Destra di Popolo.net

“SALVARE VITE UMANE DÀ PRESTIGIO ALL’ITALIA”: MATTARELLA ELOGIA LA MARINA MILITARE PER I SOCCORSI AI PROFUGHI

Giugno 7th, 2019 Riccardo Fucile

A POZZALLO SBARCANO ALTRI 50 MIGRANTI, SALVINI NON DICE CHE RESTERANNO IN ITALIA MA E’ COSI’

L’azione della Marina è fondamentale: è l’azione che garantisce la sicurezza del nostro Paese, dei suoi mari e delle sue coste sotto ogni profilo: la sicurezza in generale, il mantenimento della pace, la sicurezza della libertà  di navigazione e dei commerci, la sicurezza delle infrastrutture, il salvataggio di vite umane – in questi anni con molta intensità  – che ha reso prestigio al nostro Paese”.
Così il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in un messaggio, incontrando una rappresentanza della Marina Militare per la Festa della Marina..
Il varo della Nave Trieste ”è stato un momento che ha sottolineato l’impegno della Repubblica per la Marina e la consapevolezza dell’esigenza che la Marina – come le altre Forze Armate – ha bisogno di continuo sostegno per l’aggiornamento, l’ammodernamento, per avere mezzi adeguati”: così il presidente della Repubblica.
“Il prestigio viene assicurato da tante attività  della Marina in sede internazionale; l’ammirazione che, per esempio, riscuote la Nave Vespucci quando, in giro per il mondo, viene accolta con entusiasmo ovunque. Credo che un momento significativo – lo è stato per me certamente – sia stato quello del varo di Nave Trieste. Il varo è sempre un momento emozionante, ma il varo di una nave di quelle dimensioni, di quella portata, di quelle capacità  operative, è stato particolarmente emozionante”.
Intanto cambio di rotta per la nave commerciale Asso 25 che ha recuperato ieri, in acque Sar maltesi, 50 migranti e che si trova in navigazione verso il porto di Pozzallo dove il suo arrivo è previsto dopo le 14. I
nizialmente il rimorchiatore era diretto a Lampedusa ma nella notte vi è stata la scelta di farlo dirigere verso il porto ragusano. Il ministero dell’Interno Matteo Salvini, secondo quanto si apprende, è stato informato e non avrebbe frapposto ostacoli.
La Capitaneria di porto di Pozzallo è stata allertata per l’arrivo della nave.
“Verranno ospitati in strutture della Cei” dice il ministro dell’Interno Matteo Salvini cercando di nascondere che i richiedenti asilo resteranno comunque in Italia.

(da agenzie)

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MARIA GIOVANNA MAGLIE: “LE FIDANZATE DI DI MAIO E SALVINI SONO DI FACCIATA E COSTRUITE AD HOC, QUELLA DEL GRILLINO PER NASCONDERE LA SUA PRESUNTA OMOSESSUALITA'”

Giugno 7th, 2019 Riccardo Fucile

PER SALVINI INVECE LA NECESSITA’ MEDIATICA DI AVERE UNA FIDANZATA DOPO I VARI FALLIMENTI

“Le storie d’amore dei due vicepremier sono costruite ad hoc. Quella di Di Maio serve a far tacere le chiacchiere sulla sua presunta omosessualità ”.
Parole forti, quelle della giornalista e saggista Maria Giovanna Maglie, ospite di Belve, il programma serale condotto da Francesca Fagnani.
L’ex corrispondente Rai non sembra avere dubbi in merito alle vite private dei due leader italiani.
Uno, Luigi Di Maio, sarebbe unito alla compagna Virginia Saba solo per mettere a tacere le voci sulla sua presunta omosessualità . L’altro, Matteo Salvini, attualmente in coppia con la 26enne Francesca Verdini, ci starebbe insieme solo per facciata.
Maria Giovanna Maglie insiste: “Entrambe le storie sono false, ma per motivi diversi. Una è costruita proprio a tavolino nel senso che serve a coprire una mancata uscita dal ‘closet’ e quindi è ben diverso”.
“Siccome sono a centinaia, a migliaia le chiacchiere sulla presunta omosessualità  di Di Maio, la costrizione abbastanza chiara della fidanzata ha questo significato”.
Secondo la Maglie, la storia d’amore fra il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico e Virginia Saba sarebbe quindi tutta una montatura.
Nel caso del ministro dell’Interno,dietro alla storia del leader della Lega ci sarebbe qualcosa che non torna. “Penso che certi fidanzamenti che vengono ufficializzati rapidissimamente, siano più diciamo di facciata”.
La Maglie conclude: “Poi mi fa piacere se si fidanzeranno sul serio, ma lì l’abbiamo fatta cotta e mangiata per far vedere che c’era la nuova storia”.

(da TPI)

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LO SBLOCCA CANTIERI SBLOCCHERA’ SOLO LE TANGENTI

Giugno 7th, 2019 Riccardo Fucile

NON C’ERA ALCUNA NECESSITA’ PERCHE’ NON E’ LA NORMA CHE BLOCCAVA I CANTIERI, IN COMPENSO APRE LA PORTA ALLA CORRUZIONE

Stefano Feltri sul Fatto di oggi spiega al MoVimento 5 Stelle che lo sblocca-cantieri che i grillini stanno approvando con la Lega è inutile, visto che non c’è nessun blocco ai lavori causato dalla normativa, ma in compenso la norma potrebbe aiutare la corruzione:
La legge Sblocca cantieri prevede che nella fascia di appalti di valore tra 40.000 e 150.000 euro basti consultare tre aziende, mentre finora serviva una procedura negoziata con dieci imprese.
Ridurre la concorrenza (e quindi far potenzialmente lievitare i costi per lo Stato) è inevitabile per far ripartire i lavori?
Dai numeri dell’Anac non sembra proprio: il valore in euro degli appalti in quella fascia di importo è cresciuto da 5,3 miliardi del 2017 a 5,4 miliardi nel 2018.
Nella fascia appena superiore, tra 150.000 e 1 milione di euro di importo, il valore è passato da 14 miliardi a 16,1. Il blocco a cui rimediare sacrificando controlli e gare proprio non si vede. […]
La legge Sblocca cantieri, nella versione approvata al Senato, rende anche più facili i subappalti: l’affidamento può arrivare ora al 40 per cento dell ‘importo complessivo dell’opera, mentre prima il tetto era al 30 per cento.
Questo, secondo Cantone, crea rischi notevoli. C’è una storia istruttiva a questo proposito in cui si è imbattuta l’Anac.       [Opt out of Adyoulike ad targeting]
Il Nucleo speciale anticorruzione ha analizzato un appalto della Regione Campania sullo smaltimento delle eco-balle (rifiuti).
Ha scoperto che uno degli amministratori di un consorzio titolare di subappalti era stato destinatario di misure cautelari da parte della Procura di Napoli per un’inchiesta su una associazione a delinquere nel campo dei rifiuti.
Un’altra azienda che aveva ottenuto subappalti per la rimozione dei rifiuti nel Comune di Villa Literno (Caserta) aveva una interdittiva antimafia.
Dopo le segnalazioni di Guardia di Finanza e Anac, la Regione ha revocato l’autorizzazione al subappalto.
Con lo Sblocca cantieri in vigore sarà  più difficile prevenire questi casi

(da agenzie)

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FECCIA OMOFOBA: PICCHIANO A SANGUE COPPIA LESBICA SU UN BUS A LONDRA

Giugno 7th, 2019 Riccardo Fucile

“VOLEVANO CHE CI BACIASSIMO DAVANTI A LORO”… UNA HOSTESS RYANAIR E LA SUA FIDANZATA MASSACRATE DI BOTTE… GENTAGLIA DA IMPICCARE IN DIRETTA TV

Una hostess Ryanair e la sua fidanzata col volto coperto di sangue, segno del pestaggio inferto da un gruppo di balordi su un autobus di Londra dopo che le due avevano rifiutato di baciarsi per il loro intrattenimento.
L’immagine che ritrae le due vittime, Melania e Chris, col volto ferito sta facendo il giro del web. Lo riporta il Daily Mail.
Il pestaggio si sarebbe verificato il 30 maggio e ora Melania Geymonat, 28enne assistente di volo, parla dell’accaduto: “Volevano che ci baciassimo perchè potessero guardarci. Ho cercato di placare la situazione dicendo loro di lasciarci da sole, perchè Chris non si sentiva bene”.
Ma le parole della hostess non sono bastate. Il gruppo di uomini, di età  compresa tra i 20 e i 30 anni, ha iniziato a tormentare le ragazze sull’autobus che le stava portando verso Camden, a nord di Londra.
“Ricordo Chris in mezzo a loro, mentre la picchiavano”, dice Melania Geymonat, ragazza originaria dell’Uruguay che ora vive nel villaggio di Essex di Takeley.
La hostess aggiunge: “Sono intervenuta cercando di difenderla, così hanno iniziato a picchiare anche a me. Sentivo il sangue dappertutto, lo vedevo sui miei vestiti e a terra”.
La giovane donna afferma che gli aggressori erano almeno quattro, uno dei quali parlava spagnolo mentre gli altri avevano accento britannico.
Durante l’aggressione, le ragazze sono state anche derubate.

(da agenzie)

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VERGOGNA SALVINI: OGGI IN LUSSEMBURGO VERTICE DEI 28 MINISTRI DEGLI INTERNI, LUI DISERTA PERCHE’ DEVE ANDARE IN TV DALLA D’URSO

Giugno 7th, 2019 Riccardo Fucile

ALL’ORDINE DEL GIORNO I TEMI A LUI CARI, IMMIGRAZIONE E SICUREZZA, MA SE NE FOTTE PERCHE’ IN EUROPA SA CHE NON PUO’ RACCONTARE PALLE

Oggi in Lussemburgo è prevista una riunione dei ministri dell’Interno dei 28 paesi aderenti all’Unione Europea. Dopo le elezioni europee e in attesa che i governi inizino a lavorare sulla composizione della nuova Commissione è una buona occasione per stringere accordi e alleanze con i colleghi europei.
Quelli infatti — al contrario della Commissione — non cambieranno e non si faranno influenzare dal 34% di voti raccolti dalla Lega in Italia.
L’ordine del giorno è di quelli interessanti per il nostro Paese. Si legge infatti che i ministri degli affari interni «discuteranno del futuro della politica in materia di sicurezza e migrazione. Cercheranno inoltre di concordare un orientamento generale parziale sulla riforma della direttiva rimpatri, nonchè orientamenti generali parziali sui fondi settoriali per gli affari interni».
Temi di cui Salvini parla ad ogni comizio. Ma non finisce qui perchè i ministri degli Interni parleranno anche di anti-terrorismo e di sicurezza. Matteo Salvini però non ci sarà .
Ci sono i ballottaggi domenica e il titolare del Viminale è impegnato nel suo tour elettorale in comuni importanti e strategici per le sorti del Paese come Paderno Dugnano, Novate Milanese o Romano di Lombardia.
Impegni senza dubbio importanti, del resto il motto della Lega è “Prima l’Italia” e quindi ha perfettamente senso che Salvini snobbi i vertici europei per occuparsi dell’elezione di un sindaco di un paese di poco più di 20 mila di abitanti. C’è anche un altro grande impegno oggi: andare a Pomeriggio 5 da Barbara D’Urso.
Non è certo la prima volta che Salvini diserta un vertice europeo con i suoi colleghi. Come ricorda Mattia Feltri sulla Stampa il nostro impegnatissimo ministro dell’Interno non era andato ai vertici del 7 marzo e del 7 febbraio perchè era impegnato a parlare di Europa e di migranti in qualche comizio.
Anche al vertice del 6 dicembre 2018 Salvini preferì non andare. Ed è curioso come in Italia il Capitano lasci intendere di essere sempre sul punto di andare a fare un culo così all’Europa dei burocrati e di quelli che ci vogliono riempire di migranti salvo poi non andarci affatto.
Forse Salvini è allergico al clima che si respira ai vertici europei? Forse sa che non riuscirebbe a portare a casa nemmeno mezzo risultato?
È possibile, del resto qualche tempo fa da Lucia Annunziata giustificava il suo celebre assenteismo quando era europarlamentare (e non si presentava al voto per gli aiuti ai terremotati italiani) dicendo che all’epoca era all’opposizione.
Ora che all’opposizione ci è di nuovo (visto che i sovranisti hanno perso le elezioni europee) Salvini ci andrà  all’Europarlamento? Non si sa.
Quello che è certo è che da rappresentante del Governo preferisce andare in televisione o su un palco in piazza a dire che l’Unione Europea non fa nulla per gli italiani.
Chissà  se qualcuno prima o poi gli chiederà  cosa sta facendo lui a livello europeo per difendere gli interessi degli italiani.
Per fortuna che gli elettori della Lega non se ne sono accorti, quelli pensano che basti agitare minacciosamente i pugni in aria per ottenere qualcosa.
Sappiamo già  cosa risponderà : siamo nel 2019 certe cose si possono fare anche al telefonino senza essere in un ufficio. Pensa che fessi i ministri dell’Interno di 27 Stati sovrani che invece vanno ancora ai vertici di persona.

(da “NextQuotidiano”)

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ISABELLA RAUTI (FDI) A PROCESSO PER TRUFFA

Giugno 7th, 2019 Riccardo Fucile

QUANDO ERA CONSIGLIERA REGIONALE DI FDI AFFIDO’ UNA CONSULENZA DI APPENA SEI PAGINE,   A CARICO DELLA REGIONE E PAGATE 64.000 EURO, A UNA PERSONA CHE NON AVEVA I TITOLI PER STILARLA… NEL MIRINO ALTRE DUE CONSULENZE PER 40.000 EURO

Parliamo di uno studio voluto dall’allora consigliera regionale Isabella Rauti, con oggetto la comparazione degli statuti regionali, composto da sei pagine.
Lo racconta su roma.corriere.it Giulio De Santis: costo sostenuto dalla Regione Lazio per liquidare l’analisi al suo autore, Fabrizio Dani (il consulente indicato dalla Rauti): 62 mila euro. Ora l’attuale senatrice di Fratelli d’Italia e il relatore del rapporto sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato.
Reato contestato perchè Dani sarebbe stato privo dei requisiti previsti per svolgere questo incarico. Il costo totale delle consulenze contestate alla Rauti è di 104 mila.
La senatrice è finita sotto processo per altre due consulenze ritenute sospette.
E il gup ha disposto il processo con le medesime accuse anche per Claudio Bucci, consigliere regionale dell’Italia dei Valori tra il 2010 e il 2013.
Le consulenze nel mirino della procura sono due, per un danno totale stimato in 115 mila euro. All’epoca la Pisana era guidata dalla governatrice di centrodestra, Renata Polverini (oggi parlamentare di Forza Italia), prima che scoppiasse lo scandalo sulla gestione dei fondi del Pdl che l’ha costretta a dimettersi a fine 2012.
Dopo aver rilevato l’incompetenza territoriale della procura di Roma, il gup ha anche stralciato le posizioni di altri due consiglieri regionali operativi sempre in quegli anni: l’allora presidente del Consiglio regionale, Mario Abbruzzese (oggi candidato di FI a sindaco di Cassino) e Raffaele D’Ambrosio (Udc).
Nel caso di Abbruzzese, la procura competente è stata individuata dal gup a Cassino, mentre per D’Ambrosio gli atti sono stati trasmessi a Taranto.

(da Globalist)

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INTERVISTA A MARIO MONTI: “L’ITALIA ISOLATA, NON CAMBIERA’ MAI L’EUROPA”

Giugno 7th, 2019 Riccardo Fucile

“RISCHIAMO DI PERDERE ANCHE IL SOSTEGNO DELLA BCE, LA PROCEDURA VA EVITATA”

“Vedendo come siamo finiti sul banco degli imputati, isolati, con una minaccia di procedura in arrivo, uno si morde le mani: abbiamo grandi potenziali, è umiliante quello che succede…”.
Mentre la Commissione europea decideva di chiudere l’Italia nell’angolo della minaccia di procedura di infrazione per debito, che l’Ecofin potrebbe approvare già  tra un mese, Mario Monti era a Bruxelles per un convegno.
Ex premier arrivato a Palazzo Chigi sull’onda di uno spread alle stelle, protagonista delle politiche che portarono l’Italia fuori dalla procedura di infrazione per deficit nel 2013, in questa intervista il senatore a vita Monti lancia l’allarme per lasituzione in cui è finito il Belpaese.
“Suggerirei di smettere di parlare di letterine”, ci dice, criticando il lessico di Matteo Salvini. E avverte che se l’Italia “non riuscirà  ad evitare la procedura, si priverà  da sè della possibilità  di ricorrere al sostegno della BCE in caso di necessità : lo strumento OMT (acquisto diretto di titoli di stato a breve termine, ndr), creato nel 2012, è infatti riservato ai Paesi in regola”.
Ma anche l’Europa, aggiunge Monti, non canti vittoria solo perchè riuscirà  a mettere ai margini i sovranisti: “l’Ue non riuscirà  a rafforzarsi se la politica non diventerà  meno cinica e più seria, in tutti i Paesi, quando si occupa di Europa”.
Senatore Monti, la Commissione Europea raccomanda una procedura per debito eccessivo per l’Italia. Cosa può fare il governo italiano per evitarla?
C’è un margine di negoziato. Sicuramente è importante che il governo assuma una linea diversa da quella adottata finora. Alcuni esponenti del governo si sono rivolti all’Unione Europea contestandole addirittura la legittimità  nell’occuparsi degli affari dei singoli Stati membri, in materie sulle quali gli Stati stessi hanno incaricato l’Ue di esercitare una sorveglianza. Ecco, suggerirei di smettere di parlare di letterine, sono espressioni che denotano una non comprensione di quelli che sono rapporti seri tra autorità  istituzionali. E’ importante distinguere tra il desiderio, che uno può legittimamente avere, di cambiamento di alcune regole europee, ce l’ho anch’io, dall’osservanza delle regole esistenti. Se l’Italia vuole contribuire a cambiare determinate regole, obiettivo più che legittimo, il suo comportamento in queste settimane è molto importante: sarà  molto osservato. Se non sarà  il comportamento giusto e dialogante, pottrebbe mettere l’Italia ulteriormente ai margini in Ue, il che non farebbe che rendere meno credibile un’eventuale proposta di riforma avanzata dall’Italia.
Ha detto che anche lei cambierebbe alcune regole europee. Lei è il premier che tra il 2011 e il 2013 ha scongiurato il default dell’Italia e l’ha fatta uscire, primo tra i Paesi che vi erano stati sottoposti, dalla procedura di infrazione sul deficit aperta dal 2009. Cosa cambierebbe?
Penso che vada cambiato il patto di stabilità , creando uno spazio adeguato per gli investimenti pubblici. Ma ho l’impressione che molti nel governo italiano pensino che l’Ue sia ossessionata dagli equilibri della finanza pubblica in modo maniacale e del tutto ingiustificato. Insomma, in Italia si è fatta strada l’idea che solo con un forte disavanzo possa esservi crescita, mi riferisco non solo a questo governo ma anche ad alcuni dei precedenti. Ecco: nel resto d’Europa questa non è una concezione molto diffusa. Ora occorre che l’Italia sia molto selettiva nella proposta per Bruxelles, anzinchè fare d’ogni erba un fascio e urlare contro l’austerity, che comunque oggi non è all’ordine del giorno, bisognerebbe capire quali alleanze possiamo stringere.
L’Italia è abbastanza isolata: sia Lega che M5s sono avviati a restare fuori dalla nuova maggioranza nell’Europarlamento e in Consiglio non sembra che Roma abbia alleati, ora che la Commissione ha deciso di ‘graziare’ Francia, Belgio e Cipro per i loro disavanzi, con precise giustificazioni, e di chiudere la procedura per deficit della Spagna. Sembra che l’acqua sia prosciugata intorno all’Italia: abbiamo ancora chance di trovare alleati?
Puntare a cambiare le regole senza prevedere concrete alleanze non è credibile. Ed è poco serio, sia per i toni sprezzanti usati per un anno nei confronti di diversi Stati membri e dei loro governanti, sia perchè nel Parlamento Europeo i nostri due partiti di maggioranza andranno in gruppi di minoranza. Inoltre nel Consiglio europeo, siamo gli unici con un governo formato da partiti considerati entrambi sovranisti. In più, è difficile che la prossima Commissione Europea abbia più di qualche commissario espresso da governi sovranisti.
L’Italia dovrà  esprimere un commissario…
Ovviamente non mi pronuncio nè sul nome, nè sul portafoglio. Osservo che non si tratta solo di superare l’ostacolo della conferma da parte del Parlamento europeo, cosa peraltro non scontata. Qui, per inciso, dico che si critica tanto l’Ue per mancanza di democrazia, ma alla fine in Ue il Parlamento si esprime con un voto sui commissari, cosa che nessun parlamento nazionale fa con i ministri del governo. Comunque, una volta superato l”esame’ del Parlamento, per essere efficace il nuovo commissario italiano   dovrà  essere in grado di inserirsi bene nella Commissione, organo collegiale che richiede capacità  di dialogo e di influenza.
Torniamo alla procedura per debito e alle chance che ha l’Italia per evitarla.
Il punto è che questo è un governo che ha rivendicato le ragioni della politica, anche giustamente, rispetto a quelle della competenza. Ma ha mostrato un’incredibile incapacità  di giudizio politico sulla politica estera, in particolare europea, sul posizionamento dell’Italia nel mondo, sulla scelta delle alleanze e delle inimicizie. Il tutto è stato il caotico risultato della confusione di ruoli, con la politica estera spesso dettata per ragioni di partito dal ministro degli Interni e da quello del Lavoro. Per fortuna, non è mai mancato il sicuro riferimento del Presidente della Repubblica.
Al minimo, il governo deve adottare una manovra correttiva, per evitare la procedura?
Sottolineo qui che, se non riuscirà  ad evitare la procedura, l’Italia si priverà  da sè della possibilità  di ricorrere al sostegno della BCE in caso di necessità ; lo strumento OMT (acquisto diretto da parte della BCE di titoli di stato a breve termine emessi da paesi in difficoltà , ndr.), creato nel 2012, è infatti riservato ai Paesi in regola. Per evitare la procedura, busogna tenere presente che, tra le contestazioni mosse da Bruxelles, disavanzo e debito pubblico sono la punta dell’iceberg, ma dalla raccomandazione della Commissione emergono anche preoccupazioni molto più radicali. Ciò che in un anno il governo ha fatto è considerato negativamente, al di là  degli effetti diretti sul disavanzo e sul debito. Varie misure adottate, dice la Commissione, capovolgono gli effetti positivi delle riforme fatte in passato, soprattutto la riforma pensionistica (Fornero, ndr.), e indeboliscono la sostenibilità  a lungo termine. Poco o nulla è stato fatto per rimuovere gli ostacoli strutturali alla competitività  e alla crescita o per combattere a fondo l’evasione fiscale. Il governo ha considerato prioritario cancellare buona parte del cammino che l’Italia aveva percorso, sia pure troppo lentamente, dal 2011 al 2017.
Ecco, ma la procedura per deficit eccessivo ce l’hanno chiusa nel 2013. Da lì in poi forse abbiamo accumulato errori? In fondo la Commissione contesta saldi del 2018, che si riferiscono a lasciti dei passati governi che questo esecutivo, certo, non ha corretto. La responsabilità  va distribuita sui governi dal 2013 ad oggi?
In parte sì. Dopo il 2013 l’Italia ha attenuato molto sia lo sforzo per risanare definitivamente la finanza pubblica, sia l’impegno per la crescita. Un esempio, la scelta del governo Renzi di dedicare risorse ingenti agli 80 euro in busta paga, piuttosto che alla riduzione del cuneo fiscale. Va detto che in quegli anni politiche economiche alquanto rilassate sono state anche facilitate dal quantitative easing della Bce, che ha certo dato respiro alle economie ma ha anche contribuito, attraverso tassi di interesse e spread particolarmente bassi, a diffondere la sensazione che le tensioni e le emergenze fossero definitivamente alle spalle. Così nella campagna elettorale per le politiche del marzo 2018, tutti i partiti — e soprattutto i due che avrebbero vinto – hanno fatto promesse elettorali ampiamente irresponsabili, che certo non avrebbero fatto se fosse suonato almeno un po’ il campanello dello spread.
Campanello che non suona, nonostante lo spread sia comunque alto. Ma non allarma: perchè i mercati continuano a stare tranquilli?
Credo che il rapporto della Commissione sia per i mercati il segnale che ormai Bruxelles seguirà  molto da vicino, e non senza strumenti abbastanza persuasivi, la situazione dei conti italiani. E questo forse dà  un minimo di tranquillizzazione ai mercati, perchè il ‘guard rail’ intorno alle scelte di politica economica italiane si fa un po’ più stretto. Inizia una nuova fase: non la Troika — speriamo, almeno fino a che non avremo bisogno di prestiti – ma il faro di attenzione c’è. Inoltre, teniamo presente che uno spread a 270-280 può sembrarci basso, se non altro perchè nel novembre del 2011 l’avevamo visto ad un livello doppio, ma esso è più alto, per dare un’idea, della somma degli spread di Spagna, Francia, Portogallo, che arriva a 216. Ma ogni giorno uno spread così genera interessi in più a carico dello Stato, delle imprese, di chi ricorre a un mutuo.
Non ci sarà  la Troika, dice. Vede elezioni anticipate in Italia?
Non sono un fine osservatore politico ma ciò che sarebbe meglio è una riflessione autocritica da parte dei partiti di governo. Hanno costruito un enorme successo elettorale l’anno scorso sulla base di una ‘fake narrative’, della quale ora sono vittime. Hanno messo per anni nelle teste dei cittadini, e nelle proprie, l’idea che solo con il disavanzo si cresce, che la Ue è costruita per fare solo l’interesse del grande capitale e della speculazione internazionale a danno dei lavoratori, che gli altri Paesi della Ue hanno in primo luogo l’obiettivo di far fuori l’Italia e le sue imprese, per comprarsele poi a buon mercato, che la Commissione è schiava di Germania e Francia, che l’euro ci è stato imposto dalla Germania per dominare meglio il resto d’Europa, eccetera eccetera eccetera. Così si conquistano milioni di voti ma si diseduca un popolo, lo si lancia contro l’Europa. E si diventa totalmente irrilevanti sulla scena europea e internazionale, dopo avere fatto i gradassi a parole. Capisco che rinnegare, almeno in parte, ciascuno di questi urli di guerra elettorali sia difficile, se non umiliante. Ma di lì occorre passare, se non si vuole fare deragliare completamente il Paese. Le politiche dell’ultimo anno sono state conseguenti alle false — e costose — promesse. Ora forse il governo ha l’ultima occasione per correggere il tiro nell’interesse del Paese. Ma quanto interessa l’”interesse del Paese”, a chi governa ? In Italia e anche altrove è sempre più diffuso il fenomeno che chi governa si ponga come priorità  assoluta la ricerca del massimo consenso elettorale. Per esempio, il lessico di Salvini nei confronti dell’Europa, della Francia, della Germania è del tutto inopportuno dal punto di vista dell’interesse dell’Italia; ma è ottimale, altamente professionale e inarrivabile dal punto di vista della creazione di indignazione “contro i nemici” nelle emozioni dei cittadini, per conquistare elettori e fidelizzarli.
Qualcuno direbbe anche che non governano nell’interesse del paese, ma nell’interesse di altre potenze, tipo la Russia di Putin?
Se uno si mette nei panni di un governante oggi in Italia, è chiaro che avere la simpatia di Trump o di Putin è molto più gratificante che doversi battere al tavolo europeo per modificare davvero le regole. Trump e Putin non gli diranno mai che non deve portare il deficit sopra il 3 per cento o che deve seguire certe regole se vuole aiutare un’impresa italiana. La Ue dà  fastidio. Chi governa diventa facilmente, con o senza appoggi finanziari, cavallo di Troia di altre potenze che hanno interesse a distruggere o ridimensionare la Ue in costruzione.
L’esito delle elezioni europee garantisce la formazione di una maggioranza senza i sovranisti. Scampato pericolo per l’Ue?
Se i popolari, i socialisti, i liberali e i verdi, le famiglie politiche in qualche modo pro-Ue, dicessero ‘scampato pericolo’ farebbero un gigantesco errore. L’Ue di oggi non funziona abbastanza. A parte le politiche economiche, da migliorare, deve assolutamente essere più seria e più efficace proprio dal punto di vista strettamente politico. Ora per la prima volta abbiamo avuto una Europa politica con l’aumento della partecipazione al voto e per il fatto che nei singoli paesi si è finalmente discusso, anche aspramente, di temi europei in campagna elettorale. Da questo Parlamento, si può dire che non è più l’Europa dei burocrati ma inizia a essere una Europa dei popoli. Ma questo richiede un modo diverso di fare politica in Europa. L’istituzione determinante dell’Ue, il Consiglio Europeo, è l’unica che procede di fatto senza l’obbligo di agire nell’interesse dell’Europa. Al Consiglio Europeo siedono i Capi dei governi nazionali. E’ legittimo che abbiano bene in mente i loro rispettivi interessi nazionali ma spesso non vengono neppure sfiorati dall’idea che, se fanno parte del Consiglio Europeo, è perchè hanno la responsabilità  di fare l’interesse generale della Ue. Negli anni la conduzione politica dell’Europa là  dove più conta, cioè nelle azioni o inazioni dei Capi di governo, è purtroppo peggiorata: siamo passati da Helmut Kohl a David Cameron, da colui che ha preferito perdere le elezioni in Germania pur di realizzare la moneta unica europea, a colui che ha giocato con l’interesse dell’Ue e del suo stesso Paese, il Regno Unito, nella speranza, fallita con il referendum su Brexit, di rafforzare il suo personale controllo sul partito conservatore. Se non avremo qualche Kohl in più e qualche Cameron in meno, l’Europa non andrà  avanti, anche se dovessero sparire i sovranisti dalla sera alla mattina.

(da “Huffingtonpost”)

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LA COMPETENZA PRIMA DI TUTTO: IL M5S NOMINA UN GERIATRA PRESIDENTE DEL CONSERVATORIO DI MUSICA DI PALERMO

Giugno 7th, 2019 Riccardo Fucile

NEL CURRICULUM VANTA DI AVER AVUTO UNO ZIO MUSICISTA

Aveva uno zio musicista, quindi ci sta che Mario Barbagallo venga nominato alla presidenza del Conservatorio di Palermo.
“Il docente, già  premiato qualche mese fa dalla ministra della Salute Giulia Grillo con una designazione nel Consiglio Superiore di Sanità , stavolta si è preso un incarico decisamente lontano dalla sua area professionale. Per convincere prima il consiglio accademico, che l’ha inserito in una terna di papabili, poi il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, che ha infine firmato l’atto, Barbagallo ha dovuto fare qualche clamorosa digressione sul tradizionale elenco dei titoli.
Dopo aver vantato quelli nel campo della medicina, ha dovuto in qualche modo giustificare la mancanza di un’esperienza specifica nella gestione di istituzioni culturali. Così il medico ha pensato bene di ricordare, nel curriculum inviato, che «la famiglia Barbagallo-Sangiorgi è da sempre impegnata nel campo artistico-musicale».
Entrando nel dettaglio: «La nonna Maria Sangiorgi era una delle proprietarie del famoso teatro Sangiorgi di Catania dove nel secolo scorso hanno recitato i maggiori artisti italiani». Ma non basta: lo zio del professor Barbagallo, rammenta l’interessato, «era il famoso musicista e compositore Alfredo Sangiorgi, che ha insegnato in diversi conservatori italiani»
Insomma, se i neri hanno il ritmo nel sangue perchè non dovrebbe averlo un geriatra?
Quaranta righe del suo curriculum dedicate alla storia degli antenati. Per dire che sì, insomma, conta la competenza personale, ma ben di più quella familiare.
Anche perchè, sottolinea ancora il camice bianco, pur non avendo mai diretto un ente musicale, lui è comunque «un appassionato di musica classica e opera lirica e ha assistito a rappresentazioni musicali in molti dei più importanti teatri del mondo».
E, si badi, nel dipartimento del Policlinico di Palermo che dirige, Barbagallo segnala di avere «implementato attività  di musicoterapia».

(da “NextQuotidiano“)

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SALVINI E DI MAIO SANNO FARE LE ADDIZIONI?

Giugno 7th, 2019 Riccardo Fucile

IL COMUNICATO ESILARANTE SULL’AUMENTO DEL GETTITO IRPEF E IVA DELL’8% QUANDO INVECE E’ IN TOTALE DEL 3,6%

Mercoledì scorso l’Agenzia delle Entrate ha comunicato che nei primi quattro mesi dell’anno il gettito Irpef è salito del 3,2 per cento e quello Iva del 4,6 per cento.
E qualche giorno dopo è arrivato un comunicato congiunto di MoVimento 5 Stelle e Lega: “Abbiamo maggiori incassi di Irpef e Iva di quasi l’8 per cento”
Ora, però, come tocca spiegare a Marco Ruffolo su Repubblica, non funziona così:
Pierino all’esame di terza media consegna il compito con la risoluzione di un semplice problema di matematica: un fruttivendolo e sua moglie hanno due banchi di frutta al mercato. Nei primi quattro mesi dell’anno lui vende il 20 per cento in più; lei il 30 per cento in più. Quanto vendono in più in totale? Risposta: il 50 per cento. Matita blu dell’insegnante e Pierino è bocciato.
Basterebbe una scolarizzazione di base per sapere che l’aumento totale di Iva e Irpef non può essere dell’8 per cento (per la cronaca, è del 3,6).

(da “NextQuotidiano”)

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