Maggio 8th, 2019 Riccardo Fucile
FONTI INTERNE ALLA BANCA: “QUEL MUTUO NON DOVEVA ESSERE EROGATO, VIOLATA OGNI PROCEDURA: MANCAVANO LE GARANZIE”
“E’ finita la pacchia!”, diceva quello. Per alcuni, certo. Ma non per tutti.
Ad esempio il mutuo di Armando Siri a San Marino, spiega oggi il Fatto Quotidiano, è stato concesso a condizioni talmente vantaggiose da sembrare piuttosto anomale.
Quel mutuo, spiega al Fatto Quotidiano una fonte interna alla banca sanmarinese che vuole mantenere l’anonimato, non poteva nè doveva essere erogato: viola qualsiasi procedura corretta di analisi del rischio e anche il normale buon senso.
Gli uomini che normalmente dispongono dell’analisi della solvibilità del credito nelle banche sanno benissimo che, oltre alle ipoteche di rito, conta nell’assegnazione di un prestito immobiliare anche la capacità di onorare le rate. La capacità di rimborso, insomma.
E questo dipende non solo dalla solidità patrimoniale del soggetto (che già nel caso di Siri manca) ma anche dal suo reddito.
L’ultima dichiarazione dei redditi del 2017 assegna a Siri un imponibile di 25mila euro e poco più. Tolte le tasse quel reddito non basta neanche a coprire le mensilità di rate per un intero anno.
Un mutuo di quell’entità pur nelle migliori condizioni di tasso e durata supera i 2mila euro di rata mensile. Totale 24mila euro di rimborso annuo.
Siri,pagatele tasse,avrebbe un reddito netto di meno di 20mila euro. Neanche sufficiente a coprire un anno di pagamenti.
Certo, Siri è parlamentare e a tutt’oggi può contare su un sontuoso stipendio. Ma per definizione quello del politico è un “lavoro” precario, dove si rischia di finire a casa da un giorno all’altro (e lo stesso Siri ne è l’esempio vivente).
E ancora. Come sa bene qualsiasi italiano che ha un mutuo, le banche finanziano al massimo l’80 per cento del valore dell’immobile.
L’avvocato di Siri ha detto che “la banca ha erogato un regolare finanziamento, per altro per un importo pari al prezzo dell’acquisto del bene”.
Un mutuo al 100% quindi, cosa che a un normale italiano verrebbe negata all’istante. Evidentemente a San Marino, e in particolare alla Banca Agricola Commerciale, le procedure nell’assegnazione dei prestiti non sembrano essere improntate al rigore e alla sana e prudente gestione del credito.
Basti del resto l’importo. A Siri, senza ipoteche e contando solo sull’indennità parlamentare, hanno dato sull’unghia oltre mezzo milione di euro.
Ebbene, tutta la banca, guidata dal nuovo direttore generale Marco Perotti insediatosi a luglio del 2018, aveva nel 2017 (ultimo bilancio disponibile) un totale prestiti di 542 milioni. Significa che Siri da solo costituisce un millesimo di tutto lo stock dei prestiti della Banca.
(da “NextQuotidiano”)
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Maggio 8th, 2019 Riccardo Fucile
40.000 EURO VERSATI A “PIU’ VOCI”; UN ESCAMOTAGE PER FINANZIARE LA LEGA
I pubblici ministeri di Milano indagano sui soldi di Esselunga alla onlus leghista PiùVoci.
Lo scrive oggi il Fatto Quotidiano, che ieri, in un articolo a firma di Gianni Barbacetto e Valeria Pacelli, avevano rivelato l’indagine nei confronti dell’associazione presieduta dal tesoriere della Lega Giulio Centemero.
L’inchiesta riguarda 40 mila euro versati da Bernardo Caprotti, il patron della Esselunga, poi scomparso nel settembre 2016.
I pm milanesi hanno aperto un fascicolo “a modello 44”, cioè con l’indicazione del reato — finanziamento illecito — ma per ora senza alcun nome di persona indagata.
§Esselunga ha regolarmente iscritto a bilancio l’erogazione come finanziamento a Più Voci. Ma i magistrati ipotizzano che si tratti di un modo obliquo per far arrivare soldi alla Lega.
Del versamento di Esselunga si era già occupato L’Espresso.
Secondo quanto riportato dal settimanale, la causale del bonifico di 40 mila euro “versato a giugno 2016 recita ‘contributo volontario 2016’”. All’Espresso la catena di supermercati aveva spiegato che quella somma di denaro “è stata destinata a Radio Padania nell’ambito della pianificazione legata agli investimenti pubblicitari su oltre 70 radio”.
L’ipotesi che i magistrati guidati dal procuratore Francesco Greco stanno verificando è che Centemero fosse alle prese, nel 2015, con la crisi di Radio Padania, l’emittente radiofonica della Lega, che per sopravvivere aveva urgente bisogno di fondi.
Il rischio era però che fosse considerata dai pm un organo del partito, con il rischio che i soldi arrivati sui suoi conti potessero essere sequestrati.
Ecco allora —secondo le ipotesi investigative — l’utilizzo, per la raccolta di fondi per la Lega e le sue attività , di una associazione, Più Voci, che meno facilmente poteva essere individuata come strumento del partito, benchè avesse come presidente il tesoriere della Lega.
(da “NextQuotidiano”)
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Maggio 8th, 2019 Riccardo Fucile
CHISSA’ SE ANCHE OGGI SALVINI SI CONGRATULERA’ CON LE FORZE DELL’ORDINE PER AVER SMASCHERATO LA TANGENTOPOLI LOMBARDA
Che la questione delle tangenti in Lombardia non fosse finita lì per Attilio Fontana si era capito dalle parole di Francesco Greco in conferenza stampa dopo gli arresti per l’incarico all’interno del Nucleo di valutazione degli investimenti della Regione Lombardia ottenuto da Luca Marsico, suo socio di studio. Ma Luigi Ferrarella sul Corriere della Sera racconta che la situazione è precipitata in serata: il governatore è indagato per abuso d’ufficio.
Parte della storia è raccontata nell’ordinanza che ha portato agli arresti 43 persone nel “Jurassic Park della corruzione” che ha visto coinvolti Gioacchino Caianiello, ex coordinatore provinciale di Forza Italia a Varese e Diego Sozzani, parlamentare di Forza Italia accusato nell’inchiesta di finanziamento illecito oltre che il consigliere comunale milanese e vicecoordinatore regionale di Forza Italia Pietro Tatarella, candidato alle Europee, che proprio ieri mattina aveva in programma una comparsata ad Agorà su Raitre.
Il leghista Attilio Fontana avrebbe ricevuto e declinato una proposta corruttiva. Non denunciò ed è parte offesa di un’ipotesi di istigazione alla corruzione: un’operazione ricostruita nelle pagine dell’ordinanza della maxi inchiesta milanese e imputata a Gioacchino Caianiello, ex coordinatore provinciale di FI a Varese, arrestato e accusato anche di istigazione alla corruzione proprio nei confronti di Fontana, non indagato e parte offesa in questo capitolo.
Il presidente Fontana, spiega il gip, “dopo un’iniziale apertura sul punto, preferirà successivamente percorrere una diversa strada, non accogliendo la proposta corruttiva avanzatagli da Caianiello”.
Il gip, in una decina di pagine dedicate a questo capitolo, chiarisce che “la premessa logica e concettuale” risiedeva “nella mancata rielezione alla carica di Consigliere regionale dell’avvocato Luca Marsico, socio di studio del presidente della Regione”.
Una delle cause della mancata rielezione di Marsico era riconducibile proprio “al boicottaggio della sua campagna elettorale da parte di Caianiello”.
Da qui nacque, secondo il gip, “la volontà del Presidente Fontana”, poco dopo la sua elezione, “di trovare il modo di ricollocare professionalmente il suo socio di studio e, a tal fine” Fontana intrattenne “una serie di incontri con Caianiello”.
E sulla scorta di “tale esigenza palesatagli da Fontana” Caianiello si mise “rapidamente in moto”.
Il Governatore, però, alla fine rifiutò la sua proposta. Tra le molte intercettazioni citate dal gip anche una in cui emerge una “manifestazione di stima che Fontana tributa a Caianiello, ricordandogli di aver già seguito quasi tutti i suoi consigli”.
Quest’ultimo riferimento, riassume il gip, “concerne le nomine per la composizione della Giunta regionale in relazione alle quali Fontana effettivamente ha seguito i consigli di Caianiello”. Nella telefonata il Governatore diceva: “hai visto che i tuoi .. i tuoi consigli li ho seguiti quasi tutti”.
Questo è quanto si sapeva fino a ieri.
Ma l’enfasi posta sull’”altra soluzione” da parte di Fontana è quella che mette nei guai il governatore leghista.
Racconta il Corriere
È un salvataggio in corner, ma anche l’inizio di un mezzo autogol. Salva in extremis Fontana dal concorso nella corruzione propostagli da Caianiello, facendone per i pm la «parte offesa» di una «istigazione alla corruzione» (seppure non denunciata perchè, dirà poi ieri Fontana in Regione, «non percepita»).
Ma nel contempo peggiora la posizione del governatore lombardo quando ieri, in Regione, la Guardia di Finanza acquisisce i documenti sul fatto che poi Fontana abbia davvero attuato una delle «alternative» che aveva immaginato: e cioè nell’ottobre 2018 abbia proposto alla giunta regionale di nominare il suo socio di studio Marsico tra i membri esterni di un«Nucleo di valutazione degli investimenti pubblici» (11.500 euro l’anno e 180 a seduta).
È a questo punto che Fontana – appena incensato dal vicepremier e segretario leghista Salvini che se ne dice«doppiamente orgoglioso», e reduce da una seduta in Regione nella quale i consiglieri di maggioranza lo acclamano quando rivendica «vado avanti corretto e trasparente come sempre sono stato» –viene indagato dalla Procura per l’ipotesi di «abuso d’ufficio».
Già , proprio ieri Matteo Salvini aveva detto: “Se qualcuno ha tentato di corrompere un governatore leghista che non si è fatto corrompere sono doppiamente orgoglioso”.
E oggi?
(da “NextQuotidiano”)
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