Gennaio 20th, 2020 Riccardo Fucile E’ PEGGIO JUNIOR CALLY A SANREMO O MATTEO SALVINI IN PARLAMENTO?… TUTTE LE VOLTE CHE SALVINI HA TRATTATO LE DONNE COME OGGETTO
Ieri a Non è l’Arena dallo zio Massimo Giletti Matteo Salvini ha voluto dire la sua sulla questione
Junior Cally. Il rapper che si esibirà a Sanremo ma che non è gradito al presidente della Rai Marcello Foa perchè nella canzone che porterà al Festival c’è una barra dedicata al leader della Lega.
Ma non è di questo che ha parlato Salvini, ma di una vecchia canzone di Junior Cally dai contenuti sessisti. In un tweet il capo del Carroccio ha sintetizzato così il suo pensiero: «a proposito mi vergogno di quel cantante che paragona Donne come troie, violentate, sequestrate, stuprate e usate come oggetti. Lo fai a casa tua, non in diretta sulla Rai e a nome della musica italiana».
Non ci interessa qui difendere una canzone di Junior Cally o le sue scelte artistiche. Ci interessa qui parlare di Salvini, il politico che più di ogni altro dovrebbe credere alle seconde possibilità . In fondo se a Matteo Salvini oggi è concesso di presentarsi come un leader politico per tutto il Paese è perchè qualcuno ha dimenticato quello che diceva sui napoletani o quello che la Lega Nord diceva dei terroni.
A scanso di equivoci stiamo parlando dello stesso Matteo Salvini che fino a poco fa andava a braccetto coi fascisti di CasaPound e che ora sta cercando di ripulirsi dall’immagine di amico dei neofascisti e post-nazisti.
A proposito, come è che non ha mai parlato delle simpatie di Gianluca Savoini, che era il suo portavoce, per certi ambienti di estrema destra?
C’è però qualcosa che non va nella dichiarazione di Salvini.
Il leader della Lega, come suo solito, dice che certe cose “le fai a casa tua”, intendendo forse che certe canzoni le doveva cantare a casa sua e non sul palco dell’Ariston.
Ma oltre al fatto che Junior Cally non canterà quella canzone a Sanremo (e quindi Salvini dovrebbe essere soddisfatto) il senso non voluto del tweet, per come è scritto, è un altro: donne come troie, violentate, sequestrate, stuprate e usate come oggetti sono cose che ciascuno — se vuole, si spera non sia un obbligo — al massimo fa a casa sua.
Il che è esattamente quello che succede visto che la stragrande maggioranza delle violenze avviene in un contesto domestico.
Non proprio il messaggio contro la violenza sulle donne che probabilmente aveva in mente Salvini.
Ma Salvini però forse è l’ultima persona titolata a criticare un cantante che parla di “troie”.
Vi ricordate di quando Salvini si è fatto fotografare sorridente con un cartello che diceva così: «ad Ormea i rifugiati sono una risorsa, (ha detto il sig. sindaco) lo possono testimoniare alcune troie del posto che fino ad ora hanno usufruito di queste risorse…»?
Il foglio non era stato scritto dalla Lega ma da un simpatizzante del Carroccio che voleva così “denunciare” uno dei tanti crimini degli immigrati, che non solo vengono in Italia a rubarci il lavoro ma anche le donne. Un messaggio senza dubbio funzionale alla propaganda leghista.
Ma Salvini certe bieche manifestazioni di sessismo le ha fatte anche in prima persona. Come quando salì sul palco di una festa della Lega dove qualcuno aveva portato una bambola gonfiabile, uno di quegli oggetti sessuali per uomini solitari con la bocca eternamente spalancata, dicendo che era un sosia di Laura Boldrini, donna e Presidente della Camera dei Deputati.
Ma giusto per essere sicuro che il messaggio non passasse inosservato per un po’ Salvini ha pure fatto circolare l’hashtag #sgonfialaboldrini.
Salvini sa bene che certi paragoni, certi insulti agli avversari fanno bene ai sondaggi. Non ha fatto nulla per fermare le sovraniste che sulla sua pagina Facebook auguravano stupri a quelle donne che cantavano “Bella Ciao” durante il tour elettorale della Lega in Sardegna.
E non lo fa perchè è lui il primo a mettere alla gogna donne, madri, ragazzine, figlie e ad esporle al trattamento dell’insulto libero dando il La a centinaia di commenti sessisti che non vengono affatto rimossi.
E se pensate che sia perchè lo staff non ce la fa a tenere il passo dei milioni di fan del “Capitano”, vi sbagliate: provate a lasciare un commento critico e sarete bannati all’istante.
Provate a chiedere dei 49 milioni della Lega, la parola è bloccata automaticamente. Cosa costa bloccare la pubblicazione dei messaggi che incitano ad odio e violenza contro le donne? Evidentemente c’è qualcosa da perdere.
A Salvini però le donne piacciono, si dirà , perchè le ha candidate alla presidenza di regioni come Umbria ed Emilia-Romagna, e perchè tra le fila della Lega ci sono donne forti e tenaci come l’eurodeputata Susanna Ceccardi.
Eppure Salvini è lo stesso che fa doppi sensi allusivi sull’orale della ministra dell’Istruzione Azzolina. E non pensate che a Lucia Borgonzoni sia andata meglio, tutto merito di una foto scattata al Paladozza e scelta per promuovere la candidatura della senatrice della Lega. Uno scatto molto apprezzato dai mandrilli padani, almeno a giudicare dai commenti sessisti lasciati sulla pagina del partito di Salvini.
Oppure è solo ignoranza. Quella di Salvini che per difendere il suo candidato in Calabria Alfio Baffa e il suo saluto dalla vasca da bagno “ai cari amici del gruppo ‘Revenge porn” spiega che lui non entra nelle vasche da bagno altrui e che «le scelte sessuali dei singoli non mi appassionano».
Non sappiamo se il nome del gruppo di Baffa è solo goliardico (e di cattivo gusto) oppure c’è qualcosa di più.
Sappiamo però che il revenge porn non è una “scelta sessuale”, è un reato spregevole e odioso. È quel reato che commettono coloro che pubblicano e diffondono foto e video intimi delle loro partner (o ex partner) senza consenso.
Ma per Salvini sono questioni irrilevanti, meglio occuparsi di chi non parla di troie a Sanremo invece che lavorare per gli italiani o anche solo fare ammenda per aver contribuito in maniera determinante alla diffusione del sessismo come arma di propaganda politica.
(da “NextQuotidiano”)
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Gennaio 20th, 2020 Riccardo Fucile DOPO IL LATTE SARDO ORA INIZIA LA LOTTA PER LE VONGOLE ( MA CONFONDE PURE IL PESCE SPADA CON IL TONNO)
La campagna elettorale in Emilia-Romagna (e in Calabria) è agli sgoccioli e Matteo Salvini sa che questo è il momento giusto per dare il meglio di sè.
Durante un comizio a Comacchio (Ferrara) il capo della Lega ha tirato fuori un suo grande classico: la difesa dei prodotti italiani e dell’italianità in generale.
A Comacchio ci sono le famose valli da pesca, quindi il nostro promette che difenderà i pescatori dalla burocrazia e dai cattivoni di Bruxelles.
I quali non si sa bene cosa abbiano fatto. Anche perchè come ricordava qualche anno fa la vice presidente della Commissione Pesca al Parlamento europeo Renata Briano, quando Salvini era al Parlamento Europeo la Lega non partecipava ai lavori della Commissione, perchè non c’erano leghisti in Commissione.
Al solito Salvini se la prende con la burocrazia, tanto la odiano tutti. Poi ricorda che «c’è qualche scemo che vorrebbe che gli italiani mangiassero pesce di pessima qualità che viene dall’altra parte del mondo», ma non risulta che nessuno abbia mai fatto proposte del genere.
Ed esattamente come per la questione del famigerato olio tunisino o dell’invasione di grano canadese Salvini non dice che il pescato italiano non basta a soddisfare il fabbisogno.
Ricorda infine le grandi battaglie della Lega: «quando combattevamo per le vongole ci prendevano per scemi così come ci prendevan per matti quando abbiamo combattuto contro la direttiva Bolkestein per difendere il lavoro dei balneari emiliani e romagnoli e alla fine noi siam testoni e ce l’abbiam fatta».
Nemmeno qui si capisce di cosa stia parlando Salvini, se il divieto di pescare con le turbosoffianti nelle aree protette o nelle lagune oppure a quella normativa europea sul calibro delle vongole che fu oggetto di polemiche nel 2015 allorquando venne definita la taglia minima a 25 millimetri.
Nel 2016 però la taglia accettabile è stata ridotta a 22 millimetri, una decisione che ha incontrato il favore di Coldiretti che si era dichiarata soddisfatta dalle modifiche (ma appunto, la Lega Nord non era in Commissione Pesca).
Per la cronaca: è la stessa normativa contro cui si scagliò Giorgia Meloni nella sua polemica contro chi voleva vietarci di pescare zucchine di mare.
Riguardo la Bolkestein invece i pescatori non c’entrano nulla. Quello è un regalo della Lega e del governo gialloverde ai titolari delle concessioni balneari. Un regalo che, come sempre quando la Lega fa una battaglia contro le direttive europee, rischiano di pagare tutti gli italiani (compresi i pescatori di Comacchio) visto che per quella proroga di 15 anni alle concessioni esistenti «andremo al 99,9% in infrazione», come disse l’allora ministro Centinaio (Lega).
E guardando i dati del turismo non sembra che sia servito a molto fare una battaglia contro la Bolkestein. Ma mentre Salvini parla di “quote spada”(il pesce) confondendolo con il tonno (sempre il pesce) i pescatori abboccano alle sue promesse.
Esattamente come hanno fatto prima di loro i pastori sardi ai quali durante la campagna per le regionali in Sardegna aveva promesso che in 48 ore il prezzo del latte sarebbe arrivato ad un euro al litro.
È passato un anno e il prezzo del latte non è cambiato. I pastori però hanno smesso di protestare e votato per Salvini e Solinas, salvo scoprire che il Governo Conte 1 (e Salvini e Centinaio) non erano in grado di mantenere le promesse.
Al danno si aggiunge la beffa perchè grazie alla Lega i pastori sardi rischiano il processo per il reato di blocco stradale. Per fortuna che Salvini mentre era al governo non si è occupato di pescatori ma solo di moto d’acqua
(da “NextQuotidiano“)
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Gennaio 20th, 2020 Riccardo Fucile SABATO FLASH MOB NEL LUOGO DOVE SALVINI TRASFERI’ IL SUO MINISTERO LA SCORSA ESTATE: L’IDEA DELLE SARDINE
Un flash mob delle Sardine da tenersi sabato 25 gennaio al Papeete Beach di Milano Marittima, già
teatro della crisi di Ferragosto orchestrata con la sua consueta genialità da Matteo Salvini. Questa è l’idea del movimento di Mattia Santori per concludere la campagna elettorale per le elezioni regionali in Emilia-Romagna.
L’idea è stata lanciata da Lorenzo Donnoli, portavoce delle Sardine, ad Agorà , anche se per ora il movimento non ha ancora chiesto le autorizzazioni per effettuarla.
Il Papeete è tra l’altro di proprietà di Massimo Casanova, che oggi è europarlamentare della Lega: per qualche tempo si era anche ipotizzata la candidatura della moglie di Casanova Jenny Incorvaia nella lista di Borgonzoni per le elezioni.
Sulle sue presenze al Papeete, Salvini ha sempre detto che era in vacanza con suo figlio (quello che si faceva il giretto sulla moto d’acqua della Polizia) e che era un suo diritto farlo.
Durante una duello a Porta a Porta Renzi gli contestò proprio quel punto: «lei avrebbe fatto migliore figura se il 30 luglio, il 31 luglio e il 1 agosto quando era in ferie a Milano Marittima non si fosse messo in missione al Senato».
Perchè proprio quelle date? Perchè in quei giorni si riuniva l’assemblea di Palazzo Madama.
E qui c’è il primo problema: il Senato (istituzione della quale Salvini è membro) era al lavoro, il ministro era in vacanza al mare.
(da “NextQuotidiano”)
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Gennaio 20th, 2020 Riccardo Fucile PUBBLICA LA FOTO DI BAMBOLOTTO CHE SECONDO IL DAILY MAIL SAREBBE STATA TROVATA IN SIBERIA (E PRODOTTA IN CINA) E CHE NON C’ENTRA UNA MAZZA CON L’EMILIA ( AL MASSIMO CHIEDA SPIEGAZIONI A PUTIN)
Alla Lega e a Fratelli d’Italia non basta lo spauracchio di Bibbiano per convincere gli elettori a votare per Lucia Borgonzoni.
Ecco allora che si torna sui classici: il gender. Perchè, garantiscono alcuni candidati, in caso di vittoria di Stefano Bonaccini il gender trionferà in Emilia-Romagna e sarà la fine della società occidentale e della famiglia naturale così come la conosciamo.
Ad aprire le danze è Laura Spaggiari, candidata con “PER-Progetto Emilia-Romagna”, una lista civica tutta rosa fluo che sostiene la candidatura della senatrice leghista. «Amici — scrive su Facebook — sareste d’accordo se all’asilo il vostro bambino giocasse con una bambola come questa, studiata per creare confusione nei nostri figli?». Allegata al post c’è una foto eloquente: una bambola “transgender” con codini, vestitino e genitali maschili.
Un chiaro esempio di educazione “gender” «uno schifo di ideologia del PD e dei 5S, e nella nostra Regione, grazie a loro, fino ad oggi ha regnato».
Se non fosse che la temibile bambola “transgender” non ha nulla a che fare con Bonaccini o l’Emilia-Romagna in genere.
La notizia del ritrovamento del reperto di ideologia gender arriva dal Daily Mail (notoriamente non una fonte affidabile) che dice che l’esemplare in questione sarebbe stato fotografato da una mamma sconvolta in Siberia (Russia) e che la bambola sarebbe stata prodotta in Cina.
La cosa ancora più interessante è che nella versione del tabloid britannico la bambola non è stata commercializzata come “transgender” ma come un normalissimo bambolotto.
Anche perchè nonostante i numerosi allarmi lanciati in questi anni non risulta che esista una linea di bambole “transgender”. Che il Gender voglia omosessualizzare i nostri figli (le bambine, per la precisione, visto che è venduta un gioco “da bambina”) a loro insaputa? E che c’entra l’Emilia-Romagna con la Russia di Putin?
Più sul pezzo (almeno geograficamente) Priamo Bocchi, candidato per Fratelli d’Italia, che sostiene che sostiene che grazie alla legge 15/2019 approvata ad agosto «la regione Emilia Romagna promuove l’educazione gender nelle scuole e diventa un bancomat per le associazioni LGBT».
La legge per la verità — così come tante altre — non promuove nessuna “educazione gender” ma si tratta di una norma contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere con la quale la Regione riconosce il diritto all’autodeterminazione di ogni persona in ordine al proprio orientamento sessuale e si impegna e favorire una cultura del rispetto e della non discriminazione.
Ma non ci sono solo i valorosi candidati del centrodestra a lottare contro il demone dell’ideologia gender.
Il Comitato No Gender Provincia di Ravenna ha voluto scrivere una lettera aperta agli elettori cattolici in vista delle elezioni del 26 gennaio. Nel comunicato si informano i veri credenti che «la Legge Regionale sull’omontransnegatività , ed in particolare la parte inerente all’ideologia gender, è incompatibile con la fede cristiana».
La legge è la stessa citata sopra, non si capisce quale sia la parte “inerente all’ideologia gender” forse quella in cui la Regione si impegna in «attività di formazione e aggiornamento del personale docente diretta a favorire inclusione sociale, superamento degli stereotipi discriminatori, prevenzione del bullismo e cyberbullismo motivato dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere».
Un passaggio questo che per i combattenti del gender viene letto così: «viene istituzionalizzata l’ideologia gender o identità di genere, con il rischio che in futuro le parole maschio e femmina possano venire considerate degli stereotipi discriminatori». Il rischio ovviamente è inesistente, così come non c’è alcuna “negazione del dato biologico oggettivo”, semmai si va oltre il mero dato biologico.
Tra l’altro subito dopo in un impeto di confusione gender si sottolinea: «Considerato che come cattolici, crediamo che l’uomo sia stato creato a immagine di Dio, maschio e femmina», il che apre molte possibili discussioni sul fatto che Dio sia contemporaneamente maschio e femmina (lasciamo perdere che nella Bibbia sia Adamo ad essere creato a immagine e somiglianza di Dio e non Eva).
Davide Solaroli, già candidato sindaco per il centrodestra a Lugo di Romagna e consigliere comunale d’opposizione, suggerisce invece di votare per chi promette «la fine dell’indottrinamento dell’ideologia gender e dell’abrogazione di leggi ideologiche» ma al tempo stesso scrive «vorrei progetti ed iniziative in ambito educativo ispirati alla teoria dell’indifferentismo sessuale e della fluidità di genere (gender)».
Un lapus calami, perchè subito dopo chiede l’abrogazione della legge regionale contro l’omotransfobia (quella di cui sopra).
Solaroli, che venne sostenuto dalla Lega nella sua campagna elettorale, suggerisce di affidarsi all’analisi dei candidati fatta dal gruppo cattolico “Fatti Sentire”, il quale sostiene che il Partito Democratico sia “contro la famiglia” non solo a causa della legge contro l’omotransfobia — soprannominata “legge per discriminare le persone eterosessuali” — con migliaia di adolescenti “educati alle perversioni sessuali” con “conseguente epidemia di malattie veneree”, aumento degli aborti, potenziamento della fecondazione artificiale (alla quale in Italia possono accedere solo le coppie eterosessuali).
Un quadro apocalittico al quale solo Lucia Borgonzoni — quella che non sa nemmeno spiegare come funziona il MES o che non serve un referendum sull’autonomia in Emilia-Romagna — sembra potrà porre rimedio.
(da “NextQuotidiano”)
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Gennaio 20th, 2020 Riccardo Fucile “QUANDO MI SONO ISCRITTO HO INDICATO SUL MODULO CHE SCEGLIEVO QUESTO PARTITO PER CONTRASTARE I COMUNISTI PADANI DELLA LEGA, POI ME LI SONO TROVATI ALLEATI”
Da Giorgia Meloni a Carola Rackete, da Fratelli d’Italia alla Sea Watch. 
È la scelta di Massimiliano Rugo, 45 anni, un passato da militare della marina e un presente come agente della polizia comunale.
Rugo ha riconsegnato la tessera di FdI, di cui è stato dirigente provinciale. Ha annunciato le dimissioni da capogruppo in consiglio comunale a Bibbona, in Toscana, e ha mandato una mail alla Ong per chiedere di essere imbarcato.
La svolta può sembrare radicale, ma da quello che riporta il Corriere della Sera sembra che fosse meditata da tempo: «Salvare uomini, donne e bambini non significa essere nè di destra nè di sinistra».
Non solo, la sua scelta arriverebbe anche da una presa di posizione netta contro la strategia dei “porti chiusi” messa in atto da Matteo Salvini:
«Quando anni fa ho chiesto la tessera di FdI nel modulo ho scritto che avevo scelto questo partito per contrastare l’avanzata dei comunisti padani della Lega all’interno del centrodestra. Che poi era la politica di Salvini che mi sono poi trovato alleato. I suoi pensieri non sono i miei e soprattutto non sono quelli della destra che ho conosciuto e amato».
(da agenzie)
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Gennaio 20th, 2020 Riccardo Fucile “E’ ALLERGICO AGLI ANIMALI”, MA BONACCINI LE RICORDA CHE LUI HA UN CANE E HA AVUTO GATTI E POI LE CHIEDE: “A PROPOSITO, TU QUANTI NE HAI?”
Cagnolini contro Bonaccini. Lucia Borgonzoni spara l’Arma Finale in questa ultima settimana di campagna elettorale pubblicando sulla sua pagina facebook “Un saluto da Holly” e sostenendo che il suo concorrente “è allergico a cagnolini e gattini, pensa che sia ridicolo parlarne”.
Wow, gliele ha cantate! E non solo: l’asso nella manica di Lucia Borgonzoni potrebbe anche essere quindi un gattino.
Stefano Bonaccini però pare non essersi accorto del pericolo e sulla sua pagina facebook ha intrepidamente risposto:
Cara Lucia, io ho un bellissimo cane, si chiama Romeo, ed ho avuto bellissimi gatti da quando ero bambino. Il punto non è amare gli animali, ci mancherebbe altro, ma avere qualcosa da dire sull’ Emilia-Romagna, piuttosto che postare solo foto di animali, di cibo, o mentre sei in compagnia della tua balia, che ti ha completamente sostituito in queste settimane. Tutto qui. Cordialmente.
Ps a proposito, tu quali animali hai?
E a questo punto la Borgonzoni dovrebbe rispondere: quanti animali ha? Sono microchippati? Ce l’ha un pitone, un geko, un’anatra, un’oca da spendere per raccattare qualche voto in più?
E promette, se diventa presidente dell’Emilia-Romagna, di adottare un cucciolo di pterodattilo?
(da “NextQuotidiano”)
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Gennaio 20th, 2020 Riccardo Fucile POI PROMETTE ASESSORATI AI DISABILI QUANDO IN LOMBARDIA LA LEGA HA TAGLIATO I FONDI PER LA DISABILITA’
”E’ stato un errore”. Questo il leader della Lega Matteo Salvini ha detto a “Non è l’Arena” a proposito
del video pubblicato sulla sua pagina facebook in cui si ironizza sul discorso impacciato del ragazzo dislessico Sergio Echamanov a una manifestazione delle sardine.
Salvini non ha detto nulla sulle minacce che ha ricevuto Echamanov, il quale ha annunciato una causa nei confronti del Capitano. Ma soprattutto va segnalato che il video del 15 gennaio scorso è ancora lì, in tutta la sua infantile idiozia:
E va anche sottolineato che non è che Salvini e il suo social manager non sappiano come si tolgono i contenuti dalla pagina: quello che attaccava un’assessora di un paese dell’Emilia-Romagna che successivamente lo ha citato in giudizio lo ha tolto un paio di giorni fa, prima dell’udienza in cui il giudice gli avrebbe ordinato di cancellarlo.
Invece è bella la promessa dell’assessorato alla disabilità , visto che ricorda i metodi della politica: quando qualcosa non funziona, caccia fuori una commissione — si dice in Parlamento. Peccato che il tutto si vada a scontrare con l’amministrazione in concreto: in Lombardia il centrodestra ha tagliato i fondi ai disabili. L’opposizione ha votato una mozione per il loro ripristino.
(da “NextQuotidiano”)
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Gennaio 20th, 2020 Riccardo Fucile L’AVVOCATO: “CONTENTA PER LA CASSAZIONE”… “PER LA QUERELA CONTRO SALVINI CREDO CHE A BREVE CI SARA’ IL RINVIO A GIUDIZIO”
“Carola è in Antartide con la nave di GreenPeace. È contenta della sentenza della Cassazione, ci ha ringraziato per il nostro lavoro difensivo. Quando saranno depositate le motivazioni cercheremo di utilizzarle per difendendoci davanti la Procura di Agrigento. Due i procedimenti ancora aperti contro Carola, quello per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina secondo me si chiuderà in tempi brevi. La querela nei confronti di Salvini? Credo che a breve ci sarà il rinvio a giudizio”.
Così Alessandro Gamberini, legale di Carola Rackete, è intervenuto ai microfoni della trasmissione ‘L’Italia s’è desta’, su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano. La Cassazione ha stabilito che l’arresto di Rackete era illegittimo.
“Le motivazioni non sono ancora state depositate – ha affermato Gamberini -. La Cassazione ha confermato che l’arresto era illegittimo. Certamente è un risultato che ci giova. Quando saranno depositate le motivazioni cercheremo di utilizzarle per difendendoci davanti la Procura di Agrigento. Carola al momento è in Antartide, per fare una battuta non voleva stare al fresco, voleva aria fresca. È in Antartide con la nave di GreenPeace. Penso sia una scelta di vita, di interesse e di impegno. Chi la conosce sa bene che non ha avuto particolari problemi nella vicenda della Sea Watch, sarei rimasto più traumatizzato io. È contenta, ci ha ringraziato per il nostro lavoro difensivo”.
“Dal punto di vista formale i procedimenti ancora aperti contro Carola sono due – ha continuato – favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, destinato nella mia valutazione a chiudersi in tempi brevi, e resistenza a pubblico ufficiale. La versione di Carola su questa vicenda è che lei stava entrando in porto molto lentamente, non aveva una telecamera laterale per vedere cosa le accadeva di lato, quando stava ormeggiando si è affacciata per verificare se poteva fare la manovra in sicurezza e quando si è accorta che c’era il naviglio della Finanza, ha bloccato la manovra ma le navi hanno un moto inerziale quindi quel piccolo tocco fu inevitabile. La querela nei confronti di Salvini? Credo che a breve ci sarà il rinvio a giudizio. Dopo i post di Salvini che incitavano all’odio contro di lei ci sono stati episodi di minacce, verbali, scritte e anche fisiche, intemperanze di soggetti che l’avvicinavano e le facevano minacce”.
(da “Huffingtonpost”)
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Gennaio 20th, 2020 Riccardo Fucile VIOLAZIONE DELLA PRIVACY: NESSUNO TRA QUELLI CHE HANNO RICEVUTO L’SMS HA AUTORIZZATO IL RILASCIO DEI PROPRI DATI, ORA LEGA DOVRA’ DIMOSTRARE COME HA OTTENUTO QUEI NUMERI
Gli estremi ci sono tutti. A dirlo è l’avvocata Cathy La Torre, attivista LGBTQI e esperta di privacy.
Cofondatrice della campagna Odiare Ti costa, è stata premiata nel 2019 come migliore avvocata pro bono.
Proprio lei ha ricevuto centinaia di segnalazioni dai cittadini di Castenaso, la cittadina in provincia di Bologna salita alla ribalta per aver protestato contro Salvini — andato da loro per la campagna elettorale — ricordandogli che non più tardi di dicembre 2017 li aveva definiti «gli idioti del gommone» per aver sostituito nel presepe comunale la mangiatoia con un gommone.
Il contenuto dell’sms Lega? Un invito a votare Lucia Borgonzoni alle comunali.
L’sms della Lega: «il 26 gennaio VOTA LEGA per Lucia BORGONZONI»
In pochi minuti, ha dichiarato l’avvocata, le sono arrivate centinaia di segnalazioni per questo sms dagli abitanti del comune di Castenaso.
Tutti i messaggi e le e-amil ricevute specificano la stessa cosa: io i dati non li ho mai rilasciati.
L’sms invita in maniera diretta a votare per la Lega e per Lucia Borgonzoni specificando anche i nomi delle preferenze.
Poichè chi ha ricevuto l’sms ha specificato di non aver mai concesso i propri dati alla Lega o ai suoi candidati Cathy La Torre si sta attivando per segnalare l’accaduto al Garante per la Privacy.
Gli estremi per la denuncia, secondo la professionista, ci sono tutti. Considerato che il permesso di utilizzare i dati non è stato dato a nessuno Cathy La Torre farà una «gigantesca segnalazione al Garante della Privacy» e qualora dovesse venire fuori che la Lega ha «ottenuto questi numeri in modo lecito non avranno alcun problema a dimostrarlo». Al contrario, invece, saremmo davanti a un «illecito gravissimo» le cui «responsabilità e sanzioni potrebbero essere enormi».
Vedremo cosa emergerà dopo le indagini di Garante e Polizia.
(da agenzie)
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