Agosto 7th, 2020 Riccardo Fucile
ECCO LE LINEE GUIDA DELL’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA’
Tre scenari per prepararsi ad ottobre, con particolare attenzione al ritorno a scuola. Sono le Linee guida (“Preparedness”) dell’Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute, pubblicati da Repubblica.
Le linee guida rivelano che l’allerta clinica si prolungherà fino a marzo 2021 e ammettono che i maggiori rischi di un ritorno del contagio saranno sulla scuola
“Gli esperti dell’Istituto superiore e del ministero ammettono di non sapere in che condizioni arriveremo a fine estate, e prefigurano tre scenari. Il primo ipotizza una situazione sostanzialmente invariata (focolai presenti) con un impatto modesto delle scuole sulla trasmissibilità e le sue fonti d’infezione, considerate inevitabili ma tenute sotto controllo”, riporta la Repubblica.
“Il secondo scenario evidenzia una situazione di trasmissibilità “sostenuta e diffusa” con Rt tra 1 e 1,25: non si riesce a tenere traccia, in questo caso, dei nuovi focolai, inclusi quelli scolastici. Infine, situazione peggiore, si contempla questa possibilità : “Situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario e valori regionali sistematicamente compresi tra 1,25 e 1,5″.
Al momento, scrive ancora il quotidiano, appare improbabile prevedere uno scenario del terzo tipo per un periodo prolungato nel tempo. Al tempo stesso medici ed epidemiologi non sanno ancora cosa attendersi da settembre.
(da agenzie)
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Agosto 7th, 2020 Riccardo Fucile
TRENTA PERSONE GIA’ IN ISOLAMENTO A CATANIA MA C’E’ TIMORE TRA I PARTECIPANTI ALLA SERATA IN DISCOTECA… MUSUMECI, MA IL PROBLEMA NON ERANO I MIGRANTI?
Ha partecipato ad una serata in una delle discoteche in spiaggia più frequentate e alla moda di
Catania, ed è risultato positivo al Covid.
Un ragazzo di 17 anni si è presentato con il padre al pronto soccorso del Policlinico della città e, dopo l’esito del tampone, è stato posto in isolamento nella sua abitazione, assieme ai familiari.
L’allarme si è diffuso rapidamente dato che a quella serata dell’Afrobar, locale “in” sulla spiaggia della Playa, c’erano almeno mille persone (qualcuno dice più del doppio). Nel pomeriggio, l’Afrobar ha diffuso una nota su Facebook (poi rimossa) nella quale ha sottolineato che il locale ha sempre rispettato le norme anti-Covid e che “non ci è pervenuto nessun intervento medico”, confermando l’apertura per la serata: “Vi aspettiamo per divertici nel pieno rispetto delle regole”.
Centinaia i commenti, la maggior parte molto critici con il locale, accusato di avere consentito l’ingresso di molti giovani senza una reale possibilità di distanziamento.
L’Asp ha rintracciato una trentina di persone che gli sono state a più stretto contatto e ha disposto anche per loro l’isolamento ma ha pure invitato tutti coloro che erano in quel locale a mettersi in quarantena.
(da agenzie)
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Agosto 7th, 2020 Riccardo Fucile
MA NESSUNO RICORDA CHE IN REALTA’ NON SI E’ MAI CHIUSO UNA MAZZA, VISTO CHE IL 69% DELLE ATTIVITA’ HA CONTINUATO A OPERARE… E A CHI SI LAMENTA DEL “SEQUESTRO DELLA LIBERTA'” RICORDIAMO CHE IN CERTI PAESI LA GENTE STAVA CHIUSA IN CASA CON I SOLDATI A PATTUGLIARE LE STRADE
Prima tutti a chiedersi perchè la Regione Lombardia non avesse chiuso le aree di Alzano e Nembro, ora a domandarsi perchè il governo lo ha fatto quattro giorni dopo il suggerimento del Comitato tecnico-scientifico.
Accuse, speculazioni, il solito squallore politico.
Come se non si sapesse che gli industriali della zona non volevano la chiusura e hanno fatto pesare la propria posizione.
Nessuno ricorda i dati ufficiali di quel periodo successivo di sedicente “chiusura totale”: il 69% delle attività ha continuato a operare bellamente attraverso le maglie larghissime delle produzioni “di prima necessità “.
Molti si sono presi i quattrini di cassa integrazione (continuando a lavorare), bonus autonomi e liberi professionisti, partite Iva e aziende ufficialmente chiuse, salvo aver continuato a operare.
Una gigantesca mangiatoia di cui è vietato parlare in un Paese di questuanti seriali. Solo qualche indagine della magistratura qua e là ha fatto emergere i furbetti dei bonus, ma non rende voti denunciare la mentalità diffusa di chi si aprofitta anche delle disgrazie.
In compenso c’e’ chi delira di “privazione della libertà ” per aver impedito a sconsiderati di ammazzare altri italiani, limitando i contagi e tutelando la salute pubblica.
Il governo ha scelto una strada intermedia tra il chiudere tutto e non chiudere nulla. Il buon senso era chiudere tutto per tre settimane con i soldati in strada a pattugliare e rifornire i cittadini di generi di prima necessità , come ha fatto qualche altro Paese ed eseguire tamponi a tappeto a tutti (ad averceli…), almeno nelle zone più colpite.
Un governo tutela il diritto alla salute di tutti, anche dei coglioni che non capiscono. Nelle emergenze si rispettano le regole, altrimenti c’e’ l’anarchia. Se a qualcuno non piacciono vada a vivere in un’isola deserta così non contagiano nessuno, in uno Stato civile non funziona così.
Ovvio che Alzano e Nembro andavano chiuse prima, ma non solo loro. Se esistono responsabilità le accerterà la magistratura, per il resto sono scelte politiche di cui ogni istituzione risponde personalmente.
A chi parla di “libertà violata” rispondiamo: andatelo a dire ai familiari degli oltre 35.000 morti e a chi ancora adesso non riesce a ritornare a una vita normale perchè minato nel fisico, pur essendo scampato alla morte.
E se vi prendono a bastonate non contate sulla nostra solidarietà .
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Agosto 7th, 2020 Riccardo Fucile
SEGNALATE CRITICITA’ DAL DIRIGENTE FINANZIARIO DEL COMUNE, IL DISAVANZO DI BILANCIO E’ REALE… LA GOVERNATRICE HA MENTITO QUANDO IN CAMPAGNA ELETTORALE NEGAVA CHE CI FOSSE
La presidente leghista di Regione Umbria Donatella Tesei dovrà fronteggiare il buco del bilancio del
comune di Montefalco anche se durante la campagna elettorale fuggiva dalle domande sul tema.
Scrive Umbria24 che a segnalare in via cautelativa alcune criticità direttamente il neo dirigente finanziario del piccolo Comune Giuliano Antonini, in prestito dal Comune di Spoleto fino al 30 settembre.
Il disavanzo di bilancio, oltre quattro milioni e 200 mila euro, del Comune di Montefalco, è stato attestato anche dal consiglio. Lo hanno sottolineato i consiglieri di centro-sinistra della stessa Assemblea e di quella legislativa dell’Umbria. Con questi ultimi che chiedono di “chiarire” il suo ruolo nella vicenda alla presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, centro-destra, sindaco fino al marzo del 2018.
Alla conferenza hanno preso parte Tommaso Bori, Michele Bettarelli, Fabio Paparelli (Pd) e Thomas De Luca (M5S), oltre al parlamentare Walter Verini (Pd) e ai consiglieri comunali del gruppo “Siamo Montefalco” Vincenzo Riommi, Roberto Micanti e Daniele Morici.
Per Bori “la presidente Tesei deve dare delle spiegazioni ai cittadini per i dieci anni in cui ha amministrato il Comune di Montefalco e durante i quali si è creato un disavanzo nel bilancio di oltre 4,2 milioni di euro”. “Non un buco — ha aggiunto — ma una voragine enorme. Noi stiamo lavorando, insieme ai consiglieri comunali di opposizione, per il bene dei cittadini e delle imprese di Montefalco. Non è negando la verità di mala amministrazione che si risolverà il problema. Ci sarà chi pagherà per le responsabilità contabili e penali. Quello che noi vogliamo è tentare di risolvere questa difficile situazione che avrà un peso inevitabile su tutti i servizi e le attività future che l’amministrazione dovrà svolgere. La presidente Tesei deve rispondere a tutti i cittadini dell’Umbria. Perchè quando noi dicevamo la verità su questa situazione, la presidente Tesei anche in Aula ha negato l’esistenza stessa di qualunque tipo di debito. Ha mentito di fronte ai cittadini e agli elettori. L’amministrazione comunale ora sta portando avanti un piano farlocco che rimanda solo i tempi perchè quello che interessa sono le campagne elettorali. Prima ci si è fatti grandi con una buona amministrazione che era solo uno spendere più di quello che si poteva per aumentare il consenso. Ora si vuole allontanare il più possibile la certificazione della verità , di una malagestione dalla presidente della Regione. Affidare i conti a posto della Regione e della sua sanità ad un ex sindaco che ha generato questa situazione disastrosa, è come mandare un vampiro all’interno della’Avis. Serve un atto di trasparenza e di assunzione di responsabilità . Aver mentito agli umbri su cose già verificate dimostra una totale mancanza di senso delle istituzioni”.
“La presidente Tesei venga in Aula a spiegare quello che ha fatto da sindaco di Montefalco — ha chiesto De Luca -, perchè la partita è collegata alla sua gestione come presidente di Regione. Donatella Tesei deve dare risposte e non può pensare di non metter la faccia su questa situazione disastrosa. Anche in campagna elettorale noi chiedevamo chiarimenti in merito alla situazione del bilancio di Montefalco e Donatella Tesei rispondeva che non esisteva alcun buco. La situazione attuale dimostra come quelle affermazioni fossero false. In questo momento c’è la certificazione che il buco c’è. La strada per uscirne sarà lunga e difficile. Lo posso testimoniare avendo vissuto una situazione simile al Comune di Terni. E tutto questo andrà a gravare sulle spalle dei cittadini di Montefalco. Il Movimento 5 Stelle ha portato il tema a livello parlamentare grazie ad una interrogazione della senatrice Emma Pavanelli, che vuole coinvolgere il Ministero delle Finanze e quello degli Interni per l’attività di controllo di loro competenza”. Per Bettarelli “il consiglio comunale di Montefalco di martedì scorso, che ha certificato il buco di bilancio, ha dimostrato l’incapacità di governare dell’attuale amministrazione”. “Le dichiarazioni del sindaco e degli assessori lasciano basiti” ha proseguito.
(da agenzie)
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Agosto 7th, 2020 Riccardo Fucile
GRAZIE ALLA CAMPAGNA DI SOLIDARIETA’ E’ STATO ASSUNTO DA UN RISTORANTE… RACCOLTI 6.000 EURO ATTRAVERSO DONAZIONI DI CITTADINI
È bastato meno di un mese per trasformare una triste notizia di cronaca cittadina in una storia di generosità che ha coinvolto decine di persone, non solo milanesi.
Dalla notte dell’11 luglio, quando Sahabuddin Chokdar è stato spinto senza un motivo nelle acque della Darsena con le rose che provava a vendere sui Navigli, è partita una gara di solidarietà tra i lettori che oggi permette di immaginare un futuro migliore per il venditore di rose bengalese.
Repubblica, assieme alla Caritas Ambrosiana, ha lanciato una campagna di raccolta fondi e fino a ieri – quando è arrivato l’ultimo contributo di 50 euro – sono stati raccolti 6.459 euro da 99 lettori.
In più, Sahabuddin ha trovato un’occupazione. Sta per iniziare a lavorare al ristorante Oyster e Samba di via Poliziano. Nei giorni scorsi ha incontrato il titolare, Douglas Di Modica, uno dei primi a scrivere a Repubblica e a rendersi disponibile ad aiutarlo.
“C’è stata una grande risposta da tante persone – dice con soddisfazione il direttore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti – . È importante far sapere che le risorse raccolte saranno utilizzate per il futuro di Sahabuddin e della sua famiglia”.
L’uomo, 55 anni, partirà con un contratto part time come lavapiatti e addetto alle pulizie, un impiego nel ristorante che renderà più facile rinnovare il suo permesso di soggiorno, ora per motivi umanitari.
“Un impiego stabile può aiutarlo a regolarizzare i documenti e a immaginare un piano di ricongiungimento familiare, cercheremo di assumere anche uno dei figli, se vorranno venire in Italia – dice Di Modica –. Solo così potremo dare una svolta alla vita di questa persona che mostra negli occhi un forte segno di sofferenza. Sono consapevole che ci saranno dei grossi ostacoli linguistici, ma mi assumo l’impegno e non lo abbandonerò”. Sahabuddin non parla italiano, non ha frequentato la scuola nel suo Paese d’origine, dove ha lavorato sin da piccolo nei campi. P
er questo i volontari pensano di affiancare al lavoro un percorso di studio della lingua che possa aiutarlo nell’inserimento in Italia.
Dopo le tante offerte di aiuto arrivate, i volontari del servizio Accoglienza migranti della Caritas hanno incontrato Sahabuddin per capire quale può essere il modo migliore per aiutarlo. Lui ha raccontato della sua famiglia che vive a Madaripur, nella regione di Dacca, in Bangladesh. Lì ha lasciato i genitori anziani, la moglie e i cinque figli, che non vede ormai da otto anni.
Dopo essere partito dal suo villaggio e aver vissuto prima in Turchia e poi in Libia, dove è stato detenuto e torturato in carcere, ha attraversato il Mediterraneo ed è arrivato in Sicilia a bordo di un barcone. Ha vissuto prima ad Aosta, poi ha raggiunto alcuni connazionali a Milano. Ha lavorato per qualche ora al giorno in un’impresa di pulizie, poi è finito in cassa integrazione.
Da quando è a Milano ha iniziato a vendere rose per poter pagare l’affitto di un posto letto in una casa popolare, dove vive con altri bengalesi, e per guadagnare qualcosa da mandare alla famiglia in Bangladesh.
Ma dalla notte in cui ha rischiato di morire nei canali del Naviglio non è più tornato in strada a vendere rose. Per questo la sua grande preoccupazione resta la famiglia. Non vede la moglie e i suoi cinque figli dal 2012, quando è partito per la Turchia.
Il più grande dovrà compiere ventuno anni, il più piccolo ne ha dieci. Li ha lasciati bambini, vedendoli crescere solo attraverso le foto che riceveva sul cellulare, perso e mai più recuperato nelle acque del Naviglio.
“Per una settimana non ho potuto chiamare la mia famiglia – aveva raccontato aiutato da un suo amico che conosce un po’ di italiano –. A casa piangevano tutti, pensavano che fossi morto”. Fino a maggio Sahabuddin inviava in Bangladesh qualche centinaio di euro, e teneva per sè solo il necessario per pagare il posto letto e per mangiare. Ma poi ha perso il lavoro part-time e ha potuto spedire a casa solo poche decine di euro ogni mese.
(da “La Repubblica”)
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Agosto 7th, 2020 Riccardo Fucile
LA DAMA PROPOSE UN SECONDO ACQUISTO … A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FONTANA C’E’ LA EX COMPAGNA DI SALVINI
C’è un secondo appalto di Dama SPA sotto la lente degli inquirenti che indagano sul presidente di
Regione Lombardia Attilio Fontana. Paolo Colonnello sulla Stampa scrive oggi che dalle indagini è emerso infatti che su «indicazione» dell’assessore regionale Raffaele Cattaneo — figura chiave di tutta questa storia e in quel periodo a capo dell’unità di emergenza che doveva reperire camici ovunque — la “Dama Spa, aveva offerto altri 200 mila camici ad Aria, la centrale acquisti della regione Lombardia a integrazione del primo ordine da 75 mila camici.
Lo dimostrerebbe una mail, ora acquisita dalla Procura, datata 22 aprile, ovvero 6 giorni dopo il primo ordine, formalizzato il 16 dello stesso mese.
Come mai Cattaneo, che sapeva perfettamente che Dini era il cognato del presidente, lo invita a diventare fornitore della Lombardia senza chiedergli alcun documento che certifichi il conflitto d’interessi?
La richiesta di integrare la prima fornitura venne inviata direttamente a Filippo Bongiovanni, all’epoca direttore generale di Aria e non si capisce perchè, quando la trasmissione Report chiese di poter prendere visione delle aziende fornitrici della regione, proprio il nome di Dama, sparì dall’elenco.
Piccoli gialli, dettagli da chiarire, che costellano un’inchiesta definita dagli stessi magistrati “fluida” ma che pende come una pericolosa spada di Damocle sul futuro del governo della Regione ormai da anni saldamente in mano leghista e quindi sul futuro dello stesso segretario del Carroccio Matteo Salvini, che del governatore Fontana è il primo garante, avendo messo la sua ex compagna, Giulia Martinelli, a capo della stessa segreteria del presidente.
(da agenzie)
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Agosto 7th, 2020 Riccardo Fucile
DUECENTO PERSONE IN UNA PIAZZA SEMIDESERTA
Nel video pubblicato dalla Lega potete ammirare la folla oceanica che ha accolto ieri Matteo Salvini in quel di Macerata, seconda soltanto al Freddie Mercury Tribute nel momento dell’apertura dei Metallica.
“Ho intravisto un sondaggio bello, noi non abbiamo soldi per farli, ma ho sbirciato. Ho visto il centrodestra in grande vantaggio e Lega primo partito nelle Marche”, ha annunciato il Capitano.
Nella foto a fianco invece vedete una foto pubblicata su Twitter da una prospettiva un po’ diversa da quella scelta dal Capitano sul palco e, come dire, anche molto sorprendente per il risultato finale: la folla non sembra proprio così oceanica, anzi, e il successone annunciato anche dai sondaggi pare essere un po’ un tentativo di profezia che si autoadempie.
Il video è frutto del solito trucco di fare una ripresa bassa che taglia la prospettiva e non dà il senso della profondità . La foto scattata mentre Salvini stava parlando restituisce la verità e testimonia il flop.
(da “NextQuotidiano”)
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Agosto 7th, 2020 Riccardo Fucile
IL TENTATIVO PENOSO DI STRIZZARE L’OCCHIO AD AMBIENTI DI ESTREMA DESTRA, MA UNO DI DESTRA PUO’ SOLO SCHIFARE CHI SCAPPA
“Memento audere semper” ovvero “ricordati di osare sempre”. Questa la scritta sopra la mascherina
di Salvini che ha fatto scoppiare una nuova polemica.
Dopo settimane di discorsi e prese di posizioni contro l’uso della mascherina culminate con la controversa e contestata conferenza dei cosidetti “negazionisti” al Senato, il leader della Lega fa l’ennesima inversione a U ma senza dimenticarsi di strizzare l’occhio alla destra piu’ radicale.
Il messaggio stampato sopra la mascherina di Salvini riprende la scritta posta sull’edificio del Vittoriale a Gardone Riviera che ospita il Mas 96, ovvero la nave museo usata dal poeta Gabriele d’Annunzio durante la Beffa di Buccari. “Memento audere semper” e’ pero’ soprattutto uno dei più celebri motti
d’annunziani ma soprattutto una frase molta in voga soprattutto negli ambienti dell’estrema destra neofascista durante gli anni Settanta. A far discutere e’ quindi la scelta di Salvini di lanciare messaggi che possano in qualche modo ispirare o strizzare l’occhio all’elettorato dell’estrema destra (ma se uno proviene da quegli ambienti lo può solo schifare)
A colpire di piu’ pero’ e’ il fatto che le reazioni principali non sono legate alla strizzata d’occhio, voluta o meno, all’elettorale di destra, quanto alla svolta pro-mascherina del leader della Lega. Tra chi commenta infatti c’e’ chi gli dice: “Non ti si può vedere con la museruola Matteo! E ancora una volta ti chiedo da quale parte stai? Con il deep state?”. E chi gli chiede “perchè hai ricominciato a fare foto con le mascherine????? Dai non è più pericoloso, non farti condizionare!!”, aggiungendo poi una domanda: “Cosa hanno fatto di male quelle persone per fare la foto con te con la mascherina????? Dai Matteo, la tua posizione sulle mascherine è giusta, bisogna buttarle via, non usarla ora solo perchè qualcuno ti ha criticato”.
(da “NextQuotidiano”)
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Agosto 7th, 2020 Riccardo Fucile
“CASINI INTERNI E SCANDALI, DEVO RICOMPATTARE IL PARTITO”… L’INCONTRO CON CONTE E LA LEZIONE DI DIRITTO PARLAMENTARE
Good old times. Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano oggi ricorda che il 7 agosto di un anno fa
Matteo Salvini dava il via alla crisi del Papeete e ci racconta come è andata la storia da un punto di vista privilegiato: quello di Giuseppe Conte.
Conte, basito, gli fa più o meno questo discorso: “Ti avevo già detto dopo la tua vittoria alle Europee che, se volevi, si poteva andare al voto anche il giorno dopo. Tra l’altro avevi il pretesto degli attacchi ricevuti dal M5S in campagna elettorale. Ma tu hai detto no. E l’hai ribadito anche pubblicamente, per due mesi. Anche quando il presidente Mattarella ha fatto notare che, per sciogliere le Camere e votare in settembre in tempo per formare un nuovo governo e approvare la legge di Bilancio, non si poteva aprire la crisi oltre il 20 luglio. L’hai lasciato congedare lo staff per le vacanze, hai garantito a Giorgetti che poteva partire tranquillo e ora cambi idea? Mi spieghi perchè?”. Salvini farfuglia di “casini interni”, di “successo alle Europee da capitalizzare”, ma si capisce che vuole pure giocare d’anticipo sugli scandali leghisti (Russiagate, voli di Stato, 49 milioni, Siri, Arata & C.). Pesano anche l’imbarazzo per non avere un candidato credibile come commissario Ue e il pressing dei presidenti nordisti Zaia e Fontana su quell’autonomia differenziata che gli farebbe perdere voti al Sud. Aggiunge: “Non tengo più i miei, mi serve una campagna elettorale per compattare la Lega, c’è chi vuole farmi fuori, non posso più rinviare”.
E intima a Conte di dimettersi su due piedi per “votare subito, a settembre”. Il premier gli tiene una piccola lezione di diritto parlamentare e costituzionale, spiegandogli alcuni passaggi che sembrano sfuggirgli: “Matteo, ti fai delle pie illusioni. Io non è che mi dimetto perchè tu vieni qui a dirmi che lasci la maggioranza. Devi presentare una mozione di sfiducia in Parlamento, massima trasparenza. La via maestra è tornare dove abbiamo ricevuto la fiducia. In passato le crisi si facevano nei corridoi di palazzo o nelle segreterie dei partiti: io voglio fare tutto alla luce del sole. Tu dovrai esserci, al contrario del dibattito sullo scandalo russo, e spiegare guardandomi negli occhi perchè mi levi la fiducia. Poi dovrai passarmi davanti e votarmi contro. E i tempi tecnici per votare a settembre non ci sono”. Il congedo è raggelante: “Pensaci bene stanotte. Parla con i tuoi consiglieri, se ne hai. Poi fammi sapere”
Il resto è storia: il 4 settembre Conte al Quirinale scioglie la riserva leggendo la lista dei ministri del suo secondo governo. E ottiene dalla Von der Leyen per Paolo Gentiloni il dicastero Ue più importante mai ricoperto da un italiano: gli Affari economici. Salvini, in meno di un mese, è passato dai pieni poteri a zero poteri.
(da “NextQuotidiano”)
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