Giugno 6th, 2019 Riccardo Fucile VENDITA SOTTOPREZZO DI PALAZZO BERETTA A MILANO, QUANDO ERA ASSESSORE… GARAVAGLIA E’ A PROCESSO ANCHE PER TURBATIVA D’ASTA IN UN ALTRO PROCEDIMENTO: CHIESTA LA SUA CONDANNA A DUE ANNI
Un altro esponente della Lega nel mirino della magistratura. Si tratta di Massimo Garavaglia
sul quale indaga la magistratura contabile. La Procura della Corte dei Conti della Lombardia ha contestato il danno erariale al viceministro leghista all’Economia.
L’accusa si riferisce a quando Garavaglia era assessore all’Economia in Lombardia. Le indagini si svolgono in relazione alla “vendita sottoprezzo” e alla locazione di Palazzo Beretta a Milano, ceduto da Ats Milano, ex Asl.
Il danno è quantificabile per un “valore compreso” tra 1 e 13 milioni per vendita e un danno da locazione che supera i 6 milioni.
Secondo i pm contabili Garavaglia “ha assunto un ruolo propulsivo del procedimento contrattuale pressando per la conclusione della vendita”.
Secondo la Procura aveva in mano “la regia dell’intera operazione, nonostante la posizione di conflitto d’interesse discendente dal cumulo dell’ufficio di consigliere nel cda di Cassa Depositi e Prestiti”, e nonostante fosse “privo della competenza per materia” che apparteneva “all’Assessore alla Salute”.
La “vendita mista a locazione” del palazzo, scrivono i magistrati, ”è stata guidata secondo irrazionali logiche economiche di accelerazione dei modi e dei tempi della cessione, con la contestuale integrale omissione di tutti i principi e di tutti gli istituti posti a garanzia della buona e sana gestione finanziaria degli interessi della Ats Milano”. Interessi che “sono stati irreversibilmente pregiudicati dall’omessa utilizzazione degli schemi dell’evidenza pubblica e dall’inadeguatezza del procedimento di stima del valore immobiliare”.
L’invito a dedurre è stato notificato anche al vicedirettore generale pro-tempore di Infrastrutture Lombarde spa Guido Bonomelli, al direttore generale pro-tempore dell’Asl Milano e al direttore generale pro-tempore al Welfare di Regione Lombardia.
Le indagini, delegate dalla Procura contabile al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano, sono mirate a verificare il procedimento attuato dalla pubblica amministrazione nella vendita dell’immobile di Corso Italia 19.
Serviranno anche “alla individuazione di eventuali profili di diseconomicità e/o di irragionevolezza economica della cessione del bene, inerenti la stima del prezzo di alienazione ed i successivi contratti di locazione di immobili destinati all’allocazione degli uffici della Sanità metropolitana”.
Le indagini dei magistrati contabili sono iniziate in seguito all’archiviazione di un fascicolo penale aperto sulla vicenda in quanto erano state riscontrate “patologie contrattuali” attinenti alla “complessiva diseconomicità ” dell’operazione di vendita e locazione del palazzo.
(da agenzie)
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Giugno 6th, 2019 Riccardo Fucile “DIECI CINESI ARRESTATI”, MA IN REALTA’ SONO SOLO TRE… MA COME MAI SALVINI NON ANTICIPA LA NOTIZIA DEL LEGHISTA GARAVAGLIA INDAGATO DALLA CORTE DEI CONTI PER MILIONI DI EURO?
Il leader leghista anticipa (di nuovo) la procura annunciando gli arresti di alcuni cittadini cinesi mentre le operazioni erano ancora in corso, come aveva fatto già nel dicembre 2018, attirando le critiche di Armando Spataro.
“Si erano fronteggiati a Prato con coltelli e pistole per il controllo della prostituzione: dieci cinesi, tra cui sei clandestini, sono stati arrestati. Grazie ai Carabinieri! Nessuna tolleranza per i delinquenti: per loro la pacchia è finita!”, dice il vicepremier e la dichiarazione ha “irritato”, stando a quanto riporta l’Ansa, il procuratore di Prato Giuseppe Nicolosi, perchè le operazioni sono ancora in corso e anche perchè, al momento, le misure cautelari eseguite nei confronti dei cittadini cinesi, sono solo 3.
L’inchiesta risale all’estate 2018 quando alcuni orientali, probabilmente di due ‘bande’ rivali, si affrontarono a sud della città , in una sparatoria. Tra le tre persone arrestate nelle ore scorse, quando è scattato il blitz dei carabinieri, c’è Lin Xia, gestore dell’hotel Luxory al Macrolotto uno, il quartiere industriale a sud della città . Secondo l’accusa si tratta di uno dei principali organizzatori dei traffici illegali sul territorio pratese.
Non è la prima volta che Salvini “anticipa” la procura. Il precedente parte da un tweet del 2018, nel quale Salvini aveva annunciato un’operazione delle forze dell’ordine ai danni della criminalità organizzata nigeriana e Armando Spataro, ex procuratore di Torino, in tutta risposta aveva diffuso un comunicato in cui osservava che il post di Salvini contraddiceva: “Prassi e direttive vigenti nel Circondario di Torino secondo cui gli organi di polizia giudiziaria che vi operano concordano contenuti, modalità e tempi della diffusione della notizie di interesse pubblico, allo scopo di fornire informazioni ispirate a criteri di sobrietà e di rispetto dei diritti e delle garanzie spettanti agli indagati per qualsiasi reato”.
(da agenzie)
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Giugno 6th, 2019 Riccardo Fucile DOSSIERAGGIO INTIMIDATORIO DEL VIMINALE, UNA VERGOGNA UNICA IN EUROPA
“Il diritto di critica quale espressione della libertà del pensiero appartiene a ogni cittadino. I
magistrati non intendono sottrarsi a nessuna forma di confronto o critica purchè fondata su circostanze veritiere”.
Queste le parole con cui la presidente della corte d’appello di Firenze, Margherita Cassano, è intervenuta durante una conferenza stampa, convocata al tribunale di Firenze, all’indomani degli attacchi da parte del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, a due magistrati di Firenze e uno di Bologna che avevano espresso parere negativo su suoi provvedimenti: Luciana Breggia, presidente della sezione per l’immigrazione del tribunale di Firenze, Rosario Trizzino, del Tar sempre del capoluogo toscano, e Matilde Betti, presidente della prima sezione del tribunale civile di Bologna.
“Ritengo doverso intervenire in ordine al linciaggio morale cui è ingiustamente sottoposta Luciana Breggia, esposta per i gravi attacchi subiti a pericolo per la sua incolumità “, ha spiegato Cassano che ha annunciato di “aver chiesto l’intervento del Csm affinchè valuti la sussitenza dei presupposti per l’apertura di una pratica volta a riaffermare la piena legittimità dell’operato del Magistrato e a ristabilire il rispetto reciproco tra istituzioni dello Stato”.
Sulla questione interviene anche l’associazione dei giuristi democratici che. intervenendo sul caos che sta investendo le procure, afferma: “In questo clima non può considerarsi casuale l’ultimo intervento del Viminale di inedita e inaudita gravità , allo scopo di alimentare una ‘caccia alle streghe’ senza precedenti. Il Ministro dell’Interno si scaglia contro i Magistrati che hanno pronunciato sentenze favorevoli all’iscrizione all’anagrafe di cittadini extracomunitari richiedenti protezione internazionale. – prosegue ancora – Debordando da ogni diritto costituzionale, il tentativo esplicito è quello di colpire Magistrati sgraditi al Ministro, nell’esercizio della loro giurisdizione, aggredendo mediante un’opera di dossieraggio palesemente intimidatoria il loro impegno civile e sociale, nonchè la loro libertà di manifestazione del pensiero, quali cittadini”
La presidente ha ricordato che “attacchi generici e ingiustificati non giovano alla comprensione delle problematiche giuridiche, pregiudicano la serenità del giudice che nella sua quotidiana attività di interpretazione delle norme non deve essere soggetto a nessuna forma di pressione interna o esterna essendo la sua autonomia e indipendenza funzionali alla imparziale applicaizone della legge, a sua volta finalizzata a garantie l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge”.
(da agenzie)
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Giugno 6th, 2019 Riccardo Fucile SUA DENUNCIA IGNORATA DAI TG DI REGIME, SUBAPPALTI IN MANO ALLE MAFIE, AUMENTA IL NUMERO DELLE SOCIETA’ INTERDETTE
Il decreto sbloccacantieri “è stato fatto segno di numerose e sostanziali modifiche e ad oggi si fa fatica ad orientarsi fra gli emendamenti e i subemendamenti approvati e modificati e a individuare, quindi, un testo su cui potersi confrontare”.
Lo ha detto il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, nella sua relazione annuale in Parlamento.
Per Cantone “il settore degli appalti ha assoluto bisogno di stabilità e certezza delle regole, e non di continui cambiamenti”.
Così come rilevato da associazioni di impresa, organizzazioni sindacali e autorità il rischio è quello di una eccessiva discrezionalità , che potrebbe aprire la strada a fenomeni corruttivi, e di trovarsi di fronte ad una deregulation del settore degli appalti, con regole che cambiano facendo venire meno quella certezza indispensabile alle imprese per poter affrontare gli investimenti
Aumenta il commissariamento delle imprese raggiunte da interdittiva antimafia, “istituto – sottolinea Cantone – di competenza del solo prefetto e sul quale comunque l’autorità viene sempre sentita. Le imprese interdette, comunicate all’autorità ai fini dell’annotazione nel casellario, sono cresciute in modo significativo e progressivo dal 2015 al 2018, giungendo a circa 1900 in totale: un numero preoccupante, sintomatico di quanto le organizzazioni criminali stiano infiltrando l’economia legale”.
“Da magistrato che si è occupato di antimafia dico che questo numero non può essere assolutamente sottovalutato ma è molto preoccupante”.
Il presidente dell’Anac, Cantone, critica poi l’intesa tra M5S-Lega sulle modifiche inserite allo sblocca cantieri. “Seppure opportunamente ridimensionata rispetto ai 200 mila euro del testo originario, la previsione di una soglia abbastanza alta (150 mila euro) entro la quale adottare una procedura molto semplificata (richiesta di soli tre preventivi) aumenta certamente il rischio di scelte arbitrarie, se non di fatti corruttivi”.
“Alcune opzioni, poi (il ritorno dell’appalto integrato, l’aumento della soglia dei subappalti al 40%, la possibilità di valutare i requisiti per la qualificazione delle imprese degli ultimi 15 anni, le amplissime deroghe al codice concesse ai commissari straordinari) paiono troppo attente all’idea del ‘fare’ piuttosto che a quella del ‘far bene'”.
“La sospensione dell’albo dei commissari di gara per un biennio, infine, introdotta in uno degli ultimi emendamenti, proprio quando questa novità stava per partire, rischia di incidere su un momento topico della procedura, facendo venir meno un presidio di trasparenza, oltre che rendere inutile il cospicuo investimento economico (500 mila euro circa) che l’autorità ha sostenuto per applicare la disposizione”.
“L’auspicio – spiega Cantone – è quello di proseguire sulla strada intrapresa, evitando di rincorrere ricette banalizzanti, che sembrano perseguire l’obiettivo, non della condivisibile sburocratizzazione del sistema amministrativo, ma di una inaccettabile deregulation, già vista in opera nel paese negli anni scorsi con risultati deleteri anche sul fronte della lotta alla corruzione”.
“Tornare indietro, come nel gioco dell’oca, mentre il sistema italiano inizia a funzionare e viene preso a modello in altri paesi, mentre la maggioranza degli stati, compreso il vaticano, sta facendo propria la politica di prevenzione, sarebbe difficilmente comprensibile”.
“Il presidente Anac Cantone denuncia alla Camera i ‘rischi corruttivi’ delle norme del decreto sblocca cantieri di M5s-Lega, ma Tg1 e Tg3 censurano la dichiarazione, riportata nei titoli di tutti i siti”, denuncia su Facebook poi Michele Anzaldi, deputato Pd e componente della commissione Vigilanza.”
(da agenzie)
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Giugno 6th, 2019 Riccardo Fucile OCCUPAZIONE DEL POTERE STILE REGIME PUTINIANO, MOLTI I VOLAGABBANA E I CONVERTITI
Non solo Roberto Poletti. L’ex direttore di RadioPadania e biografo di Salvini arriverà a breve
alla conduzione di Unomattina ma, spiega oggi Giovanna Vitale su Repubblica, l’intuizione portata avanti da Salvini, pronta a brillare sotto il solleone, è quella di impadronirsi dell’intera programmazione, così da garantire alla narrazione sovranista una copertura full time.
Puntando, in particolare, sulle trasmissioni pop, quelle a metà tra intrattenimento e informazione: i cosiddetti “contenitori”, da Unomattina alla Vita in diretta, campioni d’ascolto e vero motore del consenso.
Insomma, Salvini sta costruendo il consenso a viale Mazzini non puntando sulle trasmissioni politiche, ma su quelle di intrattenimento.
Una strategia che non sembra nuovissima, a dirla tutta, visto che la stessa cosa ha fatto Berlusconi ogni volta che vinceva le elezioni (e ciò non gli ha impedito di perdere quelle successive.
Intanto Repubblica racconta anche di un botta e risposta tra Poletti e un cittadino extracomunitario che risale a qualche anno fa: un extracomunitario chiama la radio e dice di avercela col Carroccio «perchè non rispetta gli immigrati». Risposta del giornalista Mediaset destinato a restare a Unomattina anche nella stagione invernale: «Ti posso dire una cosa? A naso mi stai sui coglioni». §
L’occupazione della Rai quindi è pronta e saranno i palinsesti estivi a descriverla:
Capo-autore resterà un altro sovranista doc, Marco Ventura, che è anche portavoce di Foa: doppio incarico che non intende mollare.
Ad affiancarlo sarà Alessandro Banfi, ex del Biscione chiamato da Ventura, che però è in pensione e sta incontrando qualche problema.
In squadra pure Paola Bacchiddu, ex portavoce della Lista Tsipras ormai convertita al verbo salviniano.
Neanche il tempo del Tg1 flash che toccherà a un’altra osservante di recentissimo conio officiare il credo leghista: dalle 10,30 alle 11,30 Monica Marangoni, moglie di Cristiano Ceresani, capo di gabinetto del ministro alla Famiglia Fontana, condurrà Tuttochiaro, talk sulla salute.
Seguita dopo il notiziario delle 13,30 dall’ultimo salito sul carro dei vincitori: PierLuigi Diaco presidierà il primo pomeriggio col varietà dei sentimenti Io e te, insieme a Sandra Milo (pure lei convertita) e la comica di Zelig Valeria Graci.
Perchè questo è il bello: gran parte degli autori e dei “nuovi” volti provengono dalla scuderia avversaria. E nemmeno il programma successivo sfugge alla morsa sovranista: sebbene il timone de La vita in diretta venga retto da Beppe Convertini, considerato in quota 5S, capo del progetto è un fedelissimo del ministro dell’Interno.
Quel Casimiro Lieto che per anni ha curato i programmi di Elisa Isoardi e che lui voleva alla vicedirezione di Rai1. Deciderà scaletta e ospiti, difficile che possa tradire l’amico vicepremier.
(da “NextQuotidiano“)
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Giugno 6th, 2019 Riccardo Fucile QUALCUNO RICORDA QUANDO IL SINDACO LEGHISTA DI GENOVA PROMETTEVA 30.000 POSTI DI LAVORO IN PIU’?
A venticinque anni Davide Acquanita ha scoperto l’America in Spagna. «Mi ero appena laureato in ingegneria e sono andato a Madrid per un master sulle energie rinnovabili».
La Spagna ha conosciuto una crisi peggiore di quella italiana, ma ne sta uscendo più in fretta. Il suo Pil cresce a un ritmo doppio del Pil italiano, e le sue aziende diventano approdo per giovani da tutta Europa. Giovani come Acquanita.
«Dopo il master a Madrid in energie rinnovabili, ho trovato impiego in un’azienda spagnola, Vector Cuatro». Vector Cuatro fa parte del gruppo Falck, ragione per cui oggi Acquanita è tornato a lavorare e vivere in Italia. Ma non nella sua città .
«Come tanti genovesi, vivo a Milano. In un certo senso, continuo a riempire le fila dei migranti».
Una media di 37 mila liguri, circa il 2,5% dei residenti, sposta ogni anno la propria residenza altrove, in un’altra regione o all’estero.
Da Genova, solo nel 2017, se ne sono andati in più di 11200; l’Ufficio statistico comunale ci dice che la maggior parte di loro, il 79%, si è trasferita verso altri comuni del Nord Italia, in gran parte nelle regioni del Nord Ovest, a farla da padrone soprattutto Piemonte e Lombardia e che un 10% è andato all’estero.
Di quel 10% che nel 2017 ha oltrepassato i confini italiani – in totale 1206 persone – la maggioranza si è diretta verso i paesi dell’Unione Europea, principalmente Regno Unito, Francia, Germania e Spagna, ma tra i paesi nella top ten delle preferenze dei giovani in fuga spuntano anche il Belgio e, tra gli Stati non comunitari, la Svizzera.
L’America, invece, resta un sogno un po’ troppo lontano.
Nel 2017 le persone che hanno scelto di trasferirsi negli Stati Uniti sono state appena 54, con una crescita minima rispetto agli ultimi anni, basti pensare che nel 2009 a migrare oltre oceano sono stati in 48.
Tra i genovesi che hanno scelto di cercare fortuna fuori dall’Italia molti sono nati e cresciuti nei quartieri più fortunati della città .
Su 1207 persone che nel 2017 hanno spostato la residenza da Genova all’estero, 119 sono partite dal quartiere di Prè-Molo-Maddalena, che comprende strade dagli alti o altissimi valori immobiliari, come via Cairoli, via Garibaldi, salita Santa Caterina; altre 113 hanno lasciato Albaro, mentre 98 sono partite da Castelletto e 93 da Sturla e Quarto.
Giuseppe Campo Antico rientra alla perfezione in questa casistica. «Sono cresciuto ad Albaro. Mi sono trasferito a Milano per l’Università e da lì, dopo la laurea triennale, ho proseguito l’università a Rotterdam dove poi ho lavorato per un anno in uno studio di architettura».
(da “il Secolo XIX”)
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Giugno 6th, 2019 Riccardo Fucile BALLOTTAGGIO A FERRARA, PATRIZIA MORETTI CONTRO LA LEGA: “NON CEDETE ALLE FACILI LUSINGHE”
“Federico piange per le ferite alla testa. L’ho appena sognato. Chi applaude gli omicidi è al
potere nella nazione e nelle fila di chi va al ballottaggio a Ferrara”.
Il tweet di Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi, il ragazzo ucciso nel 2005 proprio a Ferrara durante un controllo di polizia, è durissimo.
Un messaggio pubblicato oggi che è un appello al voto per il ballottaggio di domenica. “Italia ti prego no, non cedere alle facili lusinghe dell’uomo forte al comando. Chiunque sia. Quella forza è cattiva”, chiude il tweet
Il riferimento di Patrizia Moretti è all’applauso tributato ormai cinque anni fa in favore dei poliziotti condannati per l’omicidio di Aldrovandi durante il congresso del Sap, il sindacato autonomo di polizia guidato da Gianni Tonelli, eletto alla Camera con la Lega alle ultime politiche.
Da qui anche l’accenno della mamma di Federico al ballottaggio a Ferrara, dove si sfideranno proprio l’aspirante sindaco leghista Alan Fabbri e il candidato del centrosinistra Aldo Modonesi.
(da agenzie)
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Giugno 6th, 2019 Riccardo Fucile IN EUROPA NON CONTA UNA MAZZA, IN ITALIA RAPPRESENTA SOLO RAZZISTI E RICCHI CHE VOGLIONO DIVENTARE SOLO PIU’ RICCHI GRAZIE ALL’EVASIONE FISCALE
«Il voto dei cittadini italiani e dei cittadini europei chiede un cambio di marcia» dice subito Matteo Salvini appena prende parola ad Otto e Mezzo.
Ma qualcosa si è rotto, perchè dopo quindici giorni in cui il ministro dell’Interno ripete ossessivamente che gli italiani gli hanno dato il mandato per cambiare le cose in Europa e che quindi ora “le cose” cambieranno, il gioco non funziona più.
E non funziona perchè in Europa il gruppo di deputati di Salvini non conta nulla
Glielo ricorda Lilli Gruber: «lei ha vinto le elezioni in Italia ma i sovranisti suoi amici non le hanno vinte in Europa».
Perchè sarà anche vero che la Lega ha preso il 34,4% ma lo ha preso in Italia. Il gruppo parlamentare dei sovranisti vale all’incirca il 7% a livello europeo.
Ma Salvini, quel gran genio della matematica che si appresta a spiegarci le sue ricette economiche per far ripartire l’Italia non è convinto: «siamo il triplo rispetto a prima, veda lei se la matematica non è un’opinione».
Ed è vero, la matematica non è un’opinione, basta guardare il grafico dove ENL è il gruppo della Lega.
Salvini è convinto che le regole cambieranno, non si sa come matematicamente parlando visto che sono in minoranza.
L’importante per lui è che «la gente ha votato, purtroppo anche per qualcuno ha votato Lega in Italia, la Le Pen in Francia, Farage a Londra» e via con l’elenco di tutti i deputati euroscettici che sono entrati all’Europarlamento.
Non ci sono i numeri? Non è un problema. Non potendo votare a debito (chissà un giorno potrebbe pure pensarci) il leader della Lega spiega di essere disposto a parlarne con tutti. In fondo tutti vogliono un cambiamento.
Peccato che non tutti vogliano quel cambiamento che propone la Lega. O meglio nessuno sa quale cambiamento vuole proporre la Lega al di là di un generico appello a “rivedere i Trattati”.
Anche gli amici europei non sembrano pensarla come Salvini; ad esempio Farage, Orbà¡n e Seeehofer hanno già fatto sapere di non avere alcuna intenzione di mettersi assieme alla Lega e agli altri sovranisti.
Salvini però ha le idee chiare: «negli anni del governo Monti e del Governo Letta che sono stati i campioni del rigorismo, dei tagli, dell’austerità , della legge Fornero, delle ricette europee il debito pubblico è cresciuto di 170 miliardi di euro».
È esattamente lo stesso discorso che faceva Francesca Donato a Di Martedì, peccato che il debito abbia continuato a salire non per le politiche messe in atto da quei due governi ma per il cosiddetto effetto snowball del debito pregresso (quando al governo c’erano Berlusconi e la Lega Nord).
C’è in ogni caso un problema fondamentale: finchè quelle regole non cambiano vanno rispettate. Ed è chiaro che le regole non potranno cambiare entro l’anno. Questo significa che la nuova Legge di Bilancio dovrà essere redatta secondo le attuali regole europee. Ed è per questo che la Commissione minaccia la procedura d’infrazione per debito eccessivo. Salvini dice che lui conta di farlo «rispettando i vincoli e rispettando le regole» eppure quando propone di fare altri 30 miliardi di euro di debito non sembra stia rispettando le regole europee nè che voglia farlo. Forse perchè dimentica che il nostro Paese ha un debito pubblico nettamente maggiore della media europea.
Salvini è preoccupato che con “l’austerità ” (presunta) che ci vuole imporre la Commissione non avremo la possibilità di assumere medici, infermieri, poliziotti e insegnanti. Non dice però che con la Flat Tax quei soldi non ci saranno lo stesso, visto che lo Stato incasserà meno. «Vogliamo chiedere all’Europa di usare per gli italiani i soldi degli italiani sotto forma di riduzione delle tasse» annuncia Salvini che per un attimo dimentica la matematica e parte con la fantasia: «l’evasione fiscale la combatti se abbassi le tasse». In effetti se vogliamo azzerare l’evasione fiscale possiamo decidere di abolire del tutto le tasse, che problema c’è
Se Salvini intende rispondere alla Commissione come risponde ai giornalisti siamo fritti
Dopo venti minuti di programma Salvini non ha detto sostanzialmente nulla, forse le domande sono troppo difficili e Gruber prova con una più semplice. «Di Maio chiede a gran voce un vertice, quando ci sarà questo vertice?». La “risposta” di Salvini è fantastica: «ancora con questa storia! Non funziona, Gruber, non funziona. L’hanno provata per mesi anche in questa trasmissione Salvini razzista, fascista, nazista, troglodita, usa il rosario, toglie gli striscioni, e non è in ufficio. Gli italiani non sono stupidi!».
Eppure la conduttrice le aveva semplicemente chiesto quando ci sarebbe stato il vertice con l’altro vicepremier. Il disco della propaganda di Morisi però imponeva di fare il solito elenco vittimista sugli insulti e sui progetti “pronti a posto” ma non ancora approvati oppure alla promessa di “intervenire” sulle accise. Quelle che Salvini aveva detto di voler abolire e che il suo governo ha scritto che aumenteranno.
Il ministro dell’Interno dice che in America le tasse sono basse e tutti le pagano. Ma non dice che negli Stati Uniti non esiste un servizio sanitario Nazionale come il nostro.
Salvini vuole per caso far diventare l’Italia un Paese dove se non hai l’assicurazione sanitaria privata non vieni curato perchè non hai i soldi per pagarti il ricovero, la chemioterapia o il gesso al braccio?
La Lega deve dire chiaramente agli italiani cosa comporta utilizzare il modello americano per la tassazione: poveri sempre più poveri (e malati) e ricchi sempre più ricchi.
Chissà se è questo il mandato che gli hanno dato gli elettori. Lui sembra non preoccuparsene troppo perchè dice che in fondo gli italiani detengono una notevole ricchezza privata tra conti correnti e proprietà immobiliari. Una ricchezza che però non vogliono dilapidare per sostenere i capricci di potere dei sovranisti.
(da “NextQuotidiano”)
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Giugno 6th, 2019 Riccardo Fucile “LE REGOLE EUROPEE VALGONO PER TUTTI, NON SI PUO’ RISPONDERE CHE NON LE RICONOSCIAMO”
Giuseppe Conte parla oggi con Ilario Lombardo della Stampa per mandare qualche messaggio
a Matteo Salvini, visto che evidentemente è impossibile per lui parlarci di persona.
Conte dice che non vuole essere il premier che porterà l’Italia alla procedura d’infrazione e sollecita il Capitano a presentare qualcosa di scritto sulla flat tax, visto che ancora non lo ha fatto:
L’Europa soffia un alito di realismo su Conte. Lo sfidante è Matteo Salvini, ovvio. Ma il premier di suo non nomina nè lui nè Di Maio. Dalla capitale vietnamita parte un comunicato per replicare all’annunciato avvio della procedura, firmato dalla Presidenza del Consiglio, non dal ministero del Tesoro. Il capo del governo vuole un mandato pieno per trattare con l’Ue. E non basta il trasporto sentimentale del premier convinto che «in una famiglia sia possibile dialogare per persuadere anche i più scettici».
L’Italia ha meno di un mese per convincere l’Europa della bontà delle sue ragioni. E allora? «Nella lettera e nel comunicato non diamo i dettagli dei conti, è un elemento che non sottovaluterei» replica Conte misterioso. Non è escluso che da qui ai prossimi giorni volerà lui personalmente a Bruxelles. «Se necessario ci vado anche dieci volte. Sono disposto a fare qualsiasi cosa…». Conte tenta di spegnere i ruggiti di Salvini: «La procedura è parte delle regole Ue. Per un Paese che è nell’Unione non è sufficiente dire “non le riconosco”, perchè quelle regole ci sono anche a prescindere dalla volontà del singolo Paese che subisce la contestazione».
Ora, bisognerebbe segnalare che nel discorso su Facebook con cui ha festeggiato la vittoria alle Europee il Capitano a più riprese ha segnalato che “gli economisti della Lega” hanno pronta la proposta della flat tax. Ma questa proposta non è stata presentata nè a Conte nè a Tria:
E dunque? «Io lavoro per modificare quelle regole. Ma la buona volontà non è sufficiente se non lavoriamo al loro interno per neutralizzare la procedura. Cosa faremo quando scatterà ?». Il ragionamento fila ma come la mettiamo con Salvini che continua a tambureggiare sulla tassa piatta e 30 miliardi calcolati di deficit per finanziarla? «In questo momento non posso parlare di flat tax e delle sue ricadute economiche visto che non ho nulla sul tavolo, e neanche Tria ce l’ha».
E quindi? Quando Salvini ci mostrerà come coprire una spesa da una trentina di miliardi? Considerando che ci sono anche 24 miliardi di clausole di salvaguardia sull’IVA da annullare, non sarebbe il caso di cominciare a lavorarci?
(da “NextQuotidiano”)
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