Maggio 20th, 2020 Riccardo Fucile
ALICE WEIDEL, LEADER DI AFD, DIMOSTRA LA SOLIDARIETA’ DEI SOVRANISTI TEDESCHI VERSO IL NOSTRO PAESE
Ecco gli alleati di Salvini, eccoli i sovranisti con cui l’ex ministro dell’Interno avrebbe voluto fare
tandem.
Arriva da Alice Weidel, numero uno del partito di destra AfD , nonchè alleata della Lega di Matteo Salvini al Parlamento europeo, un attacco durissimo al piano di aiuti contro la crisi del coronavirus da 500 miliardi.
Secondo la Weidel la cancelliera Angela Merkel “si è inginocchiata di fronte all’avidità della Francia e dei Paesi del Sud Europa iper-indebitati”. Saremmo dunque noi gli avidi, l’Italia.
Per Weidel, il piano del duo Merkel-Macron rappresenta “la rottura di una diga, che mette sottosopra il diritto vigente”. Il riferimento è al fatto che, a differenza delle misure Ue varate finora (su tutti il Mes), l’accordo franco-tedesco (che comunque resta al momento solo una proposta) non prevede prestiti, ma aiuti a fondo perduto che verrebbero finanziati principalmente con l’emissione di titoli di debito garantiti dal bilancio dell’Unione europea e che andrebbero principalmente ai Paesi più colpiti dal coronavirus.
Come spiega Today, “vengono meno due tabù del fronte dell’austerity, di cui fanno parte l’AfD e un pezzo importante del partito della stessa Merkel, ossia il trasferimento di risorse da un Paese all’altro dell’Ue e l’emissioni di bond comuni (anche se non siamo ancora agli eurobond che chiedeva l’Italia).
Proprio l’Italia, secondo quanto scrivono diversi media europei, dovrebbe essere il maggiore beneficiario di questo nuovo fondo (che potrebbe chiamarsi Recovery instrument, secondo la definizione che sembra più apprezzare la Commissione europea)”.
E questo non piace all’amica di Salvini Alice Weidel, che punta a conquistare i consensi nel campo del centrodestra a scapito della Merkel cavalcando i cavalli di battaglia dell’austerity.
(da agenzie)
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Maggio 20th, 2020 Riccardo Fucile
NON SOLO I 4 PAESI DEL NORD, NOTORIAMENTI RIGORISTI, MA ANCHE UNGHERIA, POLONIA E SLOVACCHIA CHE TEMONO DI PERDERE I FONDI CHE SUCCHIANO ALLA UE SENZA MAI COLLABORARE
A due giorni dalla presentazione, il piano franco-tedesco su un ‘recovery fund’ fatto di 500 miliardi di sussidi ai paesi più colpiti dall’epidemia non fa il pieno di applausi in Europa.
Oltre ai paesi cosiddetti ‘frugali’ – i meno generosi con il bilancio europeo pronti a presentare un loro contro-piano – anche nell’est Europa si mettono in fila per criticare Parigi e Berlino.
Ungheria, Polonia, Slovacchia temono di perdere i loro ‘cari’ fondi europei a vantaggio dei paesi più colpiti dalla pandemia, come l’Italia o la Spagna che a loro volta vorrebbero invece rendere “più ambiziosa” la proposta della cancelliera tedesca e del presidente francese.
Lo ribadisce oggi il capo del governo Giuseppe Conte in una telefonata con la presidente della
Commissione europea Ursula von der Leyen.
Intanto, i ‘frugali’, cioè Austria, Olanda, Danimarca e Svezia, annunciano una loro contro-proposta per i prossimi giorni.
Il cancelliere austriaco Sebastian Kurz insiste sul fatto che le risorse non dovranno essere erogate sotto forma di sussidi a fondo perduto, bensì come prestiti che ogni Stato membro dovrà ripagare.
Il premier olandese Mark Rutte usa toni più dimessi, l’arringa contro Parigi e Berlino è molto austriaca. Anche perchè il governo de L’Aja era a conoscenza del piano franco-tedesco: Angela Merkel si era preoccupata di avvertire l’Olanda.
Ma oggi parla anche Rutte, associandosi alla elaborazione di un contro-piano rispetto a quello franco-tedesco, insistendo sul fatto che i paesi che beneficeranno dei soldi dovranno impegnarsi su un programma di riforme strutturali per far scendere il debito.
In sostanza, nella loro contro-proposta, i nordici chiederanno: prestiti e riforme, le due condizioni per tenere a freno il debito dei paesi più deboli dell’Ue, i due paletti più temuti dai paesi del sud.
Il punto è che i quattro ‘frugali’ non sono isolati in Europa.
Anche l’est non festeggia per la proposta di Merkel e Macron. Incredibilmente, anche l’Ungheria del nazionalista Viktor Orban preferisce la modalità del prestito, piuttosto che le sovvenzioni a fondo perduto.
A Budapest si teme che la Commissione riduca i fondi europei, dai quali i paesi dell’est dipendono quasi totalmente, per privilegiare il pagamento ai creditori che acquisteranno i bond comuni. Bond che serviranno a finanziare il ‘recovery fund’.
Sulla stessa linea anche la Polonia. Insomma, il timore è che avere un pil basso, finora condizione infelice ma privilegiata per l’accesso ai fondi, non sia più una priorità in tempi di pandemia. A est la paura è di essere ‘superati’ dai paesi più colpiti dal virus.
Ma il lavoro di Parigi e Berlino resta comunque la base di una trattativa che fino a tre giorni fa non aveva nulla che fosse nero su bianco. Fino a mercoledì, quando von der Leyen presenterà la proposta della Commissione, andrà avanti la trattativa, ogni Stato con i suoi paletti da piantare.
Da parte sua, Conte chiede che si vada oltre i 500 miliardi previsti dal piano Merkel-Macron e si fa scudo della risoluzione approvata il 15 maggio scorso a larghissima maggioranza dall’Europarlamento, nella quale si chiede un fondo di ripresa di mille miliardi, per la maggior parte in sovvenzioni a fondo perduto invece che prestiti, alimentato da bond comuni e inserito in un bilancio europeo arricchito da “risorse proprie” per l’Ue.
Cioè tasse sulla plastica, sui servizi digitali (sospese però in Italia). Un’ipotesi allo studio della Commissione che potrebbe così smussare le criticità sul debito che verrebbe accumulato dall’Ue per costituire il nuovo fondo di ripresa.
(da “Huffingtonpost”)
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Maggio 20th, 2020 Riccardo Fucile
IL RINFRESCO ILLEGALE CON IL SINDACO CHE PRENDE LE PIZZETTE CON LE MANI E SENZA PROTEZIONE… LE REGOLE NON SONO UGUALI PER TUTTI?
Non è passato inosservato il buffet organizzato al primo piano dell’Albergo dei Poveri in occasione dell’inaugurazione del primo lotto dei lavori di riqualificazione alla presenza del governatore Toti, del sindaco Bucci e di vari assessori delle rispettive giunte.
Dopo la conferenza stampa indetta dall’Asp Emanuele Brignole e il classico taglio del nastro, è partito il rinfresco con tartine, pizzette, fave fresche e salame come nella migliore tradizione ligure.
Le linee guida approvate dalla conferenza delle Regioni — e quindi anche dal presidente Toti — specificano tuttavia che “la consumazione a buffet non è consentita” e che la norma si applica, come tutte le altre, a “ogni tipo di esercizio di somministrazione di pasti e bevande, quali ristoranti, trattorie, pizzerie, self-service, bar, pub, pasticcerie, gelaterie, rosticcerie (anche se collocati nell’ambito delle attività ricettive, all’interno di stabilimenti balneari e nei centri commerciali), nonchè per l’attività di catering“.
“Nella notte sono stati liberalizzati i buffet? C’è una nuova ordinanza di Toti e Bucci che dà il via libera ai cocktail rinforzati? O le regole valgono solo per alcuni? — attacca il Pd in una nota — Questa mattina, alla cerimonia di inaugurazione dei lavori di restauro dell’Albergo dei Poveri, i presenti abbiano banchettato in spregio alle ordinanze anti contagio, prelevando senza guanti e mascherine da cabaret di focaccia e cesti di patatine”.
E in effetti, come documentano le nostre immagini, il personale del catering maneggiava il cibo solo con gli strumenti di servizio e offrendo piattini di plastica agli ospiti, ma qualcuno — a partire dal sindaco Bucci, che ha dato il via al pranzo — ha prelevato dai vassoi a mani nude
“Il tutto, mentre bar e ristoranti dopo due mesi di chiusura sono costretti a rispettare regole rigidissime per la consumazione di cibi al banco e al buffet. Ma allora quali sono le regole in vigore? — si chiede ancora il Pd — Dalle istituzioni pretendiamo serietà e attendiamo chiarezza”.
(da agenzie)
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Maggio 20th, 2020 Riccardo Fucile
MENTRE TANTI CITTADINI FATICANO A RIPARTIRE LA GIUNTA SOVRANISTA REGALA OLTRE 10.000 EURO A TESTA A OTTO DIRIGENTI APICALI
La Giunta regionale ha aumentato le retribuzione di posizione annuale degli otto direttori regionali
e del direttore generale dagli attuali circa 55mila euro a 66mila e fino a 69mila “nei casi di particolare merito”.
Lo fa sapere con una nota il consigliere regionale del M5S Domenico Pettinari che parla “di uno schiaffo, l’ennesimo, agli abruzzesi in difficoltà attuato dalla maggioranza di centrodestra con la delibera 273 del 2020”.
“Mentre gli abruzzesi faticano a ripartire, arriva un altro privilegio targato Lega, Fdi e Fi — denuncia Pettinari -. Ci avevano già provato ad aprile ma poi, a seguito anche delle nostre denunce, avevano fatto marcia indietro e un componente della Giunta, che avevo personalmente contattato, mi aveva rassicurato sul fatto che quel punto sarebbe stato cancellato e non riproposto. A distanza di un mese ci riprovano, a dimostrazione che le promesse di una certa politica valgono come una moneta da 5 euro”.
Pettinari chiede la revoca: “sono estremamente deluso, per me una parola data è un impegno preso. Avevo preso l’impegno che su questo tema, come su tutti gli altri del resto, non avremmo fatto sconti a nessuno. Per questo voglio denunciare quanto accaduto e chiedo l’immediata rettifica della Delibera 273/2020 che aumenta la Retribuzione di posizione annuale dei direttori”.
La retribuzione di posizione annuale è una delle tre voci che costituisce il compenso dei direttori “che, a seconda di criteri di valutazione sul lavoro svolto, verrà aumentata da circa 55 mila euro l’anno (anche meno per valutazioni più basse) a circa 66 o addirittura a circa 69mila euro annuali nel caso di particolare merito”.
“In un momento così difficile per tutti gli abruzzesi, in cui l’economia è appesa a un filo, questi aumenti sono inaccettabili”
(da agenzie)
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Maggio 20th, 2020 Riccardo Fucile
“LA SCELTA DI ANDARE IN PIAZZA CON LORO E’ SBAGLIATA, NOI SIAMO UNA FORZA EUROPEISTA E POPOLARE ALTERNATIVA AL SOVRANISMO”
Fa bene la cosiddetta anima liberale del centro-destra a inseguire gli estremisti di destra nelle loro sceneggiate?
“Mi spiace ma la decisione di Fi di andare in piazza il 2 Giugno è sbagliata e cancella gli sforzi sovrumani di Berlusconi, al quale si deve la risalita nei sondaggi. L’elettorato premia la differenza, non l’omologazione: a che serve imboscarci tra i sovranisti? E’ in arrivo una legge elettorale tutta proporzionale:davvero qualcuno pensa che i voti ce li daranno Salvini e Meloni? La mistica del centrodestra unito appartiene a un’altra stagione politica, in questa dobbiamo declinare con forza l’identità di una forza europeista e popolare, alternativa alla sinistra al sovranismo e al populismo. Oggi alle 14,30 via zoom si riunirà la federazione dei partiti dc e chiederò con forza che i dc si facciano sentire di più”.
Così Gianfranco Rotondi presidente della fondazione Dc e vicepresidente del gruppo Forza Italia alla Camera.
(da agenzie)
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Maggio 20th, 2020 Riccardo Fucile
L’INCHIESTA DEL GUARDIAN E DI AVVENIRE DIMOSTRA UNA GRAVE VIOLAZIONE DEL DIRITTO INTERNAZIONALE DA PARTE DELLE AUTORITA’ MALTESI
In un primo momento il sindaco della cittadina siciliana aveva ipotizzato che fossero stati i
trafficanti libici a trasferire i migranti da una nave madre a dei gommoni per aggirare i porti chiusi. Ma secondo un’inchiesta del Guardian e di Avvenire la responsabilità sarebbe delle forze armate maltesi
In un video si vede un’imbarcazione delle Forze armate maltesi circolare nervosamente attorno a un gruppo di persone, spingendole verso un gommone di plastica. Dietro a quelle immagini, diffuse sui social da Alarm Phone, la rete di sostegno indipendente per i migranti che cercano di attraversare il Mediterraneo, c’è un’accusa precisa: Malta avrebbe respinto un centinaio di persone, arrivate nelle sue acque territoriali ad aprile, fornendo loro carburante e indirizzandoli verso l’Italia.
Il caso risale all’8 aprile quando un gruppo di 101 migranti lasciò la Libia per dirigersi verso l’Europa su un gommone. L’arrivo nelle acque territoriale maltesi sarebbe avvenuto l’11 aprile. La stessa imbarcazione arrivò successivamente a Pozzallo in Sicilia il 12 aprile dove finalmente fu accolta. In un primo momento il sindaco della cittadina siciliana aveva ipotizzato che i migranti fossero stati trasferiti da una nave madre su dei gommoni dai trafficanti libici, lasciandoli così nelle acque territoriali italiane.
Secondo l’inchiesta condotta dal Guardian nel Regno Unito e da Avvenire in Italia, con il sostegno di Alarm Phone, il cambio di rotta sarebbe avvenuto invece in punta di fucile. «Quando la nave militare si è avvicinata e ci ha minacciato con le armi, dicendo che dovevamo tornare in Libia, molti si sono buttati in acqua perchè nessuno voleva tornare indietro», racconta uno dei sopravvissuti.
La guardia costiera italiana, interpellata dai due quotidiani, ha detto di non aver ricevuto da Malta alcun avvertimento o notifica a riguardo.
Emerge così un ulteriore dettaglio nella partita a scacchi tra vari paesi europei per il salvataggio e l’accoglienza dei migranti e dei profughi provenienti dalla Libia.
Nei giorni tra il 10 e il 13 aprile l’imbarcazione in questione non era stata l’unica a contattare Alarm Phone. Con i porti ufficialmente chiusi in Italia e a Malta per via dell’epidemia di Coronavirus, sono aumentati i respingimenti e, conseguentemente, anche i naufragi.
In quei giorni una nave con a bordo 63 migranti, rinviata illegalmente in Libia tra il 14 e il 15 aprile, rientrò a Tripoli con 5 cadaveri a bordo e dopo aver perso altre 7 persone in mare.
(da Open)
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Maggio 20th, 2020 Riccardo Fucile
SULLE AMBULANZE DELLA CROCE GIALLA DI PARMA: “NON CONTANO SOLO I SOLDI NELLA VITA, QUESTA ESPERIENZA TI SEGNA, RIFAREI TUTTO”
“Sono stati i 70 giorni più impegnativi della mia vita. Ho trasportato più di 100 pazienti, fatto turni massacranti, pranzavo alla sera, perchè non potevo togliermi quella tuta per non rischiare di contagiarmi finchè non venivo sanificato. Mi sono fatto una promessa prima di entrare per la prima volta su un’ambulanza e ho cercato di rispettarla”.
Maxime Mbandà , 27enne terza linea delle Zebre e della Nazionale, è tornato ad allenarsi alla Cittadella di Parma ma la sua esperienza da volontario della Croce Gialla durante l’emergenza coronavirus l’ha segnato.
“Durante il periodo più intenso ho pianto la sera – ha scritto sui social il rugbista nato a Roma – sfogandomi per quello che vedevo durante il giorno ed a cui non ero abituato, non riuscivo a prendere sonno la notte nonostante fossi distrutto e mi sono ritrovato anche a svegliarmi alle 3 del mattino tutto bagnato per poi scoprire che mi ero fatto la pipì addosso. Quella tuta è stata così tanto la mia seconda pelle in questi due mesi che una volta dopo ore di servizio (e per fortuna avevo finito l’ultimo trasporto della giornata) non sono riuscito a trattenermi e me la sono fatta sotto, di nuovo”.
“Pensavo di avere problemi, stavo vivendo una seconda infanzia in pratica, ma semplicemente non stavo rispettando il mio corpo. Volevo essere in servizio il più possibile e mi sentivo addirittura in colpa quando non ero in Croce Gialla ad aiutare gli altri volontari. Detto questo, rifarei tutto dall’inizio. Anzi, ho ammesso più volte in questo periodo di essermi pentito di non aver iniziato prima e consiglierò d’ora in poi a chiunque di provare a svolgere dei servizi di volontariato e di cercare di percepire le emozioni che lascia, che sono imparagonabili con qualsiasi altra esperienza. E’ giusto pensare ai soldi e alla sopravvivenza nella vita, ma fare qualcosa senza pensare a una retribuzione ma facendola partire dal cuore ha un sapore che per me è paragonabile a quello di un tiramisù, il mio dolce preferito. E spero che, chiunque mai si possa trovare a bussare alla porta di un’associazione, trovi dall’altro lato delle persone splendide – ha concluso Mbandà – che lo accolgano come una persona di famiglia, come è stato per me qui in Seirs Croce Gialla a Parma”.
(da agenzie)
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Maggio 20th, 2020 Riccardo Fucile
LA DENUNCIA NEL RAPPORTO ANNUALE DEL CENTRO ASTALLI
Abolizione della protezione umanitaria, aumento dei migranti irregolari, crisi del circuito
d’accoglienza. E poi, carceri libiche al collasso, torture, crollo degli arrivi. Il 2019 rischia di passare alla storia come l’annus horribilis dell’immigrazione. A denunciarlo è l’ultimo rapporto annuale del Centro Astalli.
Oltre 20mila migranti assistiti.
Il rapporto descrive un anno, il 2019, al fianco di rifugiati e richiedenti asilo con dati e statistiche sui servizi offerti alle 20mila persone incontrate (di cui 11mila solo a Roma).
E mostra come «le politiche migratorie, restrittive, di chiusura, se non addirittura discriminatorie, che hanno caratterizzato l’ultimo anno, acuiscono precarietà di vita, esclusione e irregolarità , rendendo l’intera società più vulnerabile».
Libia, torture e carceri.
Nel 2019, 11.471 migranti sono approdati in Italia (facendo registrare un calo di oltre il 50% rispetto al 2018 e del 90% in relazione al 2017). «Abbiamo più volte denunciato — scrivono i curatori del rapporto — anche con le organizzazioni del Tavolo Nazionale Asilo, che la diminuzione degli arrivi è soprattutto legata all’incremento delle operazioni della Guardia costiera libica: nell’ultimo anno 8.406 persone intercettate nel Mediterraneo sono state riportate in Libia e lì detenute in condizioni che le Nazioni Unite definiscono inaccettabili.
Circa il 35% dei pazienti che si sono rivolti al SaMiFo (struttura sanitaria regionale, ndr) è risultato vittima di tortura o maltrattamenti, di tratta, di mutilazioni genitali femminili e portatore di disturbi post-traumatici.
Nell’ascolto delle storie personali è emersa in maniera drammatica la rappresentazione dei centri di detenzione libici: luoghi fortemente traumatizzanti, dove torture e violenze di ogni tipo vengono esercitate quotidianamente su uomini e donne inermi, lasciando profonde ferite nei corpi e nelle menti».
Gli effetti dei decreti sicurezza.
In tutti i servizi del Centro Astalli si sono fatti sentire gli effetti dell’entrata in vigore dei decreti sicurezza. «L’abolizione della protezione umanitaria, il complicarsi delle procedure per l’ottenimento di una residenza e dei diritti che ne derivano, e più in generale il moltiplicarsi di oneri burocratici a tutti i livelli, escludono un numero crescente di migranti forzati dai circuiti dell’accoglienza e dai servizi territoriali.
La richiesta di servizi di bassa soglia (mensa, docce, vestiario, ambulatorio) è alta in tutti i territori. Oltre 3mila utenti hanno usufruito della mensa di Roma: tra loro ben il 35% è titolare di protezione internazionale.
Sono persone che, uscite dall’accoglienza assistita, sono state costrette a rivolgersi nuovamente alla mensa in mancanza di alternative. Il centro diurno a Palermo ha accolto 850 nuovi utenti. A Trento per far fronte ai tagli ai servizi sociali è nato il progetto una Comunità Intera, un servizio di accoglienza e assistenza a cui si sono rivolti oltre 250 richiedenti asilo e rifugiati senza dimora. Tra gli utenti dell’ambulatorio di Roma è aumentata la presenza di donne migranti, soprattutto somale e nigeriane, arrivate di recente in Italia. Molte di loro, pur essendo portatrici di vulnerabilità importanti, sono escluse dai circuiti di accoglienza e vivono in condizioni di grave marginalità , con ripercussioni sulla loro salute».
Addio protezione umanitaria.
«Nel 2019 è aumentato il numero di accessi al centro d’ascolto di Roma (+29%), soprattutto da parte di persone che, con l’abolizione della protezione umanitaria, si sono trovate all’improvviso nella condizione di poter perdere il permesso di soggiorno. Rispetto all’anno scorso, gli utenti che si sono rivolti al servizio sprovvisti di documenti validi sono notevolmente aumentati (+79%). Non solo.
Circa i due terzi delle persone che si sono rivolte all’ambulatorio nel 2019 non risulta iscritta al Servizio Sanitario Nazionale: nella maggior parte dei casi si tratta di migranti che vivono in Italia da tempo, ma che per difficoltà relative alla residenza o al titolo di soggiorno non sono riuscite ad accedere, o hanno perso l’accesso, all’assistenza sanitaria pubblica».
(da agenzie)
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Maggio 20th, 2020 Riccardo Fucile
NELLO STUDIO DI NEWGUARD, L’AZIENDA CHE ANALIZZA LE FAKE-NEWS, SPICCANO IL SOVRANISTA MELUZZI, LA LEGHISTA RAMETTA, I GRILLINI MESSORA E LANNUTTI
Più di mezzo milione di persone coinvolte e una serie di account che su Twitter propagano disinformazione in maniera seriale fra Francia, Italia e Germania.
NewsGuard, l’azienda americana fondata da giornalisti che censisce e analizza i siti di informazione stabilendone il grado di affidabilità , ha rintracciato sedici account che funzionano da “super diffusori” di fake news sul coronavirus, cinque dei quali sono italiani.
Nel loro insieme raggiungono circa 616.600 persone, che a loro volta possono aver propagato ulteriormente le informazioni false tramite i propri account.
Tutti i messaggi riportati sono stati pubblicati dopo il 18 marzo, giorno in cui il social network ha annunciato ulteriori sforzi per arginare il problema della disinformazione.
In due casi, uno in Francia e uno in Germania, si tratta di account verificati da Twitter, dunque l’identità del titolare è stata confermata.
Altri invece sono profili che già in passato si erano distinti nel disseminare notizie fasulle. Il sito tedesco Compact-Magazin aveva ad esempio pubblicato teorie del complotto sull’11 settembre, mentre il francese Egalite Et Reconciliation, di estrema destra, aveva condiviso disinformazione sulla guerra civile in Siria.
In Italia brilla Alessandro Meluzzi con un pubblico di oltre 70 mila persone. Ex parlamentare di Forza Italia, ma in realtà dagli anni Settanta ha militato praticamente in ogni schieramento politico partendo dal Partito Comunista Italiano e finendo in Fratelli d’Italia, nella sua biografia si definisce “Medico Psichiatra, psicologo e psicoterapeuta, criminologo. Docente di Psichiatria forense”. Non solo: è primate della Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala Antico-Orientale, un ramo non riconosciuto dalle altre chiese ortodosse nel quale Meluzzi veste i panni di arcivescovo con il nome di Alessandro I.
In un Tweet del 16 aprile, ha pubblicato un link a un video contenente una parte dell’intervista allo statunitense Shiva Ayyadurai, noto per le sue teorie strampalate e per aver sostenuto di essere l’inventore della email.
Ayyadurai in quel filmato spiega che il Covid-19 è opera di organi deviati dello Stato e che lo si può combattere stando al sole o prendendo la vitamina D. Ancora il 9 maggio Meluzzi ha invece promosso un’altra intervista, stavolta alla No Vax statunitense Judy Mikovit: l’origine della pandemia sarebbe in un vaccino antinfluenzale del 2013.
Anche Byoblu in Italia ha più di 70 mila follower. E’ il sito del blogger Claudio Messora che il il 19 marzo ha pubblicato il parere di Stefano Montanari, divulgatore scientifico di riferimento per i movimenti No Vax, secondo il quale “le persone sane non subiscono assolutamente nessun danno da questo virus” e “la mortalità è bassissima, probabilmente addirittura inesistente”. Il 12 maggio, Messora riprende un altro messaggio di Montanari: “Il coronavirus è una bufala. Se fosse stato curato correttamente sarebbe passato inosservato”.
Con Patrizia Rametta, coordinatrice regionale della Lega in Sicilia, scendiamo a 37mila seguaci. Ma i contenuti sono sostanzialmente gli stessi iniziando da un grande classico: “Bill Gates ha il brevetto del Corona Virus già da prima della pandemia”.
E’ seguita da Cesare Sacchetti, autore del blog LaCrunaDellAgo.net, che ha dichiarato: “Le email hackerate da USA confermerebbero fatti gravissimi. Il coronavirus sarebbe stato modificato in laboratorio con l’HIV per essere rilasciato intenzionalmente. Tutto questo per arrivare ad un obiettivo: il microchip di Bill Gates e Rockefeller”.
Infine Elio Lannutti, senatore del Movimento 5 Stelle, 24 mila seguaci e la certezza che “la vitamina C per via endovenosa può aiutare a curare la polmonite e prevenire la replicazione virale”.
(da agenzie)
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