Novembre 25th, 2020 Riccardo Fucile ALLORA RIVENDICAVA L’IMPORTANZA DEI CENTRI CULTURALI, OGGI ESPRIME SODDISFAZIONE PER LA LORO FINE
Il tempo delle elezioni a Roma è vicino. Anzi, vicinissimo. Da cosa si capisce? Dal fatto che la
capitale sia intasata da cantieri per il rifacimento strade e da un altro aspetto diventata la classica cartina di tornasole: gli sgomberi.
Perchè se per anni si è rimasti assopiti (al netto di qualche uscita in base ai trending topic sui social) davanti alle occupazioni abusive, ora con la primavera elettorale alle porte si inizia a cacciare via tutti, senza fare nessuna distinzione.
E così accade che nello stesso giorno in cui vengono sgomberati gli occupanti di Forza Nuova in via Taranto (nella zona di San Giovanni) Virginia Raggi esulti per lo stesso trattamento riservato a chi occupava il Cinema Palazzo a San Lorenzo.
Peccato che quest’ultimo sia stato un luogo di propaganda elettorale proprio per l’attuale prima cittadina nel 2016
«Ringrazio la Prefettura e le forze dell’ordine per le operazioni di sgombero di oggi. A Roma le occupazioni abusive non sono tollerate. Torna la legalità », ha scritto Virginia Raggi su Twitter.
Peccato che nel 2016, in piena campagna elettorale, Virginia Raggi andò proprio nel bel mezzo del Cinema Palazzo.
E lì parlò dell’importanza dei centri culturali a cui, oggi, dedica un tweet di soddisfazione per lo sgombero. Potere delle elezioni e di un passato che ritorna.
(da agenzie)
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Novembre 25th, 2020 Riccardo Fucile LO SCONCIO POST SU INSTAGRAM
25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne 2020.
E un pub (bar) in provincia di Udine ha la geniale idea di celebrarla con una Instagram Storie che recita: «Vodka, un bicchiere e abbaiano tutte».
Un post intriso di sessismo nel giorno in cui si vuole provare a sensibilizzare (anche se questo dovrebbe essere un tema quotidiano) su una questione che si intreccia ogni giorno con le pagine di cronaca.
Si chiama Maxim Lounge Bar e, come si può notare della foto postate sul social network, è un luogo di ritrovo per molti giovani.
Nei giorni in cui è aperto il dibattito sulla violenza contro le donne, con il caso Alberto Genovese e la sua Terrazza Sentimento che ha riempito le pagine della cronaca nostrana, l’ideona del Maxim Lounge friuliano risulta essere irrispettosa e del tutto fuori luogo.
Le donne descritte come ‘cagne’, perchè dopo un bicchiere di vodka abbaiano è lo specchio dei tempi in cui stiamo vivendo.
E ci si chiede ancora perchè sono stati criticati Vittorio Feltri e Libero quotidiano per quell’articolo sulla giovane ‘ingenua’ stuprata dal fondatore di Facile.it?
La Instagram stories di Maxim Lounge è proprio il riflesso di come ci sia una clamorosa sottovalutazione del problema della violenza sulla donne.
Prima di essere fisica — eventi che vengono raccontati sui giornali -, la vera violenza è psicologica.
Post come quello del locale friulano è la sintesi del senso comune, sempre più diffuso. Evidentemente una sola giornata non basta per cercare di sensibilizzare le persone su un tema come la violenza sulle donne. L’ebrezza di un post social tira più della razionalità .
(da Giornalettismo)
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Novembre 25th, 2020 Riccardo Fucile OGGI NON E’ ANDATO IN ONDA, AL SUO POSTO UN TELEFILM
Oggi Detto Fatto non è andato in onda su Rai 2 come di consueto, dopo le polemiche sul tutorial
della puntata di ieri nel quale la pole dancer Emily Angelillo ha dato consigli alle donne su come fare per rimorchiare facendo la spesa con i tacchi.
Il video, diventato virale sui social, ha suscitato numerose polemiche. E così oggi al posto del programma di Bianca Guaccero, che doveva partire alle 15.55, è in onda un telefilm, The Coroner.
Da sottolineare come la Rai non aveva annunciato nessuna sospensione del programma, nè in maniera temporanea nè definitiva.
Anzi, poche ore prima, sul profilo Twitter della trasmissione, la puntata era stata annunciata regolarmente, e tra le anticipazioni si parlava di un tutorial dedicato alla dieta “Nord Italia contro Sud”.
Sulla bufera è intervenuto il direttore di Rai 2 Ludovico Di Meo, che ha parlato di “errore gravissimo”: “Detto Fatto è una trasmissione che ha la sola aspirazione, se possibile, di far divertire. Il programma ieri, è incappato in un gravissimo errore, non certamente voluto, del quale io per primo mi scuso con le telespettatrici e i telespettatori. Nonostante non fosse nelle intenzioni avvalorare stereotipi femminili negativi — che tutti sono d’accordo nel biasimare e condannare — si è sopravvalutata la carica ironica a dispetto di una chiave che è risultata chiaramente offensiva. Sarà un serio impegno della rete indagare sull’accaduto e sulle responsabilità , e garantire che questo non accada più in futuro: sarebbe contrario allo spirito del programma e ai valori civili della conduttrice, degli autori, e di Rai 2”. Non è dato sapere dunque se Detto Fatto tornerà regolarmente in onda nei prossimi giorni.
Interpellato dall’Ansa, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria Andrea Martella ha commentato: “Il tutorial del programma di Rai2 su come portare un carrello al supermercato? Forse occorrerebbe un tutorial non su come fare la spesa ma su come fare servizio pubblico non calpestando il valore e la storia della Rai”.
(da agenzie)
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Novembre 25th, 2020 Riccardo Fucile L’ULTIMO REPORT DELL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA’
Nessun Paese europeo ha registrato più casi di Coronavirus dell’Italia nell’ultima settimana. A dirlo è l’ultimo report epidemiologico dell’Organizzazione mondiale della sanità : secondo l’Oms con 235.979 positivi (3.902 casi per 1 milione di abitanti) l’Italia ha riportato in sette giorni il maggior numero di nuovi casi in Europa.
A livello globale solo due Paesi hanno fatto peggio: Stati Uniti e India.
C’è però una nota positiva: sempre secondo l’Oms, il nostro Paese potrebbe aver raggiunto il picco nella seconda ondata, alla luce del leggero calo segnalato (-3%).
L’Oms ha evidenziato «le preoccupazioni per il gran numero di pazienti Covid-19 in terapia intensiva e per il numero crescente di infezioni negli operatori sanitari». Tra le Regioni, Valle d’Aosta, Trentino Alto-Adige e Piemonte hanno riportato il numero più alto di casi. La scorsa settimana il numero di decessi nel nostro Paese è cresciuto del 26%: in tutto sono state 4.578 le vittime sul territorio nazionale (75 per 1 milione di persone).
In termini assoluti, dall’inizio della pandemia in Italia si registrano quasi 85 morti ogni 100 mila abitanti, secondo i dati della Johns Hopkins University.
In Europa hanno un dato peggiore del nostro Paese soltanto il Belgio, la Repubblica di San Marino, Andorra e la Spagna. Secondo l’Oms, il contagio ha «rallentato» nell’ultima settimana, ma i tassi di mortalità hanno continuato a salire, con oltre 67 mila nuovi decessi segnalati.
(da agenzie)
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Novembre 25th, 2020 Riccardo Fucile DECINE DI MILIONI DI AMERICANI IN VIAGGIO, NONOSTANTE LE RACCOMANDAZIONI DEL CENTRO DI CONTROLLO E PREVENZIONE
Continuano ad aumentare i nuovi contagi da Coronavirus negli Stati Uniti. Per la prima volta
dall’inizio della pandemia il Paese ha registrato 2 milioni di nuovi casi in 2 settimane. Attualmente, secondo i dati della John Hopkins University, sono oltre 12,5 milioni i positivi e 259.979 i decessi.
Stando a quanto scrive il New York Times nell’ultima settimana il Paese ha aggiunto circa 173 mila casi al giorno.
Se l’epidemia non dovesse rallentare, il dato per il mese di novembre, secondo il calcolo dell’autorevole quotidiano, arriverebbe a quota 4,5 milioni: più del doppio dei mesi precedenti. Da settembre il North Dakota, nel Midwest, è lo stato che riporta il numero più alto di contagi sul totale della popolazione. Anche il numero di decessi preoccupa. Come riporta sempre il New York Times, alcuni epidemiologi prevedono che il numero di morti nelle prossime settimane possa superare il picco primaverile.
In questo quadro epidemiologico, e nonostante le raccomandazioni dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) di evitare gli spostamenti, milioni di americani si stanno mettendo in viaggio per la festa del Ringraziamento.
Sebbene in numero inferiore rispetto al 2019, i viaggiatori Usa si stanno riversando negli aeroporti e sulle autostrade. Già il 22 novembre, secondo la Transportation Security Administration, oltre 1 milione di passeggeri hanno attraversato i controlli di sicurezza degli aeroporti, il numero più alto da metà marzo.
L’American Automobile Association ha previsto che dai 45 ai 50 milioni di persone viaggeranno sulle autostrade durante le festività , rispetto ai 55 milioni del 2019.
(da agenzie)
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Novembre 25th, 2020 Riccardo Fucile GENIO RIBELLE E POETA DEL CALCIO, IL PIU’ GRANDE PER SEMPRE
Dimmi che non è vero, Dieguito. Che è un’altra tua trovata, per farti beffa del mondo. Dimmi che stai ridendo, ballando, palleggiando un’arancia. Dimmi che stai danzando, ebbro e felice, tra i tuoi sogni e le tue nostalgie.
No, è una maledetta illusione: non ci sei più. Ti ha fermato un avversario terribile, un arresto cardiocircolatorio. A 60 anni compiuti da poco, dopo un’operazione alla testa: tu che ti fai fotografare, dopo l’intervento, sorridente, “anche questa è andata“.
Con quel tuo sorriso a girasole, da scugnizzo di Lanàºs, lo stesso che avevi da ragazzino, quando già stupivi l’universo del fàºtbol con i tuoi gol, i tuoi dribbling, le tue prodezze. Non è retorica: in tanti ci sentiamo, ora, più soli.
Perchè hai rappresentato, per noi amanti della bellezza del calcio, la perla più preziosa, il giocatore capace di tutte le meraviglie del possibile e dell’impossibile: pensa, c’è chi assicura di averti visto palleggiare con una goccia d’acqua in un pomeriggio di tempesta al campo di allenamento di Soccavo.
Hai conquistato un mondiale, quello di Messico ’86, scrivendo, contro l’Inghilterra, i racconti più abbaglianti del football: prima la mano de Dios, il colpo proibito per vendicare le Malvinas, poi la rete più bella e travolgente di tutti i tempi, con i calciatori inglesi saltati come birilli, storditi, smarriti e increduli.
Sei passato dal Barcellona, prima di arrivare, nel luglio del 1984, al Napoli. Tu e una città : una storia di amore e di passione, di giorni da incorniciare, di scudetti memorabili e di notti, talvolta, da dimenticare.
C’ero anch’io, inviato di “Tuttosport”, sull’aereo che ti portava dalla Spagna in Italia, nella tua nuova realtà , ventiquattrenne felice di vivere quella nuova avventura, in un luogo che ti ricordava, per i suoi colori e per il suo calore, l’Argentina del cuore.
Pochi giorni dopo, ti intervistai per il mio giornale. “Come farai a superare la nostalgia per Buenos Aires?”, “Mi basterà spalancare la finestra e guardare il mare di Napoli”
Ti sei perduto nei labirinti della droga, per uscirne fuori: a fatica, ma ci sei riuscito. Hai fatto tanto per gli altri, chiedendo il silenzio “perchè il bene si fa senza pubblicità ”. Hai attaccato il Potere del pallone, hai sfidato i prepotenti della politica, hai scelto di stare a sinistra, “da buon soldato dell’America Latina”. eri il simbolo del riscatto di ogni Sud.
Eri sempre tu: vero fino all’assurdo, mai una maschera, lo sguardo fiero, la testa alta. Ti hanno messo in croce mille volte, ma non ha mai ceduto: eri “el Diego”, il più grande di tutti, sempre e per sempre.
Sei stato il mio Borges della pelota. Ho avuto la fortuna di conoscerti bene durante le stagioni napoletane e poi al Siviglia. Aveva addosso una voglia immensa di vita, voleva catturare ogni attimo, ogni secondo, ogni sospiro. I tuoi compagni ti ricordano, tutti, con affetto e commozione: hanno vinto grazie, soprattutto, a te. Eri un trascinatore, un esempio. Il pallone era il tuo sangue, la tua anima: dopo la gloria del prato verde, hai cominciato ad allenare. Perchè non potevi stare lontano dal profumo dell’erba, dall’odore dello spogliatoio, dall’urlo della folla. Ogni volta che ti affacciavi sul campo, ecco partire il delirio: “Diego, Diegooo!”
Sono tanti i ricordi, ed è già struggente il rimpianto. Osvaldo Soriano che ti aveva conosciuto al mondiale italiano del ’90 e che avrebbe voluto scrivere un romanzo con te protagonista. La tua amicizia con Gianni Minà . Il tuo parlare di Napoli sempre con dolcezza, con commozione. Le tue reti da centrocampo, da terra, quella punizione magica alla Juventus, il tuo sinistro che era musica, poema epico.
Ti pensavamo eterno, questo il nostro peccato. Il nostro segno di profondo affetto. Ciao Dieguito, ci saranno ora le nuvole a farti compagnia. Non avrai più dolori. Sei, adesso, nel mito, nella leggenda.
(da “Huffingtonpost”)
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Novembre 25th, 2020 Riccardo Fucile ERA IL 3 NOVEMBRE DEL 1985
Era la Napoli del colera, della guerra di camorra. Era la Napoli che non poteva competere con il
nord, quella dei “colerosi terremotati che con il sapone non si erano mai lavati”. Era la Napoli che l’Avvocato (quello di Torino) frequentava solo quando c’erano le partite degli azzurri, perchè troppo “plebea”.
Poi arrivò lui. Il più umano degli dei. Arrivò “scartato” da quello stesso avvocato che non lo reputò all’altezza della sua Juventus. Arrivò nella città degli ultimi per trasformarli in primi.
Tolse a Napoli e ai napoletani “gli schiaffi da faccia”. Una frase che solo chi è nato (o ha vissuto) da queste parti può capire.
Quel giorno ha una data precisa è il 3 Novembre 1985.
Arriva al San Paolo La Juve di Tacconi, Cabrini, Scirea, Mauro, Serena e Platini. Al 72° Maradona fa una delle cose che lo consegnano alla storia del calcio: punizione a due da dentro l’area, la barriera è troppo vicina, l’arbitro non fa rispettare la distanza, sono momenti concitati, un “umano” avrebbe perso la concentrazione ma lui no, lui si gira verso Bruscolotti e dice: “tanto gli faccio goal lo stesso”, e la mette lì dove Tacconi non può arrivare.
Quella palla che accarezza la rete non è il goal di un dio è il riscatto di una città . È il momento in cui migliaia di persone offese, bistrattate, emarginate si prendono la loro rivincita su un nord (e mi si perdoni la generalizzazione) che non li ha mai amati, anzi. Un nord che dopo il primo scudetto del Napoli espose uno striscione: “Siete i campioni del nord Africa”, al quale replicò, come solo lui sapeva fare, Massimo Troisi (“Meglio essere campioni del nord Africa che fare striscioni da Sud Africa”, riferendosi al regime dell’apartheid che vigeva nel paese).
Per questo oggi Napoli è in lutto, perchè perde colui che per lei ha lottato.
Versa le lacrime nei confronti di un uomo che è sempre stato dalla parte degli ultimi perchè lassù dove giocano gli dei tutti gli uomini sono uguali.
Grazie Diego per queste lacrime, grazie perchè se siamo stati bambini felici lo dobbiamo anche a te.
(da Fanpage)
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Novembre 25th, 2020 Riccardo Fucile UN POPOLO PIANGE IL SUO MAGICO POETA
Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris ha proclamato il lutto cittadino per la morte di Diego Armando Maradona. E chiede, in un post, che gli si dedichi lo stadio San Paolo dove le luci rimarranno accese tutta la notte per rendere omaggio al campione.
Intanto si tingono di azzurro le strade dei Quartieri Spagnoli di Napoli. Tante le bandiere esposte ai balconi, tanti gli striscioni che compaiono tra gli stretti vicoli del capoluogo. “Napoli torna Campione” e “Facci sognare” sono le scritte affisse ai palazzi dei Quartieri.
Alcuni tifosi hanno già raggiunto il luogo dove è presente il murales del Pibe de Oro con la maglia numero 10 indossata quando giocava nel Napoli.
E sui social diventa virale la proposta di un flash mob: “Domani attaccate alla ringhiera del balcone o a una finestra una sciarpa, una bandiera, una maglietta. Insomma tutto quello che avete del Napoli. Ciao Diego”
(da Fanpage)
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Novembre 25th, 2020 Riccardo Fucile AVEVA 60 ANNI, NELLE SCORSE SETTIMANE ERA STATO OPERATO ALLA TESTA
Diego Armando Maradona è morto a 60 anni dopo un arresto cardiaco
All’età di 60 anni è morto Diego Armando Maradona. Nelle scorse settimane Maradona era stato operato alla testa, l’intervento era andato bene. Ma questo mercoledì mentre era nella sua abitazione Diego è stato colto da un arresto cardiaco, che gli è stato fatale. Con l’Argentina vinse i Mondiali del 1986, con il Napoli due scudetti.
A 60 anni è morto Diego Armando Maradona. L’ex leggendario calciatore del Napoli, del Barcellona e della Nazionale argentina, secondo quanto riportano il Clarin e la CNN. Fatale è stato un arresto cardiaco. Diego è stato il più grande di sempre, ha vinto i Mondiali con l’Argentina, due scudetti con il Napoli ed è stato uno dei campioni più amati in assoluto.
Il mondo del calcio è in lutto. Maradona dopo aver festeggiato il compleanno si era sentito male ed era stato portato d’urgenza in ospedale, dove era stato operato alla testa. Dall’ospedale di Buenos Aires Maradona è uscito pochi giorni fa, stava meglio. Doveva trascorrere un lungo periodo di convalescenza a casa, dove purtroppo nella giornata di oggi 25 novembre ha avuto un attacco cardiaco che si è rivelato fatale.
Maradona meno di un mese fa aveva compiuto sessant’anni, il mondo del calcio lo aveva celebrato, tutti lo avevano onorato, tantissimi campioni di ogni sport, di ieri e di oggi, gli avevano fatto gli auguri, un omaggio che si riserva solo ai campionissimi
Diego ha vinto il Mondiale del 1986 con l’Argentina, ha disputato la finale di Italia ’90 e con il Napoli ha conquistato due scudetti (1987 e 1990).
Ma per descriverlo non bastano solo i titoli, i trofei vinti, perchè l’essenza di Maradona si è vista in tante piccole cose, tante piccole grandi cose, oltre ai gol memorabili, a quelli che vengono subito alla mente: alla Mano de Dios in Argentina-Inghilterra e al gol del secolo segnato pochi minuti dopo, quando scartò sei o sette giocatori inglesi prima di battere Shilton.
Ha giocato anche con il Barcellona e il Siviglia, e in patria con il Boca Juniors e l’Argentinos Juniors. Con la nazionale dell’Argentina ha disputato quattro Mondiali, e l’ha guidata da allenatore nel 2010.
(da agenzie)
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