Destra di Popolo.net

M5S, RASSICURAZIONI SENZA SOLUZIONI

Novembre 23rd, 2019 Riccardo Fucile

GRILLO POSIZIONA DI MAIO CONTRO SALVINI E CERCA DI TRANQUILLIZZARE IL PD… MA IN EMILIA CHE SI FA?

Nessuno lo nega. Neanche Beppe Grillo: “Siamo in un momento di caos”.
Il fondatore M5s, arrivato a Roma per mettere ordine, in realtà  non fa altro che cucire una toppa su un buco che comunque sia è destinato a diventare sempre più grande.
Il Garante infatti incontra Luigi Di Maio, rassicura, riposiziona il mondo pentastellato in orbita Pd, chiude con la Lega, ma in fondo non dà  soluzioni e tutto resta in sospeso, soprattutto la questione dell’Emilia Romagna.
Nella regione rossa per eccellenza il Movimento 5 Stelle si candiderà  ma i presupposti non lasciano presagire niente di buono: “Fate un’elemosina, votateci come si può dare un euro a un povero”, dice Grillo.
Parole che lasciano basiti gli attivisti e i parlamentari: “O ci candidiamo o non ci candidiamo. Non è rispettoso per chi spenderà  le proprie energie”. Non solo.
M5s è spaccato tra chi vuole allearsi con il Pd e chi no. Di Maio è assolutamente contrario, Grillo propenderebbe per il sì e il problema va risolto urgentemente perchè da qui può dipendere la vita del governo.
Di certo si va incontro a giornate di passione per i 5Stelle, consapevoli che una sconfitta del candidato di centrosinistra Stefano Bonaccini in Emilia Romagna potrebbe mettere a rischio l’esecutivo, ancor di più se a causarla dovesse essere il Movimento 5 Stelle che si è rifiutato di replicare l’alleanza governativa a livello locale.
“È forse ciò che vuole Di Maio?”, si domanda una fonte. La risposta arriverà  nelle prossime ore, lunedì sera il capo politico sarà  a Bologna per incontrare gli attivisti.
Nel disordine viene detto tutto e il contrario di tutto.
Di Maio dalla Sicilia corre a Roma per parlare con Grillo, il quale lo conferma capo politico zittendo quanti nel Movimento vorrebbero sostituirlo o una condivisione di responsabilità .
In un video di cinque minuti il comico genovese urla ai ribelli: “Non rompete”. Molti tra deputati e senatori rimangono sbalorditi, Roberta Lombardi si infuria, Alberto Airola anche, Emanuele Dessì non ci sta: “Serve pari dignità ”.
Ma nello stesso tempo, il dato della giornata è che il fondatore è tornato in campo, “ci sarò di più, darò una mano a Luigi”.
Anche in questo caso ogni parola resta un po’ campata in aria: “Dobbiamo aspettare almeno un paio di settimane per vedere l’effetto di questo faccia a faccia, se Grillo davvero sarà  più presente e i poteri di Di Maio ridimensionati”, dice uno dei dissidenti.
Per adesso Grillo impone una nuova e netta sferzata filo-Pd al Movimento 5 Stelle: “Con la sinistra possiamo fare grandi progetti, la Lega è pericolosetta”.
Con buona pace dello stesso Di Maio, che ha nostalgia della Lega.   Per questo Luigi Gallo, deputato molto vicino a Roberto Fico, esulta: “Sono contento che si sia tornati a parlare di temi e che Beppe abbia messo una pietra tombale sulla Lega”.
Nel faccia a faccia di due ore si parla quindi di governo e Grillo ribadisce la sua linea: non si torna indietro. Dall’incontro viene fuori anche la proposta di un “nuovo contratto di governo” con il Pd, a partire da gennaio.
E infatti l’incontro tra Grillo e Di Maio era molto atteso non solo all’interno del Movimento, ma al fondatore, nelle ultime ore, ha guardato con crescente attenzione anche Nicola Zingaretti, preoccupato dalla piega presa dall’alleanza di governo e dalla scelta del M5S di andare da solo in Emilia-Romagna e Calabria.
“Bene l’impegno dei 5Stelle per il rilancio del Governo. Un passo in avanti. Siamo pronti al confronto”, plaude il segretario Pd parlando tuttavia di agenda e non di contratto di governo, formula della quale al Nazareno non vogliono sentir parlare.
Poco importa perchè in questo momento la questione dirimente è l’Emilia Romagna. Le parole viaggiano in ordine sparso.
Di Maio ha appena finito di dire che M5s correrà  da solo ed ecco che il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, non esclude invece un accordo con i dem, e Carla Ruocco e Roberta Lombardi avanzano la proposta di un nuovo sondaggio sul blog.
Sul territorio, anche la consigliera uscente Silvia Piccinini non disdegnerebbe un accordo in extremis. I dem assistono e sperano.
“M5s rifletta, potrebbe candidarsi a governare una regione per la prima volta”, è l’ennesima mano tesa offerta da Stefano Bonaccini.
Se il Movimento, sulla spinta di Beppe Grillo dovesse decidere di acchiapparla, lo si vedrò nelle prossime quarantotto ore.

(da “Huffingtonpost”)

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CHI E’ IL PROFESSORE LEGHISTA SOSPESO CHE MINACCIA GLI STUDENTI SIMPATIZZANTI DELLE SARDINE

Novembre 23rd, 2019 Riccardo Fucile

NEL SUO BLOG RIVENDICAZIONI “SONO RAZZISTA” ED ELOGI DELLE BACCHETTATE SULLE MANI… UN ALTRO SEDICENTE FASCISTA DA AVANSPETTACOLO

Il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti annuncia un provvedimento di immediata sospensione, «a tutela dei diritti degli studenti e della stessa scuola», per il professore di Fiorenzuola che su Facebook ha minacciato e insultati gli studenti intenzionati a partecipare alla manifestazione delle Sardine.
«Educare al rispetto dei principi della Costituzione — ha aggiunto il ministro — è uno dei fondamenti dell’istituzione scolastica, tra questi vi sono certamente il diritto a manifestare liberamente il proprio pensiero ed a partecipare alla vita pubblica secondo i modi garantiti dalla Costituzione stessa».
A loro il prof ha promesso di «rendere la vita un inferno» perchè «di idioti in classe non ne voglio».
Sul suo blog, l’elogio della bacchetta «sulle mani degli alunni», il manifesto «Sono razzista e me ne vanto» e la raccolta dei video fascisti
«Andrò ai flash mob delle Sardine per vedere se becco qualche mio studente…poi piangerà  di avere un prof che lo rimanda e gli farà  vedere un 6 con il binocolo». Queste le parole choc che Giancarlo Talamini Bisi, docente di italiano e latino in un liceo di Fiorenzuola, ha indirizzato con tanto di minaccia ai suoi studenti in un commento a un post su Facebook.
Da qualche ora il profilo del professore è stato rimosso e non è più visibile
Il profilo del docente era politicamente e decisamente orientato. E forse è proprio per questo che ha deciso di rimuovere ogni traccia.
In testa alla sua bacheca campeggiava un «Liberiamo l’Emilia-Romagna», slogan di Matteo Salvini per la campagna delle prossime regionali. I commenti offensivi e minacciosi erano disseminati sotto ai post che annunciano la manifestazione di domenica prossima delle Sardine prevista in piazza Taverna.
Talamini Bisi ha anche un suo blog personale. Classe 1965, docente di storia, italiano e latino nei licei dal 1993, nella sua biografia si ritrovano diversi saggi, sia a carattere politico (L’Europa di domani), sia a tema sportivo (Quasi quasi andiamo a correre e Metodologia didattica per l’insegnamento di materie letterarie nel liceo sportivo).
Il docente vanta inoltre «212 interventi su tematiche politiche, sportive e scolastiche» su testate locali e nazionali, oltre a un curriculum da podista e da ciclista.
Nella sezione “Pensieri” si trovano particolari interessanti sulle idee di Talamini Bisi.
Il un post intitolato Rivoglio l’aula e i metodi di una volta, il professore si lancia in un elogio de «l’immancabile righello o bacchetta che, all’occorrenza, poteva avere un uso diverso sulle mani degli alunni» e della lavagna d’ardesia che «essendo posizionata obliquamente rispetto all’angolo della stanza, delimitava uno spazio chiamato “dei castighi”».
In un terzo post, dal titolo “Genitori fuori dalla porta”, Talamini Bisi si scaglia contro il parent involvement, cioè il coinvolgimento dei genitori nelle attività  scolastica dei figli. Per il docente è il tempo di finirla «con questi organi collegiali. Preside e docente bastano e avanzano come ai tempi di zio Benito». Talamini Bisi chiosa augurandosi un ritorno «alle origini», cioè «alla scuola gentiliana e ai figli della Lupa».
Un’altra pagina è dedicata alla condivisione di un “manifesto” dall’eloquente intestazione «Sono razzista e me ne vanto» che traccia le ragioni e i luoghi comuni in base ai quali, secondo Talamini Bisi, verrebbe mossa l’accusa di razzismo
Nella sezione del sito linkata ai video Youtube, una raccolta di canzoni fasciste
Non mancano gli inni della Lega Nord Padania, oltre a quello quello “nazionale” veneto e lombardo
La dirigenza dell’istituto scolastico in cui insegna Talamini Bisi, si legge in una nota, «preso atto della notizia che si sta diffondendo sui social riguardo le affermazioni di un proprio docente, comunica di aver già  informato del fatto gli organi superiori dell’amministrazione scolastica al fine di adottare le misure opportune. Si sottolinea l’estraneità  della scuola dalle affermazioni del docente in questione».

(da agenzie)

argomento: denuncia | Commenta »

CARLO ROSSELLA STA CON LE SARDINE: “MI PIACCIONO QUESTI RAGAZZI. VOLENTEROSI, GIOIOSI, INTELLIGENTI”

Novembre 23rd, 2019 Riccardo Fucile

L’EX DIRETTORE “BERLUSCONIANO” DI TG1 E TG5: “SALVINI NON MI PIACE, HA UN ELOQUIO SCONSIDERATO”

Da “ex pescecane berlusconiano dico che mi piacciono assai questi ragazzi. Volenterosi, gioiosi, improvvisatori, intelligenti. Disarmano la politica, la rendono così inutile davanti alla loro freschezza, la lucidità ”.
Lo dice, in un’intervista al Fatto Quotidiano, Carlo Rossella, ex direttore del Tg1 e del Tg5
“Vedo sardine dappertutto. Il logo è stato immesso nel mercato giovanile (e non solo!) e fa furore”.
E se fosse un fuoco di paglia? Un tormentone da social? “Non prevedo infatti la conquista del Palazzo d’inverno”, risponde Rossella.
Quanto a Salvini, “non mi piace, non mi garba, ha un eloquio sconsiderato, eccessivo, debordante. Non è il tipo che fa per me”.

(da agenzie)

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MIGRANTE “EDUCATO, AIUTA GLI ANZIANI A PORTARE LA SPESA” MULTATO PERCHE’ ACCETTA QUALCHE MONETA DI ELEMOSINA

Novembre 23rd, 2019 Riccardo Fucile

ACCADE NELLA GENOVA LEGHISTA DOVE SI FA LA GUERRA AI POVERI

Un migrante di 27 anni è stato multato per 75 euro dalla polizia locale, intervenuta – come si legge nel verbale – su segnalazione, mentre sostava davanti a un supermercato a Bolzaneto, come ogni giorno, cercando di raccogliere qualche spicciolo dai passanti. La multa è per accattonaggio molesto.
La storia è raccontata da Genova24.
Sconcertato Federico Romeo, presidente del Municipio della Valpolcevera. “Se salutare educatamente le persone, aiutare gli anziani a portare la spesa e regalare sempre un sorriso a tutti significa praticare accattonaggio molesto o offendere la pubblica decenza, allora mi interrogo su quale sia la vera funzione del servizio pubblico e cosa si intenda per legalità “, dice.
“Quel ragazzo è conosciuto da tutti – spiega Romeo – è estremamente educato, aiuta le persone con le borse della spesa senza essere insistente, non ci è mai giunta notizia di lamentele”.
Il 27enne viene seguito da una comunità  della vallata, ha un regolare permesso di soggiorno e possiede tutti i documenti d’identità  che ha fornito agli agenti.
Sul caso è intervenuta la sezione genovese di Italia In Comune. “Sottolineiamo come lo stesso Capo dello Stato, interpellato da un ricorso avviato da alcune associazioni per un caso simile, non solo lo avesse accolto, ma avesse precisato che un sindaco non può colpire con provvedimenti punitivi chi si limita a chiedere l’elemosina senza molestare nessuno”, dice Cristina Bicceri stigmatizzando l’atteggiamento di quei sindaci che “anzichè preoccuparsi di combattere la povertà , sanzionano i poveri, attraverso ordinanze che dovrebbero utilizzare per ben altre finalità , e non certo per colpire gli indigenti”.

(da agenzie)

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VIOLENZA SULLE DONNE: MANCA LA SVOLTA CULTURALE E IL SOSTEGNO ECONOMICO

Novembre 23rd, 2019 Riccardo Fucile

IL PARLAMENTO SPAGNOLO ALL’UNANIMITA’ HA STANZIATO 1 MILIARDO PER L’ASSISTENZA ALLE DONNE VITTIME DI VIOLENZA, L’ITALIA 12 MILIONI: SERVONO FATTI CONCRETI, NON PAROLE

Ci siamo, è la settimana della violenza contro le donne, si avvicina una ricorrenza che non dovrebbe esistere: il 25 novembre, la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. E come ogni anno la celebrazione contempla una quantità  industriale di seminari, convegni, appelli, spettacoli teatrali, mostre, organizzati per denunciare la violenza e promuovere la cultura della parità  di genere.
Si tratta sicuramente di iniziative di sensibilizzazione preziose, che hanno aumentato la consapevolezza di molte donne, spinte più di prima a denunciare e ed entrare in contatto con le istituzioni e i servizi dedicati.
Si è anche consolidata la consapevolezza che alla radice del fenomeno c’è un problema culturale. Un enorme problema culturale, che si chiama patriarcato, grande e pesante come un macigno.
La sensazione è che il problema di ordine culturale sia però diventato un alibi per non fare niente. Niente di incisivo.
Un mantra, usato dal mondo della politica e delle istituzioni, che ripetuto all’infinito rischia di non voler dire nulla. Fa dotto e non impegna.
Quante volte leggiamo in dichiarazioni cazzute che è necessaria una svolta culturale? Certo che lo è. Ma non basta il titolo, servono le risposte, le soluzioni, le azioni, perchè ci sia il cambiamento culturale.
Ci vogliono le risorse, i soldi, per combattere un fenomeno di dimensioni oscene, ormai strutturale.
Da questo si misura la reale volontà  di un paese nel contrasto alla violenza.
Chi fa sul serio lo sa.
Lo sa la Spagna, dove nel 2017 tutti i partiti hanno firmato un accordo per contrastare questo fenomeno che prevedeva lo stanziamento di un miliardo di euro e molto altro.
In Italia che cosa hanno fatto finora i vari governi? Cosa fa di concreto oggi il governo? Una buona notizia è quella annunciata oggi dal ministro Gualtieri, riguardo il decreto atteso da anni che sblocca i fondi, 12 milioni, per gli orfani di femminicidio. Ma non basta.
Ci piacerebbe che tra una lite e l’altra sulla legge di stabilità  si decidesse anche lo stanziamento adeguato per contrastare la violenza contro le donne. Questa si che sarebbe una svolta.
Invece gli esigui fondi pubblici del 2019 per i Centri antiviolenza non sono ancora stati ripartiti tra le Regioni. Parliamo di un ritardo di 10 mesi, a cui si sommeranno almeno altri 8 o 9 mesi per la procedura di effettiva assegnazione da parte delle Regioni.
E’ una situazione vergognosa, intollerabile se associata ai soli 12 milioni di euro stanziati per i Centri antiviolenza nel 2017, che si traducono in 76 centesimi, meno di un euro al giorno per ogni donna vittima di violenza, se divisi per il numero di donne accolte e sostenute nei percorsi di recupero.
Parliamo di cifre ridicole, che pure hanno sviluppato appetiti e i pochi fondi sono stati distribuiti a pioggia tra enti religiosi, società  sportive, comuni agenzie di comunicazione e come dimostrano e i 121 beneficiari del bando 2017 del dipartimento per le pari opportunità  della Presidenza del Consiglio, con cui sono stati distribuiti 11,735 milioni.
I soldi contro la violenza alle donne non devono andare a enti religiosi, cantanti e calciatori, devono andare ai centri antiviolenza, che si sostituiscono allo Stato e che ancora oggi vivono per lo più di volontariato, con quattro spiccioli che arrivano a singhiozzo. Nonostante siano il cuore del Piano nazionale antiviolenza.
La rete Dire, che è la più grande organizzazione nazionale di centri denuncia da anni che i centri sono troppo pochi, con interi territori scoperti, con il personale solo parzialmente retribuito e con risorse assolutamente al di sotto del bisogno.
La prima indagine Istat, pubblicata a fine ottobre, sui 281 Centri italiani, ci dice che, nel solo 2017, 43mila donne si sono rivolte ai Centri.
La violenza non si combatte chiudendo gli spazi femministi, come succede a Roma che primeggia con nove femminicidi.
Eppure la sindaca vuole chiudere due dei luoghi che più hanno aiutato le donne: Lucha y Siesta e la Casa Internazionale delle Donne, in una città  che secondo la Convenzione di Istanbul, ratificata dall’Italia, dovrebbe avere con i suoi 3 milioni di abitanti, 300 posti nelle case rifugio, invece ne ha miseri 25.
Qualcuno ha scritto che il femminicidio fa più vittime della mafia. E’ così. Ed il fenomeno è purtroppo stabile, rischia di diventare cronico. Sono quasi cento le vittime di femminicidio dall’inizio dell’anno e che nel 2018 sono state 142 (dati Eures).
La media continua ad essere quella di una donna uccisa ogni tre giorni. i dati aggiornati sulla violenza di genere in Italia diffusi ieri dalla Polizia di Stato dicono che ogni giorno in Italia 88 donne sono vittime di atti di violenza, una ogni 15 minuti.
Per fermare maltrattamenti e violenze che spesso sfociano nei femminicidi, è dunque necessario che la “svolta culturale” la faccia il governo facendo diventare il contrasto alla violenza una priorità  e non solo a parole, evocando “cambi di rotta culturale”, nè ipotizzando l’inasprimento delle pene, come sentiamo dire altrettanto spesso.
E’ necessaria una forte presa di responsabilità  della poltica, la violenza non è una questione femminile, riguarda tutti, e devono farsene carico soprattutto gli uomini, con riposte concrete e investimenti corposi.
Non è più rinviabile stanziare fondi e risorse adeguati, non ridicoli e intermittenti come quelli conosciuti fin qui, fondi da destinare a interventi strutturali e continuativi nel tempo. Anche per questo oggi, ancora una volta “la marea femminista ha riempito strade e piazze contro la violenza patriarcale, economica, istituzionale al grido Non una di meno”

Loredana Taddei
Cofondatrice “Se non ora quando?”

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ROMA, DECINE DI MIGLIAIA IN PIAZZA PER DIRE NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE

Novembre 23rd, 2019 Riccardo Fucile

NELLA MANIFESTAZIONE “NON UNA DI MENO” NESSUNA BANDIERA, SOLO CARRI COLORATI E SLOGAN

Un corteo coloratissimo che non espone bandiere di partito ma carri colorari con la musica e volti sorridenti di persone, provenienti da ogni parte del mondo.
Sono i volti delle donne e delle ragazze (ma sono anche tanti gli uomini e i ragazzi) che con orgoglio rivendicano le loro libertà  in vista della partenza del corteo “Non una di meno”, che è partito da piazza della Repubblica ed è arrivato fino a San Giovanni. Oltre 20 mila   le donne che hanno partecipato alla manifestazione contro la violenza sulle donne secondo la Questura, 100.000 secondo gli organizzatori i partecipanti per dire no a ogni forma di violenza contro le donne: la giornata dedicata al tema sarà  lunedì.
In testa uno striscione con la scritta “Contro la vostra violenza siamo rivolta” sorretto dalle attiviste con viso celato da una maschera di Lucha Y Siesta, il centro antiviolenza a rischio sfratto poichè situato in uno stabile di Atac che la società  partecipata vorrebbe alienare.
Tra gli slogan anche “Raggi, Raggi, tu cadrai, se i luoghi delle donne non difenderai”. Il riferimento è sia a Lucha Y Siesta sia alla “Casa delle donne”: la storica sede di Trastevere nello stabile del ‘Buon Pastore’ da anni al centro di una vertenza con il Campidoglio M5s che vorrebbe mettere a bando il servizio.
Il contrasto alla violenza maschile contro le donne “deve passare attraverso misure concrete. Siamo stanche di approcci politici securitari e di risposte a un problema che viene vissuto come ermergenziale, mentre la violenza maschile contro le donne è profondamente radicata nella cultura della struttura di questo Paese”, sottolinea la presidente dell’associazione D.i.Re, Lella Palladino.
“Abbiamo bisogno di una narrazione diversa, che venga fatta una connessa diretta tra subire violenza e discriminazione di genere. Perchè c’è un problema di potere maschile che si esercita sui corpi e sulla vita delle donne”.
A piazza dell’Esquilino la marcia si è fermata: i manifestanti si sono seduti in terra per 1 minuto, in silenzio assoluto, per dare voce alla memoria di quelle donne che non possono più parlare poichè uccise dai propri partner o familiari. E poi un urlo liberatorio e la musica ha ripreso a tutto volume.

(da agenzie)

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LE SARDINE ORA PUNTANO SU ROMA: “IL 14 DICEMBRE TUTTI A PIAZZA DEL POPOLO PER LA GRANDE MANIFESTAZIONE CONTRO SALVINI, LA PROPAGANDA DELL’ODIO DEVE FINIRE E FINIRA'”

Novembre 23rd, 2019 Riccardo Fucile

ORMAI E’ PACIFICA RIVOLTA DI POPOLO: IN TRE GIORNI SI MOLTIPLICANO GLI EVENTI E LA PAGINA DELLE SARDINE DI ROMA SFONDA QUOTA 120.000 ADESIONI… SALVINI HA PERSO LA PIAZZA

“Ciao Sardine come state? Siamo 120 mila! Bravissimi”. Lo annuncia con entusiasmo Stephen Ogongo, l’attivista per   i diritti umani che due giorni fa ha aperto su Facebook il gruppo Sardine di Roma. Minuto dopo minuto e ora dopo ora loro sono arrivate a banchi spinte dall’onda di Bologna.
E così alle 22 del 22 novembre si raggiunge quota 120 mila.
Il nuovo movimento anti-Salvini, contro l’odio e nuovi razzismi continua a crescere. La rotta è chiara: una grande manifestazione in piazza del Popolo oppure in piazza San Giovanni.
Ora si aspetta solo la comunicazione ufficiale di auto convocazione di tutte le Sardine di Roma. E l’annuncio arriva venerdì in serata: “Roma non si lega. Sardine unite, tutte a Roma il 14 dicembre”.
La piazza è ancora da stabilire ma probabilmente sarà  piazza del Popolo. Ma c’è una raccomandazione:”Non portate bandiere o simboli di partiti e di associazioni. Facciamo sapere al mondo che questa non è l’Italia che vogliamo. Facciamo sapere che questa è Roma, questa è l’Italia fatta di persone, di lavoratori, di cuori e di rispetto per il prossimo Facciamo sapere che senza violenze, senza alzare la voce e senza bisogno di issare alcuna bandiera saremo semplicemente un’inarrestabile marea e naturalmente, bellissima”.
“Lo so che è un risultato pazzesco in pochi giorni, ma possiamo fare di più: se ognuno di voi adesso invitasse 10 amici a entrare nel gruppo arriveremmo facilmente a 1 milione #Sardine. Ragazzi, 1 milione di #Sardine che scendono in piazza a Roma con gioia e civiltà , contro la cultura dell’odio”. – rilancia via social Stephen che gestisce la marea delle sardine romane aiutato da Maria Teresa Maccarrone, Andrea Rossi, Barbara Joy Linardi, Piero Filotico, Aureliano Verità ,Sara Desdemona Nazzarri, Micol Urtesi, Maria Cristina Piscitelli, Emanuele Sarrocco, Filippo Rossi, Juri Ant.
Ma il successo va oltre all’impegno dei singoli moderatori e degli amministratori: quello che è stato creato in meno di 48 ore è una immensa rete che funziona con il passaparola: ogni nuovo membro che aderisce ne porta altri, a decine. E tutti si raccolgono attorno a un messaggio chiaro: “Roma non si lega”.
In questo arcipelago ognuno ci sta con le proprie idee e convinzioni ma senza ostentare etichette. Non se ne sente il bisogno anche perchè i contenuti aggreganti sono chiarissimi.
Basta dare uno sguardo ai vari post: uno in particolare spiega accanto agli immancabili pescioni azzurri: “Le sardine vogliono un mondo migliore: S come solidarietà , A come accolgiena, R come rispetto, D come diritti umani, I come Intelligenza, N come non-violenza”.
“Saranno ammessi tutti i post, a condizione che non contengano posizioni lesive contro persone o gruppi. Proibita la campagna elettorale per qualsiasi partito o candidato – si legge nella presentazione -. Il linguaggio volgare, parolacce, offese non sono assolutamente permessi, così come non sono ammessi commenti che generano odio. Benvenute a tutte le sardine che vorranno aggregarsi a questa avventura fantastica per contrastare la politica dell’odio e del disprezzo della diversità . E’ ora di SLegare questo Paese. #romanonabbocca”.
E ora c’è anche la data   per la grande manifestazione delle Sardine di Roma. “Dopo la straordinaria partecipazione ai flash mob in tutta Italia, che come un’onda di civiltà  ha risvegliato le coscienze di tutti, abbiamo deciso di organizzare un ultimo evento nazionale a Roma. Il luogo sarà  comunicato nei prossimi giorni – spiegano i promotori – Ormai da tempo i sovranista di questo paese e i suoi rappresentanti hanno alimentato i sentimenti più negativi: l’odio, la disuguaglianza, la volontà  di limitare i diritti civili e le comunità  più deboli. Ora, stretti come sardine, tanti e insieme diciamo basta!
E ancora: “È tempo di reagire a questo modo di fare politica che alimenta la cattiveria delle persone e che fonda il proprio messaggio principale sull’odio verso il prossimo. Noi saremo sempre contrari all’isolamento di una nazione nei confronti dell’uomo, saremo sempre inclusivi e pronti ad amare lì dove altri incitano all’odio. Per questo occorre un riscatto sociale, un sussulto di umanità  e una risposta, netta, unita, e indelebile.   Perchè tutti insieme abbiamo dimostrato che la propaganda dell’odio deve finire. E finirà . L’Italia non è quello che la Lega sta mostrando agli occhi del mondo. La Lega e i suoi portavoce non rappresentano la città  Capitale d’Italia”.
“Siamo a Roma, il centro del nostro splendido paese e da qui partirà  un’onda, la più grande, che travolgerà  il populismo”

(da agenzie)

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PERUGIA: CINQUEMILA SARDINE INVADONO PIAZZA DELLA REPUBBLICA

Novembre 23rd, 2019 Riccardo Fucile

LA PIAZZA GREMITA FINO ALLE VIE ADIACENTI: “STIAMO DIVENTANDO L’INCUBO DELLO SQUALO”

Il ‘popolo delle sardine’ dell’Umbria ha riempito piazza della Repubblica, nel centro storico di Perugia, a partire dalle 17.30.
Migliaia di persone hanno risposto all’invito lanciato sui social a manifestare contro Matteo Salvini, proprio in concomitanza con l’arrivo del segretario della Lega alla Città  della Domenica
I manifestanti, sulla scia del movimento spontaneo nato in Emilia Romagna, si sono radunati senza bandiere di partito, ma con cartelli a forma di sardina, hanno intonato alcuni cori tra cui “L’Umbria non si Lega”.
La manifestazione è perfettamente riuscita: si parla di cinquemila persone. Zero bandiere di partito, ma solo cittadini accumunati dalla lotta alla Lega e ai populisti in genere.
Nella folla in Piazza della Repubblica anche molti bambini e giovanissimi con le famiglie. Clima di festa senza nessun problema. Molto soddisfatti gli organizzatori umbri: “Siamo tantissimi, da qui parte l’opposizione in Umbria e nel resto del Paese contro il populismo, il sovranismo e il razzismo. Le sardine ormai sono diventate l’incubo dello Squalo Salvini”.

(da agenzie)

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NAUFRAGIO DI MIGRANTI A UN MIGLIO DI LAMPEDUSA: 149 PERSONE SALVATE, MA CI SAREBBERO 20 DISPERSI NEL MARE IN TEMPESTA CON ONDE ALTE 4 METRI

Novembre 23rd, 2019 Riccardo Fucile

IL VIMINALE AUTORIZZA LA OCEAN VIKING A SBARCARE A MESSINA, INTESA EUROPEA SULLA RICOLLOCAZIONE… L’ITALIA TORNA QUASI CIVILE DOPO UN PERIODO CRIMINALE

Viminale assegna alla Ocean Viking il porto di Messina e, per la prima volta insieme, Italia, Malta, Francia e Germania chiedono all’Europa la ricollocazione dei migranti
Naufragio davanti all’isola di Lampedusa. Un grosso barcone con circa 150 migranti si è rovesciato di fronte all’isola dei Conigli.
In 143 sono stati salvati e portati a terra dalle motovedette della Guardia costiera che stanno continuando le ricerche di eventuali dispersi.
Smentita la notizia del recupero di cadaveri ma all’appello mancano diverse persone. Due uomini tra quelli portati a terra non trovano più le loro mogli che erano a bordo con loro. Sono un giovane eritreo ed un libico.
Al molo di Lampedusa c’è al momento un solo medico dell’ambulatorio dell’isola, che fa avanti e indietro dal porto alla struttura sanitaria per accompagnare in ambulanza i naufraghi che hanno bisogno di cure. Una mano la stanno dando i medici Cisom dell’Ordine di Malta
Per trasportare i migranti salvati – coi vestiti fradici e infreddoliti – attualmente c’è un solo pulmino di dieci posti.
Nel pomeriggio un cittadino aveva segnalato alla guardia costiera di Lampedusa di aver avvistato un peschereccio di circa dieci metri in difficoltà  a meno di un miglio dalla costa. L’imbarcazione è stata subito individuata dalle quattro motovedette inviate sul posto e si è ribaltata per il mare grosso proprio sotto gli occhi dei soccorritori che sono riusciti a trarre in salvo 143 persone immediatamente portate a terra.
Con l’ausilio di un pattugliatore della Guardia di finanza e di due aerei di Frontex e della Marina militare continuano le ricerche di eventuali dispersi
Il mare è in tempesta, con onde alte quattro metri, e anche le tre navi umanitarie con 365 migranti a bordo sono in difficoltà .
Il Viminale ha deciso di assegnare alla Ocean Viking, che ha 215 persone a bordo, il porto di Messina ma la nave di Sos Mediterranèe e Msf si è offerta di dare una mano nella ricerca di eventuali dispersi del naufragio.
“Italia, Germania, Francia e Malta hanno congiuntamente richiesto alla commissione europea l’attivazione della procedura di ricollocamento dei migranti a bordo della Ocean Viking. È La prima volta che accade: l’intervento europeo viene sollecitato da tutti i paesi che hanno condiviso il pre-accordo de La Valletta. È un passo significativo in vista di una gestione realmente solidale dei flussi migratori che interessano la rotta mediterranea. Sulla scorta di tale richiesta è stato individuato in Messina il porto di sbarco”, fa sapere il Viminale.
La Open Arms e la Aita Mari stanno invece ridossate alle coste della Sicilia orientale. Entrambe hanno chiesto a Italia e Malta un porto dove approdare dopo aver rifiutato quello di Tripoli ma non hanno ricevuto risposta e le condizioni a bordo sono estremamente difficili.

(da agenzie)

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