Novembre 20th, 2019 Riccardo Fucile
LE CENE CON SALVINI E GIORGETTI CON IL COSTRUTTORE … SPUNTA UN TERZO FINANZIAMENTO… CENTEMERO PARLA DI FONDI ESTERI E BANCHE NEGLI EMIRATI
Sono tutte in una informativa di settantotto pagine le intercettazioni che rischiano di mettere in imbarazzo Matteo Salvini a proposito dell’inchiesta sui finanziamenti dati da Luca Parnasi alla associazione leghista “Più voci”, quando il costruttore rampante cercava di tessere relazioni coi principali partiti politici.
Era un fatto noto che, come si legge nel capo di imputazione che rischia di mandare a giudizio il tesoriere e deputato della Lega, Giulio Centemero, l’associazione Più voci, collegata alla Lega e a Radio Padania avesse ricevuto due finanziamenti “in chiaro” uno nel 2015 e uno nel 2016, ciascuno dal 125mila euro.
Nell’informativa conclusiva dell’inchiesta, però, spuntano diversi elementi finora inediti. A partire dal fatto che Giulio Centemero, il tesoriere, mostra grande confidenza con lo stesso Parnasi. E spunta un possibile nuovo finanziamento giusto a ridosso delle elezioni 2018
Gli incontri tra Salvini e Parnasi, mediati da Centemero, sarebbero stati almeno due (oltre all’incontro allo stadio che lo stesso Salvini ha ammesso).
Nel 2016, Centemero invita Parnasi ad una cena di finanziamento per la Lega che non è solo un gala, dice lui stesso: «Se vuoi fare un attimo il punto delle persone da vedere a Milano con Matteo vediamoci se no no problem non ti disturbo», gli scrive a marzo.
E a ridosso delle elezioni capitoline: «Per il 19 aprile a Roma ho parlato con Matteo forse la candidata a sindaco fa un salto ma non è detto». Quindi arriva l’appuntamento ufficiale: «La presente ufficialmente come una cena di fundraising, anche se effettivamente è più una cena volta a 1) networking 2) mettere Matteo in contatto con la società civile e parlare dei temi reali e non solo di quelli da tv; 3) mostrare il volto vero di Matteo ai presenti. Nessuna domanda sarà illecita una regola e farla in pubblico per condividere io lo chiamo Fight Club».
La cena di Natale
Fin qui saremmo ancora ai rapporti in qualche modo formali con un imprenditore importante se non fosse che invece, nel 2017, a Natale e quindi a ridosso delle elezioni, arriva l’ulteriore invito. Stavolta a casa di Parnasi e con la presenza di Giancarlo Giorgetti:
«Confermato cena il 19 da me», scrive Parnasi.
«Viene anche Giancarlo ok? Per Iban e Similia facciamo de visu o vuoi tutto in anticipo?».
E, ancora: «Ciao Luca se non è un problema domani oltre a Giancarlo Matteo e me ci sarebbe anche il ragazzo (Andrea) che segue Matteo nella campagna elettorale».
La cena è certamente avvenuta perchè poi Centemero ringrazia: «Grazie, hai messo a tavola delle persone di valore e sono contento che Matteo ci si sia confrontato».
Dunque, a quel che si comprende, si sarebbe perlomeno parlato di un ulteriore finanziamento e — stavolta — a ridosso delle elezioni 2018.
A darne conferma è il fatto che anche l’altro responsabile della raccolta fondi, Andrea Manzoni (forse proprio l’Andrea di cui si parla) a sua volta indagato in questo procedimento per aver ricevuto un
finanziamento illecito alla Lega, «incontra — appuntano i Carabinieri — Parnasi nel febbraio 2018».
I fondi stranieri
Infine, l’ultima tutta da analizzare in un rapporto tra Centemero e Parnasi che si rivela particolarmente stretto è che il tesoriere della Lega confida di avere rapporti buoni con banche straniere, negli Emirati e forse non solo. Rapporti e fondi da gestire all’estero, non è chiaro a che titolo, se per il partito o a titolo privato.
Dopo la cena di Natale, Centemero dice a Parnasi: «Ieri ho carpito il fatto che Banca Igea sta costituendo un fondo immobiliare per i tuoi progetti. Se ti può interessare posso sondare un paio di famiglie emiratine con cui lavoro per investire. Pensaci e in caso mi muovo volentieri».
E in un’altra occasione: «Giovedì nel pomeriggio sono in via del Babuino a incontrare alcuni Fondi esteri dalle 15 alle 16». Per chi cercava questi fondi esteri Centemero?
(da Open)
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Novembre 20th, 2019 Riccardo Fucile
“L’IBAN DE VISU O IN ANTICIPO?”: L’ESPRESSO PUBBLICA LE CONVERSAZIONI SU TELEGRAM TRA CENTEMERO E IL COSTRUTTORE ROMANO, ENTRAMBI INDAGATI PER FINANZIAMENTO ILLECITO
«Per Iban et similia facciamo de visu o vuoi tutto in anticipo?», chiese il tesoriere leghista al costruttore romano. I segreti della Lega di Matteo Salvini corrono su Telegram.
L’Espresso pubblica in esclusiva le chat riservate tra il tesoriere della Lega Giulio Centemero e l’imprenditore Luca Parnasi.
Dialoghi che svelano gli intrecci del partito con i poteri economici e finanziari.
Cene e pranzi privati, circoli esclusivi della Capitale, altro che popolo e i suoi bisogni. Una storia di soldi, relazioni, interessi privati. E finanziamenti illeciti, secondo gli inquirenti.
Matteo Salvini ha dichiarato di aver conosciuto Parnasi e di averlo incontrato quando era andato allo stadio insieme a lui.
Quello che il leader leghista ha nascosto è scritto nelle chat: a tre mesi dalle elezioni politiche del 2018 è stato a cena a casa di Luca Parnasi insieme al tesoriere del partito e a Giancarlo Giorgetti, numero due della Lega.
«Ciao Luca, volevo ringraziarti molto per la cena, hai messo al tavolo delle persone di valore e sono contento Matteo ci si sia confrontato», è il commento del tesoriere il giorno dopo la cena natalizia.
Ma non è l’unica serata che vede insieme lo stato maggiore della Lega e Parnasi.
Il 19 aprile 2016 a Roma era stata organizzata una cena di gala che Centemero definisce così: «Una cena di foundraising […] Nessuna domanda sarà illecita, unica regola è farla in pubblico e condividerla…io lo chiamo fight club».
Il leader leghista insieme al tesoriere Centemero e Giorgetti a cena a casa del costruttore della Capitale. E nelle chat la domanda: «Per Iban et similia facciamo de visu o vuoi tutto in anticipo?»
Le conversazioni di Telegram sono state acquisite dal telefonino di Parnasi nell’ambito dell’indagine sul nuovo stadio della Roma. Seguendo le piste della corruzione, i magistrati avevano aperto un secondo filone: il finanziamento illecito ai partiti. Un capitolo che coinvolge l’ex tesoriere del Pd, Francesco Bonifazi (ora a Italia Viva) ma anche la Lega, con il tesoriere Centemero accusato di aver preso donazioni illecite da Parnasi attraverso l’associazione Più Voci, costituita per ricevere finanziamenti privati da aziende.
Fondi da tenere lontano dai conti ufficiali del Carroccio, finito nel mirino dei giudici che chiedevano la restituzione dei 49 milioni di rimborsi elettorali ottenuti con la truffa di Bossi e Belsito.
L’inchiesta sulle donazioni illecite era stata avviata dai magistrati dopo lo scoop dell’Espresso su questa vicenda, pubblicato il primo aprile 2018, in cui si svelava l’esistenza della Più Voci e dei soldi ricevuti non solo da Parnasi.
(da agenzie)
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Novembre 20th, 2019 Riccardo Fucile
DOMANI SI ESPRIMERANNO GLI ISCRITTI
Per il Movimento 5 stelle è “il momento di chiederci se questa grande mobilitazione di crescita e rigenerazione sia compatibile con le attività elettorali.
Per questo motivo abbiamo deciso di sottoporre agli iscritti la decisione riguardante la partecipazione alle imminenti elezioni regionali in Emilia Romagna e in Calabria”. Lo annuncia il Blog delle Stelle.
“Partecipare alle elezioni richiede uno sforzo organizzativo, anche nazionale, e di concentrazione altissimo. Ciascuno di noi deve interrogarsi, con la massima responsabilità , sul contributo che sente di dare nei prossimi mesi, su dove sente più giusto che i suoi portavoce dirigano il proprio impegno. Deve chiedersi se pensa se siamo capaci, tutti insieme, in un grande lavoro di rete di condivisione e divisione degli incarichi, di essere utilmente presenti su diversi fronti. Qualsiasi cosa sceglieremo, la affronteremo come sempre con tutta la dedizione di cui siamo capaci. A noi la scelta”, conclude l’house organ del M5S, spiegando che “le votazioni si apriranno alle 12 di domani e si chiuderanno alle 20″.
(da agenzie)
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Novembre 20th, 2019 Riccardo Fucile
SEMPRE PIU’ ALTA L’ETA’ MEDIA DELLE PRIME UNIONI
Nel 2018, per la prima volta nella storia, i matrimoni con rito civile hanno superato quelli con rito religioso e oggi rappresentano il 50,1% del totale delle unioni, a fronte del 49,5% dell’anno precedente.
È quanto mettono in evidenza i dati aggiornati diffusi oggi dall’Istat. Il “sorpasso”, emerge dai numeri, non è ancora scattato per quanto riguarda le prime nozze, dove l’altare batte ancora saldamente la cerimonia in Comune, ma si registra comunque se si guarda il totale delle persone che si sono unite in matrimonio lo scorso anno.
Molto forte il divario territoriale: al Nord la quota di matrimoni con rito civile è del 63,9%, al Sud meno della metà (30,4%)
La crescita del rito civile, rileva l’istituto di statistica, è trainata dall’aumento dei secondi matrimoni (erano il 13,8% del totale nel 2008, saliti al 19,9% nel 2018) e dalle unioni in cui almeno uno degli sposi è straniero, passate dal 15% del 2008 al 17,3% del 2018.
Primi sposi sempre più “vecchi”
Guardando ai dati complessivi, in totale lo scorso anno stati celebrati in Italia 195.778 matrimoni, circa 4.500 in più rispetto al 2017, ma in generale l’età delle prime nozze si sposa sempre più in là nel tempo. In media gli sposi hanno 33,7 anni e le spose 31,5. A incidere in maniera determinante è soprattuto il calo della natalità avviato registrato a partire dagli anni 70 e che a distanza di tempo ha portato a una progressiva riduzione dell’ampiezza della fascia di popolazione tra i 16 e i 34 anni.
“Al 1° gennaio 2018 sono quasi 12 milioni, un milione e 200 mila in meno rispetto al 2008”, ricora l’0istituto di statistica. “Questa contrazione ha contribuito alla diminuzione dei matrimoni dei giovani tra i 16 e 34 anni. Infatti, mentre nel 2018 l’incidenza delle prime nozze dei giovani è del 59,7% tra gli sposi e del 72,5% tra le spose, nel 2008 era di circa 10 punti percentuali in più”.
Meno unioni civili, forti divari Nord-Sud
In calo invece rispetto al 2017 il dato sulle unioni civili. Nel 2018 si sono unite 2.808 coppie dello stesso sesso contro i 4376 dell’anno precedente. Netta la prevalenza di coppie di uomini (64,2%) e più marcata la concentazione nel Nord-ovest (37,2%) a fronte di dati sensibilmente più bassi al Sud (8,6%) e nelle Isole (5,5%).
(da agenzie)
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Novembre 20th, 2019 Riccardo Fucile
LA RIFORMA DEL MES DIVIDE L’ITALIA: GUALTIERI LA DIFENDE, CONTE CONTRO CHI HA DISCUSSO PER MESI E ALZA SOLO ORA POLVERONI
Sentire Giuseppe Conte parlare di “delirio collettivo” e Roberto Gualtieri di “molta confusione” fa capire quanto tesa sia la partita politica sulla riforma del Fondo Salva-Stati (Mes). Da Palazzo Chigi e dal Ministero dell’Economia arriva il sostegno alla riforma europea, con diverse sensibilità : Gualtieri difende a spada tratta la riforma del Mes, concordata dall’Italia a giugno in sede di Eurogruppo e anche di consiglio europeo; Conte difende sì la riforma, ma considera irrinunciabile il vincolo del Parlamento, serve in altre parole un sostegno politico che solo il vertice di maggioranza di venerdì potrà garantire.
Per fare questo, e per convincere i 5 stelle in primo luogo, si ragiona sulla “logica a pacchetto” in base alla quale l’Italia chiede almeno una road map di impegni all’Europa sulle altre riforme che Roma considera irrinunciabili per una corretta governance economica dell’area euro.
Sentite Giuseppe Conte: “Il Mes è un negoziato in corso da più di un anno. Il delirio collettivo è stato suscitato dal leader dell’opposizione” dice da Arezzo, a margine dell’Assemblea dell’Anci, puntando il dito contro il “sovranismo da operetta” di Matteo Salvini. Questo perchè “da marzo a giugno 2019 abbiamo avuto vertici di maggioranza coi massimi esponenti della Lega” che, evidentemente, ironizza, non se ne sono accorti: “Quando invece si partecipa ai tavoli a propria insaputa, non si capisce quel che si era studiato e lo si scopre dopo, per suscitare scandalo o delirio, quell’atteggiamento non è responsabile”.
Attenzione, però, il riferimento di Conte al delirio collettivo riguarda inevitabilmente coloro che a quel tavolo erano seduti. Se alla sua destra c’era Matteo Salvini, alla sua sinistra c’era Luigi Di Maio. E i 5 stelle ora alzano la guardia su una riforma che è stata lungamente discussa dal Governo, a quel tempo il Conte 1. E sarà nuovamente discussa venerdì dalla maggioranza del Conte 2 in un vertice, da cui Conte punta a uscire a ranghi compatti.
Sentite Roberto Gualtieri: “A proposito della riforma del Meccanismo europeo di stabilità (MES) si è ingenerata nel dibattito italiano molta confusione”. Serve una nota del ministro dell’Economia per provare a frenare la polemica politica.
Il titolare del Tesoro cerca di mettere fine alle accuse, visto che al consiglio europeo di dicembre il Governo dovrà portare una sua posizione a Bruxelles. Il ministro spinge. E porta le sue argomentazioni in una lunga nota sulla ‘riforma della discordia’, ribadendo tra le altre cose che comunque “l’Italia non ha avuto, non ha e non avrà bisogno dei prestiti Mes: il debito italiano è sostenibile, ha una dinamica sotto controllo anche grazie alla politica fiscale prudente e a sostegno della crescita che il paese porta avanti”.
Dunque il problema della ristrutturazione del debito non si pone, per Gualtieri. È la risposta a chi critica la riforma vedendoci invece forti rischi di ristrutturazione del debito, in caso di richiesta di aiuti al Mes.
Una questione sollevata dal governatore di Bankitalia Ignazio Visco il 15 novembre scorso e precisata però in una nota diffusa oggi da Via Nazionale: la riforma “non prevede la ristrutturazione del debito”. Nessun giudizio negativo, in altre parole, quanto piuttosto l’intenzione del governatore di mettere in guardia sui rischi inerenti all’assunzione di eventuali ulteriori iniziative future relative all’operatività del Mes in assenza di una riforma complessiva della governance economica dell’area dell’euro.
Chi guarda con grande preoccupazione la riforma del Fondo Salva Stati è il sistema bancario italiano. Il presidente dell’Abi Antonio Patuelli, non ha nascosto la sua indignazione per il fatto che il Governo “non ci ha informato”, ha detto a margine di un incontro a Bruxelles. “Non so niente, ho letto stamattina i giornali, leggo sull’Huffington post ma sono materie sulle quali il mondo bancario italiano non è stato messo al corrente”.
Patuelli si spinge al punto da prevedere che le banche chiudano i rubinetti dell’acquisto di titoli di Stato in caso di passaggio della riforma, uno scenario apocalittico per il debito pubblico italiano. Poi la frenata, con il presidente dell’Abi che prende atto del “positivo chiarimento” del ministro dell’Economia.
Nella nota Gualtieri spiega che “l’innovazione fondamentale che è stata introdotta” con le modifiche concordate a giugno “riguarda la possibilità che il Mes svolga la funzione di backstop fiscale, cioè di supporto, per il Fondo di Risoluzione Unico, una linea di credito pari a circa 70 miliardi di euro che permetterà una gestione più efficace delle crisi bancarie, e senza condizioni a carico dei paesi interessati”.
Si tratta, sottolinea il ministro, di “un’innovazione positiva, che da tempo come Italia avevamo richiesto, e che costituisce un nuovo tassello verso il completamento dell’Unione bancaria. Per il resto – continua – le condizioni per l’accesso di un paese ai prestiti del Mes non sono cambiate, anzi, per una fattispecie specifica, sono state sia pur solo parzialmente alleggerite”. “Soprattutto – prosegue ancora Gualtieri – è bene chiarire come la riforma del Mes non introduca in nessun modo la necessità di ristrutturare preventivamente il debito per accedere al sostegno finanziario”.
Il ministro riconosce che “effettivamente, all’inizio del negoziato alcuni paesi avevano chiesto che la ristrutturazione del debito divenisse una condizione per l’accesso all’assistenza finanziaria ma, anche grazie alla ferma posizione assunta dall’Italia, queste posizioni sono state respinte e le regole sono rimaste identiche a quelle già in vigore. La valutazione sulla sostenibilità del debito – prosegue – è infatti sempre esistita sin dalla creazione del Mes e non implica una ristrutturazione automatica del debito. Non ci sono in tal senso cambiamenti sostanziali. Il dibattito di questi giorni su questo argomento è senza senso”.
Per Gualtieri, invece “sarebbe bene che il dibattito si concentrasse su temi più rilevanti al centro della discussione europea”. E nello specifico elenca l’introduzione di una garanzia comune dei depositi a condizioni non penalizzanti per l’Italia, l’introduzione di un safe asset comune europeo, il rilancio degli investimenti nel quadro di un green new deal, la revisione del patto di stabilità e di crescita”.
E qui il riferimento è alle altre ‘gambe’ della riforma che il Governo italiano chiede in quella che definisce “logica a pacchetto” e che si aspetta di trovare sul tavolo del consiglio europeo di dicembre a Bruxelles, almeno con una road map a tempi dilazionati per il completamento del pacchetto di riforme.
Difficile prevedere ora cosa succederà nel caso in cui il Consiglio si trovasse a dover ratificare solo la riforma del Mes. La questione ribolle nella maggioranza, viste le spinte del M5s contrario alla riforma. Venerdì un altro vertice di maggioranza da cui Conte e Gualtieri proveranno a tirar fuori una linea comune
(da “Huffingtonpost“)
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Novembre 20th, 2019 Riccardo Fucile
DOBBIAMO COLORARE LE CITTA’, SCRIVERE STORIE NUOVE, SOGNARE NUOVI SCENARI: LA CONSERVAZIONE NON PUO’ ESSERE FINE A SE STESSA
Ho letto una recentissima intervista a Marcello Veneziani sempre più impegnato nella salvaguardia dell’azione politica dei conservatori
«L’Italia ha bisogno di conservazione ma, ancora di più, ha bisogno di chi sappia conservare. È questo il messaggio che è emerso da “L’Italia dei conservatori” evento voluto e organizzato da Nazione Futura»: così si legge nella parte introduttiva dell’articolo/intervista in parola..
Ed ancora: «I conservatori servono a conservare, cioè a salvaguardare la memoria, il patrimonio artistico, ambientale e letterario di un Paese. I conservatori servono a porre l’attenzione sulla salvaguardia di ciò che io chiamo la gioia durevole delle cose: i principi che restano, la continuità tra le generazioni, i valori che non tramontano, la continuità tra passato, presente e futuro. I conservatori hanno una doppia funzionalità , sia pratica che teorica”…
Un primo dato va sottolineato ed anche a più riprese: i presunti attivisti del neo-conservatorismo Italiano, a ben vedere, non sono altro che gli stessi teorici del Sovranismo.
Non c’è nulla di male nel sostenere l’idea del Sovranismo: è un modo come un altro per darsi un tono, per dare l’idea di battersi per qualcosa di solido, anche se è pur sempre necessario stabilire fino a che punto ci sia onestà intellettuale in una data posizione…
Si “invoca il popolo sovrano”; si attacca l’Europa che vorrebbe ridurre la sovranità degli Stati-Nazione a mero “cagnolino scodinzolante” del potere Comunitario; si dipinge uno scenario di presunta conquista da parte dei “nuovi Italiani” (o presunti tali) ed il gioco è fatto.
Dal punto di vista del marketing politico tutto fa brodo. Potrebbe far brodo anche immaginare che senza una “politica dei conservatori” non ci sarebbe chi si batterebbe per “salvaguardare la memoria, il patrimonio artistico, ambientale e letterario di un Paese” assicurando la continuità “spirituale tra le varie generazioni”.
L’esigenza c’è. Esiste. È reale. Ma immaginare che sia prerogativa soltanto dei conservatori – che, per ciò stesso, sarebbero necessari – non mi sembrerebbe corretto.
Ogni Paese ha la sua storia e la sua dimensione filosofico-culturale.
Ogni Paese ha l’assoluta necessità di tramandare la storia dei “padri” proiettandola nel presente dei “propri figli”.
Ogni Paese, però, è anche tutto ciò verso cui si indirizza.
Conoscere la storia, saper ricostruire nel miglior modo possibile, fatti, accadimenti e personaggi, non è la mera conservazione statica del passato ma, per chi ne è davvero capace, una riflessione profonda sulla stessa umanità in movimento; una riflessione che sarà davvero meritevole soltanto se sorretta dal coraggio di andare avanti, non per dimenticare la lezione dei padri ma per portarla avanti, cercando di perfezionarla…
Non “ho fede” nel Sovranismo, ed ancor meno nel Conservatorismo fine a se stesso. “Panta rei”, diceva un filosofo… Il mondo è un continuo divenire. Cambiano le regole del gioco. La scienza fa scoperte sempre più rivoluzionarie. Gli stessi assiomi di un tempo vengono travolti dallo studio attento di scienziati che non si fermano all’apparenza pur di trovare la scaturigine ultima di fenomeni che, per quanto siano stati sempre vissuti come “dato scontato”, a ben vedere, tutto sono tranne che quello…
È un dovere conservare la propria storia ed anche la propria identità : noi siamo il riflesso della nostra educazione, dei valori che ci hanno insegnato e tramandato. Siamo i figli di ciò che ci ha preceduto. Ma, oltre a quello, siamo anche “i pittori (potenziali) del nuovo mondo”. Possiamo colorare le città , scrivere storie nuove, immaginare nuovi contesti e nuovi scenari.
La storia, insomma, siamo chiamati addirittura a farla…
Sono un Napoletano. Forse, per “vocazione naturale”, uno dei tantissimi soggetti tenacemente attaccati alla propria storia ed alla propria identità . Ma nella bellezza di questa terra baciata dal sole, non c’è soltanto “conservazione” di una bellezza unica al mondo: c’è anche voglia di avvenire e, con essa, una “vulcanica voglia dell’ignoto”.
Ci sarebbero da scrivere fiumi di parole sui concetti di Patria, Nazione, identità nazionale ed uguaglianza. E lo si potrebbe fare sia da “sinistra” che da “destra”. Anzi, sarebbe più corretto dire che lo si potrebbe fare da variegate posizioni, sia di sinistra che di destra.
Per ora, mi limiterò a riprodurre un “pezzo” che ho letto sui social…
Nessuno possiede la verità assoluta. Nessuno! Proprio per questo, battersi democraticamente per la propria idea non sarà mai un delitto, a condizione di non ignorare le conquiste scientifiche per ridurre il tutto ad una mera lettura religiosa della vita che è sì legittima, ma non più di chi immagina e propugna che lo Stato debba agire laicamente, senza imporre nessun credo, nessuna divisione inaccettabile tra le persone, ed ancor meno l’odio tra i popoli.
Salvatore Totò Castello
Right BLU – La Destra liberale
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Novembre 20th, 2019 Riccardo Fucile
A UN ANNO ESATTO DAL RAPIMENTO SOLO UN ASSORDANTE SILENZIO E BUFALE… A CHE SERVONO I SERVIZI SEGRETI? NON SIAMO DI FRONTE A UN BIN LADEN MA A UNA BANDA DI SFIGATI
La prima cosa che ti colpisce è il silenzio. Assordante, lancinante, surreale. Ad un anno esatto di distanza dal rapimento di Silvia Romano, ancora non abbiamo alcuna notizia certa e confermata sulla sorte della cooperante milanese 24enne, al di là di spifferi e indiscrezioni spesso di fonte incerta e prive di conferma ufficiale. L’ultima di qualche ora fa appena, che la vorrebbe in Somalia, spostata di prigione in prigione e addirittura usata come scudo umano.
Una notizia — se così la vogliamo chiamare — che segue a distanza di un paio di mesi l’indiscrezione secondo la quale sarebbe stata costretta a un matrimonio islamico. Un incubo che non riusciamo neanche a immaginare, e che è diventato mangime per la più squallida propaganda sovranista, che vorrebbe fare di Silvia Romano un simbolo della retorica anti-islamica, del fallimento della narrazione “buonista” e terzomondista.
Il sottotesto non è neppure troppo nascosto e difficile da leggere: ecco chi sono davvero quelli che vorreste aiutare. E ancora: ecco cosa vi succede se provate ad avventurarvi fin laggiù, se vi illudete di “soddisfare le vostre smanie di altruismo — per dirla alla Gramellini — in un villaggio sperduto nel cuore della foresta, invece che in qualche mensa nostrana della Caritas”.
Ogni (rara) volta che il nome di Silvia Romano torna alla ribalta delle cronache si finisce per scontrarsi con questa sorta di pelosa compassione paternalistica di fronte a una giovane ragazza che ha avuto la “colpa” di partire, rischiare, sporcarsi le mani.
Ci sentiamo ripetere di continuo da volontari e cooperanti da tastiera che l’unica soluzione è di “aiutarli a casa loro”. Ma, quando una ragazza di 23 anni (oggi 24, compiuti il 13 settembre scorso, in prigionia) lascia la propria comoda e agiata vita milanese per aiutarli davvero a casa loro, la trattiamo come una specie di ingenua idealista con sogni troppo grandi per la realtà .
Ad alimentare questo clima è stato, prima di ogni altra cosa, il silenzio, l’assenza di ogni notizia o segnale a cui appigliarci. È sempre andata così: dove non arriva l’informazione tradizionale, quello è lo spazio in cui si insinuano fake, bufale, false piste e depistaggi che finiscono per allontanarci, giorno dopo giorno, dalla verità .
E, al tempo stesso, contribuisce a tenere bassi i riflettori dell’opinione pubblica, quasi inesistenti le pressioni su politica e governo.
Fonti vicine alla Farnesina raccontano di un lungo e paziente lavoro diplomatico quotidiano che non si è mai fermato dal 20 novembre 2018.
Dopo mesi di silenzi e balbuzie da parte del governo gialloverde, da agosto in avanti ci si sarebbe attesi uno scatto in avanti nella gestione del dossier che, nei fatti, è rimasto sulla carta. Ci ritroviamo, così, ancora oggi, sospesi in questo surreale limbo fatto di attese, mezze frasi, silenzi imbarazzati, impotenti di fronte a una vicenda di cui la politica intera cerca di stare il più possibile alla larga.
In gioco non ci sono voti da prendere, consensi da mungere, ritorni di immagine da ottenere, ma solo una ragazza di 24 anni che nessuno sa realmente dove si trova, nelle mani di chi e in quali condizioni.
Silvia è materiale radioattivo da maneggiare con cura. Chi lo fa corre il rischio di essere contagiato. Col risultato che, ogni giorno in più di silenzio, è un giorno in meno di speranza di vedere Silvia Romano tornare a sorridere come in ognuna di quelle decine di foto che ci sono passate davanti agli occhi in questo lunghissimo anno. Squarciamo quel silenzio. Prima che sia troppo tardi.
Lorenzo Tosa
(da TPI)
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Novembre 20th, 2019 Riccardo Fucile
PRONTE LE MODIFICHE AL DECRETO SICUREZZA, SPARISCONO LE MULTE CRIMINALI ALLE NAVI UMANITARIE E L’OLTRAGGIO A PUBBLICO UFFICIALE RITORNA A ESSERE CONTESTATO SOLO PER GLI UOMINI IN DIVISA
“Dall’inizio dell’anno sono stati 5.940 i migranti rimpatriati contro i 5.345 dello stesso periodo del 2018. Dal 5 settembre, data di insediamento del Governo, sono stati ben 1.304. Un tasso di rimpatria aancora insufficiente”, ha dichiarato la ministra “sollecitiamo un’azione più intensa da parte dell’Europa su questo”.
“Per intensificare l’efficacia dei rimpatri coattivi”, ha proseguito, “conto nei prossimi mesi di potenziare il sistema dei Centri di permanenza per i rimpatri con una disponibilità ulteriore di oltre 300 posti attivando altre strutture (50 posti a Macomer, 150 a Gradisca d’Isonzo, 132 a Milano). Sono state anche avviate le attività per la realizzazione di altri centri per un totale di 160 posti: 100 a Oppido Mamertina e 60 a Modena”.
Le modifiche al decreto sicurezza sono pronte, almeno nella loro parte tecnico-giuridica affidata al Viminale. “Io ho già pronto uno schema di provvedimento, ne devo parlare in Consiglio dei ministri. Ci saranno le modifiche connesse alle osservazioni del presidente della Repubblica”, ha annunciato il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ascoltata nel pomeriggio alla Commissione Affari Costituzionali della Camera sulle linee programmatiche del suo ministero.
Due i punti fondamentali che verranno corretti: le sanzioni spropositate contro le navi che soccorrono migranti e le nuove norme sull’oltraggio a pubblico ufficiale.
Sparirà l’esorbitante multa fino a un milione di euro che era stata introdotta dal Parlamento con un emendamento rispetto alla prima versione del decreto sicurezza bis. Una sanzione che il presidente della Repubblica, nel promulgare la legge, aveva definito spropositata rispetto ai comportamenti. Dovrebbe essere definita anche la tipologia delle navi a cui applicare le sanzioni
Verranno corrette anche le nuove norme sull’oltraggio a pubblico ufficiale per le quali non era più prevista l’applicabilità dell’esimente della particolare tenuità del fatto e che non distinguevano più tra i diversi tipi di pubblico ufficiale.
In sostanza l’oltraggio verrà previsto solo se espresso nei confronti di forze dell’ordine e non ad eempio per figure come gli impiegati delle poste o gli impiegati amministrativi della pubblica amministrazione.
(da agenzie)
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Novembre 20th, 2019 Riccardo Fucile
DAL SINDACO LEGHISTA DI BIELLA ARRIVANO LE SCUSE TARDIVE, MA NON LE DIMISSIONI: UN CRETINO NON PUO’ FARE IL PRIMO CITTADINO SE NON DI UNA MASSA DI CRETINI
“Io sono stato un cretino, lo ammetto, e chiedo scusa alla Segre e a Greggio, però su questa cosa è stata fatta una speculazione da parte di tutti quanti e mi dispiace. Il risultato è stato negativo, ingiustamente. Una grandissima sciocchezza che è diventata una cosa nazionale. La signora Segre non ha bisogno che arrivi il sindaco di Biella a darle la cittadinanza, è un ‘patrimonio dell’umanità ‘ e le chiedo ancora scusa. L’ho invitata anche a Biella per la Giornata della Memoria e non c’è nulla contro di lei”. Queste le parole pronunciate dal sindaco di Biella Claudio Corradino ai microfoni di “Stasera Italia”, in onda questa sera alle ore 20.30 su Retequattro, in merito alla polemica scoppiata per l’attribuzione della cittadinanza onoraria a Ezio Greggio, da lui rifiutata perchè solo una settimana prima era invece stata negata alla senatrice Liliana Segre.
Piccolo dettaglio: per giorni il sindaco ha sostenuto l’opposto, solo quando ha capito di aver perso la faccia ha fatto retromarcia, guardandosi bene dal compiere il gesto conseguenziale: dimettersi e togliere il disturbo.
Un cretino non può fare il sindaco.
(da agenzie)
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