Luglio 12th, 2020 Riccardo Fucile IL LEADER DI AZIONE: “STIAMO FACENDO UN PERCORSO DI RACCOLTA DI VOTI SUL TERRITORIO E NON DI ALLEANZE SBAGLIATE”
Secondo Bettini lui non va d’accordo con nessuno ma solo con se stesso. E a dire il vero al momento sono pochi quelli che si salvano dal giudizio di Carlo Calenda-
“Io sono un grande estimatore di Renzi premier: il più riformista della storia della Repubblica. Abbiamo fatto moltissimi errori politici, me compreso. Ma non condivido una scissione varata dopo che il Pd aveva fatto quello che aveva chiesto proprio Renzi”.
Lo ha detto Carlo Calenda in un’intervista al ‘Corriere della Sera’. Il suo partito, Azione, secondo un sondaggio Ipsos per il quotidiano milanese, entrerebbe in Parlamento, mentre Italia viva di Matteo Renzi rimarrebbe fuori. “È uno dei casi in cui piano piano la coerenza di una posizione politica molto difficile paga, e pagherà molto di più. Alle elezioni supereremo l’8% di Scelta civica: stiamo facendo un percorso di raccolta dei voti sul territorio e non di alleanze sbagliate, che poi è la strada che ha premiato Meloni e Salvini”, osserva Calenda.
Quanto a un’alleanza con l’Iv di Matteo Renzi; “Non esiste. Io non farò mai una alleanza politica con Italia viva. Altrimenti valeva la pena rimanere nel Pd. Serve un centro riformista vero”. E ammette di non sentire più Renzi “da un anno”. “Abbiamo smesso di parlarci. Non ho un problema personale, solo che non condivido niente di quello che fa”, spiega Calenda.
E conclude: “Penso che Azione, +Europa e altre forze popolari e moderate possano far nascere un centro per la ragionevolezza. Se gli italiani si trovassero di nuovo a scegliere tra Salvini e il governo di Conte con alle spalle Casaleggio il Paese sarebbe finito” conclude.
(da Open)
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Luglio 12th, 2020 Riccardo Fucile “NEGLI ULTIMI 30 GIORNI L’ETA MEDIA DEGLI INFETTI E’ SCESA INTORNO A 47 ANNI”
Da non sottovalutare: l’età media dei positivi al Covid-19 si sta abbassando: nell’ultimo mese i
ragazzi under 18 infetti sono quintuplicati, passando dal 2% al 9,43% dei nuovi casi. Quasi uno su dieci.
A lanciare l’allarme è il direttore sanitario dello Spallanzani di Roma, il dottor Francesco Vaia, raggiunto da Il Messaggero: “L’abbassamento dell’età nei nuovi positivi è evidente. Da un lato ci preserva da un incremento di casi gravi, dall’altro deve essere un campanello per invitare tutti a maggiore prudenza”. Negli ultimi 30 giorni, l’età media degli infetti è stimata intorno ai 47 anni. Un dato fortemente in calo rispetto alla media di 61 anni registrata da inizio pandemia.
e preoccupazioni – “Ai giovani dobbiamo chiedere maggiore prudenza, perchè per loro le conseguenze sono meno gravi”, continua Vaia, “ma se il virus continua a circolare rischia di raggiungere le persone più fragili. Il tasso di mortalità tra i giovani è molto basso: fino al 30 giugno sono decedute soltanto venti persone al di sotto dei 30 anni. A destare maggior preoccupazione infatti è la fascia di popolazione tra gli 80 e i 90 anni, dove la letalità arriva oltre il 40%.
Il buon senso non funziona – Discoteche, tavolini all’aperto, piazze piene e assembramenti. Una serie di fattori che ha portato a far abbassare l’età media degli infetti. “Dovremmo fare attenzioni ai mesi invernali, quando torneremo nei locali chiusi”, avverte Vaia. Anche il governo prova a correre al riparo varando nuove misure per evitare il “liberi tutti”. Una situazione, quella della movida attuale, che stride con ciò che succede in aeroporti, stazioni e centri commerciali, dove mascherine e distanziamento sociale restano obbligatori e i controlli frequenti. Quando invece la prevenzione viene affidata al buon senso del singolo, sembra non funzionare come dovrebbe.
(da agenzie)
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Luglio 12th, 2020 Riccardo Fucile DOPO ECONOMISTI E COSTITUZIONALISTI, TOCCA A LORO
Il prof. Pierluigi Lopalco si candida oppure no alle elezioni regionali pugliesi? Non siamo dalle parti dei dilemmi amletici, ma di quelli politici.
Il corteggiamento da parte di Michele Emiliano, che lo ha voluto quale coordinatore della task force anti-Covid della Regione Puglia, è in fase molto avanzata. E nei prossimi giorni, a stretto giro, si attende la sua decisione. Se scioglierà la riserva sarà il primo tecnico made in «era Covid» sceso in politica. E, di certo, «non sarà l’ultimo», come ha commentato il suo collega virologo dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano Massimo Clementi.
Insomma, il virus della politica “contagia”. Specie se si tratta di quella vera e proprio declinazione della biopolitica che potremmo etichettare come «epidemiopolitica». Ed è lecito attendersi, quindi, che il settore medico-scientifico proiettato in politica — il «partito dei virologi» — possa vivere una serie di divisioni, tra centrodestra e centrosinistra e tra maggioranza e opposizione e, magari, anche la genesi di nuove categorie e contrapposizioni (per esempio, fra un «populismo» e un «riformismo» epidemiologici).
Nell’«era Covid», il paradigma immunitario ed epidemiologico è diventato un elemento fondamentale della vita pubblica, e una chiave importante per interpretare una mentalità collettiva in corso di profonda trasformazione, che sembra avere trovato dei modelli di riferimento.
Il virologo, l’infettivologo e l’epidemiologo (e, in misura minore, il pneumologo) hanno rappresentato gli «ancoraggi» e i personaggi di riferimento del pubblico delle tv e dei social della fase attuale dell’età della democrazia del pubblico.
E si sono ritrovati nel bel mezzo di una serie di mutazioni profonde del nostro modo di vivere, come pure di una nuova tappa delle relazioni pericolose tra tecnica e politica nell’Italia della «transizione infinita» del post-Tangentopoli.
La figura del virologo, nuovo faro dell’opinione pubblica, si è in tal modo convertita in un’icona mediatica, contesa dai programmi televisivi; e, talk show dopo talk show, da difensore dei nostri corpi è slittato verso la funzione di pastore delle nostre anime. In un contesto mediatizzato e calato nella cultura postmoderna eccolo farsi, sempre di più, simile a una sorta di opinionista scientifico (non di rado in polemica con i suoi pari e gli altri personaggi del teatro mediatico). E, dopo avere dispensato consigli (o potenziali diktat…) agli italiani su come e dove trascorrere le vacanze, gli epidemiologi divengono oggetto della curiosità dei rotocalchi che domandano loro quali località di villeggiatura sceglieranno.
E, così, il cerchio si chiude, e il meccanismo della pipolizzazione e la media logic inglobano anche quelli che, fino a prima del lockdown, erano austeri scienziati adusi più ai laboratori che alle dirette tv o rispettatissimi «primari ospedalieri» (come si sarebbe detto una generazione fa). O, per meglio dire, il cerchio si era quasi chiuso. Per chiuderlo completamente ci mancava, per l’appunto, la «discesa (o salita) in politica», sempre più variabile dipendente dei processi sociali di personalizzazione e mediatizzazione.
E ultimissimo capitolo della storia, inaugurata dalla Seconda Repubblica, dell’egemonia politica — seppure a tempo determinato — del tecnico. Incoraggiata deliberatamente per deresponsabilizzarsi, o subita proprio malgrado per affrontare una crisi, dalla classe politica elettiva. Così, dopo gli economisti e i costituzionalisti, è suonata l’ora dei virologi, con una specie di precedente temporale illustre, quello dell’igienismo positivistico del dopo Unità d’Italia. Corsi e ricorsi storici. Allora c’erano ancora pellagra, tifo e colera da debellare, oggi c’è il coronavirus, e ci sono un sistema dei media e delle macchine comunicative in grado di creare leader potenziali e salvatori della patria «nello spazio di un mattino». Come pure di digerirli e macinarli in men che non si dica…
(da “NextQuotidiano”)
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Luglio 12th, 2020 Riccardo Fucile MA STAVOLTA LUI NON NE HA SCRITTO NULLA
Nel video e in una foto pubblicata dall’europarlamentare della Lega Massimo Casanova possiamo
ammirare il grande ritorno di Matteo Salvini al Papeete. Lui sui social network non aveva stranamente scritto niente, ma in compenso lo scatto della responsabile ambiente della Lega Vannia Gava ha risolto il giallo.
Nicola Pinna sulla Stampa ne racconta il contesto:
Il rito del selfie si consuma nel primo pomeriggio, ma intorno al leader questa volta non c’è la vecchia folla. Ieri neanche una storia su Instagram, almeno finchè qualche blog-provocatore non scrive che Salvini sta facendo in Romagna una vacanza in solitaria. La risposta è pronta: una foto di gruppo. L’autoscatto dopo una passeggiata organizzata all’ultimo momento con alcuni dei soliti amici: mezz’ora di pedalata tra gli alberi, fino a Cervia. In posa, stavolta, sono in quattro, uno è Claudio Durigon l’ex sottosegretario al Lavoro che ha scelto anche il ristorante per la cena: «Oggi una bella bistecca, d’altronde ho perso un po’ di calorie pedalando. Me la sono meritata».
La giornata si è consumata tra qualche selfie scattato in spiaggia e l’abolizione assoluta della mascherina, come da strategia di comunicazione.
(da agenzie)
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Luglio 12th, 2020 Riccardo Fucile L’UOMO, 55 ANNI DI ORIGINE BENGALESE, AGGREDITO DA DUE RAGAZZI ITALIANI DI 25 ANNI
Un uomo del Bangladesh, 55 anni, stava vendendo come ogni notte le sue rose tra i tavolini all’aperto di bar e ristoranti a Milano.
Alle 2,18 era sulla Darsena, sul lato di viale D’Annunzio, all’esterno del ristorante Gud, quando si è trovato davanti due ragazzi che lo hanno spinto nelle acque del Naviglio e poi sono scappati. Sulla base delle testimonianze dei passanti, gli aggressori sarebbero probabilmente italiani, di circa 25 anni.
La vittima è stata aiutata ad uscire dall’acqua dalle persone che si trovavano lungo il Naviglio. Quando le volanti della Questura sono arrivate il bengalese era già¡ fuori dall’acqua, ha rifiutato i soccorsi e il trasferimento in ospedale.
Ai poliziotti intervenuti ha detto di non sapere perchè sia stato preso di mira dai due giovani. Ora si deciderà se fare denuncia.
(da agenzie)
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