Aprile 1st, 2020 Riccardo Fucile
LA DENUNCIA DELL’ECO DI BERGAMO: NUMERI AGGHIACCIANTI, 288.000 CONTAGI, NON 8.800 COME DETTO DALLA PROTEZIONE CIVILE
8.803 contagiati da Coronavirus, 2.060 i morti. Questi i dati ufficiali sulla provincia di Bergamo, forniti
dalla Protezione civile.
Ma i decessi potrebbero essere molti di più, almeno il doppio.
La denuncia era già arrivata da alcuni sindaci del Bergamasco, ora a conferma è stata pubblicata sulle pagine dell’Eco di Bergamo una rilevazione condotta insieme a InTwig, agenzia di ricerca e analisi dati, secondo la quale il numero reale dei morti per il Covid-19 nella provincia di Bergamo sarebbe almeno 4.500, in un mese.
All’indagine del quotidiano hanno risposto 91 amministrazioni comunali che rappresentano oltre il 50% della popolazione totale. I dati forniti hanno permesso di stabilire che «nell’ultimo mese di marzo sono morte in totale oltre 5.400 persone di cui circa 4.500 riconducibili al Coronavirus».
«Un dato destinato a crescere con il passare dei giorni, secondo l’andamento del contagio. La media degli ultimi tre anni è stata quasi 900», dice Aldo Cristadoro fondatore di InTwig.
«Abbiamo preso in considerazione le zone territoriali, l’età media di ogni Comune, la divisione in fasce d’età , gli ambiti estesi delle Agenzie di tutela della salute, oltre allo storico dei decessi. Sono stati considerati gli studi più recenti che applicano i tassi di letalità complessiva alla struttura demografica italiana», spiega Cristadoro sempre sulle pagine del quotidiano. La ricerca, in sostanza, si è basata su una proiezione che ha tenuto conto delle caratteristiche demografiche del territorio.
Nella sola città di Bergamo a marzo 2020 sono morte 553 persone, 428 in più rispetto a marzo 2019, mentre i numeri ufficiali parlano di 201 morti per Covid-19. La rilevazione ha permesso di fare una stima anche sul numero reale dei contagi. Le persone colpite nella provincia sarebbero 288mila, numero distante dagli 8.800 rilevati dalla Protezione civile.
(da agenzie)
argomento: denuncia | Commenta »
Aprile 1st, 2020 Riccardo Fucile
UN MONITO A TUTTI GLI “APERTURISTI” IN ITALIA… E A HONK KONG LA CHIUSURA NON ERA STATA UNA PAGLIACCIATA COME IN ITALIA DOVE DUE TERZI CONTINUANO A LAVORARE
La paura di tutti è di un allentamento delle misure di contenimento troppo precoce, che potrebbe portare ad una nuova impennata di contagi da coronavirus.
Sotto questo aspetto potrebbe fare scuola il caso di Hong Kong, dato che dallo scorso 15 marzo dopo due mesi di lockdown totale sono di nuovo operativi i mezzi pubblici avevano ricominciato a circolare ed avevano riaperto con orario ridotto e distanza di sicurezza bar e ristoranti.
Dal 27 marzo invece sono stati riaperti gradualmente uffici, negozi e fabbriche con un’inversione ad U che ha fatto immediatamente scattare l’allarme: fino a quel momento i casi accertati erano stati 518 con una decina di morti su 7,4 milioni di abitanti, ma adesso c’è stato un incremento record di 65 nuovi casi in 24 ore
Le autorità hanno accertato che è stato il cosiddetto “coronavirus di ritorno”, ovvero portato in patria da studenti di ritorno dall’Europa e dagli Stati Uniti come citato dalla rivista The Atlantic.
Chi pensa che una riapertura graduale possa aiutare a contenere il contagio di ritorno da coronavirus potrebbe sbagliarsi. La riapertura è durata poco ad Hong Kong, visto che il governo ha chiuso nuovamente i voli dall’estero e imposto 14 giorni di quarantena a chi torna nel paese. Il governo ha quindi dovuto fare immediatamente dietrofront, di nuovo tutti a casa a tempo indeterminato. Cosa succederà adesso?
Gabriel Leung, rettore dell’Università di Medicina di Hong Kong ed esperto di epidemie la situazione sarebbe molto seria e l’unico modo per essere sicuri di poter rimuovere le misure restrittive contro il coronavirus è attendere diverso tempo fino all’immunità di gregge, o fino all’introduzione di un vaccino verificato e distribuibile su ampia scala.
Quanto sta accadendo ad Hong Kong deve essere da monito per l’Italia, ecco perchè tutti parlano dei primi di maggio per un ritorno graduale alla normalità . Le misure restrittive ci accompagneranno ancora per un po’.
(da agenzie)
argomento: denuncia | Commenta »
Aprile 1st, 2020 Riccardo Fucile
L’INFORMATIVA AL SENATO: “LA RIPRESA SARA’ GRADUALE E PRUDENTE”
Italia ferma fino a dopo Pasqua. Il ministro della Salute Roberto Speranza, durante l’informativa in
Senato sulla situazione dell’emergenza coronavirus, ha confermato il prolungamento delle misure restrittive adottate dal governo per contenere la diffusione dell’epidemia.
“I dati migliorano ma sarebbe un errore cadere in facili ottimismi. L’allarme non è cessato e per questo è importante mantenere fino al 13 aprile tutte le misure di limitazioni economiche e sociali e degli spostamenti individuali”.
Per il ministro della Salute ora è essenziale non abbassare la guardia: “Gli italiani hanno dato una grandissima prova di maturità . Gli esperti dicono che siamo sulla strada giusta, e che le misure drastiche adottate iniziano a dare risultati. Ma sarebbe un errore imperdonabile scambiare questo primo risultato per una sconfitta definitiva del covid, è una battaglia lunga, e non dobbiamo abbassare la guardia”.
La ripresa – precisa – “sarà prudente e graduale”. Sulle modalità “sono al lavoro gli scienziati”. E assicura “massima vigilanza per evitare speculazioni e cure fai-da-te”. E considera il vaccino il traguardo indispensabile per un ritorno alla normalità : “Senza un vaccino -ha detto il ministro – non sconfiggeremo mai il Covid, siamo tutti consapevoli che per un periodo non breve dovremo sapere gestire questa fase di transizione ed evitare l’esplosione di nuovi focolai”
Poi rivolge un appello all’opposizione, e non solo: “Mai come ora non è il tempo delle divisioni”.
Infine spiega come è stato potenziato il Servizio sanitario nazionale. “Siamo arrivati a 9mila posti di terapia intensiva, 75 per cento in più in un mese”. E chiede di trarre un insegnamento da questa tragica esperienza: “Questa crisi dimostra come il sistema sanitario nazionale costruito nel nostro Paese sia il patrimonio più prezioso che possa esserci. Su esso dobbiamo investire con tutta la forza che abbiamo ed è la cosa che conta davvero di più. Anche per onorare chi ha perso la vita nei presidi sanitari, deve tornare a essere strategico l’investimento sulla salute”, ha concluso Speranza.
(da agenzie)
argomento: emergenza | Commenta »