Febbraio 25th, 2020 Riccardo Fucile UTILIZZO A FINI PRIVATI DELL’AUTO DI SERVIZIO… E’ QUELLO CHE SI INGINOCCHIAVA A SALVINI E GLI BACIAVA LA MANO
Sarà giudicato per l’accusa di peculato, l’attuale sindaco di Biella Claudio Corradino. La prima
udienza è in calendario il 19 novembre prossimo.
Il reato contestato per l’utilizzo dell’auto di servizio per motivi privati sia quando era sindaco di un altro comune biellese, Cossato (dal 2000) e sia da primo cittadino di Biella dal 2019.
La vettura era stata infatti fotografata in più occasioni davanti a casa sua.
Sette sono gli episodi che gli sarebbero contestati nella denuncia presentata dall’ex consigliere comunale di Cossato Stefano Revello, e dell’ex presidente del Cissabo (Consorzio intercomunale dei servizi socio assistenziali del Biellese orientale) Roberto Tomat.
(da agenzie)
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Febbraio 25th, 2020 Riccardo Fucile CON UNA DIFFERENZA: ALTRI PAESI CHIUDONO TEMPORANEAMENTE LE FRONTIERE (COME ABBIAMO FATTO GIUSTAMENTE NOI CON LA CINA) PER UNA EMERGENZA SANITARIA, NON PER DISCRIMINAZIONI XENOFOBE SULLA BASE DELLA RAZZA
“Ci sono paesi in Europa che dovrebbero rivedere la loro appartenenza a questa Unione dopo la
discriminazione nei nostri confronti”, ha detto il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana.
Fontana che si indigna perchè ci sono Stati esteri che stanno valutando misure di contenimento del coronavirus nei confronti di uno dei focolai del virus, ovvero il Nord Italia?
E quale sarebbe lo scandalo?
Non abbiamo forse azzerato i voli con la Cina, noi per primi?
Forse che altri Paesi non avrebbero il diritto di fare altrettanto?
A parte che in Europa ad oggi solo Romania, Bulgaria e qualche Paese balcanico hanno adottato la linea dura, è di questi minuti che si stanno aggiungendo altri Stati come Girodania, Iraq, Mauritius, Seycelles e (forse) Australia.
Discriminazione? Trattamento da profughi? Ma chi parla non si vergogna?
Fa parte di un movimento che semina odio, discriminazione e xenofobia, con un segratario presto sotto processo per sequestro di persona plurimo aggravato e pensa di dare lezioni al prossimo?
Che pensi a dotare di protezione i sanitari in Lombardia e a far funzionare la Sanità lombarda senza appaltarla ai privati, invece che accusare gli altri.
Nessuno discrimina gli italiani in quanto popolo, razza o etnia.
E se qualcuno si sente politicamente con l’acqua alla gola per le polemiche, vorrà dire che per una volta proverà la sensazione che hanno provato tanti disperati in mare, discriminati loro sì realmente, da politici senza scrupoli.
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Febbraio 25th, 2020 Riccardo Fucile ESEGUITI GIA’ 100 TAMPONI, TUTTI NEGATIVI… ORA SI PROCEDA ALLA DENUNCIA DI TUTTI COLORO CHE AVEVANO DIFFUSO NOTIZIE FALSE
Sono stati effettuati fino a ieri oltre 100 tamponi per identificare il coronavirus sui 274 migranti sbarcati dalla Open Arms e tuttora in quarantena all’interno dell’hot spot.
Stessa misura per l’equipaggio della nave in rada.
I primi risultati sono tutti negativi, non vi erano peraltro contatti con casi sospetti e nessun rientro da zone di accertato contagio.
I primi ad essere sottoposti al test sono stati tre migranti ricoverati all’ospedale di Modica per lievi patologie di altro genere e i test sono stati rassicuranti, esclusa ogni forma di coronavirus.
Tutti i migranti ospiti dell’hot spot non presentano alcun stato febbrile.
Medici senza frontiere in un comunicato sottolinea: “il coronavirus non deve essere usato come pretesto per impedire a Ocean Viking di riprendere l’opera di soccorso e salvataggio in mare”
(da Ragusaoggi)
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Febbraio 25th, 2020 Riccardo Fucile SI PRESENTA IN CONSIGLIO COMUNALE A GENOVA CON LA MASCHERA ANTI-INFORTUNISTICA CHE NON SERVE A UNA MAZZA AI FINI CORONAVIRUS… IRONIA SUI SOCIAL
In Liguria, una delle regioni del Nord che si è fermata per l’emergenza Codvid19, al momento non
sono stati riscontrati casi di positività al virus.
A Genova, però, la psicosi è arrivata a contagiare fin dentro il Consiglio comunale, dove da ieri prosegue la discussione del bilancio annuale dell’amministrazione.
Alberto Campanella, consigliere di Fratelli d’Italia, si è presentato sui banchi dell’aula con indosso una vistosa maschera anti-infortunistica, di quelle normalmente utilizzate in cantiere, scatenando ironia nella sala consiliare della discussione (per l’occasione a porte chiuse) come sui social network.
“Non dovrebbero essere proprio le istituzioni a dare il buon esempio?”, si chiedono sulle piattaforme social in tanti. “Il bello è che l’invito a non cadere in allarmismi ingiustificati arriva proprio da Comune e Regione”, si legge su Facebook, dove l’immagine del consigliere mascherato è stata condivisa e commentata da centinaia di utenti.
Non solo: il tipo di maschera indossata in Consiglio — secondo le indicazioni del ministero della Salute — non risponde dei requisiti utili a prevenire il contatto con virus o batteri.
(da agenzie)
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Febbraio 25th, 2020 Riccardo Fucile ECCO COSA HA REALMENTE VISTO QUEL GIORNO UN GIORNALISTA INDIPENDENTE DI OPEN … LA TESTIMONIANZA DA’ RAGIONE A CONTE
«C’è stata una gestione a livello di una struttura ospedaliera non del tutto propria, secondo i protocolli prudenti che si raccomandano in questi casi, e questo sicuramente ha contribuito alla diffusione. Ma al di là di questo continuiamo con la massima cautela e massimo rigore».
A dirlo è stato ieri, 24 febbraio, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, riferendosi con ogni probabilità al Civico ospedale di Codogno. È in quella struttura che è stato ricoverato, nella notte tra giovedì 20 e venerdì 21 febbraio, il primo paziente positivo al coronavirus a essere stato contagiato in Italia.
Il 38enne, uno sportivo in ottima salute del Lodigiano, è finito in terapia intensiva «in condizioni gravissime», mi ha spiegato il direttore sanitario Vincenzo Filippini.
Per parlarci, la mattina del 21 febbraio, ho attraversato in libertà diverse aree dell’ospedale.
Arrivato alle 8.50 davanti ai cancelli del pronto soccorso, non ho trovato nessuno a dare indicazioni, tantomeno erano presenti dei cartelli a segnalare la chiusura del pronto soccorso — saranno affissi due ore dopo, verso le 11.00.
Le tendine degli sportelli per l’accettazione erano abbassate: dietro, il personale era visibilmente preoccupato. Alcuni di loro non indossavano la mascherina.
In segreteria mi hanno detto che, per qualsiasi informazioni, avrei dovuto rivolgermi al direttore sanitario. Il suo ufficio si trovava al secondo piano dell’edificio.
Nel frattempo, seppure alla spicciolata, le persone continuavano ad arrivare al pronto soccorso, bussavano sui vetri degli sportelli apparentemente chiusi per ricevere risposte e si muovevano senza protezioni per il viso e per il corpo.
Le mascherine
Ho sentito due medici discutere di una sorta di protesta partita da un reparto: i pazienti lamentavano che non erano state consegnate le mascherine, mentre il personale sanitario girava con il dispositivo.
«Solo in un secondo momento — ha detto un medico a un suo collega, abbassando la mascherina per farsi comprendere più facilmente -, hanno iniziato a distribuire le mascherine anche ai pazienti».
All’ufficio relazioni col pubblico del pronto soccorso è stato allestito un centro di smistamento di mascherine e tute di plastica per il personale.
Non le consegnavano, però, ai giornalisti e alle persone che arrivavano al pronto soccorso, ufficialmente chiuso, di fatto accessibile a tutti.
Per parlare con il direttore sanitario, è stato sufficiente arrivare al secondo piano dell’ospedale, passando per il reparto di pneumologia al primo.
Nessuno fermava nessuno, chiunque poteva raggiungere stanze, uffici, aree d’attesa.
Le telefonate ai colleghi per invitarli alla quarantena
Che la situazione non fosse totalmente sotto controllo l’ho capito verso le 10.00: allora sono iniziate le telefonate ai dipendenti entrati in contatto, senza protezioni, con il paziente di 38 anni: gli veniva chiesto di restare a casa e non presentarsi al lavoro. «Tutti quelli che sono stati a stretto contatto con il paziente positivo al coronavirus devono restare a casa 14 giorni con la mascherina. Anche gli operatori dell’ospedale che hanno incrociato il paziente ieri non dovranno venire a lavoro per due settimane. Misuratevi la febbre due volte al giorno», ordinava il direttore sanitario.
Lo stesso personale dell’ospedale non sapeva come muoversi: in molti erano barricati nei propri uffici aspettando le mascherine. «Dovete andare voi a prenderle all’urp», diceva qualcuno.
Non mancavano gli sprovveduti che uscivano dalle varie stanze, interagivano con altre persone senza mascherine e si raccoglievano in gruppetti lungo i vari corridoi per discutere senza osservare la distanza di sicurezza. Medici, infermieri, persone comuni.
Spuntano gli avvisi sulla chiusura del pronto soccorso
Quando hanno cominciato a diffondersi le notizie che i contagiati potevano essere più di uno, la superficialità di molti nell’abbassarsi la mascherina per facilitare la conversazione è sparita.
I medici e il personale hanno limitato l’interazione con le persone che chiedevano informazioni o mascherine e, intorno alle 11.00, hanno cominciato a tappezzare la struttura di fogli A4 con su scritto “Pronto soccorso chiuso“.
Aumentava l’ansia dei dipendenti che domandavano ad altri: «Dobbiamo restare qui o tornare a casa?». Intanto potevo ancora girare liberamente per diverse aree dell’ospedale, senza che i vari ambienti fossero stati sanificati: solo alle 12.00 i dipendenti della Work in Progress Bio-Medical termineranno la consegna dei macchinari in grado di sanificare le aree dell’ospedale con l’atomizzazione del perossido
La situazione, alle 13.00, è diventata più seria e quasi nessuno si è preso la licenza di abbassare la mascherina per parlare con qualcuno. Solo allora mi sono arrivati gli inviti ad allontanarmi dall’androne del pronto soccorso.
A fine giornata, saranno cinque i membri del personale sanitario dell’ospedale di Codogno risultati positivi al coronavirus.
«Proprio perchè sappiamo che la situazione all’ospedale di Codogno non era perfettamente sotto controllo, la inseriamo nella lista delle persone con sospetto di positività al Coronavirus, la mettiamo nel database per il controllo con il tampone e le raccomandiamo di restare in casa per 14 giorni», mi ha detto un medico dell’area emergenza sanitaria del 112.
Oggi, dopo essere stato il 21 febbraio all’ospedale di Codogno, sto passando il quarto giorno in quarantena.
(da Open)
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Febbraio 25th, 2020 Riccardo Fucile MA CONTE HA LA PROVA DELLE TELEFONATE FATTE AI NUMERI GIUSTI
“Il presidente del Consiglio, se volesse chiamare un senatore, avrebbe la facoltà di farlo. Basta che
telefoni, o mandi un wathsapp, al numero giusto…”: Matteo Salvini continua con la storia della telefonata di Giuseppe Conte sostenendo di non averla ricevuta.
Il presidente del Consiglio ieri ha raccontato che ha cercato di comunicare sia su Whatsapp che al telefono con il Capitano che però non ha mai risposto: “Non vorrei essere costretto, visto che ci sono ragioni di privacy, a rivelare il Whatsapp che ho mandato e a far vedere più telefonate senza nessuna risposta ricevuta. Chi è a capo dell’opposizione ha l’obbligo di non speculare e di non dire sciocchezze. Ci sarà un tavolo con l’opposizione perchè noi siamo in piena trasparenza, lui potrà partecipare e informarsi. Nel frattempo dovrebbe astenersi dallo speculare”.
Ieri anche un sondaggio ha incoronato Salvini sciacallo del coronavirus: a dispetto della netta maggioranza di cui dispone il centrodestra nei sondaggi, la maggior parte del campione ha detto che sì, Salvini sta speculando.
Ma lui continua con la sceneggiata anche oggi: — “Mi premurerò di comunicare al premier queste che sono le proposte della Lega” per affrontare l’emergenza coronavirus “previa telefonata”.E aggiunge: “Per sentirci basta chiamare il numero giusto”.
(da “NextQuotidiano”)
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Febbraio 25th, 2020 Riccardo Fucile RICCIARDI: “RIDIMENSIONARE L’ALLARME, IL 97% DELLE PERSONE GUARISCE”
Primo caso di tampone positivo per coronavirus in Toscana, a Firenze e un caso a Pistoia. E arriva anche il primo caso in Liguria, ad Alassio.
Il fiorentino è un imprenditore di 63 anni che ha aziende in Oriente. L’uomo ieri pomeriggio si è presentato all’ospedale di Santa Maria Nuova, nel centro cittadino.
Nella notte il tampone ha rivelato la presenza del coronavirus Covid -19. Il paziente è stato trasferito nel reparto malattie infettive dell’ospedale di Santa Maria Annunziata a Ponte a Niccheri e gli ambienti del Pronto soccorso di Santa Maria Nuova sono stati sanificati.
L’ultimo bilancio in Italia parla di 288 contagiati e sette morti, tutti anziani già indeboliti da altre patologie.
A metà mattinata sono già 212 i casi in Lombardia, 42 in Veneto, 23 in Emilia Romagna, due in Toscana, tre nel Lazio, tre in Piemonte. Intanto la ministra dell’istruzione Azzolina dice in un tweet di attenersi solo alle fonti ufficiali sulla chiusura delle scuole. I
L’imprenditore di Firenze sarebbe rientrato dall’Oriente ai primi di gennaio e si sta cercando di capire se possa essere stato contagiato in Italia da un suo dipendente che stava male alcune settimane fa. La persona contagiata a Pistoia invece, un informatico di 49 anni già in isolamento volontario, sarebbe appena tornata da Codogno. Ieri, in seguito a un picco febbrile, ha contattato i servizi sanitar
E’ risultata positiva al coronavirus anche la turista di Bergamo in vacanza a Palermo che ieri sera è stata ricoverata nell’ospedale Cervello per i controlli dopo aver mostrato sintomi influenzali. E’ stata disposta la quarantena per il gruppo di amici della donna e per le persone che sono state a stretto contatto coi turisti. Questo è il primo caso di coronavirus accertato nel Sud Italia.
“Il campione esaminato al Policlinico di Palermo – ha spiegato il governatore Nello Musumeci – verrà immediatamente inviato allo Spallanzani per ulteriori verifiche. La signora, che è stata posta in isolamento al reparto di malattie infettive dell’Ospedale Cervello, è pienamente cosciente e mi è stato riferito che non presenta particolari condizioni di malessere. Ringrazio tutti gli operatori perchè la macchina sanitaria regionale si è mossa con prontezza ed ha dimostrato di essere pienamente allertata. Al termine degli accertamenti daremo tutte le informazioni necessarie”.
Ricciardi: “Ridimensionare l’allarme: il 95 per cento guarisce”
“Dobbiamo ridimensionare questo grande allarme, che è giusto, da non sottovalutare, ma la malattia va posta nei giusti termini: su 100 persone malate, 80 guariscono spontaneamente, 15 hanno problemi seri ma gestibili in ambiente sanitario, il 5% è gravissimo, di cui il 3% (RPT: 3%) muore. Peraltro sapete che tutte le persone decedute avevano già delle condizioni gravi di salute”.
(da agenzie)
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Febbraio 25th, 2020 Riccardo Fucile PERSINO SU QUARTA REPUBBLICA E SU RETEQUATTRO, IL SONDAGGIO MANNHEIMER NON PUO’ NASCONDERE LA VERITA’… PERCHE’ NON VA IN CINA A DIRE LE STESSE COSE?
Persino a Quarta Repubblica e su Mediaset Matteo Salvini viene definito “sciacallo”. Secondo il
sondaggi di Renato Mannheimer per la trasmissione di Rete 4, e a dispetto dei risultati sulle preferenze ai partiti, la maggioranza degli italiani (il 45% contro il 44%) dice che Salvini ha speculato sul Coronavirus.
Vista la percentuale molto alta normalmente accreditata alla Lega nei sondaggi, che la maggioranza degli italiani consultati dal campione lo consideri uno sciacallo vuol dire che è evidente che lo sia (o che addirittura qualche leghista se ne è accorto ma lo vota lo stesso).
Va anche ricordato che mentre Salvini si lamenta dell’arrivo di 274 persone a Pozzallo che metterebbero a repentaglio la sicurezza sanitaria del Paese la Lega ha organizzato l’altroieri sera una cena da 1.500 persone a Genova cui hanno partecipato oltre all’ex ministro dell’Interno anche Edoardo Rixi e diversi imprenditori e amministratori delegati di importanti aziende.
In una situazione in cui in tutto il Nord Italia i Presidenti di regione hanno iniziato ad emanare decreti per chiudere scuole, palestre e vengono sospese le manifestazioni pubbliche per limitare al più possibile la diffusione del contagio (che si trasmette grazie a contatti ravvicinati, non con gli sbarchi) quella della Lega sembra una decisione controcorrente (qualcuno potrebbe dire incosciente?).
Sarà forse per via che la cena non l’ha organizzata il Governo quindi va tutto bene.
(da “NextQuotidiano”)
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Febbraio 25th, 2020 Riccardo Fucile MAXI OPERAZIONE CONTRO IL CLAN ALVARO, 65 ARRESTI… E’ IL SESTO ESPONENTE DEL PARTITO DELLA MELONI NEI GUAI PER REATI DI MAFIA
Gravitano nell’orbita di clan che ha scritto di proprio pugno la storia della ‘ndrangheta e dall’Australia alla Calabria, passando per la Lombardia, si è dimostrato in grado di dominare la vita economica e politica di intere comunità .
Ma soprattutto di mettere a libro paga politici e rappresentanti istituzionali, fra cui il neoeletto consigliere regionale di Fratelli d’Italia Domenico Creazzo, sindaco di Sant’Eufemia e vicepresidente del parco dell’Aspromonte, finito ai domiciliari anche per gli spasmodici tentativi di ramazzare preferenze per le regionali del mese scorso e un parlamentare per il quale è stata presentata richiesta di autorizzazione a procedere.
Si tratta del senatore di Forza Italia Marco Siclari. Insieme a Creazzo e Siclari, travolti dall’inchiesta anche diversi politici locali, arrestati in qualità di esponenti del clan.
In totale sono sessantacinque fra capi, gregari e uomini a disposizione del clan Alvaro, le persone arrestate questa mattina all’alba dagli agenti della Squadra Mobile di Reggio Calabria e del commissariato di Palmi.
Su richiesta della procura antimafia guidata da Giovanni Bombardieri e per ordine del Tribunale in 53 sono finiti in carcere e 12 ai domiciliari, accusati a vario titolo di associazione mafiosa, diversi reati in materia di armi e di sostanze stupefacenti, estorsioni, favoreggiamento reale, violenza privata, violazioni in materia elettorale, aggravati dal ricorso al metodo mafioso e dalla finalità di aver agevolato la ‘ndrangheta, nonchè di scambio elettorale politico mafioso.
I POLITICI COINVOLTI
È quest’ultima l’accusa contestata al neoconsigliere Domenico Creazzo, che per essere certo dell’elezione in assemblea regionale si è rivolto ai clan, prima tramite il fratello Antonino, in contatto diretto con figure apicali degli Alvaro, poi direttamente, con il preciso intento di sbaragliare gli avversari politici e strappare un ruolo in Giunta.
Ma fra gli arrestati ci sono anche il vicesindaco di Sant’Eufemia, Cosimo Idà , in manette come elemento di vertice del clan, il Presidente del Consiglio Comunale Angelo Alati, considerato il “mastro di giornata” della cosca, il Responsabile dell’Ufficio Tecnico ingegnere Domenico Luppino, referente per gli appalti pubblici del Comune e Domenico “Dominique” Forgione, consigliere comunale di minoranza, che aveva il compito di monitorare appalti e lavori per consentire l’infiltrazione da parte delle imprese riconducibili alla cosca eufemiese.
BOSS IN MANETTE
In manette sono finiti anche capi storici del clan, luogotenenti e giovani leve che condizionavano totalmente la vita di Sant’Eufemia e di tutto il comprensorio aspromontano. Fra loro ci sono Domenico “Micu” Alvaro (cl.77), Salvatore “Turi Pajeco” Alvaro, Cosimo “Spagnoletta” Cannizzaro (cl.44), l’imprenditore Domenico “Rocchellina” Laurendi e Francesco Cannizzaro alias “Cannedda” (cl. 1930) uno dei patriarchi della ‘ndrangheta, fra i partecipanti allo storico summit di Montalto del 1969 che ha sancito l’unitarietà della ‘ndrangheta. Nuove accuse hanno raggiunto in carcere anche il boss Cosimo Alvaro “Pelliccia”, già detenuto per altra causa.
AFFARI E RAPPORTI DALLA CALABRIA ALL’AUSTRALIA
Tutti rivestivano un ruolo di peso nella cosca di Sant’Eufemia d’Aspromonte. Un clan feroce, aggressivo, ramificato, in grado di imporre estorsioni a tappeto, assunzioni di maestranze e acquisti di forniture agli imprenditori impegnati nei lavori pubblici in paese e nelle zone limitrofe, come di gestire un giro assai ben strutturato di traffico e spaccio di cocaina e marijuana.
Considerato parte dell’èlite della ‘ndrangheta reggina, il clan era chiamato a decidere anche le sorti delle propaggini di ‘ndrangheta delle famiglie da tempo radicate in Australia. Nel corso delle indagini, più di un esponente di vertice del clan degli Alvaroè stato monitorato nei suoi viaggi, sollecitati dall’estero per dirimere controversie.
Ma il clan era attivo anche in Lombardia, soprattutto nel pavese, dove gli Alvaro sono storicamente radicati, e nelle Marche, dove con un’operazione collegata tre professionisti marchigiani e un imprenditore calabrese, Domenico Laurendi sono stati fermati per i reati di riciclaggio e autoriciclaggio commessi con l’aggravante mafiosa. Arresti e perquisizioni sono in corso nella provincia di Reggio Calabria, Milano, Bergamo, Novara, Lodi, Pavia, Ancona, Pesaro Urbino e Perugia.
(da agenzie)
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