Febbraio 19th, 2020 Riccardo Fucile
A QUALCUNO FA COMODO CREARE SBANDATI PER POI PROPAGARE ODIO RAZZISTA
Decreti Sicurezza? Macchè. I provvedimenti fortemente voluti dall’ex ministro dell’Interno, Matteo
Salvini, in realtà non fanno altro che produrre insicurezza creando migliaia di “invisibili” senza alcuna protezione, diritto e possibilità di integrazione.
Utili strumenti di propaganda per azioni dimostrative contro le Ong, le norme approvate tra ottobre e novembre 2018 di fatto escludono richiedenti asilo e beneficiari di protezione dal sistema dell’accoglienza, privandoli di ogni possibilità di tutela e rendendoli facili prede di sfruttatori, caporali e soprattutto di quelle mafie made in Italy che abbiamo esportato in tutto il mondo.
In queste ore il Governo discute su come modificarli, ma in realtà andrebbero semplicemente aboliti.
A raccontare bene i disastri causati dai due abomini legislativi che sembrano pensati unicamente per produrre tweet e dirette Facebook, il report “I sommersi dell’accoglienza” prodotto recentemente da Amnesty International.
Un documento che — dati alla mano — spiega come il negare diritti umani di donne, bambini e uomini che scappano da guerre, terrorismo, persecuzioni, cambiamenti climatici e violenze, generi anche insicurezza per gli stessi italiani.
Basta una leggera dose di malizia per poter affermare che, da una parte, si è cercato di demonizzare il lavoro delle Ong e di chi salva esseri umani nel Mediterraneo, trattando da criminali persone che in realtà andrebbero rispettate e stimate, e, dall’altro, si è voluto fare in modo che la figura del migrante fosse spinta “per legge” verso l’illegalità o comunque verso l’impossibilità di costruirsi un futuro, con l’obiettivo di aumentare tra gli italiani la già insensata percezione di insicurezza diffusa (secondo il Censis, negli ultimi 10 anni, i crimini sono in costante calo).
Insomma: propaganda in mezzo al mare, caos sulla terra ferma. Alla faccia della sicurezza.
Con le attuali regole, migliaia di persone che si sono viste rigettare la richiesta di asilo e che non possono essere rimpatriate se non in violazione della legge, non godono di uno status legale che permetterebbe loro l’accesso ai servizi sanitari, sociali e abitativi, istruzione e lavoro.
Di loro non si sa nulla, perchè gli viene preclusa persino l’iscrizione anagrafica. Inoltre, l’abolizione della protezione umanitaria ha fatto sì che chi attualmente si trova in Italia con tale titolo ottenuto in precedenza, non ha più diritto a nessuna forma di accoglienza: niente tutele, esclusione sociale ed economica, ghettizzazione. Alla faccia della sicurezza (e due).
I tagli al sistema dell’accoglienza (i famosi 35 euro, ndr), hanno penalizzato soprattutto la cosiddetta accoglienza diffusa (ospitalità in singoli appartamenti in distinte unità immobiliari) e di qualità , ovvero quella con un impatto meno evidente per le comunità ospitanti e che offre più possibilità di integrazione per gli ospiti: stando alla miopia o alla malafede del legislatore, una somma di 21,35 euro dovrebbe bastare per l’affitto di una casa, per la luce, per il gas, per l’acqua, per i pasti, per i servizi di pulizia, per i beni di prima necessità , per l’assistenza sanitaria.
Zero gli euro previsti per l’assistenza psicologica e l’insegnamento della lingua italiana, fondamentali per l’inserimento nelle comunità .
Più contenuti, al contrario, i tagli ai centri di accoglienza collettivi: 26,35 per strutture che accolgono sino a 50 utenti e 25,25 euro per strutture che accolgono da 51 a 300 richiedenti asilo. Cifre che mostrano plasticamente il disegno di chi ha voluto puntare a concentrare i migranti in grandi strutture ingestibili e foriere di insicurezza, smantellando ogni attività a misura d’uomo volta a rendere meno traumatico il rapporto tra comunità ospitanti e ospiti.
Con l’aumento pianificato per legge degli irregolari, aumentano anche i rischi di diffusione di malattie; è infatti più difficile, da parte dei servizi sanitari, intercettare le situazioni a rischio e garantire la necessaria assistenza. Alla faccia della sicurezza (e tre).
Per impedire ogni forma di integrazione, viene reso molto più difficile l’accesso alla cosiddetta “seconda accoglienza”, vietandola ai richiedenti protezione internazionale. “Una scelta politica — si legge nel rapporto di Amnesty — che ne impedisce l’accesso ai richiedenti asilo che vivono situazioni di particolare vulnerabilità (sanitaria, psicologica, psichiatrica, ecc.), aumentando la possibilità che essi restino nel sistema di ‘prima accoglienza’, il quale sempre più si dimostra non capace di gestire correttamente tale vulnerabilità .
In altri termini, la norma toglie un diritto a persone che prima ne erano titolari e potevano goderne mediante un percorso programmato e riconosciuto come virtuoso.
Queste categorie vanno ad ampliare la platea di persone disagiate che troveranno nelle periferie cittadine i luoghi del loro sopravvivere e in attività lavorative occasionali e precarie l’unica possibilità di guadagno”. Alla faccia della sicurezza (e quattro)
Amnesty International, a poco più di un anno dall’approvazione di quelli che andrebbero chiamati “decreti insicurezza”, fotografa quello che a molti era apparso chiaro fin da subito: invece di puntare a risolvere le criticità derivanti dai flussi migratori, le norme volute da Matteo Salvini non fanno altro che aggravare i problemi.
Sarebbe ora di abolirle. Senza indugi.
(da TPI)
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Febbraio 19th, 2020 Riccardo Fucile
IL CAPOMISSIONE OIM IN LIBIA: “DI 600 DETENUTI NON SI SA PIU’ NULLA, SI TROVINO ALTERNATIVE DI SBARCO SICURO”
Quattro soccorsi in 48 ore, 385 migranti presi a bordo da due navi umanitarie mentre a Lampedusa continuano gli sbarchi autonomi e la guardia costiera libica riporta indietro altre centinaia di persone.
E l’Oim lancia un accorato appello alla comunità internazionale: “Si trovino alternative e meccanismi di sbarco sicuri per i migranti soccorsi in mare e che sono in fuga dalla Libia”
Almeno 200 migranti sono stati riportati a Tripoli poche ore dopo che il porto della capitale libica venisse bombardato. “La Libia non può aspettare”, afferma Federico Soda, Capo Missione per l’OIM in Libia. “E’ il momento di mettere in atto azioni concrete per assicurarsi che le persone soccorse in mare siano fatte sbarcare in porti sicuri e che il sistema di detenzione arbitrario venga terminato. A dieci mesi dall’inizio del conflitto, in Libia la situazione umanitaria continua a peggiorare. Oltre 2.000 migranti sono ancora detenuti in condizioni drammatiche, e gli operatori umanitari hanno sempre più difficoltà pratiche nel fornir loro assistenza. Nelle prime due settimane di gennaio circa 1.000 migranti sono stati riportati in Libia e 600 di loro sono stati trasferiti in una struttura controllata dal ministero dell’Interno libico. Di questi migranti non si ha più notizia. Le Nazioni Unite continuano a documentare abusi, torture, sparizioni e condizioni spaventose nei centri di detenzioni libici. È inaccettabile che l’attuale sistema di detenzione sia ancora vigente, nonostante i ripetuti appelli al suo smantellamento e a favore dell’apertura di soluzioni alternative che possano garantire almeno un minimo livello di sicurezza”.
Dopo i due soccorsi operati ieri, la Ocean Viking di Msf e Sos Mediterranèe ha preso a bordo nel primo pomeriggio altre 92 persone, tra cui diverse donne e bambini ( due gemelli di sette mesi e un bimbo di un anno) che erano su un gommone ormai sgonfio vicino ad una piattaforma petrolifera nel golfo di Sabratha.
Adesso sono 166 i migranti sulla nave umanitaria che non ha ancora chiesto l’assegnazione di un porto sicuro.
E in 121 sono stati invece recuperati dalla Sea Watch 3. Erano a bordo di un gommone in difficoltà che imbarcava acqua, a circa 24 miglia dalla Libia. Il centralino Alarm phone aveva raccolto il loro Sos e avvisato le autorità competenti.
Se dovessero chiedere e ottenere un porto dall’Italia, allo sbarco – così come già avvenuto la scorsa settimana a Messina – i migranti verranno tutti sottoposti ai protocolli per il coronavirus, a differenza di quelli che riescono ad arrivare alla spicciolata a Lampedusa o sulle coste siciliane con i barchini fantasma.
(da agenzie)
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Febbraio 19th, 2020 Riccardo Fucile
LE ANTICIPAZIONI SULLA INTERVISTA GIA’ REGISTRATA DEL MICRON DI PONTASSIEVE
Matteo Renzi a Porta a Porta per registrare alle ore 18. Si accomoda sulla poltrona di Bruno Vespa e inizia a raccontare la sua strategia per dettare l’agenda, imprimere la sua svolta all’esecutivo e mantenere in piedi la legislatura fino a nuovo ordine, ovvero fino a quando i sondaggi per Italia Viva saranno migliori.
Ed eccoli, quindi, i punti tanto attesi che porteranno il premier Giuseppe Conte a una riflessione.
Il primo, innanzitutto. Matteo Renzi vorrebbe presentare la mozione di sfiducia ad Alfonso Bonafede. Il ministro della Giustizia che ha bloccato la prescrizione dopo il processo di primo grado non può, secondo il leader di Italia Viva, continuare a essere il guardasigilli dell’esecutivo. Pertanto, Italia Viva andrà avanti nel suo proposito e presenterà la mozione di sfiducia individuale.
Questo, quindi, il primo sasso scagliato da Matteo Renzi.
Poi, arriva la proposta di pace. Che però ha sempre l’aspetto di un ultimatum. Un serio piano di crescita aperto e allargato a tutte le forze politiche, in modo tale da rendere Italia Viva protagonista di questa fase di governo, nonostante il numero esiguo di deputati e senatori a disposizione.
In più, ci sarebbe la proposta di votare insieme la proposta di riforma costituzionale per l’elezione diretta del presidente del Consiglio o, in alternativa, del Capo dello Stato. Una proposta che, com’è noto, è molto gradita alla destra e che, quindi, incontrerebbe il favore anche della Lega, di Forza Italia e di Fratelli d’Italia.
Il tutto per allungare i tempi di questa legislatura e rinviare il voto.
Saranno queste le carte in tavola all’ordine del giorno dell’agenda politica nei prossimi giorni. Si aspetta la risposta del presidente del Consiglio Giuseppe Conte che dovrà decidere il da farsi.
(da agenzie)
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Febbraio 19th, 2020 Riccardo Fucile
LE PROVE PER UN CENTRODESTRA ALLARGATO A RENZI
La mossa del cavallo è pronta: Matteo Renzi vuole proporre un patto per le regionali a Matteo
Salvini e Mara Carfagna (con Forza Italia e Fratelli d’Italia) in Campania per sostenere la candidatura del magistrato Raffaele Cantone alla presidenza.
Cambia lo scenario, dopo la doppia investitura (Sergio Costa per il M5S, Vincenzo De Luca per il Pd).
I destini di Renzi e del governo Conte sembrano ormai imboccare strade parallele.
Anche in Veneto, Liguria e Marche, i renziani non vogliono andare in coalizione con il Pd. Ma la vera partita si gioca in Campania: Italia Viva ha già bocciato la riconferma di De Luca. E non appoggerebbe mai un ministro (Sergio Costa) dei Cinque stelle.
Ecco, dunque, che si apre una trattativa clamorosa con Salvini. Il centrodestra litiga sui nomi: Forza Italia punta su Stefano Caldoro.
La Lega ha due nomi sul tavolo: Genny Sangiuliano o Aurelio Tommasetti. Sul nome di Cantone ci sarebbe stato già l’ok di Mara Carfagna. Cantone per un nuovo centrodestra allargato a Italia Viva. Insomma, le prove generali per la coalizione del futuro.
(da Anteprima24)
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Febbraio 19th, 2020 Riccardo Fucile
UN NUOVO GRANDE CONTENITORE LIBERALE E CENTRISTA O PRIMO TASSELLO PER LA FORMAZIONE DI UN GOVERNISSIMO?
Prove di governissimo o di grande centro? L’appuntamento è per sabato 26 febbraio a Roma, nella sala delle statue (Centro congressi Rospigliosi).
Carlo Calenda, leader e fondatore del movimento Azione, raduna leader di centro-destra e centro-sinistra per lanciare una grande alleanza riformista-liberale e popolare.
Hanno risposto all’invito dell’ex ministro dello Sviluppo economico Maria Elena Boschi (Italia Viva), Mara Carfagna (Voce Libera-Forza Italia), Emma Bonino (Più Europa), Carlo Cottarelli (Voce Libera).
E’ il primo passo per la nascita di un grande contenitore liberale e centrista, smarcato da Salvini e Conte.
Ma anche il primo tassello per la formazione di un governissimo.
(da Anteprima24)
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Febbraio 19th, 2020 Riccardo Fucile
“SARA’ LA PROSSIMA, PENSO DI SI'”: L’ANNUNCIO DEL NEO-SENATORE RENZIANO A “UN GIORNO DA PECORA”
Nei mesi scorsi era stata lanciata la provocazione, a mo’ di scherzo, di un nuovo partito nato dalla
crasi tra due realtà parlamentari già esistenti: Forza Italia Viva.
E a strizzare l’occhio al movimento creato da Matteo Renzi, dopo la scissione con il Partito Democratico, era stata proprio Mara Carfagna.
Poi le strade sono proseguite su due binari paralleli che si incontrano solo all’infinito. E quel punto indefinito, ora, potrebbe essere arrivato.
A farlo intendere è stato il neo-senatore ‘vivace’ Tommaso Cerno.
Ai microfoni di Un Giorno da Pecora, la trasmissione in onda su Rai Radio 1 condotta da Geppi Cucciari e Giorgio Lauro, il nuovo parlamentare del partito di Renzi ha parlato dei piani futuri di Italia Viva, compresi eventuali ingressi in corsa di altri deputati o senatori. Parlando di Mara Carfagna, ha aperto le porte a una possibilità che ora — visto lo stato dell’arte della maggioranza (sempre meno maggioranza) — potrebbe diventare una realtà .
«Sarà la prossima, penso di sì», si è lasciato sfuggire Tommaso Cerno rispondendo a una domanda proprio sulla vecchia battuta fatta da Mara Carfagna su ‘Forza Italia Viva’.
E non c’è solo l’apertura alla vicepresidente della camera dei deputati. Come spiegato dall’ex senatore del Partito Democratico, infatti, è in cantiere una sorta di gruppo unico in Parlamento che comprenderà anche alcuni parlamentari provenienti da Forza Italia.
Qualora fosse reale questa intenzione, il partito di Renzi acquisirebbe, tutto d’un tratto, un peso specifico clamoroso all’interno di quella che era la maggioranza di governo.
A quel punto, con numeri ben diversi rispetto ai piani iniziali, Italia Viva diventerebbe una forza in grado di decidere le sorti di questo Esecutivo.
(da Anteprima24)
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Febbraio 19th, 2020 Riccardo Fucile
SPINTONI, INSULTI E MINACCE: DIRIGENTE LEGA BLOCCATO DOPO AVER FORZATO SERVIZIO D’ORDINE
Ci sono stati anche momenti di tensione all’interno del teatro Augusteo, dove si è tenuta la manifestazione della Lega.
Dario Renzullo, figlio di Claudio Renzullo, dirigente di Alleanza Nazionale, ha forzato il blocco del servizio d’ordine che ormai aveva impedito l’accesso visto il tutto esaurito.
Dopo una prima colluttazione, l’ex Casapound ha iniziato a minacciare i membri del servizio d’ordine, per poi prendersela con un operatore, il quale si è sentito dire anche “Tu ti salvi solo perchè sei disabile”.
Soltanto l’intervento della Digos è riuscito a placare gli animi ed a identificare Renzullo.
(da Anteprima24)
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Febbraio 19th, 2020 Riccardo Fucile
“PER LUI L’IMPORTANTE E’ DIVENTARE RE CON QUALCHE VALLETTO CHE LO AIUTA”
Ospite di Giovanni Floris a Di Martedì, Eugenio Scalfari ha parlato — confrontandosi anche con il
direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio — della situazione politica attuale in Italia.
E Scalfari su Renzi è stato ancor più pesante.
«Matteo Renzi andrebbe a qualunque colore pur di essere il numero uno — ha detto Eugenio Scalfari rispondendo alla domanda di Giovanni Floris sulla definizione politica (destra o sinistra) del leader di Italia Viva-. E infatti, non a caso, lui fa l’occhiolino a Salvini. Gli dice che, tutto sommato, lui per bilanciarsi sta molto a sinistra e all’estrema destra. È disposto a tutto, l’importante è diventare re».
Dopo questa dichiarazione, anche Marco Travaglio ha preso la palla al balzo sottolineando la posizione ambigua di Matteo Renzi, paragonandolo al Jep Gambardella de ‘La Grande Bellezza’ il cui obiettivo, come afferma nel film di Sorrentino, era quello di organizzare le feste (cioè l’alleanza di governo tra Pd e Movimento 5 Stelle) per farle fallire.
Insomma, non solo Scalfari su Renzi è andato giù pesante con le parole. E, in un altro passaggio c’è stato anche il riferimento al Papa, personaggio ritenuto più interessante.
«Adesso il personaggio che più mi interessa è Papa Francesco — ha proseguito Eugenio Scalfari -. Io mi occupo del Papa, sono molto amico del Papa. Io questo problema del Papa che io chiamo un rivoluzionario e non un mistico, a me sembra talmente fondamentale che debbo dire che di Renzi me ne frego».
“A cosa punta Renzi? Ha puntato sempre ad una cosa, non ha alternative: vuole essere il re con qualche valletto che lo aiuta. Quando era ai massimi, comandava lui e nessun altro. Se si affrontano le elezioni non conta niente”
(da agenzie)
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Febbraio 19th, 2020 Riccardo Fucile
LA LEZIONE DI UN RAGAZZINO A UN FOGNA DI ADULTI: “SONO QUESTI I VALORI CHE VOLETE TRASMETTERCI? VERGOGNATEVI”
Diego Pablo Hernà¡ndez ha solo 11 anni, ma non ci ha pensato due volte a difendere l’arbitro della sua gara dagli insulti maschilisti che arrivavano dagli spalti.
Sabato 8 febbraio il piccolo eroe, portiere dell’Aviles Stadium, squadra di calcio giovanile delle Asturie, in Spagna, nella partita di campionato contro il Deportivo Valdes, ha deciso di interrompere il match dopo che da delle famiglie erano arrivati pesanti insulti all’arbitro di 19 anni, Ana Lopez.
«Stai zitto e lascia stare l’arbitro», ha urlato Hernandez ai tifosi dopo aver fermato il gioco. «Stop! Stop!»-, ha continuato a gridare il piccolo portiere dando ai genitori dei ragazzi in campo una grande lezione: «Non vedi che piange?». Il ragazzo si è poi avvicinato alla ragazza chiaramente turbata: «Stai andando bene».
Due settimane dopo Ana Lopez e Diego Pablo Hernandez hanno potuto incontrarsi fuori dal campo.
L’11enne ha confortato nuovamente la ragazza: «Mi dispiaceva che tu piangessi e penso che la situazione sia stata ingiusta. Sono i genitori che devono trasmettere altri valori».
«Sei un esempio per la società », ha detto poi la ragazza al piccolo “eroe”: «Grazie mille per tutto».
(da agenzie)
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