Febbraio 28th, 2020 Riccardo Fucile MA SALVINI NON DICEVA DI CHIUDERE I PORTI A LORO?
È un italiano rientrato da Milano il 25 febbraio il primo contagiato dal nuovo Coronavirus in Nigeria.
Lo ha annunciato il ministero della Salute nigeriano precisando che “il paziente è ricoverato in ospedale nello stato di Lagos condizioni stabili e non presenta sintomi preoccupanti”.
L’uomo “lavora in Nigeria”, precisa il comunicato del dicastero pubblicato su internet, e “viene trattato all’Ospedale malattie infettive di Yaba“, un quartiere di Lagos, la più grande città nigeriana.
“Abbiamo già cominciato a lavorare per identificare tutti i contatti del paziente da quando è entrato in Nigeria”, rivela il comunicato, il quale precisa che la sua positività al virus è stata confermata ieri dal laboratorio di virologia dell’Ospedale universitario di Lagos.
Alla luce dei fatti — come spesso succede — suonano ancora più ridicole le parole di Matteo Salvini che nei giorni scorsi gridava alla chiusura dei porti per evitare l’arrivo in Italia del Coronavirus, visto che dal focolaio lodigiano di Codogno il virus si è diffuso in tanti altri paesi.
(da agenzie)
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Febbraio 28th, 2020 Riccardo Fucile IL MESSAGGIO DA SPOT TURISTICO: “VENITE IN ITALIA”
Cambiare idea è legittimo. Anzi, un vecchio detto spiegava che solo gli stupidi non cambiano mai
idea. Le dure prese di posizione di Matteo Salvini dei giorni scorsi contro il governo, con video social in cui chiedeva (quasi gridando) la blindatura dei confini italiani, sono svanite come una bolla di sapone.
Soppiantante da una sorta di spot ‘turistico’, a mo’ di Pro Loco nazionale, in cui si invita il mondo intero a venire in Italia, perchè è il Paese più bello del mondo. Insomma, dopo l’allarmismo arriva la richiesta affannosa di turisti.
Un doppio volto, non di giolittiana memoria, nel breve volgere di cinque giorni. Partiamo dal 22 febbraio quando, in una diretta Facebook, Matteo Salvini disse: «Blindiamo, sigilliamo i nostri confini. È meglio controllare adesso che piangere dopo. Con chi se la prenderanno i fenomeni della sinistra, giornalisti compresi? Con Salvini? Con gli sciacalli? Con gli allarmisti? Con i fascioleghisti? Controllare chi entra e chi esce. Blindare, sigillare i confini».
Parole dure dopo le notizie che arrivavano da Codogno con i primi casi di contagio da Coronavirus e le prime vittime nella zona del Lodigiano. Poi, però, solo cinque giorni dopo la svolta con un video pubblicato sempre sui suoi canali social in cui fa uno spot turistico all’Italia, invitando i cittadini di tutto il Mondo a visitare le nostre meraviglie.
«Riaprire tutto quello che si può riaprire — dice Matteo Salvini in un filmato pubblicato alle 20.27 di giovedì 27 febbraio (cinque giorni dopo il precedente video) -. Riaprire e rilanciare le fabbriche, i negozi, i musei. Se facciamo due passi troviamo poca gente e tante mascherine. Ci sono imprenditori che voglio riaprire garantendo totale sicurezza a loro e ai loro dipendenti, però non si può fermare un intero Paese».
In politica vale tutto, anche cambiare idea e toni nel giro di cinque giorni. Ma i social hanno una memoria storica che non c’era un tempo e le contraddizioni vengono a galla. Nonostante le mascherine.
(da agenzie)
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Febbraio 28th, 2020 Riccardo Fucile HANNO MANDATO TUTTI IL CERTIFICATO DI MALATTIA
«Con che faccia ci guarderanno negli occhi quando ci rivedremo?», si chiedono Fabio, Giovanna e Dana riferendosi ai loro colleghi, in servizio dal 20 febbraio scorso
Si chiamano Fabio, Giovanna e Dana. Sono tre infermieri che lavorano nel reparto di Medicina dell’Ospedale di Codogno. E sono in servizio dal 20 febbraio scorso, da quando cioè è stato scoperto il contagio da coronavirus del cosiddetto “paziente uno”. Da allora nessuno si è presentato per dare loro il cambio turno.
I colleghi che avrebbero dovuto prendere servizio il 21 febbraio hanno mandato tutti il certificato di malattia.
A riportare la loro storia è il Corriere della Sera. I tre infermieri dormono in reparto qualche ora, staccano giusto per chiamare i loro cari a casa. Sempre secondo quanto riporta il quotidiano milanese, i colleghi che non hanno dato il cambio non sono in quarantena, ma si tratta di persone che non hanno lavorato durante i giorni in cui è arrivato il paziente zero.
E non sono mai entrati in contatto con i contagiati. A dare una mano a Fabio, Giovanna e Dana sono colleghi di altri reparti, in particolare quelli di Riabilitazione e colleghi del Pronto Soccorso ad alcuni dei quali, quelli risultati negativi, l’azienda ha persino chiesto di rientrare dalla quarantena. Ma è arrivata la Regione a fermare l’iniziativa.
«La condivisione avrebbe alleggerito fatica e paura e invece ci hanno abbandonato, proprio loro che conoscono Medicina e sanno cosa stiamo passando», dicono amareggiati. «Con che faccia ci guarderanno negli occhi quando ci rivedremo?», si chiedono.
(da agenzie)
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Febbraio 28th, 2020 Riccardo Fucile CALATE DEL 70% LE PRENOTAZIONI ALBERGHIERE, AUMENTO DEL 73% DOMENICA DEGLI ACQUISTI NEI SUPERMERCATI DEL NORD E DEL 112% DEI PARAFARMACI
L’ansia da coronavirus continua ad avere il suo impatto sull’economia italiana, in forme diverse. Il
settore turistico sta soffrendo particolarmente del panico da contagio. “Ho incontrato i rappresentanti del mondo del turismo, del cinema e dello spettacolo. Il più colpito è quello del turismo con un crollo delle prenotazioni nelle strutture alberghiere, fino al 70%, che colpisce anche aree distanti dalla zona rossa”, ha spiegato Dario Franceschini, ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, durante una conferenza stampa.
L’emblema dell’ansia da contagio è il fatto che le vendite degli ipermercati e dei supermercati al Nord stanno registrando un picco molto alto, in base ai dati Nielsen.
La scorsa domenica, i punti vendita hanno registrato un +73% complessivo, rispetto allo stesso giorno del 2019.
Secondo i dati, in Lombardia l’aumento è dell′87%, con punte ancora più alte nelle provincie: in quella di Lecco c’è stato un +109%, in quella di Bergamo 106%, Monza Brianza del 97% e Milano del 93%.
Per quanto riguarda i prodotti, l’incremento più significativo è quello del comparto parafarmaceutico (+112%).
Nonostante non si raggiungano i livelli lombardi, anche il Veneto ha registrato un incremento delle vendite da parte di iper e supermercati: +41,6%, con il picco più alto a Verona (+66%).
Le vendite della Grande Distribuzione Organizzata, durante la settimana che va da lunedì 17 a domenica 23 febbraio, si sono impennate rispetto alla stessa settimana del 2019, secondo i dati Nielsen: il trend è di +8,34% a valore a parità di negozi.
Il Nord Ovest traina la crescita, con un trend di +11,20% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Il Nord Est segue con un +9,66%. Il +6,06% del Sud e il +4,38% del Centro sono valori comunque molto positivi, ma contenuti rispetto alla corsa ai negozi avvenuta in Area 1 (Nord Ovest) e 2 (Nord Est).
Per sopperire alle difficoltà , il ministro ha annunciato delle misure a favore del settore turistico: “Metteremo nel decreto di questa sera le prime misure sulla dilazione dei pagamenti, stiamo discutendo con il ministero dell’economia delle misure specifiche sul settore del turismo, perchè è chiaro a tutti che sono stati toccati tutti i settori ma in cima c’è il settore del turismo che ha subito dei danni diretti.
Franceschini ha spiegato che “ci saranno tre fasi diverse: la prima, quella più immediata che è nel provvedimento di stasera (in consiglio dei ministri, ndr), sarà la dilazione dei pagamenti, la seconda fase saranno le misure strutturali di intervento e la terza sarà il rilancio dell’immagine del paese”.
(da “Huffingtonpost”)
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Febbraio 28th, 2020 Riccardo Fucile IL DISCORSO AL SEMINARIO DEL SINDACATO DI POLIZIA COISP QUATTRO GIORNI FA: “IN UN PAESE NORMALE CI AVREBBERO GIA’ PRESO A CALCI IN CULO”… “ANNUNCIAVA PROVVEDIMENTI MA NON LI REALIZZAVA”… ASSUNZIONI SOLO GRAZIE ALLA LAMORGESE
Il capo della polizia Franco Gabrielli in un video “rubato” e girato il 24 febbraio, quando è tra gli ospiti del IV seminario formativo per dirigenti sindacali organizzato dal Coisp all’hotel Massimo D’Azeglio di Roma va all’attacco di Matteo Salvini, suo ex ministro dell’Interno: Gabrielli parla della chiusura dei presidi della polizia stradale, che oggi è motivo scontro tra polizia e sindacati e sul quale si è schierato più volte Salvini, criticando il governo per la soppressione di una ventina di uffici della Polstrada tra cui il distaccamento di Casalecchio di Reno, entrato nella campagna elettorale in Emilia Romagna.
Nel video Gabrielli parla dei nove agenti di Casalecchio che hanno realizzato appena 20 multe in un anno. E stronca la linea leghista: “In un Paese normale ci avrebbero già preso a calci nel sedere”, citando espressamente Salvini e l’ex sottosegretario Nicola Molteni: La Lega al governo non ha chiuso gli uffici? “Beh: grazie, Graziella e…”, dice Gabrielli lasciando in sospeso il famoso detto.
E sulla richiesta di inviare più personale, aggiunge: “Ah sì? Tua sorella. O tuo cugino”. Il video è pubblicato dal Giornale.
Gabrielli sottolinea che Salvini annunciava provvedimenti che poi non realizzava mai.
Quando era capo della polizia Gabrielli aveva difeso Salvini sulle divise che il Capitano indossava, sostenendo che fossero un gesto d’affetto. Successivamente, dopo la crisi del Papeete, aveva invece cambiato idea attaccando l’ex ministro per le scenette con le divise. La Lega, che con Gabrielli ha un pessimo rapporto e ha tra le sue file anche Gianni Tonelli, ex SAP, aveva poi attaccato il capo della polizia.
(da “NextQuotidano”)
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Febbraio 28th, 2020 Riccardo Fucile COME MAI NON ESPRIME SOLIDARIETA’ AL GOVERNATORE CHE NON VUOLE “GLI UNTORIDEL NORD” COME AVEVA INVECE FATTO PER GLI “UNTORI DEI BARCONI”?
Un paio di giorni fa Matteo Salvini si è schierato a difesa di Nello Musumeci che aveva protestato
contro lo sbarco della nave Sea Watch a Messina perchè evidentemente il governatore della Sicilia non ha ancora capito che tenere gente su una nave non è una misura di quarantena ma un reato che si chiama sequestro di persona.
La parte divertente della questione è che il Capitano nel tweet diceva che l’Europa doveva “farsene carico”, innescando così una curiosa contraddizione logica: se il rischio è il Coronavirus, gli altri Stati ne sono immuni?
E poi perchè allora non ha stretto un patto con i suoi pari grado quando era ministro dell’Interno ma ha disertato le riunioni per fare campagna elettorale?
In ogni caso nel frattempo la situazione è peggiorata, perchè Musumeci ieri mattina mentre rivendicava l’inesistenza di focolai autoctoni nell’isola (i casi di Palermo e Catania vengono dal focolaio di Codogno) ha avuto la bella idea di mandare un messaggio penalizzante per l’economia dell’isola: «L’ho detto, e lo ripeto, i turisti provenienti dalle zone gialle farebbero meglio a rimandare di qualche settimana il loro arrivo in Sicilia».
«Il mio è un appello alla prudenza, nell’interesse di tutti», specifica il governatore.
E adesso Salvini che dirà ? Che ha ragione Musumeci sugli “untori” del Nord oppure starà zitto, come fa sempre quando qualcosa lo mette in difficoltà ?
(da “NextQuotidiano”)
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Febbraio 28th, 2020 Riccardo Fucile VUOLE METTERE IN PERICOLO I SUOI ELETTORI CHE INCONTRA OGNI GIORNO?… IL 24 FEBBRAIO LA RIUNIONE CON FONTANA E IL SUO STAFF
Il presidente della Mongolia, Khaltmaagiin Battulga, è in quarantena dopo essere rientrato da una visita di Stato in Cina dov’era stato ricevuto dal presidente cinese, Xi Jinping.
Si tratta del primo capo di Stato a essere soggetto alla misura contro la diffusione del nuovo coronavirus. A dare la notizia è l’agenzia ufficiale della Mongolia ripresa dai media internazionali.
E non si può certo biasimare Battulga che sta cercando di tutelare i suoi concittadini dal pericolo di diffusione del virus nel paese.
Così come è molto responsabile il comandante della polizia locale di Milano Marco Ciacci, che ha avuto avuto contatti nell’unità di crisi attivata a Palazzo Lombardia e dunque con la collaboratrice di Fontana e quindi si è messo in autoquarantena.
Anche Ciacci ha optato (senza dirlo via Facebook) per la stessa forma di isolamento annunciata dal presidente dopo il tampone che è risultato negativo: ovvero regolare lavoro in ufficio, spostamenti ridotti allo stretto necessario e massima cautela e limitazione dei contatti con altre persone.
Visto il comportamento così responsabile delle autorità sia dentro che fuori il paese, però, non si capisce perchè Matteo Salvini, che con la Lega e i suoi governatori è stato in prima linea e fin dal primo giorno a chiedere forme di tutela più forti nei confronti del Coronavirus, non si sia messo anche lui in autoquarantena volontaria: Il 24 febbraio infatti il leader della Lega si è incontrato al Pirellone con Fontana per fare il punto della situazione con i leghisti lombardi.
All’incontro hanno partecipato tra gli altri anche il consigliere reginale GianMarco Senna e l’onorevole Paolo Grimoldi.
La riunione era piuttosto affollata e non è dato di sapere se fosse presente anche la collaboratrice di Fontana risultata positiva al test per il coronavirus.
Dopo quell’incontro Salvini ha organizzato anche due incontri al Senato, uno il 25 febbraio e uno ieri.
Anche in caso di negatività dei tamponi però a quel punto sarebbero tutti costretti — Salvini in testa — a mettersi in quarantena volontaria per due settimane in modo da evitare di diffondere il contagio.
Per Salvini questo significa niente viaggi sui barconi (non vorremo certo rischiare di portare il coronavirus in Africa come fanno gli italiani vero?) ma anche niente comizi e incontri con cittadini ed elettori.
E invece il Capitano non ha ancora annunciato l’autoquarantena. E dovrebbe farlo al più presto. Non vorrà mettere in pericolo tutti i suoi elettori che incontra tutti i giorni, no?
(da “NextQuotidiano”)
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Febbraio 28th, 2020 Riccardo Fucile “SIA PERCHE’ CHI E’ ASINTOMATICO NON LA DEVE INDOSSARE, SIA PERCHE’ HA SOLO GENERATO ULTERIORE PAURA”
Walter Ricciardi dell’OMS, ora consigliere del ministero della Sanità sul Coronavirus, ieri a
Piazzapulita ha spiegato che la sceneggiata di Attilio Fontana con la mascherina è “totalmente inappropriata”.
“Sia perchè il suo corpo è asintomatico” (le linee guida prevedono che si indossi la mascherina solo se si hanno i sintomi, per difendere gli altri da un eventuale contagio”, sia “perchè genera, usando la mascherina in maniera inappropriata, paura nella gente: se la usa il presidente della Regione allora la dobbiamo comprare anche noi. Questo genera il fatto che le mascherine scarseggiano e adesso abbiamo un problema a darle al personale sanitario e ai malati”.
Come abbiamo raccontato ieri, lo spettacolino di Attilio Fontana che si mette la mascherina chirurgica in diretta su Facebook per “rassicurare” i cittadini lombardi che sta bene e annunciare che si sarebbe messo in isolamento volontario non ha affatto rassicurato quelli che dall’estero guardano alla situazione italiana.
Fuori dal nostro Paese sembrano essere poco avvezzi ai travestimenti del leader della Lega, senatore dal multiforme guardaroba a base di felpe, magliette e cappellini e badano più alla sostanza.
(da “NextQuotidiano”)
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Febbraio 28th, 2020 Riccardo Fucile LA DENUNCIA DI UN LAVORATORE DELLA REGIONE CHE VOTA LEGA MENTRE ESPLODE IL MALCONTENTO: “NON ABBIAMO NEANCHE IL GEL PER DISINFETTARE LE MANI”
Un prevedibilissimo effetto collaterale della sceneggiata di Attilio Fontana con la mascherina — definita “totalmente inappropriata” dallo scienziato Walter Ricciardi — è che adesso i dipendenti della Regione Lombardia si sentono abbandonati dal loro governatore. Racconta oggi Brunella Giovara su Repubblica:
Uno che vota Lega (dal 1995): «Quando ho visto il presidente che si metteva la mascherina ho pensato: bravo, adesso la darai anche a noi poveri cristi». Invece niente.
Ieri mattina i dipendenti della Regione Lombardia, nel Palazzo Lombardia che si affaccia su piazza Città della Lombardia, non hanno avuto nè quella nè il benedetto introvabile gel per disinfettare le mani. Una — previdente — si è portata da casa il Glassex, «che almeno ha dentro l’ammoniaca, e mi sono pulita scrivania e tastiera. E mouse».
Come ogni azienda italiana, anche questo è un microcosmo dove tutti sanno i fatti di tutti, le voci corrono veloci dal piano terra al 35°, su e giù per gli ascensori che però non sono stati disinfettati.
Così è esploso il malcontento, con preoccupazione e anche legittima ansia, mentre la notizia che una dipendente dello staff del governatore Fontana era risultata positiva al test rimbalzava nella notte su almeno 2mila cellulari. Sì, c’era un caso di contagio, ma stavano già pulendo e sanificando a tutto spiano.
Ma ormai la miccia della rivolta è innescata al Pirellone:
Ieri mattina, delusione, ai molti ingressi del complesso acciaio e cristalli voluto dall’allora re di tutto questo, Roberto Formigoni. Alla pausa pranzo, pure la rabbia: «Hanno fatto 40 tamponi ai piani alti, allora li facciano a tutti. Vogliamo il test a tappeto».
«Al 35° hanno pulito e da noi no», che sia il terzo, quarto o diciottesimo piano. «Al 33° vanno in giro con le mascherine». «Al 32° l’assessore ha chiuso gli uffici e mandato tutti a casa. Il dirigente X è andato a fare il tampone perchè ha avuto contatti con la persona contagiata…».
E avanti così, «uno della Struttura eventi deve fare il tampone e non è in ufficio». E a scendere, «al 10° è persino finito il sapone nei bagni». Alcuni referenti della sicurezza hanno chiesto sull’intranet di disinfettare tutto il palazzo, «ma non ci hanno risposto».
(da “NextQuotidiano”)
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