Aprile 26th, 2020 Riccardo Fucile
SONDAGGI TRAGICI, SCHEMA RIPETITIVO, LEADERSHIP OSCURATA: L’OROLOGIO POLITICO DEL SALVINISMO E’ FERMO AL 20 AGOSTO
Chissà se Matteo Salvini avrà pensato, rimuginato, per poi rimuovere immediatamente il dubbio
devastante, anche di fronte all’ultimo sondaggio Ipsos di stamattina, l’ennesimo che conferma un crollo piuttosto significativo: “Se non lo avessi fatto, quel maledetto Papeete, adesso sì, che sarei il dominus della situazione, il Viminale, l’emergenza, altro che Conte e Casalino, e gli italiani sarebbero con me”.
Perchè l’impressione, fuori e anche dentro la Lega, è proprio questa: l’orologio politico e biologico di Salvini è fermo ad allora, un po’ come quello di Renzi al 4 dicembre, a un lutto ancora non elaborato, metabolizzato, superato.
Rimozione che, in una fase di emergenza estrema, diventa spaesamento, incapacità di adattarsi alla realtà , coazione a ripetere, come quei fantasisti che fanno sempre la stessa finta, finchè non trovano un difensore esperto che capisce subito come fermarli.
“Apriamo tutto”, quando il Governo chiude, “chiudiamo tutto” quando il Governo apre, anzi “non riapriamo tutto” mentre il Governo discute, “Draghi forse” anzi no, “usciamo dall’Euro”.
Solo il solito schema, la solita finta, il solito passo, l’essere contro a prescindere, che poi è il modo migliore per non impensierire l’avversario.
Formatosi sull’istinto, interprete della dittatura dell’istante, emotiva e non razionale, è un leader fuori contesto, nel momento in cui il virus ha infettato le sue certezze.
Gli occhiali dei muri sono saltati, perchè il virus passa tra i corpi, saltati anche quelli dei porti, perchè gli africani ci temono più di quanto noi temiamo loro (e la Tunisia blocca i rimpatri), l’Europa matrigna è quella che oggi chiude i confini e sospende il patto di stabilità , la prossima manovra potrebbe essere così pesante da finanziarsi tutta in deficit, altro che zerovirgola.
E poi non si vota, non ci sono campagne elettorali da fare, piazze da riempire o campanelli da suonare: insomma la realtà oggettiva è una narrazione più forte di qualunque “Bestia” e la paura che ha chiuso gli italiani in casa ha diminuito gli incassi degli impresari che sulla paura hanno mietuto enormi fatturati elettorali.
Nella fase dell’irresistibile ascesa, Giancarlo Giorgetti lo chiamava la “gallina dalle uova d’oro”, capace di trasformare in consenso tutto: gaffe, strafalcioni, incoerenze. Adesso che i sondaggi, settimana dopo settimana, certificano che la covata è meno generosa, Giorgetti ama ripetere che “prima o poi la campanella suonerà per tutti e finirà la ricreazione”.
La campanella è l’emergenza economica e sociale, l’inquietudine dei produttori, il dramma dei lavoratori che prima o poi romperà questo gioco di specchi del “populismo” fermo al 20 agosto: l’opposizione che sogna la spallata, il Governo che, come allora, cerca nell’inaffidabilità altrui il suo collante. In fondo, il populismo si nutre di quella che una volta, nell’era unopuntozero, i tanto vituperati partiti chiamavano propaganda.
Per due anni almeno, a salvinismo imperante, le televisioni erano degli ansiogeni, che hanno trasformato l’immigrazione in una fobia collettiva, neanche ci fosse l’invasione degli Unni, inducendo il bisogno di un uomo d’ordine che fermava i barconi a favor di camera, tranne poi mettere i malcapitati a Rocca di Papa, tanto finito il tg chi se ne accorge. Adesso la costruzione della leadership è nell’arte delle conferenze stampa nell’ora dei tg, con i “ci riabbracceremo presto”, anche se siamo il primo paese ad aver chiuso e l’ultimo a riaprire ancora non si capisce come.
È il populismo bellezza!, che rende le mitiche cassette che Berlusconi mandava ai tg roba da artigiani o quelle di Renzi che scendeva dall’aereo come Obama roba da ragazzini.
Per ora c’è da mettere agli atti la crisi di Salvini, tutta politica, nient’affatto banale. Strategica, si sarebbe detto una volta. E anche all’insegna del più classico paradosso. Perchè mentre Salvini si è perso nella grancassa nazionalista, ossessionato dalla competizione con la Meloni, proprio sul terreno della pandemia è riemersa, prepotente, la constituency della Lega nord.
Il profondo nord, operoso e produttivo, quello che telefonava a Giorgetti a palazzo Chigi per risolvere i problemi, quello che adesso si affida al pragmatismo di Zaia, quelli che “se ci fermiamo noi si ferma l’Italia” e hanno trovato una rappresentanza politica più aggressiva nel nuovo corso di Confindustria: è un mondo che ha condizionato i tempi dell’emergenza e ora pretende protagonismo nella ricostruzione.
È tutto qui lo spaesamento di Salvini, lost in translation, costretto a passare da “chiudiamo tutto” ad “apriamo tutto”, quando a febbraio andavano di moda li aperitivi a Milano, per poi tornare al “chiudiamo tutto” quando la Lombardia chiedeva la “zona rossa”, ma sempre ca va san dire, pretendendo “chiarezza, chiarezza, chiarezza” dal Governo nazionale.
A pensar male si fa peccato, ma certe volte ci si indovina. È lecito immaginare che, se invece di Lombardia, Veneto e Piemonte, il virus avesse colpito Emilia e Lazio, avrebbe guidato un assalto fisico ai Palazzi, non riguardando l’emergenza il suo core business e le responsabilità della sua classe dirigente (vai alla voce Rsa, ad esempio).
E invece si ritrova incastrato, mentre cresce il consenso alla Meloni, populista ma coerente, e di Zaia, il leghista democristiano che sul campo ha acquisito le stellette del leader naturale.
Certo, se fosse stato ancora al Viminale, sarebbe stato tutto più facile. E invece si trova in una morsa del diavolo, consapevole che l’unica vera alternativa a questo Governo non è lui perchè finchè c’è lui il Governo ha il suo collante, ma l’alternativa è un’ipotesi che rischia di seppellirlo per sempre.
Perchè quel che sostiene Giorgetti, il Governo Draghi, a questo punto non nasce da una scelta della politica, ma dal suo default, da una situazione di emergenza che travolge tutto: Governo, opposizione, e populismo di Governo e di opposizione.
(da “Huffingtonpost”)
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Aprile 26th, 2020 Riccardo Fucile
TOGLIE IL DUO SALVINI & MELONI DAL PIEDISTALLO E AVVOLGE CONTE NELLA CORTESIA ISTITUZIONALE, FACENDO VALERE LA SUPERIORE ESPERIENZA POLITICA
La vera fase due è quella di Silvio Berlusconi, come il Gigante-pensaci-tu torna e risolve. Declina la propaganda e riappare, forse, la politica, e allora lui che della reclame ne è stato il re, avendo conosciuto la politica, cala la carta dello “statista”. O almeno crede di esserlo. Toglie il duo Salvini&Meloni dal piedistallo del centrodestra, è vero, ma soprattutto sorride a Giuseppe Conte, lo avvolge nella cortesia istituzionale e con la grammatica della correttezza costituzionale siede al tavolo della sostanza di governo, proprio quell’esecutivo fortemente voluto e sostenuto dai suoi nemici di sempre: Piercamillo Davigo, Marco Travaglio e Beppe Grillo, la trimurti in lotta eterna contro lo “psiconano” di Arcore. Berlusconi comunque offre questa illusione.
Chi parla con il tycoon lo sa: “Il presidente non sosterrà mai un governo Conte, semmai un esecutivo Draghi”.
Rieccolo il Cavaliere in versione Covid-19. Che stoppa la mozione di sfiducia ai danni del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, firmata da Fratelli d’Italia e Lega.
E se l’ex premier si oppone, la mozione salta. Punto.
Si diverte con Zoom e Skype e conclude ogni video call allo stesso modo: “Al di là di queste cose, vi dico: state attenti, preoccupatevi della vostra salute e dei vostri cari perchè è un momento difficile”.
I collaboratori sono entusiasti. “È rinato”, dicono. “È tornato a divertirsi”, insistono. Prima ancora che la Lombardia diventasse zona rossa, prima ancora del match fra Atalanta e Valencia, che forse fu detonatore del virus, il vecchio Cav – ormai in modalità “young” – che la sa sempre lunga, ha fatto i bagagli ed è fuggito in Provenza, a Valbonne, a casa della figlia Marina.
Fa il nonno — dettaglio: uno dei figli di Marina si chiama Silvio e lui ci va pazzo — e nel frattempo si è ripreso la scena. Ricorda quei trequartisti a fine carriera che danno del tu al pallone e potrebbero da un momento all’altro piazzarla all’incrocio dei pali, magari dopo aver passeggiato tutto il match.
In tenuta casual, pull over rigorosamente blu, seduto al tavolo con davanti il suo portatile Apple e una miriadi di fogli, studia, compulsa i sondaggi, cammina lungo le distese di lavanda, e poi incide.
Incide eccome ora che la propaganda non serve più. Proprio ora che l’eterna campagna elettorale di Salvini è stata anestetizzata dal Coronavirus e il Capitano continua a perdere terreno settimana dopo settimana.
Si rimette alla tolda di comando di un centrodestra, scolpisce un “viva il Mes” nel segno dell’europeismo, e soprattutto prende le distanze dalla sfiducia all’inquilino di via XX settembre, caldeggiata dai sovranisti. E non sarà un caso se proprio nei giorni della ri-centralità è riapparso il solito Gianni Letta, il tessitore del berlusconismo.
Gianni e Silvio. Silvio e Gianni. Forse c’è la longa manus del consigliere principe, o forse è più semplicemente la fase arzilla dell’inquilino di villa San Martino che fa lo stabilizzatore e si diverte a recitare la parte dello “statista”.
Eppure sul suo tavolo non c’è nessuna ipotesi di sostenere un governo Conte.
Raccontano che la maggioranza del gruppo parlamentare non accetterebbe mai che gli azzurri si trasformino nella stampella dell’avvocato del popolo. Oltretutto, spiegano, “il presidente sa che la stagione di Conte sta per finire”.
E allora qual è la strategia? Sembra più un divertimento, si dirà . Semmai lo scenario potrebbe mutare se si creassero le condizioni di un esecutivo a guida Mario Draghi, l’ex governatore della Bce che il leader azzurro considera cosa sua. E di cui, va da sè, ne tesse le lodi: “Farebbe ripartire il Paese”. Ma è ancora presto.
Nell’attesa “Silvio” si gode la scena ribaltando una massima di Antonio Ricci. Una volta il papà di Striscia la Notizia disse che la grossa colpa di Berlusconi è di aver creato i berlusconiani e gli antiberlusconiani. “Ora — sghignazza – sono tutti berlusconiani”. Riecco il Cavaliere. Anzi, “The Young Cav”.
(da “Huffingtonpost”)
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Aprile 26th, 2020 Riccardo Fucile
NON SOLO IL CATTIVO GUSTO DI FARSI UN SELFIE IN UN CENTRO TECNOLOGICO DI ESAMI DEI TAMPONI, MA PURE SENZA MASCHERINE E DISTANZIAMENTO
Una normale festicciola tra amici, quella della sindaca leghista di Lodi Sara Casanova. ![](https://i.postimg.cc/K8qV8mzQ/festa-sindaco-lodi.jpg)
Se non fosse che in questo periodo sono vietati gli assembramenti e che l’allegra comitiva, che ovviamente non ha saputo rinunciare ai selfie di rito, si è riunita nell’ufficio che la prima cittadina, presidente della Fondazione Ptt, ha nel Parco tecnologico padano, un centro di ricerca poco fuori città , dove da alcune settimane vengono processati i tamponi per scoprire chi è infetto da Covid-19
Con i lodigiani chiusi in casa ormai da due mesi, sottoposti a controlli, con oltre 62 deceduti nella casa di riposo Santa Chiara, sui quali la leghista ha mantenuto per settimane il silenzio (i faldoni della casa di riposo sono stati acquisiti nei giorni scorsi dai carabinieri dei Nas di Cremona), e con la sindaca stessa che nelle ultime settimane invitava i suoi concittadini a rispettare le leggi, a provocare l’ennesimo scivolone della leghista ancora una volta la stessa buccia di banana, i selfie, come era accaduto con la foto di auguri pasquale dopo il consiglio comunale fiume dell’11 aprile, quando lei, il suo vice e alcuni tra assessori e consiglieri di opposizione, si erano ritratti senza il minimo rispetto delle distanze di sicurezza.
Nel selfie pubblicato su Instagram da un invitato alla festa, pubblicato sull’account Michele Miartus, di un dipendente del Parco tecnologico padano, la Casanova sembrerebbe l’autrice dello scatto.
Alle sue spalle, adulti sorridenti, senza mascherina e alcuni bambini, tra cui la figlia della stessa sindaca. Lo scatto, e la festa, molto presumibilmente ieri, dato che il post è di questa mattina alle 9,17.
In un comunicato, la consigliere comunale di opposizione, Laura Tagliaferri, scrive:
“Non era bastata la festicciola pasquale in Broletto, adesso c’è anche quella con famigliola al seguito (incluso il Segretario provinciale della Lega) al PTP, luogo in cui si analizzano i tamponi per il covid e in cui quindi l’attenzione al rispetto delle norme di distanziamento sociale dovrebbe essere a maggior ragione tutelata. A rendere il tutto ancora più sfacciato, è il fatto che è la Sindaca stessa a scattare il selfie dell’allegro rinfresco. Ci auguriamo che il Comandante della Polizia Locale impartisca al Sindaco la sanzione che spetta a tutti i cittadini che violano i divieti e che il Sindaco, dal canto suo, tragga le dovute conseguenze circa la sua adeguatezza a guidare la città . Vergogna.”
(da “NextQuotidiano”)
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Aprile 26th, 2020 Riccardo Fucile
L’AGENZIA: “ATTACCO INGIUSTIFICATO E IGNOBILE”… SOLIDARIETA’ AI GIORNALISTI DA PARTE DEL MONDO POLITICO E DELL’INFORMAZIONE: “LA LEGA SI DISSOCI DALLE PAROLE RAZZISTE DELLA CONSIGLIERA MONTEMAGNI”… ANCHE MUSUMECI SOLIDARIZZA CON LA STAMPA
Alla consigliera regionale leghista Elisa Montemagni non piace che possa accedere solo alle notizie di Italpress “con sede a Palermo”. Una dichiarazione pubblica che la stessa agenzia di stampa palermitana ha duramente stigmatizzato: “E’ un attacco ingiustificabile e ignobile”.
“Elisa Montemagni, Capogruppo leghista in Consiglio regionale della Toscana che in una nota pubblicata su agenzie e siti internet scrive: “Abbiamo a piu’ riprese sollevato la questione relativa alla totale mancanza di materiale informativo proveniente dalle Agenzie di stampa nazionali, come, ad esempio, l’Ansa, l’Agi, la Dire ed Askanews”, “da qualche tempo possiamo, infatti, consultare solo i ‘lanci’ di Adnkronos, piuttosto attenta alla realta’ regionale e dell’Italpress; quest’ultima, con sede a Palermo, non ci risulta neanche abbia un apposito spazio riservato alle notizie provenienti esclusivamente dalla Toscana”.
La redazione ritiene queste parole altamente lesive del lavoro quotidiano di decine di giornalisti dell’Italpress, a partire dai colleghi che, ormai da anni a Firenze e dalla Toscana, assicurano una capillare copertura di tutti i principali eventi politici, economici, di cronaca, sport e spettacoli e di decine di settori di nicchia che da sempre l’Italpress copre in ogni regione italiana.
Vorremmo ricordare alla consigliera leghista che: a) l’agenzia Italpress e’ un’agenzia di stampa nazionale con 32 anni di storia alle spalle; b) ogni giorno pubblica sulle sue reti oltre duemila lanci dall’Italia e dall’estero;c) ha redazioni a Roma e Palermo e sedi in diverse altre regioni italiane, Toscana compresa;d) l’agenzia Italpress e’ vincitrice di un bando pubblico dal consiglio regionale del quale la consigliera fa parte.
Vorremmo inoltre ricordare alla consigliera Montemagni:
1) che noi non consideriamo per un’azienda editoriale e un’azienda in genere un handicap o un peccato originale, come invece lei lascia intendere nella sua nota, essere nati a Palermo e avere mantenuto la redazione centrale in Sicilia. Anzi.
2) che l’Italpress oggi da’ lavoro quotidiano a centinaia di collaboratori in tutta Italia, dal profondo Nord passando per la “sua” Toscana fino alla Sicilia oltre che a decine di giornalisti assunti con articolo 1
3) che le sarebbe bastato andare sul sito italpress.com per trovare due spazi dedicati alle notizie provenienti dal consiglio regionale della Toscana e dalla Giunta regionale e consultabili in chiaro da chiunque
4) che le notizie del consiglio regionale e di tutti gli altri settori vengono pubblicate in un notiziario Regioni in cui ampio spazio viene dedicato quotidianamente alla Toscana
5) che per il Consiglio regionale la copertura quotidiana delle notizie viene assicurata da uno dei collaboratori, regolarmente contrattualizzato e esclusivamente dedicato ai lavori dello stesso Consiglio e della Giunta regionale.
La redazione dell’Italpress, convinta che la signora Montemagni abbia espresso una opinione del tutto personale, chiede pertanto alla Lega della Toscana di dissociarsi dalle sue parole razziste e lesive del lavoro quotidiano e della dignita’ professionale di decine di professionisti.
Solidarietà all’Italpress è giunta da più parti, a cominciare dal presidente della Regione Nello Musumeci, dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando, alla Assostampa della Toscana
(da agenzie)
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Aprile 26th, 2020 Riccardo Fucile
“VIOLATO IL REGOLAMENTO, IL CONDUTTORE NON HA ASSICURATO IL RISPETTO DELLE DISPOSIZIONI SUI MEDIA”
Alcuni passaggi della puntata di “Fuori dal Coro”, andata in onda su Rete4 il 21 aprile scorso, con le
dichiarazioni di Vittorio Feltri sui meridionali inferiori, hanno violato il Regolamento di contrasto all’hate speech oggetto di una delibera dell’Agcom. E il comportamento del conduttore, Mario Giordano, ad avviso dell’Autorità , “non ha assicurato il rispetto dei principi e delle disposizioni cui devono adeguarsi i fornitori di servizi media”.
E’ la conclusione cui è giunto il Consiglio dell’Autorità che ha avviato pertanto nei confronti della Società RTI (la società Mediaset cui fanno capo le reti) un procedimento sanzionatorio ai sensi dell’art.7 comma 2 del Regolamento.
Il Consiglio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, si legge in una nota, ritiene che “specifici passaggi, nelle modalità di conduzione dell’intervista al Direttore di un quotidiano nazionale, costituiscano una violazione dei principi e degli obblighi del Regolamento di contrasto all”hatespeech’ di cui alla Delibera 157/19/Cons”.
Il Consiglio dell’Agcom — spiega una nota — ha “rilevato, a seguito del monitoraggio degli uffici relativo alla trasmissione ‘Fuori dal Coro’, alcuni elementi critici nella puntata andata in onda su Rete4 il 21 aprile 2020. Il Consiglio ha ritenuto che specifici passaggi, nelle modalita’ di conduzione dell’intervista al direttore di un quotidiano nazionale (il direttore di ‘Libero’ Vittorio Feltri ospite di Mario Giordano, ndr) costituiscano una violazione dei principi e degli obblighi del Regolamento di contrasto all”hatespeech’ di cui alla Delibera 157/19/CONS.
In particolare, nel corso di un’intervista nella quale sono stati espressi giudizi sommari e ingiustificati volti a riproporre stereotipi relativi alla provenienza territoriale dei cittadini italiani, il comportamento del conduttore, ad avviso dell’Autorità , non ha assicurato il rispetto dei principi e delle disposizioni cui devono adeguarsi i fornitori di servizi media audiovisivi e radiofonici soggetti alla giurisdizione italiana nei programmi di informazione e intrattenimento, per assicurare il rispetto della dignita umana e il principio di non discriminazione e contrasto alle espressioni di odio, come definite alla lettera n) dell’articolo 1 della Delibera 157/19/CONS”.
“Le violazioni riscontrate — prosegue la nota — peraltro oggetto di una comunicazione anche da parte del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei giornalisti, nel rispetto della separazione di responsabilita’ e di funzioni, sono state valutate dall’Autorita’ particolarmente gravi, anche in ragione della circostanza che gli episodi di ripetuta discriminazione e valutazione stereotipata nei confronti di gruppi di cittadini sono avvenuti nell’ambito di un dialogo tra due giornalisti tenuti, per altro verso, al rispetto delle norme e attribuzioni dell’Ordine, richiamate dallo stesso articolo 2, comma 2, del Regolamento. In conclusione, in considerazione della circostanza che la trasmissione è già stata oggetto di accertamento della violazione del Regolamento nel mese di marzo ai sensi dell’articolo 7 comma 1 della delibera 157/19/CONS, per infrazioni contestate già nel luglio 2019, e che in quella sede si è convenuto sulla necessità di continuare a monitorarne l’andamento, l’Autorità ha giudicato la violazione sistematica e particolarmente grave e ha avviato pertanto nei confronti della Società RTI un procedimento sanzionatorio ai sensi dell’art.7 comma 2 del Regolamento”.
(da agenzie)
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Aprile 26th, 2020 Riccardo Fucile
OVVIAMENTE TUTTI VOLEVANO APRIRE DI PIU’: CHI LE FABBRICHE, CHI LE MESSE, CHI “IL PAESE”… SENZA CAPIRE CHE RIAPRIREBBERO SOLO LE SALE DI RIANIMAZIONE CON NUOVI CONTAGIATI… GIUSTE LE OSSERVAZIONI DI DECARO E DELLA RAGGI: “MANCANO REGOLE PER I TRASPORTI PUBBLICI”
A dare la cifra di quanto siano ore difficile e a testimoniare come ancora non c’è una piena concordia tra Governo ed enti locali è Antonio Decaro, il presidente dell’Anci. Quando finisce l’ennesima cabina di regia il primo cittadino di Bari si ferma a riflettere: “In realtà ci aspettavamo di più”.
Succede che nel corso della task force sulla riapertura del 4 maggio il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si ritrova davanti a sè alcuni amministratori che rumoreggiano.
Al termine parte la batteria di dichiarazioni fuoco di Italia Viva, che lamenta il complessivo eccesso di prudenza del Governo.
Malumori espressi esplicitamente anche dalla Cei, per il divieto confermato di dire messa, a cui si unisce anche il dem Andrea Marcucci. Anche Confindustria scalpita, lamentando la nebulosa sul “come” ripartire.
Il confronto nella cabina di regia è piuttosto rapido, rispetto alle aspettative della vigilia, per consentire a Giuseppe Conte di rispondere al pressing accelerando l’annuncio della Fase 2 agli italiani, come spesso è accaduto nell’orario dei telegiornali.
Se questo è il clima quando tutto spengono il collegamento Skype o Zoom, nel corso della videoconferenza il sentiment non è dissimile.
Raccontano che un certo punto della reunion Decaro, accompagnato anche dai governatori, alza la mano e dice: “Chiedo a nomi di tutti i sindaci le linee guida per il trasporto pubblico perchè in tutto il Paese si metteranno in moto 2 milioni e 700 mila persone per andare a lavorare. Quelle persone avranno bisogno di sapere come si devono spostare perchè non potremo utilizzare gli autobus a pieno carico. Abbiamo la necessità di capire quali sono le modalità di utilizzo del trasporto pubblico sulla base delle indicazioni che arriveranno dalle autorità sanitarie nazionali”.
Dall’altra parte l’avvocato del popolo replica ma rimanda la palla agli esperti: “E’ una valutazione che stiamo facendo con il comitato tecnico scientifico”.
Le lamentele non finiscono qui con il duo Raggi-Decaro che insiste: “Ma se aumentano le deroghe, introducendo la possibilità di incontrare i parenti, noi sindaci come faremo con i controlli?”.
Per non parlare delle critiche che giungono da Italia Viva. Al mattino quando Teresa Bellanova si è seduta al tavolo con i capidelegazione di maggioranza, la pasionaria del renzismo ha battuta i pugni davanti al presidente del Consiglio. Ci sono momenti di alta tensione. “Bisogna riaprire il Paese, bisogna celebrare le funzioni religiose”.
Al termine arriva la critica forte della Cei, che ribadisce l’autonomia della Chiesa. I vescovi mettono nero su bianco il loro malumore: “I vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto” affermano, e sono parole che pesano soprattutto per chi come Giuseppe Conte ha da sempre cercato un rapporto stretto con il Vaticano.
“Alla Presidenza del Consiglio e al Comitato tecnico-scientifico si richiama il dovere di distinguere tra la loro responsabilità , dare indicazioni precise di carattere sanitario, e quella della Chiesa, chiamata a organizzare la vita della comunità cristiana, nel rispetto delle misure disposte, ma nella pienezza della propria autonomia”.
Concorda la ministra Bonetti: “Non posso tacere di fronte alla decisione incomprensibile di non concedere la possibilità di celebrare funzioni religiose. Da ministra non mancherà la mia voce ferma perchè nel Consiglio dei Ministri si consideri di modificare questa decisione”.
(da agenzie)
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Aprile 26th, 2020 Riccardo Fucile
TRA I MOTIVI PER USCIRE DI CASA SI AGGIUNGERA’ LA VISITA A PARENTI E ATTIVITA’ MOTORIA A DISTANZA… RESTA INSOLUTO E VAGO IL PROBLEMA DELL’AFFOLLAMENTO DEI MEZZI PUBBLICI: MASCHERINA OK MA OBBLIGO DI DISTANZA SUI BUS COME SI AFFRONTA IN CONCRETO NON SI SA
Dal 4 maggio sì agli incontri con i familiari più stretti (anche anziani, ma indossando la mascherina e
senza assembramenti), sì alla ripresa delle attività motorie a distanza e sì anche alla possibilità di rientro nel luogo di domicilio o residenza di chi è rimasto bloccato dal lockdown nelle città in cui studia o lavora.
Resta però l’autocertificazione, anche se sarà diversa e con più possibilità .
Sarà possibile tornare a celebrare i funerali, ma soltanto alla presenza dei familiari più stretti (non più di 15 persone), ma per riprendere le messe bisognerà aspettare ancora. La riapertura del commercio al dettaglio invece è prevista per il 18 e non più per l’11. E il premier Conte in conferenza stampa annuncia per l’1 giugno la riapertura di bar, ristoranti, parrucchieri e saloni estetici.
Gli spostamenti
A insistere per mantenere l’obbligo dell’autocertificazione per gli spostamenti all’interno del Comune o della Regione sono stati in particolare i ministri Speranza e Boccia. Cambierà il modulo perchè alle già note motivazioni per uscire di casa si aggiunge quella della visita ai parenti, secondo precise modalità per tutelare salute e sicurezza. Ci si potrà muovere all’interno del proprio Comune e della propria Regione, non ancora invece in altre regioni se non per ragioni di lavoro o salute.
Anche se cadrà il divieto, che era stato introdotto con il lockdown, di spostarsi dal luogo in cui ci si trovava verso quello di domicilio o di residenza.
Sarà dunque possibile per gli studenti o i lavoratori o chiunque altro rimasto bloccato in un’altra città dal lockdown fare ritorno a casa.
Gli incontri
Una prima apertura al ritorno ad incontrarsi arriva con l’autorizzazione a vedere familiari stretti, genitori, sorelle, fratelli, nonni. Il che non vuol dire consentire riunioni di famiglia: resta valido il divieto di assembramenti, anche in casa. Soprattutto per proteggere i più anziani è prescritto l’uso della mascherina.
Attività motorie
Come annunciato, dunque, sarà consentita la ripresa dell’attività motoria non più nei pressi della propria abitazione, sempre individualmente o comunque a distanza di almeno un metro, con la sola eccezione di persone conviventi nella stessa casa.
La regola della distanza vale anche per i giardini pubblici, che avranno con ingressi contingentati. Sì anche all’attività motoria con i figli o alle passeggiate con persone non autosufficienti. Potranno riprendere ad allenarsi gli atleti professionisti delle attività individuate dal Coni, non gli sport di squadra per i quali la ripresa potrebbe essere il 18 maggio. Per l’attività sportiva la distanza minima prevista è di due metri. Per la semplice attività motoria è invece di un metro.
Bar e ristoranti in take away
In attesa della riapertura di bar e ristoranti, ma anche di centri estetici e parrucchieri, annunciati dal premier Conte per l’1 giugno, viene confermata, a partire dal 4 maggio, la possibilità di fare ristorazione con le modalità di vendita da asporto oltre che di domicilio. Il consumo non deve avvenire all’interno del locale, nè al suo esterno devono formarsi assembramenti in cui non si rispetta la distanza fra le persone. “Si dovrà entrare uno alla volta – ha spiegato Conte -, rispettando la fila, le distanze, con i dispositivi di protezione”
I negozi
Per gli esercizi commerciali al dettaglio la riapertura è fissata per il 18 maggio e non per l’11 come ipotizzato in un primo momento. Su richiesta del Comitato tecnico scientifico si è ritenuto di programmare step di riapertura di 14 giorni per verificare gli effetti di ogni riapertura. Parrucchieri, barbieri, centri estetica, come detto, riapriranno l’1 giugno assieme a bar e ristoranti.
Messe e funerali
Accolte solo in parte le richieste della Cei per la ripresa delle funzioni religiose. Dal 4 maggio potranno essere nuovamente celebrati i funerali ma solo alla presenza degli stretti familiari (parenti di primo o secondo grado), non più di 15 persone, se possibile all’aperto e a distanza l’uno dall’altro. E tutti dotati di mascherina. No invece alle messe, nonostante la proposta articolate di misure di distanziamento da parte della Cei. Durante l’incontro è stato posto con fermezza anche il tema della riapertura dei cimiteri, sia pure in sicurezza. A farlo in particolare l’Anci, per bocca del suo vicepresidente Roberto Pella. Il governo, però, ha preso tempo e non ha ancora ufficialmente aperto a questa possibilità .
Le attività produttive
Confermato anche il calendario delle ripartenze delle attività produttive. Si comincia già domani con le aziende ritenute strategiche, dai cantieri dell’edilizia pubblica al manufatturiero per l’export con richieste di autorizzazione in deroga ai prefetti. Dal 4 tutte gli altri e il commercio all’ingrosso funzionale a queste filiere.
(da agenzie)
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Aprile 26th, 2020 Riccardo Fucile
CONTE: “MONITONEREMO LA CURVA DEI CONTAGI, SE DOVESSE AUMENTARE PRONTI A BLOCCARE”… “MASCHERINE NON DEVONO COSTARE PIU’ DI 0.50 EURO”
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte presenta in conferenza stampa il superamento del lokdown che partirà dopo il 4 maggio. “Inizia la Fase Due”, esordisce. “Se ami l’Italia mantieni le distanze”, dice. “Sarà fondamentale il comportamento responsabile di ciascuno di noi: Non bisogna mai avvicinarsi, la distanza di sicurezza deve essere di almeno un metro”.
“Serve una stagione interna di riforme”. “Con più di 37,5 febbre si deve stare a casa”. “La scuola ripartirà a settembre”. Questi alcuni diktat del dcpm che il Governo ha messo a punto con il comitato tecnico scientifico diretto dal dottor Colao.
“Avremo prezzo calmierato equo per le mascherine, sarà senza Iva, il prezzo sarà 0,50 per le mascherine chirurgiche”.
“Ci avviamo ad allentare il lockdown per il 4 maggio – spiega il premier – ma vogliamo mantenere la situazione sotto controllo. Le Regioni giornalmente dovranno fornirci la curva del contagio e l’adeguatezza del servizio sanitario. Così, se vedremo situazioni critiche circoscritte potremo intervenire, non accetteremo di avere situazioni che ci sfuggono dal controllo”.
Il 4 maggio ripartirà cil commercio all’ingropposso, dal 18 quello al dettaglio. Il primo giugno è la data per cui vorremo riaprire attività dei bar ristorazioni parrucchieri centri estetici barbieri e centri massaggio. C’è una programmazione per la riapertura delle stazioni balneari.
Conferma misure assembramenti e spostamenti all’interno della Regione con le regole di prima, aggiungiamo spostamenti mirati per far visita a congiunti, con mascherine e mantenimento delle distanze.
All’interno delle Regioni spostamenti come adesso, divieto spostarsi tra Regioni, tra regioni spostamento per esigenze lavorative assoluta urgenza o motivi di salute.
Per persone con sintomi devono restare presso il loro domicili e avvisare medico curante. Non consentiamo party privati a giovani o persone adulte.
Consentiamo accesso a parchi ville e giardini pubblici ma con misure, i sindaci potranno disporre la chiusura di queste aree.
L’attività motoria basterà un metro di distanza.
Saranno consentiti allenamenti per atleti di discipline individuali. Per le cerimonie funebri, c’è stata fitta interlocuzuione rigido su questo fronte. Ha addolorato tutti assistere tanti decessi senza cerimonia funebri, saranno consentite le crimonie funebri con congiunti, fino a un massimo di 15 persone con mascherine e nel rispetto del distanziamento sociale.
“Mi scuso dei ritardi su Cig e Bonus, ma c’è stato un’enorme mole di lavoro”. Non diobbiamo sbloccare i cantieri, ma dobbiamo sbloccare il Paese”.
“Con il recovery found in Europa abbiamo ottenuto un risultato storico, ed è stato creato uno strumento innovativo che offrirà ai Paesi più colpiti di percorrere una strada di rirpesa grazie alla solidarietà “.
“Dovremo vigilare, monitorare costantemente, affinche’ la curva” del contagio “non risalga e essere pronti per intervenire in modo tempestivo laddove la curva dovesse diventare critica. Abbiamo predisposto un meccanismo per consentirci di intervenire”, dice il presidente del consiglio in conferenza stampa a palazzo Chigi.
“Stiamo tutti affrontando una prova molto dura. Anche nei prossimi mesi ci aspetta una sfida molto complessa. Molti di voi vorrebbero un definitivo allentamento delle misure. Possono quindi anche reagire negativamente in questa fase, affidarsi alla rabbia, cercare un colpevole, prendercela con un familiare, con la politica, con il governo o con la stampa. Oppure possiamo scacciare il risentimento e pensare a cosa ciascuno puo’ fare per consentire questa rapida ripresa.
Ciascuno di noi tutti indistintamente dobbiamo gettare le basi della ripartenza del paese. Rimboccarci le maniche: il governo fara’ la sua parte, ci sara’ una stagione intensa di riforme, cambiare quelle cose che nel paese non vanno da tempo. Noi, con la squadra dei ministri, non ci tireremo indietro”.
(da agenzie)
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Aprile 26th, 2020 Riccardo Fucile
IL MANUALE DI ISTRUZIONE: VISITE “MIRATE” E PROTETTE TRA FAMILIARI, FUNERALI A NUMERO CHIUSO, MASCHERINE IN PUBBLICO E SUI MEZZI DI TRASPORTO, OVUNQUE DISTANZIAMENTO SOCIALE, AZIENDE MANIFATTURIERE PURCHE’ ABBIANO ADOTTATO MISURE SICUREZZA
Di seguito l’elenco di alcune delle misure previste per la Fase 2, come annunciate in conferenza stampa
dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
– Dal 4 maggio saranno consentite le cerimonie funebri, sino a un massimo di 15 persone con mascherine e distanze
– Sarà consentito l’accesso a ville e parchi pubblici, ma nel rispetto delle distanze e delle prescrizioni di sicurezza. In particolare: “L’accesso del pubblico ai parchi, alle ville e ai giardini pubblici è condizionato al rigoroso rispetto del divieto di ogni forma di assembramento di persone in luoghi pubblici”. Bisognerà mantenere la “distanza di sicurezza interpersonale di un metro; il sindaco può disporre la temporanea chiusura di specifiche aree in cui non sia possibile assicurare altrimenti il rispetto di quanto previsto dalla presente lettera”.
– Sarà consentito il rientro nel proprio domicilio o residenza
– Ok alle visite mirate tra familiari. Conte ha parlato di “visite ai parenti ma nel rispetto delle distanze e con le mascherine. No a ritrovi di famiglia”. E ancora: “Rispettare il metro di distanza di sicurezza. Anche nelle relazioni familiari state attenti, rispettate queste precauzione perchè gli esperti ci dicono che almeno un contagiato su 4 avviene nelle relazione familiari
– Non sarà consentito il trasferimento tra Regioni, tranne che per motivi urgenti come quelli di lavoro
– Chi ha febbre oltre 37,5 deve restare a casa e avvertire il proprio medico
– Consentite dal 4 maggio le sessioni di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti riconosciuti di interesse nazionali dal Coni e dalle federazioni, ma solo nel rispetto delle norme di distanziamento sociale, evitando assembramenti. Dunque allenamenti a porte chiuse per le discipline individuali
– Ristorazione con asporto. Si entrerà uno alla volta e il cibo si consuma a casa
– Riapriranno le attività di manifattura, ma con il rispetto di tutti i protocolli di sicurezza
– Ci sarà un protocollo di sicurezza anche per le aziende di trasporto
– Il 18 maggio riapertura del commercio al dettaglio
– Il 18 maggio apertura mostre, musei e allenamenti squadre
– Il 1 giugno potrebbero riaprire bar, ristorazioni, centri estetici e parrucchieri
– Le scuole restano chiuse, si riparte a settembre. “Tutti gli esperti ci dicono che” con le scuole aperte “avremo una nuova esplosione del contagio nel giro di una-due settimane”, ha detto Conte.
(da “Huffingtonpost”)
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