Dicembre 14th, 2020 Riccardo Fucile
VERTICE DI TRE ORE , SI VA VERSO UNA STRETTA ANTI-COVID SOLO PER NATALE E CAPODANNO, MA NELLE PROSSIME DUE SETTIMANE CONTINUERA’ IL CAOS… E APRIRE AGLI SPOSTAMENTI NEI COMUNI SOTTO I 5.000 ABITANTI VUOL DIRE AUTORIZZARE IL MOVIMENTO DI 10 MILIONI DI ITALIANI, UNA FOLLIA
È sempre più probabile un lockdown nazionale, sul modello della Germania di Angela Merkel, nei giorni festivi e prefestivi nel periodo che va da Natale all’Epifania.
È quanto emerge dal vertice di Palazzo Chigi, al quale hanno preso parte stamane per quasi tre ore il premier Giuseppe Conte, i capi delegazione di maggioranza, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e alcuni esponenti del Cts.
Tutta l’Italia dunque potrebbe diventare zona rossa o arancione nei giorni festivi e prefestivi: 24-27 dicembre, 31 dicembre-3 gennaio, 5-6 gennaio.
Un’ipotesi avanzata già durante il vertice di domenica sera: l’esecutivo pensa dunque a un’ulteriore stretta per tenere sotto controllo gli assembramenti, il contagio e gli spostamenti. Che potrebbe anche riguardare il prossimo weekend, quello del 19-20 dicembre, considerato ad alto rischio per i movimenti programmati da milioni di italiani.
Sulla stessa linea il Comitato tecnico scientifico. Per gli esperti infatti servono misure più rigide, estese a livello nazionale, per evitare che le vacanze di Natale si trasformino nella premessa di una devastante terza ondata tra gennaio e febbraio.
Concetto questo ribadito al Governo nella riunione di questa mattina con il premier Conte e i capigruppo. Insomma, esecutivo e tecnici sono al lavoro. E non è escluso che nei prossimi giorni possa essere emesso un nuovo Dpcm che sostituisca l’attuale.
Gli scienziati avrebbero ripetuto la contrarietà ad allentare le restrizioni, in particolare gli spostamenti tra Comuni, sottolineando invece la necessità di stringere le maglie nei giorni più a rischio delle ferie natalizie, specie dopo le immagini degli assembramenti di ieri nelle vie dello shopping in moltissime città .
I numeri della curva epidemiologica e delle vittime preoccupano ancora troppo. Bisogna limitare gli assembramenti il più possibile e per esperti diventa quindi impensabile una eventuale apertura generalizzata che renderebbe ancora più difficile il controllo in vie e piazze.
Non è ancora esclusa, però, la possibilità che il giro di vite si traduca nella scelta di decretare zona arancione il Paese, lasciando dunque aperti i negozi. Questo comporterebbe anche l’estensione del divieto di uscita dal proprio comune e, quindi, la possibilità di muoversi all’interno del proprio Comune, compresa la chiusura totale di ristoranti e bar.
Nella zona rossa, invece, vengono vietati i movimenti non essenziali fuori dalla propria abitazione. Una sorta di lockdown con la serrata dei negozi e il divieto di spostamenti non essenziali fuori dalla propria abitazione, lasciando però un margine di flessibilità per il giorno di Natale, in modo da garantire la partecipazione ai riti religiosi.
Spostamenti tra piccoli Comuni
L’unica concessione alle richieste arrivate dal Parlamento sarà , forse, quella sui piccoli comuni nei tre giorni di festa. Sotto i cinquemila abitanti – e sempre che non si decreti zona rossa nazionale in quelle tre date di festa – saranno consentiti movimenti tra comuni confinanti. Italia Viva chiede che venga fissato un raggio di movimento di 30 chilometri, come la Lega. Conte pensa a 10-20, Pd e Speranza ancora meno.
Il parere degli scienziati
Un passaggio fondamentale sarà adesso quello del Comitato tecnico scientifico, che si riunirà nel pomeriggio per valutare gli scenari proposti dal governo ed esprimersi a proposito dell’impatto delle eventuali misure restrittive nel periodo di festa, alla luce della curva epidemiologica e delle prospettive delle prossime settimane.
In particolare, nel corso del vertice, è emersa la forte preoccupazione rispetto alla lenta discesa dell’indice Rt: dopo le misure degli ultimi due mesi, è passato da 1.72 a 0,8. Un dato insufficiente, perchè se dovesse partire la terza ondata – come temuto da tutti gli scienziati – la base di contagio già alta farà schizzare ulteriormente il numero dei malati, mettendo a dura prova ospedali già sotto stress e che stentano a svuotarsi per gli effetti della seconda ondata.
(da agenzie)
argomento: denuncia | Commenta »
Dicembre 14th, 2020 Riccardo Fucile
TRAFFICO E ASSEMBRAMENTI, UN MEZZO DI SOCCORSO IMBOTTIGLIATO IN CENTRO
Così tante auto da creare un ingorgo nel quale è rimasta intrappolata anche un’ambulanza che cercava di farsi spazio con lampeggiate e sirena accesi.
Succede a Bergamo, una delle città più duramente colpite dalla pandemia Covid, nel primo giorno di zona gialla.
Per tutta la giornata il traffico è stato intenso, in special modo nelle aree più centrali. In strada si sono riversate moltissime persone, i negozi sono stati presi d’assalto per lo shopping natalizio e si sono verificati numerosi assembramenti.
L’ingorgo in cui è rimasta incastrata l’ambulanza a Bergamo si è formato lungo viale Vittorio Emanuele, il mezzo di soccorso si è bloccato dopo l’incrocio di via Tasca.
La coda di auto era però parecchio lunga: si estendeva su gran parte di via Roma, la strada che attraversa il centro della città . –
L’ambulanza aveva sirena e lampeggianti attivati, segno che era impegnata in un intervento di soccorso. Le scene viste a Bergamo sono simili a quelle di altre città , dove in molti casi le norme anti contagio sono saltate sotto la pressione dello shopping natalizio o semplicemente, come è accaduto per la Lombardia, in seguito all’allentamento delle misure anti contagio dovute al passaggio della regione in area gialla.
(da Fanpage)
argomento: denuncia | Commenta »
Dicembre 14th, 2020 Riccardo Fucile
“SERVE UN PIANO RIGOROSO PER RIDURRE I CONTATTI ED EVITARE CHE DALLA SECONDA SI PASSI DIRETTAMENTE ALLA TERZA ONDATA”… “VACCINO? META’ DELLE DOSI ARRIVERANNO DOPO L’ESTATE”
«Affidare tutto alla responsabilità individuale è un rischio che non possiamo permetterci. Paghiamo mesi di disagio e la gente non vede l’ora di uscire. Rischiamo una tempesta perfetta». Ed è per queste ragioni che il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, vedrebbe nel periodo delle festività natalizie «un momento ideale per un lockdown», per contenere nuovamente i contagi e la pandemia di Coronavirus.
Un’idea sulla scia del modello Merkel della Germania, dove l’intero Paese resterà in lockdown dal 16 dicembre al 10 gennaio 2021.
«I tedeschi hanno capito che se non si governa la sanità non si rilancia davvero l’economia», osserva Cartabellotta. Mentre in Italia, dove si contano 1.059 morti Covid per milione di abitanti contro i 262 tedeschi, «si applica la strategia del meglio un uovo oggi che una gallina domani».
Ma il presidente di Gimbe, per quanto favorevole alla linea rigorista tedesca, è dell’idea che davanti a una scelta del genere «gli italiani farebbero la rivoluzione», e pertanto «serve un piano rigoroso per ridurre i contatti ed evitare che la terza ondata si innesti direttamente nella seconda», spiega in un’intervista a La Stampa.
E al momento il piano italiano per affrontare questo periodo non pare essere molto chiaro, specialmente sul fronte della comunicazione. E anzi, sembra andare in direzione contraria, rischiando di far passare messaggi sbagliati che potrebbero portare le persone ad assumere comportamenti troppo morbidi.
Se l’indice Rt, «che scende più in fretta», porta a «privilegiare le riaperture al rigore», così anche «il cashback di Natale, assieme alla riapertura delle attività commerciali», porta sì un aumento dei consumi e a far tirare un sospiro di sollievo a tanti commercianti e ristoratori, «ma crea anche il rischio di assembramenti».
C’è poi da tenere in conto che «il numero di tamponi è diminuito e molte regioni hanno abbandonato il tracciamento, consigliando ai contagiati di stare a casa, ma la discesa è lenta e gli ospedali sono ancora pieni», osserva Cartabellotta.
E infine il capitolo vaccini, che a detta del presidente della Fondazione Gimbe, «darebbe false speranze». Questo non per una mancanza di efficacia, «anche se al momento non conosciamo la tenuta immunitaria del vaccino oltre due mesi», ma per mere questioni logistiche e tempistiche di somministrazione.
Secondo il medico di Gimbe «il piano del governo non tiene conto della variabilità delle forniture» e degli eventuali ritardi di consegna, come nel caso di Sanofi.
Inoltre «più della metà delle dosi arriverà dopo l’estate. Se entro settembre si riuscisse a vaccinare un terzo della popolazione — conclude Cartabellotta — sarebbe già un grande risultato».
(da agenzie)
argomento: denuncia | Commenta »
Dicembre 14th, 2020 Riccardo Fucile
“PERICOLOSO RIAPRIRE I PICCOLI COMUNI A NATALE”
«Brutale chiarezza». Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca non ha dubbi sul linguaggio da utilizzare in questo momento per allertare i cittadini sul rischio contagi da Covid-19.
Intervenuto durante la trasmissione di Fabio Fazio, Che Tempo Che Fa su Rai Tre, De Luca ha sottolineato la preoccupazione per i possibili assembramenti da periodo natalizio e la paura di quello che potrebbe succedere. «Ci sono due settimane decisive e se non avremo rigore, a gennaio ci aspetta una terza ondata ancora più virulenta», ha spiegato, parlando anche di una bocciatura necessaria dell’ipotesi di tenere aperti i piccoli Comuni a Natale.
«Quelli al di sotto di 5 mila abitanti rappresentano il 70%, non possiamo prendere misure di rilassamento» ha continuato. «Dobbiamo parlare con i nostri concittadini un linguaggio di verità : per tutti noi non vivere il Natale come sempre è una grande sofferenza, ma se vogliamo godere il calore di Natale quest’anno apriremo le porte delle terapie intensive a metà gennaio e le porte dei cimiteri per altri 10 mila decessi per Covid».
I timori di De Luca riguardo il periodo delle feste sono anche legati agli spostamenti tra Regioni: «Ho il terrore che ci sia un assalto dei treni che poterebbero così il contagio fuori Regione. Noi manterremo la linea di rigore intanto non aprendo la mobilità dei piccoli comuni», ha ribadito il presidente.
Il riferimento alla Regione Campania è stato poi sui dati incoraggianti di vittime e ricoveri: «Abbiamo il tasso più basso d’Italia per la mortalità Covid. Un tasso bassissimo di ricoveri in Terapia Intensiva», ha spiegato De Luca, utilizzando più volte l’idea della «responsabilità » come unico strumento per combattere «la forte propensione a ritrovare la vita normale».
Riguardo alle decisioni invece prese dal governo, il presidente ha parlato dell’incontro previsto nei prossimi giorni con i governatori «delle Regioni meridionali per portare avanti una bella battaglia».
Nonostante la fiducia espressa in merito sia piuttosto scarsa, l’augurio di De Luca è che anche tutti «i ministri meridionali vogliano portare avanti la lotta con noi». L’idea del presidente è che il governo non abbia “colto” la posta in gioco.
«Il premier Conte ha detto che ha i migliori ministri del mondo, con un atto di fine umorismo», ha concluso ironizzando De Luca, «io credo che abbia tre o quattro ministri di grande valore, il resto mi sembra piuttosto arte povera».
E ancora: «Se aprono alla mobilità fra i piccoli comuni a Palazzo Chigi devono aprire un reparto psichiatria», affonda il governatore.
(da agenzie)
argomento: denuncia | Commenta »
Dicembre 14th, 2020 Riccardo Fucile
TRASFERITO QUESTA MATTINA DOPO L’ESITO DEL TAMPONE
Emilio Fede positivo al Coronavirus e ricoverato nel residence dell’ospedale del Mare di Napoli che ospita pazienti positivi al Covid che siano asintomatici o paucisintomatici, ovvero con lievi sintomi.
Il noto giornalista è risultato positivo al Coronavirus dopo essere stato sottoposto a tampone nei giorni scorsi: inizialmente domiciliato in un noto hotel del capoluogo campano, dove stavo trascorrendo l’isolamento previsto dalla positività al virus, Fede è stato trasferito questa mattina nel residence predisposto dall’Asl nel nosocomio di Ponticelli dove sarà tenuto sotto osservazione; da quanto si apprende, al momento le sue condizioni di salute sono buone e non destano particolare preoccupazione.
Il giornalista, per anni a capo della redazione del telegiornale di Rete Quattro, ha deciso di trasferirsi a Napoli lo scorso mese di settembre, dove vive insieme alla moglie, Diana De Feo, partenopea.
In giugno, proprio nel capoluogo campano, Fede era stato arrestato per evasione dagli arresti domiciliari, ai quali era stato sottoposto, nella sua casa di Segrate, a Milano, nell’ambito del processo Ruby Bis: Fede aveva raggiunto Napoli per stare con la moglie e festeggiare il suo compleanno. In settembre, gli arresti domiciliari sono stati commutati nell’affidamento ai servizi sociali, così il giornalista ha deciso di lasciare la Lombardia per trasferirsi in via definitiva nel capoluogo campano.
Lo scorso ottobre, la Giunta regionale della Campania ha approvato la costituzione del residence in una struttura alberghiera inutilizzata nei pressi dell’ospedale del Mare, a Ponticelli, quartiere della periferia orientale di Napoli. Il residence, pensato per i positivi Covid asintomatici o con lievi sintomi impossibilitati ad effettuare l’isolamento domiciliare nelle proprie abitazioni.
(da agenzie)
argomento: emergenza | Commenta »
Dicembre 14th, 2020 Riccardo Fucile
IL PAESE HA UN TASSO DI POSITIVITA’ DEL 27.9%, TRA I PIU’ ALTI D’EUROPA
«Per salvare l’economia è necessario controllare la pandemia». In una lettera aperta al governo, 50 economisti svizzeri hanno lanciato un appello affinchè Berna si impegni a ridurre la diffusione del contagio in un Paese in cui il virus «si sta diffondendo con una velocità tra le più elevate al mondo: il numero di nuovi casi e di nuovi ricoveri in ospedale è aumentato di recente a ritmi allarmanti».
Nella giornata di ieri la Svizzera ha registrato 5.980 nuovi contagi, per un totale di 373.831 casi dall’inizio dell’emergenza. Ma a preoccupare è soprattutto il tasso di positività del 27.9 %, tra i più alti d’Europa. Secondo l’Oms, con un dato oltre il 5% la pandemia è fuori controllo.
Dopo aver adottato in primavera un lockdown molto soft che era riuscito a tenere sotto controllo il virus, il governo aveva deciso che nuove chiusure non sarebbero state più necessarie, spiega una lunga analisi apparsa sul magazine Foreign Policy.
La priorità del governo era una: concentrarsi sull’economia. Per questo la Svizzera ha rilassato molto più velocemente degli altri Paesi europei, e degli Stati Uniti, le misure di contenimento.
Non è mai stato imposto nessun obbligo di indossare la mascherina e le agenzia del turismo svizzero hanno ripreso a pieno ritmo le loro campagne pubblicitarie. Lo scorso ottobre, il governo ha deciso di cancellare anche il divieto che stabiliva un tetto massimo di mille persone agli eventi pubblici.
Il sistema federale
A oggi, il sistema sanitario è però vicino al collasso. Le terapie intensive sono piene e il governo ha parlato di una situazione «critica». Tuttavia, nessuna decisione in merito a nuove chiusure è ancora stata presa. E la ragione, secondo Fp, sarebbe da ricercare nel sistema federale svizzero.
Negli scorsi mesi il governo ha delegato ai suoi 26 cantoni la decisione di imporre o meno restrizioni. Ma, i politici locali, a capo di minuscoli cantoni, hanno esitato ad agire. «Come puoi spiegare al proprietario di un ristorante che deve chiudere un negozio se il suo collega che vive a cinque minuti di macchina può ancora lavorare?», scrive Fp.
Prima l’economia
E non ha aiutato neanche il fatto che la Svizzera storicamente veda il commercio come la sua unica via alla prosperità economica. Un pensiero rispecchiato anche dall’opinione generale.
Secondo un recente sondaggio, i cittadini svizzeri, hanno dichiarato che la loro prima preoccupazione è la tenuta del sistema economico e non il collasso del sistema sanitario. Anche davanti alla necessità di dover posticipare interventi importanti, come quelli su pazienti affetti da tumori, la risposta è stata sempre la stessa.
Per questo, gli economisti hanno raccomandato al governo svizzero di attuare quanto prima un secondo lockdown la cui durata deve essere decisa da «esperti di epidemiologia, e più in generale da esperti della professione medica», e che venga accompagnato da un forte sostegno fiscale. Proseguire con le misure attuali, senza tenere sotto controllo la pandemia, condurrà — scrivono gli esperti — «a risultati economici disastrosi, e a un tasso di mortalità molto più elevato»
(da agenzie)
argomento: denuncia | Commenta »
Dicembre 14th, 2020 Riccardo Fucile
IN BARBA AI DIVIETI, CONTINUA LA FOLLIA SENZA RISPETTARE NORME E DISTANZAMENTI §
Un filmato pubblicato oggi nel gruppo Facebook “Magica Lessinia”, che riunisce gli appassionati di sci delle Prealpi Veronesi, mostra le lunghe file di auto sulla strada che conduce verso gli impianti di Malga San Giorgio, nota località sciistica in Veneto.
È solo uno degli esempi di caos e assembramenti in prossimità delle mete sciistiche che si sono verificati domenica 13 dicembre nella Regione che conta il maggior numero di contagi e decessi per Coronavirus in Italia, dove nonostante la chiusura degli impianti ai non professionisti imposta fino al 7 gennaio, gli amanti dello sci non si sono scoraggiati. “Alle 10:30 a Campofontana no si poteva parcheggiare, ho girato l’auto e sono tornato a casa, tra la nebbia in pianura”, scrive qualcuno a commento del video riferendosi a un’altra località dei Monti Lessini, Campofontana. “Qui adesso è un delirio…e idem tutta la strada che sale a San Giorgio! Non oso pensare a stasera”, scrive invece l’autore del video
“Non solo a bocca di selva…ovunque…”, osserva ancora un altro membro del gruppo. Stando alle informazioni raccolte in rete, i più motivati avrebbero trovato metodi alternativi di salire in quota anche senza skilift o seggiovie, servendosi di motoslitte che fanno da taxi.
Accade anche sulle Dolomiti, in Alta Badia, stando sempre a quanto riportano alcuni utenti sui social. Immagini di assembramenti ad alta quota anche nella zona di Lecco, in Lombardia, dove alcune foto mostrano una pista da sci per bambini gremita di gente, con gruppi di persone che non rispettano la distanza di sicurezza.
Tutto fa pensare che nel secondo weekend di dicembre, a meno di dieci giorni dall’inizio delle festività natalizie, le montagne siano state prese d’assalto in barba ai divieti mentre sono ancora migliaia i contagi e centinaia i decessi nel Paese (17.938 i nuovi casi e 484 i morti oggi secondo l’ultimo bollettino diffuso dalla Protezione Civile). Con Veneto e Lombardia che contano il maggior numero di casi.
(da TPI)
argomento: denuncia | Commenta »
Dicembre 14th, 2020 Riccardo Fucile
ABITAVA NELLE CASE POPOLARI DI QUARTO OGGIARO: TRAVOLTA DA UN’AUTO MENTRE ERA IN BICI
Si chiamava suor Maria Assunta Porcu, ma nei quartieri milanesi di Quarto Oggiaro e di Baggio la conoscevano come la suorina Assunta: sempre in giro, con la sua bicicletta, per portare cibo e aiuto ai più poveri.
E’ morta sabato pomeriggio, proprio mentre era in bicicletta, investita da un’auto mentre faceva il suo giro di aiuti. Era sul ponte di via Gian Battista Grassi, stava attraversando quando un’auto che viaggiava sulla corsia riservata ai tram l’ha presa in pieno.
Suor Maria Assunta viveva nelle case popolari di via Cittadini-Zoagli: apparteneva alla congregazione delle Piccole apostole di Gesù, era stata in Burundi a prestare la sua opera come missionaria, poi il trasferimento a Milano.
Su Facebook il consigliere di zona 8 Fabio Galesi scrive: “Ci sono persone che nel silenzio si spendono molto per il prossimo. Questa è la “suorina Assunta”, così tutti la chiamavano dove viveva, nelle case popolari di Via Cittadini – Zoagli. Purtroppo è scomparsa ieri pomeriggio verso le ore 17.30. E’ stata investita in bicicletta sul ponte di Via G.B. Grassi. Come tutte le sere si recava sotto al ponte per portare un pasto caldo al senzatetto che da anni vive lì. Nel ritornare a casa purtroppo una macchina l’ha investita. La suorina Assunta era una figura di riferimento del quartiere di Quarto Oggiaro, ma non solo, una persona devota nell’aiutare il prossimo”.
(da agenzie)
argomento: denuncia | Commenta »