Luglio 13th, 2020 Riccardo Fucile
IL VIDEO E’ STATO MANIPOLATO INSERENDO UN RUMORE ASSORDANTE DI BONGHI
“Piantala con ‘sti bonghi, non siamo mica in Africa” cantavano Elio e Le Storie Tese in Parco Sempione. Più modestamente, la pagina facebook di Matteo Salvini utilizza invece il suono dei bonghi per accompagnare le parole di Aboubakar Sohumahoro allo scopo di deriderlo.
E lui su Twitter annuncia che porterà il Capitano in tribunale: “Salvini, è sconcertante che un Senatore silenzi, con dei bonghi, il grido di dolore di invisibili: Whirlpool, ILVA, Alitalia, musica, spettacolo, scuola, riders, braccianti, senza casa, disabili. La manipolazione inganna e rende invisibili gli invisibili. CI VEDREMO IN TRIBUNALE”.
La pietra dello scandalo è l’intervento di Soumahoro nel corso degli Stati Popolari, una manifestazione per gli “invisibili” che si è tenuta in Piazza San Giovanni a Roma lo scorso 5 luglio.
GIusto ieri la stessa pagina Fb di Salvini ha pubblicato una foto-bufala su un pakistano che molesta una donna a Gallipoli. Non risulta che Facebook sia intervenuto rimuovendo l’aggregazione e sanzionando gli admin, come fa invece spesso quando a commettere questo tipo di infrazioni sono altri.
Strano? No, non tanto.
(da agenzie)
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Luglio 13th, 2020 Riccardo Fucile
“LA MERKEL MI HA DETTO CHE HA SENTITO PARLARE BENE DI ME”
Le parole che Angela Merkel avrebbe rivolto a Luigi Di Maio si collocano a metà tra le
imprescindibili esigenze di Realpolitik e la più sublime delle trollate.
Andiamo con ordine.
Oggi il quotidiano Il Foglio ospita un’intervista a Luigi Di Maio i cui contenuti sono stati anticipati ieri da alcune agenzie di stampa. Innanzitutto Di Maio conferma il suo colloquio segreto (o quanto meno riservato) avuto con l’ex governatore della BCE Mario Draghi, sottolineando come quest’ultimo gli abbia fatto una buona impressione.
Siamo ovviamente tutti più tranquilli nel sapere che a capo della Banca Centrale Europea non c’era uno sprovveduto e che Di Maio ci confermi che ha avuto una buona impressione…
La cosa più ghiotta rimane però il breve scambio che Di Maio avrebbe avuto alla Conferenza di Berlino con Angela Merkel. Riportiamo le esatte parole di Adnkronos che anticipa l’intervista: “Vi racconto uno scambio avuto con la cancelliera Angela Merkel durante la conferenza di Berlino quando -quasi nessuno lo sa- si è avvicinata e mi ha detto: ‘Io ho sentito parlare bene di lei Di Maio. Mi parlano bene del suo lavoro’. Insomma, è stata una cosa che era difficile da immaginare nella mia vita ed è stata un’altra cosa che mi ha colpito da ministro degli Esteri”.
Ora, non possiamo pensare che il nostro ministro degli esteri inventi dei retroscena che coinvolgono un capo di governo di uno stato alleato per fare bella figura, quindi diamo per scontato che l’episodio raccontato sia vero.
La domanda è: che opinione può avere Angela Merkel di un uomo la cui incompetenza è leggendaria, che insieme al suo partito ha tradizionalmente sparato a palle incatenate contro l’austerità imposta dalla Germania, contro la Merkel medesima e che fino al 2019 vedeva il Partito Popolare Europeo (di cui lei è leader indiscussa) come la causa di tutti i mali? È evidente che se avesse potuto gli avrebbe vomitato addosso una valanga di insulti e si sarebbe levata dalle scarpe sassolini grandi come una montagna.
È altresì evidente che non poteva farlo. Tuttavia è probabile che Angela Merkel non se la sentisse neanche di mentire spudoratamente e di elogiarlo per tutto ciò che aveva detto e fatto. Ed ecco l’idea: semplicemente finge di non conoscerlo tanto bene (ovviamente ne conosce vita, morte e miracoli visto che Di Maio è stato l’uomo più potente d’Italia) e dice che “ha sentito parlare bene di lui”.
La doverosa cortesia istituzionale viene cosi garantita senza scoprirsi troppo e infliggendo una sottile umiliazione a Di Maio (dalla serie non conti nulla e un mio collaboratore mi ha detto chi sei e cosa fai 5 minuti fa). Semplicemente sublime.
Di Maio, in cerca di accettazione e riconoscimenti (parliamo di uno che a livello internazionale è stato schifato persino dai gilet gialli), non capisce la sottigliezza e ovviamente si sente lusingato.
Un po’ come capita ai bambini che ricevono un complimento di maniera da un adulto e dal punto di vista politico la metafora mi sembra assolutamente adeguata.
A noi rimane l’immagine triste e un po’ ridicola di un ex rivoluzionario che combatteva contro il Bilderberg, la BCE, l’euro, la cattiva Germania, i banchieri, l’obbligatorietà dei vaccini, le èlite, ecc., che ora si emoziona quando incontra i simboli di tutto ciò che odiava (Draghi e la Merkel) e ne ricava buone impressioni e lusinghe.
Un ex rivoluzionario che in pochi mesi è passato dal tentativo di farci dichiarare guerra dalla Francia (ricordate il ritiro dell’ambasciatore in Italia?) e di processare il presidente della repubblica per alto tradimento a una sorta di copia sbiadita di Gianni Letta.
Perchè in cuor suo Di Maio dalla “casta” voleva una sola cosa: entrare a farvi parte.
Ora deve solo sperare che i gonzi che lo considerano un barricadero non se ne accorgano, cercando di dargli un contentino ogni tanto, magari provando a tenere duro sull’affare Benetton, non sia mai che li incontri e si innamori anche di loro.
(da “NextQuotidiano”)
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Luglio 13th, 2020 Riccardo Fucile
I VOTI ALL’ESTERO E QUELLI PER CORRISPONDENZA SAREBBERO STATI MANIPOLATI DAL REGIME
L’opposizione polacca ha denunciato “irregolarità scandalose” nel secondo turno delle elezioni presidenziali.
Secondo gli ultimi dati diffusi da Varsavia, il ballottaggio ha visto l’affermazione del presidente uscente, il conservatore Andrzej Duda, il quale si sarebbe aggiudicato il 51,21% delle schede scrutinate.
Lo sfidante Rafal Trzaskowski si sarebbe invece fermato al 48,79% dei voti.
Il ridotto margine di vantaggio sta contribuendo a inasprire lo scontro tra le due fazioni, già protagoniste di una campagna elettorale incandescente e senza esclusione di colpi.“
La svolta europeista della Polonia fallisce per una manciata di voti
I risultati definitivi sono stata comunicati dalla commissione elettorale nazionale, con lo spoglio arrivato al 99,7%: per i risultati definitivi bisognerà aspettare fino a domani, quando si delineerà con certezza il risultato del voto dei polacchi all’estero e di chi ha votato per posta a causa del coronavirus. Improbabile a questo punto un rovesciamento del risultato, dopo una notte in cui entrambi i contendenti sono arrivati a rivendicare la vittoria alle presidenziali. Alla fine meno di due punti percentuali separano i due contendenti: l’opposizione polacca ha denunciato “irregolarità scandalose” alle urne e il capo della campagna di Trzaskowski, Cezary Tomczyk, ha affermato che le irregolarità riguarderebbero soprattutto il voto all’estero (circa mezzo milione di polacchi all’estero erano chiamati alle urne).
(da agenzie)
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