Aprile 1st, 2020 Riccardo Fucile
UN CLASSICO CASO DI ASSOCIAZIONE A DELINQUERE PER ISTIGARE ALL’ODIO RAZZIALE
Su Twitter da qualche ora sta spopolando una foto, ritwittata da profili con bandierine italiane, che mostra tutta l’ingiustizia dell’attuale situazione nell’emergenza Coronavirus: una signora costretta a mostrare documenti e autocertificazione alla polizia mentre a sinistra si vede un cattivone che può girare indisturbato.
Ma quella foto, tu guarda il caso, è stata tagliata.![](https://i.postimg.cc/HnFzpszn/rider-consegne-domicilio-italiano-multato-1.jpg)
Infatti questa è la versione originale della foto, che ci fa scoprire che la persona che sta andando in bicicletta ha un valido motivo per farlo: è un rider di Glovo e sta lavorando.
Molti profili sovranisti stanno facendo girare una foto tagliata. Il messaggio è: gli italiani vengono controllati, gli immigrati girano indisturbati.
E che non si tratti dell’iniziativa di un singolo delinquente è dimostrata dal fatto che in contemporanea sono decine i siti sovranisti che hanno amplificato la bufala, dimostrando per l’ennesima volta che esiste una associazione a delinquere che ha lo scopo di istigare all’odio razziale.
Fino a quando qualcuno non provvederà ad applicare la legge
(da agenzie)
argomento: criminalità | Commenta »
Aprile 1st, 2020 Riccardo Fucile
QUESTI SONO IMPRENDITORI, NON TANTI ACCATTONI CAPACI SOLO DI PRIVATIZZARE GLI UTILI E SOCIALIZZARE LE PERDITE … L’AZIENDA VERSA ANCHE 1,3 MILIONI AGLI OSPEDALI LOMBARDI IN TRINCEA
“In seguito alla decisione presa da Chanel in Francia di non ricorrere alla cassa integrazione,
Chanel srl, filiale Italiana della maison francese, nonchè le società industriali e i centri di distribuzione e coordinamento italiani dell’azienda, hanno adottato la medesima decisione per l’Italia di fronte alla crisi economica e sanitaria senza precedenti che ha colpito il paese”.
Lo annuncia una nota di Chanel dove viene precisato che “questa decisione mira a non gravare sui conti pubblici, in modo che lo Stato italiano possa dare priorità agli aiuti rivolti alle aziende più vulnerabili e possa concentrare le proprie risorse sul sistema sanitario, sul personale infermieristico e sulle organizzazioni di soccorso”.
“Con un approccio responsabile e civico – prosegue la nota -, queste aziende si impegnano inoltre a mantenere, al 100% gli stipendi dei loro 1100 dipendenti, fino alla fine di aprile. Nello spirito di uno sforzo reciproco per prepararsi alla fine della crisi e per mantenere i salari, pienamente supportati da queste società durante questo periodo, è stato domandato ai collaboratori di partecipare a questa iniziativa di solidarietà “.
Inoltre, la filiale italiana di Chanel effettuerà diverse donazioni per un totale di 1,3 milioni di euro per la Protezione Civile Italiana, l’Ospedale Sacco di Milano, l’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Dal canto loro, la Società Roveda e il Centro di distribuzione di Vittuone, effettueranno una donazione alle strutture ospedaliere e a quelle di pronto soccorso situate nelle vicinanze.
(da agenzie)
argomento: emergenza | Commenta »
Aprile 1st, 2020 Riccardo Fucile
BASTA IPOCRISIE: CHI RISCHIA LA VITA IN PRIMA LINEA NON CAMPA CON LE PACCHE SULLE SPALLE
Gli angeli degli ospedali. Gli eroi in corsia. I custodi delle nostre vite. Quante parole abbiamo speso per esaltare il lavoro degli infermieri che in questi giorni lavorano ad assistere gli italiani aggrediti dal Coronavirus?
Ma dietro la retorica c’è una realtà che si preferisce dimenticare, che non è solo quella legata all’emergenza dei turni massacranti e delle mascherine che mancano. Una realtà , fatta di stipendi indegni di un paese civile. O che, perlomeno, stridono con gli osanna di questi giorni.
Le retribuzioni non subiscono grosse rimodulazioni da anni. «Gli infermieri che lavorano nel pubblico partono, a inizio carriera, da uno stipendio di circa 1.150 euro netti. Nel corso degli anni la retribuzione aumenta di cifre irrisorie a seconda dell’età e delle mansioni più o meno rischiose», racconta Antonio De Palma, presidente del sindacato di categoria Nursing Up, tra i firmatari del Ccnl relativo al personale del comparto sanità .
De Palma, quanto guadagna in media un infermiere?
«Lo stipendio medio di un infermiere che lavora nel pubblico, a metà carriera e tarato su una media di indennità corrisposte, è di 1.410 euro netti al mese. Considerando il tipo di professione è uno stipendio da Paese del terzo mondo».
A quale cifra può ambire un infermiere a fine carriera?
«Non conosco nessun infermiere che superi la soglia dei 2.000 euro. Solo i più anziani, facendo i caposala dei reparti dove è richiesto un certo tipo di specializzazione, si avvicinano a quella cifra».
Qual è la situazione all’estero?
«In Germania e in Regno Unito lo stipendio medio è di circa 2.500 euro, 1.000 in più rispetto all’Italia. Ma il dato che è ancora più indicativo riguarda l’impatto del costo della vita sul reddito degli infermieri».
Il costo della vita, però, è senz’altro più alto nei Paesi che ha citato.
«Non lo dico io, ma un’indagine dell’Ocse dedicata alla nostra professione. Secondo l’Organizzazione, un infermiere italiano spende in media l’83,3% del suo stipendio per le necessità fondamentali della vita quotidiana come il cibo e le medicine. I colleghi tedeschi utilizzano il 43,2% del loro stipendio per la sussistenza, gli inglesi il 58,8% e i francesi il 60,6%».
È uno dei motivi per i quali ci sono tanti infermieri italiani che lavorano negli ospedali all’estero?
«Certo, anche perchè la preparazione degli infermieri italiani è riconosciuta in tutto il mondo. Come sindacato siamo stati costretti a stringere accordi con alcune agenzie interinali tedesche. È triste, ma diamo supporto ad alcuni infermieri che cercano condizioni di vita migliori per il trasferimento all’estero».
Perchè avete firmato il contratto collettivo allora, viste le condizioni così svantaggiose?
«Era l’unico modo per poter rappresentare gli infermieri e difenderne i pochi diritti che avevano. In un certo senso, siamo stati costretti a siglarlo».
Nemmeno con le indennità si riesce a tirar su uno stipendio migliore?
«Le indennità , ad esempio quella notturna, 2,74 euro lordi all’ora: ripeto, neanche nel terzo mondo. Poi c’è l’indennità per la pronta disponibilità , ovvero un compenso che viene dato a chi fornisce la reperibilità anche nei giorni liberi e viene chiamato a lavorare durante il turno di riposo. Viene erogata ogni 12 ore di lavoro extra e ha un valore di 20,66 euro lordi».
Chi lavora in terapia intensiva, per assistere pazienti affetti dal Covid-19 ad esempio, quanto riceve in più?
«Per le terapie intensive o per le sale operatorie viene riconosciuta un’indennità mensile di 28,41 euro lordi. Per il personale specializzato che lavora nelle terapie intensive, sub-intensive, ma anche chi fa servizi di dialisi o di nefrologia, riceve un’indennità quotidiana di 4,13 euro lordi. È ridicolo».
Ci sono segnalazioni che avete raccolto, in questo periodo, a livello di retribuzione oraria non rispettata?
«La cosa più assurda che succede in alcune aziende sanitarie è che i dirigenti si rifiutano di considerare come tempo lavorato quello che gli infermieri impiegano per indossare le protezioni. Per indossare correttamente la tuta, le maschere, le visiere, i calzari ci può volere più di mezz’ora. Stessa operazione a fine turno. Alcuni ospedali non pagano queste ore necessarie a proteggersi prima di entrare nei reparti Covid».
(da agenzie)
argomento: denuncia | Commenta »
Aprile 1st, 2020 Riccardo Fucile
LO STUDIO EUDISINFO CHE CONTRASTA LE FALSE NOTIZIE IN RETE
È in corso il tentativo mediatico di sfruttare la pandemia per indebolire l’Europa, destabilizzarla e
guadagnare influenza sui suoi partner più vulnerabili.
Progetto sul quale si trovano chiaramente le impronte di Russia e Cina. È allarmante il primo rapporto sulle fake news legate al Covid-19 firmato da EuDisinfo, l’unità della Commissione Ue che studia e contrasta le false notizie in Rete.
Il cui obiettivo è destabilizzare l’Unione e migliorare l’immagine domestica e globale di Putin e Xi Jinping. Anche ingigantendo il ruolo degli aiuti che hanno mandato a diversi Paesi, compresa l’Italia. Con la conseguente affermazione che l’Unione invece sta tradendo i suoi cittadini.
Si fa qui notare che anche l’Italia e l’Europa a inizio epidemia hanno aiutato la Cina e che nonostante i contrasti sugli Eurobond, diverse nazioni europee stanno in piedi grazie alle misure della Bce e della Commissione.
Non agli aiuti esterni, graditi ma lontani dall’essere decisivi su scala continentale.
«Le affermazioni che l’Unione si sta disintegrando di fronte al Covid-19 sono presenti sui social media di tutte le aree analizzate», scrivono gli esperti di Bruxelles. In generale l’osservazione dei flussi di fake news fa emergere che gli autori di questa leggenda metropolitana sono fonti vicine al Cremlino e al regime cinese.
Ad esempio, Russia Today e Sputnik diffondono notizie di questo tenore: «La Ue sta fallendo nella gestione della pandemia»; «L’Unione sta per collassare». Una narrativa presente in diverse altre fonti vicine al Cremlino.
Mosca e Pechino sono attive nella propaganda secondo la quale le loro strategie contro il Covid-19 sono migliori di quelle europee. Cavalcano gli aiuti inviati nel nostro continente per migliorare le loro immagine nel mondo.
Mentre a fini di consenso interno, si parla dell’eterna gratitudine che i popoli del nostro continente nutrono per russi e cinesi. A Mosca non mancano i video taroccati di europei che ammainano la bandiera a dodici stelle per issare quella russa.
I social vicini a Putin vanno oltre: mostrano convogli militari russi che attraversano le nostre città . La televisione di stato Rossiya 1 — scrivono gli esperti di EuDisinfo – trasmette questi video con il trionfale commento: «Viaggiamo sulle strade della Nato».
E ancora, «la Russia aiuta l’Italia, la Ue no». E pur di denigrare l’Europa, sponsorizzano Pechino: «Il progetto globale cinese è superiore a quello dell’Unione europea». Sempre da fonti vicine al Cremlino, è ricorrente il messaggio secondo il quale «la Ue è egoista, tradisce i suoi stessi valori». Nelle fake news fatte circolare in Ucraina viene accompagnato da un corollario: «L’Ucraina è un Paese fallito abbandonato dagli europei».
Attivi i russi, attivi anche i cinesi. Che ormai diffondono disinformazione per giustificare l’operato iniziale di Xi Jinping e del regime nella gestione dell’epidemia.
E quindi ecco ripetere ossessivamente quanto detto anche da esponenti di primo piano del governo, ovvero che il virus è stato importato in Cina da soldati americani o che in realtà è spuntato prima in Italia, presunto untore globale che avrebbe contagiato la Cina.
Segue la propaganda a uso interno e internazionale dei media vicini al partito unico secondo la quale «il modello cinese è stato superiore nel contrastare il virus». Anche in Cina abbonda la letteratura sulla gratitudine globale, e in particolare italiana, per gli aiuti ricevuti da Pechino.
In ossequio alle teorie complottiste, non mancano fake news sul fatto che il coronavirus sia stato creato dall’uomo. Le abbiamo ricevute tutti sui nostri smartphone, ma in Germania — scrivono da EuDisinfo – è stata veicolata da Sputnik Deutschland.
Ancora più insidiosa la disinformazione su cure miracolose (tenute nascoste dai governi) o su consigli medici come quello secondo il quale «lavarsi le mani non serve a nulla». Oppure che bere alcol puro uccida il virus. Fonti europee parlano del sospetto che false informazioni sanitarie mirino a rendere ancora più grave la crisi sanitaria per indebolire e destabilizzare il continente.
Al di fuori dell’Europa, spesso il virus viene usato contro Europa e Stati Uniti per promuovere interessi russi e cinesi nelle regioni in questione. In Siria, ad esempio, la narrativa vuole che le sanzioni contro il regime mantenute in piedi da Ue e Usa «compromettono la risposta umanitaria e sanitaria al virus».
(da agenzie)
argomento: denuncia | Commenta »
Aprile 1st, 2020 Riccardo Fucile
SMENTITO PERSINO DAI MEDIA SVIZZERI, SALVINI CONTINUA A RACCONTARE BALLE
Matteo Salvini è uno di quei bugiardi pericolosi perchè evidentemente crede alle fregnacce che racconta. Per questo oggi su Facebook, lamentandosi dei problemi di accesso al sito dell’INPS nel giorno in cui bisogna compilare il modulo per i 600 euro ai professionisti, torna a raccontare agli italiani la bufala della Svizzera che ti accredita 500mila franchi se compili un foglio.
“In Svizzera con un solo foglio ti accreditano subito fino a 500.000 franchi (equivalenti circa a 500.000 euro) sul conto, in Italia milioni di Italiani in coda virtuale…”, scrive stamattina Salvini soffiando sul fuoco dei problemi tecnici del sito dell’INPS come soltanto un vero statista sa fare.
Ne avevamo parlato all’epoca in cui il Capitano aveva proposto Draghi premier: come ha spiegato Butac, si tratta di un paragone insensato: quello svizzero è “Un credito garantito al 100% dalla Confederazione fino a 500’000 franchi (10% della cifra d’affari annuale) a tasso di interesse dello 0% annuo per il primo anno”, “ovvero un modulo, dedicato agli imprenditori, per richiedere un credito (non soldi regalati quindi) fino a un massimo di 500mila franchi (sulla base del fatturato annuale dell’azienda che ne faccia richiesta) a interessi zero per il primo anno, soldi che non necessitano di garanzie in quanto garantiti dallo stesso Stato”.
In Italia abbiamo il Fondo di Garanzia per le Piccole e Medie Imprese, fondo che come spiega il Sole 24 Ore serve proprio a dare garanzie pubbliche per i prestiti alle imprese. Il Fondo è stato modificato proprio per l’emergenza coronavirus, riporto dal Sole:
“La parte relativa alle garanzie pubbliche per i prestiti alle imprese è tra le più corpose del provvedimento. Le modifiche relative al Fondo centrale Pmi dureranno nove mesi e si applicheranno anche ad agricoltura e pesca (l’Ismea contribuirà con 100 milioni). La garanzia sarà a costo zero per tutte le imprese e i professionisti.L’importo massimo garantito per singolo beneficiario viene raddoppiato rispetto alle regole attuali e passa da 2,5 a 5 milioni, nel rispetto delle regole di autorizzazione Ue.
L’estensione a tutte le tipologie di operazioni della copertura massima (80% in garanzia diretta e 90% per controgaranzia dei Confidi) vale solo fino alla concorrenza dell’importo di 1,5 milioni mentre per la parte residua fino al tetto di 5 milioni dovrebbe continuare ad applicarsi quanto disposto dall’attuale modello di rating del Fondo.
Il Fondo esiste dal 2000.
Ma a dire che è una bufala è stata anche, il 30 marzo scorso, il sito TvSvizzera:
Il sistema predisposto dal Governo svizzero prevede effettivamente l’erogazione di crediti fino a 500’000 franchi (e al massimo fino al 10% della cifra d’affari del 2019) per le imprese che soddisfano determinati requisitiLink esterno. Il credito, garantito al 100% dallo Stato, può essere ottenuto presso tutte le banche che hanno accettato le condizioni di fideiussione previste dall’ordinanza federaleLink esterno.
Non si tratta però di un aiuto a fondo perso, bensì di un credito ponte. Il tasso d’interesse applicato a questi crediti è pari a zero, ma le aziende devono rimborsarli entro cinque anni. La volontà del Governo è di mettere a disposizione aiuti “senza incorrere in lungaggini burocratiche”. La procedura è effettivamente piuttosto semplice: basta iscriversi nell’apposito sitoLink esterno, completare sette passaggi e presentarsi poi con la richiesta di credito presso una banca.
L’azienda deve, ad esempio, autocertificare di “subire perdite di fatturato sostanziali in seguito alla pandemia di coronavirus”. “Se in un secondo momento, dopo un controllo effettuato a posteriori, le informazioni dovessero rivelarsi false, vengono inflitte multe (fino a 100’000 franchi)”, precisa il Dipartimento federale delle finanze (DFF) nella lista di domande e risposteLink esterno.
L’entità delle fideiussioni garantite dalla Confederazione è stimata in 20 miliardi di franchi. Il programma non viene però finanziato stampando moneta e la sovranità monetaria della Svizzera non ha nulla a che vedere con il piano varato dal governo.
(da “NextQuotidiano”)
argomento: denuncia | Commenta »
Aprile 1st, 2020 Riccardo Fucile
IL GESTO DI UN ANZIANO DAL CUORE D’ORO…LA PROTEZIONE CIVILE GLI HA FORNITO LA LISTA DELLE FAMIGLIE BISOGNOSE
Ha ritirato la pensione e poi l’ha utilizzata per pagare la spesa a 25 famiglie: è questo l’atto gentile
di cui si è reso protagonista Antonio di Biase.
L’episodio, come riporta il Messaggero, è avvenuto a San Salvo, in provincia di Chieti: l’uomo ha provveduto a contattare i volontari della Protezione civile Arcobaleno che si sono subito attivati facendosi consegnare dall’ufficio delle Politiche sociali del Comune di San Salvo una lista di famiglie meno abbienti e messe in difficoltà dall’emergenza Covid-19.
Nel giro di qualche ore Di Biase insieme all’amico, il carabiniere Raffaele Caterino, ha sistemato i generi alimentari acquistati (frutta, olio, carne, pasta, zucchero, latte, verdura, scatolame) nelle buste e i volontari della Protezione Civile Arcobaleno li hanno consegnati alle famiglie di San Salvo che hanno apprezzato il gesto generoso e di solidarietà di un loro concittadino.
(da agenzie)
argomento: radici e valori | Commenta »
Aprile 1st, 2020 Riccardo Fucile
IL LEGHISTA SOFFRE DI AMNESIE: DOPO AVER FATTO LA GUERRA A BOERI, LA LEGA ESULTAVA PER LA NOMINA DI TRIDICO QUANDO ERA AL GOVERNO CON IL M5S
E’ sicuramente vero che Tridico è vicino al M5S, tanto che era stato indicato come ministro del Lavoro nel governo immaginato dai grillini durante la campagna elettorale. Ma è anche e soprattutto vero che dopo essersi sfilato dalla possibilità di fare il ministro nel governo Lega-M5S, Tridico è stato nominato presidente dell’INPS proprio dal governo Conte One, quello sostenuto da Matteo Salvini e dalla Lega.
E infatti sul sito dell’INPS, oggi ancora giù per ovvi motivi dipendenti anche da Tridico, si ricorda perfettamente la circostanza: “Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Luigi Di Maio, visto il parere favorevole espresso dalle competenti commissioni parlamentari, ha deliberato il conferimento al prof. Pasquale Tridico dell’incarico di Presidente dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale”. Insomma, è proprio quel Tridico che oggi la Lega attacca ad essere stato nominato presidente dell’INPS dal governo di cui Salvini faceva parte come ministro dell’Interno e vicepremier.
All’epoca poi la nomina di Tridico venne salutata con favore dalla Lega, anche perchè il suo predecessore era Tito Boeri che con Salvini ha un pessimo rapporto.
E prima che ve lo chiediate, meglio ricordare un’altra cosa: ovvero che il reddito di cittadinanza l’ha approvato anche Salvini.
(da “NextQuotidiano“)
argomento: denuncia | Commenta »
Aprile 1st, 2020 Riccardo Fucile
IN ITALIA UNA OPPOSIZIONE SENZA SENSO DELLO STATO CHE SA SOLO CHIEDERE DI SPENDERE MILIARDI CHE NON CI SONO (DOPO AVER CONTRIBUITO A SPUTTANARLI)
L’immagine plastica che la collaborazione tra governo e opposizione non decolla si ha quando
Giuseppe Conte interrompe il colloquio a Palazzo Chigi e si rivolge al leader di via Bellerio guardandolo negli occhi: “Certo noi ci confrontiamo, caro Matteo, ma tu non puoi diffondere post sul sito dell’Inps in tilt. Così stai soffiando sul malcontento”.
Il Capitano leghista prova a difendersi: “Guarda che io non l’ho scritto quel post, ma se il sito dell’Inps non funziona non è certo colpa mia”.
Dopo un giro di orologio si rompe lo spirito collaborativo, l’unità di intenti, il clima di pacificazione nazionale che dovrebbe esserci nel corso di una emergenza come quella dovuto al virus Covid-19.
“Le critiche — infilza ancora Conte — vanno bene, ma questo è inaccettabile”. Il presidente del Consiglio disvela il gioco di Salvini, che predica bene e razzola male, che un giorno si professa propositivo e l’altro accarezza i pieni poteri del premier ungherese Victor Orban.
Ecco, l’immagine del duello, ormai infinito fra Conte e Salvini, che è iniziato agli albori del primo esecutivo di questa legislatura, è la fotografia di una collaborazione che non è mai decollata e che forse mai decollerà .
Si comincia puntuali alle 9 e 30. Sala verde di Palazzo Chigi, tutti mascherinati, amuchina ovunque, distanziamento sociale, incipit dei lavori affidato al padrone di casa, il presidente del Consiglio.
Davanti al premier, nell’ordine: Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani e anche Maurizio Lupi.
Si battaglia, si duella. E se Conte assicura da ora in avanti, massima collaborazione, di scrivere assieme alle opposizioni il famoso decreto di Aprile, arriva ad augurarsi un tavolo maggioranza-opposizione che si riunisca “a ritmo più serrato”. Il tutto accompagnato da un altro provvedimento per dare liquidità alle imprese: “Avvertiamo tutta l’urgenza di intervenire prima possibile”.
Dall’altra parte del tavolo con sfumature diverse, Meloni, Salvini e Tajani pongono interrogativi: “Quanto verrà pagata la Cassa integrazione? E delle partite Iva che ne sarà ? Quanti fondi metterete per risolvere la crisi?”. La Meloni che indossa i panni della battagliera: “Soldi subito sul conto degli italiani. Vogliamo notizie certe su quando verrà accreditata la cassa integrazione e il contributo agli autonomi. I soldi vanno messi ora sui conti correnti:
E’ un gioco delle parti che fa comodo alla maggioranza e all’opposizione. Conte tende la mano ma non troppo, Salvini fa e disfa la tela in chiave propagandistica, difendendo la democratura di Viktor Orban, spargendo terrore sui social e forse puntando su quella rottura sociale che metterebbe nei guai l’esecutivo.
Non a caso le parti si ritrovano soltanto su un tema: il rinvio ” a settembre-ottobre” delle amministrative e delle regionali che si sarebbero dovuto celebrare in primavera. Con un decreto o con un dpcm slitteranno all’autunno le tornatine elettorali. Su queste parole di Conte tutti d’accordo. Nessuna nota dissonante.
(da agenzie)
argomento: denuncia | Commenta »
Aprile 1st, 2020 Riccardo Fucile
FIRMATA LA PROROGA DELLE RESTRIZIONI FINO AL 13 APRILE
“Se iniziassimo ad allentare le misure, tutti gli sforzi sarebbero vani, quindi pagheremmo un prezzo altissimo, oltre al costo psicologico e sociale, saremmo costretti a ripartire di nuovo, un doppio costo che non ci posiamo permettere. Invito tutti a continuare a rispettare le misure”.
Lo ha detto il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa. “Non siamo nelle condizioni di dire che il 14 aprile allenteremo le misure. Quando gli esperti ce lo diranno, entreremo nella fase 2 di allentamento graduale per poi passare alla fase 3 di uscita dall’emergenza, della ricostruzione, del rilancio”. Lo dice il premier Giuseppe Conte a Palazzo Chigi.
I morti sono “una ferita che mai potremo sanare: non siamo nella condizione di poter allentare le misure restrittive e alleviare i disagi e risparmiarvi i sacrifici a cui siete sottoposti”, ha aggiunto.
“C’è una sparuta minoranza di persone che non rispetta le regole: abbiamo disposto sanzioni severe e misure onerose. Non ci possiamo permettere che l’irresponsabilità di alcuni rechino danni a tutti”, ha detto Conte.
Quanto al Mes, è uno strumento inadeguato per affrontare l’emergenza coronavirus, ha ribadito Conte. “Questo è uno choc epocale”, spiega il presidente del Consiglio. “Se il Mes entrerà in un ampio pacchetto di ventaglio senza condizionalità può essere uno strumento tra gli altri per una strategia europea”, dice il presidente del Consiglio. “Serve un fronte comune”, osserva Conte
(da “Huffingtonpost“)
argomento: emergenza | Commenta »