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CASEIFICIO BUSTI NELLA BUFERA: DOPO LA VISITA DI SALVINI SENZA MASCHERINA SCATTA SUL WEB L’INVITO A BOICOTTARE I PRODOTTI DELL’AZIENDA

Agosto 16th, 2020 Riccardo Fucile

LA DIFESA DEL TITOLARE NON CONVINCE, CHI INVITA SALVINI A PRANZO DEVE SAPERE CIO’ CHE LO ASPETTA… NESSUN ALTRO POLITICO INVITATO HA SFRUTTATO UNA VISITA RISERVATA PER FARE UNO SPOT ELETTORALE E SENZA RISPETTARE LE REGOLE SUL COVID

A Pisa scatta l’invito a boicottare l’acquisto dei formaggi di un noto caseificio della provincia dopo che il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha pubblicato sulla sua pagina Facebook due foto che lo ritraggono durante una visita nell’azienda in cui abbassata la mascherina sul mento, annusa un formaggio prodotto nel caseificio.
Il proprietario del caseificio, Stefano Busti, dichiara al’agenzia di stampa Agi: “Rispettiamo da sempre tutte le regole e quel pezzo di formaggio è stato donato a Salvini come facciamo sempre con i personaggi che vengono a visitare la nostra azienda. Poche settimane fa sono venuti a trovarci anche Eugenio Giani, Andrea Pieroni e Antonio Mazzeo, esponenti del Pd. “Nè della visita di Salvini e Ceccardi, nè di quella di Giani e degli altri consiglieri del Pd abbiamo dato notizia”
“In visita al caseficio Busti, territorio pisano. Qui un gemellaggio fra Toscana e Sicilia: pecorino coi pistacchi di Bronte. Viva l’Italia” è il post di Matteo Salvini, corredato di foto, che scatena la polemica
Da quel momento sono centinaia i messaggi di persone che non acquisteranno più i prodotti del caseificio Busti.
Qualche considerazione:
1) Il titolare di una azienda è libero di invitare o accettare la richiesta di visita del politico che gli pare, ma non può poi far finta di cascare dal pero. Della visita di altri candidati nessuno ha saputo nulla perchè sono stati corretti e non ne hanno fatto uno squallido post elettorale, se inviti Salvini sai che viene per farsi i selfie e pubblicarli.
2) Se poi inviti pure Salvini e delegazione al seguito a pranzo, vai oltre la visita formale, inutile nasconderlo. Indossare una mascherina tricolore (fornita da chi?) è un altro segnale poco consono al ruolo di imprenditore “neutro”.
3) Nell’azienda, come hanno ricordato i sindacati e la stessa direzione, vige un controllo di sicurezza anti-Covid molto severo, a tutela dei lavoratori e dei consumatori. Perchè è stato permesso a Salvini di fare foto senza mascherina di protezione? Perchè il titolare non ha ritenuto di redarguire il leghista ad attenersi alle norme che valgono per tutti?
4) Avrebbe avuto senso invitare la Ceccardi   come è stato fatto con Giani, trattandosi non solo dei due candidati reali alla Regione, ma anche di due soggetti senza procedimenti penali a carico. Far entrare nella propria azienda un imputato per due sequestri di persona aggravati non penso rientri nella prassi di un imprenditore “neutro”.
5) Noi siamo per la libertà  di scelta, infatti non permetteremmo a Salvini neanche di arrivare a sporcarci lo zerbino.

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MOLISE, IL NUOVO TRENO CAMPOBASSO-TERMOLI (COSTATO 15 MILIONI) E’ UN FLOP: TRE ORE PER PER PERCORRERE 80 KM

Agosto 16th, 2020 Riccardo Fucile

QUATTRO ANNI DI LAVORO PER UNA LINEA A BINARIO UNICO TROPPO LENTO

Quindici milioni di euro per riaprire una vecchia linea ferroviaria chiusa nel 2016, con la beffa di non aver risolto ancora i vecchi problemi e, anzi, aver allungato i tempi di percorrenza.
Benvenuti sulla Campobasso-Termoli: 87 chilometri a binario unico percorsi alla velocità  del “Brucomela”.
Il sito di Trenitalia prevede poco meno di due ore per lo spostamento, andamento lento a dir poco, ma il reale tempo di percorrenza dalla riapertura a oggi è stato sempre superiore. Mai un treno arrivato in orario. Tempi medi di percorrenza intorno alle due ore e mezza nei casi migliori, fino alle tre ore toccate nel giorno della riapertura e anche in quello seguente.
Fiduciosi dei grandi annunci per la riapertura arrivati dalla regione Molise con tanto di conferenza stampa nella stazione di Campobasso, domenica scorsa (9 agosto) abbiamo deciso di salire a bordo della corsa inaugurale che, alle ore 6 in punto, ci ha portato dal capoluogo di Regione fino alla costa adriatica.
Dove siamo sbarcati alle ore 8.52 con più di un’ora di ritardo. Alla media di circa 30 chilometri orari.
Varie le soste nella campagna: la prima alle ore 6.07 alle porte di Campobasso. “Perchè siamo fermi?”, esclama uno dei temerari passeggeri saliti a bordo. Pronta la risposta del gentile operatore: “Problemi col passaggio a livello. Oggi qualche problema ci sarà  sicuramente”.
Come a dire: state comodi e non perdete la pazienza. Soprattutto col passaggio a livello, un problema costante su tutta la tratta.
Ma che allo stesso tempo è fonte di emozione poco dopo la stazione di Ripabottoni/S.Elia (siamo nella zona del cratere sismico del 2002, ndr), quando un automobilista in sosta al passaggio a livello saluta festosamente quel treno che non vedeva più da anni.
Scene di giubilo che si ripetono alla stazione di Casacalenda dove addirittura c’è un fotografo pronto a immortalare il momento storico. E dove un ragazzo, più ritardatario del treno, è costretto a rincorrere il convoglio per non perdere una corsa che ha già  accumulato un ritardo biblico
Ma l’apoteosi si registra alle 7.32, quando a Larino il treno partito da Campobasso incrocia quello partito da Termoli. Per “festeggiare” ecco altri 15 minuti di sosta.
La meta sembrerebbe essere più vicina. Larino e Termoli distano una trentina di chilometri. Si riparte. La vegetazione si fa meno rada. Adesso la visione di sterpaglia incolta, pale eoliche e pannelli solari, lascia spazio a vigneti e uliveti.
C’è ancora tempo, però, per l’ennesima sosta, nelle campagne alle porte del basso Molise. Perchè i passaggi a livello non si sono chiusi e quindi si è reso necessario l’intervento umano per bloccare le automobili in transito.
Si tratta dell’ultimo ostacolo per i tre vagoni e per una decina di temerari passeggeri che finalmente alle 8.52 riescono a mettere piede a Termoli.
Sarà  stato un caso isolato? Certo che no. Stessa sorte è toccata al treno partito in direzione opposta.
Non solo domenica, ma anche nei giorni seguenti. Abbiamo monitorato tutte le corse per un’intera settimana. Treni in grave ritardo ogni giorno, nessuno arrivato in orario; tanto che Rete ferroviaria italiana (Rfi) è dovuta uscire allo scoperto assicurando il massimo impegno per provare a ridurre il disagio dei sempre meno passeggeri che scelgono il treno per muoversi lungo la tratta.
La speranza è che qualcosa, come promesso dalla società  che gestisce le infrastrutture ferroviarie, si muova entro due settimane. Altrimenti si potrebbe tornare nuovamente al sistema sostitutivo in autobus, tra l’altro già  attivo in alcuni orari, che quantomeno garantirebbe il tragitto nei tempi, seppur lenti.
Ma una domanda sorge spontanea. Non sarebbe stato opportuno terminare il monitoraggio e i lavori di adeguamento necessari prima di rimettere in moto una tratta che già  in tempi normali impiegherebbe quasi due ore ( 1h e 50′ circa) per percorrere solo 87 chilometri?
Una linea ormai troppo vecchia (la tratta fu inaugurata nel 1882, ndr), dove sono ancora numerosi i problemi da risolvere: il consolidamento di viadotti e la messa in sicurezza di ponti e ponticelli, il risanamento dell’armamento ferroviario, la vegetazione che ostacola i vagoni, oltre a qualche complicazione tecnologica.
Il tutto confermato anche dalla presenza di circa 60 tecnici sui cantieri. Lavori per cui Rfi ha assunto un impegno economico per 15 milioni di euro.
E proprio a proposito dell’ennesimo disservizio pubblico in una Regione che paga già  un isolamento storico dal punto di vista dei Trasporti, sarebbe necessario un doveroso chiarimento da parte di Donato Toma.
Il presidente della regione Molise, inoltre, proprio di recente, nel valzer di poltrone effettuato in piena pandemia, ha cambiato anche il vertice dei Trasporti. Quell’assessorato che deve fare i conti pure con gli storici problemi sulla principale linea di collegamento ferroviario: la Campobasso-Roma ora chiusa per l’elettrificazione (ormai si viaggia solo in bus).
Eppure il governatore Toma, nella conferenza stampa trionfale di fine luglio, manco arrivasse l’alta velocità , ha parlato di svolta sul ferro per il Molise: “Dopo quattro anni di chiusura riapre la linea Campobasso-Termoli. In appena due anni questo governo ha impresso un cambio di passo al trasporto ferroviario in Molise, ora questa linea è realtà ”. Un passo di gambero però, visto che per percorrere solo 87 chilometri occorre mezza giornata.

(da TPI)

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“A MIKONOS CI SIAMO INFETTATI, SIAMO TORNATI CON EASYJET MA L’ASL DI MILANO NON CI FA IL TAMPONE”

Agosto 16th, 2020 Riccardo Fucile

ALLA ASL DI MILANO LA COSA NON SEMBRA INTERESSARE, COSI’ PURE A QUELLA DI GENOVA

“Io non voglio che qualcuno si ammali per colpa mia, ma questo preoccupa più me che la Asl della regione Lombardia, a quanto pare”.
Francesco è tornato il 13 agosto dalle vacanze a Mykonos con la sua fidanzata Elena e un gruppo di altri otto amici. Tre ragazzi di quel gruppo, rientrati in Italia, hanno scoperto di essere positivi al Coronavirus. Ora, tornato a Milano, Francesco vorrebbe fare il tampone ma nessuno pare interessarsi della questione.
Quando siete partiti per Mykonos?
Il 6 agosto, siamo rimasti una settimana. Eravamo in 10, provenienti da città  diverse come Milano, Genova e Napoli, quindi non tutti arrivati insieme.
Che vita avete fatto a Mykonos?
Spiaggia, ristoranti, al massimo aperitivi, le discoteche erano chiuse. Nulla di particolare, ma a quanto pare è bastato poco.
C’erano molti turisti?
Sì, moltissimi.
A Mykonos siete stati bene o avete avuto sintomi?
La sera da un certo momento alcuni di noi si sentivano stranamente stanchi, ma non avevamo febbre o altri sintomi.
Poi?
Al ritorno il 13, il nostro amico che è tornato su Genova non stava bene e ha fatto il tampone. Risultato positivo. Idem due amici di Napoli.
Tu sei rientrato su Milano dove vivi invece.
Sì. Io il 13 sera ho iniziato ad avere un po’ di sintomi e anche la mia ragazza. Alle 18,30 avevo la febbre a 37,8.
In aeroporto te l’hanno misurata?
Non l’avevo. E’ un mistero. Io da ieri non sento neppure più i sapori.
Hai chiamato la Asl?
Certo, subito. Ho detto che chiaramente a Mykonos c’è un focolaio, che sono stato su un volo, che ho incontrato tanta gente.
Hai comunicato anche su che volo eri?
Certo il volo delle 13,40 Mykonos-Malpensa il 13 agosto, ma sembra che anche quello alla Asl non sia interessato.
Poi?
Poi ho spiegato che gli amici in vacanza con me sono risultati positivi e che ho i sintomi, ma mi hanno risposto che fino alla prossima settimana non se ne parla, nessuno fa i tamponi a Ferragosto.
La Asl è in vacanza?
Sono rimasto scioccato. C’è una pandemia e lasciano le persone in giro probabilmente positive senza fare alcun intervento. Tra l’altro ci sono molte persone di ritorno da Mykonos che rientrano positive, anche non del mio gruppo, è chiaro che lì la situazione è grave.
Quindi la Asl cosa ti ha detto?
Che per loro sono libero di circolare e che comunque il tampone lo può richiedere solo il mio medico di base. Io per la regione Lombardia sono libero di fare quel che voglio.
Medico di base che hai chiamato immagino.
Sì ma non risponde, sarà  in vacanza suppongo. Io però non posso fare finta di niente, voglio essere responsabile.
Tutti gli altri del gruppo come stanno?
A parte i tre positivi con sintomi, io, la mia ragazza e un altro ragazzo di Milano stiamo benino ma con sintomi, un altro è in Sicilia in vacanza perchè non conosceva la situazione degli altri, ora sta cercando di fare il tampone anche se è asintomatico.
Quanti anni avete?
Tutti sui 30.
Ma il primo ragazzo di Genova del vostro gruppo che ha fatto il tampone e ha scoperto la positività , lo ha fatto tramite Asl?
Macchè, privatamente. Appena saputa la positività  ha informato la Asl di Genova. Nessuno gli ha risposto. Nessun tracciamento contatti.
Non sanno gestire la situazione ad agosto, figuriamoci se potevano gestirla a marzo, mi verrebbe da dire.
Esatto. Non è normale che io debba combattere da solo per tutelare la salute pubblica.
A Easyjet hai scritto?
No, ho mandato il numero di volo alla Asl. Informerò anche Easyjet che 4 di noi erano su quel volo, tra l’altro il mio amico di Milano sta peggio di noi e anche lui niente tampone.
Non potete fare un tampone privatamente?
Chi può farli ha disponibilità  dopo il 20, l’Auxologico chiede di andare solo se si è senza sintomi, io con questi sintomi non mi sento di andare.
Quindi oggi è Ferragosto e tu sei in isolamento?
Sì, autoisolamento in attesa che qualcuno mi faccia un tampone. Ho cancellato le vacanze in Puglia, ma non ero obbligato. Un altro al posto mio magari dopo due telefonate a vuoto alla Asl in vacanza ci va e se ne frega.
Insomma, per la Asl non sembra esserci una pandemia
Vedo le foto di Gallera in vacanza, a quanto pare va tutto bene così.

(da TPI)

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TOSSISCE IN FACCIA A UNA DONNA CHE GI AVEVA CHIESTO DI METTERE LA MASCHERINA SUL TRENO: “HO IL VIRUS”

Agosto 16th, 2020 Riccardo Fucile

“TERRONI, TORNATEVENE A CASA, NON POTETE DIRMI COSA DEVO FARE”: UNA SCENA VERGOGNOSA SU UN TRENO IN SICILIA

Li chiama «terroni, tornatevene a casa». Grida «Non potete dirmi cosa devo fare» e poi arriva a tossire sulla faccia della passeggera. Una scena vergognosa che ci viene segnalata da un lettore
15 agosto, 17.20, treno Termini Imerese-Aeroporto Punta Raisi a Palermo. A un certo punto sale un uomo, sui 35-40 anni, con una bici. Non indossa la mascherina (necessaria per contenere la pandemia del Coronavirus) e «non intende proprio farlo, è riluttante». Quando un passeggero, «di origini campane, in viaggio con la famiglia», gli fa presente che non è corretto un comportamento simile, che su un treno va indossata la mascherina e che, dunque, può essere pericoloso per la salute degli altri, lui va su tutte le furie.
«A un certo punto tossisce di fronte alla moglie dell’uomo, poi dice “Stammi lontano che ho il virus” e li insulta chiamandoli “terroni, tornatevene a casa” solo perchè erano napoletani.
“Sei una mer*a tu e tutta Napoli, fango. Poi urla “Lei non può dirmi cosa devo fare, mi ha messo le mani addosso”. Eravamo tutti increduli». L’uomo, con un accento palermitano, dà  del «terrone» a un campano.
A denunciare l’accaduto è un lettore di Open, un giovane ragazzo, testimone oculare di questo increscioso accaduto, come mostrano le immagini e un audio. Dopo le urla la famiglia, infatti, scende dal treno: l’uomo prova a chiamare forze dell’ordine mentre chi ha girato il video si reca presso l’ufficio della polizia all’aeroporto di Palermo per segnalare il fatto.

(da Open)

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NON CE N’E PIU’ DI COVIDDI? A PADOVA UNA BAMBINA DI 5 ANNI E’ IN TERAPIA INTENSIVA

Agosto 16th, 2020 Riccardo Fucile

MENTRE IGNORANTI E DELINQUENTI DIFFONDONO IL VIRUS, LA PICCOLA CONTAGIATA DAL COVID-19, SI AGGRAPPA ALLA VITA

Ricoverata in terapia intensiva. Intubata, dopo aver manifestato i primi sintomi respiratori. Positiva alla Covid-19. E tutto questo a soli 5 anni.
La notizia arriva dall’ospedale di Padova e questo caso fa parte dei nuovi contagi da Coronavirus, sempre più alti negli ultimi giorni.
La bambina non è la sola ricoverata in terapia intensiva, con lei ci sono anche altri 4 pazienti tra cui uno in fase di dimissioni dal reparto.
A diffondere le prime informazioni è la stessa azienda ospedaliera: la piccola paziente è stata accolta pochi giorni fa nel pronto soccorso pediatrico: presentava sintomi respiratori dovuti a un’infezione.
Dopo essere risultata positiva al virus è stata ricoverata. Il caso della bambina rientra in una serie di nuovi contagi che si stanno registrano nelle ultime settimane, come spiega il direttore generale dell’azienda Luciano Flor: «I ricoveri Covid di quest’ultimo periodo testimoniano un comportamento non corretto da parte di singole persone».
Dall’inizio dell’epidemia il totale dei casi di contagio nella regione è arrivato a 21.210. Nelle ultime 24 ore infatti si sono registrati 78 nuovi casi di contagio.
Al momento 6.394 pazienti sono in isolamento fiduciario, 117 sono ricoverati in ospedale e 5 in terapia intensiva. Il numero dei decessi invece è fermo a 2.096. Il Veneto oggi ha registrato il numero di contagi più alto rispetto a tutte le regioni italiane.

(da agenzie)

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SONDAGGIO REGIONALI VENETO: LA LISTA ZAIA UMILIEREBBE SALVINI, IL DOPPIO DEI VOTI DELLA LEGA

Agosto 16th, 2020 Riccardo Fucile

38% CONTRO 18% QUANDO UN ANNO FA ALLE EUROPEE LA LEGA IN VENETO RAGGIUNSE IL 49,9%… ADESSO GLI ELETTORI PREMIANO SOLO IL GOVERNATORE

In Veneto sondaggi da sogno per Luca Zaia, più che per la Lega di Matteo Salvini in vista delle Elezioni Regionali 2020.
Secondo quanto riporta Il Giorno, la lista Zaia presidente è data al 36-38 per cento.
E la lista ufficiale della Lega? Sempre stando a questo sondaggio non va oltre il 18.
In Veneto non c’è corsa: sette persone su dieci (68-72 per cento) sono pronte a confermare Zaia nuovo presidente di Regione.
Cinque anni fa Zaia prese 427 mila voti pari al 23,08 per cento, con 13 seggi. La Lega Nord ne conquistò 329 mila voti, solo il 17,82 per cento, con 10 seggi.
Questo sondaggio racconta che dal 2015 a oggi la forbice si sarebbe allargata.
Ma c’e’ un dato ancora più interesssante; alle elezioni europee di un anno fa in Veneto la Lega raggiunse il 49,9%, adesso due terzi di quei voti andrebbero alla lista personale di Zaia e la Lega si vedrebbe ridimenzionata a poco piu’ di un terzo.

(da agenzie)

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IL GOVERNO HA DECISO DI CHIUDERE LE DISCOTECHE CHE NON AVREBBE MAI VOLUTO RIAPRIRE

Agosto 16th, 2020 Riccardo Fucile

PASSATO IL FERRAGOSTO, ORMAI IL DANNO E’ FATTO… ERANO STATE LE DEROGHE DELLE REGIONI A PERMETTERE LA RIAPERTURA DELLE DISCOTECHE SU PRESSIONE DEGLI INTERESSI ECONOMICI DEI GESTORI

Di fronte all’aumento dei contagi da Coronavirus il governo alla fine ha deciso. Da domani, 17 agosto, discoteche, sale da ballo e locali assimilati dovranno sospendere le loro attività  almeno fino al 7 settembre.
La decisione è arrivata nel corso del pomeriggio, durante una riunione in videoconferenza tra i ministri della Sanità  Speranza, degli Affari regionali Boccia e dello Sviluppo economico Patuanelli che hanno pensato a dei contributi per gli operatori del settore.
Fino a questo momento le Regioni erano riuscite a tenere aperte le discoteche seppure, dopo il pressing del governo, al 50% e con l’obbligo di ballare con la mascherina.
Ora la stretta dell’esecutivo: le Regioni dovranno adeguarsi al dpcm del 7 agosto scorso che dice che «restano sospese le attività  che abbiano luogo in sale da ballo e discoteche e locali assimilati, all’aperto o al chiuso».
Lo stesso ministro Boccia nelle scorse ore aveva parlato dell’ipotesi della «chiusura dopo Ferragosto in tutte le Regioni». E i dati quotidiani dei contagi in continua crescita hanno spinto verso lo stop.
Decisa anche una stretta sull’uso delle mascherine, da utilizzare obbligatoriamente, «dalle 18 alle 6», anche «all’aperto, negli spazi di pertinenza dei luoghi e locali aperti al pubblico nonchè negli spazi pubblici (piazze, slarghi, vie) ove per le caratteristiche fisiche sia più agevole il formarsi di assembramenti», riporta il Corriere.
Intanto il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, ha annunciato che domani il coordinamento presenterà  una formale denuncia contro il governo e i presidenti delle Regioni per concorso in epidemia colposa e attentato alla salute pubblica, in relazione alla mancata chiusura delle discoteche. «Chiudere ora le discoteche quando tra luglio e agosto sono state organizzate centinaia di serate in tutta Italia vuol dire chiudere la stalla quando i buoi sono già  scappati»
Il governo ha dunque deciso di adeguarsi al parere del Comitato tecnico scientifico, che già  nei giorni scorsi aveva espresso la sua preoccupazione di fronte all’aumento dei casi di contagio. L’esecutivo ricordava anche come già  nel Dpcm del 7 agosto scorso fosse prevista la sospensione delle «attività  che abbiano luogo in sale da ballo e discoteche e locali assimilati, all’aperto o al chiuso» – divieto cui però molte Regioni avevano risposto con una deroga. La maggioranza delle Regioni, anche oggi, era contraria, preferendo limitazioni di orari e presenze alla chiusura totale.

(da agenzie)

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FORZA POPOLO BIELORUSSO, SIAMO TUTTI CON TE, ANCHE SE IL NOSTRO GOVERNO DORME

Agosto 16th, 2020 Riccardo Fucile

UNA DURA BATTAGLIA PER UNA GIOVANE DEMOCRAZIA EUROPEA CHE NASCE : “CREDIAMO, POSSIAMO, VINCIAMO”

Il capo della grande fabbrica che elogia la vittoria di Lukashenko alle elezioni e tutti — TUTTI — gli operai che si alzano in piedi dichiarando di aver votato per Svetlana Tsikhanouskaya (che in teoria avrebbe preso il 10%).
Le più grandi industrie del Paese in sciopero, i sit in nelle fabbriche e i cortei che si uniscono dalle diverse strade di Minsk, e marciano assieme.
Le donne in bianco che sfilano davanti ai palazzi del potere, al grido di “Crediamo, possiamo, vinciamo” I soldati che abbassano gli scudi e vengono abbracciati dai manifestanti.
Queste sono le immagini che arrivano dalla Bielorussia, ultimo Paese europeo a essere governato da un tiranno di nome e di fatto, Alexandr Lukashenko, che ha appena rivinto le elezioni con il “solito” 80% dei consensi e i “soliti” brogli, dopo mesi di repressione e incarcerazioni di qualunque candidato osasse sfidarlo.
La storia (forse) la conoscete: questa volta l’illusione non è riuscita.
Svetlana Tsikhanouskaya, moglie di uno dei candidati sfidanti arrestati o fatti fuggire da Lukashenko, si è candidata presidente e ha sfidato il tiranno. Ha perso, come si sapeva sarebbe accaduto, ma negli exit poll indipendenti condotti da agenzie europee nei seggi esteri — quelli in cui il governo non può imbrogliare — 86 elettori su 100 hanno indicato la loro preferenza per Svetlana Tsikhanouskaya e solo il 3% ha ammesso di aver votato Lukashenko.
E i cittadini bielorussi, non bastasse, sono scesi in massa in piazza e hanno scioperato nelle fabbriche per dimostrare al mondo la gigantesca finzione che si era appena consumata.
Quel che vediamo oggi, una democrazia che nasce, è bellissimo. Quel che non vediamo — ma che ci viene raccontato: altro indizio di un regime che muore — è la repressione delle proteste, sono le migliaia di arresti di manifestanti , oppositori politici e giornalisti, sono i pestaggi in strada da parte di poliziotti in abiti civili, sono le torture che subisce chi viene fermato, sono i morti che questa piccola, grande rivoluzione, se mai sarà , lascerà  sul terreno.
C’è altro ancora, che non vediamo, ma possiamo solo intuire. C’è la delicatezza geopolitica di questa rivoluzione, pericolosissima come tutto ciò che avviene ai confini della Russia di Putin, che si sente fisiologicamente minacciata quando in uno dei suoi stati-cuscinetto — e la Bielorussia lo è, come lo era l’Ucraina — una satrapia asiatica cede il passo a una democrazia occidentale.
Chi ne sa qualcosa, lo dice apertamente: tutto bello, ma Putin non lascerà  mai la Bielorussia in mano a europei e americani dopo aver già  perso l’Ucraina e i Paesi baltici. Ed Europa e Stati Uniti non hanno la forza politica di stare dalla parte del popolo, soprattutto l’America nel bel mezzo del suo anno elettorale — e certo non con un presidente come Donald Trump, sui cui ambigui rapporti con la Russia si è speculato un bel po’. Pure lo strano e imbarazzato silenzio del governo italiano ha la sua inquietante eloquenza, in questo scenario.
Ecco, se non ci sono loro, dobbiamo esserci noi.
Noi mezzi d’informazione — perdonate l’autoreferenzialità  — che dobbiamo accendere un faro su quel che accade e tenerlo acceso più che possiamo, per evitare che l’ignavia della politica trasformi la rivoluzione in una violenta repressione del dissenso.
Ma anche noi opinione pubblica — cioè, voi che state leggendo — che dovete porre attenzione a quel che accade ai confini del nostro mondo.
Per loro, i bielorussi, che stanno lottando ma anche per noi, perchè in un mondo post pandemico in cui i tiranni e gli autocrati stanno rialzando la testa, dalla Russia alla Turchia alla Cina — sì, dovremmo occuparci un po’ di più pure di Hong Kong — e in cui persino in Occidente una democrazia che nasce è un fiore nel deserto.
E che nasca in uno di quelle terre devastate tra Russia e Germania, Europa e Asia, Est e Ovest, dal Novecento di Hitler e Stalin, è ancora più bello.
Forza, Bielorussia, siamo tutti con te.

(da Fanpage)

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SONDAGGIO NBC: JOE BIDEN AVANTI DI 9 PUNTI SU TRUMP

Agosto 16th, 2020 Riccardo Fucile

IL 54% DEGI AMERICANI APPROVA LA SCELTA DI KAMALA HARRIS COME VICE… IL DATO PIU’ SIGNIFICATIVO: IL 58% DEI SOSTENITORI DI BIDEN LO APPOGGIA PERCHE’ NON NE PUO’ PIU’ DI TRUMP

Joe Biden avanti di 9 punti su Donald Trump alla vigilia della convention democratica. Secondo un sondaggio di Wall Street Journal e Nbc, il candidato democratico ha il 50% dei consensi   e il presidente americano il 41%
. Il sondaggio rivela comunque che il 58% dei sostenitori di Biden lo appoggia perchè intende votare contro Trump non perchè l’ex vicepresidente è la scelta preferita.
C’è poi da segnalare che il 54% degli americani approva la scelta di Kamala Harris per la vicepresidenza. EÈ quanto emerge da un sondaggio condotto dal Washington Post e Abc, secondo il quale il 29% invece la boccia.
La maggiore soddisfazione è fra i democratici: l′86% approva la decisione di Joe Biden di scegliere la senatrice della California, contro un 8% di contrari.
Fra i repubblicani, il 25% promuove la scelta di Harris, ovvero uno su quattro, a fronte di un 55% di contrari.

(da agenzie)

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