Ottobre 31st, 2019 Riccardo Fucile
IL RETROSCENA DELL’ASTENSIONE AL SENATO: LA BRILLANTE OPERAZIONE SUICIDA DELLA BERNINI
La decisione sarebbe stata presa all’ultimo da parte del capogruppo di Forza Italia al Senato d’accordo con i suoi omologhi di Fratelli d’Italia e Lega
Nessun tentativo di condivisione tra maggioranza e opposizione, come talvolta accade quando si tratta di un voto altamente simbolico, come era quello sulla commissione “Segre” contro l’odio e l’intolleranza, e una discussione limitata all’interno di Forza Italia prima della decisione di astenersi insieme ai senatori di Fratelli d’Italia e Lega.
È quanto rivela una fonte di Forza Italia, secondo cui l’astensione sarebbe stata organizzata in fretta e furia dalla capogruppo di Forza Italia al Senato Anna Maria Bernini — che sarebbe riuscita a convincere la Lega ad astenersi anzichè votare “no” — insieme ai capigruppo degli altri partiti dell’opposizione.
Assicurando così la compattezza del centrodestra, una strategia che si è mostrata vincente nelle elezioni regionali in Umbria, ma al costo però di scontentare una parte del proprio partito.
Alla base ci sarebbe anche il fatto di aver sottovalutato la vicinanza temporale tra questo voto, le centinaia di messaggi antisemiti ricevuti dalla stessa Segre, e la notizia della cena ad Ascoli Piceno, condita da nostalgia del ventennio fascista, a cui aveva partecipato il Sindaco di Fratelli d’Italia.
Insomma, la critica nei confronti dei vertici è di aver tenuto troppo poco conto dell’importanza simbolica del voto, finendo così per scontentare ulteriormente la base del partito azzurro che già soffre una coalizione di centro-destra in cui la parte di centro sembra pesare sempre meno.
Sempre secondo fonti di Fi, non sarebbero soltanto otto, dunque, i senatori indispettiti dall’astensione sul voto. Un numero basso dovuto alla fretta e furia con cui è stata organizzata non solo la decisione sul voto, ma anche la risposta alla decisione dei capigruppo.
Dietro si nasconde un malumore più diffuso nella base del partito di Silvio Berlusconi, un malumore che va acquisendo maggior vigore ideologico da quando il partito è sceso in piazza al fianco di Lega e Fratelli d’Italia alla manifestazione “sovranista” di Piazza San Giovanni a Roma in poi, e che fino a questo momento ha trovato in Mara Carfagna la figura centrale di riferimento.
Il contagio riguarda anche il contingente forzista in Senato dove c’è chi, come gli otto dissidenti, vorrebbe un partito e un centrodestra corale e pluralistico, che non tema le divergenze di opinioni, che non si senta costretto ad allinearsi alle posizioni “estreme” pur di salvaguardare la propria unità . E che un domani non lasci l’Italia isolata in Europa e nel mondo nel momento in cui dovesse ritrovarsi al potere dopo nuove elezioni.
Berlusconi si aspetta che Salvini lo nomini, quantomeno, senatore a vita e gli riporti in Parlamento una trentina di fedelissimi. Del tutto escluso che vi trovino posto quattro quinti degli attuali deputati e senatori “azzurri”, che sono ben 160. Non a caso una cinquantina hanno la valigia in mano. Tra questi Osvaldo Napoli, Massimo Mallegni, Andrea Cangini. Attendono che Carfagna lanci un segnale e, qualora il fischio dovesse tardare, molti perderebbero la pazienza.
(da agenzie)
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Ottobre 31st, 2019 Riccardo Fucile
CARO SILVIO, IN EUROPA I LIBERALI VERI I RAZZISTI LI METTONO IN GALERA, NON CI SI ALLEANO … IL RAZZISMO E L’ISTIGAZIONE ALL’ODIO NON SONO UN’OPINIONE, SONO UN REATO
Dopo che alcuni esponenti di Forza Italia hanno criticato la scelta del partito di astenersi dal voto alla mozione Segre, Silvio Berlusconi è intervenuto ma sarebbe stato meglio se fosse stato zitto.
La prima era stata Mara Carfagna a smarcarsi dalla decisione di Forza Italia di astenersi dal voto sulla mozione Segre per l’istituzione di una commissione contro l’istigazione all’odio.
Esempio, quello di Carfagna, seguito poi da numerosi altri deputati e sanatori, ultimo in ordine di tempo è stato l’ex direttore del Resto del Carlino Andrea Cangini
Ora davanti a questa “fronda” di scontenti e a fare la marchetta a Salvini arriva l’ex liberale Berlusconi:
«Devo respingere con forza ogni strumentalizzazione del voto espresso da Forza Italia. La nostra posizione e il mio personale impegno contro l’antisemitismo e a favore di Israele e del mondo ebraico sono una costante in 25 anni di storia politica, e considero profondamente offensivo il solo fatto di mettere in dubbio la nostra coerenza su questa materia», ha detto Berlusconi in una nota.
«Da liberali siamo però contrari all’eccesso di legislazione sui reati di opinione”
Berlusconi non ha risparmiato una frecciatina a chi ha preso posizione contro l’astensione: «Mi aspetto che nel Movimento che ho fondato nessuno si permetta di avanzare dei dubbi sul nostro impegno a fianco di Israele e del popolo ebraico, contro l’antisemitismo e ogni forma di razzismo
Prese di posizione e distinguo posti in essere ai soli fini di alimentare sterili polemiche — soprattutto su un tema così delicato — favoriscono chi vorrebbe dipingerci come quello che non siamo”
(da agenzie)
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Ottobre 31st, 2019 Riccardo Fucile
IL CONGRESSO USA AVVIA LA PROCEDURA CONTRO TRUMP: “IN GIOCO LA NOSTRA DEMOCRAZIA”
L’indagine sul possibile impeachment del presidente Donald Trump si appresta a entrare nella fase 2, il che vuol dire udienze pubbliche e un’eco mediatica molto più forte rispetto a quella avuta finora.
La Camera dei rappresentanti Usa ha approvato oggi una risoluzione che fissa le regole per avviare la seconda fase dell’indagine, caratterizzata da udienze pubbliche dopo circa cinque settimane di interrogatori a porte chiuse.
Pur essendo un voto procedurale, si tratta del primo voto dell’Aula sulla delicata questione che riguarda il futuro del presidente. Un voto che di fatto anticipa quello finale, quando al termine dell’indagine la Camera sarà chiamata a esprimersi sulla messa in stato d’accusa del presidente rinviandolo eventualmente al processo in Senato.
La risoluzione è passata con 232 voti favorevoli e 196 contrari. Due deputati democratici hanno votato contro insieme ai repubblicani, un deputato indipendente ha votato a favore con i democratici.
“Il presidente Donald Trump ha tradito il suo giuramento, e noi stiamo difendendo la Costituzione degli Stati Uniti”, ha detto la speaker della Camera del Congresso americano Nancy Pelosi prima del voto procedurale.
Secondo Pelosi, “in gioco non c’è nient’altro che la nostra democrazia”.
“Questa Costituzione è il progetto per la nostra repubblica e non una monarchia”, ha aggiunto, “ma quando si ha un presidente che afferma che l’articolo 2 dice che può fare quello che vuole, questo è in disprezzo della separazione dei poteri. Non è quello che dice la nostra Costituzione”.
Pelosi ha poi avvertito che ora “si aprirà una fase nuova dell’indagine, una fase pubblica in cui i cittadini americani potranno vedere con i loro occhi e sentire con le loro orecchie come stanno le cose”.
Grazie a questo testo, “gli americani potranno sentire in diretta come il presidente ha abusato dei suoi poteri”, ha twittato la leader dei democratici al Congresso.
Era stata lei, lo scorso 24 settembre, a decidere di lanciare il suo partito nel tortuoso cammino dell’impeachment, cioè della messa in stato d’accusa del presidente, a seguito delle rivelazioni su una chiamata del 25 luglio fra Trump e il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, in cui il tycoon gli chiese di indagare sul rivale politico democratico Joe Biden e sugli affari del figlio Hunter in Ucraina.
Per questo i Dem lo accusano di abuso di potere a fini personali, dal momento che Joe Biden era ben piazzato per affrontarlo in vista delle presidenziali del 2020. Il repubblicano, dal canto suo, ripete che la sua conversazione con Zelensky era stata “irreprensibile” e si dice preso di mira da un “colpo di Stato”.
I democratici hanno già ascoltato una decina di diplomatici e consiglieri della Casa Bianca. Secondo gli elementi filtrati finora dalle audizioni a porte chiuse, perlopiù audizioni fiume, ambasciatori e alti responsabili hanno rilasciato testimonianze talvolta pesanti per la Casa Bianca.
In particolare hanno rivelato gli sforzi dispiegati per mesi dalle persone vicine al presidente, fra cui il suo avvocato personale Rudy Giuliani, a margine dei canali della diplomazia ufficiale, per convincere Kiev a fornire delle informazioni imbarazzanti su Joe Biden.
Un consigliere della Casa Bianca specializzato in Russia, Tim Morrison, è arrivato stamattina per essere ascoltato a sua volta. Sarebbe stato testimone delle pressioni esercitate da Trump su Kiev.
Secondo altre persone che sono state ascoltate, il tycoon con Zelensky avrebbe messo sul tavolo un importante aiuto militare Usa.
(da “Huffingtonpost“)
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Ottobre 31st, 2019 Riccardo Fucile
“ANDAVA VOTATA A OCCHI CHIUSI, ALTRO CHE ASTENERSI”… “DOBBIAMO ONORARE IL NOSTRO PAESE E LA SUA STORIA”
Soddisfazione per l’istituzione della “commissione Segre e amarezza per l’astensione del centrodestra. Sono due stati d’animo diffusi all’indomani del voto con il quale il Senato ha dato il via libera alla nascita della commissione straordinaria per combattere razzismo, antisemitismo e ogni forma di istigazione all’odio.
Preoccupazione per l’astensione è stata espressa anche dal cardinale Parolin. Il segretario di Stato Vaticano ha affermato: “Mi preoccupa, nel senso che su alcune cose, su valori fondamentali dovremmo essere tutti uniti. Ci sono cose su cui dovremmo convergere. Io penso che l’invito sia a riflettere sui valori fondamentali. Ci vogliono basi comuni. Poi naturalmente anche qui c’è il pericolo di politicizzare tutto ciò e dovremmo davvero uscire da questo”.
Dal Pd arriva l’attacco contro i partiti che si sono astenuti: “Forza Italia che in Senato s’inchina a Salvini e alla Meloni rifiutandosi compattamente di sostenere l’istituzione della commissione parlamentare contro il razzismo e l’intolleranza proposta da Liliana Segre ci dice che continuare a parlare di centrodestra in Italia è ridicolo”, ha scritto su Facebook il senatore dem Dario Parrini.
Ma anche all’interno di Forza Italia si registrano dissapori.
Il senatore Cangini su HuffPost ha affermato di dissociarsi dalla scelta dei colleghi: “Astenendoci sulla mozione Segre assieme a Lega e Fratelli d’Italia siamo a mio avviso cascati nella trappola con tutte le scarpe”, ha affermato.
Toni simili quelli usati a Sky tg24 da Renata Polverini: “Ero molto piccola quando mia zia mi portò da un’amica che aveva impresso sul braccio lo stesso numero della Senatrice Segre. La mozione da lei presentata non andava neanche letta, ma votata ad occhi chiusi. Da Presidente della Regione Lazio ho avuto un dialogo costante con la comunità ebraica e, sinceramente, l’astensione di Forza Italia è la negazione della mia storia politica e personale”, ha detto la deputata di Fi.
È della stessa idea Deborah Bergamini: “Il mio applauso e la mia solidarietà a Liliana Segre. È stato un grave errore astenersi sul voto alla commissione contro odio, razzismo e antisemitismo istituita in Senato. Dovremmo tutti ricordarci, per il ruolo istituzionale che siamo chiamati a ricoprire, che è importante onorare il nostro Paese e la sua storia da cui, purtroppo, abbiamo ancora molto da imparare”.
(da agenzie)
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Ottobre 31st, 2019 Riccardo Fucile
NEL MIRINO PARLAMENTARI DI FRATELLI D’ITALIA CHE NEGANO… CI VORRA’ IL VAR PER IDENTIFICARE IL RESPONSABILE?
Nel corso di un intervento del deputato Emanuele Fiano dai banchi dell’estrema destra dell’emiciclo sono arrivate frasi chiaramente indirizzate all’interlocutore definito “sionista”.
Il tutto avviene dopo che ieri il centrodestra si è compattamente astenuto sulla mozione di Liliana Segre sul razzismo. A denunciare il fatto alcuni deputati del Partito Democratico tra cui Andrea Romano:
Il tutto accade quando, a seguito della richiesta di intervenire comunque su un ordine del giorno su cui c’era parere favorevole, della deputata Caretta, il sottosegretario Alessia Morani ha cambiato il parere sul testo, facendo scattare la reazione di Fdi.
“Si tratta di un atteggiamento inconcepibile. Se il governo non torna sui suoi passi, da parte nostra incontrerà la massima ostilità ”, ha detto il capogruppo Lollobrigida.
Replica Emanuele Fiano (Pd) a difesa del governo; e qualcuno gli urla: “Sionista”.
Enrico Borghi del Pd sostiene che a dare del sionista a Fiano sia stato “qualcuno dai banchi di Fdi“: accusa che scatena la reazione di Lollobrigida, il quale chiede una sospensione dei lavori.
Andrea Delmastro chiede a quel punto “la convocazione di un giurì d’onore
Intanto, l’ostruzionismo di Fdi prosegue. Nella mattinata si sono tenuti pochi voti e i lavori vanno avanti a singhiozzo.
(da agenzie)
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Ottobre 31st, 2019 Riccardo Fucile
L’OPERAZIONE DELLA DDA DI MILANO HA PORTATO A 43 MISURE CAUTELARI PER UN SISTEMA DI TANGENTI, APPALTI, NOMINE PILOTATE E FINANZIAMENTI ILLECITI
La Guardia di Finanza di Milano sta acquisendo alcuni documenti negli uffici della Regione Lombardia nell’ambito dell’inchiesta che vede indagato il governatore Attilio Fontana per abuso d’ufficio a seguito di una nomina in un organismo regionale del suo ex socio di studio Luca Marsico, che ha ottenuto un incarico all’interno del Nucleo di valutazione degli investimenti della Regione.
Un’acquisizione di documenti che anticipa la richiesta di proroga delle indagini che i pm si apprestano a inoltrare al gip.
Nello specifico, gli inquirenti hanno richiesto alcuni documenti in Regione per approfondire la vicenda della nomina e chiedere, poi, la proroga delle indagini così da decidere il prima possibile se chiedere il processo o l’archiviazione per il governatore.
Fontana è finito nel registro degli indagati nell’ambito dell’operazione della Dda di Milano che, il 7 maggio, ha portato a 43 misure cautelari per un sistema di tangenti, appalti, nomine pilotate e finanziamenti illeciti in Lombardia.
Secondo il pm, il governatore, facendo nominare con una delibera il suo ex socio di studio in Regione, avrebbe violato il principio di imparzialità . Quel ruolo non poteva essere fiduciario: era passato, infatti, per un avviso pubblico al quale avevano preso parte 60 persone.
Dalle indagini è emerso che Gioacchino Caianiello, ex coordinatore di Forza Italia, si sarebbe attivato per cercare un nuovo incarico a Marsico, candidato alle Regionali ma non eletto. Così, in cambio, avrebbe chiesto a Fontana di nominare una terza persona alla Direzione formazione della Regione da lui guidata.
Il governatore, però, avrebbe risposto di no senza, però, denunciarlo: per questo motivo, nel tentativo di istigazione alla corruzione, viene considerato “parte offesa”. L’iscrizione al registro degli indagati, con l’accusa di abuso d’ufficio, vale solo per la successiva nomina di Marsico a «esperto in ambito giuridico, con particolare riferimento alla legislazione territoriale, urbanistica, ambientale, edilizia ed ai contratti pubblici».
(da agenzie)
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Ottobre 31st, 2019 Riccardo Fucile
LE RISORSE LEGHISTE SDOGANANO HALLOWEEN MA ALTRI SOVRANISTI SI INDIGNANO… E’ UN PROBLEMA DI CHI HA POCO SALE IN ZUCCA
Ci sono alcuni argomenti sui quali i sovranisti, difensori di tutto ciò che è italico e della fede (cristiano-cattolica, ovviamente) non sono disposti a scendere a compromessi.
Dal momento che la difesa dei valori passa per quella della tradizioni il tempo delle polemiche sui social è ancora scandito da quello, ben più antico, del calendario.
A settembre con l’inizio della scuola ci si accapiglia sulla funzione “educativa” del crocifisso nelle aule
A Pasqua c’è la solita battaglia sul capretto al grido “perchè gli islamici si e noi no” mentre a Natale è il momento delle polemiche sui canti natalizi e sul presepe.
E da che mondo è mondo a fine ottobre è il turno della raccolta delle zucche.
Quelle dei sovranisti che sono impegnati a combattere il maligno che cerca di entrare in Italia grazie ad una festività importata dalle Americhe: Halloween.
Ieri sera Mario Giordano, che da qualche tempo è il cantore di tutto ciò che è buono, giusto e di denominazione di origine cristiana (DOC) ci ha deliziato con uno spettacolino dei suoi: la distruzione della zucca di Halloween.
Giordano non vuole festeggiare una tradizione importata, non vuole dimenticare le nostre radici. E così ha spaccato con una mazza dipinta con il tricolore: «Simbolicamente noi oggi vogliamo dire abbasso Halloween e viva la festa di Tutti i Santi» ha dichiarato Giordano dopo essersi sfogato sulle zucche finte che aveva in studio.
E non staremo qui a dire che “Halloween” è la traduzione di “Ognissanti”, perchè non ci interessa spiegare il perchè e il percome di una festa.
Non faremo raffinate analisi etnoantropologiche sulle zucche e i costumi indossati dai bambini.
Ci limiteremo a mostrare il caos ideologico dei sovranisti e dei tradizionalisti. Quelli come Giordano, che in nome della tradizione spaccano le zucche. E quelli che invece dopo aver agitato il rosario, giurato sul Vangelo o consacrato l’Italia al cuore immacolato di Maria si fanno le foto con le zucche di Halloween.
Perchè mentre sicuramente molti cristiani sostengono che si tratti di una festa pagana e addirittura demoniaca esiste una nutrita schiera di tradizionalisti e di cattolici che ci dice che sì, quella festa si può festeggiare.
Ad esempio qualche anno fa la rivista di ispirazione cattolica Tempi ha pubblicato un articolo con questo titolo: «Fate festeggiare ai vostri bambini Halloween, grande festa cattolica» dove spiegava che la festa «non oscura in nessun modo le nostre tradizioni ma piuttosto le illumina».
Anzi addirittura sarebbe una festività inventata (importata) in America da immigrati irlandesi di fede cattolica. Ma allora è vero che aprire le porte agli immigrati è pericoloso! Anni e anni a combattere contro le feste pagane che non appartengono alle nostre tradizioni cancellate così? No. Perchè quest’anno nientemeno che il Presidente del Veneto Luca Zaia ha voluto spiegare che Halloween, le zucche, i bambini che andavano in giro a fare dolcetto o scherzetto, sono tutte tradizioni italiane, italianissime. Anzi meglio ancora: venete.
Un antico rito veneto, ispirato ai celti. E sappiamo bene quanto veneti, padani e “celti” siano imparentati (per quanto riguarda quet’ultima parentela è tutto da stabilire).
C’è però un problema. Perchè ai sovranisti, quelli cresciuti a pane e tradizione strumentalizzata a fini politici ed elettorali, sembra impossibile che le cose stiano così. Del resto è difficile accettare il fatto che il concetto di “tradizione” non è affatto qualcosa di scolpito nella pietra nella notte dei tempi ma viene continuamente reinventato da chi quella tradizione la vive.
Ed è ancora più complicato venire a patti con il fatto che una “tradizione” può essere il frutto di “tradizioni” provenienti da luoghi e tempi assai diversi da quello in cui ci si trova (che c’entrano ad esempio i celti padani dei tempi che furono con i cristiani italiani?).
E così sotto il post di Salvini con la zucca e di quello di Zaia dove si spiega la genesi storica della tradizione italiana è pieno di gente che invita i due politici della Lega ad andarci piano con queste cose.
Perchè con il demonio e con Satana non si scherza mica. E chissà cosa succederà ora che si è sdoganata l’idea che una tradizione non sia qualcosa di immutabile che rimane sempre fissa nello stesso posto. Si inizierà forse a pensare che possono esistere altri tipi di famiglia, di sessualità , di italianità ?
C’è quello che spiega che la festa non appartiene alla “nostra cultura” e quella che invece ribadisce che “non è la nostra festa” come invece la festa delle forze armate, quella sì una vera tradizione italiana (del resto cosa c’è di più tradizionale che festeggiare l’unica vittoria militare del nostro Esercito unitario).
Per finire con il tizio che sembra fare una meta citazione da Elio e le Storie Tese ma invece è serissimo quando scrive «questa festa non ci rappresenta».
E badate bene, questi sono tutti elettori e simpatizzanti della Lega che sulla spinosa questione delle zucche intagliate mostrano di non essere in perfetta sintonia con i capoccioni del partito.
E così finisce che a spaccare le zucche in difesa della cristianità ci rimane Mario Giordano, da solo. Perchè nemmeno per la Lega Halloween rappresenta più un pericolo. Ma lui è abituato a stare fuori dal coro.
(da “NextQuotidiano”)
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Ottobre 31st, 2019 Riccardo Fucile
DEGNO SOVRANISTA: QUANDO VENGONO SPUTTANATE LE LORO FAKE NEWS NON SANNO RISPONDERE
Essere accusati, replicare e abbandonare gli studi in segno di protesta.
Mercoledì sera è andata in onda, sul Nove, la seconda puntata di Fake, la trasmissione che racconta il lato oscuro delle notizie-bufale pubblicate dai giornali e sui social network.
Tra gli ospiti della serata c’era anche il direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti che, a un certo punto della diretta, ha dovuto rispondere alle accuse su un articolo pubblicato dal suo quotidiano contro Greta Thunberg.
L’articolo di cui si è parlato era quello in cui si parlava di presunti (e questo è il termine su cui si è posta l’attenzione) esperti di comunicazione alle spalle della giovanissima attivista svedese per l’ambiente, di una campagna mediatica e pubblicitaria ad hoc orchestrata dalla madre di Greta Thunberg e dei contatti con Soros.
Sallusti ha detto di non ricordarsi nel dettaglio i contenuti di quell’articolo (smentiti ripetutamente da tantissimi fact-checkers con dati incontrovertibili), sottolineando che in quel momento fosse giusto pubblicare un pezzo simile.
L’articolo in questione parlava dei presunti esperti di comunicazione che manovravano la 16enne.
«Non ricordo i dettagli, se è vero o no non lo so — ha ribattuto Alessandro Sallusti alle accuse degli altri presenti nello studio di Fake -. Un sito è una diretta, in quel momento era possibile ritenere credibile questa notizia. Che dietro a lei ci sia un esperto di comunicazione ritengo di sì, non è un reato». (quindi anche senza prove)
Anche la conduttrice, Valentina Petrini, ha replicato a queste parole sottolineando come non sia opportuno mettere in giro notizie senza averle verificate per il solo gusto di portare avanti propri pensieri. Altrettanto non verificati.
E allora i toni si sono alzati. Sallusti si alza, saluta tutti con un «devo scappare» ed esce dallo studio.
(da agenzie)
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Ottobre 31st, 2019 Riccardo Fucile
LE MODIFICHE PROPOSTE? SOLO MAQUILLAGE UMANITARIO
Detto da chi, nell’inferno libico, lavora da anni, ha un peso: le ipotizzate modifiche al Memorandum Italia-Libia che il governo vorrebbe proporre, secondo Medici senza Frontiere, sono “difficilmente realizzabili” e soprattutto sono “un contraddittorio maquillage umanitario perchè mentre si annuncia di voler migliorare le cose si perpetuano scellerate politiche di respingimento e detenzione sulla pelle delle persone”.
Medici senza frontiere che lavora nei porti di sbarco dove vengono riportati i migranti intercettati in Libia e dà assistenza sanitaria dovunque sia loro concesso di entrare, ricorda che – nel 2019 – per ogni persona evacuata dai centri di detenzione più di quattro sono state intercettate e riportate in quegli stessi centri e che il 75 per cento di loro è considerata a rischio dall’Unhcr.
“L’unica soluzione umanitaria possibile – dice Marco Bertotto, responsabile advocacy di Msf – è superare del tutto il sistema di detenzione arbitraria, accelerare l’evacuazione di migranti e rifugiati dai centri favorendo efficaci alternative di protezione e porre fine al supporto dato alle autorità e alla guardia costiera libica che alimenta sofferenze, violazioni del diritto internazionale e l’odioso lavoro dei trafficanti di esseri umani, a terra e in mare”.
(da agenzie)
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