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MARA CARFAGNA A OTTO E MEZZO SILURA CALDORO: “SERVE UNA CANDIDATURA PIU’ FORTE, FORZA ITALIA NON DEVE ESSERE SUCCUBE DELLA LEGA”

Febbraio 5th, 2020 Riccardo Fucile

“IN FORZA ITALIA LA CLASSE DIRIGENTE DEVE ESSERE LEGITTIMATA DALLA BASE, OGGI PENSANO SOLO A DIFENDERE RENDITE DI POSIZIONE”… “SONO IN TANTI NEL PARTITO CHE LA PENSANO COME ME”

«Credo che bisogna uscire dal vecchio schema De Luca-Caldoro, sarebbe la terza volta che noi proponiamo agli elettori il match De Luca-Caldoro. Si potrebbe avanzare una candidatura più forte, più popolare. È chiaro che più passa il tempo più è difficile che questo accada».
Così Mara Carfagna (Fi) ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo.
«Credo – aggiunge la vicepresidente della Camera – che anzitutto bisogna privilegiare il valore dell’unità  della nostra coalizione. Gli alleati mostrano qualche perplessità  riguardo al candidato espresso da Forza Italia, perplessità  che anche io avevo avanzato”
Mara Carfagna rivela l’interesse di Berlusconi verso la sua associazione Voce Libera: “Ho parlato due settimane fa con Silvio Berlusconi, gli ho raccontato delle iniziative di Voce Libera e si è dimostrato interessato, ha capito che l’associazione non è nè inutile nè dannosa, mi ha chiesto anche di partecipare a un evento. Poi spero che non lo convincano a fare marcia indietro”
Lilli Gruber riporta alcune dichiarazioni di Luigi Di Maio contro il sistema che vuole cancellare reddito di cittadinanza, prescrizione, vitalizi. Il commento ironico di Mara Carfagna: “Ma il sistema oggi è lui!”
Sugli alleati del centrodestra: “E’ in atto un tentativo di Giorgia Meloni di occupare lo spazio dei moderati – il che è paradossale, definendosi lei stessa la Destra – e di differenziarsi rispetto a Salvini. Io ho sempre chiesto una maggiore autonomia e indipendenza di Forza Italia rispetto agli alleati di coalizione, e per questo sono stata molto criticata. Ma la Meloni dimostra come ci si possa differenziare e crescere senza andare a rimorchio della Lega”
Mara Carfagna sul futuro di Forza Italia: “E’ l’unico partito del centrodestra che non cresce nei sondaggi, ma addirittura cala. Se manteniamo lo status quo, io penso che ci condanniamo all’irrilevanza, il primo a saperlo è Silvio Berlusconi. Nessuno può essere così megalomane da pensare di essere l’erede di Berlusconi, ma penso che serva una classe dirigente legittimata dalla base, e invece oggi i dirigenti di Forza Italia mi sembrano più interessati a difendere le proprie rendite di posizione”

(da agenzie)

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NESSUN VERTICE IN AGENDA SULLA PRESCRIZIONE

Febbraio 5th, 2020 Riccardo Fucile

ORMAI L’UNICA ALTERNATIVA E’ UN RINVIO DELLA RIFORMA BONAFEDE

È grande la confusione sotto il cielo. Ma, rispetto a quanto diceva il grande timoniere, la situazione del governo giallorosso è ferma al punto di partenza.
La soluzione, anzi la mediazione sulla famigerata prescrizione, che tutti si aspettavano da giorni, non c’è. Al momento, va da sè. Il vertice risolutivo? Non c’è nemmeno questo. Forse, ma solo forse, si terrà  domani, o dopodomani. Oppure chissà .
E allora forse ha ben donde il parlamentare dei cinquestelle, Davide Tripiedi. Il quale rappresenta meglio di tutto il clima surreale del Transatlantico di Montecitorio nelle ore di massima tensione sul nodo dei nodi dell’esecutivo Conte 2: “Qui — sorride — siamo tutti in bilico”.
In bilico tra un emendamento da allegare al decreto milleproroghe, un lodo “Conte” da arricchire perchè il primo è stato cassato da fior di costituzionalisti, e una sospensione di una legge, la Bonafede, che è entrata in vigore lo scorso 1 gennaio.
In bilico ma con una certezza. “Il governo non cadrà  mai sulla prescrizione perchè Renzi non lo farà  mai cadere”, argomenta in un corridoio adiacente di Montecitorio Emilio Carelli, deputato di peso della galassia a cinquestelle, ma soprattutto il facilitatore dell’area comunicazione.
Intanto le parti restano distanti. Fin dalle prime ore del mattino i cinquestelle stressano il dossier, essendo il blocco della prescrizione dopo il primo grado di giudizio una misura identitaria, simbolica della narrazione pentastellata. Torna a parlare anche a Luigi Di Maio, non più nella veste di capo politico.
E cosa dice il ministro degli Esteri? Di Maio invoca la piazza: “Sapevamo che il sistema voleva cancellare le nostre leggi ma allora c’è una sola risposta: il popolo italiano, che deve manifestare pacificamente contro questo osceno atto di restaurazione che inizia con questo atto sui vitalizi. Io il 15 febbraio sarò con voi”.
Sulla stessa scia il Guardasigilli, Alfonso Bonafede, colui che dovrebbe mediare, smussare gli animi, ridurre le distanze. Bonafede la mette così: “Leggo di trattative di cui non sono a conoscenza. Entro dieci giorni porterò in consiglio dei ministri la riforma del processo penale, lì ciascuno si prenderà  la propria responsabilità ”. Punto e a capo.
Va da sè che questa frase dell’inquilino di via Arenula plana in un Transatlantico che ribolle, non certo per quello che non succede nell’emiciclo — a proposito l’aula è finita poco dopo pranzo, tutti a casa felici e contenti. Walter Verini, responsabile giustizia del Pd, uno di quelli che tratta da giorni, che guarda sempre il bicchiere mezzo pieno, osserva: “Si sta lavorando affinchè il ministro si faccia carico delle ragioni delle coalizioni. Noi vorremmo evitare di far cadere il governo”. Eppure, è la domanda, il ministro Bonafede esclude l’esistenza di una trattativa? “Forse si riferisce alla trattativa Stato-Mafia”, ironizza ancora Verini.
Insomma, la confusione è grande sotto il cielo. Con i grillini che almeno ufficialmente fanno filtrare una intransigenza ideologica sulla questione.
“E’ difficile per noi arretrare sulla prescrizione”, è il refrain passando da Carlo Sibilia a Simone Valente. C’è anche chi al solo sentire la parola prescrizione si cuce la bocca oppure fugge. Il sicilian-grillino Alessio Villarosa si trincera in un “non ne so nulla”. Gilda Sportiello, parlamentare di rito ortodosso, non ha tempo: “Adesso non posso, ho un appuntamento fuori dal palazzo”.
Per non parlare dell’attore Nicola Acunzo, sprofondato in un divanetto: “Non parlo, non vedo, non sento”. E poi dall’altra parte del campo c’è Renzi che oggi bombarda dalle colonne di Repubblica e lancia l’ennesimo ultimatum: “Bonafede è nettamente in minoranza. E la linea attendista del Pd ha ormai pochi giorni di autonomia”.
Già , il Pd. Nel mezzo c’è il partito della responsabilità  che ieri ha battuto un colpo invocando un vertice risolutivo. Ecco, il Nazareno si aspetta un segnale da parte del duo Conte&Bonafede, confida nella mediazione del premier.
Anche se sotto sotto dalle parti di via Sant’Andrea delle Fratte si spera nella sospensione della legge Bonafede. “Noi — ha scolpito oggi Andrea Orlando — avevamo capito che il ministro era contrario, ma se si fa il rinvio siamo i più contenti del mondo perchè un rinvio ci darebbe modo di affrontare con più calma la riforma del processo penale”.
Un altro democrat che ha fra le mani il dossier ha una visione diversa da Orlando: “Il terreno non è il rinvio, così si umilia Bonafede”. Insomma, messo al sicuro il governo, l’obiettivo finale è vincere ma non stravincere. Tuttavia il rischio è che di rinvio in rinvi la pantomima sulla prescrizione si trasformi presto in farsa.

(da “Huffingtonpost)

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MELONI ARRUOLA PAPA WOJTYLA NEL FRONTE ANTI-UE E ANTI-MIGRANTI, MA NON SA DI COSA PARLA

Febbraio 5th, 2020 Riccardo Fucile

SI LEGGA GLI INTERVENTI DEL PONTEFICE SULL’IMPORTANZA DELL’EUROPA E DEL SOCCORSO AI MIGRANTI… E PRIMA DI PARLARE DI RELIGIONE VADA A SPOSARSI IN CHIESA ED EVITI DI AVERE FIGLI FUORI DAL MATRIMONIO SE VUOLE ESSERE CREDIBILE E COERENTE

Che un partito abbia un programma è normale. Che lo attribuisca a un Papa di meno. Così diventa interessante cercare di capire come faccia l’internazionale sovranista a trovare un nesso tra il loro programma e un papa come Giovanni Paolo II. Un’indicazione l’ha fornita Giorgia Meloni all’incontro mondiale dei sovranisti svoltosi a Roma con il chiaro intento di lanciare un’Opa su Giovanni Paolo II
La visione del mondo dei conservatori viene incarnata da alcuni grandi uomini della storia. Due di questi sono Giovanni Paolo II e Ronald Reagan a cui è dedicato l’incontro di oggi. Giovanni Paolo II, il “Papa patriota”, sapeva perfettamente che le nazioni, l’appartenenza ad un popolo, ad una memoria storica condivisa, erano il fondamento della libertà  di ogni uomo” e non smise mai di dire che “non c’è Europa senza cristianesimo”. Ronald Reagan ha rappresentato più di ogni altro Presidente Usa, l’America del “We the People”; di quel preambolo della Costituzione che fonda la democrazia nazionale dentro il principio della sovranità  popolare.”
E’ molto interessante constatare che però Giovanni Paolo II, nel 1988, quando si recò in visita alle istituzioni europee, disse: “Sin dalla fine dell’ultima guerra mondiale, la Santa Sede non ha mai smesso di incoraggiare la costruzione dell’Europa. Certo, la Chiesa ha come missione di far conoscere a tutti gli uomini la loro salvezza in Gesù Cristo, quali che siano le condizioni della loro storia presente, perchè non vi è mai nulla di più importante di questo compito. Così, senza uscire dalla competenza che le è propria, essa considera suo dovere illuminare e accompagnare le iniziative sviluppate dai popoli che vanno nel senso dei valori e dei principi che essa deve proclamare, attenta ai segni dei tempi che esortano a tradurre nelle mutevoli realtà  dell’esistenza i requisiti permanenti del Vangelo. Come potrebbe la Chiesa disinteressarsi della costruzione dell’Europa, lei che è radicata da secoli nei popoli che la compongono e che ha condotto un giorno al fonte battesimale popoli per i quali la fede cristiana è e rimane uno degli elementi della loro identità  culturale?
L’Europa d’oggi può certamente accogliere come un segno dei tempi lo stato di pace e di cooperazione definitivamente instaurato tra i suoi Stati membri, che per secoli avevano sprecato le loro forze a farsi la guerra e a cercare il dominio gli uni sugli altri. Segno dei tempi ancora, l’accresciuta sensibilità  per i diritti dell’uomo e per i valori della democrazia, di cui la vostra assemblea è l’espressione e vuol essere anche la garante. Questa adesione da allora è sempre tesa a sostenere che deve prevalere, in tutte le circostanze, il rispetto del diritto e della dignità  della persona umana. Segno dei tempi anche, noi crediamo, è il fatto che questa parte dell’Europa, che ha finora tanto investito nel campo della sua cooperazione economica, sia sempre più intensamente alla ricerca della sua anima e di un soffio in grado di assicurare la sua coesione spirituale. Su questo punto, mi sembra, l’Europa che voi rappresentate si trova sulla soglia di una nuova tappa della sua crescita, tanto per se stessa che nel suo rapporto con il resto del mondo. Il «mercato unico», che entrerà  in vigore dalla fine del 1992, accelererà  il processo di integrazione europea. Una struttura politica comune, emanazione della libera volontà  dei cittadini europei, lungi dal mettere in pericolo l’identità  dei popoli della comunità , servirà  piuttosto a garantire più equamente i diritti, soprattutto culturali, di tutte le sue regioni. Questi popoli europei uniti non accetteranno la dominazione di una nazione o di una cultura sulle altre, ma sosterranno il diritto uguale per tutti di arricchire gli altri della loro diversità .”
Un altro passaggio di Giorgia Meloni appare altrettanto importante: “Il patriottismo di Giovanni Paolo II gli permise di leggere anche i fenomeni storici che oggi attraversano il nostro tempo alla luce di un realismo cristiano libero da ogni retorica, come nel caso dell’immigrazione. È suo il concetto che il Diritto a immigrare doveva essere preceduto innanzitutto da un Diritto a non emigrare “a vivere cioè in pace e dignità  nella propria Patria”. Cristiano, patriota, e pure critico nei confronti dell’immigrazione di massa. A pensarci bene Giovanni Paolo II oggi sarebbe nella lista nera della Ue come un pericoloso eversivo”.
Correva l’anno 1985 quando il papa patriota e critico dell’immigrazione di massa disse in una celebre messaggio in occasione della Giornata Mondiale delle Migrazioni: “Di recente le migrazioni hanno talvolta assunto l’aspetto disumanizzante della persecuzione: politica, religiosa, ideologica, etnica: e ciò imprime il suo stigma sul volto dei profughi, dei rifugiati, degli espulsi, degli esiliati: uomini e donne, vecchi e giovani, e persino bambini, spesso tragicamente privati dei genitori.”
In tutto questo c’è una critica ante litteram dell’accordo tra Ue e Turchia per evitare l’arrivo in Europa di tanti profughi, rifugiati, espulsi, esiliati.
Questo è evidente a tutti, ma forse anche di chi non voleva neanche soccorrere i barconi nel Mediterraneo, o di chi, ben presente al simposio sovranista, voleva separare proprio i bambini in fuga dal Messico dai loro genitori fuggiaschi.
I testi sono lì, a portata di tutti, gratuitamente, sul portale del Vaticano

(da Globalist)

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SONDAGGIO PIEPOLI: SE NASCESSE UN PARTITO PARAGONE-DI BATTISTA POTREBBE VALERE IL 4,5%

Febbraio 5th, 2020 Riccardo Fucile

TOGLIEREBBE UN PUNTO E MEZZO A M5S E PD, MEZZO PUNTO A TESTA A LEGA, FDI E FI

Un ipotetico movimento guidato da Alessandro Di Battista e Gianluigi Paragone ha un bacino potenziale di elettori pari al 4,5%-5% per cento, operando una ponderazione tra un 4 per cento che si dichiara certamente disposto a votarlo e un 13 per cento che probabilmente gli darebbe il proprio consenso. Lo rileva un sondaggio realizzato dall’Istituto Piepoli, di cui l’Adnkronos è venuta in possesso.
Per quanto riguarda i dati relativi a tutti i partiti e riferiti alle intenzioni di voto considerando anche la presenza del Movimento Di Battista-Paragone, dato quindi al 4, la Lega è al 30, il Pd al 18,5, M5S al 14, Fdi al 9,5, Fi al 6, Italia Viva al 4,5, Più Europa al 2,5, Leu al 2.
Da sottolineare che questi ultimi tre partiti sarebbero gli unici a non perdere consensi qualora fosse presente il nuovo movimento, che invece porterebbe Movimento 5 stelle e Pd a perdere l’1,5 ciascuno e Lega, Fdi e Fi lo 0,5 ciascuno.

(da agenzie)

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LAMORGESE AUTORIZZA L’AUMENTO DEI RIMBORSI PER I CENTRI DI ACCOGLIENZA, CON I TAGLI DI SALVINI NON SI POTEVANO PIU’ REALIZZARE PROGETTI DI INSERIMENTO E INTEGRAZIONE

Febbraio 5th, 2020 Riccardo Fucile

LA RIDUZIONE DA 35 A 19 EURO NON COPRIVA NEANCHE PIU’ I COSTI DI VITTO E ALLOGGIO E I BANDI ANDAVANO DESERTI… IL DISEGNO DI SALVINI ERA DI IMPEDIRE ACCOGLIENZA E INTEGRAZIONE, MIGRANTI PER STRADA PER CONTINUARE A CRIMINALIZZARLI

Il ministero dell’Interno ha inviato una circolare ai prefetti per aumentare i rimborsi per i migranti accolti.
L’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini aveva infatti tagliato da 35 a 19-26 euro il rimborso per ogni migrante ospitato nelle strutture di accoglienza e per effetto del taglio tanti bandi lanciati dalle prefetture sono andati deserti, creando un problema che le prefetture hanno segnalato al Viminale.
Le cifre stabilite, che erano state diminuite già  dal ministro Minniti e in seguito ulteriormente ridotte da Salvini, erano appena necessarie a garantire vitto e alloggio e non permettevano alcun progetto di reale accoglienza o inserimento.
Per questo, la maggior parte delle associazioni, consapevole di non poter assicurare un servizio non hanno partecipato ai bandi delle prefetture.
Per ovviare al problema molti prefetti avevano chiesto ai gestori di servizi di accoglienza di continuare a operare in proroga. Adesso, il ministero ha studiato il dossier e – in seguito ad un parere chiesto all’Anac – ha inviato una circolare ai prefetti, per indicare che potranno essere aumentati i rimborsi per ogni migrante accolto.
Con il documento si consente che, nel caso di mancate presentazioni di offerte ad una gara, si possa ricorrere alla procedura negoziata senza bando.
Le prefetture, così, “possono individuare alcuni operatori economici da consultare, selezionando l’offerta migliore”. E se si verifica che un prezzo d’asta è sottostimato, “si potrebbe procedere a variare” le singole voci che compongono il costo medio.
Prevista inoltre la possibilità  per il migrante di accedere ad un servizio di assistenza sanitaria complementare da porre a carico dell’appaltatore, che può essere rimborsato a parte rispetto al prezzo pro capite al giorno posti a base di gara.
Ed i costi possono crescere anche per la necessità  di aumentare il personale di vigilanza nei centri a seguito di danneggiamenti.
L’Arci, che ha rinunciato alla gestione di 30 progetti e assicurava accoglienza a circa 4mila persone, saluta la decisione del Viminale come “una buona notizia” e osserva: “Dopo la modifica delle regole per la gestione dei centri di accoglienza straordinaria (CAS), il taglio dei servizi per l’integrazione nel capitolato deciso dall’ex ministro Salvini, abbiamo deciso come Arci, insieme a tante altre organizzazioni, di disertare le gare delle prefetture. Per noi i percorsi di integrazione sono irrinunciabili sia per la dignità  delle persone accolte, che per l’attenzione al territorio”.
“L’assenza di misure di integrazione e una accoglienza che si traduce in albergaggio, – continua l’Arci –   produce danni alle persone (quasi tutti hanno subito violenze e torture e necessitano di attenzione e cura e quindi di professionalità ) e alimenta il disagio sociale che ricade sui comuni, oltre che alimentare l’immagine negativa degli stranieri (risultato utile a Salvini). Se il governo ha deciso di ripristinare le attività  di integrazione è davvero una buona notizia. Speriamo non si tratti di un ritocco ma di una modifica sostanziale. Uscire dalla stagione del razzismo di Stato e affrontare le questioni sociali per quello che sono, ricercando soluzioni giuste ed efficaci, dovrebbe essere una priorità  per questo governo”.

(da agenzie)

argomento: denuncia | Commenta »

L’ESPONENTE LEGHISTA CHE IN SICILIA E’ INDAGATO PER PECULATO PERCHE’ INTASCAVA FONDI DESTINATI A ENTE PER DISABILI E’ STATO IL PRIMO LEGHISTA A ESSERE ELETTO IN REGIONE

Febbraio 5th, 2020 Riccardo Fucile

SOTTO ACCUSA ANCHE UN SUO COLLABORATORE CHE AVREBBE RICEVUTO 457.000 EURO… SOLDI FINITI NEI LORO CONTI CORRENTI

Tony Rizzotto è il primo esponente della Lega ad essere stato eletto al parlamento siciliano: ora è indagato per peculato in quanto avrebbe creato un istituto per disabili per poi intascare i finanziamenti ricevuti.
Il centro di formazione, denominato Issford, aveva lo scopo di inserire persone con handicap o socialmente vulnerabili nel mondo del lavoro, ma alcuni fondi che avrebbero dovuto sostenere l’iniziativa sono finiti nel conto corrente personale di Rizzotto e in quello di un collaboratore, Alessandro Giammona.
La Guardia di finanza di Palermo questa mattina ha notificato un’ordinanza di sequestro per 500mila euro a Rizzotto e al consulente dell’associazione. Tra il 2012 e il 2015 il centro creato dall’esponente leghista avrebbe ricevuto, tra finanziamenti dalla Regione e dall’Unione europea, circa 1 milione e mezzo di euro.
Il comandante del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo ha spiegato che le autorità  hanno iniziato a interessarsi alla questione dopo le denunce di alcuni dipendenti.
È risultato che l’istituto avrebbe erogato diversi bonifici in favore di Rizzotto e Giammona. Il primo avrebbe ricevuto oltre 30mila euro mentre il consulente avrebbe incassato 457mila euro.
Ufficialmente, questi versamenti a Giammona erano legittimati come compensi per le sue attività  di responsabile esterno, ma secondo la Guardia di finanza non risulterebbe alcun rapporto di lavoro diretto con l’ente. L’assessorato regionale all’Istruzione in passato aveva già  rilevato alcuni “gravi ed evidenti irregolarità  contabili e sulle attestazioni dei costi”: constatazioni che avevano messo in discussione i finanziamenti ricevuti dall’istituto.
Rizzotto nel 2017 si era candidato nella lista Noi con Salvini e aveva ricevuto oltre 4mila preferenze.
L’anno scorso, tuttavia, aveva deciso di lasciare la Lega per “poca democrazia nel movimento”: al momento non ricopre più l’incarico nel parlamento regionale in quanto secondo la Corte d’Appello di Palermo sarebbe stato ineleggibile in quanto non aveva lasciato l’ente di formazione entro i 90 giorni dalla fine della precedente legislatura.
Infatti, “la legislazione regionale   prevede l’ineleggibilità  per tutti i legali rappresentanti, gli amministratori e dirigenti di quelle società  e/o quegli enti privati che svolgano delle attività  per conto della Regione, amministrando di conseguenza fondi pubblici”.
L’indagine è coordinata dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dal sostituto Claudia Ferrari. “Prosegue l’azione a contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione che incidono sulle performance degli enti pubblici e sulla qualità  dei servizi resi ai cittadini, in particolare a favore delle fasce più deboli della collettività “, scrive in un comunicato la Guardia di finanza, in riferimento alle accuse di aver speso in modo illegittimo fondi pubblici, messi al servizio della comunità  e invece sperperati per uso personale.

(da Fanpage)

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MA LUCA ZAIA CHE SE LA PRENDE CON CHI MANGIA CINESE CE L’HA CON SALVINI?

Febbraio 5th, 2020 Riccardo Fucile

MA ERA “GROTTESCA” ANCHE LA CENA CINESE TAKE AWAY DI SALVINI DUE SERE FA?

Stamattina il molto onoLevoLe goveLnatoLe del Veneto Luca Zaia aveva un diavolo pel capello: era infatti arrabbiato con il presidente del Consiglio e con il governo che non intendono seguire i suoi diktat sui bambini cinesi nelle scuole:Il premier Conte vi ha invitato «a fidarsi di chi ha specifiche competenze». Sbaglia?
«Rispondo citando due esperti al di sopra di ogni sospetto. Walter Ricciardi, rappresentante italiano all’Organizzazione mondiale della Sanità , in una intervista ha dovuto riconoscere: “Una volta tanto hanno ragione. Evidentemente avranno qualche tecnico bravo che ha consigliato gli amministratori”».
Sembra che lo faccia quasi controvoglia. Chi altri vi dà  ragione?
«Beh, il professor Roberto Burioni che mi pare un’autorità  assoluta. Su Facebook ha scritto: “Giusta la richiesta di alcuni presidenti di Regione della Lega di avere maggiore attenzione prima di riammettere bambini provenienti dalla Cina nelle nostre scuole”».
Ora, è urgente segnalare che Zaia non si è filato per niente nè Burioni nè Riccardi quando ha presentato un ricorso alla Corte Costituzionale contro la legge sui vaccini, finendo sconfitto su tutta la linea.
Ma è importante anche segnalare che Zaia è diventato nel frattempo un fustigatore di costumi (altrui): ha criticato l’esibizione delle cene nei ristoranti cinesi per combattere il panico da Coronavirus
«No, lo spettacolo a cui stiamo assistendo è il segno di un Paese malato. Ma non del virus…».
A cosa si riferisce?
«Mah, vedo che c’è chi organizza pranzi e cene in ristoranti cinesi per solidarietà . Non discuto la buona fede, ma mi sembrano iniziative grottesche. Di fronte ad un virus che si sta diffondendo serve un approccio scientifico. Non c’entra non è i Paesi nè le razze. Mi pare che anche in Cina stia prevalendo, anche a Wuhan, l’autoquarantena. Noi chiediamo un piccolo supplemento di prudenza. Se anche dovesse essere inutile, che male fa?».
Ora, sarebbe troppo facile far notare a Zaia che Wuhan dista da Castelfranco Veneto appena 8.490 km, e a Wuhan è scoppiata un’epidemia mentre in Italia finora ci sono due casi accertati.
Più significativo è invece ricordargli che appena due giorni fa Salvini su Facebook ha beatificato la bontà  delle cene cinesi take away.
Anche quella del suo segretario di partito è stata un’iniziativa grottesca?

(da “NextQuotidiano”)

argomento: Costume | Commenta »

COMMENTI RAZZISTI SUI SOCIAL: CONDANNATO A LAVORARE GRATIS 400 ORE

Febbraio 5th, 2020 Riccardo Fucile

FRASI DISCRIMINATORIE A COMMENTO DI UN ARTICOLO GIORNALISTICO SU UN CAMPO ROM: IL LEONE DA TASTIERA CONDANNATO

Un uomo di 46 anni è stato condannato a lavorare gratis 400 ore per aver pubblicato su Facebook frasi razziste, con riferimenti a campi di concentramento e fuoco, contro una famiglia nomade di origine sinti. Lo ha stabilito un giudice del Tribunale di Modena. Il 46enne aveva chiesto la messa alla prova al fine di evitare il processo per diffamazione aggravata dall’odio razziale.
Le 400 ore di lavoro socialmente utile dovranno essere svolte in un ente ancora da individuare e nell’arco di nove mesi. Entro sei mesi, invece, l’uomo dovrà  presentare un’offerta di risarcimento alla famiglia di origine sinti destinataria delle offese che si è costituita parte civile.
L’episodio alla base della vicenda giudiziaria risale al 2014, quando il 50enne sinti si rivolse alla magistratura segnalando che su Facebook a commento di un articolo giornalistico relativo al campo nomadi dove viveva con i suoi parenti erano comparsi numerosi commenti dove si incitava a incendiare l’area e si auspicavano i campi di sterminio. Da quella denuncia il pm Francesca Graziano ha aperto l’inchiesta.
L’inchiesta aperta dalla procura di Modena sull’odio razziale via social è più ampia e il 20 febbraio altre sei persone, iscritte nello stesso fascicolo del 46enne, sempre cittadini modenesi, compariranno davanti al giudice di primo grado per rispondere della stessa accusa.

(da agenzie)

argomento: Razzismo | Commenta »

FACCHINI, BRACCIANTI, STUDENTESSE: LE MULTE A CHI SCIOPERA GRAZIE A SALVINI

Febbraio 5th, 2020 Riccardo Fucile

LE SANZIONI DA 4.000 EURO PER CHI DIFENDE IL POSTO DI LAVORO SONO TIPICHE DA REGIMI MILITARI

Il Fatto Quotidiano oggi racconta le sanzioni del Capitano, ovvero le multe   del decreto Sicurezza di Matteo Salvini: facchini, braccianti e studentesse rischiano di dover pagare fino a 4 mila euro perchè, durante la manifestazione, avevano bloccato la strada. La stretta voluta dalla Lega è stata approvata a fine 2018 dal governo Conte 1 e per nulla modificata dal Conte 2.
Quel comma, come previsto, si sta scagliando contro la parte più debole del mondo del lavoro, che prova a non essere invisibile con metodi a volte estremi, come può essere un blocco stradale.
A dicembre si è parlato molto degli operai tessili di Prato, multati dopo aver manifestato chiedendo sette mesi di stipendio arretrati. La vicenda di Tortona coinvolge invece gli addetti del polo logistico gestito dalla cooperativa Clo, che a sua volta serve i supermercati Coop di tutto il Nord — Ovest . Hanno iniziato a protestare tempo fa denunciando le classiche situazioni che si vedono nel settore: “Turni improponibili —dice il Si Cobas —, irregolarità  nei contratti e nelle buste paga”.
Dopo i primi cinque licenziamenti, ritenuti “ritorsivi” dal sindacato, a fine ottobre un gruppo di lavoratori ha bloccato l’ingresso nel centro.
Allora la cooperativa ha risposto con altri 15 licenziamenti disciplinari. In queste settimane ci sono stati incontri con la società  per trovare un accordo, ma nel frattempo sono arrivati i verbali della Polizia stradale che anticipa le multe contro i sindacalisti e i lavoratori, che potrebbero arrivare a rimetterci gli ultimi tre stipendi e mezzo.
Anche alla Geodis di Castel SanGiovanni (Piacenza), c’è stato uno sciopero con blocco stradale il 20 dicembre:
Anche qui, tanti gli addetti stranieri, soprattutto filippini, e tante le contestazioni sulle condizioni. Pochi giorni fa le prime sanzioni, per ora ai danni di tre sindacalisti SiCobas. Al presidio, però, c’erano tanti lavoratori, e ora il timore è che la stangata possa arrivare anche a loro.

(da “NextQuotidiano”)

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