Febbraio 8th, 2020 Riccardo Fucile ANCHE LE VITTIME DELL’ANONIMA SARDA ERANO “AL SICURO” MA I SEQUESTRATORI SI PRESERO L’ERGASTOLO… I SENATORI DELLA LEGA POTREBBERO NON VOTARE PIU’ A FAVORE DELL’AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE IL 12 FEBBRAIO
Matteo Salvini vuole chiudere la vicenda Gregoretti andando davanti ai giudici catanesi
convinto di poter dimostrare che negando lo sbarco ai migranti della Gregoretti ha difeso l’interesse nazionale.
Cautela, invece, tra i suoi consiglieri e i senatori leghisti che potrebbero non appoggiare la sua messa in stato di accusa, preoccupati che un loro voto affermativo al Senato possa essere un boomerang e un’ammissione di colpa in sede giudiziaria.
Insomma, nelle ultime ore sarebbe emerso l’orientamento, il prossimo 12 febbraio, a non votare a favore del processo a carico del segretario in Aula a Palazzo Madama, contrariamente a quanto i leghisti hanno fatto settimane fa in Giunta per le Immunità . Sulle modalità di condotta, se uscire dall’emiciclo o astenersi, ancora è aperto il confronto.
Giovedì prossimo alle 9, all’indomani della seduta al Senato, Matteo Salvini si presenterà nella sede della stampa estera per diffondere anche ai media non italiani la sua linea difensiva e le ragioni del suo operato.
Trapelano le linee guida della sua memoria difensiva ancora in fase di definizione.
Aspetti realmente umoristici.
“La Gregoretti – è uno dei punti cardine esilaranti della difesa – era un posto sicuro. Quella imbarcazione ha salvato i migranti col consenso di Salvini, intervenendo in acque maltesi. È quindi inverosimile – viene notato – immaginare che un ministro voglia salvare delle persone per poi sequestrarle”
1) La Gregoretti ha salvato i migranti in base alle convenzioni internazionali che imponeva l’intervento, NESSUN PERMESSO DI SALVINI, anche perchè la Gregoretti è una nave della Marina militare e dipende dal Ministero della Difesa
2) Non è inverosimile quindi che un ministro che non ha fatto nulla per salvare quelle persone poi le abbia sequestrate
Secondo Salvini non ci sarebbe stato alcun sequestro visto che a bordo erano al sicuro e protette.
1) Anche l’anonima sarda garantiva pasti e alloggio ai sequestrati che erano “al sicuro e protetti”, ma li tratteneva illegalmente (e infatti hanno preso l’ergastolo)
2) Le leggi internazionali impongono di sbarcare tampestivamente i naufraghi nel porto più vicino, cosa che la Gregoretti avrebbe fatto se qualcuno non glielo avesse impedito per giorni.
3) Il decreto sicurezza bis di Salvini stabilisce che non si può negare lo sbarco a una nave della Marina militare che ha effettuato operazioni di soccorso
Secondo Salvini lo sbarco è stato quindi rallentato solo dalle trattative per la redistribuzione e per la doverosa verifica delle persone a bordo. Al riguardo, i difensori del leader leghista ricordano come “il governo tedesco abbia fatto poi sapere che tre persone a bordo della Gregoretti erano soggetti in grado di mettere a rischio la sicurezza nazionale”.
1) Le trattative per la ridistribuzione sono successive al diritto alla sbarco: prima si sbarcano e poi vengono ridistribuiti, fatte le opportune verifiche: così sancisce la legge.
A maggior ragione per una nave della Marina militare come da Decreto sicurezza
2) Dopo mesi di atti giudiziari ora si parla di un fantomatico avviso del Governo tedesco su tre migranti “pericolosi”. Chissà come mai Salvini non ha presentato il relativo documento in Commissione parlamentare, chissà se esiste, chissà , nel caso esista, cosa dice realmente, chissà che data porta, chi l’ha firmato e chi l’ha ricevuto.
Poniamo che esista: a maggior ragione i migranti dovevano essere sbarcati proprio per garantire la loro sicurezza e quella dell’equipaggio.
Se esiste perchè i tre a bordo non sono stati isolati dagli altri e sorvegliati?
Perchè a terra non sono stati sottoposti a indagini?
Che fine hanno fatto se erano pericolosi? Forse Salvini se li è fatti scappare?
Fuori il documento, di palle ne abbiamo le scatole piene. Non vorremmo scoprire sei mesi dopo che i tre erano “pericolosi ladri di polli”.
Tutto il governo italiano – insiste Salvini – era consapevole e quindi d’accordo.
1) Non esiste un atto del Consiglio dei ministri che certifichi questa tesi, non ne hanno mai discusso e Conte ha smentito più volte
2) Salvini non ha prodotto alcun scambio di mail che provi un coinvolgimento di Conte nella decisione , anzi lo stesso Salvini ha più volte rivendicato che “la decisione è sua”.
Quindi Salvini non anticipi nulla che fa più bella figura, si difenda davanti a un Tribunale, come fanno tutti i cittadini.
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Febbraio 8th, 2020 Riccardo Fucile “PIU’ LONTANI DA ROMA, PIU’ VICINI ALL’EUROPA”, “LOMBARDIA IN EUROPA DA SEMPRE”: I MANIFESTI DELLA LEGA NORD
“Più lontani da Roma, più vicini all’Europa”, “Lombardia in Europa da sempre”, “Le Pen è fascista come i partiti di Roma”, “Milano fascista mai”. Non si tratta degli slogan di qualche forza liberal democratica attuale, bensì dei manifesti della Lega Nord degli anni Novanta e primi anni Duemila.
Può sorprendere specialmente i più giovani, ma la Lega (quando ancora aveva il punto cardinale “Nord” nel nome), negli anni Novanta era un partito del tutto diverso da quello guidato oggi da Salvini.
Le battaglie politiche più importanti erano il federalismo fiscale (o la secessione, a seconda della fase storica), la riduzione della spesa pubblica, il sostegno al progetto europeo e la contrarietà a centralismo politico di Roma.
Anche il fenomeno dell’immigrazione veniva discusso in maniera diversa dai toni di oggi, con un’attenzione maggiore ai temi che riguardavano la spesa pubblica associata (in termini di welfare, sanità ecc..) piuttosto che la sicurezza.
Non solo, la prima Lega Nord lottava per promuovere il progetto europeo, lontano anni luce dal “sovranismo”, che veniva definito come un’ideologia del tutto anti-storica e inefficace a rispondere alle esigenze del tempo.
Il pensatore a capo dei manifesti politici della Lega era riconosciuto da tutti nel nome di Gianfranco Miglio, politologo, preside della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università Cattolica di Milano, e vero e proprio guru intellettuale del partito di Umberto Bossi, che ne rappresentava, invece, la leadership politica.
Miglio si occupò a lungo di individuare gli strumenti migliori per governare territori e società : l’accentramento statalista, diceva, avrebbe causato inefficienze e pericoli per i cittadini. L’ideologo della prima Lega, sosteneva che l’idea di difendere e sostenere lo “Stato- Nazione” fosse una scusa per fare la guerra, e che il patriottismo ne fosse la prima giustificazione intellettuale.
In uno dei suoi ultimi testi, “Oltre lo Stato-nazione: l’Europa delle città ”, il politologo aveva già compreso che i confini, almeno come venivano intesi fino al secolo scorso, non sarebbero più esistiti. Questo è l’effetto della globalizzazione, quella che Salvini e la nuova Lega- Salvini Premier vogliono contrastare a colpi di istanze nazionalistiche e protezionistiche.
Nel programma elettorale della Lega Salvini delle ultime elezioni politiche, vengono inseriti passaggi come “l’Ue non è un organo che promuove pace e giustizia e quindi è illegittimo” (pag.7). “Chiediamo la sovranità economica”, e ancora “non si dovrebbero assecondare i progetti di “Stati Uniti d’Europa”.
Eppure qualche flebile voce di contrasto a questa nuova visione c’è ancora. Solo pochi giorni fa, l’eurodeputata Gianna Gancia, eletta nella Lega, ha pubblicato un tweet in cui rivendicava la necessità di sostenere il progetto degli Stati Uniti d’Europa. Una posizione del tutto contraria al programma di Salvini, che ha suscitato molte polemiche interne.
Le posizioni federaliste e liberali, e totalmente pro-euro come quella dell’onorevole Gancia non sono isolate. Nella galassia Gianni Fava, ex Assessore di Maroni,
C’è chi ritiene che Gancia possa lasciare il partito, e non si tratterebbe certo del primo caso. Da Giancarlo Pagliarini, federalista ed ex ministro, uscito dalla Lega nel 2007, a Vito Gnutti, anche lui ex ministro che fondò il movimento Autonomisti per l’Europa, fino a Davide Boni e Marco Reguzzoni, presidente del Consiglio regionale della Lombardia ed ex capogruppo alla Camera, che hanno dato il via ad un nuovo partito che chiede l’istituzione delle macroregioni confederate in Europa.
Da “Più vicini all’europa, più lontani da Roma” all’esatto contrario, il passo Salviniano è stato breve. Il consenso elettorale ha premiato questa svolta, ma tra la Lega di Bruxelles e la Lega di Roma la frattura lascerà qualche ferita, anche elettorale.
(da TPI)
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Febbraio 8th, 2020 Riccardo Fucile CONFERENZA STAMPA A COLONIA DOPO SEI MESI NELLO SPAZIO
È rilassato AstroLuca, tornato sulla Terra dalle stelle. Il sorriso ampio e la camminata spedita,
solo la voce un po’ debole tradisce la stanchezza per il viaggio turbolento che lo ha riportato a Terra due giorni fa e per il trauma di avvertire di nuovo il proprio peso, dopo aver fluttuato per oltre sei mesi (“ho avuto 41 anni per abituarmi alla gravità terrestre”).
Luca Parmitano si è presentato per il primo incontro con la stampa al centro astronauti dell’Esa di Colonia, dove sta affrontando la prima parte del recupero fisico. In platea ad ascoltarlo anche la collega Samantha Cristoforetti, che sarà la prossima a partire alla volta del laboratorio orbitante.
La sua è stata una lezione di umanità e umanesimo. Nel dare merito non a sè stesso dei risultati raggiunti, ma a un grande lavoro di squadra in un vasto progetto di cui lui è una pedina al servizio di una causa più grande.
Il sentimento del ritorno, commosso e felice, unito alla determinazione e consapevolezza del successo. Ci porta una lezione esemplare: se vuoi, puoi: “Il limite lo stabilisci tu”. A cominciare dalle sorti del Pianeta, che sono nelle nostre mani, e le prime vittime potremo essere noi stessi.
Prima stempera l’emozione con una battuta: “Grazie per essere qui oggi, è sabato ed è ora di pranzo, vale doppio”. Poi racconta delle sue emozioni, quelle di essere tornato a casa: “Cito una canzone dei King Crimson che amo: ‘Possiamo tutti sederci e ridere, ma temo che domani piangerò’. Scusatemi se sono commosso, ma sono emozionato per molte ragioni”.
E racconta dello spazio: “La Iss è un posto di lavoro in cui ci sono persone che sono diventate amici, quando mi chiedono cosa preferisci dello spazio io dico che non c’è una cosa che preferisco. Lo spazio è casa, è come chiedere quale parte della vita preferisci. Io rispondo ‘tutto'”.
Ma sulle immagini che porta a casa un ricordo supera gli altri: “Le nubi nottilucenti, che si vedono solo in certe condizioni sopra i poli. Un grande regalo che ho avuto il piacere di condividere con Jessica (Meir ndr). Abbiamo ogni giorno foto bellissime da satellite, ma la parte umana è mettere te stesso in quel ricordo, non solo la vista: c’è un po’ di Luca in quella foto, di Jessica in quell’altra. Questo rende il volo umano nello spazio così speciale”.
La lezione dello spazio
“È sempre difficile scegliere un evento su tutti gli altri per rappresentare tutta una missione, è ingiusto – continua il colonnello – ma voglio sottolineare l’aspetto umano come retaggio più importante della Iss. L’incredibile capacità , quasi vicina al miracolo, di unire sotto il grande sogno e la bandiera dell’esplorazione tecnologica e scientifica, persone con retaggi culturali diversi. Nei dieci giorni di transizione dalla expedition 60 alla 61, sulla Stazione spaziale c’era Hazza Al Mansouri, il primo astronauta degli Emirati Arabi, arrivato in volo con Jessica Meir che è di discendenza ebraica. Arrivano come individui comuni come tutti noi, lavorano come un equipaggio e rientrano come fratelli e sorelle. Questo è miracoloso in un periodo storico molto particolare, con tensioni che dividono e polarizzano. L’esplorazione non solo tecnologica ma umana, sotto l’egida del desiderio di evolvere ed essere migliori. Questo secondo me deve essere un esempio per il futuro”.
Forse l’impresa più emblematica della sua seconda missione nello spazio (201 giorni in orbita, durante i quali è diventato e quattro mesi al comando della Stazione spaziale internazionale (terzo europeo e primo italiano), sono state le quattro attività extra veicolari per riparare il “cacciatore di antimateria” AMS-02: “Le considero tra i momenti più alti della mia attività professionale – spiega rispondendo a una domanda – mi avevano contattato nel 2014 per sapere cosa pensavo della fattibilità di ripararlo. Dissi che si doveva trovare il modo. Le cose che vale la pena fare non sono quelle semplici. È stata una soddisfazione aver superato un ostacolo molto complesso, ma io non voglio prendermi il merito, perchè ci sono state decine di persone che ci hanno lavorato e grazie a loro e all’addestramento a terra siamo riusciti a non perdere nemmeno una vite”.
“Quanto oltre vuoi andare?”
La missione di Parmitano si chiama Beyond, “Oltre”. A una giovanissima tra il pubblico che gli chiede “quanto oltre vuoi andare”, lui risponde: “Tu scegli il limite. La tua generazione otterrà molto più della mia. Il tuo desiderio sarà il tuo motore che ti farà arrivare dove vuoi, Luna, Marte o altrove. Questo è quanto voglio arrivare lontano e quanto veloce”.
La sua missione è stata un passo in avanti verso questi obiettivi, racconta Parmitano, sia di conoscenza che tecnologici, soprattutto degli effetti del corpo umano nello spazio.
Ma i benefici di questi progressi saranno anche per noi che siamo con i piedi sempre piantati a terra: “Siamo stati molto occupati a fare ricerca, ho riposato solo tre weekend in 201 giorni e stiamo ottenendo più della prima volta. Abbiamo fatto un sacco di esperimenti, uno ce l’ho addosso anche ora per monitorare i battiti cardiaci e il respiro. La tecnologia farà grandi passi avanti, come la possibilità di stampare tessuti organici. Ma ci sono molti più umani sulla Terra che nello spazio, l’impatto più alto sarà nella vita di tutti i giorni che per un viaggio interplanetario”.
La Terra, un grande essere vivente
Non poteva non raccontare delle foto dallo spazio, del Pianeta che soffoca e dei cambiamenti climatici: “Si chiama ‘overview effect’ – spiega Parmitano – pensi di conoscere qualcosa e di esserne una parte integrante, poi lo vedi da lontano e ti rendi conto che quello che hai visto è una piccolissima parte del tutto. Il Pianeta è un enorme essere vivente, le nuvole sono il respiro che si muove con le correnti, le acque di fiumi mari sono il sangue. Da lassà sembrano fermi ma si vede da lontano questo respiro, questo moto interno. L’atmosfera è così sottile e fragile, la bellezza della natura che si ribella della sua capacità devastante di farci sentire piccoli può fare paura. Nei sette mesi in orbita ho assistito a uragani dall’intensità mai vista prima sulle Bahamas e Porto Rico; fuochi nella Foresta amazzonica, in Africa. In Australia ho iniziato a fotografarli a settembre, se ne continua a parlare a gennaio, un intero continente color rosso, coperto di polvere di cenere visibile per centinaia o migliaia di chilometri. Questo ci fa pensare all’elemento più fragile di tutto questo: siamo noi, perchè la vita continuerà ben oltre alla capacità dell’uomo di resistere ai danni che stiamo facendo, la vita è perfettamente allineata con i principi fisici dell’Universo, in particolare l’entropia. La vita continuerà ma non è detto che ci sia l’uomo in questo sistema, quindi è il momento di agire”.
(da agenzie)
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Febbraio 8th, 2020 Riccardo Fucile SOLO UN GOVERNO RENZI-SALVINI POTREBBE ESSERE PIU’ UMORISTICO
Più divertente di Gasparri e della Santanchè che contestano il cachet sanremese di Benigni dall’alto dei milioni pubblici incassati in anni di onorevolissima carriera, o della Meloni che accusa le Sardine di violenza verbale, che è un po’ come se Schwarzenegger accusasse chiunque di averci dato troppo dentro con gli steroidi, c’è la faida in corso tra renziani ed ex tali, che vede contrapposti in rete i petali del Giglio Magico rimasti nel Pd e quelli che sono rimasti nei pressi dello stelo, il quale si erge poderoso imitando il lessico del rimpianto Gianfranco Fini: “Che fai, mi cacci?”. Naturalmente il paragone è forzato, perchè uno dei due è un rispettabile uomo di centrodestra che ha tentato senza riuscirci di cambiare in profondità il proprio partito, e l’altro è Gianfranco Fini.
Ma vedere su Twitter la Morani che accusa Nobili difeso da Scalfarotto che al mercato mio padre comprò ha un che di così tragicamente comico che solo un governo Renzi-Salvini potrebbe superarlo.
Infatti ci stanno lavorando manco tanto in segreto. A nome della satira, grazie.
(da “La Repubblica”)
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Febbraio 8th, 2020 Riccardo Fucile SALVINI AVEVA CHIESTO 80.000 EURO DI RISARCIMENTO… ACCUSE POLITICHE IN UN CONTESTO POLITICO
Si può criticare anche pesantemente Capitan Nutella? Certo che si può: il giudice di pace di
Rovereto, in Trentino, ha assolto l’ex consigliere comunale del Pd, Paolo Mirandola, dall’accusa di aver diffamato Matteo Salvini.
Il segretario della Lega, difeso dall’avvocato Claudia Eccher, che ricorrerà in appello, aveva chiesto 80.000 euro di risarcimento.
I fatti risalgono al marzo 2015, quando, nel corso di un movimentato consiglio comunale a Rovereto, Mirandola rispose ad un consigliere della Lega: “Non vedi quello che ho scritto sulla mia cravatta? Salvini in galera, Salvini un mascalzone, un delinquente abituale per tendenza, ha radunato in piazza del Popolo il peggio del Paese”. Il consigliere del Pd aveva quindi aggiunto le parole “Salvini in galera”.
Le motivazioni saranno depositate entro 15 giorni ma il giudice potrebbe aver ritenuto le parole di Mirandola non diffamatorie dato il contesto, sopra le righe, della seduta consigliare.
Accuse politiche in un contesto politico, quindi. Ma i legali del signore che mette alla gogna social i suoi avversari politici l’hanno presa malissimo: “Gli insulti, se diretti a Salvini, per il giudice di pace di Rovereto non sono reato: così si legittima la violenza, verbale e non solo”, ha detto l’avvocata difensore di Salvini, Claudia Eccher, ai quotidiani l’Adige e Trentino.
Magari l’avvocata potrebbero chiedere a Salvini stesso come si legittima la violenza verbale.
(da Globalist)
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Febbraio 8th, 2020 Riccardo Fucile ENNESIMO EPISODIO DI INTOLLERANZA VERSO UNA CITTADINA DI ORIGINE EBRAICA E POI DICONO CHE NON ESISTE UNA EMERGENZA NEONAZISTA
Una svastica è comparsa ieri a San Daniele del Friuli (Udine) sulla casa dove visse Arianna Szorenyi che il 16 giugno 1944 fu deportata assieme ai familiari ad Auschwitz. Lo riporta il Messaggero Veneto che pubblica anche una foto della svastica.
Sul caso indaga la Digos. Disegnata con un pennarello nero accanto alla porta, è poi stata ricoperta con un cuore.
Nella cittadina si sono già avuti episodi di intolleranza: il 30 gennaio lettere antisemite erano state recapitate a consiglieri di minoranza con la scritta: “Dopo 75 anni l’ebreo è sempre ebreo”.
Davanti a quell’edificio simbolico è stata programmata, per sabato, 8 febbraio, alle 16, una manifestazione di solidarietà nei confronti dei quattro consiglieri di minoranza della cittadina collinare che, nei giorni scorsi, sono stati i destinatari di altrettante lettere anonime dal contenuto discriminatorio e antisemita.
Il Messaggero Veneto scrive anche che la croce uncinata è stata fatta con il pennarello nero proprio accanto alla porta principale. Sul posto ieri ha effettuato un sopralluogo la polizia. Il personale della Digos ha raccolto elementi e testimonianze per cercare di risalire al responsabile — o ai responsabili — del gesto. Gli investigatori verificheranno anche l’eventuale presenza di telecamere che potrebbero aver registrato immagini utili per le indagini.
(da agenzie)
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Febbraio 8th, 2020 Riccardo Fucile SEIMILA EURO AL MESE NON GLI BASTANO (E VOGLIONO L’AUTO BLU)
La giunta leghista che guida il Piemonte si alza di mille euro lo stipendio. La Repubblica Torino
racconta che in Regione un progetto di legge a prima firma Alberto Preioni, capogruppo della Lega a Palazzo Lascaris, punta a rimpolpare i salari degli assessori, messi a dieta nel 2012 quando sull’onda di Rimborsopoli si decise che chi, nella giunta e nell’ufficio di presidenza del Consiglio, utilizzava l’auto blu con relativo autista, avrebbe avuto una decurtazione nello stipendio di un terzo sulla parte relativa al rimborso spese: 3 mila e 500 euro che gli assessori dotati di chauffeur si sono trovati, finora, ridotta a seconda dei mesi, tra i 1200 e i 1700
Con la nuova norma il rimborso tornerebbe integrale e l’auto blu a disposizione. L’opposizione Pd-5stelle promette battaglia contro «l’ennesimo regalo alla casta», come lo definiscono i grillini e contro «una norma che va nella direzione opposta al lavoro degli anni scorsi che ha portato il Piemonte ad avere il Consiglio regionale meno pagato d’Italia» chiosa il capogruppo dei dem Domenico Ravetti.
La logica, a suo tempo, era stata quella del risparmio: chi usa l’auto blu ha diritto a un rimborso inferiore. Chi si muove con mezzi propri ha invece il rimborso pieno per l’usura e la manutenzione del veicolo e per i costi sostenuti per benzina e autostrade.
Il teorema reggeva, salvo il paradosso dei consiglieri regionali, soprattutto i capigruppo o presidenti di commissione che non hanno diritto all’autista, che grazie all’interno rimborso spese finivano per guadagnare come o più del presidente della giunta o degli assessori.
Secondo i cedolini pubblicati sul sito del Consiglio regionale, il presidente Cirio a gennaio ha percepito un compenso lordo di 9 mila e 33 euro, e un netto di 6 mila 700, il suo vice presidente e gli assessori 8 mila 583, sempre lordi (5 mila 9 netti) a fronte degli 8500 euro che spettano a un consigliere regionale senza incarichi, ai 9250 di chi presiede una commissione e dei 9500 del capogruppo: tra i 6,8 e i 7 mila 200 netti, secondo i mesi e le trattenute.
Con la legge di Preioni presidente e assessore guadagneranno circa mille euro in più rispetto a ora, riequilibrando il divario con gli eletti a Palazzo Lascaris.
(da “NextQuotidiano“)
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Febbraio 8th, 2020 Riccardo Fucile ALTA TENSIONE TRA I DUE COORDINATORI REGIONALI DI LEGA E FORZA ITALIA IN CAMPANIA… “E’ LO STESSO METODO CHE HA USATO SALVINI QUANDO HA IMPOSTO LA BORGONZONI IN EMILIA-ROMAGNA E LA TESEI IN UMBRIA”
È spaccatura all’interno del centro-destra nella decisione del candidato alle prossime elezioni regionali in Campania. La scelta di Stefano Caldoro come sfidante del governatore De Luca ha scatenato un dibattito intestino alla fazione politica tra Forza Italia e Lega.
Quest’ultima nella persona di Nicola Molteni, coordinatore del partito in Campania, ha espresso le sue perplessità in merito alla selezione del candidato: “Nulla contro Caldoro ma è presto per parlare di nomi, non è il metodo giusto”.
La risposta da parte forzista è arrivata da parte del senatore Domenico De Siano, omologo di Molteni nel partito di Berlusconi: “Non condivido la critica al metodo che ha portato all’indicazione del nostro candidato presidente: il nome di Caldoro è stato indicato da Berlusconi che ha avuto, in Fi, il via libera del coordinamento regionale prima e dell’ufficio di presidenza alla unanimità poi. È lo stesso metodo – conclude – che ha portato alle legittime indicazioni della Tesei in Umbria e della Borgonzoni in Emilia-Romagna da parte della Lega”.
In tal senso appare chiara la posizione di Berlusconi che non vede alternative a Caldoro, da lui considerato come “il migliore presidente nella storia della regione Campania” ed è pronto, in caso di mancata convergenza con la Lega, a correre da solo.
Probabile dunque che lo snodo campano sarà argomento delle prossime riunioni politiche del centro-destra, che potrebbero concretizzarsi già al ritorno di Giorgia Meloni dagli Stati Uniti.
(da agenzie)
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Febbraio 8th, 2020 Riccardo Fucile “SALVINI HA RIPRESO DA DOVE BERLUSCONI AVEVA INTERROTTO”
Smessi i panni dell’intellettuale ex di sinistra emiliano con giacca e dolce vita, ora è la volta del
travestimento da Trump padano.
E che ha detto? “Vedo le somiglianze di una sinistra che prova a vincere con mezzi giudiziari quello che non può ottenere con mezzi democratici”. Lo ha affermato il leader della Lega, Matteo Salvini, a proposito del caso Gregoretti in un’intervista rilasciata al ‘New York Times’ il giorno dell’assoluzione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, per l’articolo 1 dell’impeachment, quello sull’abuso di potere.
Il giornale statunitense evidenzia in un lungo articolo come il prossimo 12 febbraio il Senato si esprimerà sulla richiesta di autorizzazione a procedere contro Salvini che rischia il processo con l’accusa di sequestro di persona in relazione alla vicenda dei migranti a bordo della nave militare.
“In un altro paese, ciò potrebbe comportare problemi per un politico”, rimarca il Nyt, notando che a poche settimane dalla sconfitta in Emilia Romagna che ha “mandato all’aria il suo tentativo di tornare al potere”, questo voto è per il segretario una “zattera di salvataggio politico” e “non è difficile capire perchè. Il potenziale procedimento giudiziario ha involontariamente riproposto la migrazione come un problema, nonostante solo una manciata di arrivi in Italia”.
“L’immigrazione sicuramente non è un tema che mi preoccupa”, ha sottolineato Salvini durante l’intervista al giornale che lo definisce un “esperto di vittimismo politico”.
Nella denuncia della “persecuzione” dei giudici nei suoi confronti, rimarca il Nyt, “Salvini ha pochi pari” e ha “ripreso da dove Silvio Berlusconi aveva interrotto”.
Ricordando la debacle in Emilia Romagna, il Nyt sostiene che “l’uomo che poche settimane fa aveva tanta fretta di far cadere il governo ora sembra rassegnato al fatto di dover giocare una lunga partita”. Nel parlare del suo possibile ritorno al governo, infatti, Salvini ha esclamato: “Non c’è fretta!”.
Nell’intervista, Salvini ha infine affermato che “probabilmente è stata una visione riduttiva” accomunarlo ad altri leader nazionalisti come Orban e Marine Le Pen, basandosi esclusivamente sulla loro condivisa opposizione all’immigrazione.
(da Globalist)
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