Aprile 14th, 2020 Riccardo Fucile
IL TEMPO DELLE CHIACCHIERE E’ FINITO, IL DIRITTO INTERNAZIONALE VALEVA PER SALVINI COME PER QUESTO GOVERNO, NOI NON FACCIAMO SCONTI A NESSUNO
Il Navtex che pubblichiamo è stato diffuso nella tarda serata di lunedì dalle autorità maltesi a tutte le navi nel Canale di Sicilia e indica con precisione le coordinate in cui cercare i migranti del gommone alla deriva.
La Guardia costiera italiana afferma di essere al corrente del caso, che viene monitorato, nell’attesa di un intervento de La Valletta, che a sua volta prende tempo.
Ma l’Italia può soccorrere ed è ugualmente responsabile di lasciare 55 persone morire a poche miglia dalla sue coste.
La ministra De Micheli oggi ad Avvenire ha detto: “Non c’è nulla che non sia “visto” o di cui non ci sia notizia. Il monitoraggio europeo del Mediterraneo è costante. L’Italia non gira la faccia dall’altra parte, non nasconde all’opinione pubblica situazioni di pericolo per persone che sono in mare. Il nostro Paese non è cambiato. La Guardia costiera continua a svolgere il suo preziosissimo ruolo senza alcuna limitazione e nel rispetto delle norme internazionali.”
Bene, se l’Italia non nasconde nulla e conosce le coordinate del gommone, ammesso che a bordo siano ancora in vita, se “non c’è nulla che non sia visto”, se “non giriamo la faccia dall’altra parte”, se la nostra Guardia costiera svolge i suoi compiti “senza limiti e rispettando le norme internazionali”, per quale ragione non è intervenuta a soccorrere un gommone con a bordo, speriamo ancora, 50 esseri umani, in violazione di ogni norma morale e giuridica?
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Aprile 14th, 2020 Riccardo Fucile
PERCHE’ IL GOVERNO ITALIANO NON SOLO NON INTERVIENE MA NASCONDE PURE I FATTI?
Sono ancora alla deriva i circa 50 migranti di cui non si aveva notizie da quasi cinque giorni. Ieri le
autorità italiane e maltesi avevano fatto intendere che tutti gli interventi in mare erano stati conclusi e non vi fossero stati ne naufragi ne dispersi.
Ma nella contabilità delle segnalazioni in mare mancava almeno un barcone. Lo ha trovato nella notte tra lunedì e oggi un cargo portoghese partito dalla Libia e diretto in Liguria.
Poco prima le autorità maltesi avevano emanato un allerta circostanziata, senza tuttavia spiegare quale fosse la fonte della richiesta di soccorso. Il Navtex, che qui pubblichiamo, è stato diffuso nella tarda serata di lunedì a tutte le navi nel Canale di Sicilia e indica con precisione le coordinate in cui cercare i migranti.
La riprova che le autorità marittime sono spesso al corrente di cosa accade in mare, in gran parte grazie agli avvistamenti dei velivoli militari e dell’agenzia europea Frontex, E, da inguaribile prassi, i media non vengono informati nel tentativo di derubricare i soccorsi a questioni da risolvere tra Libia ed Europa, come a lavare i panni sporchi in casa.
Le condizioni del mare “sono peggiorate e non migliorano”, ribadisce don Carmelo La Magra che dalla parrocchia di Lampedusa trasmette un nuovo accorato appello al governo: “È fondamentale che la Guardia Costiera Italiana possa intervenire anche al di fuori delle acque territoriali per soccorrere le persone in mare”.
Nell’intervista pubblicata oggi da Avvenire, il ministro delle Infrastrutture ha dato una conferma ufficiale a quanto da tempo scriviamo: “Non c’è nulla che non sia “visto” o di cui non ci sia notizia. Il monitoraggio europeo del Mediterraneo è costante”, ha spiegato Paola De Micheli.
“L’Italia – ha poi aggiunto – non gira la faccia dall’altra parte, non nasconde all’opinione pubblica situazioni di pericolo per persone che sono in mare”. Mentre scriviamo nessuna notizia ufficiale è stata divulgata nè da Roma nè da La Valletta riguardo il barcone alla deriva da 5 giorni.
Il messaggio Navtex inviato da Malta e diffuso dal giornalista Sergio Scandura, oltre che dalle navi in transito anche dalle autorità marittime dell’area, compresa Roma. Fonti del coordinamento dei soccorsi della Guardia costiera italiana affermano di essere al corrente del caso, che viene monitorato, nell’attesa di un intervento de La Valletta, che a sua volta prende tempo. “Malta è legalmente responsabile per i casi di pericolo nella sua zona Sar e sta agendo illegalmente – è l’accusa di Alarm Phone – Ma l’Italia può soccorrere ed è ugualmente responsabile di lasciare 55 persone morire a poche miglia dalla sue coste. Speriamo siano vivi”.
Le traversate nel Canale di Sicilia sono in gran parte monitorate, ma occultate per lasciare campo libero alla cosiddetta Guardia costiera libica. Tanto che ieri c’è voluto un appello dell’episcopato maltese perchè La Valletta inviasse in serata motovedette in cerca di almeno uno dei due barconi dispersi.
(da Avvenire)
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Aprile 14th, 2020 Riccardo Fucile
CI SI RINUNCIA PER IGNORANZA E MALAFEDE, ANDANDO A PAGARE INTERESSI SUPERIORI DI 1,5 MILIARDI L’ANNO… E’ COME SPARARSI UN COLPO DA SOLI
Conte, Salvini e Meloni, pur litigando tra loro, sono d’accordo sulla sostanza. È questa la cosa da rimarcare: tutti e tre sono fermamente contrari al fatto che l’Italia usi la linea di credito prevista dal MES per questa emergenza.
Vi pare poco? A me pare quasi di sentire le risate incredule degli altri leader europei: lo stato che più di tutti avrebbe bisogno di finanziamenti a basso costo non intende usufruire di quelli che verosimilmente saranno disponibili più velocemente.
Perchè uno stato dovrebbe comportarsi in modo così scioccamente autolesionistico? Perchè siamo dei fessi e degli irresponsabili, gli risponderei.
Salvini e la Meloni devono continuare a nutrire il loro elettorato con la balla che la UE stia cercando di fregarci in ogni modo per prendere il controllo della nostra economia e distruggerla, Conte ha paura di indispettire quella parte di M5S che non vuole lasciare a Salvini il monopolio dell’anti europeismo che tanta fortuna elettorale ha portato in passato.
Farebbe ridere se non fosse una tragica realtà , l’Italia probabilmente si taglierà le palle da sola per puri motivi ideologici e di posizionamento elettorale.
Tramite il MES potremmo avere circa 37 miliardi di euro quasi a tasso zero con la sola condizione di usarli per le spese sanitarie.
In pratica questi fondi saranno accessibili senza alcuna condizionalità se non quella di essere usati per coprire i costi diretti e indiretti dell’emergenza CoviD-19 relativi all’assistenza sanitaria, alla cura e alla prevenzione.
In questa definizione possono essere fatti rientrare una miriade di interventi urgenti e indispensabili.
Per esempio il rafforzamento del sistema sanitario, le misure per l’adeguamento di tutti i luoghi di lavoro e dei trasporti pubblici, gli screening di popolazione, i soldi per la ricerca, i sistemi digitali per il controllo e il tracciamento, l’acquisto di dispositivi di protezione e tante altre cose che con un po’ di fantasia e un minimo di insistenza potremmo agevolmente farci accettare.
E invece no… noi li rifiutiamo perchè Salvini ci vede un trucco per prendere il controllo della nostra economia e Conte non ha la forza di spiegare a Vito Crimi che quei soldi ci servono.
Questo sarà ancor più vero se lo spread dovesse dare segni di nervosismo nelle prossime settimane. Addirittura Conte perde talmente il contatto con la realtà che durante la diretta afferma che sono stati altri paesi che hanno chiesto di usare il MES senza condizionalità , perchè l’Italia non l’avrebbe mai fatto.
In altre parole il nostro presidente del consiglio si vanta di non aver contribuito a ottenere uno dei più importanti successi conseguiti all’Eurogruppo, tutto questo per dimostrare che lui odia il MES più di Salvini e della Meloni (gran bella gara eh).
Se Salvini insistesse col dire che anche il fondo SURE è una trappola, state certi che Conte rifiuterebbe anche quello per non essergli da meno. Quando in uno stato attraversato da un’emergenza storica tanto l’opposizione quanto il governo fanno a gara a chi è più irresponsabile, l’hashtag “andrà tutto bene” rischia di suonare davvero sinistro.
(da agenzie)
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Aprile 14th, 2020 Riccardo Fucile
L’ESTREMISMO IDEOLOGICO DI GRILLINI E SOVRANISTI COSTERA’ AGLI ITALIANI 1,5 MILIARDI DI MAGGIORI INTERESSI L’ANNO
La partita sul Mes, com’era prevedibile, non è chiusa. Anzi. ![](https://i.postimg.cc/CMqTRZ39/183557521-e56a5178-c162-44a7-87be-7a14920feacb.jpg)
I due capigruppo del Pd, Graziano Delrio e Andrea Marcucci, tornano a indicare il fondo salva-Stati come soluzione possibile per uscire dalla crisi economica provocata dalla pandemia:
“Credo – sottolinea Delrio – che tutti gli strumenti a disposizione, se sono senza condizionalità , debbano essere usati. Magari in futuro se non servono subito”.
Ancora più diretto Marcucci, che guida i dem al Senato: “Misiani dice che non vi faremo ricorso? Andiamoci piano con le conclusioni…”, afferma. E aggiunge: “Non capirei le ragioni di un rifiuto a priori di 37 miliardi per la nostra sanità determinati da un Mes senza condizioni, completamente diverso da quello votato nel 2012”.
Posizioni che si discostano, oggettivamente, da quelle espresse dal viceministro dell’Economia Antonio Misiani, che Marcucci cita direttamente. “Il Meccanismo europeo di stabilità non lo utilizzeremo”, aveva detto Misiani, indicando altre corsie: la cassa integrazione europea, i 200 miliardi della Bei, l’allentamento delle regole sugli aiuti di Stato.
E il premier Giuseppe Conte, nella conferenza stampa pre-pasquale che ha prolungato il lockdown sino al 3 maggio, si era soffermato sull’argomento, spiegando che “l’Italia non ha bisogno del Mes, che è uno strumento non adeguato”.
Tocca a Zingaretti cercare di riportare equilibrio, sostenendo nei fatti le posizioni dei due capigruppo del Pd: “Se esisterà la possibilità , senza condizionalità e rispettando la sovranità italiana, di avere dei miliardi a sostegno della sanità , se ci saranno queste condizioni, io credo che dovremo prendere queste risorse: ci servono per gli ospedali e la sanità “.
“Nella polemica si inserisce anche Matteo Renzi. “I sovranisti vogliono far credere che sia sempre colpa dell’Europa. Su tutto. Ma l’Europa sta dando una grande mano all’Italia. Se non ci fosse stata la Bce, oggi saremmo già falliti. E il Mes senza condizionalità va usato di corsa, piaccia o non piaccia ai populisti di maggioranza e opposizione. E vedrete che l’Italia userà tutto: Bce, Mes, Sure, Recovery Fund. Tutto”, scrive Renzi nella sua enews
Confindustria: “Utilizzare tutti gli strumenti, stop alle polemiche”D’altronde, questa è anche la posizione che, fuori dal recinto politico, ha assunto Confindustria: “In un momento così delicato per la vita nazionale è di vitale importanza riuscire a utilizzare tutti gli strumenti disponibili per superare l’emergenza sanitaria e avviare l’indispensabile fase della ripresa economica. Basta con le polemiche, che possono creare solo danni”.
La patata bollente ora è nelle mani di Conte, sinora molto prudente sull’argomento, fatta salva l’aspra polemica con Salvini e Meloni. Mentre i 5Stelle, almeno in maggior parte, continuano a dire no al fondo salva-Stati.
Oggi l’altro viceministro dell’Economia, Laura Castelli, ha ricalcato le parole di Conte: “Il Mes è uno strumento inadeguato e siamo convinti che non si debba attivare quel processo”.
In molti, in queste ore, stanno avvisando il presidente del Consiglio: rinunciare a prescindere ai 36 miliardi di euro del Mes, venute meno le condizionalità (i fondi possono essere utilizzati direttamente e indirettamente per l’emergenza sanitaria), sarebbe – come chiosa Marcucci – “semplicemente una follia”
Berlusconi: “Un errore clamoroso rinunciare al Mes”
“Ci interessa di più far sì che Conte non commetta gli errori che sta facendo: per esempio quello clamoroso di dire all’ Europa sul Mes “faremo da soli” e rinunciare così ad utilizzare i circa 37 miliardi che potremmo ottenere, senza condizioni, ovviamente dal Mes per consolidare il nostro sistema sanitario”.
Così il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi collegato a diMartedì, su La7, condotta da Giovanni Floris.
(da agenzie)
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Aprile 14th, 2020 Riccardo Fucile
L’EX PREMIER: “PERCHE’ RINUNCIARE A UN PRESTITO A COSTO ZERO?”
Adesso che il Mes “non è più condizionato, non capisco più il mio Paese. Io sarei per usarlo”. Lo ha detto l’ex premier Romano Prodi rispondendo a una domanda sul fondo europeo salva-Stati durante un dialogo in diretta Instagram organizzato dalla Bologna Business School.
Il Mes, ha ricordato, “è uno strumento nato con condizionamenti”, era un modo “per intervenire nei Paesi in crisi, come dire ti do i soldi ma sei in libertà vigilata. Giustamente l’Italia ha detto basta, questo non lo voglio”.
Ma, ha continuato l’ex premier, “nell’ultima riunione si è ottenuto il ‘discondizionamento’, cioè il fondo europeo non è più condizionato”.
Quindi “è un prestito, ma talmente a basso interesse per cui: primo lo ripaghiamo a lunghissimo tempo, secondo ci costa un miliardo e mezzo in meno all’anno. Beh insomma… a caval donato, non si guarda in bocca”.
“C’è una parte di economia che si aprirà per ultima, come i servizi, il turismo, la ristorazione. Per l’Italia è una tragedia mortale. Bisogna dare dei soldi, non c’è altro da fare, serve un sostegno. Poi le strutture produttive devono cambiare registro: ogni impresa deve fare un piano per mettere in sicurezza gli addetti, finchè non c’è il liberi tutti, e poi procedere” ha detto il Professore, rispondendo a una domanda sulla ripartenza dell’economia regolata l’emergenza Covid-19: “La Ferrari ha fatto un programma di lavoro in sicurezza, che è ottimo. E’ una realtà organizzata, lo ha potuto fare facilmente. Ora il piano andrebbe esteso anche alle aziende con 5 operai. Dobbiamo rimettere in azione, adagio adagio, tutto il sistema produttivo, se perdiamo troppo prodotto lordo quest’anno poi la ripresa è più difficile”.
Ora c’è “grande preoccupazione per i sistemi produttivi. La sicurezza e la salute vengono prima di tutto – ha concluso – penso che la prima decisione di lasciare aperte solo le attività indispensabili, alla fine, non sia stata così sbagliata. Bisognava fare in fretta, la velocità è importantissima”.
La patrimoniale ribattezzata Covid-tax “era un proposta di Delrio, non del partito. C’è un discorso sotto, un desiderio di portare più uguaglianza. Ma, ho fatto un po’ di conti: una roba che rende un miliardo o poco più all’anno e produce tensioni di questo tipo, secondo me, non è neanche immaginabile. Crea tensioni senza nemmeno dare un sollievo concreto”, ha detto l’ex premier rispondendo a una domanda sulla proposta avanzata dal capogruppo Pd alla Camera per l’emergenza Covid-19.
“Certamente – ha aggiunto – tutti pongono il problema che l’Italia è un Paese a risparmio elevatissimo, a debito privato e pubblico fortissimo, però voglio vedere qual è il Governo che riesce a trovare un accordo generale, perchè su questo ci vuole, su come aggiustare fiscalmente il bilancio del Paese. Basterebbe un sogno, perchè è tanto che lo diciamo, ovvero la lotta all’evasione fiscale”.
“Colao va bene, decidere è il suo mestiere, ma una task force da 17 persone? Boh, io avrei detto 7” ha detto Prodi, rispondendo a una domanda sulla squadra incaricata di gestire la ripresa nella cosiddetta ‘fase 2’ .
(da agenzie)
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Aprile 14th, 2020 Riccardo Fucile
A DIMOSTRAZIONE CHE LE RESTRIZIONI SONO STATE UN BLUFF… SE SI FOSSE FERMATA REALMENTE L’ITALIA PER TRE SETTIMANE NON CI SAREBBERO CENTINAIA DI MORTI AL GIORNO
Oltre la metà degli italiani la mattina continua ad alzarsi per andare a lavoro. A dirlo è l’Istat, che
fotografa la situazione alla fine di marzo.
L’Istituto di statistica traccia una mappa delle attività economiche dell’industria e dei servizi privati “sospese” e “attive”, calcolando il peso in termini di addetti per ciascun settore.
Ne risulta che il 55,7% si reca in ufficio o in fabbrica. Ciò a prescindere dal fatto che ci siano comparti solo formalmente in stand-by, dove le sedi sono chiuse ma che grazie allo smart working riescono ad andare avanti.
Il dettaglio territoriale restituisce ancora una volta l’immagine di un Paese diviso. Le restrizioni prese per contenere la diffusione del Coronavirus hanno, infatti, bloccato più i lavoratori al Nord che del Sud. Lo stesso Istat sottolinea come in “molte Regioni del Mezzogiorno oltre la metà dei comuni fanno registrare una quota di addetti appartenenti ai settori aperti superiore al valore medio nazionale”. Succede in Basilicata, Sicilia e Calabria.
Guardando ai comuni, nel report viene stilata la lista con i 100 che registrano più persone in attività .
Nell’elenco spicca Priolo Gargallo, in provincia di Siracusa (82,3% di addetti impiegati in settori aperti). Il Nord è fuori dal podio, dove in terza posizione si piazza Fiumicino, che per via delle “attività dei trasporti aerei fa registrare una quota di addetti in settori aperti del 78,4%”.
Non è però solo una questione di Meridione e Settentrione o di vocazione economica. A fare la differenza sono pure le dimensioni.
Le grandi città restano più aperte rispetto al resto. Sopra la media nazionale si trovano per esempio Genova (69,6%), Bari (68,7%), Roma (68,5%), Ancona (68,4%), Trento (68,3%), Bologna (67,7%), Milano (67,1%) e Palermo (66,6%).
Colpiscono anche i dati rilevati per alcune delle aree più colpite dal Coronavirus, come Lodi (73,1%) e Crema (69,2%).
Intanto l’Istat fa sapere che nelle prossime settimane prenderà il via una nuova indagine chiamata il “Diario della giornata e attività ai tempi del coronavirus”, per capire come sono cambiate le abitudini degli italiani, dall’orario della sveglia al tempo passato in cucina.
(da agenzie)
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Aprile 14th, 2020 Riccardo Fucile
PEGGIO DI NOI SOLO LA GRECIA
L’economia italiana — stima il Fondo — si contrarrà del 9,1% per il 2020. Solo la Grecia farà peggio con un calo del 10% di Pil. Il lockdown è la «recessione peggiore dalla “Grande depressione” degli anni Trenta e decisamente peggio della crisi del 2008»
Sono stime impetuose quelle tracciate dal Fondo monetario internazionale che vede l’economia globale collassare sotto il peso dell’emergenza sanitaria da Coronavirus. Il Pil del mondo calerà del 3% nel 2020, secondo le stime del Fmi che ha definito il lockdown su scala mondiale come la «recessione peggiore dalla “Grande depressione” degli anni Trenta a oggi e decisamente peggio della crisi del 2008 (Pil -0,1%)».
Stando alle stime del Fondo, l’economia italiana si contrarrà addirittura del 9,1% per l’anno in corso, dopo la crescita dello 0,3% dello scorso anno. Solo la Grecia registrerà un risultato ancora peggiore, con il -10% di Pil. Ipotizzando poi che la pandemia possa interrompersi nella seconda metà dell’anno, il Fondo prevede per il 2021 un Pil in crescita del 5,8% ma resta molto cauto: «I rischi sulle prospettive sono al ribasso». Parallelamente, stima per l’Italia una ripresa nel 2021 del +4,8%.
Il Fmi stima per l’Italia nel 2020 anche un tasso di disoccupazione in crescita al 12,7% dal 10,0% del 2019.
Nel 2021 — è la previsione — sarà invece in calo al 10,5%.
Il 12,7% dell’Italia è da mettere in parallelo con la media europea prevista al 10,4% quest’anno e all’8,9% nel 2021.
Per la Francia il Fondo prevede una disoccupazione in aumento dall’8,5% del 2019 al 10,4% sia nel 2020 sia nel 2021.
La Spagna vedrà aumentare i disoccupati dal 14,1% dello scorso anno al 20,8% del 2020 e il 17,5% del prossimo anno.
In Germania la disoccupazione salirà ma di poco, passando dal 3,2% del 2019 al 3,9% di quest’anno al 3,5% del prossimo.
(da agenzie)
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Aprile 14th, 2020 Riccardo Fucile
PERQUISIZIONI NELLE PROVINCE DI MILANO, COMO, MONZA E VARESE: CI SONO ALTRI INDAGATI … AL TRIVULZIO I MORTI SONO STATI 143
La guardia di finanza di Milano ha perquisito questa mattina il Pio Albergo Trivulzio e ha raccolto
documenti nell’ambito dell’inchiesta per omicidio colposo ed epidemia colposa. Nell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, risulta indagato il direttore generale dell’istituto Giuseppe Calicchio per epidemia colposa e omicidio colposo.
Gli inquirenti stanno verificando eventuali carenze nei protocolli interni e nei dispositivi di sicurezza. E altre ispezioni sono in corso questa mattina da parte dei carabinieri del Nas di Milano nelle Rsa di quattro province lombarde di loro competenza territoriale, ovvero Milano, Monza, Como e Varese.
I controlli del Nucleo, diretto dal tenente colonnello Salvatore Pignatelli, vanno avanti, da quanto si è appreso, ormai quotidianamente già da qualche giorno e riguardano il rispetto delle normative igienico-sanitarie nelle residenze per anziani, in particolare le recenti disposizioni per prevenire il contagio da coronavirus.
Anche la procura di Sondrio ha aperto una indagine per epidemia colposa a carico di ignoti in relazione alle morti di anziani nelle Rsa della provincia: il procuratore Claudio Gittardi che coordina l’inchiesta con il pm Elvira Anna Antonelli, ha delegato i carabinieri del Nas di Brescia. Le prime acquisizioni sono state effettuate in due strutture.
Alcuni operatori sanitari hanno denunciato la mancata messa a disposizione di dispositivi di protezione individuale come le mascherine. E sarebbero stati invitati a non indossarle “per non creare allarmismi”. In una lettera, una novantina di medici della struttura ha asserito che le mascherine sarebbero state invece messe a disposizione “a partire già dal 23 febbraio”.
I pm stanno procedendo in queste ore alle iscrizioni nel registro degli indagati dei vertici delle residenze sanitarie assistenziali in cui si sono verificati contagi e sono morti pazienti. Nell’elenco le rsa dei quartieri milanesi di Affori, Corvetto e Lambrate. Le iscrizioni servono per procedere, eventualmente, alle perquisizioni, come sta avvenendo al Trivulzio e in altre due strutture sanitarie. Iscritti anche gli istituti per la legge sulla responsabilità degli enti.
Tra il Pio Albergo Trivulzio e l’istituto Don Gnocchi, sempre di Milano, sono morti dall’inizio della pandemia circa trecento ospiti. Al solo Trivulzio, secondo l’agenzia Ansa, da marzo a oggi le vittime sono state 143.
Il picco nei primi giorni di aprile: le morti sono state più numerose rispetto all’intero mese di marzo. Le perquisizioni e le acquisizioni di documenti riguardano anche altre strutture, oltre al Pio Albergo Trivulzio. La squadra di polizia giudiziaria, guidata da Maurizio Ghezzi, è entrata anche negli uffici della Sacra Famiglia di Cesano Boscone e in una residenza a Settimo Milanese, mentre la finanza sta lavorando nelle sedi del Pat. Le attività andranno avanti per tutto il giorno.
Il Trivulzio, fra le residenze sanitarie assiste milanesi, conta il maggior numero di decessi. Sia per questo fascicolo che per gli altri sulle Rsa milanesi, gli inquirenti, con gli investigatori del Nas dei carabinieri e con la finanza, dovranno lavorare su più fronti: dalle analisi sulle centinaia di morti per sospetto Covid-19 fino all’assenza di tamponi e di mascherine e alle minacce denunciate dal personale sanitario. Si indaga anche sulle eventuali omissioni nei referti e nelle cure fornite, sulla presunta ‘commistione’ tra anziani e pazienti dimessi dagli ospedali e infine sul ruolo dell’amministrazione regionale nella predisposizione di linee guida e piani pandemici.
Fra i punti su cui si concentrano le indagini della procura di Milano sul Pat, così come sulle altre Rsa milanesi, ci sono anche gli effetti della delibera regionale dell’8 marzo che dava la possibilità alla strutture, su base volontaria, di ospitare pazienti Covid dimessi dagli ospedali, perchè si era reso “necessario liberare rapidamente i posti letto degli ospedali per acuti (terapie intensive, sub intensive, malattie infettive, pneumologia, degenze ordinare)”.
A seguito di quella delibera, il Trivulzio ha assunto il ruolo di centro di ‘smistamento’ di questi pazienti nelle altre strutture e, invece, formalmente non ha mai ricevuto pazienti colpiti da Coronavirus. La Regione aveva disposto, comunque, che quei pazienti dovessero essere accolti nelle case di riposo in strutture separate rispetto a quelle in cui sono ospitati gli anziani.
(da agenzie)
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Aprile 14th, 2020 Riccardo Fucile
PECCATO CHE SOLO TREMONTI LO PENSASSE IN EUROPA, NON RISULTA ALCUN RIFERIMENTO IN TAL SENSO NEL DOCUMENTO FINALE (COME DA SMENTITA UE).. E LA MELONI CONTINUA A NON RISPONDERE PERCHE’ HA SCRITTO LA FALSITA’ CHE “GUALTIERI HA ATTIVATO IL MES”
Giorgia Meloni ha un’arma segreta per convincerci tutti che lei con il MES non c’entra nulla, non c’era e se c’era dormiva. E quell’arma segreta ha un nome e un cognome: Giulio Tremonti.
La leader di Fratelli d’Italia non ci ha ancora spiegato perchè sulla sua pagina facebook c’era scritta la bufala del ministro Gualtieri che ha firmato per attivare il MES, una fregnaccia che dimostra anche l’incompetenza di chi l’ha firmata (l’attivazione del MES è una procedura che passa per diverse fasi, un memorandum of understanding sulle condizioni del prestito e poi un voto del parlamento nazionale per approvarlo, come in Grecia), però ci tiene tantissimo a farci sapere che quella del 2011 è una bufala.
Per questo ha deciso di convocare Tremonti, il quale, essendo il ministro dell’Economia quando l’Italia stava per finire a rotoli a causa della crisi dello spread, ha sicuramente nel curriculum tutte le conoscenze necessarie per spiegarci come va il mondo e come funzionano i mercati finanziari e la diplomazia dell’Unione Europea.
E allora, eccolo in un video — e successivamente in un articolo sul Foglio in risposta a un pezzo di Luciano Capone che ha scatenato un dibattito interessante su Twitter — a spiegare in un minuto “la verità sul MES”, che sarebbe questa:
1. Il Governo di centrodestra parlò sempre e solo di istituire un Fondo Salva Stati finanziato con Eurobond, quindi il Mes lo avrebbe firmato pensando che andasse in tal senso.
2. Gli Eurobond spariscono dal dibattito nel 2012 con il Governo Monti.
3. L’attuale versione del MES fu trattata, firmata e voluta dal Governo Monti, che lo trasformò da Fondo Salva Stati a una sorta di recupero crediti delle banche tedesche.
Allora, proviamo a partire dall’inizio.
Tremonti sostiene che il Fondo Salva Stati dovesse, nelle sue intenzioni, essere finanziato con Eurobond.
Quindi negli impegni che ha firmato lui dovevano esserci gli eurobond, direte voi, perchè altrimenti mica l’ex ministro avrà firmato qualcosa senza che ci fossero, vi pare, acca’ nisciuno è fesso, no?
E invece no. Gli eurobond non ci sono nell’accordo sul MES firmato da Giulio Tremonti a nome del governo italiano nel 2011. Ohibò, che colpo di scena.
E si prevedono fondi dei governi per finanziare il Fondo Salva-Stati, al contrario di quello che dice Tremonti. Cosa è successo?
È successo che nel 2011, è vero, Tremonti ha proposto gli eurobond e Germania e Francia hanno detto no.
Fu il Consiglio dei Ministri del Governo Berlusconi IV ad approvare il 3 agosto 2011 “il disegno di legge per la ratifica della decisione del Consiglio Europeo 2011/199/Ue, che modifica l’articolo 136 del Trattato sul funzionamento della Ue relativamente a un meccanismo di stabilità (Esm — European Stability Mechanism), nei Paesi in cui la moneta è l’euro. Obiettivo della Decisione è far sì che tutti gli Stati dell’Eurozona possano istituire, se necessario, un meccanismo che renderà possibile affrontare situazioni di rischio per la stabilità finanziaria dell’intera area dell’Euro”.
Il Consiglio dei Ministri del 3 agosto 2011 fece seguito al Consiglio Europeo del 25 marzo 2011, in cui l’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi rappresentò l’Italia al tavolo in cui si definirono i contenuti del Mes.
La Cancelliera tedesca era ovviamente Angela Merkel. Il Governo Berlusconi IV ebbe Bossi ministro per le Riforme, Meloni ministra per la Gioventù, Calderoli ministro per la Semplificazione, Nitto Palma ministro per la Giustizia dal 27 luglio 2011, La Russa ministro della Difesa, Tremonti ministro per l’Economia e Gelmini ministro per l’Università .
E che ci sia stato un voto in quel consiglio dei ministri sul MES, anche se Giorgia Meloni magari non lo ricorda — occupata com’è a inventare che Gualtieri ha firmato per attivare il MES — lo dice lo stesso Tremonti
E così possiamo già mettere un punto importante a questa discussione, quello che riguarda il punto 1 citato da Giorgia Meloni, ovvero: “Il Governo di centrodestra parlò sempre e solo di istituire un Fondo Salva Stati finanziato con Eurobond”.
Di che abbiane parlato non lo sappiamo, ma il dato di fatto è che è stato istituito un Fondo Salva Stati NON finanziato da Eurobond, tanto che Maurizio Ricci su Repubblica del 20 agosto 2011 già spiegava che gli Eurobond sarebbero stati “un salto di qualità rispetto al meccanismo messo in piedi dall’eurozona con l’Efsf (l’European financial stability facility)“.
Attenzione: Tremonti continua ad affermare che il voto sul fondo era strumentale per l’emissione di Eurobond. Questo è affermare la sua volontà politica, ma primo quel voto non impegnava all’emissione di Eurobond e secondo Germania e Francia all’epoca non volevano gli Eurobond.
Tremonti poteva immaginare tutto quello che voleva all’interno della sua personale battaglia politica. Purtroppo quella battaglia politica l’ha persa.
Di certo c’è però un altro fatto che Tremonti, nei punti 2 e 3, omette: anche Mario Monti avrebbe voluto, esattamente come Tremonti, gli Eurobond. O almeno questo è quello che ha sempre sostenuto il presidente del Consiglio succeduto a Berlusconi. Anche lui ha perso la sua battaglia politica, mentre Tremonti sembra volergli attribuire una volontà al puro e precipuo scopo di tenere in piedi una narrazione (quella del MES del 2011 che conteneva o serviva per gli Eurobond) che è semplicemente falsa.
Falsa perchè gli Eurobond non c’erano nel MES del 2011 e perchè l’opposizione di alcuni paesi allo strumento era tale che quella firma non avrebbe aiutato alcunchè, come poi puntualmente accadde.
E ora che abbiamo rinfrescato le idee a Giorgia, qualcuno ci può spiegare perchè la leader di Fratelli d’Italia ha scritto che Gualtieri l’altra notte ha attivato il MES o vogliamo continuare a cambiare discorso?
(da “NextQuotidiano”)
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