Luglio 25th, 2020 Riccardo Fucile
A CENTINAIA SCENDONO IN PIAZZA A BUDAPEST CONTRO IL REGIME DI ORBAN
Oltre 70 giornalisti si sono dimessi dal principale sito di informazione indipendente in Ungheria, Index.hu, in protesta col licenziamento del loro direttore, Szabolcs Dull, che aveva lanciato l’allarme sulle interferenze politiche nelle attività della testata.
Dull è stato rimosso dalla guida di Index mercoledì, con l’accusa dell’amministrazione di aver fatto trapelare documenti interni ad altri media. Ieri, tre capi redattori hanno lasciato il posto, seguiti da oltre 70 giornalisti, la maggioranza della redazione.
In un comunicato, hanno condannato il licenziamento di Dull definendolo “un aperto tentativo di fare pressione su Index.hu”.
Il direttore, il mese scorso, aveva detto che l’indipendenza del sito era “in grave pericolo”. Index, a marzo, è finito sotto il controllo del potente imprenditore Miklos Vaszily, sostenitore del premier sovranista Viktor Orban.
Alcune centinaia di persone hanno manifestato davanti al Sandor Palace, a Budapest, per solidarietà con i giornalisti
(da agenzie)
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Luglio 25th, 2020 Riccardo Fucile
NON E’ INTUBATO… ALL’ORIGINE DEL TRASFERIMENTO IL MANIFESTARSI DI UN PO’ DI FEBBRE
La prima notte di Alex Zanardi al San Raffaele di Milano è trascorsa tranquilla. L’ex pilota è ricoverato da ieri nel reparto di terapia intensiva neurochirurgica dell’ospedale milanese, dopo un peggioramento delle sue condizioni diventate «instabili» mentre era da pochi giorni nella clinica Beretta di Lecco per la riabilitazione.
Il trasferimento è stato legato anche al manifestarsi di un po’ di febbre tra giovedì e ieri, 24 luglio. Per il momento non sarebbe stato necessario intubarlo.
I medici del San Raffaele da 24 ore stanno svolgendo gli accertamenti diagnostici, per comprende a pieno le condizioni cliniche del campione paralimpico. Informazioni essenziali per definire quale sarà il piano terapeutico da seguire. Dal San Raffaele hanno poi chiarito che non ci saranno bollettini medici in giornata.
Zanardi è reduce da un mese di ricovero all’ospedale di Siena, dopo che lo scorso 19 giugno è rimasto vittima di un grave incidente in handbike. Operato per tre volte alla testa, negli ultimi giorni aveva registrato importanti miglioramenti che avevano convinto i medici senesi a ridurre gradualmente la sedazione che lo teneva in coma farmacologico.
(da agenzie)
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Luglio 25th, 2020 Riccardo Fucile
IL GOVERNATORE INDAGATO PER FRODE: CERCA DI GIRARE 250.000 EURO ALLA DITTA DA UN CONTO IN SVIZZERA, VIENE BLOCCATO E SCATTA IL FARO DI BANKITALIA… SONO I SOVRANISTI CON I SOLDI IN SVIZZERA
Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, è indagato per la commessa da 513 mila euro in camici che l’azienda di suo cognato Andrea Dini e di sua moglie Roberta hanno fornito alla Regione.
Quando esce la storia, Fontana spiega di non averne mai saputo nulla, e contestualmente dall’azienda fanno sapere che i camici saranno consegnati, sì, ma gratuitamente, come beau geste al cospetto dell’emergenza.
Ma proprio in quei giorni, quando la notizia comincia a circolare — si viene ora a sapere dalla procura di Milano — Fontana cerca di bonificare 250 mila euro all’azienda di moglie e cognato.
I soldi sono su un suo conto in Svizzera, con sopra 5,3 milioni di euro scudati nel 2015 e provenienti dalla Bahamas (si tratta della legge per il rientro di capitali illecitamente detenuti all’estero, e nel caso di Fontana erano soldi accumulati ed espatriati dalla madre dentista, nel frattempo deceduta).
La vicenda è imbarazzante, ma lo è di più il seguito. Quando Fontana prova a bonificare i 250 mila euro, la fiduciaria incaricata lo blocca, secondo le indicazioni dell’antiriciclaggio, e ne fa segnalazione alla Banca d’Italia, che subito interessa la procura di Milano.
Per quale motivo Fontana cerca di pagare 250 mila euro all’azienda di suo cognato e di sua moglie, a cui la Regione presieduta da Fontana aveva chiesto una commessa di camici da 513 mila euro, e poi derubricata a donazione gratuita?
Ultimo dettaglio: dei 75 mila camici promessi, ne sono arrivati 50 mila, gli ultimi 25 mila Andrea Dini prova vanamente a rivenderli ad altre cliniche.
Il reato contestato a Fontana è di frode in pubbliche forniture. Il presidente si discolpa: “Sono certo dell’operato della Regione Lombardia che rappresento con responsabilità ”, e (comprensibilimente) si lamenta dal suo profilo Facebook: “Da pochi minuti ho appreso con voi di essere stato iscritto nel registro degli indagati. Duole conoscere questo evento, con le sue ripercussioni umane, da fonti di stampa”.
Solidarietà a Fontana arriva dal suo leader, Matteo Salvini: “Indagato perchè un’azienda ha regalato migliaia di camici ai medici lombardi. Ma vi pare normale?”Infatti non è normale che si faccia passare per donazione una vendita a trattativa privata con un’azienda della moglie e del cognato.
(da “Huffingtonpost”)
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Luglio 25th, 2020 Riccardo Fucile
LEGA 23,1%, PD 19,6%, M5S 18,9%, FDI 18%, FORZA ITALIA 6,9%, LA SINISTRA 2,9%, VERDI 2,9%, AZIONE 2,5%, ITALIA VIVA 2,5%
Il sondaggio IPSOS illustrato oggi sul Corriere della Sera da Nando Pagnoncelli dice che la Lega, pur mantenendosi al primo posto con il 23,1%, subisce una ulteriore flessione (-0,9%) ed è seguita dal Pd, anch’esso in calo (-0,8%), che con il 19,6% si riporta ai valori di fine febbraio.
Al terzo posto si colloca il MoVimento 5 Stelle con il 18,9% (+0,9%), quindi FdI che fa segnare una crescita di 1,7% attestandosi al 18% (il miglior risultato di sempre nei sondaggi), e Forza Italia con il 6,9% (-0,3%).
Alle loro spalle si collocano quattro forze politiche con valori compresi tra 2,5% e 2,9%: si tratta di Sinistra Italiana-Articolo uno con il 2,9% (+0,6%) alla pari con Europa Verde (+1%), Azione (-0,3%) e Italia Viva (-0,4%) entrambe con il 2,5%.
L’indice di gradimento dell’esecutivo fa segnare un aumento di 4 punti, passando da 57 a 61, il livello più elevato del Conte 2.
Anche il gradimento del premier fa segnare un aumento passando da 63 a 65, avvicinandosi al picco di 66 raggiunto in aprile, nel pieno dell’emergenza sanitaria. Stessa tendenza per i leader e i capidelegazione della maggioranza, mentre quelli dell’opposizione fanno segnare una sostanziale stabilità rispetto al mese di giugno.
Insomma, sembrano profilarsi due campionati, il primo tra i quattro partiti principali distanziati da poco più di 5 punti, il secondo tra le forze minori, tutte nelle condizioni di superare l’ipotetica sogliadi sbarramento del 3%.
In mezzo Forza Italia che potrebbe avere il ruolo di arbitro della partita. Quanto al governo e al premier, hanno incassato un aumento di consenso dall’accordo di Bruxelles, ma i progetti che verranno messi in cantiere saranno decisivi per mantenerlo.
(da agenzie)
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Luglio 25th, 2020 Riccardo Fucile
POI MASSACRA SALVINI: “E’ UN MENTITORE SERIALE, I BARCHINI ARRIVAVANO ANCHE CON LUI MINISTRO MA LO TENEVA NASCOSTO. MI DA’ DEL POVERETTO? SONO UN PESCATORE, ORGOGLIOSO DI ESSERLO, NON FREQUENTO LIDI BALNEARI ALLA MODA E NON MI SONO ARRICCHITO CON LA POLITICA”
â€³È una situazione ormai ingestibile. Se il Governo non proclamerà lo Stato di emergenza per Lampedusa lo farò io. L’hotspot non è più in grado di accogliere migranti, la responsabilità di questa emergenza non può ricadere sul sindaco, sull’amministrazione comunale e sui lampedusani”.
Il sindaco di Lampedusa Totò Martello commenta l’ultima raffica di sbarchi nell’isola (altri tre nelle ultime ore) e la situazione nell’hotspot dell’isola dove si trovano in questo momento oltre mille migranti, dieci volta la capienza massima prevista.
“Oggi non ci saranno trasferimenti in traghetto verso Porto Empedocle – sottolinea il sindaco – e intanto i barchini provenienti dalla Tunisia stanno continuando ad approdare sull’isola”.
In questo momento sulla banchina si trovano una cinquantina di migranti ancora in attesa che venga deciso dove saranno smistati.
Sette barchini sono stati bloccati stanotte nelle acque antistanti a Lampedusa, a bordo c’erano complessivamente 203 tunisini. I migranti presenti sull’isola sono, al momento, 1.027.
Un gruppo, gli ultimi arrivati, non sono stati neanche portati all’hotspot che è ormai in piena emergenza, ma è stato trattenuto sotto i gazebo del molo Favarolo. Non c’è più spazio, infatti, nella struttura di primissima accoglienza: nè nell’unico padiglione rimasto operativo, che può ospitare un massimo di 95 persone, nè nel cortile.
La prima conseguenza della struttura in tilt è che i poliziotti, in servizio all’hotspot, hanno difficoltà a procedere all’identificazione di coloro che sbarcano. Le motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza hanno avvistato e agganciato, durante la notte, barchini con un minimo di 15 persone e un massimo di 55
“L’onorevole Salvini continua a comportarsi da mentitore seriale, sostenendo che quando lui era ministro ‘non c’erano più sbarchì: nulla di più falso. Quando Salvini era ministro gli sbarchi a Lampedusa sono sempre proseguiti, basterebbe leggere i report del ministero degli Interni per verificare quello che sto affermando” dice ancora Totò Martello, in merito ad alcune dichiarazioni del segretario della Lega Matteo Salvini. “Se Salvini fosse venuto a Lampedusa in quel periodo – aggiunge Martello – quando da sindaco ho più volte chiesto una interlocuzione istituzionale con il Ministero che allora guidava, senza mai avere risposta, avrebbe visto con i suoi occhi le imbarcazioni dei migranti entrare in porto. Forse allora non è venuto a Lampedusa proprio per questo motivo, per non dovere ammettere la realtà e continuare a negare l’evidenza. È venuto adesso per pura propaganda politica, comportandosi come un pericoloso ‘giullare di piazza’ che fomenta odio e rabbia”.
“Quanto infine alle sue dichiarazioni nelle quali mi definisce un ‘poveretto’ – conclude Martello – ebbene sì, forse lo sono: mio padre era pescatore, mi ha insegnato ad andare per mare quando ero ancora un ragazzino. Non frequento lidi balneari alla moda in giro per l’Italia, non mi sono arricchito con la politica e vivo ogni giorno insieme ai miei concittadini, nella mia Lampedusa. Sono un pescatore, e sono orgoglioso di esserlo. Lui invece si fa chiamare ‘capitano’, ma capitano di cosa?”.
(da “Huffingtonpost”)
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Luglio 25th, 2020 Riccardo Fucile
PRESUNTE PRESSIONI SUI SINDACI FAVOREVOLI A TEST ALTERNATIVI: LA PROCURA INDAGA SULL’ACCORDO TRA IL SAN MATTEO E L’AZIENDA
Nelle carte all’esame della Procura di Pavia per l’inchiesta sull’accordo tra il Policlinico San Matteo e l’azienda Diasorin per l’effettuazione dei test sierologici anti-Covid, in una chat tra amministratori è spuntato il nome del leader della Lega Matteo Salvini.
Un esponente di spicco del partito, in un messaggio, attacca duramente il sindaco di Robbio (Pavia), Roberto Francese, favorevole a un test alternativo a quello dell’ospedale di Pavia e della società di Saluggia (Vercelli): “Ho sentito Matteo – afferma il leghista -, chi sta con quel miserabile è fuori dal partito”. La notizia è riportata da “La Provincia pavese”.
I contenuti di questa chat sono ora al vaglio della Procura di Pavia, così come pure presunte diffide dell’Ats di Pavia sui Comuni affinchè non adottassero test diversi da quello stabilito dall’accordo San Matteo-Diasorin. Sono otto gli indagati dalla Procura pavese (i vertici di Diasorin e San Matteo), con le ipotesi di reato di turbata libertà del procedimento e peculato.
(da agenzie)
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Luglio 25th, 2020 Riccardo Fucile
“GRAVE CONSIDERARLE MELE MARCE, OCCORRE CONTROLLARE CIO’ CHE AVVIENE NELLE CASERME, IL TENORE DI VITA DEI SINGOLI E COSA POSTANO SUI SOCIAL”
Lo scandalo della caserma dei carabinieri di Piacenza può assestare un “colpo letale” alla reputazione dell’Arma se questa non saprà reagire.
A dirlo in un’intervista al Corriere della Sera è il procuratore generale militare Marco De Paolis, spesso impegnato in inchieste che coinvolgono ufficiali e sottoufficiali della Benemerita.
E dice che “bisogna controllare quello che avviene nella caserme, ma monitorare anche il tenore di vita dei carabinieri. Verificare quello che postano sui loro profili social. E proteggere chi decide di denunciare”.
Il pg non vuole parlare di un sistema di impunità , perchè “non è un sistema”, ma altrettanto rifugge dall’espressione ‘mele marce’, chi lo dice “commette un errore grave”. Perchè “sono gruppi di delinquenti che fuori controllo diventano un vero proprio focolaio capace di infettare l’intera caserma”.
Controllare e isolare, è questo il rimedio che De Paolis suggerisce. “Dobbiamo ripartire dalla formazione e dall’etica”. Verificare la vita privata, “chiedendo conto a chi conduce una vita al di sopra delle proprie possibilità ”. E poi “tutelare chi decide di denunciare”. Ad esempio prevedendo “il whistleblowing anche per le forze dell’ordine”. Così l’Arma dei Carabinieri può voltare pagina, conclude il pg, “non farlo sarebbe un errore gravissimo. Un colpo letale per l’istituzione”.
(da “Huffingtonpost”)
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Luglio 25th, 2020 Riccardo Fucile
TUTTI IN FLAGRANZA DI REATO E CON REAZIONE VIOLENTA DEL FERMATO (QUASI SEMPRE STRANIERO): ORA LA PROCURA INDAGA
Giuliano Foschini su Repubblica oggi racconta una storia molto curiosa che riguarda quaranta arresti in fotocopia effettuati dai carabinieri della caserma Levante di Piacenza, tutti in flagranza di reato e con reazione violenta del fermato (quasi sempre straniero) che resiste alle manette e morde i militari:
Quei quaranta arresti adesso sono finiti tutti sotto inchiesta. I magistrati della procura di Piacenza, guidata da Grazia Pradella, stanno rileggendo i fascicoli giudiziari relativi a quegli episodi, per capire quante di quelle catture in flagranza siano il frutto del “metodo Montella”. Un metodo che annoverava, tra i suoi “strumenti”, il pestaggio, la tortura, il ricatto, il traffico di droga. E che, nei prossimi giorni, potrebbe avere due conseguenze: l’iscrizione sul registro degli indagati di altri carabinieri e la contestazione dell’associazione a delinquere. […]
Ma perchè quella sfilza di arresti fotocopia? La domanda se l’era posta anche l’allora comandante provinciale, colonnello Stefano Piras.
L’ufficiale fece notare a Bezzeccheri, alla presenza di altri colleghi, che gli arresti del gruppo Montella erano tanti. Questo evidentemente era un bene per l’ordine pubblico, ma, osservava Piras, la priorità di una stazione come quella (composta da 9 carabinieri) doveva essere il controllo del territorio, svolto da carabinieri in divisa, e non invece indagini effettuate da uomini borghese.
Non è un particolare di poco conto perchè attiene ai ruoli e alle responsabilità di un presidio cittadino con le insegne dello Stato. E soprattutto ai sistemi di controlli interni dell’Arma. «Un appuntato, senza la supervisione di un superiore, non può effettuare indagini anche banali come possono essere quelle sullo spaccio», spiega a Repubblica un investigatore.
L’anomalia della Levante era quella. Lo sapevano benissimo sia Montella, sia i suoi superiori. Da qui l’esigenza di avere un canovaccio degli arresti, per giustificarne il senso e l’esigenza.
La calma è durata fino al 3 marzo di quest’anno, quando il maggiore Bezzeccheri è convocato dal nuovo comandante provinciale, Stefano Savo. È una riunione di routine, ci sono anche altri ufficiali.. Nell’incontro viene però fuori che a Piacenza i numeri degli arresti non sono eccellenti. E così Bezzeccheri, appena uscito dalla stanza di Savo, e saltando la gerarchia, contatta direttamente Montella..
Sa che è l’uomo giusto per quello scopo. «Vediamo di farne il più possibile (di arresti ndr), anche settimana prossima, almeno tre-quattro», gli dice.
Montella lo prende in parola. È il 5 marzo 2020, l’Italia sta per entrare nel primo lockdown della sua storia. Nelle settimane successive quelli della Levante, secondo gli inquirenti, arrestano e torturano Ugochokwo Anyaknu, Peterson Shestani, Mohamed Elsayed, Quichimbo Zhigue.
(da agenzie)
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