettorale, tra cui l’Italia.
I principali partiti tradizionali arretrano
I partiti tradizionali restano le principali forze politiche, ma perdono terreno. Se si andasse al voto questa settimana il Ppe sarebbe comunque il primo gruppo parlamentare con 183 seggi, 34 in meno rispetto a quelli occupati attualmente. Il grande sconfitto del voto risulterebbe il partito socialista europeo, che vedrebbe ridursi la propria truppa di europarlamentare di 51 unità , e fermarsi a 135 seggi.
Avanzano i gruppi anti-sistema
Gli attuali gruppi parlamentari che riuniscono le diverse forze euroscettiche e anti-sistema invece avanzano. Si tratta dei due gruppi Efdd (Europa della libertà e della democrazia diretta) e Enf (Europa delle nazioni e della libertà ), dove attualmente siedono rispettivamente Movimento 5 Stelle e Lega.
Mentre il primo gruppo arriverebbe a 43 seggi (+2), il secondo registrerebbe un piccolo boom salendo a 59 seggi (+22, diventando il quarto gruppo parlamentare dopo popolari (Ppe), socialisti (S&D) e liberali (Alde).
Sul gruppo Efdd pesa l’addio britannico. Qui siede l’Ukip, che contribuisce con 17 membri. Verdi e Liberali aghi della bilancia
Con la grande coalizione Ppe-S&D di per sè non più possibile, la maggioranza richiederà un’alleanza con almeno uno dei due gruppi tra liberali e Verdi.
I primi conterebbero 75 seggi (+7 senza En Marche!, conteggiato tra i seggi attribuiti ad ‘altri’), i secondi 45 (-7), e quindi in grado di colmare il vuoto di 35 voti mancanti per approvare o respingere i provvedimenti in Aula.
I liberali appaiono l’alternativa più fattibile.
I Verdi hanno già da tempo espresso la loro contrarietà a sostenere il candidato del Ppe, Manfred Weber, alla presidenza della Commissione europea, e la volontà di non fare concessioni. L’alleanza eventuale con i Verdi dovrà essere negoziata, come del resto quella con i liberali.
Crollano i conservatori: è l’effetto Brexit
Le proiezioni del Parlamento europeo si basano sull’assunto che il Regno Unito non partecipi alle elezioni per via della Brexit, che dovrebbe realizzarsi a fine marzo, prima delle elezioni europee.
L’effetto immediato è il crollo del gruppo dei Conservatori (Ecr), dove attualmente siedono i conservatori britannici, la delegazione più numerosa del gruppo. Si prevedono 24 europarlamentari in meno per il gruppo, che dovrebbe portarne a Bruxelles 51 (contro gli attuali 75).
Il dilemma dei Cinque stelle, al momento senza gruppo
Se le cose restassero come sono, il Movimento avrebbe non pochi problemi, visto che al momento solo una delle forze politiche con cui sta cercando di formare un gruppo porterebbe persone in Parlamento.
Sono previsti 0 seggi per i polacchi di Kukiz15, per i finlandesi di Liike Nyt, e per i greci di Akkel. Solo i croati di Zivi Zid risulando in grado di eleggere parlamentari (due, grazie al 12,3% dei consensi di cui gode attualmente).
(da “La Stampa”)
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Febbraio 18th, 2019 Riccardo Fucile
PICCOLA LEZIONE DI DIRITTO A SALVINI: “LA RICHIESTA VA FATTA DAL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA ITALIANO A QUELLO FRANCESE”
Parigi non vede “alcuna ragione per opporsi all’estradizione dei terroristi reclamati dall’Italia” lo dice a Le Monde la ministra francese per gli Affari europei Nathalie Loiseau che conferma come il rientro dell’ambasciatore Christian Masset segna un clima di distensione tra le due nazioni.
Alla ministra si appella Matteo Salvini dal palco di Ozieri (Sassari) questa mattina: “Aspettiamo che Parigi ci restituisca i 15 terroristi”
Loiseau però chiarisce che, quello degli ex brigatisti rifugiati in Francia “è un tema che viene trattato da giustizia a giustizia. Non spetta a un ministro dell’Interno (Matteo Salvini ndr), sia esso vicepremier, di venire a prendere i brigatisti in Francia e non spetta al suo omologo francese consegnarglieli. Ci sono dei magistrati che lavorano tra loro, studiando caso per caso, vegliando al rispetto di una eventuale prescrizione dei fatti. Si farà caso per caso, ma non c’è alcun motivo di opporsi a una eventuale estradizione”
(da “Huffingtonpost”)
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