Luglio 29th, 2020 Riccardo Fucile TUTTI I PARTECIPANTI ALLA FESTA SI SONO AMMALATI… ADESSO HA CAMBIATO IDEA
Tony Green, 43 anni di Dallas, e il suo compagno hanno organizzato una festa il 13 giugno per una dozzina
di membri della famiglia tra cui il suocero Rafael Ceja, la nonna e le sorelle del suo compagno perchè consideravano l’emergenza Coronavirus una “scamdemic” e COVID-19 una bufala.
In pochi giorni tutti i partecipanti alla festa si sono ammalati, lui è stato ricoverato in ospedale e la nonna è morta.
La storia l’ha raccontata lui stesso a Dallas Voice: nei mesi dell’emergenza l’uomo, che è un seguace di Trump, ha violato tutte le regole del lockdown: “Credevo che il virus fosse una bufala. Credevo che i media mainstream e i democratici lo usassero per creare il panico, mandare in crash l’economia e distruggere le possibilità di Trump di farsi rieleggere”.
Per questo ha organizzato la festa del 13 giugno e il giorno dopo si è svegliato con i sintomi di SARS-COV-2. Nei giorni successivi si sono ammalati i suoi cari e quelli del suo partner, inclusa la suocera che è morta il primo luglio.
Adesso però ha cambiato idea: “Non potete immaginare quanto mi senta in colpa per aver ospitato il raduno che ha provocato tanta sofferenza”, ha scritto nella newsletter di cui è regolare contributor.
“Ho preso in giro quelli che indossavano le maschere e rispettavano le distanze sociali”. “A coloro che negano l’esistenza del virus voglio dire che il Coronavirus è reale ed estremamente contagioso, e che puoi passarlo ai tuoi amici, famigliari, colleghi e vicini prima di scoprire di essere malato”, ha aggiunto.
(da agenzie)
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Luglio 29th, 2020 Riccardo Fucile SCUSE TARDIVE: CHI SI PRESTA ALLA PROPAGANDA SOVRANISTA E NEGAZIONISTA E’ COMPLICE ANCHE PRESTANDO IL SUO VOLTO E LA SUA IMMAGINE
“Se il mio intervento al Senato ha generato sofferenza, di questo io chiedo sinceramente scusa, perchè proprio non era nelle mie intenzioni. Così come nelle mie intenzioni non era di offendere chi dal Covid è stato colpito”.
Andrea Bocelli chiede scusa dalle sue pagine social, dopo l’intervento al convegno in Senato che ha scatenato molte polemiche per le parole del tenore.
Nel suo intervento Bocelli esprimeva dubbi sulla gravità della situazione e si è detto “umiliato e offeso” per le limitazioni alla sua libertà durante il lockdown. Ieri era stato fatto girare un intervento in cui sosteneva di essere stato frainteso.
Oggi “chiedo sinceramente scusa perchè le mie intenzioni erano tutt’altre”, dice nel video postato sulla sua pagina facebook.
“Non era nelle mie intenzioni offendere chi dal COVID è stato colpito, anche la mia famiglia è stata contagiata e abbiamo temuto il peggio perchè nessuno può conoscere l’andamento di una malattia ancora oggi sconosciuta. Lo scopo del mio intervento in Senato era quello di sperare in un futuro in cui i bambini potessero vivere la normalità . Questo solo era il senso del mio intervento, e a tutti quelli che hanno sofferto a causa del modo in cui mi sono espresso, sicuramente non il più felice, chiedo sinceramente scusa perchè le mie intenzioni erano il contrario”, conclude.
(da agenzie)
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Luglio 29th, 2020 Riccardo Fucile ERANO NELLA SEDE DELLA DANA, SEQUESTRATI COME CORPO DEL REATO
Dai primi riscontri della Guardia di finanza è completa la partita di circa 25 mila camici, ieri sequestrati
alla Dama spa, l’azienda di cui è amministratore delegato Andrea Dini, cognato del governatore della Lombardia Attilio Fontana, entrambi tra gli indagati dalla Procura di Milano per frode in pubblica fornitura.
I camici, ora custoditi come corpo del reato in un magazzino nella disponibilità dell’autorità giudiziaria, costituiscono il lotto non consegnato della fornitura ad Aria, centrale d’acquisto della Regione Lombardia, di 75 mila pezzi che l’azienda che detiene il marchio Paul&Shark, ha trasformato in corso d’opera in donazione per rimediare al “pasticcio” venuto a galla per via del conflitto di interessi.
Il Nucleo speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, che è stato fino all’una di notte nella sede della ditta, ha sequestrato anche documentazione contabile e corrispondenza e le comunicazioni tra Dini e gli uffici di Aria spa, la centrale acquisiti regionale e la Regione stessa. Sono quindi stati completati gli accertamenti per avere la certezza definitiva che si tratta davvero della partita non consegnata e che Dini ha tentato, senza riuscirci, di rivendere
La verità è che Dama SPA era talmente felice di donarli a Regione Lombardia che aveva evitato di completare la fornitura fino ad oggi dopo l’intervento del governatore che aveva portato a trasformare la fornitura in donazione.
Secondo quanto hanno scritto i giornali, l’azienda del cognato del governatore ha successivamente cercato di vendere gli altri 25mila camici ad altri clienti, non riuscendovi. Questo può aiutare a fornire un quadro più esauriente della vicenda dal punto di vista storico, a prescindere dalle responsabilità penali che andranno accertate, sulla generosità di cui stiamo parlando da qualche tempo.
(da “NextQuotidiano”)
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Luglio 29th, 2020 Riccardo Fucile IRONIA E RABBIA IN RETE CONTRO FONTANA: “E’ COME CHI RIDEVA DURANTE IL TERREMOTO A L’AQUILA: LA GENTE MORIVA DI COVID E LUI TRAFFICAVA CON COGNATO E CON IL CONTO IN SVIZZERA”
Mentre si indaga sul conto in Svizzera del presidente della Lombardia e si osservano i movimenti bancari degli ultimi mesi, sul web rabbia e ironia contro il governatore Attilio Fontana si confondono nell’hashtag #Tana_per_Fontana.
I social non risparmiano le critiche sull’inchiesta dei camici bianchi forniti dall’azienda del cognato del presidente della Lombardia alla Regione in tempi di Covid e su Twitter da giorni spopolano i commenti sulla vicenda. “Ve lo ricordate quello che rideva durante il terremoto a L’Aquila? Adesso trovatemi la differenza con Fontana che, mentre la pandemia imperversava nella sua regione, trafficava con cognato e conti in Svizzera”, attacca @La_manina.
E @GianluigiFuturo aggiunge: “Mentre la gente moriva gli ‘affari’ non si fermavano, anzi, approfittavano della tragedia. È diventato questo il senso della politica?”.
Rabbia mista a preoccupazione per un Paese dove sempre più spesso, come dimostrato da varie inchieste, durante le tragedie chi sta al comando pensa agli affari, piuttosto che al bene dei cittadini.
“Non dichiara il suo patrimonio e viene segnalato all’autorità anticorruzione che lo multa. Fa un bonifico di 250mila euro da un conto in Svizzera con soldi dalle Bahamas all’impresa del cognato e viene segnalato all’antiriciclaggio #Tana_per_Fontana, quando non lo si becca che fa?”, ironizza @LgMarangon e @LilianaArmato pubblica su Twitter la foto del leader della Lega, Matteo Salvini, al citofono, con il post: “Scusi… qui abita uno che ha fatto un bonifico di 250mila euro da un conto svizzero come risarcimento al cognato per un acquisto di camici, poi trasformato in donazione non riuscita, che però ha dichiarato di non saperne nulla?”.
In molti, però, non nascondono l’amarezza. “Sapete cosa mi infastidisce di più della vicenda dei camici? Che il tentativo maldestro di Fontana di rimediare ad un’operazione, quantomeno poco trasparente, viene trasformato dai suoi compari come un atto di liberalità . Non credo al buon cuore in politica”, attacca @MilkoSichinolfi.
Duro l’attacco di @pirex70: “Quante terapie intensive, quanti respiratori, quanta assistenza sanitaria domiciliare, si potevano fornire alla Lombardia con le tasse che non ha pagato il signor Fontana grazie ai conti all’estero? Vergogna!”.
(da agenzie)
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Luglio 29th, 2020 Riccardo Fucile ORA SI E’ SPECIALIZZATO IN COLONNE SONORE A BASE DI TAMBURI
Lo abbiamo visto indossare qualsiasi divisa, maglietta (passando da Prima la Padania in giovane età , a
quelle di ogni singola località in cui si è recato per fare comizi e propaganda).
Ora è diventato anche direttore d’orchestra, inserendo nei suoi video social sottofondi musicali allusivi. Questo è il nuovo Matteo Salvini.
Tutto era partito dai bonghi utilizzati per ‘sottolineare’ il discorso di Aboubakar Soumahoro. Poi l’esperimento musicale si è rinnovato in ogni video sui migranti pubblicato sui suoi canali social. L’ultimo riguarda gli sbarchi Ragusa.
Ovviamente non è lui in prima persona a realizzare quei filmati, ma il suo cospicuo team social guidato da Luca Morisi da via delle Botteghe Oscure. Ma le pagine portano il suo nome, quindi quel che viene pubblicato non può che essere inevitabilmente approvato dal senatore, ex ministro e segretario del Carroccio. Una svolta alla Ennio Morricone, e il maestro da poco compianto ci perdonerà per questo paragone.
Questo è solo l’ultimo, pubblicato qualche ora fa. Gli sbarchi Ragusa vengono narrati seguendo lo spartito leghista delle mezze informazioni. Si mostrano migranti appena arrivati che fuggono, ma non si racconta che nel giro di qualche istante le Forze dell’ordine li abbiano bloccati e isolati. Ovviamente, però, questo non fa comodo alla propaganda leghista che, invece, si fomenta utilizzando una musichetta allusiva. Come già accaduto anche ieri per il caso Lampedusa.
Ma non il leader della Lega (e il suo team) forse ritiene di essere simpatico con quelle scelte musicali che, ovviamente, sottendono ben altro.
Ennio Morricone ci perdoni per quel confronto-affronto con cui abbiamo titolato questo articolo. Ma, forse, c’è qualcuno che ha provato a imitarlo, accompagnando le immagini con una musica incisiva.
Ma, a differenza del maestro, qui si allude al razzismo.
(da agenzie)
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Luglio 29th, 2020 Riccardo Fucile SE IL GOVERNO FOSSE “COMPLICE” NON LI AVREBBE TUTTI RINTRACCIATI … E VISTO CHE CON SALVINI MINISTRO ERANO ARRIVATI CON SBARCHI AUTONOMI 4.553 MIGRANTI, IL PRIMO “COMPLICE” SAREBBE LUI
Con l’eleganza e la correttezza istituzionale di chi studia da statista, la pagina facebook di Matteo Salvini pubblica un video girato sulla spiaggia a Marina di Ragusa in cui prima di tutto aggiunge musica africana di sottofondo rispetto all’originale ma soprattutto cerca di far credere che le persone che sono sbarcate siano scappate e sfuggite alla polizia per accusare il governo di complicità .
In realtà , come riportano tutte le agenzie di stampa, tutte le persone che sono scese dalla barca sono state rintracciate:
Sbarco autonomo in località Casuzze nel Ragusano. Questa mattina, quando e’ stato individuato un gommone, polizia e carabinieri si sono messi alla ricerca delle persone che si trovavano a bordo. Dalle prime informazioni, confermate da fonti ufficiali, si tratterebbe di una quarantina di persone. Lo sbarco e’ avvenuto tra Caucana e Casuzze (Ragusa). Si tratta di un piccolo peschereccio di legno di una decina di metri, con una cabina al centro. Dalla imbarcazione sono scesi una quarantina di migranti, a pochi metri dalla battigia, in acque basse. I migranti si sono dileguati a piedi ma sono stati rintracciati dalle forze polizia che erano state allertate. Intanto arrivano segnalazioni dai cittadini per avvistamenti in zona. (AGI)
Sbarco sulla spiaggia del commissario Montalbano mentre i turisti fanno il bagno a mare. E’ accaduto questa mattina quando una piccola imbarcazione con a bordo una quarantina di migranti tunisini ha raggiunto la spiaggia e gli extracomunitari sono scesi per raggiungere di corsa la battigia. A quel punto è iniziato il fuggi fuggi dalla spiaggia dei bagnanti. Qualcuno ha anche immortalato lo sbarco. Lo sbarco di migranti è avvenuto nella frazione di Casuzze. Il sindaco di Ragusa Giuseppe Cassì si dice “preoccupato”. I migranti sono stati tutti fermati e identificati. (AdnKronos)
Ora, è evidente che se il governo fosse “complice”, come dice la pagina fb di Salvini, quelle persone non sarebbero state rintracciate. In più, come facciamo da un po’, dobbiamo segnalare che in questo, come in altri casi, si tratta di “sbarchi autonomi” che non si possono in alcun modo respingere anche se c’è chi, soffiando sul fuoco, dice il contrario.
Giusto un esempio per dare l’esatta dimensione del fenomeno: dal 1 gennaio al 1 settembre 2019 (un periodo nel quale il ministro dell’Interno era un certo Matteo Salvini) in Italia sono sbarcati 5.025 migranti (tutti mentre Salvini era al governo).
Di questi però solo 472 sono arrivati a bordo delle imbarcazioni delle ONG. Gli altri 4.553 sono arrivati in un altro modo.
All’epoca, mentre Salvini ingaggiava furiose battaglie di chiacchiere con le ONG, si arrivava con i barchini che hanno una curiosa caratteristica: non possono essere respinti perchè quando vengono avvistati si trovano già nelle acque italiane e non è possibile ingaggiare una tarantella con Malta tirando fuori il centimetro per misurare la distanza dal “porto sicuro” più vicino.
Di questi Salvini non parlava quando era ministro. Ma oggi che è all’opposizione li usa per far abboccare i gonzi.
(da “NextQuotidiano”)
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Luglio 29th, 2020 Riccardo Fucile LA MOGLIE DI MASTELLA FORMALIZZA L’ADDIO E PASSA AL GRUPPO MISTO
“Signora Presidente, la prego di prendere atto che, da questo momento, lascio il Gruppo di Forza Italia e
chiedo di entrare nel Gruppo Misto”. Lo ascrive la senatrice di Forza Italia Sandra Lonardo in una lettera inviata alla presidente del Senato Casellati.
“La guida salviniana – si legge ancora – che si è imposta negli ultimi tempi in questa coalizione è l’esatto contrario del mio stile, del mio modo di pensare, della mia tradizione culturale e politica. Ho provato a resistere fino a quando ho potuto ma, non condividendo più la strategia politica, che determinava soltanto una forma di contrapposizione meramente ideologica, e nonostante le affettuose premure di colleghi, con i quali ho lavorato in sintonia, che stimo e che lascio malvolentieri, ho deciso di fare questa mia scelta di rinnovata vita politica”.
“So – prosegue – che tutto questo porterà le malelingue e i teologi della moralità politica ad esprimere giudizi ingenerosi nei miei riguardi. Qualcuno avrà certamente da eccepire. Voglio, però, ricordare che non siamo in presenza soltanto, negli ultimi tempi, dei singoli che scelgono, ma di intere forze politiche. Va ricordato che queste forze politiche, ognuna di loro, ha giocato nel campo elettorale in un modo, comportandosi in maniera diversa alcuni mesi dopo e realizzando finanche formule di Governo di convergenza. Nessuno, quindi – conclude Lonardo – scagli pietre moraliste, che rimbalzerebbero facilmente e tornerebbero indietro rispetto a chi le ha lanciate. Posso solo dire, per quanto mi riguarda, che continuerò a fare, con impegno, dedizione e generosità , gli interessi della mia gente, che vedo affaticata, mai come ora, e in attesa di una speranza che tocca alla politica saper dare”.
(da agenzie)
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Luglio 29th, 2020 Riccardo Fucile I PM SCAVANO PER CAPIRE DI CHI FOSSERO REALMENTE: IL SOSPETTO CHE UNA PARTE FOSSERO DI FONTANA E CHE QUINDI ABBIA MENTITO
Emergono nuove incongruenze sul “caso camici” in Lombardia dopo le dichiarazioni di Fontana rilasciate a Repubblica, evidenziate dallo stesso quotidiano. Il governatore della Regione è accusato per frode in pubbliche forniture dopo l’acquisto di 75mila camici da parte di Aria (la centrale di acquisti della Regione Lombardia) all’azienda del cognato, Andrea Dini, trasformato in donazione in seguito alle rivelazioni di Report sul legame di parentela tra Fontana e Dini, e dopo il tentativo del governatore di “risarcire” il cognato per il mancato guadagno con un trasferimento di denaro “scudato”.
I 250mila euro del bonifico che Fontana ha cercato di eseguire a favore di Dini il 19 maggio — bloccato in base alla normativa antiriciclaggio perchè privo di una causale coerente con il versamento da parte di un soggetto “sensibile” — proveniva da un conto aperto presso la banca Ubs Ag, in Svizzera, dove riposano i capitali (oltre 4 milioni) provenienti da un altro conto da cui la madre di Fontana ha “scudato” 5 milioni di euro, fatti transitare dalle Bahamas alla Svizzera con una voluntary disclosure nel 2015.
Nell’intervista rilasciata a Repubblica, Fontana ha dichiarato che quei soldi erano stati portati all’estero “legalmente” dai suoi genitori, i quali “non avevano mai evaso le tasse”. Ma, come osserva lo stesso quotidiano, se così fosse stato non vi era bisogno di scudarli con i trust alle Bahamas (di cui Fontana risultava beneficiario) e di redigere una voluntary disclosure nel 2015 per regolarizzare la posizione.
Inoltre, è difficile spiegare come mai i genitori del governatore, un medico e una dentista, negli anni 80 — il periodo a partire dal quale, secondo Fontana, quel conto non è stato più utilizzato — possedessero una somma di denaro così ingente sul conto svizzero.
Il sospetto è che parte di quel denaro appartenesse allo stesso Fontana, aspetto che andrebbe a confliggere con quanto dichiarato indicato nella clausola voluntary disclosure: “eredità ”.
Sempre dalla voluntary disclosure, emerge che su quel conto ci siano stati movimenti anche tra il 2009 e il 2013, in un periodo in cui la madre del governatore, Maria Giovanna Brunella, aveva tra gli 86 e i 90 anni e in cui sono stati movimentati migliaia di euro: 129mila nel 2010 dal conto delle Bahamas a quello svizzero, circa 500mila l’anno seguente e altri 200mila nel 2013 secondo quanto riportato da Domani nella sua newsletter. A dimostrazione del fatto che il conto fosse tutt’altro che fermo.
Le affermazioni di Fontana stridono con la realtà dei fatti anche per quanto riguarda il fulcro della vicenda: i camici e l’accordo con Dama. Il governatore ha affermato di non aver saputo dell’affidamento oneroso della fornitura prima del 12 maggio, eppure l’ex numero uno di Aria, Filippo Bongiovanni, ha rivelato ai pm di aver informato Fontana subito.
Dunque, se inizialmente era pacifico che quella fornitura fosse di carattere oneroso, perchè trasformarla in donazione? E infine, la consegna lasciata a metà : quei 25mila camici — sequestrati ieri dalla Guardia di Finanza durante una perquisizione nel magazzino dell’azienda — che la Dama non ha consegnato, ma cercato di rivendere a un prezzo maggiorato ad una clinica.
Bongiovanni ha dichiarato che dopo la consegna dei primi 50mila camici “non c’era più bisogno” del materiale restante. Eppure vi era ancora un grande bisogno di dispositivi di protezione in Lombardia, ancora in piena crisi Covid a fine: perchè rinunciare? Viene da pensare che anche questa mossa fosse legata alla necessità di risarcire Dini del mancato guadagno.
(da TPI)
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Luglio 29th, 2020 Riccardo Fucile DURANTE LA TRASMISSIONE SU RETE 4 IL FILOSOFO E’ ANDATO PER TUTTO IL TEMPO ALL’ATTACCO DEL LEGHISTA CHE ANNASPAVA TRAGICAMENTE… “L’ITALIA HA BISOGNO DI LEADER CALMI E CAPACI, NON DI CHI ISTIGA ALL’ODIO”
Sentite questa che è amena: nei giorni scorsi si è svolto il famoso convegno al Senato organizzato dal
leghista Armando Siri e da Vittorio Sgarbi sul Coronavirus: era presente anche Matteo Salvini che ne ha approfittato per uno show sulla mascherina ma tra gli ospiti c’era anche il filosofo francese Bernard-Henry Lèvy.
Ebbene, lo stesso giorno Lèvy è stato ospite da Nicola Porro a Quarta Repubblica insieme proprio a Salvini e ne ha approfittato per attaccare lui e il sovranismo all’italiana.
La parte più divertente della vicenda è che oggi il Giornale è andato all’attacco di Lèvy proprio perchè si è permesso di scontrarsi con Salvini:Sulla Stampa di oggi Lèvy ha continuato a dare spettacolo su Salvini:
«L’Italia ha bisogno di leader calmi e capaci, che affrontino il problema a sangue freddo. A vedere Salvini da vicino, ho avuto l’impressione di uno che cerca di dare a chi lo chiede il permesso di essere violento, la licenza di uccidere. Chi dice agli italiani che sono vittime di una occupazione, che la violenza principale che devono affrontare è l’arrivo di questa povera gente che arriva su imbarcazioni di fortuna, si assume una responsabilità terribile. Qualcuno li prenderà alla lettera e vorrà cacciare“l’invasore”»
Sinora chi evoca i mostri ha una vita meno dura di chi cerca di costruire ponti.
«È uno degli insegnamenti di Freud e Lacan: la pulsione dell’odio è la più forte. È il legame più potente fra gli uomini ed è un umore sociale molto difficile da contrastare. È facile essere Salvini, dici delle sciocchezze e la gente più in difficoltà può crederti, così si conduce il paese al fallimento. Fortunatamente, Salvini non è al potere e non ha negoziato lui con l’Europa. Gliel’ho detto: “Voi avete perduto”. Perchè gli italiani sanno che se non ci fosse l’Europa sarebbe la debacle».
Ma Lèvy era in Italia per il famoso convegno, organizzato da un salviniano di ferro come Siri che l’ha anche invitato insieme a Sgarbi. E allora come la mettiamo? Forse che la prossima volta è meglio informarsi prima di far fare figuracce a Salvini in tv?
(da “NextQuotidiano“)
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