Maggio 31st, 2020 Riccardo Fucile
L’ASSESSORE CHE SMENTISCE IL GOVERNATORE, BERTOLASO CHE SI ARRAMPICA SUGLI SPECCHI: I DETTAGLI DELLA COMMEDIA DEI PUPI
Alla fine spunta una nota, una lettera d’invito con la data del 20 maggio. C’è la firma del presidente della Regione Nello Musumeci e un numero di protocollo, 12087.
È giallo però sulla presenza in Sicilia dell’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso e su una consulenza che gli sarebbe stata affidata dalla Regione:
Bertolaso è stato avvistato a Palermo il 27 maggio, ha mangiato in un’osteria del centro storico di Palermo con una tavolata della quale facevano parte anche il presidente della Regione Nello Musumeci e l’assessore regionale alle Attività produttive Girolamo Turano. “Prenderà il posto di Antonio Candela”, ha ricostruito il giorno dopo il Giornale di Sicilia. “No, non è vero”, ha detto giovedì in conferenza stampa lo stesso Musumeci.
“Si trovava in Sicilia per ragioni di lavoro”, ha corretto ieri pomeriggio l’assessore alla Salute Ruggero Razza.
La versione ufficiale, suffragata adesso dalla presunta lettera del 20 maggio, è che Bertolaso sia stato invitato da Musumeci in Sicilia per “partecipare ad una riunione inerente l’emergenza Covid-19”.
Nella lettera c’è anche un passaggio esplicito sulla possibilità di aggirare la quarantena, imposta invece a chiunque venga nell’Isola per motivi turistici: e non è un dettaglio, perchè giovedì in conferenza stampa il governatore aveva evocato apertamente la natura turistica della presenza di Bertolaso nel Trapanese.
“Sapevo che Bertolaso andava a Trapani dove ormeggia la sua barca – ha detto il governatore all’agenzia Agi – così ci siamo incontrati e abbiamo mangiato assieme qualcosa. Abbiamo affrontato tanti temi, ma mai parlato di affidargli il posto di Candela”. Così, ieri mattina, il quotidiano La Sicilia si era chiesto perchè a Bertolaso fosse concessa la possibilità di venire in Sicilia per motivi turistici mentre a tutti gli altri, residenti di ritorno inclusi, è imposto l’auto-isolamento per 14 giorni.
“Giolitti – attaccava così il presidente dell’Antimafia Claudio Fava – diceva che ‘per gli amici le leggi si interpretano’ e oggi lo dicono anche Musumeci e Razza.
Costretto, quest’ultimo, a smentire il suo stesso presidente pur di salvare la faccia.
Infatti, se per uno Bertolaso era qui ‘per motivi personalì e, quindi, avrebbe dovuto osservare la quarantena, per l’altro era qui per lavoro, pur di non ammettere l’evidenza”.
L’ex capo della Protezione civile ora sostiene di essere stato chiamato nell’Isola per “studiare il modo migliore per consentire ai turisti di venire qui tranquilli e sicuri e ai siciliani di evitare di essere contaminati”
Evidentemente per la Regione sarà stato impossibile organizzare una semplice video-conferenza.
(da agenzie)
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Maggio 31st, 2020 Riccardo Fucile
LA GRANDE ETICA DI TOTI: “QUESTA E’ POLITICA, ALTRIMENTI UNO FA IL PRETE O IL VOLONTARIO”…OPPURE NON VOTA PER UN SOGGETTO COME TE
C’è un piccolo caso mediatico-giudiziario già ribattezzato dalla stampa locale “Serafini-leaks” che sta smuovendo ambienti politici della regione Liguria e che riguarda un’indagine che è stata aperta con l’ipotesi di reato di abuso d’ufficio, a carico di ignoti, avviata a seguito di un esposto presentato da Elisa Serafini, collaboratrice di TPI ed ex Assessora al Marketing Territoriale e alla cultura del Comune di Genova, eletta con una lista civica a sostegno del Sindaco Marco Bucci (Lega).
Elisa Serafini aveva reso pubbliche alcune vicende all’interno del suo libro “Fuori dal Comune”, pubblicato in maniera indipendente pochi giorni fa, denunciando di aver subito “numerose pressioni per assegnare fondi pubblici a soggetti non legittimati a beneficiarne”. Parenti di politici, sostenitori delle campagne elettorali ed ex candidati: tutti soggetti che avrebbero ricevuto poi incarichi di consulenza e fondi dal Comune di Genova o da soggetti legati politicamente agli enti locali.
Dagli atti pubblicati dal Fatto Quotidiano risultano messaggi inviati da Serafini al governatore della Regione Liguria Giovanni Toti:
Elisa Serafini: “Darò le mie dimissioni: mi è stato chiesto di fare cose contro la mia coscienza e contro la legge”.
Giovanni Toti: “In che realtà vivi? Per fare il bene bisogna sapere coltivare il male. E’ politica, sennò uno fa il prete o il volontario”.
Uno degli episodi contestati riguarderebbe l’assegnazione di una consulenza da 30mila euro a una ex candidata della Lista Civica a sostegno del Sindaco. Inizialmente proposta sotto forma di progetto “culturale” con la stampa di 500 copie di un libro al costo di 50mila euro (come aveva rilevato Il Secolo XIX), poi trasformata in una consulenza per un fantomatico progetto con i giovani e, infine, in una mostra temporanea di fotografie costata 30mila euro di cui più della metà versati in consulenze.
Pressioni simili erano state denunciate anche da un altro consigliere comunale di maggioranza: Ubaldo Santi, il cui esposto ha dato il via ad un’inchiesta per turbativa d’asta in una vicenda che coinvolge la vendita delle farmacie comunali.
Serafini ha pubblicato su un sito apposito centinaia di fonti (omettendo dati sensibili), accessibili con una password indicata nel libro “Fuori dal Comune”, scegliendo una strada simile a quella degli “hacktivist” di Wikileaks.
Il Magistrato che sta indagando sui fatti presentati nell’esposto è Francesco Paolo Cardona Albini, è stato Pubblico Ministero al Processo relativo all’irruzione all’interno della scuola Diaz, all’epoca del G8 di Genova, nel 2001.
Il caso sollevato da stampa locale e nazionale è destinato a far discutere a lungo
(da TPI)
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Maggio 31st, 2020 Riccardo Fucile
PERCHE’ MAI LA GRECIA DOVREBBE FAR ENTRARE CITTADINI PROVENIENTI DA ZONE AD ALTO CONTAGIO?… I GOVERNATORI PENSANO CHE ALL’ESTERO NON SAPPIANO LEGGERE I DATI DEL COVID IN ITALIA?
Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto. La Grecia mette il veto, o quasi, sui voli in partenza da queste regioni. Sono in buona compagnia: nella lista c’è anche il Belgio intero, l’area di Parigi in Francia, buona parte dell’Olanda, Lisbona in Portogallo, fra le altre Madrid in Spagna, Stoccolma in Svezia e quasi tutto il Regno Unito. Tante le chiusure totali rispetto ad altri Paesi del resto del mondo fra i quali Bielorussia, Bangladesh, Cile, Indonesia, metà degli Stati Uniti e del Brasile.
Nella Fase 2 stabilita da Atene, dal 15 giugno al 30 giugno, “i voli internazionali sono ammessi negli aeroporti di Atene e Salonicco”.
A patto che non si parta da aeroporto non presente nell’elenco, i passeggeri saranno soggetti a test casuali solo all’arrivo.
“Se il viaggio è stato effettuato da uno degli aeroporti dell’elenco delle aree colpite, i passeggeri verranno invece sottoposti a test all’arrivo ed è richiesto il soggiorno di una notte in un albergo designato in attesa dei risultati. Se il test è negativo, il passeggero si dovrà mettere in auto quarantena per sette giorni. Se il test è positivo, viene messo in quarantena sotto controllo per 14 giorni.
Dal 1 luglio in poi Atene apre ai voli internazionali in tutti gli aeroporti della Grecia. I visitatori saranno comunque soggetti a test casuali all’arrivo. “Ulteriori restrizioni relative ad alcuni Paesi saranno annunciate in un secondo momento” avverte l’ambasciata
La risposta del il governatore del Veneto Luca Zaia non lascia molto spazio alla diplomazia: “La Grecia che mette al bando il Veneto mi pare allucinante. Mi chiedo cosa pensino i loro operatori, sono i nostri turisti che vanno lì. Se poi vogliono anche, chiamiamo il prof Crisanti, per fare un giro di tamponi a casa loro”.
Peccato che proprio Crisanti oggi abbia detto che è stato prematuro il liberi tutti tra le Regioni (altro che la Grecia).
(da agenzie)
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Maggio 31st, 2020 Riccardo Fucile
DUBBI SULLA LOMBARDIA: “NON SAPPIAMO A QUANDO SI RIFERISCANO I TAMPONI CHE COMUNICANO OGNI GIORNO”
“Diciamo che è stata una decisione precipitosa. Io avrei aspettato prima di fare ripartire i viaggi interregionali, in particolare dalla Lombardia dove ancora non c’è chiarezza sui dati”.
Lo dice al Messaggero il professor Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Medicina molecolare dell’Università di Padova e virologo, che da giorni sta ripetendo che “non siamo usciti dall’epidemia, anche se i dati sono migliorati”.
Crisanti frena le fughe in avanti (“non riaprirei le discoteche”); ora ha dubbi sulla bontà della scelta del governo di concedere i viaggi interregionali senza distinzioni, anche in quelle zone che ogni giorno registrano 200-300 nuovi casi positivi.
“Partiamo da un presupposto – premette – il rischio zero non esiste, un virologo risponderebbe che anche un solo caso positivo è troppo perchè potenzialmente può diffondere il contagio. Ma in questa vicenda il problema con cui abbiamo a che fare in Lombardia è un altro: non sappiamo a quando si riferiscano quei tamponi positivi che comunicano ogni giorno, quando sono stati materialmente fatti o richiesti. Da quello che risulta, si va anche parecchio indietro nel tempo. In questo modo è molto difficile azzardare delle valutazioni”.
Alla quasi-vigilia della riapertura dei confini regionali prevista per il 3 giugno, la sorvegliata speciale per i dati del contagio resta da più parti la Lombardia. Ne sono una dimostrazione le dichiarazioni di vari sindaci e presidenti di regione, prevalentemente al Sud — è il caso di Vincenzo De Luca, per esempio — per cui la riapertura dell’area più colpita è prematura.
E questo si spiega in parte con il fatto che più del cinquanta percento dei contagi in Italia sono concentrati nella regione lombarda. L’altra spiegazione riguarda le incertezze e i dubbi sull’affidabilità dei numeri forniti quotidianamente dalla Regione.
Non sono mancate le polemiche su nei scorsi giorni, a partire dalla ricostruzione pesantissima fatta della Fondazione Gimbe di Nino Cartabellotta alla regione Lombardia di combinare «magheggi sui numeri» (la regione ha annunciato la querela). Oggi a insinuare altri dubbi è Andrea Crisanti, “l’uomo dei tamponi” del Veneto, virologo e direttore del laboratorio dell’Azienda ospedaliera di Padova.
Secondo Crisanti infatti «[…] non sappiamo a quando si riferiscano quei tamponi positivi che comunicano ogni giorno, quando sono stati materialmente fatti o richiesti. Da quello che risulta si va anche parecchio indietro nel tempo».
Il problema è duplice perchè se da una parte i tamponi eseguiti diversi giorni fa non possono darci un’idea precisa dell’attuale numero di contagi, non possono neppure aiutarci a capire se l’alleggerimento delle misure restrittive ha funzionato o se ha portato a una nuova ondata di contagi che procede inosservata.
«Sono tamponi riferiti a infezioni avvenute anche parecchie settimane fa — insiste Crisanti.- In questo modo non è proprio possibile prendere una decisione che calcoli tutti i rischi, in modo corretto. Non sappiamo se in Lombardia vi sia l’effetto delle riaperture del 18 maggio, quanto abbia influito la fine del lockdown», dice il direttore del dipartimento di Medicina molecolare dell’Università di Padova.
/(da agenzie)
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Maggio 31st, 2020 Riccardo Fucile
PSEUDO ESPERTI CHE RACCONTANO BALLE OSPITATI IN TV CON TUTTI GLI ONORI, NEGAZIONISTI E SALTIMBANCHI
Non c’è solo il Coronavirus, un altro agente virale ha contagiato l’informazione e oggi ne raccogliamo i frutti. Il 30 maggio 2020 verrà ricordato per le piazze colorate di arancione non per il «valore democratico» dell’iniziativa, ma per il disordine informativo e per quella malafede da parte di coloro che, attraverso le false notizie, spingono la convinzione che l’emergenza Coronavirus sia una truffa.
In piazza c’erano uomini e donne, giovani e meno giovani, con le mascherine abbassate e senza alcun rispetto delle distanze. Dove? Soprattutto a Milano, in Lombardia, dove si registrano ancora nuovi contagi e dove vengono registrati ancora i decessi di coloro che si sono imbattuti contro il virus nei mesi o nelle settimane precedenti.
C’era chi protestava per le difficoltà economiche dovute alla legittima chiusura emergenziale, proteste altrettanto legittime visto quanto sia Governo che opposizione proseguano indecisi sul da farsi
Al fianco di queste persone c’era chi, come i “leader” alla Pappalardo, era sceso in piazza cavalcando la credenza che vede l’emergenza come una truffa dei “Poteri forti”.
Questi ultimi, anche usando la tecnologia 5g, sarebbero decisi a vaccinare forzatamente l’intera popolazione per far cassa e controllare tutti attraverso dei pericolosissimi microchip inoculati con la punturina.
In questi mesi sono circolate numerose falsità sul Covid-19, in particolare le teorie di complotto basate su una continua e martellante disinformazione scientifica (e non solo) diffusa attraverso i social network e riproposta nei media tradizionali attraverso testate giornalistiche e ospitate nei programmi televisivi più seguiti a livello nazionale o locale.
Facciamo qualche esempio. Il 30 maggio era presente a Roma, con megafono al seguito, il negoziante di videogiochi che dal Giappone aveva pubblicato un video sulle presunte proprietà del farmaco Avigan contro il Covid-19. Un video virale, molto controverso, nato non a seguito di un’informazione riscontrata in oriente ma proveniente da una sua fonte italiana via Whatsapp.
Un’informazione che, alla fine, si è rivelata falsa perchè in Giappone non hanno sconfitto il virus con quel farmaco che ancora oggi non ha dimostrato la sua efficacia. Nel frattempo il ragazzo venne intervistato da Giletti durante la sua trasmissione in una delle televisioni più importanti e seguite in Italia.
Giulio Tarro, un virologo tenuto molto in considerazione negli ambienti NoVax per le sue posizioni e a volte spacciato per Premio Nobel, è stato intervistato da Bruno Vespa a Porta a Porta per parlare di Covid-19.
Lo stesso Tarro che aveva pubblicato su riviste scientifiche predatorie strani articoli sul tema e che aveva sostenuto che uno studio scientifico avrebbe dimostrato che gli asintomatici non sono contagiosi senza aver neanche letto veramente lo studio.
Lo stesso Tarro che risultava tra i «peggiori» nella classifica degli «esperti più scarsi» pubblicata su Il Tempo a firma Bechis, articolo usato per attaccare Burioni ed altri e che, ad oggi, risulta rimosso.
Ad alimentare ulteriormente credenze e convinzioni negazioniste ci sono i numerosi interventi da parte di Stefano Montanari ospite in diverse trasmissioni online o di televisioni locali per raccontare le sue “verità ” accusando gli operatori sanitari di ignoranza.
Ospite di Byoblu, aveva sostenuto la tesi dei «solo 3 morti per Covid-19» diffondendo ulteriormente la tossica narrativa in cui i decessi venissero gonfiati.
Ospite di un altro canale social, aveva associato l’uso delle mascherine al rischio di contrarre il cancro. Falsità , come tante altre dette sul tema dei vaccini, e non è un caso che sia stato denunciato da medici e operatori sanitari per le sue parole.
L’intervista a Byoblu di Stefano Montanari, colui che ha definito il coronavirus un “virus fasullo” e sostiene che il vaccino sarà una truffa colossale per “iniettarci qualunque cosa”. Screenshot di una delle chat complottiste nate durante la pandemia.
Lasciamo stare Al Bano e i dinosauri, in questi mesi abbiamo assistito a livello mondiale ad un continuo martellamento di notizie imprecise, infondate, false e complottiste che hanno intossicato e minato il mondo dell’informazione mettendo a rischio la salute delle persone. Il 30 maggio abbiamo assistito ai primi frutti dell’infodemia, speriamo di non doverne raccoglierne altri con nuovi contagi e un ritorno alla fase 1.
(da Open)
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Maggio 31st, 2020 Riccardo Fucile
L’EDITORIALE COMMENTA LA FOLLA RIUNITA A MILANO
“La più imponente riunione di idioti degli ultimi decenni”. Così in un editoriale a firma di Francesco Anfossi, Famiglia Cristiana commenta la folla di gilet arancioni riunita nella giornata del 30 maggio.
I manifestanti hanno affollato piazza Duomo di Milano – tra le città più colpite dal covid – senza rispettare le distanze e senza alcuna mascherina o protezione, sostenendo che il virus sia un’invenzione.
Si legge su Famiglia Cristiana:
O si è scoperto che l’arancio protegge dal Covid-19, oppure abbiamo assistito alla più imponente riunione di idioti degli ultimi decenni, poichè nessuno di loro aveva la mascherina e teneva la men che minima distanza, proprio nel giorno in cui in Lombardia si superava la soglia dei 16 mila morti.
Quanto ai contenuti, tra le recenti dichiarazioni del neo Generale “Aperol” c’è la seguente, consultabile su you tube: «Uno che lavora con noi, di Bergamo, si sente improvvisamente male: tosse, respirazione affannosa come il Coronavirus ma ha deciso di curarla come una normale influenza e di fare anche gli esercizi di yoga, di autoconcentrazione. Bene, è guarito. Come ha detto il dottor Montanari, l’uomo è fatto di fisico ma anche di mente». Che insomma il Covid si cura con lo Yoga. A Bergamo.
Non so se ridere o piangere, non so nemmeno se il Covid ci ha reso tutti più buoni, certamente non ci ha fatti più saggi.
(da agenzie)
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Maggio 31st, 2020 Riccardo Fucile
“MILLE PERSONE DIETRO A UNO ZIMBELLO DEL WEB, SIAMO MESSI MALE. MA PARECCHIO MALE”
“Se ci avessero detto che questo ospite minore della Zanzara avrebbe portato le masse in piazza, per giunta in tempo di pandemia, ci saremmo messi a ridere. E invece non c’è nulla da ridere, perchè — conclude Vasco — in questo paese la farsa ha preso ormai il posto della realtà . L’ignoranza regna, la rabbia a caso domina”
“Il problema non è solo che un migliaio di persone abbiano manifestato fregandosene del distanziamento sociale, e dunque sputando in faccia alla loro (e sticazzi) e alla nostra salute, ma che migliaia di persone — non solo a Milano — siano scese in piazza per seguire un personaggio caricaturale e marginale, da anni zimbello del web e della “politica”, convinto che il covid si curi con lo yoga e che il futuro sia il ritorno alla lira italica (io preferirei i sesterzi: li trovo più moderni)”.
Lo scrive Vasco Rossi in un post sul suo profilo Instagram riferendosi alla manifestazione promossa da Antonio Pappalardo.
“Se ci avessero detto che questo ospite minore della Zanzara avrebbe portato le masse in piazza, per giunta in tempo di pandemia, ci saremmo messi a ridere. E invece non c’è nulla da ridere, perchè — conclude Vasco — in questo paese la farsa ha preso ormai il posto della realtà . L’ignoranza regna, la rabbia a caso domina. E il buon senso è più fuori moda del mangianastri. Siamo messi male. Ma parecchio”.
(da agenzie)
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Maggio 31st, 2020 Riccardo Fucile
IL PAESE NON E’ NUOVO A EPISODI DEL GENERE… I QUATTRO GIOVANI OSPITI AVEVANO FATTO VOLONTARIATO PER GLI ABITANTI DEL PAESE DURANTE L’EMERGENZA COVID
Azione intimidatorio la notte scorsa a Collebeato, in provincia di Brescia. Alcuni colpi di pistola sono stati esplosi verso una struttura che ospita alcuni richiedenti asilo collegati al progetto Sprar. Nessuno dei migranti è rimasto ferito e le indagini sono affidate ai carabinieri che stanno ricostruendo quanto accaduto anche attraverso le telecamere di sicurezza.
Collebeato non è estranea a fatti di questo genere.
Già nell’ottobre scorso, un raid di matrice nazifascista aveva preso di mira il sindaco Antonio Trebeschi. Quel giorno, un gruppo di persone ha fatto irruzione in una casa in cui alloggiavano alcuni ospiti dello Sprar lanciando un oggetto che ha provocato una forte esplosione.
In seguito, il gruppo si è diretto davanti alla casa del sindaco Trebeschi e qui ha lanciato un secondo ordigno che ha distrutto la cassetta della posta e danneggiato il portone.
Il raid è terminato solo alcune ore dopo davanti al municipio di Collebeato dove, nella mattinata successiva, sono state rinvenute diverse scritte razziste e il disegno di una enorme svastica
Cinque spari nel cuore della notte. Non hanno ferito nessuno, con i colpi che si sono fermati contro il muro esterno e hanno raggiunto le finestre di un appartamento che fa parte di una struttura dove vivono alcuni richiedenti asilo collegati al progetto Sprar.
“Un gesto inquietante, ma cinque colpi di pistola non fermeranno la solidarietà “, dice il sindaco, Antonio Trebeschi.
In casa al momento degli spari, esplosi attorno alle 3.30, c’erano sei stranieri: due provenienti dall’Iraq, altrettanti dalla Somalia, uno dalla Siria e un altro dal Gambia.
“Parliamo di ragazzi che durante l’emergenza Covid hanno fatto volontariato e distribuito farmaci alla popolazione”, spiega il sindaco Trebeschi, che sugli spari aggiunge: “Evidentemente c’è qualcuno che ha dei grossi problemi e commette gesti simili, ma quanto accaduto non ci fa pensare di non essere sulla strada giusta. I nostri progetti di coesione sociale, che vengono condivisi dalla maggior parte della cittadinanza, non si fermano”.
La procura di Brescia ha aperto un’inchiesta affidata al sostituto procuratore Ambrogio Cassiani che sta ricostruendo quanto accaduto anche affidandosi ai video delle telecamere installate in zona e che avrebbero ripreso una persona in abiti scuri allontanarsi dalla struttura presa di mira. I carabinieri hanno già sentito gli stranieri che erano in casa la notte scorsa e la struttura Sprar è presidiata.
(da agenzie)
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Maggio 31st, 2020 Riccardo Fucile
TROPPE AZIONI VIOLENTE DELLA POLIZIA VERSO MANIFESTANTI, NON C’E’ PIU’ DISTINZIONE TRA CHI SONO I CRIMINALI E CHI NO
È stato dichiarato il coprifuoco in 25 città americane, scelta che non ha fermato la guerriglia urbana. Le forze dell’ordine in tutti gli Stati Uniti stanno alzando il livello dello scontro: sui social network stanno girando tantissimi filmati che immortalano l’escalation della polizia e dell’esercito.
Mentre Trump sembra aver individuato il nemico da incolpare: “Quello che sta succedendo disonora la memoria di George Floyd ed è opera di gruppi radicali di sinistra”, ha detto durante la conferenza per lo storico lancio della Crew Dragon
La sindaca di Atlanta Keisha Lance Bottoms, intervistata dalla Cnn, ha chiesto a Trump di stare zitto: “Sta solo peggiorando la situazione. Dovrebbe smettere di parlare. Sta succedendo di nuovo quello che è successo a Charlottesville”.
Tra le altre cose, ha anche chiesto ai manifestanti di sottoporsi al tampone per il coronavirus. Nella sua città sono state arrestate 70 persone per aver violato il coprifuoco, che è stato esteso fino al 31 giugno.
Nel frattempo, l’esercito ha fatto sentire la sua presenza a Minneapolis, la città dove è stato ucciso George Floyd e centro delle proteste in tutto il paese. La polizia ha parlato di “dozzine di arresti”, senza specificare il numero esatto. Ma c’è stato anche un morto.
Tim Waltz, governatore del Minnesota, ha denunciato un attacco informatico contro “tutti i computer statali. Non si tratta di qualcuno seduto nel suo seminterrato”. Non è ancora chiara la natura dell’attacco hacker, nè chi l’abbia eseguito.
Il poliziotto che ha ucciso George Floyd, Derek Chauvin, è accusato di omicidio colposo. L’avvocato della famiglia, Benjamin Crump, crede che non sia la giusta accusa: ”È stato un omicidio premeditato. Pensiamo che avesse l’intenzione”, ha spiegato alla Cbs. “Ha tenuto per quasi nove minuti il suo ginocchio sul collo di un uomo che implorava di respirare, e per quasi tre minuti dopo che aveva perso conoscenza. Non capiamo come non sia un omicidio di primo grado”.
Inoltre, Crump si è chiesto perchè gli altri tre agenti coinvolti non siano stati arrestati.
Un giornalista di Vice News ha raccontato su Twitter del raid della polizia: si trovavano ad una stazione di rifornimento, quando hanno deciso di entrare. È stato inutile mostrare i tesserini da giornalisti: Michael Anthony Adams è stato gettato a terra, mentre un altro gli spruzzava spray al peperoncino sul volto.
Durante gli scontri a Jacksonville, in Florida, un’altra delle città dove è scattato il coprifuoco, un agente di polizia è stato accoltellato. Lo sceriffo Mike Williams ha spiegato che il suo uomo è stato colpito alla gola, e che si trova in ospedale.
Le violenze della polizia a New York stanno facendo particolarmente notizia.
A Brooklyn due auto della polizia hanno messo sotto alcuni manifestanti che li stavano bloccando tramite l’uso di alcune transenne. Bill De Blasio, sindaco della Grande Mela, ha specificato che “avrei preferito non l’avessero fatto”, ma ha difeso l’operato degli agenti – “non avevano altre opzioni”, fatto smentito dalle immagini dall’alto
Ocasio-Cortez ha criticato le parole del sindaco: “nessuno può lanciare un Suv su una folla di esseri umani”.
Ieri, una ragazza era finita in ospedale a causa di uno spintone violento ed improvviso – oltre che immotivato – di un agente. Oggi, invece, un poliziotto ha spruzzato negli occhi dello spray al peperoncino ad un ragazzo di colore: il giovane era fermo, con le mani alzate, era collaborativo.
Dermot Shea, commissario della polizia di New York, nonostante le critiche si è detto “estremamente orgoglioso” del modo in cui i suoi agenti stanno gestendo le proteste. Solo sabato notte sono state arrestate 350 persone. Il governatore statale Andrew Cuomo ha annunciato l’invio di rinforzi in tutte le città .
E notizie simili arrivano da tutto il paese. A Houston, in Texas, un poliziotto a cavallo ha caricato un gruppo di manifestanti. A Los Angeles, uno schieramento di poliziotti ha sparato ad un gruppo di manifestanti completamente disarmati.
A Denver è stata organizzata una protesta pacifica: migliaia di persone si sono stese a terra, con le mani legate, ed hanno cantato “I can’t breathe”.
Sempre ad Atlanta, è stato ripreso dai giornalisti della Cbs un momento di particolare violenza: l’arresto di due persone all’interno di una macchina ferma. Prima, la donna è stata scacciata con violenza dal veicolo, poi, un altro agente ha spaccato un finestrino per sparare con il taser al pilota. Una escalation per cui, al momento, non si vede la fine.
(da agenzie)
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