Settembre 28th, 2020 Riccardo Fucile HA SCOPERTO L’ACQUA CALDA: “OCCORRE UNA REVISIONE, NON PORTA OCCUPAZIONE”
Nunzia Catalfo, Paola Pisano, Domenico Parisi. Sono i tre interlocutori (i ministri del
Lavoro e dell’Innovazione e il presidente di Anpal) con cui il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha parlato a lungo in questi giorni.
Dopo la bocciatura — inevitabile utilizzare questa parola — di quota 100, arrivano anche i retroscena di un Conte contro reddito cittadinanza. Tuttavia, il presidente del Consiglio non sarebbe per una sua cancellazione tout court, ma per una sua revisione, che possa prendere maggiormente in considerazione il fatto di inserire le persone nel mondo del lavoro, senza trasformarle in passivi percettori di un reddito calato dall’alto.
Secondo Giuseppe Conte, questa attuale formulazione del reddito di cittadinanza sarebbe sin troppo assistenzialista e non quella soluzione che, invece, il Movimento 5 Stelle in primis e le diverse forze politiche che nei giorni e mesi successivi hanno imparato ad accettarla avevano pensato per creare nuove opportunità di lavoro.
Giuseppe Conte, al momento, critica il fatto che non esista ancora un sistema informatico che possa mettere in collegamento chi cerca lavoro e chi offre lavoro, nonostante uno stanziamento importante di denaro da parte dell’esecutivo.
Il sistema dei navigator, infatti, non è propriamente soddisfacente da questo punto di vista e i risultati attesi sull’inserimento nel mondo del lavoro da parte dei percettori del reddito di cittadinanza sono al di sotto delle aspettative.
Tanto più che, nei prossimi mesi, si avvicina una prima scadenza per i percettori della prima ora del reddito di cittadinanza: la misura assistenziale, infatti, è valida per 18 mesi. Sarebbe stato il tempo necessario per trovare loro un lavoro. Invece, si sta trasformando in un parcheggio senza orizzonte. Per questo motivo, Giuseppe Conte chiede un cambio di passo: «In questo modo — riporta il retroscena del Corriere della Sera — non può continuare a funzionare».
(da agenzie)
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Settembre 28th, 2020 Riccardo Fucile “ALTRO CHE IMPRENDITORE DI SUCCESSO, COLLEZIONE UN FALLIMENTO DIETRO L’ALTRO”… “I VERI INTROITI DEL PRESIDENTE RESTANO UN MISTERO”
Nel 2016, anno in cui vinse le elezioni, Donald Trump pagò appena 750 dollari di tasse federali. Stessa cifra l’anno successivo. Non basta: per dieci dei quindici anni precedenti, non ha pagato un dollaro.
Lo dice il New York Times, in uno scoop attualmente pubblicato sul sito che certamente domani sarà l’apertura del giornale.
Una notizia esplosiva, un siluro sulla campagna di President Trump – già indietro nei sondaggi – che arriva a meno di 48 ore dal primo dibattito presidenziale e a cinque settimane dalle elezioni.
“Non ha pagato alcuna imposta per i dieci anni precedenti, soprattutto perchè ha riportato più perdite di denaro che guadagni”, rivela ancora il quotidiano di New York, di fatto dando sostanza a voci che si sentivano da tempo. Altro che imprenditore di successo, insomma. Proprio fallimenti e mal gestione sarebbero il motivo per cui da anni il presidente rifiuta di consegnare le sue dichiarazioni dei redditi, e per evitarlo ha pure ingaggiato un braccio di ferro legale con i democratici.
Le carte ottenute dal New York Times si fermano al 2017 (mancano, cioè, le dichiarazioni del 2018 e del 2019) mostrano che Trump ha debiti per centinaia di milioni.
E ha pure diversi problemi legati alle proprietà della sua Trump Organization per colpa di una serie di operazioni di storno fatte proprio per aggirare il fisco.
Mentre incombe su di lui pure una battaglia con l’Internal Revenue Service, l’agenzia governativa che appunto si occupa di riscuotere le tasse, sulla legittimità di un rimborso fiscale di 72,9 milioni di dollari.
Soldi rivendicati – e ricevuti – sostenendo di aver subito perdite enormi. Ebbene: una sentenza negativa, lo costringerebbe a sborsare almeno 100 milioni di dollari. Per questo, sostiene ancora il quotidiano della Grande Mela nell’articolo firmato a tre mani da Russ Buettner, Susan Craig e Mike McIntire, il presidente dipende sempre più da guadagni fatti con aziende che lo mettono in costante conflitto d’interesse con il suo ruolo.
A spiegare la decisione di pubblicare le carte in un momento così cruciale, è il direttore del NYT, Dean Baquet: “I cittadini devono sapere il più possibile dei loro leader. Conoscere le loro priorità , le loro esperienze e sì: pure le loro finanze”. Ricordando come fin dagli anni Settanta “tutti i presidenti hanno pubblicato le loro dichiarazioni dei redditi. Secondo tradizione, chi fa politica non deve cercare con le sue azioni benefici finanziari. Trump ha rotto questa consuetudine”.
I veri introiti del presidente, lo scrive ancora il NYT, restano comunque un mistero: “Le informazioni di cui siamo a conoscenza sono quelle date dallo stesso Trump al fisco, non il frutto di un’indagine indipendente. A quanto davvero ammonti il suo patrimonio nessuno lo sa”.
(da agenzie)
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Settembre 28th, 2020 Riccardo Fucile “E’ INDISPENSABILE VACCINARE CONTRO L’INFLUENZA”
Per due persone su tre manca il vaccino antinfluenzale nelle farmacie. È quanto emerge
dall’analisi della Fondazione Gimbe, presieduta da Nino Cartabellotta.
Partendo dal presupposto che, “per evitare di sovraccaricare pronto soccorso e ospedali, in questa fase di convivenza con il coronavirus “è indispensabile vaccinare contro l’influenza anche la popolazione generale, in particolare i milioni di lavoratori a cui è affidata la ripresa economica del Parse”, si dimostra che “la maggior parte delle Regioni non dispone di scorte adeguate a soddisfare tale domanda”.
E “alcune non possono garantire il 75% di copertura alle categorie a rischio”. Questo, ricorda in una nota la Fondazione di Bologna, “nonostante la circolare del Ministero della Salute del 4 giugno raccomanda il vaccino “per tutti i soggetti a partire dai 6 mesi di età che non hanno controindicazioni al vaccino”, con offerta attiva e gratuita per alcune categorie di popolazione a rischio”.
A fronte delle preoccupazioni sull’indisponibilità di vaccino antinfluenzale nelle farmacie, l’Agenzia Italiana del Farmaco ha rassicurato che oltre 17 milioni di dosi acquistate dalle Regioni rispondono ampiamente al fabbisogno, visto che nella stagione precedente ne sono state distribuite 12,5 milioni con una copertura del 54,6% negli over 65.
“Se questo aumento delle scorte — spiega Cartabellotta —permetterà di estendere le coperture vaccinali nelle categorie a rischio, è molto difficile stimare l’incremento di domanda della popolazione generale, maggiormente sensibilizzata alla vaccinazione anche dei datori di lavoro, preoccupati che lo sviluppo di sintomi influenzali da parte dei loro dipendenti possa paralizzare le attività produttive”. Al momento le Regioni hanno ceduto alle farmacie l’1,5% delle dosi acquistate (circa 250.000), prevedendo di ampliare tale dotazione se nel corso della campagna dovessero rendersi disponibili altre dosi. Federfarma ha annunciato che nelle farmacie arriveranno dall’estero oltre un milione di dosi.
Dal monitoraggio indipendente della Fondazione, portato avanti con “l’obiettivo di mappare le scorte regionali di vaccino antinfluenzale – spiega la coordinatrice, Renata Gilli – valutare la potenziale copertura per le categorie a rischio e stimare la disponibilità di dosi per la popolazione generale” emerge che 7 Regioni e 2 Province autonome, con le scorte disponibili, possono raggiungere coperture inferiori al 75% della popolazione target per età : Provincia autonoma di Trento (70,2%), Piemonte (67,9%), Lombardia (66,3%), Umbria (61,9%), Molise (57,1%), Valle d’Aosta (51,5%), Abruzzo (49%), Provincia autonoma di Bolzano (38,3%), Basilicata (29%) mentre 12 Regioni si sono aggiudicate un quantitativo adeguato di dosi per raggiungere la copertura del 75% della popolazione target per età . Ma la disponibilità di dosi residue per la popolazione non a rischio è molto variabile: Puglia (1.084.634), Lazio (926.291), Sicilia (256.796), Toscana (225.661), Campania (217.252), Calabria (100.273), Sardegna (96.113), Veneto (49.712), Liguria (38.501), Emilia-Romagna (9.980), Friuli-Venezia Giulia (5.218) e Marche (5.022).
Tuttavia, dal momento che l’analisi della Fondazione Gimbe si basa sulle dosi acquistate tramite bandi di gara e su informazioni fornite direttamente dalle amministrazioni regionali al 24 settembre e considerato che diverse Regioni si sono attivate per recuperare dosi ulteriori di vaccino, non si può escludere che le “scorte” a disposizione possano aumentare. Quanto alla scarsa disponibilità del vaccino antinfluenzale nelle farmacie, essa “è riconducibile – fa notare Cartabellotta – ad almeno tre determinanti. Innanzitutto, Ministero della Salute e la maggior parte delle Regioni non hanno previsto con largo anticipo la necessità di aumentare le scorte per la popolazione non a rischio. In secondo luogo, l’aumentata domanda sui mercati internazionali, insieme al ritardo con cui sono stati indetti i bandi di gara, ha impedito ad alcune Regioni di aggiudicarsi il 100% delle dosi richieste. Infine, le farmacie non sono riuscite ad approvvigionarsi per mancata disponibilità del vaccino sul mercato”. Di qui l’auspicio che “i dilemmi etici posti da una programmazione inadeguata del fabbisogno vengano, almeno in parte, risolti da meccanismi di solidarietà tra Regioni, da approvvigionamenti diretti del Ministero tramite circuiti internazionali e, soprattutto, da un’adeguata organizzazione regionale con tempestiva chiamata attiva delle fasce a rischio, così da rilasciare in tempo utile alle farmacie le dosi non utilizzate. In molte Regioni, infatti, solo la decisione di escludere una o più categorie a rischio, ad esempio i bambini, dall’offerta attiva e gratuita o quella di accontentarsi di un target inferiore al 75%, permetterà di aumentare la disponibilità di dosi nelle farmacie”.
(da agenzie)
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Settembre 28th, 2020 Riccardo Fucile SONO 32.000 LE CATTEDRE MESSE A BANDO
Il concorso straordinario per docenti di scuole medie e superiori ha finalmente una data. Il 22 ottobre si comincerà con la prova scritta per tutti gli insegnanti con almeno tre anni di servizio. 32 mila posti disponibili messi al bando dopo mesi di polemiche e tentativi di mediazione tra governo e sindacati della scuola.
Alla data di inizio seguiranno poi altre successive fino alla metà di novembre, così da distribuire la presenza dei 64 mila candidati e rispettare le misure anti-Coronavirus nelle aule scolastiche e universitarie. Con più di 37,5 o con una sintomatologia respiratoria in atto non si accede, la stessa cosa vale per le persone in quarantena. Sullo scaglionamento è invece corsa contro il tempo, serviranno soprattutto aule di informatica, particolarmente utili per garantire il distanziamento necessario.
Nessuna preselezione ma un’unica prova per tutti. Niente più crocette ma un quiz a risposta aperta a cui i candidati dovranno saper rispondere. Competenze disciplinari e didattiche saranno i macrotemi delle cinque domande presenti, più un sesto quesito per la lingua inglese. Centocinquanta minuti per meritarsi una delle 32mila cattedre a disposizione, con un punteggio minimo necessario di 7/10.
Le assunzioni, che dovrebbero secondo legge essere spalmate su tre anni, avverranno però probabilmente tutte entro settembre 2021. Il flop del gran numero di immissioni in ruolo che nelle settimane scorse non aveva trovato candidati tra i vincitori dei vecchi concorsi o tra gli iscritti alle Gae (Graduatorie ad esaurimento) fa pensare a possibili nuovi incarichi immediati.
(da agenzie)
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Settembre 28th, 2020 Riccardo Fucile IN GRAN PARTE SONO STUDENTI SPAGNOLI
Sono almeno dieci gli studenti positivi (e altri sottoposti a sorveglianza) a Bologna per un
focolaio di coronavirus scoppiato dopo una festa Erasmus organizzata lunedì sera nella zona universitaria.
I contagiati hanno tra 20 e 24 anni e sono in gran parte studenti spagnoli. L’allarme è scoppiato a metà settimana quando una ragazza con sintomi, che aveva partecipato alla festa, è risultata positiva al tampone.
Immediati i controlli e il tracciamento contatti per le verifiche epidemiologiche. Paolo Pandolfi, direttore del Dipartimento di sanità pubblica a Bologna, a Repubblica spiega: “Secondo noi i ragazzi coinvolti non hanno portato il virus dalla Spagna ma l’hanno preso qui. Io voglio lanciare un appello: bisogna fare attenzione. Non è il periodo delle feste. Se si organizzano, è bene che siano fatte all’aperto, con poche persone e in condizioni di massima sicurezza”.
Positivo a test Covid, non sale su volo Linate-Roma
A Milano intanto è risultato positivo al test rapido un viaggiatore che doveva imbarcarsi sul volo Covid-free di Alitalia delle 10 da Milano Linate a Roma. Lo riferiscono fonti aeroportuali. Il passeggero, che era arrivato per tempo per sottoporsi al test ed era asintomatico, ha poi fatto il tampone ed è tornato a casa in isolamento.
(da agenzie)
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