Marzo 2nd, 2019 Riccardo Fucile
E’ QUANTO EMERSO DALL’ASSEMBLEA MOLTO PARTECIPATA A TRAMATZA
I pastori sardi per il momento non torneranno in strada a versare il latte. Ma potrebbero escogitare nuove forme di protesta per farsi sentire e chiedere un prezzo più alto per il prodotto del loro lavoro.
Nel frattempo, è stato dato pieno mandato a una delegazione per proseguire le trattative: il 7 marzo è un programma il secondo round in prefettura a Sassari per cercare di chiudere un accordo tra allevatori e industriali caseari.
È quanto emerso dall’assemblea a Tramatza, un incontro molto partecipato che ha coinvolto un migliaio di pastori.
Nelle fasi iniziali della riunione diversi delegati hanno denunciato la “sparizione” di molti politici ed esponenti del governo nazionale e regionale, che prima del voto facevano la fila per manifestare solidarietà e appoggio alla battaglia degli allevatori.
Durante il dibattito sono stati condannati anche gli ultimi episodi di violenza e minacce nei confronti degli addetti ai trasporti del latte.
Rimane, però, ancora senza soluzione la questione del prezzo.
L’obiettivo è innanzitutto quello di partire da una soglia minima più alta di quella emersa nel tavolo a Cagliari con il ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio e ribadita alla ripresa del negoziato a Sassari: 72 centesimi al litro, la controproposta dei pastori è di arrivare a 80 centesimi subito per raggiungere il traguardo di un euro a fine stagione.
In questi giorni gli allevatori attendono anche i movimenti dalla Borsa di Milano per mettere in moto il meccanismo che, attraverso il rialzo del prezzo del Pecorino romano, dovrebbe far sollevare anche il valore del latte sul mercato.
Nell’assemblea che si è svolta oggi a Tramatza che ha coinvolto un migliaio di pastori, diversi delegati hanno denunciato la “sparizione” di molti politici ed esponenti del governo nazionale e regionale, che, sottolineano, prima del voto facevano la fila per manifestare solidarietà e appoggio alla battaglia degli allevatori.
Dopo gli assalti ai furgoni e alle autocisterne del latte, sono state incrementate le misure di vigilanza attraverso il potenziamento dei servizi di controllo del territorio.
E’ quanto emerso dalla riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica che si è riunito a Nuoro. Alla riunione, presieduta dal prefetto Giuseppe Marani, che è anche commissario governativo per la vertenza sul prezzo del latte, hanno partecipato i presidenti del Consiglio delle Autonomie locali e dell’Anci Sardegna.
Da parte di tutti, “la più sentita condanna” per il grave episodio avvenuto a Nule (Sassari) nei giorni scorsi, quando un autotrasportare è stato aggredito e legato a un albero da uomini armati e a volto coperto, che hanno poi incendiato il mezzo.
(da agenzie)
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Marzo 2nd, 2019 Riccardo Fucile
PAESE IN RECESSIONE MA GIGGINO SULLA RAI SPIEGA CHE TUTTO VA BENE
Ve lo ricordate? Giornalisti sciacalli. Bugiardi, giornalai, servi del potere e delle èlite. E tanti insulti e parolacce di storie di invasati che popolavano i social grillini
E lo stesso Di Maio che si era lasciato andare a contumelie
Però non è tutto vero. C’è una Rai che adesso piace tanto a “Giggino” e ai miracolati del governo e a tanti parlamentari della maggioranza, quelli che vanno in Tv per leggere le veline preparate dal Grande Fratello.
Ad esempio questa: Intervista del #Tg2rai al vicepremier e ministro del lavoro @luigidimaio che annuncia entro pochi giorni un decreto per sbloccare i cantieri.
Prudente invece sulle autonomie regionali. E sul costo del lavoro dice: “Lo taglieremo risparmiando sulla pubblica amministrazione”.
Mentre l’Italia è in recessione, mentre M5s è in crollo verticale di consensi, mentre lo spread continua a viaggiare su numeri alti, sul servizio pubblico è andata in onda un’intervista dalle domande comode.
Mancava solo un elogio alla Casaleggio Associati e si sarebbe chiuso il cerchio.
(da Globalist)
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Marzo 2nd, 2019 Riccardo Fucile
NON BASTA PAGARE LA TASSA RIFIUTI PIU’ ALTA D’ITALIA
Gaudete et exsultate, cittadini di Roma.
Oltre ad avere la fortuna di pagare una delle tariffe rifiuti più alte d’Italia e vedere la città ridotta una monnezza, ora avrete anche un’altra clamorosa opportunità : quella di pagare le tasse più alta d’Italia per vedere svolta la manutenzione del verde pubblico e poi di farla voi, la manutenzione, perchè AMA non la fa.
L’opportunità è oggi concessa dal nuovo regolamento del verde varato dalla Giunta Raggi. Racconta oggi Il Messaggero:
In attesa che parta l’abbattimento massiccio dei pini «piantati durante il regime fascista», per cui la sindaca Virginia Raggi ha chiesto un aiuto (e tanti soldi) al governo amico di Lega e 5 stelle, i grillini romani lanciano l’idea delle potature fai-da-te. La filosofia è chiara: se l’albero sotto casa non viene toccato da una cesoia da chissà quando e le frasche si sono allungate minacciosamente, il comune cittadino — o un comitato di quartiere — può «adottarlo» e dargli una sforbiciata lui.
Può sembrare una boutade, ma la proposta è contenuta nel nuovo “Regolamento del verde e del paesaggio urbano di Roma Capitale”.
Il testo è ora al vaglio della Commissione Ambiente e a stretto giro dovrebbe approdare in Assemblea capitolina. «Cittadini singoli o in forma associata, nonchè ordini professionali», si legge nella bozza del provvedimento, possono prendersi cura direttamente di tronchi e rami malmessi
Ci sono però una serie di questioni che il cittadino dovrà affrontare prima di mettersi a fare il lavoro per cui paga le tasse:
Come? Con la «formale assunzione dell’impegno a mantenere, per un periodo di tempo determinato, la cura dell’albero e/o degli alberi secondo un livello quali-quantitativo di interventi», da contrattare con un apposito «disciplinare manutentivo».
Per ottenere l’autorizzazione a lavorare con la cesoia toccherà presentare al Comune «documentazione attestante il possesso delle competenze necessarie per gli interventi sugli alberi».
Non ci sarà però ricompensa: l’interveniente, spiega il regolamento a proposito di chi dovrà fare il lavoro per cui ha già pagato le tasse, non ha diritto ad alcun corrispettivo. Nemmeno uno sconto sulla TASI.
Anzi, dovrà pagarsi una copertura assicurativa per la responsabilità civile verso terzi. Chiaro, no?
(da “NextQuotidiano”)
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Marzo 2nd, 2019 Riccardo Fucile
IMPONENTE PARTECIPAZIONE OLTRE OGNI ATTESA: UN’ALTRA VISIONE DEL MONDO E’ POSSIBILE… CONTRO IL GOVERNO RAZZISTA MOBILITAZIONE DELLA SOCIETA’ CIVILE… E’ FINITA LA PACCHIA, I BUONISTI SI SONO INCAZZATI
Un fiume di persone colorato e allegro. Una partecipazione straordinaria.
Poco dopo la partenza del corteo antirazzista di Milano, c’è già un numero: 200.000.
Felice il sindaco Beppe Sala, che vede nella giornata un segnale di un prima e un dopo: “E’ un momento di grande cambiamento per il Paese, è questa la nostra visione dell’Italia. Uno spartiacque per la società “.
Più che una manifestazione tradizionale, quello di oggi è un grande evento con un afro street party finale in piazza Duomo del dj italo nigeriano Simon Samaki Osagie, l’inventore dell’ultima moda britannica in fatto di flash mob musicali a tema politico, venuto appositamente da Londra.
Partita alle 14 in via Palestro angolo corso Venezia per arrivare in Duomo, è subito un successo (anche oltre le aspettative) la lunghissima passeggiata nel centro della città , accompagnata dalla musica, dai colori, dai balli e dalle speranze di decine di migliaia di persone: “People-prima le persone”, contro tutte le discriminazioni, vuole sfidare il governo, perchè – per usare sempre le parole di Sala: “Un’altra visione del mondo è possibile”.
L’idea è stata lanciata in autunno da sei sigle del terzo settore (Insieme Senza Muri, Anpi, Acli, Sentinelli, Mamme per la pelle e Action Aid).
Numeri da record, 1.200 fra enti e associazioni presenti con striscioni loro, 40mila adesioni solo su Facebook, 700 Comuni aderenti, 20 presenti in piazza anche con il gonfalone e gli assessori, fra questi quello di Riace.
Tanti i politici, leader nazionali e segretari generali di sigle come Cgil, Cisl, Uil, Arci, Emergency, Amnesty International, Medici senza frontiere.
Tutti uniti in nome della tolleranza e del rispetto dei diritti delle persone e delle minoranze, in un ventaglio larghissimo che va dai migranti all’universo Lgbt, dai disabili alle donne. Ci sarà anche famiglia di Bakary, il ragazzo adottivo bersaglio delle scritte razziste.
Obiettivo dichiarato era quello di uguagliare quel traguardo del 20 maggio del 2017 che portò in piazza sempre a Milano 100mila persone e di superare i 50mila arrivati in piazza del Popolo a Roma per il raduno #primaglitaliani del leader leghista Matteo Salvini.
Ma la risposta di Milano anche stavolta’è stata straodinaria: “Siamo 200mila! – twitta Majorino a un’ora dalla partenza – corteo allegro, festoso e tranquillo, di tutti i colori”. Nessun comizio finale e discorsi paludati, tutto si conclude al tramonto, al suono dell’inno “People have the power” di Patty Smith.
Un lungo serpentone, con una decina di carri musicali, fra cui quello dedicato alla legge Pillon e all’omofobia (Sentinelli) e quello a forma di barcone nel quale sfileranno volontari e sostenitori delle ong Mediterranea, Open Arms e Sea Watch.
Poi ci sono le decine di volti del mondo dello spettacolo e della cultura: fra loro, Malika Ayane, Silvio Soldini, Giobbe Covatta, Claudio Bisio, Luca Bigazzi, Amelia Monti, Lella Costa.
Ma il grosso, sono i cittadini, giovani e anziani, single e famiglie. C’è anche Ornella Vanoni: “Perchè tutto questo odio? Spero che questa piazza abbia un senso – dice – siamo qui per dire che non siamo razzisti. Una città importante come Milano deve diventare multietnica come lo sono Parigi e New York”.
(da agenzie)
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