Agosto 5th, 2019 Riccardo Fucile GIORNATA SENZA PATHOS, CINQUESTELLE TERRORIZZATI… PD E FORZA ITALIA PRONTI A PUNTELLARE IL GOVERNO SULLA TAV
Proprio non c’è l’aria di crisi, anzi. Anche le opposizioni si dedicano a puntellare il governo, mica male come spettacolo.
Sentite Maurizio Gasparri, adagiato su una poltroncina di Palazzo Madama, occhiali da lettura calati sul naso: “Ma perchè dovremmo far precipitare il quadro il 5 agosto, in un momento peraltro così delicato per noi? È chiaro che votiamo contro la mozione dei Cinque Stelle sulla Tav, senza infilarci in un accrocco tattico”.
E qui bisogna fare un inciso, anzi due, che non riguardano i casini di Forza Italia.
Il primo è che, in fondo, il problema è il gioco delle mozioni sulla Tav (mercoledì), ultimo scoglio prima delle ferie e del rinvio del fantasma della crisi.
Il secondo, di inciso, è questo. È evidente che se mercoledì dovesse passare la mozione dei Cinque Stelle contro la Tav si porrebbe un bel problema: non è vincolante per il governo, però la politica ha le sue logiche anche nell’era dell’antipolitica.
E se in Parlamento si approva una mozione opposta rispetto a quel che ha dichiarato il presidente del Consiglio, è un incidente. Darebbe a Salvini l’occasione di aprire la crisi. Opposizioni degne di questo nome questo scenario lo favorirebbero, in fondo il gioco è facile: basta votarsi le proprie mozioni e dire, sulle altre, “affari vostri, non risolviamo i vostri problemi, vedetevela voi, noi non partecipiamo a questa pagliacciata”.
Invece fanno l’opposto, mica male.
Ecco una macchia rossa che si aggira per i corridoi del Senato. È la chioma di Valeria Fedeli: “Siamo semplicemente allucinanti. Sai perchè sulla Tav rinunciamo alla manovra d’Aula? Perchè i nostri non vogliono votare. Non farmi parlare…”.
Però si vede che si trattiene a stento. Un po’ di pazienza, poi continua: “Uno che ha bisogno di tempo perchè se ne vuole andare e ha in mente lo schema ‘Matteo contro Matteo”, gli altri prudenti. Ma non voglio parlare, lasciamo stare”.
A proposito, il Matteo giusto, nel giorno in cui si vota il decreto sicurezza, l’arma finale del Matteo sbagliato contro le Ong, è in Colorado, non in Aula. Questo però è un altro discorso.
Torniamo al tema principale, che non è di poco conto. Antonio Misiani, che fa parte della segreteria nel Pd, ammette candidamente: “La verità è che qui Salvini neanche con tutta la buona volontà arriva a elezioni anticipate”.
A metà pomeriggio la profezia si materializza. Massimiliano Romeo, il brillante capogruppo della Lega è in buvette. Sorseggia un tè caldo, compiaciuto, molto compiaciuto, di un Parlamento tenuto sulla corda: “Ma no, ma dai… la crisi… Certo si pone un problema politico se il decreto sicurezza non ha la maggioranza assoluta, ma vedremo…”.
E qui sorride ancora. Perchè, ormai è chiaro, è fin troppo evidente che una situazione di questo tipo è irripetibile. Ha appena finito di parlare Alberto Airola, uno dei duri (una volta) no-Tav, dissidente, fino a poco tempo contrario al decreto sicurezza annunciando il suo voto a favore.
Il passaggio clou è la fotografia di una mutazione genetica: “Mai come adesso, con un certo groppo nel petto, mi sovvengono le parole di Rino Formica: la politica è sangue e merda”. In verità , la citazione originale recitava “la politica è passione, sangue e merda”, ma evidentemente il primo elemento è caduto, anche questo segno dei tempi.
Scorre così una giornata senza pathos, scontata nell’esito, banale come l’unico sentimento che la anima, la paura che possa precipitare il quadro, clamoroso esempio di subalternità collettiva al ministro desnudo che fa ballare alle spiagge l’Inno nazionale, ridotto a tormentone estivo: “Ma dai – dice Loredana De Petris, almeno lei si indigna – qui stanno tutti aiutando il governo. Forza Italia e Fratelli d’Italia si astengono sul decreto sicurezza. Sulla Tav addirittura i Cinque stelle non votano la nostra mozione ‘no tav’ per paura di sommare i voti. Sono tutti terrorizzati dall’idea di tornare a casa”.
Menomale che c’è la Santanchè, almeno ha sempre la battuta pronta: “Basta parlare di questo Papeete, con le cubiste con i costumi animalier. Almeno, per cantare l’inno, potevano mettersi i costumi tricolori. Al Tweega queste cose non le facciamo, è più di classe”.
(da “Huffingtonpost”)
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Agosto 5th, 2019 Riccardo Fucile DIFFONDE UN VIDEO IN CUI DUE UOMINI BUTTANO UN FRIGORIFERO IN UNA SCARPATA, PECCATO CHE IL FATTO SIA AVVENUTO AD ALMERIA, IN SPAGNA E NON C’ENTRI UNA MAZZA CON L’ITALIA
Sono giorni intensi per Matteo Salvini. Mentre imperversano le polemiche sulle risposte
date ai giornalisti che lo interpellano, di volta in volta, sul presunto scandalo dei fondi russi o sull’utilizzo improprio dei mezzi della polizia di Stato, la ricetta social del ministro dell’Interno è sempre la stessa: bacioni, comizi balneari, gogne mediatiche e indignazione per mantenere alta la rabbia dei followers e degli elettori, vera e propria benzina della politica salviniana.
E quando non c’è nulla di cui indignarsi, la rete offre sempre ottimi spunti.
Del resto, si sa, la nostra attenzione sui social dura solo pochi istanti, chi si prende la briga di verificare ciò che i politici postano?
E anche se qualcuno si dovesse accorgere della mistificazione sarebbe poi così importante, rispetto alla mole di condivisioni che si ottengono?
Quesiti ai quali gli strateghi della comunicazione di Salvini hanno evidentemente già risposto. L’ennesima conferma viene dal video postato dal ministro proprio nella serata di ieri.
Ci sono due uomini che buttano via un vecchio frigorifero in una scarpata sul mare. Una scena di ordinaria inciviltà prontamente capitalizzata dal ministro che, dopo aver indignato i followers, si pone subito come l’uomo forte, l’unico pronto a ristabilire la legalità e la civiltà in un mondo in mano ai “barbari”.
«Non so se è più cretino quello che lancia il frigo vecchio verso il mare o quello che gli fa il video…Spero che li prendano e li costringano a recuperare quel frigo a pedate nel sedere!» sentenzia il ministro.
Un post di certo non inconsueto per chi è abituato alla comunicazione di Matteo Salvini, ma questa volta il contesto è un po’ diverso.
Innanzitutto basta attivare l’audio e accorgersi che i due protagonisti del misfatto sono spagnoli.
Non ci troviamo in Italia quindi, ma in Spagna, e più precisamente nel comune di Almeràa. Come si può evincere dal tweet della Guardia Civil inoltre, i due sono stati già individuati dalla polizia lo scorso 31 luglio, ovvero ben quattro giorni prima del video rilanciato da un “indignato” Matteo Salvini.
Del resto il particolare non sfugge nemmeno a molti commentatori della pagina del ministro: “Adesso fa il ministro dell’Interno pure della Spagna? (Per la cronaca la Guardia Civil li ha presi, ha fatto loro recuperare il frigo e li ha multati per 45mila €, da quel che si legge” scrive un utente, a cui fanno eco altri commenti su questo tono: “Si ma questo è in Spagna tu cosa centri? E poi già è stato recuperato… se vede che eri impegnato al papeete oggi…ah non sono un fan di nessuno ne pd, 5 stelle e bla bla bla”.
Il problema è che però il post di Salvini viaggia sulle 2mila condivisioni e non sono pochi quelli che evocano il PD.
Rimane la perplessità di capire perchè un ministro dell’Interno senta la necessità di postare un video “virale” che gioca sull’indignazione su dei fatti avvenuti addirittura in Spagna, mentre il governo e il Paese sono scossi da emergenze ben più gravi.
E mentre si rifiuta di rispondere alle domande dei giornalisti su questioni ben più serie. La certezza è che anche per oggi la nostra dose di indignazione quotidiana sia servita. Che l’uomo del “Prima gli Italiani” e dei porti chiusi, non conosca confini per la sua propaganda.
(da agenzie)
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Agosto 5th, 2019 Riccardo Fucile PER PUBBLICIZZARE IL DECRETO SICUREZZA BIS SI ARRIVA AGLI INSULTI DEL FAN SOVRANISTI A UN POVERO DISPERATO CON PROBLEMI MENTALI
Un uomo ha tentato il suicidio sdraiandosi nudo sui binari della stazione di Villapizzone, un quartiere a Nord di Milano. Un tentativo tragico che è stato utilizzato dal ministro dell’Interno per fare propaganda al suo Decreto sicurezza bis, al voto (entro stasera) al Senato.
Ovviamente, come spesso capita sulla pagina Facebook di Matteo Salvini, questa condivisione non ha che potuto generare una valanga di commenti di odio nei confronti dell’uomo (che è stato fermato dalla polizia).
Il gesto dell’uomo, un 38enne che aveva scelto Villapizzone come il luogo per porre fine alla sua vita per motivi che solo lui conosce, dovrebbe essere trattato con garbo come richiede anche la stessa disciplina giornalistica (e Matteo Salvini si fregia di essere un pubblicista) e senza dare giudizi.
E, invece, sulla bacheca social del ministro dell’Interno si è partiti alla solita valanga di insulti e commenti da cabaret di infima qualità .
È vero: i poliziotti stavano tentando di salvare la vita dell’uomo che stava tentando il suicidio alla stazione di Villapizzone e il 38enne ha sbagliato a reagire in malo modo agli agenti che stavano facendo il loro lavoro, tentando di non fargli compiere l’estremo gesto (che poi non si sarebbe perpetrato perchè la circolazione ferroviaria era stata interrotta proprio per evitare la sua morte).
Ma che un ministro utilizzi un tentativo di suicidio per sponsorizzare un decreto sicurezza è quanto di meno opportuno possibile.
E invece ecco che sotto al post di Matteo Salvini sono arrivati i soliti commenti dei leoni da tastiera che hanno inveito contro l’uomo: « io sono per la libertà di scelta… lo lasciavo lì… punto», scrive una donna.
«Portatelo a casa della Boldrini, lei saprà fare buon uso delle c.d. risorse», commenta un uomo senza sapere neanche se l’aspirante suicida fosse italiano o straniero. E via con una valanga di commenti che auspicavano la morte del 38enne e giudicano senza conoscere la sua storia. Ma, ormai, ci siamo abituati.
(da agenzie)
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Agosto 5th, 2019 Riccardo Fucile “SI SA DOVE ACCENDONO I FUOCHI, A CHE ORA E CON QUALE MODALITA’: BASTEREBBE FARE APPOSTAMENTI, ARRESTARLI E PORTARLI IN GALERA, MA IL MINISTRO DEGLI INTERNI NON LO FA'”… BRAVO, CHIEDITI PERCHE’
“Io ho fatto tutto quello che dovevo fare. E non solamente io. Nel novembre 2018 è stata
istituita una cabina di regia per prevenire questo odioso fenomeno dei rifiuti tossici, e ad oggi ognuno ha fatto il suo, tranne il ministro dell’Interno”. Così, in una intervista al Corriere della Sera, il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, a proposito di quanto sta avvenendo nella Terra dei fuochi.
Secondo Costa, Salvini si sarebbe dovuto occupare del “presidio del territorio, il ministro dell’Ambiente non ha il potere sulle forze di polizia. Statisticamente — spiega — i roghi avvengono sempre alla stessa maniera. Si sa dove accendono i fuochi, a che ora, con quale modalità . Per prevenirli bisogna fare quindi degli appostamenti, e poi arrestarli e portarli in galera. Ma quelli non li posso certo fare io. È andata così — aggiunge — a Battipaglia, a Giugliano, a Caivano. E mentre c’erano questi roghi il ministro dell’Interno non se ne occupava”, era a Milano Marittima, “già , al mare — commenta -, o comunque non era dove serviva”.
È un attacco a Salvini? “Per carità — risponde -, è un appello. Chiedo al ministro dell’Interno Matteo Salvini di occuparsi della Terra dei fuochi. Una settimana fa ho scritto anche al premier Giuseppe Conte per questo”.
A Battipaglia (Salerno), due giorni fa, l’incendio di rifiuti si è sviluppato all’interno di un’azienda che stocca rifiuti speciali non pericolosi nella zona industriale.
“Si tratta — aveva commentato il sindaco di Battipaglia Cecilia Francese — di un atto irresponsabile da parte del privato che quest’amministrazione non esiterà a denunciare. Nel corso dell’anno sono stati quattro gli incendi. Mentre nei giorni scorsi a Giugliano, grazie all’utilizzo di droni dell’Aeronautica, è stato sventato un rogo. Sempre a Giugliano alcuni mezzi che si occupano di raccolta differenziata dei rifiuti sono stati danneggiati all’interno del piazzale di un’impresa: sono state sottratt4 le batterie ed il gasolio a 14 camion mentre ad altri mezzi sono stati rotti i vetri. A Caivano invece un mezzo di una ditta che si occupa di rifiuti è stato sottratto all’autista e poi il veicolo è stato trovato incendiato.
(da agenzie)
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Agosto 5th, 2019 Riccardo Fucile IL GLACIOLOGO DEL CNR COLUCCI: “IL 70% DELLO SCIOGLIMENTO NEGLI ULTIMI ANNI”…. MA PER IL GOVERNO L’EMERGENZA CLIMATICA E’ MENO IMPORTANTE DEL SEMINARE ODIO E DI FAR AFFOGARE I POVERI DEL MONDO
“Nell’ultimo secolo, i ghiacciai delle Alpi hanno perso il 50% della loro copertura. Di questo 50%, il 70% è sparito negli ultimi 30 anni”. Lo rivela Renato Colucci, glaciologo del Cnr, in una intervista all’ANSA. “I ghiacciai alpini si stanno ritirando a una velocità senza precedenti in migliaia di anni – spiega -. I ghiacciai delle Alpi sotto i 3.500 metri di quota sono destinati a sparire nel giro di 20-30 anni. Le temperature medie degli ultimi 15 anni non ne permettono la sopravvivenza sotto questa quota”.
“Quello che ci dicono i carotaggi fatti sui ghiacci di Groenlandia e Antartico – spiega ancora il glaciologo – è che nell’ultimo secolo l’aumento della CO2 nell’atmosfera è stato cento volte più rapido che in qualsiasi altra epoca negli ultimi 800.000 anni. E la responsabilità non può che essere dell’uomo”.
“Dalla metà degli anni Ottanta, le temperature vanno solo in salita – prosegue Colucci, che è membro del Comitato glaciologico italiano -. Fino ad allora, anche sotto i 3.000 metri, d’estate rimaneva sempre un pò di neve sopra il ghiaccio, che lo preservava e creava la riserva necessaria per formarne di nuovo. Ma oggi, osserviamo spesso la quasi completa asportazione del manto nevoso in estate. Il ghiaccio rimane esposto al sole e si fonde. Se prendiamo la media delle temperature degli ultimi 15 anni, questa non è compatibile con l’esistenza di ghiacciai sotto i 3.500 metri”.
Secondo Colucci, se non si ferma il riscaldamento globale, nel giro di pochi decenni decenni potrebbero ridursi drasticamente, fino quasi a scomparire, i ghiacci eterni dalle Alpi Orientali e Centrali. Rimarrebbero solo sulle Alpi Occidentali, quelle più alte.
Il fenomeno della fusione dei ghiacci non riguarda solo le Alpi, ma tutte le catene montuose del mondo, dalle Ande all’Himalaya, i due poli e le steppe artiche. “Paesi come Perù, Cile e India contano sui ghiacciai montani per l’approvvigionamento idrico, e potrebbero avere problemi – conclude Colucci -. La sparizione dei ghiacci polari potrebbe sommergere isole e località costiere. Ai tassi attuali di fusione, la sola Groenlandia contribuirà ad un aumento di livello marino tra 5 e 30 cm, senza considerare tutte le altre fonti. E lo scongelamento del permafrost, il terreno ghiacciato delle steppe, libererebbe enormi quantità di metano, il gas serra con l’effetto maggiore”.
(da agenzie)
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Agosto 5th, 2019 Riccardo Fucile ALCUNI HANNO FATTO PERDERE LE LORO TRACCE, ALTRI SI SONO NASCOSTI NELLE CAMPAGNE… SI MANDANO LE TRUPPE SPECIALI CONTRO LE ONG E SBARCANO INDISTURBATI A RIVA, GOVERNO RIDICOLO
Sono ripresi a grande ritmo gli sbarchi fantasma nelle coste dell’Agrigentino. 
L’ultimo, questo pomeriggio, nei pressi della spiaggia di Punta Bianca. Sotto gli occhi di qualche bagnante, cinquanta migranti hanno toccato terra ferma.
Alcuni di loro, una decina in tutto, si sono dileguati.
Sul posto si sono precipitate le forze dell’ordine. I carabinieri e la polizia, ma anche e soprattutto la Capitaneria di porto, hanno da subito avviato le ricerche. I migranti hanno subito cercato dell’acqua, erano stremati.
Molti di loro, però, si sono nascosti nelle vicine campagne della zona.
Spetterà alle forze dell’ordine riuscire a rintracciare gli immigrati sbarcati.
(da agenzie)
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Agosto 5th, 2019 Riccardo Fucile ALTRI BAMBINI AFFOGATI SULLA COSCIENZA DELLA INTERNAZIONALE SOVRANISTA DEL CRIMINE… INCAPACI PERSINO DI ACCORGERSI CHE STA ARRIVANDO UN BARCHINO E POI FANNO LA GUERRA ALLE ONG
Lampedusa, arrivano in 48 su un piccolo peschereccio ma raccontano: ” Ci sono morti in mare, anche un bimbo di 5 mesi
Sono arrivati in 48 con un piccolo peschereccio partito tre giorni fa dalla Libia ma hanno raccontato di aver perso in mare alcuni compagni di viaggio, tra cui un neonato di cinque mesi.
Oggi sono arrivati a Lampedusa, con uno sbarco autonomo, 27 donne ( tre delle quali incinte), 15 uomini e 6 bambini, quasi tutti della Costa d’Avorio e del Mali.
La piccola imbarcazione su cui hanno affrontato il viaggio si è presentata direttamente all’imboccatura del porto di Lampedusa sfuggendo a qualsiasi controllo.
Ai soccorritori hanno raccontato di una traversata difficile, di un incidente che avrebbe fatto cadere in mare alcuni di loro ( non si sa bene quanti) tra cui un neonato.
I medici dell’ambulatorio che li hanno soccorsi li hanno trovati estremamente disidratati e intossicati dai fumi del motore della barca tanto che alcuni di loro hanno avuto bisogno di flebo e ossigeno.
Due delle donne in gravidanza sono state trasportate in elisoccorso a Palermo.
Ad assisterli allo sbarco anche i volontari di Mediterranean hope.
Racconta Alberto Mallardo: ” Non è chiaro quante persone abbiano perso la vita in questo incidente. Sembrerebbe un bimbo di soli cinque mesi la cui sorella è tra le persone arrivate e un ragazzo di 30 anni anche lui con familiari a bordo”.
Mediterranean hope torna a chiedere al governo anche di far sbarcare i 121 migranti da quattro giorni a bordo della Ong spagnola Open Arms che, dopo aver evacuato a Lampedusa tre donne, due delle quali a termine di gravidanza, hanno ripreso ad incrociare in acque internazionali in attesa che venga trovata una soluzione per autorizzare l’approdo in un porto sicuro che al momento nè Italia nè Malta intendono concedere.
(da agenzie)
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Agosto 5th, 2019 Riccardo Fucile “MEGLIO INQUISITI CHE COMPLICI DI ASSASSINI”
C’è Hortensia, che è riuscita a scampare alla violenza ma non alla furia di chi, prima di farla
imbarcare, le ha versato addosso carburante lasciando che l’acqua salata del mare facesse il resto. Ustionata, “ha bisogno di cure continue”
C’è Marie, della Costa d’Avorio, rapita, violentata, il padre del bimbo che ha in grembo assassinato un mese fa in un attacco al centro di detenzione di Tajoura, dove era rinchiuso.
E c’è il bambino che adesso sorride all’obiettivo del fotografo, ma quando è stato soccorso era disidratato, scottato per le ore trascorse sotto il sole di questa estate rovente.
Sono alcune delle storie dei naufraghi – alcuni “con segni evidenti delle torture subite in Libia” – salvati tra giovedì e venerdì scorsi dalla “Open Arms” nel Mediterraneo, che aspettano di sbarcare in un porto sicuro.
A raccontarle sono gli stessi attivisti sul profilo Facebook italiano della Ong spagnola proprietaria dell’imbarcazione.
Brevi ma significativi cenni a storie di vita definite “drammatiche”, foto di corpi rannicchiati e feriti, occhi sgranati e sorrisi accennati, e, dopo l’invito a sostenere attività presenti e future, l’hashtag #meglioinquisitichecomplici, riferimento inequivocabile al decreto di sicurezza bis
“Davvero volete multarci per averli salvati? Davvero soccorrere uomini, donne e bambini in pericolo è diventato un reato? Davvero?”, interroga un altro post. Centoventuno le persone a bordo – inizialmente erano 123, ma due donne incinte sono state evacuate sabato dalla Guardia Costiera italiana – trentadue i minori, 27 dei quali non accompagnati.
Tutti scampati all’inferno, tutti trattenuti da quattro giorni sulla nave della Ong spagnola, già raggiunta dal divieto di ingresso, transito e sosta nelle acque territoriali italiane, firmato giovedì dal ministro dell’interno, Matteo Salvini, e dai colleghi ministri Danilo Toninelli ed Elisabetta Trenta.
E dall’“avviso del governo italiano” di una multa di un milione di euro (sulla base di quanto prevede proprio il decreto sicurezza bis, ndr) se entriamo in acque italiane”, scrive la Ong a commento di due foto che ritraggono neonati che dormono, un uomo disteso sulle assi di legno della nave con entrambe le caviglie fasciate. “La loro vita però viene prima di tutto”.
La vita di Marie e del bimbo che porta in grembo, la vita di Hortensia, la vita di tutti i naufraghi bloccati sulla Open Arms, dalla quale continua a levarsi, inascoltato, l’appello per un porto sicuro.
(da agenzie)
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Agosto 5th, 2019 Riccardo Fucile SONO MANCATI SEI VOTI DI SENATORI GRILLINI… IN QUESTO CASO NON SERVIVA LA META’ PIU’ UNO DEI SENATORI, OVVERO QUOTA 161…RESTA IL FATTO CHE LA MAGGIORANZA NON E’ STATA RAGGIUNTA E MERCOLEDI SULLA TAV IL GOVERNO RISCHIA
Il Senato ha votato la fiducia posta dal governo sul dl sicurezza bis con 160 voti favorevoli, 57 voti contrari e 21 astenuti.
Il provvedimento ha incassato l’ultimo via libera del Parlamento e con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale sarà legge. FdI come annunciato si è astenuta mentre FI non ha partecipato al voto pur rimanendo in Aula
I presenti sono stati 289, i votanti 238, la maggioranza 109. Assenti sei senatori del M5s.
In pratica la maggioranza di governo contava su 164 voti, cui si sono aggiiunti tre senatori del Gruppo misto (come previsto). La soglia della maggioranza è di 161 senatori, ma in questo caso era sufficiente che i Si’ superassero i No, fermo restando che questa soglia per la prima volta non è stata raggiunta, fermandosi a 157 + i 3 voti del Gruppo misto.
Non hanno partecipato al voto 6 senatori del M5S (oltre a Bossi malato)
(da agenzie)
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