Destra di Popolo.net

IL PIANO DELLO “STRATEGA” VERDINI HA MANDATO A GAMBE ALL’ARIA SALVINI

Agosto 20th, 2019 Riccardo Fucile

DOPO AVER “ROVINATO” BERLUSCONI E RENZI, IL “SUGGERITORE CHE NON NE AZZECCA UNA” HA COLPITO ANCORA

Vatti a fidare dei suoceri. Il motivo che ha spinto Matteo Salvini a scatenare la Crisi di Ferragosto, che rischia di ritorcerglisi contro lasciandolo a fare la muffa all’opposizione fino al 2023, rimane ancora misterioso.
Ma oggi il Mattino offre un’ipotesi che collega il tutto a Denis Verdini, padre dell’attuale fidanzata del Capitano ma anche plenipotenziario per tanti anni di Forza Italia e luogotenente di Berlusconi per i tanti complotti d’Aula di questi anni.
Racconta oggi Valentino Di Giacomo che il piano però non doveva finire così: l’idea di Denis, già  autore del Patto del Nazareno che ha mandato a prostitute la carriera politica di Renzi e di Berlusconi, era di minacciare la crisi per costringere il MoVimento 5 Stelle a un rimpasto di governo che avrebbe portato fuori dall’esecutivo ministri come Trenta e Toninelli per sostituirli con nomi del Carroccio.
È almeno dallo scorso marzo che Salvini e Francesca si frequentano, si era nel pieno della campagna elettorale per le Europee. La storia d’amore non sembra un fuoco di paglia, anzi Matteo negli ultimi giorni è stato ospite nella villa in Toscana del suocero postando sui social le foto mentre si prende cura dell’orto di famiglia.
Chissà  se per ricambiare il genero delle fatiche agricole, ma negli ultimi giorni abbondano i retroscena che indicano proprio in Verdini il suggeritore delle ultime mosse del vicepremier.
Addirittura — si è scritto senza che nessuno lo abbia smentito — che il vecchio suocero abbia tenuto una sorta di lectio magistralis con tutti gli uomini di primo piano del Carroccio su come si gestiscono le crisi e su come tenere sul filo l’alleanza tra Lega e 5 Stelle.
Il piano avrebbe previsto prima una rottura netta e la richiesta di voto anticipato, poi un passo indietro per cercare di puntare ad un rimpasto dell’esecutivo tenendo fuori dai giochi i ministri più invisi come la titolare della Difesa Elisabetta Trenta o quello delle Infrastrutture Danilo Toninelli.
Insomma, un piano perfetto. Che come sempre è andato a cozzare con la Legge di Lee, corollario di quelle di Murphy: “In una qualsiasi relazione con un gruppo di persone, le persone si dimostreranno più toste del previsto”.
D’altro canto non è la prima volta che un piano di Verdini va a ramengo. L’ideona di Alleanza Liberalpopolare Autonomie, che metteva insieme un buon numero di improbabili eletti con Berlusconi per appoggiare il governo Renzi, ha consentito di ottenere un viceministro dell’economia del calibro di Enrico Zanetti e poi si è sciolto nelle urne del referendum costituzionale straperso dal presidente del Consiglio.
All’epoca si sussurrava che Renzi fosse piuttosto arrabbiato con Verdini perchè aveva promesso ben altro apporto di voti alla causa dell’attuale senatore di Scandicci.
Successivamente l’arrivo del governo Gentiloni aveva segnato il passaggio all’opposizione delle truppe di ALA, senza che in quella posizione abbiano dato segnali di esistenza in vita fino allo scioglimento delle camere. Nel dicembre 2017 il ferale annuncio: Denis Verdini non si ricandida alle elezioni politiche. Una scelta lungimirante, visto che sarebbe stato difficile persino per lui ottenere i voti per portare a casa un seggio in parlamento.
Ma la relazione tra Francesca e Matteo (l’altro) gli ha consentito un ritorno in pompa magna al centro dell’agone politico. Con il risultato di averne seccato un altro. Grazie, Denis! Si sussurra che Di Maio ora abbia bisogno di un consigliori. Che ne dici?

(da “NextQuotidiano”)

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TRAVAGLIO: “MEGLIO LA BOSCHI DI PILLON”

Agosto 20th, 2019 Riccardo Fucile

“QUALCHE GRILLINO E’ ANGOSCIATO DA UN GOVERNO CON LA BOSCHI? LO HANNO FATTO CON SALVINI, FONTANA E PILLON SENZA VERGOGNARSI”

Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano torna a perorare la causa del governo PD-M5S dopo aver descritto ieri le patologie psichiatriche di Matteo Salvini. ù
Oggi il paragone, particolarmente urticante per i grillini, è quello tra Maria Elena Boschi e Simone Pillon:
Quindi, delle due l’una: o i 5Stelle e il Pd trovano la forza di volare alto, ben al di sopra delle rispettive stature, o è meglio che lascino subito perdere. E ci mandino a votare, conservando i rapporti più civili di questa fase per il dopo-elezioni. Il rischio però è che le elezioni le vinca il centrodestra e M5S e Pd, da ll’opposizione, si mordano i pugni (con milioni di italiani) per non averlo evitato.
Il sistema tripolare e la legge proporzionale li condannano a collaborare: tanto vale che provino a farlo subito. Ma, per avere qualche cha nce, dovrebbero armarsi di realismo e umiltà . Già  litigheranno su Tav, Autostrade, migranti, giustizia, grandi opere ecc. Almeno evitino la pretesa di imporre veti in casa altrui. E non diano retta ai giornaloni, noti dispensatori di pessimi consigli.
Non solo: per una volta la chiusa dell’articolo è persino ottimistica:
Tipo chi vorrebbe imporre ai 5Stelle di fare un congresso, o dichiararsi di sinistra, o abiurare alle riforme (perlopiù buone) firmate finora. O chi, dall’altra, s’illude di ignorare l’oggettiva prevalenza renziana nei gruppi Pd. Se i 5Stelle sono angosciati da un “governo con la Boschi”, si ricordino di averne fatto uno con Salvini, Fontana e Pillon.
E se il Pd e i suoi house organ temono di perdere la verginità  baciando i “rospi” Conte, Di Maio, Dibba & C., non facciano ridere: sono vent’anni che digeriscono inciuci e governi col partito di B., Dell’Utri, Previti, Verdini&C. senza fare neppure un ruttino. Con tutto quel che ci è toccato vedere, può persino darsi che il peggio sia alle nostre spalle.

(da agenzie)

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LA FOGNA SOVRANISTA MINACCIA IL SINDACO DI LAMPEDUSA

Agosto 20th, 2019 Riccardo Fucile

MARTELLO SALE SULLA OPEN ARMS: “HO VISTO COSE RACCAPRICCIANTI”… “SALVINI HA FALLITO, GLI SBARCHI CONTINUANO”

Ieri mattina, al Comune di Lampedusa, è arrivata una lettera indirizzata al sindaco Totò Martello. Mittente: “Prima i nostri”. Le parole hanno i toni della minaccia: “Lei faccia il suo lavoro, Ong è una questione di ordine”.
Parole pesanti nei confronti del primo cittadino che si batte per l’accoglienza. Ieri, è salito sulla Open Arms. “Ho visto cose raccapriccianti”, racconta.
Di buon mattino è già  in Municipio, e fra le mani ha quella lettera: “Sa quante minacce ricevo da quando ho detto che la politica sull’immigrazione del ministro Salvini ha fallito? Minacce e pressioni pesanti. Ma io continuo a parlare — dice — la gente deve sapere che il porto di Lampedusa non è chiuso, come sostiene il ministro dell’Interno, gli sbarchi continuano”.
Martello, un passato nel Pd poi nel 2017 eletto con una lista civica, lancia un appello alla politica: “Oggi è un giorno importante — dice — basta con il clima di rabbia o di odio nel nostro paese. La politica sappia affrontare i problemi dialogando attorno a un tavolo. E avendo presente che ci sono in gioco vite umane”.
Alle nove del mattino, è già  un via vai di lampedusani in Municipio. “La porta del sindaco è sempre aperta — dice lui — quest’isola continua a fare la sua parte nel Mediterraneo, ma da due anni aspetto ancora una risposta dal ministro dell’Interno per capire il progetto per quest’isola. Avevo anche chiesto al governo di prorogare il blocco delle tasse che è stato fatto fino al 2017. Ho chiesto pure di aiutare i pescatori, che ogni giorno vedono danneggiate le proprie reti, perchè restano impigliate nei barconi affondati attorno all’isola. Spero che la politica dia anche queste risposte a Lampedusa”.
Il pensiero del sindaco torna ai migranti della Open Arms. “Scene raccapriccianti”, ripete. “Il risultato di una politica cieca”.

(da agenzie)

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LE DIMISSIONI DI CONTE OGGI IN SENATO “PER DIGNITA’ PERSONALE E ISTITUZIONALE”

Agosto 20th, 2019 Riccardo Fucile

HA DECISO DI DIMETTERSI NONOSTANTE IL M5S CERCASSE DI FRENARE… SUBITO DOPO IL SUO DISCORSO AL SENATO SALIRA’ AL QUIRINALE

Giuseppe Conte ha deciso di dimettersi oggi dopo il suo discorso in Senato: subito dopo aver lasciato Palazzo Madama salirà  al Quirinale e ufficializzerà  la fine del governo gialloverde.
A scriverlo stamattina più o meno tutti i giornali, mentre ieri ballavano ancora soluzioni alternative per la parlamentarizzazione della crisi che si aprirà  così ufficialmente oggi pomeriggio, portando anche a far saltare il taglio dei parlamentari che si doveva votare giovedì per l’ultima volta alla Camera.
Conte rimetterà  quindi il suo mandato al Quirinale. La decisione sarebbe quella di non chiedere il voto dell’Aula per evitare il rischio di pasticci istituzionali. Poi nelle ore successive, dovrebbe arrivare la telefonata di Luigi Di Maio a Nicola Zingaretti per aprire, così, un nuovo corso politico.
Secondo questa tabella di marcia non è previsto nessun voto dell’aula dopo le sue comunicazioni.
Spiega oggi Repubblica che la decisione sul percorso non è stata condivisa dal MoVimento 5 Stelle:
Il travaglio delle ultime ore su come uscire ordinatamente da un’esperienza di governo ha però coinvolto i rapporti tra il presidente del Consiglio e il suo partito di riferimento, i 5 stelle. Perchè alla pattuglia grillina piacerebbe molto avere una pausa di riflessione per capire lo sbocco della crisi. Ma il premier è stato chiaro: «Niente rinvii per una questione di dignità  personale e istituzionale».
Cosa farà  Conte una volta uscito da Palazzo Chigi? Non si esclude che possa rientrarci, con la maggioranza Pd-5stelle. Per questo è molto importante ascoltare le sue parole, leggere tra le righe, vedere fino a dove si spingerà  la condanna del vicepremier leghista e quali segnali verranno mandati alla temporanea opposizione.
Il presidente del Consiglio farà  un discorso molto duro con Salvini e aprirà  alla possibilità  di un nuovo governo con il Partito Democratico.
A dispetto dei ragionamenti di comodo, le dimissioni di Conte non precludono ad altre soluzioni per la Crisi di Ferragosto.
Con le dimissioni del premier salta di rimando anche il taglio dei parlamentari, la riforma costituzionale la cui quarta votazione era prevista alla Camera giovedì 22 agosto. La riforma prevede, dalla prossima legislatura, 400 deputati e 200 senatori.
Dopo aver ricevuto le dimissioni di Conte, il presidente della Repubblica inizierà  le consultazioni per formare un nuovo governo. I primi incontri dovrebbero svolgersi nell’arco di questa settimana. Ma il presidente potrebbe anche decidere di rimandare all’inizio della prossima
Mattarella potrebbe decidere di affidare ancora a Giuseppe Conte l’incarico esplorativo per verificare l’esistenza nelle Camere di una maggioranza alternativa a quella gialloverde
Spiega Goffredo De Marchis su Repubblica che improvvisamente nel Pd hanno capito che per avere un governo politico stabile, in grado di durare, non possono escludere a priori il Conte bis: unico collante possibile al momento.
Garante di due contratti diversi: questo è un problema. Operazione temeraria e dal sapore trasformistico: altro problema.
Ma con poco tempo a disposizione è complicato trovare una diversa figura di riferimento, legata al M5s, partito di maggioranza relativa, e gradita alla sinistra. Ci sarebbe Roberto Fico, ma il presidente della Camera avrebbe fatto trapelare i suoi dubbi. E metterebbe in crisi la leadership di Luigi Di Maio.
Allora, se prima tra i dem si diceva «non bocciamo il Conte bis ma poi non lo lasciamo passare», adesso l’ipotesi non viene più esclusa. Anche per il Quirinale, di fronte a un patto serio e dettagliato, il ritorno di Conte non diventerebbe uno scoglio insormontabile.
Ci sono però alcune ipotesi alternative al governo PD-M5S che ancora ballano.
Una di queste, racconta La Stampa, prevede che Salvini ricucia con il MoVimento 5 Stelle ma rimanga fuori dal governo
«Matteo, chiamati fuori da tutto. Fai come Bossi quando era potente: resta fuori dal governo. E ai Cinque stelle potrai dire: se il problema sono io, ecco risolto». L’ultimo consiglio di Giancarlo Giorgetti al suo segretario è un azzardo. Ma forse non più di altre mosse e contromosse andate in scena in questi tredici giorni di crisi di governo. Alzarsi in Aula e fare il bis della settimana scorsa, quando, inaspettatamente, ha detto sì alla richiesta del Movimento di anticipare il voto sul taglio dei parlamentari, lasciando di stucco l’intero emiciclo: «Sfida accettata».
Ora dal M5s filtra un’altra provocazione, «si può discutere con la Lega solo se Salvini si fa da parte»: ebbene, perchè non spiazzarli un’altra volta, sfilando loro anche questa arma?
Ma sembra incredibile che uno come Salvini accetti di stare fuori dal suo amatissimo ministero.

(da “NextQuotidiano”)

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IL GIURISTA SCHIAVONE: “NON SI CAPISCE IN BASE A QUALE DOCUMENTO O LEGGE VENGA VIETATO LO SBARCO DEI MIGRANTI DELLA OPEN ARMS, SIAMO DI FRONTE A UNA VIOLAZIONE DELLE LEGGI”

Agosto 20th, 2019 Riccardo Fucile

“NON ESISTE ALCUN ATTO IN TAL SENSO, ANZI VIENE IGNORATA UNA SENTENZA ESECUTIVA URGENTE DEL TAR”

“Chi ha disposto il divieto allo sbarco dei migranti? Con quale atto? Sulla base di quale legge?”. Gianfranco Schiavone, vicepresidente dell’Associazione per gli studi giuridici sull’Immigrazione, delinea per la ong Open Arms uno scenario molto simile a quello della Diciotti di un anno fa.
Anche in quel caso, la catena di comando che aveva impedito alla nave della Guardia costiera di fare sbarcare i migranti — erano 137 e il porto era quello di Catania — mostrava delle incongruenze che aveva portato all’apertura di un’inchiesta e alla richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’Interno Matteo Salvini.
Anche per la vicenda di Open Arms, la nave ong con a bordo 107 persone da giovedì ancorata a poche centinaia di metri da Lampedusa, mancano gli elementi e gli atti ufficiali che giustifichino lo stallo attuale.
“Alla nave non è stato notificato alcun provvedimento. Si tratta di un caso senza precedenti, in aperta violazione di una sentenza, chiaramente di natura politica”, spiega Schiavone.
Al momento indaga la procura di Agrigento, che ha aperto un’inchiesta contro ignoti per reati molto gravi, come sequestro di persona e violenza privata. Si tratta di un atto dovuto, avviato dopo il ricorso presentato dai legali di Open Arms.
Nei casi precedenti che vedevano come protagonisti le navi ong, la procura aveva sempre disposto un sequestro probatorio della nave, necessario a raccogliere elementi rilevanti per le indagini.
“In questo caso non è successo — dice Schiavone — anche perchè stavolta, a differenza delle altre, non si ipotizzano reati a carico dell’ong”.

(da “il Foglio”)

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QUANTO COSTA SCORTARE LA OPEN ARMS IN SPAGNA: OLTRE 500.000 EURO

Agosto 20th, 2019 Riccardo Fucile

DOPO SETTE GIORNI DI SOSPENSIONE DELLA LEGALITA’ IN ITALIA, UNICO PAESE OCCIDENTALE DOVE NON SI APPLICANO LE SENTENZE ESECUTIVE URGENTI, QUALCUNO VUOLE SPUTTANARE MEZZO MILIONE DI EURO DEGLI ITALIANI PIUTTOSTO CHE APPLICARE LA LEGGE

Dopo diciannove giorni la nave di Open Arms è ancora in attesa di poter sbarcare i migranti a Lampedusa. Si trova a ottocento metri dalla costa, mezzo miglio nautico, e il Governo Conte continua a fare il forte con i deboli.
Nonostante gli afflati di umanità  che spirano dal Ministero della Difesa a comandare è evidentemente ancora il ministro dell’Interno Matteo Salvini, quello che da due settimane dice che il governo è finito.
Domenica   quattro migranti si sono gettati in acqua e sono stati recuperati dai volontari. Ieri notte è stata autorizzata l’evacuazione di 8 persone bisognose di assistenza urgente e un accompagnatore. Questa mattina un uomo si è gettato in mare per tentare di raggiungere a nuoto la riva ed è stato tratto in salvo dalla Guardia Costiera.
A bordo della nave della Ong spagnola rimangono 97 migranti, che lo Stato italiano proprio non vuole far sbarcare. Perchè non vuole rendersi complice dei “vicescafisti” o dei “taxi del mare”. Paradossalmente però si propone di fare altrettanto.
Lo ha annunciato il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli che prima ha fatto sapere di essere pronto a far accompagnare la Open Arms in Spagna con la scorta della Guarda Costiera e successivamente al diniego della Ong, che ha risposto che «se Italia e Spagna vogliono trasbordare le persone con i loro mezzi, noi collaboreremo e loro li portino dove vogliono» ha rilanciato con un’offerta irripetibile. Il ministro si vuole proprio rovinare.
«Siamo disponibili a portare noi, con la nostra Guardia Costiera, nel porto iberico che ci verrà  indicato tutti i migranti che sono a bordo della Open Arms», ha detto Toninelli. Non si sa bene come questo possa avvenire, probabilmente con uno trasbordo in mare perchè si vuole assolutamente evitare che un centinaio di persone tocchino il sacro suolo patrio, un fatto che comporterebbe l’avvio delle procedure di identificazione e la presentazione delle richieste di asilo.
La prima conseguenza è che la nostra Guardia Costiera farà  da taxi del mare per i migranti, qualche migliaio di miglia nautiche tra andata e ritorno (il porto di Minorca è a 590 miglia nautiche), tutto per evitare un tragitto di poco più di due chilometri.
Ma chi pagherà  la generosissima offerta di Toninelli? Proprio noi, i cittadini italiani. Naturalmente non è possibile sapere a priori quanto costerà  l’operazione, ammesso e non concesso che vada in porto.
Ma c’è un precedente. Nel giugno del 2018 il Governo Conte decise di far trasferire in Spagna (a Valencia) i migranti a bordo della Aquarius. Per farlo, visto che la nave non era in grado di navigare da sola senza assistenza fino al porto spagnolo venne scortata da due unità  della Guardia Costiera: nave Dattilo e nave Orione. Qualche mese dopo quella brillante operazione da “vicescafista” qualcuno fece i conti di quanto ci era costato il tutto.
Il sito Euobserver fece una richiesta di accesso agli atti, e   dopo aver calcolato che il costo operativo della Dattilo è pari a 740,15 euro all’ora e tenuto conto che per   completare il tragitto di andata e ritorno da Valencia furono necessarie 290 ore, saltò fuori che il costo del viaggio di andata e ritorno per le unità  della Guardia Costiera fu di 215.000 euro.
A questo andava aggiunto il compenso extra conferito all’equipaggio (41 persone) della Dattilo pari a 5.500 euro al giorno per tutta la durata dell’intervento (14 giorni) che fa salire il totale di altri settantamila euro. Solo per la Dattilo il governo italiano spese 292 mila euro.
E non pensiate che il problema siano solo le Ong. Anche negare il permesso di sbarco ad una nave della Guardia Costiera ha i suoi costi, per la Diciotti all’epoca la strategia di Salvini ci costò all’incirca 100mila euro.
E casi simili si sono ripetuti più volte, ultima nell’ordine di tempo la vicenda di Nave Gregoretti. Ma cosa volete che siano poche centinaia di migliaia di euro a fronte della propaganda (gratuita) per il partito del ministro dell’Interno quando fa la voce grossa sui #PortiChiusi?

(da “NextQuotidiano”)

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OPEN ARMS. GLI OSTAGGI SI BUTTANO IN MARE PER SFUGGIRE AL SEQUESTRATORE DI PERSONE, SITUAZIONE DRAMMATICA A BORDO

Agosto 20th, 2019 Riccardo Fucile

LA CAPITANERIA CERCA DI RECUPERARLI, LA SPAGNA ATTACCA SALVINI… LA MAGISTRATURA COSA ASPETTA AD APPLICARE LA LEGGE E SPICCARE MANDATO DI ARRESTO PER SALVINI?

Diversi migranti che erano a bordo della Open Arms si sono buttati in mare per tentare di raggiungere la costa di Lampedusa a nuoto. Sono almeno cinque i migranti in acqua. Sul posto c’è una motovedetta della Guardia Costiera che sta cercando di recuperare i naufraghi. La situazione a bordo ormai è fuori controllo, come capita quando non si applica la legge che da sette giorni impone di far sbarcare gli ostaggi del sequestratore di persone che sta reiterando il reato.
So sta profilando il reato di omissione di atti d’ufficio non ottemperando alla sentenza del Tar .
Intanto il governo di Madrid parla di una soluzione a Open Arms “nelle prossime ore”: lo ha detto la ministra della Difesa spagnola, Margarita Robles, secondo quanto riporta il quotidiano La Vanguardia. Robles ha sottolineato che si tratta di una situazione di “emergenza umanitaria” e che la Spagna “non guardera’ dall’altra parte come sta facendo il ministro Matteo Salvini”.
La ministra spagnola ha poi invitato la Commissione europea a sollevare la questione nella prossima riunione del Consiglio europeo dei ministri degli Interni: “Non si può guardare dall’altra parte”.
E mentre proseguono i botta e risposta della politica, i migranti si buttano in mare nel tentativo di raggiungere la costa a nuoto, come mostrano le immagini della diretta

(da agenzie)

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