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FUNERALI DI MARIA PAOLA A CAIVANO, LE PAROLE DI DON PATRICIELLO: “BASTA ODIO, LA PERSONA UMANA VIENE PRIMA DELL’ORIENTAMENTO SESSUALE”

Settembre 15th, 2020 Riccardo Fucile

CIRO: “CORREVAMO SOLTANTO VERSO LA NOSTRA LIBERTA'”

Ciro la saluta per l’ultima volta all’obitorio e scrive di pugno un manifesto affisso alle porte della chiesa. “Correvano soltanto verso la libertà ”.
Le amiche indossano magliette bianche con la sua foto che sorride mentre in chiesa don Patriciello, il parroco che l’ha battezzata e oggi ne celebra le esequie, le dice: “Vogliamo chiederti perdono per non essere stati capaci di custodire la tua fragile e preziosissima vita”.
È il momento del dolore, al Parco Verde di Caivano, dove una folla commossa assiste ai al funerali di Maria Paola Gaglione, la ragazza di 18 anni morta dopo essere caduta dallo scooter inseguita dal fratello Michele Antonio, che non accettava la sua relazione sentimentale con Ciro, il 22 enne, nato di sesso femminile ma che si sente uomo e aveva fatto un percorso culminato nella storia d’amore con Maria Paola Gaglione.
Ma durante la funzione, accuse e recriminazioni restano fuori.
In chiesa Ciro non c’è. Saluta Maria Paola all’obitorio, scortato dalla polizia, dall’Arcigay e con il permesso della Procura.
E, gli amici, stendono un grande cartello, scritto a penna, davanti all’ingresso della chiesa di San Paolo Apostolo a Caivano: “Correvamo soltanto verso la nostra libertà  o almeno credevamo di farlo”.   Firmato, “dal tuo grande amore Ciro”.
Proprio accanto al cartellone con l’ultimo saluto di Ciro spicca il manifesto funebre della famiglia di Maria Paola, firmato dai genitori e dai fratelli, tra cui lo stesso Michele (ora in carcere per omicidio preterintenzionale)
E quindici minuti dopo le 16, il feretro di Maria Paola arriva in chiesa. Ad accoglierlo, un applauso carico di commozione. Poco dopo entra la madre, Pina Gaglione, visibilmente provata e sorretta dal marito e dai familiari.
Per rispettare il distanziamento sociale la chiesa viene riempita solo a metà , ma tanta gente aspetta fuori in silenzio.
“Nella stessa chiesa dove sei stata battezzata da questo prete, oggi si sta celebrando il tuo funerale, Maria Paola”, dice dal pulpito il parroco,   don Maurizio Patriciello. E la sua voce si interrompe per l’emozione.
“In chiesa non c’è posto per l’odio”, dice il parroco. E   aggiunge: “Quante menzogne vengono dette da mattina a sera” . Poi sottolinea: “Ogni vita è preziosa. Signore, ricordaci che prima dell’ orientamento sessuale, del colore della pelle, del conto in banca, viene la persona umana, creata a tua immagine e somiglianza”.
E conclude: “Perdonaci, Maria Paola, per non essere riusciti a custodire questa tua vita fragile e meravigliosa”.
All’uscita del feretro, un altro applauso, mentre le amiche di Maria Paola lanciano palloncini bianchi e fanno volare piccole colombe. Sulle loro magliette, una ragazza che sorride, in calce la scritta: “Diciotto anni non sono stati abbastanza per amare una persona come te. Buon viaggio principessa”.

(da agenzie)

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FONDI SOSPETTI AI PARLAMENTARI DELLA LEGA PER PAGARE MENO TASSE

Settembre 15th, 2020 Riccardo Fucile

UN NUOVO SCANDALO PER GLI UOMINI DEL CARROCCIO

In una inchiesta a firma di Emiliano Fittipaldi e Giovanni Tizian, il nuovo quotidiano “Domani” da oggi in edicola, racconta di un «un nuovo scandalo per Matteo Salvini e i suoi uomini», dopo quelli dei 49 milioni, del Russiagate e della Lombardia Film Commission.
Secondo quanto riportano i due giornalisti, la Lega avrebbe, tra gennaio 2017 e settembre 2018, messo in piedi un meccanismo   che consentiva ai parlamentari del Carroccio di versare somme nella casse di via Bellerio per poi incassare le stesse , ottenendo così di pagare meno tasse, mediante sgravi fiscali forse indebiti.
Scrivono Fittipaldi e Tizian: «è questa la conclusione a cui arriva una relazione inedita dell’Unità  di informazione finanziaria (Uif), l’ufficio antiriciclaggio della Banca d’Italia che su richiesta di almeno due procure — Milano e Genova — e della Guardia di Finanza sta indagando sulla cassaforte del Carroccio».
E ancora:
«Indagando sui presunti magheggi della fondazione Lombardia Film Commission (…)», scrivono ancora Fittipaldi e Tizian,«gli analisti incrociano altre movimentazioni tra un conto della Lega e alcune aziende fornitrici di servizi. Seguendo la corrente di questo fiume di denaro, gli investigatori dell’antiriciclaggio approdano a una serie di bonifici intercorsi tra il partito e decine di parlamentari eletti nelle file della Lega. A volte si tratta di comuni ordini di versamento che i parlamentari fanno al Carroccio, per finanziarlo come accade per quasi tutte le forze politiche dopo l’abolizione del finanziamento pubblico. Altri movimenti bancari, invece, hanno destato più di un sospetto. Si tratta di quelli in cui i soldi fanno il percorso opposto, passando dalle casse del partito alle tasche di deputati e senatori (…) con la causale “restituzione prestito infruttifero».
Ad avere utilizzato l’escamotage per pagare meno tasse sarebbero stati, sempre secondo   il Domani, Giancarlo Giorgetti, il tesoriere della Lega,   Giulio Centemaro, Stefano Candiani ( di Stefano Borghesi, Vanna Gavi e Dimitri Coin.

(da agenzie)

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SALVINI NON SCARICA IMMUNI PERCHE’ NON RITIENE DI ESSERE “UN PERICOLO PUBBLICO”, DIMOSTRANDO DI NON CAPIRE UNA MAZZA

Settembre 15th, 2020 Riccardo Fucile

L’APPLICAZIONE PER IL CONTRACT TRADING SERVE AD ALTRO E NON E’ STATA REALIZZATA IN CINA, MA IN ITALIA

Salvini è un grande utilizzatore dei social network: da Facebook a Twitter, passando per Instagram. Fino alla ‘cinesissima’ TikTok (con tutte le critiche sull’app per la gestione dei dati sensibili).
Ma non scarica Immuni perchè ha paura del furto dei dati sensibili da parte della Cina (dove è stata prodotta anche l’app TikTok).
Ma non solo questo: il leader della Lega, ospite di Tagadà  (su La7), ha detto di non utilizzare l’applicazione per il contact tracing perchè ritiene di non essere un pericolo pubblico. La spiegazione di Salvini app Immuni è una lenta arrampicata sugli specchi.
Insomma, nel solito pentolone del leader del Carroccio, bolle la classica ratatouille fatta di disinformazione.
Matteo Salvini, infatti, non è obbligato a scaricare l’app Immuni, ma i concetti che accompagnano il suo ragionamento fanno acqua da tutte le parti.
Ecco cosa ha detto in collegamento con Tagadà , su La7.
Come riporta Bufale.net, la questione Salvini app Immuni parte dal minuto 2′ 53” del filmato: «Non ritengo di essere un pericolo pubblico. E se avessi problemi di sintomi sarei il primo a correre a farmi tutti i controlli del caso. Io sulla tecnologia e sulla messa a disposizione dei dati degli italiani quando c’è una potenza cinese che ormai ci è in casa, ci è sul telefono, ci è in banca e ci è in ospedale, starei molto attento perchè la Cina non è una democrazia occidentale».
Il leader della Lega, dunque, non sembra aver ben chiaro il funzionamento dell’app Immuni che non serve solamente per una persona contagiata, ma anche per chi lo circonda (ricordiamo, per esempio, che gli asintomatici sono contagiosi tanto quanto i sintomatici).
Inoltre il riferimento alla Cina — oltre a contraddire la sua presenza su TikTok — è fuorviante dato che Immuni è un prodotto tutto italiano. Insomma, quel Made in Italy tante volte esaltato.

(da agenzie)

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MA DOVE STA LA FOTO DELLA FIGLIA DI SALVINI CON IL PLEXIGLAS A SCUOLA?

Settembre 15th, 2020 Riccardo Fucile

DOPO AVER RACCONTATO BUFALE PER TUTTA L’ESTATE, SI SARA’ ACCORTO CHE NELLE LINEE GUIDA PER LA RIAPERTURA DELLE SCUOLE NON C’E TRACCIA DI PLEXIGLAS ?

Ieri è stato il primo giorno di scuola anche in Lombardia, dove vive la piccola Mirta, la figlia di Matteo Salvini.
Se ricordate il Capitano ha passato l’estate a dire che ci sarebbe stato il plexiglas a scuola e lui la figlia così non ce l’avrebbe mandata: «E se io devo mandare mia figlia a scuola, chiusa nel plexiglas senza un contatto con i suoi amici e le sue maestre io a scuola non ce la mando»: Matteo Salvini a Codogno continuava a diffondere bufale che poi ribadiva anche a Mezz’ora in più: “Pensare di mettere il plexiglas per dividere bimbo tra bimbo e bimbo con la maestra è un fallimento educativo”.
E ancora: “I numeri fortunatamente dicono che il virus di adesso non è il virus di febbraio e quindi mi rifiuto di pensare che le scuole riaprano a settembre fra plexiglas, mascherine e classi chiuse”.
Salvini ora che è iniziata la scuola forse si è finalmente accorto che nelle linee guida per la scuola che il governo ha presentato non c’è traccia di plexiglas.
Perchè di foto della figlia ingabbiata con il plexiglas non ce ne sono, nonostante lui ne proponga tante sui suoi social.
È una strategia di comunicazione ben precisa quella del Capitano, che inventa e mette in giro fregnacce sugli avversari politici che non hanno alcun senso se non nell’ottica di fare terrorismo. Il problema è che, a sentire l’ovazione che accoglie la presa di posizione a Codogno, c’era qualcuno che ci ha creduto per tutta l’estate.

(da “NextQuotidiano”)

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MENTRE SALVINI STRIZZA L’OCCHIO AI NEGAZIONISTI, UN CANDIDATO DELLA LEGA IN LIGURIA FINISCE IN TERAPIA INTENSIVA PER IL COVID

Settembre 15th, 2020 Riccardo Fucile

BIAMONTE E’ CANDIDATO ALLE REGIONALI

Il capo della Lega, baldanzoso, fa sapere di non scaricare la app immuni (danneggiando se stesso e gli altri) e dice a proposito del Covid che non si può vivere di paura e di distanza. Belle frati fatte, stucchevoli e senza senso, visto che il virus gira, siamo alla seconda ondata e ci si ammala.
E infatti proprio mentre Salvini minimizzava è risultato positivo al coronavirus uno dei candidati genovesi della Lega alle prossime elezioni in consiglio regionale della Liguria.
Si tratta di Francesco Biamonti, 61 anni commerciante e consigliere comunale di Cogoleto. Ad annunciare la positività  è stato lo stesso Biamonti con un post sulla sua pagina Facebook. “Buongiorno a tutti vi informo che ho il covid sono in terapia intensiva – si legge nel messaggio – per questo non sono presenti a Cogoleto”.
E’ in corso il tracciamento dei contatti
Una cosa fondamentale per circoscrivere i focolai. Un traccamento che sarebbe reso facile dalla App Immuni che Salvini ha sprezzantemente detto di non volerlo scaricare

(da agenzie)

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TOTI E LA SQUALLIDA PROPAGANDA SOVRANISTA SUI BAMBINI A GENOVA, I GENITORI LO SMENTISCONO: “NON SI PERMETTA DI STRUMENTALIZZARE I NOSTRI FIGLI PER LA SUA VOLGARE CAMPAGNA ELETTORALE, PENSI AI CASI COVID A LA SPEZIA”

Settembre 15th, 2020 Riccardo Fucile

COSA E’ SUCCESSO VERAMENTE NELLA SCUOLA DELLA FOTO CON I BAMBINI SENZA BANCHI: E’ STATA UNA SCELTA DEI GENITORI NON ASPETTARE DUE GIORNI IN PIU’

A Giovanni Toti, presidente di centrodestra della Liguria, in corsa domenica prossima per la riconferma a governatore, l’assist fornitogli dall’ingenuità  di una maestra della scuola elementare “Maria Mazzini” di Genova non deve essere sembrato vero.
La foto di bambini di prima seduti per terra che disegnano con i figli poggiati sulle sedie perchè in classe non ci sono banchi era un’occasione fin troppo ghiotta per l’ex forzista per non sferrare un attacco alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina nel giorno in cui in tredici regioni gli istituti scolastici hanno riaperto per 5,6 milioni di studenti.
La foto era stata scattata in mattinata da una maestra e postata in un gruppo WhastApp dell mamme, ma il post di Toti è pubblicato su Twitter alle 17,21 di ieri, e non indica nè la città  nè la scuola a cui l’immagine si riferisce.
Toti la pubblica e scrive: «Cara Azzolina, dove sono finiti i banchi che avevate promesso? Un’immagine come questa non è degna di un Paese civile come l’Italia». Ma cosa è successo veramente in quell’aula di scuola elementare ieri mattina?
A spiegarlo è stato il dirigente dell’Istituto comprensivo “Castelletto” di Genova, al quale la elementare “Mazzini” fa capo. Il preside, Renzo Ronconi, lo ha spiegato in un comunicato: «La foto ritrae bambini che stanno disegnando sereni in libertà . Un’ingenuità  da parte di una maestra farla girare: voleva mettere in risalto il lavoro fatto il primo giorno di scuola nonostante le mille difficoltà . Ma è sbagliato e grave strumentalizzarla, strumentalizzando con essa tutti i bambini, in una giornata in cui avevamo riscontrato solo grande entusiasmo senza nessuna criticità . I banchi, ordinati con largo anticipo, arriveranno oggi pomeriggio (lunedì, ndr)».
Come riporta La Stampa, «giovedì scorso, negli incontri con le famiglie, le maestre hanno spiegato ai genitori che per il problema dei banchi e per la mancanza di bidelli, la scuola avrebbe potuto ritardare l’apertura da lunedì 14 a mercoledì 16 settembre. Ma la protesta delle famiglie non si è fatta attendere». Al quotidiano, poi, il dirigente della scuola, Renzo Ronconi, spiega:
«Su richiesta della direzione scolastica ho fatto di tutto per riaprire e ho trovato questa soluzione: un orario ridotto a 2 ore per i bambini della primaria e, siccome aspettavo i banchi nuovi martedì pomeriggio, alcune aule sono state allestite solo con le sedie».
Sull’accaduto l’Ufficio scolastico regionale della Liguria ha aperto un’istruttoria. Dice il provveditore Ettore Acerra: «Di questa vicenda mi irritano due aspetti: l’uso che è stato fatto della vicenda sui media e il fatto che un’intera comunità  rischia di essere messa alla berlina per un singolo episodio»
«Quella di Toti una fake news», dice il papà  di un bimbo
Intanto a Toti, sempre su Twitter, ha risposto il padre di un bambino che era in quella classe ieri mattina: «Mio figlio è in questa classe, è tornato a scuola felice e sereno, non avevano i banchi, la maestra li ha rassicurati subito dicendo che domani li avranno, hanno fatto due ore di lezione seduti in cui hanno chiacchierato degli ultimi mesi. Hanno semplicemente fatto un gioco per qualche minuto e hanno scritto sulle sedie. Non si permetta di strumentalizzare i nostri bambini per la sua volgare campagna elettorale e pensi piuttosto a La Spezia dove le infezioni da Covid_19 sono fuori controllo».

(da agenzie)

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IL TESORETTO DEI COMMERCIALISTI DELLA LEGA COPERTO DALL’EX DIRETTORE DI UBI BANCA

Settembre 15th, 2020 Riccardo Fucile

UN SISTEMA OCCULTO FATTO DI PENSIONATI, ELETTRICISTI E DONAZIONI… LA VENDITA DI UN ROLEX

«Io per il mondo Di Rubba ho sempre selezionato la casella 1, in pratica, ho sempre insabbiato tutto». Per capire come da questa inchiesta sui commercialisti della Lega si può arrivare «ai piani altissimi» del partito, bisogna fare un salto fino a Seriate, cittadina della bergamasca, duramente colpita dal Covid 19 e roccaforte leghista.
Qui, nella filiale della banca Ubi, l’ex direttore Marco Ghilardi, poi licenziato, per sua stessa ammissione per anni ha coperto un tesoretto occulto del Carroccio.
Le cui tracce sono contenute nella dettagliatissima contestazione — ora agli atti dell’inchiesta milanese — che la stessa Ubi banca muove al suo ex direttore partendo dalla vendita di «un Rolex usato» per 6000 euro, ricevuti da Alessandro Di Rubba. Un’inezia, ma è la classica pietra d’inciampo che svela e rivela agli ispettori dell’audit di Ubi e poi ai pm milanesi, il sistema finanziario occulto della Lega, fatto di elettricisti, pensionati, donazioni e liberalità  che in Ubi considerano ad «altissimo rischio».
Gestito dal suo segretario amministrativo Centemero (che dal conto riceve anche due bonifici da 62 mila euro e da 6 mila euro) che come è noto risponde al segretario Matteo Salvini.
Perchè, come dice sempre Ghilardi in un verbale del 24 luglio, «le entrate provengono da Radio Padania e Baracchetti service, mentre le uscite sono destinate a Di Rubba, Manzoni, Centemero e studio Dea Consulting».
Ovvero il vecchio studio dei due commercialisti della Lega ora agli arresti, con sede a Bergamo. Scrivono gli ispettori Ubi: «La movimentazione (verso Dea Consulting, ndr) evidenzia chiari indici di anomalia che dovevano determinare la segnalazione di attività  sospetta».
Si parte con un accredito di 357 mila euro a favore della “Taaac srl”, sede nell’ufficio di Michele Scillieri, società  controllata dal «mondo Di Rubba», un mondo, come si vedrà  che gira tutto intorno al Carroccio.
«Risulta evidente — scrivono gli ispettori — che l’ammontare degli importi e delle causali utilizzate… non trovano alcuna giustificazione… E il suo comportamento è ancora più grave se si considera che in occasione della compilazione della scheda cliente nel portale Antiriciclaggio, lei ha annotato che la movimentazione del conto corrente era “regolare”…»
Per esempio gli assegni circolari emessi nel marzo 2018 sempre dalla “Taaac” per 330 mila euro a favore di tale Giancarlo Signoretto, pensionato settantatreenne, ex socio unico e amministratore della società  “Elite srl” (immobiliare fallita nel 2017), oppure 60 mila euro girati alla “Cafin spa”, società  attiva nel mondo editoriale per uno strano recesso di compravendita di cui però non esiste traccia.
D’altronde, notano gli ispettori di Ubi, la movimentazione del conto Dea Consulting è di circa un milione di euro all’anno tra il 2016 e il 2017, ben superiore «al fatturato della società  nel medesimo biennio».
In particolare, «in merito alla movimentazione sopra riportata, si rileva che nel periodo di analisi (2015-2018) il conto corrente dello Studio Dea ha ricevuto accrediti provenienti dal partito politico Lega Nord, Lega per Salvini Premier e da soggetti collegati al partito, per circa 700 mila euro, con causali che fanno riferimento al pagamento di fatture…». Seguono ben 85 bonifici, tutti dal partito.

(da “La Stampa”)

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INCHIESTA FONDI LEGA: 19 MILIONI FINITI ALLE CAYMAN E A CIPRO

Settembre 15th, 2020 Riccardo Fucile

MAXI BONIFICO TRA DUE NOTAI IN ORBITA LEGHISTA SCOPERTO DALLA PROCURA DI GENOVA

Nuova puntata dell’inchiesta sui fondi della Lega: questa volta le indagini della procura di Genova battono la pista di 19 milioni di euro scomparsi e le cui tracce portato soprattutto a Cipro e in seconda battuta alle isole Cayman.
Sotto la lente dei magistrati un bonifico sospetto fra due notai vicini al partito di Matteo Salvini.
Come scrive Repubblica:
Nel 2013 la Lega Nord studia come creare un trust su cui far confluire il patrimonio del partito: svuotare i conti correnti bancari in modo che, in caso di azioni giudiziarie, i creditori e soprattutto i pm che indagano sulla sparizione dei 49 milioni di euro della truffa allo Stato messa in atto dall’ex tesoriere Francesco Belsito e dall’allora segretario Umberto Bossi, non trovassero nulla.
In particolare l’attenzione degli inquirenti genovesi si è indirizzata verso un maxi bonifico da 19 milioni di euro fatto dal notaio milanese Angelo Busani a un altro notaio, Mario Grandi – entrambi orbitano intorno alla Lega.
Quest’ultimo poi gira i 19 milioni con un altro bonifico destinazione estero, presumibilmente per farne perdere le tracce.
Il 5 luglio 2018 Grandi fa partire un bonifico di pari cifra verso la Bailican Ltd, società  di Cipro con conti a Basilea, e Merchant Trust riconducibile ad una società  avente sede nelle isole Cayman.
Il socio di maggioranza della Bailican è Serhiy Tihipko, ex primo ministro ucraino e delle Finanze.

(da “Huffingtonpost”)

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“NON NE POSSO PIU’, OGNUNO SI AMA COME GLI PARE. NON CAPISCI? CAZZI TUOI, LIMITI TUOI”

Settembre 15th, 2020 Riccardo Fucile

LO SFOGO DEL CANTANTE DE LO STATO SOCIALE

“Io davvero non ne posso più. Non capisci un uomo che sta con un uomo? Cazzi tuoi; Non capisci una donna che sta con una donna? Cazzi tuoi. Non capisci un uomo che era una donna? Una donna con uomo? Una donna che era un uomo con un uomo che era una donna? Un bianco con un nero? Un verde con un giallo? Un grigio con un bordeaux? Cazzi tuoi, problemi tuoi, limiti tuoi, paranoie tue”. E’ lo sfogo che Lodo Guenzi, frontman de Lo Stato Sociale, affida ad Instagram per commentare i tragici fatti di Caivano, dove ha trovato la morte la giovanissima Maria Paola.
“La gente si ama come cazzo le pare, a nessuno fotte niente nè deve fottere niente delle opinioni su come si dovrebbe amare -affonda Lodo- Fare sesso, stare insieme, vestire e sentirsi. Cazzi tuoi. Puoi anche non capire delle cose, non mi importa, basta che ti fai da parte e lasci vivere le persone come vogliono. Davvero, abbiamo così poco tempo da vivere che passarlo a sindacare come dovrebbero vivere gli altri è davvero da coglioni”. L’attore e cantautore conclude poi con una citazione illustre: ”’Ama e fa ciò che vuoì. Lo diceva un santo, e qualcuno ancora ci vede diavolo”, scrive Guenzi.

(da “Huffingtonpost”)

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