Destra di Popolo.net

QUATTRO GIORNI DI DISCUSSIONI PER POI PERMETTERE GLI ASSEMBRAMENTI NELLE CASE

Dicembre 18th, 2020 Riccardo Fucile

IL BUCO EVIDENTE NEL DECRETO: A NATALE POTETE ANDARE DA CHI VI PARE, PURCHE’ IN AUTO VI SIANO SOLO DUE PERSONE (PIU’ FIGLI)… A DUE INVITATI ALLA VOLTA SI ARRIVERA’ A PRANZI CON UN NUMERO ELEVATO DI PERSONE … C’ERA UNA SOLA ALTERNATIVA LOGICA: VIETARE LA CIRCOLAZIONE PER TUTTI

Alla fine la montagna ha partorito il topolino: quattro giorni di incontri, discussioni, liti, contrapposizioni tra rigoristi e aperturisti per poi arrivare a un decreto che presenta un buco mostruoso.
Eh sì, perchè se è vero che in una democrazia liberale non si può bussare a casa delle persone per verificare quanti ospiti (non più congiunti) abbiano a tavola, è anche vero che se consenti a Natale (ma non solo) la libera circolazione delle auto di fatto dai il via libera agli assembramenti familiari o amicali.
Facciamo un esempio: una famiglia invita nonni paterni e materni, fratelli e sorelle e magari pure gli zii (come l’anno scorso).   Qualcuno obietterà : se li fermano i vigili?
Intanto vale il “se li fermano”, visto che saranno a migliaia chi si sposterà  ugualmente grazie al buco del decreto.
Poi basta che siano in due e dicano che vanno da parenti. Via libera.
La stessa cosa per gli altri, basta che siano in due a bordo (più eventuali figli).
Alla fine in dieci andranno tutti dalla stessa famiglia, con buona pace dei decreti “stretta” che invece “allargano”.
Si è passati dal decreto “ammazza nonni” a quello “ammazza tutti”.
Non solo: non si poteva uscire dai piccoli comuni? Ora ci si puo’ allontare fino a 30 km.
Non solo: si ammettono anche gli amici generici definiti “ospiti”, neanche più solo i parenti.
Qualcuno chiederà : come si poteva evitare? Semplice, vietando a Natale, Santo Stefano e Capodanno la circolazione delle auto, salvo per emergenze reali e controllabili.
Qua non controlla realmente nessuno, non ci prendiamo per i fondelli.
E infatti siamo nella merda di una pandemia “fuori controllo”

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SIAMO UN PAESE FONDATO SUI RISTORI

Dicembre 18th, 2020 Riccardo Fucile

PER FAR DIGERIRE LA ZONA ROSSA IL GOVERNO CACCIA ALTRI SOLDI A BAR E RISTORANTI…COSI’, ANCHE SE NON CI ANDATE MAI, SARETE CONTENTI DI AVER CONTRIBUITO ALLA LORO CAUSA CON ALTRI 650 MILIONI

Il via libera arriva dal Tesoro a metà  pomeriggio. È lì che poche ore prima Giuseppe Conte ha fatto recapitare una richiesta urgente. Questa: servono soldi, subito, prima di presentarsi in tv per annunciare il lockdown a rate di Natale. E i soldi servono per i bar e i ristoranti che resteranno chiusi dal 24 dicembre al 6 gennaio.
Il piano era un altro e cioè un decreto ristori – il quinto – a gennaio, onnicomprensivo, cioè con i soldi per tutte le attività  interessate dalle restrizioni. Ma la necessità  di tirare fuori subito quantomeno una cifra simbolica – alla fine quantificata in 650 milioni – si è imposta sotto la pressione dei governatori e dei renziani.
Nelle stesse ore in cui il Governo metteva a punto il calendario dei giorni rossi e di quelli arancioni, i presidenti di Regione in riunione con Boccia e Speranza sulle misure e poi i ministri Iv al Consiglio dei ministri hanno tessuto la controtela della richiesta: ristori subito e al 100% rispetto alle perdite.
È così che Conte e Gualtieri si sono ritrovati obbligati a un’operazione last minute. A via XX settembre, rivela una fonte di Governo di primo livello, si ”è raschiato il barile” tra i risparmi del 2020 per riuscire a mettere insieme i 650 milioni (400 milioni nel 2020, gli altri l’anno prossimo).
L’entità  della cifra, che sarà  stanziata attraverso una norma da inserire nel decreto sulla nuova stretta, è un compromesso che non soddisfa totalmente le Regioni e i renziani, ma quantomeno ferma lo scontro che arriva a scaldare la riunione del Consiglio dei ministri.
La ministra in quota Iv Teresa Bellanova tiene il punto, legando la contrarietà  della serrata natalizia con la necessità  di rimborsi immediati: “Se il 3 dicembre dai indicazioni sulle aperture sia pure contingentate e il 18 torni sui tuoi passi e decidi di chiudere tutto, stai producendo un danno enorme a tutti quegli esercizi che nel frattempo si erano organizzati sulla base delle regole indicate”. E termina con la richiesta: “Ogni decisione che assumiamo stasera deve accompagnarsi a ristori adeguati pari al 100%”.
La conferenza stampa di Conte slitta. Gualtieri e il collega Dario Franceschini quantificano lo sforzo fatto nelle ore precedenti. Ma per mettere a punto la norma con i soldi serve tempo. La riunione del Consiglio dei ministri termina alle 20, ma serve un’altra ora e mezza per mettere a punto la norma con i soldi. E l’arrivo di Conte davanti ai microfoni slitta alle 21.45.
I soldi trovati all’ultimo istante utile salvano il Governo da un rischio e cioè quello di far saltare il tandem restrizioni-aiuti. Una logica che ha guidato l’accoppiamento tra quattro Dpcm e altrettanti decreti Ristori.
A ogni Dpcm approvato è sempre stato il premier a intestarsi il successo dell’operazione “chiudo e allo stesso tempo risarcisco”. Fino ad arrivare a garantire l’arrivo dei soldi entro 15 giorni grazie alla macchina dell’Agenzia delle Entrate. Questo parallelismo ha rischiato di saltare. L’idea, come si diceva, era quella di un nuovo decreto Ristori a gennaio attraverso uno scostamento di bilancio che avrebbe tirato fuori più soldi e inciso sui conti del 2021, dato che quelli del 2020 sono stati già  stressati fino a portare il deficit al 10,8 per cento. G
ià  il decreto Ristori ter aveva prosciugato i risparmi dell’anno, per il quarto è stato necessario fare più deficit per 8 miliardi. La scelta di gennaio era di fatto imposta dall’assenza di soldi. E per questo si è raschiato il barile per tirare fuori 550 milioni. Oltre era impossibile. Ma è la stessa entità  dei soldi trovati a rendere precario il salvataggio della strategia da parte del Governo. In sintesi: si chiude subito, arrivano pochi soldi nei prossimi giorni, ma la maggior parte dei risarcimenti solo a gennaio.

(da “Huffingtonpost”)

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“SAI QUANTI BISOGNOSI AIUTI CON 49 MILIONI?”

Dicembre 18th, 2020 Riccardo Fucile

M5S IRONIZZA SU SALVINI CHE VUOLE “PORTARE DA MANGIARE AI CLOCHARD A NATALE”

Matteo Salvini ha affermato che — visto l’orientamento del governo che è pronto a istituire la zona rossa per i festivi delle vacanze di Natale, con la zona arancione nei giorni feriali — violerà  le prescrizioni del prossimo dpcm andando a pranzare insieme ai clochard, portando loro un pasto caldo”
Le parole di Matteo Salvini — in diretta su Instagram — hanno il sapore del pretesto. Anche perchè la beneficenza, come ben si sa, non va sbandierata ai quattro venti e certamente non c’è bisogno di aspettare Natale per compiere atti concreti di supporto agli ultimi.
Senza contare che fino ad oggi i leghisti si sono distinti per “cacciare” i mendicanti dai centro città , per multarli e per strappare oro persino le coperte con cui si riparano durante la notte (vedi Como)
Per questo motivo, dunque, il Movimento 5 Stelle ha attaccato duramente le parole del leader della Lega.
In un tweet i pentastellati hanno riportato la dichiarazione di Matteo Salvini e hanno commentato in maniera lapidaria: «Sai quanti ne aiuti con 49 milioni?».

(da agenzie)

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DOPO DUE ANNI E TRE MESI, IL GIORNALE AMMETTE DI AVER PUBBLICATO FAKE NEWS SU LAURA BOLDRINI

Dicembre 18th, 2020 Riccardo Fucile

SOLO ORA COMPARE LA RETTIFICA SULLA VERSIONE ONLINE DEL QUOTIDIANO… CHI RISPONDE ADESSO DELL’ISTIGAZIONE ALL’ODIO CHE QUEGLI ARTICOLI AVEVANO GENERATO?

Ne avevamo parlato immediatamente, sottolineando come quanto pubblicato da alcuni organi di stampa era completamente falso e frutto di speculazioni social da cui — però — le testate hanno attinto senza verificare le fonti.
E ora, dopo due anni e tre mesi, anche il quotidiano di Alessandro Sallusti fa un passo indietro e smentisce se stesso chiedendo scusa all’ex Presidente della Camera.
Il Giornale ammette bufala Boldrini sulla storia (falsa) del «posto in aereo soffiato a un disabile». Lo stesso direttore aveva già  sottolineato come quella notizia fosse del tutto priva di fondamento parlando con Flavio Alivernini. E quel colloquio è stato pubblicato oltre un anno fa nel libro La Grande Nemica.
Sull’edizione online delle testata diretta da Alessandro Sallusti, ora, compare questo articolo.
Nel testo si fa riferimento a cinque articoli pubblicati da Il Giornale sul tema, dando spazio alle più disparate (e disperate) interpretazioni di un fatto mai avvenuto. Una strategia che ha portato, come purtroppo spesso capita, insulti e minacce rivolte a Laura Boldrini. Con i social che hanno dato il peggio di loro.
Ora anche la testata di Alessandro Sallusti rende pubblico quello che più di un anno fa lo stesso direttore ammise a Flavio Alivernini.
Perchè nel libro La Grande Nemica, pubblicato oltre un anno fa, il giornalista ammise di aver sbagliato a consentire la pubblicazione di quelle notizie (false) e che la colpa sia stata quella di attingere «alla cloaca del web».
Eppure un direttore dovrebbe sapere quali siano fonti e quali no. Lo aveva detto un anno fa e ora, dopo due anni e tre mesi, anche i lettori de Il Giornale conoscono la verità . Con buona pace degli insulti provocati.

(da Giornalettismo)

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UNA RAGAZZINA 15ENNE VA AL CIMITERO PER PREGARE SULLA TOMBA DELLA MADRE E VIENE VIOLENTATA DAL CUSTODE

Dicembre 18th, 2020 Riccardo Fucile

DATO CHE IL CUSTODE ERA ITALIANO E CON PRECEDENTI PER MAFIA I LEADER SOVRANISTI NON DEDICANO DUE RIGHE AL FATTO

Si recava spesso al cimitero per andare a pregare davanti alla lapide della madre morta. Ed è proprio al cimitero che è stata vittima di abusi sessuali.
A subire la violenza è stata una ragazzina di 15 anni di Buccinasco, alle porte di Milano, che però ha trovato il coraggio di denunciare.
I fatti risalgono ai mesi scorsi: ad approfittare della fragilità  di una 15enne appena rimasta orfana di madre è stato il custode del cimitero, un uomo di 63 anni.
Ora per lui, come riportato dal “Corriere della sera”, è arrivata la sentenza di condanna con rito abbreviato a   quattro anni e due mesi di reclusione.
L’uomo lavorava nel cimitero per conto di una cooperativa a cui il Comune di Buccinasco aveva affidato la gestione del servizio. Ed era proprio durante le sue ore di lavoro che aveva visto la 15enne recarsi spesso al cimitero. L’incubo per la ragazzina, durato settimane, era poi finito con la sua denuncia alle forze dell’ordine.
La minorenne aveva trovato il coraggio di presentarsi alla polizia locale e denunciare l’uomo, già  noto alle forze dell’ordine per i suoi precedenti per mafia.
Così per il custode del cimitero era scattato l’arresto per violenza sessuale aggravata e il pubblico ministero aveva avviato la procedura del codice rosso introdotto nel 2019 e che prevede maggior tutela alle vittime di violenza. L’uomo era poi stato portato in carcere in attesa del giudizio per rito abbreviato e della sentenza di primo grado, arrivata ieri: il giudice si è espresso con una condanna a quattro anni e due mesi di carcere.

(da Fanpage)

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SI PRIVANO DEI BUONI PASTO PER DONARLI AI BISOGNOSI: L’INIZIATIVA DEI POLIZIOTTI DI BARI

Dicembre 18th, 2020 Riccardo Fucile

IL CORRISPETTIVO DI 25.000 EURO DEVOLUTO IN GENERI ALIMENTARI

I poliziotti del IX Reparto Mobile di Bari hanno deciso di acquistare beni da devolvere ai più bisognosi, devolvendo i buoni pasto per un corrispettivo di oltre 25mila euro. Hanno donato generi alimentari ad associazioni, parrocchie e comunità  locali impegnate sul territorio barese nel volontariato sociale ed umanitario.
I buoni pasto donati dagli agenti, pari a circa 4.500 pasti, sono stati convertiti in generi alimentari quali farina, pasta, caffè, passate di pomodoro e latte.
Il tutto grazie alla collaborazione della ditta LADISA Ristorazione Srl che cura la ristorazione della mensa del Centro Polifunzionale della Polizia di Stato del capoluogo pugliese.
Poi, nella mattinata odierna, è iniziata nel Centro Polifunzionale della Polizia di Stato di Bari la distribuzione dei cesti e dei beni alimentari a cura del servizio logistico del Reparto Mobile.
Si tratta di un gesto per rendere più sereno il periodo delle festività  a coloro che ne hanno più bisogno. Coloro che si trovano in situazioni di indigenza sono aumentati nel corso del 2020, soprattutto dopo la crisi scatenata dalla pandemia di Covid-19. L’epidemia ha causato la cassa integrazione per tanti lavoratori e la chiusura di diverse attività  private che non hanno resistito alle limitazioni imposte dalla seconda ondata di contagio.
Per questo motivo, le associazioni di volontariato hanno incrementato la loro azione su tutto il territorio nazionale, in particolare sulle città  del Sud Italia, colpite a morte dalla crisi economica innescata dal lockdown.
Ad aiutare le associazioni anche le forze dell’ordine, che più di una volta si sono occupate di operazioni di tipo umanitario per famiglie sprovviste anche della spesa per arrivare alla fine della settimana corrente. Gli agenti hanno portato a casa delle famiglie interessate il necessario per la settimana e la cena.

(da Fanpage)

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ADDIO AI DECRETI SALVINI, CANCELLATA UN’INFAMIA

Dicembre 18th, 2020 Riccardo Fucile

PER DUE GIORNI SI E’ PERMESSO ALLA LEGA DI SCATENARE RISSE AL SENATO, INVECE DI ESPELLERE I RESPONSABILI, UNA PAGINA IGNOBILE DELLA GESTIONE DEL PARLAMENTO … OGGI FERITI UN COMMESSO E UN QUESTORE

I leghisti in assetto sommossa accompagnano così l’ultimo miglio dei decreti di Salvini, che sono stati stati cambiati dalla   maggioranza giallo-rossa.
Il Senato infatti dà  il via libera definitivo alle modifiche sulle politiche dell’immigrazione che il Pd ha voluto nel patto con cui è nato il governo Conte 2. I sequestri delle imbracazioni delle Ong, i profughi senza identità  perchè l’anagrafe non poteva accoglierli, la cancellazione dei programmi di protezione sono archiviati. Il nuovo decreto migranti passa con la fiducia: sono 153 i sì, 2 i contrari e 4 gli astenuti.
“Risalta la pochezza morale di Salvini che con ogni sua parola cerca la rissa e fa il vandalo istituzionale. È un casinaro prestato alla politica. La presidente Casellati dia sanzioni disciplinari ai leghisti”, attacca il presidente della commissione Affari costituzionali, Dario Parrini
La dem Monica Cirinnà  su Twitter: “Nel giorno del funerale di mio padre sono in aula per votare e assisto a questa rissa vergognosa”.
E il capogruppo dem, Andrea Marcucci ammonisce: “Atti di gravità  inaudita”. Durissime le parole del ministro per i Rapporti con il Parlamento, il grillino Federico D’Incà : “Dalla Lega una pagina vergognosa per le istituzioni”.
“Da oggi i decreti Salvini non esistono più. L’Italia volta pagina. Il voto del Senato del decreto Immigrazione è l’ultimo passo di un lavoro lungo, complesso e impegnativo che abbiamo portato avanti in questi mesi – commenta il viceministro dell’Interno Matteo Mauri del Partito democratico – Ora il nostro Paese avrà  gli strumenti adatti per gestire il fenomeno migratorio con serietà  e razionalità , nel pieno rispetto del diritto internazionale. È finita la stagione della propaganda. Torna il rispetto dei principi e dei valori della nostra Costituzione”.
E il capogruppo grillino, Ettore Licheri rincara: “La Lega ha offeso il Senato con la sua indegna gazzarra”.
Passa la fiducia e non mostra crepe nella maggioranza giallo-rossa: mancano sei 5stelle e 3 dem per Covid.
I leghisti e Fratelli d’Italia e Forza Italia non partecipano al voto.

(da agenzie)

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NUOVO DECRETO, LA “STRETTINA” DI NATALE CON LE SOLITE DEROGHE CHE ROVINANO TUTTO

Dicembre 18th, 2020 Riccardo Fucile

NEI FESTIVI E PREFESTIVI POSSIBILE RICEVERE VISITE DI DUE OSPITI (PIU’ I LORO FIGLI), MA NESSUNO SAPRA’ MAI QUANTE “VISITE” DI AMICI RICEVERANNO IN REALTA’… E COME AL SOLITO FIUME DI SOLDI AI COMMERCIANTI

Dopo ore di confronto è arrivato il via libera al decreto sulla nuova presunta “stretta” per le festività  natalizie nel Consiglio dei ministri, terminato alle 20.
L’accordo finale nel governo è quello di una zona rossa nazionale dal 24 dicembre al 6 gennaio, nei giorni festivi e prefestivi. Per gli altri giorni feriali, invece, zona arancione (28, 29, 30 dicembre e 4 gennaio).
In tutto ci saranno 10 giorni di lockdown totale mentre altri 4 saranno di parziali chiusure. Resta inoltre il divieto di muoversi in più di due persone, in deroga al blocco della circolazione.
Di fatto, si potranno invitare due persone senza contare gli under 14. E sarà  possibile andare da parenti e amici anche nei giorni rossi, il che scatenerà  ugualmente il caos.
La bozza del decreto all’esame del Cdm, iniziato poco dopo le 18, ‘apre’ alla possibilità  di fare visita agli amici durante le festività .
Nel testo infatti non è specificata la necessità  che vi sia un grado di parentela, come invece era stato ventilato, per consentire le visite. Fermo restando che a soltanto 2 persone è permesso spostarsi verso abitazioni private con la ‘deroga’ per gli under 14 che non vengono conteggiati.

In serata, è prevista la conferenza stampa del premier Giuseppe Conte, l’orario non è stato ancora comunicato.
Questo il testo della bozza:
Bozza dl, visite a non conviventi solo in due una volta al giorno
“Durante i giorni festivi e prefestivi compresi tra il 24 dicembre 2020 e il 6 gennaio 2021 lo spostamento verso le abitazioni private è consentito una sola volta al giorno, in un arco temporale compreso fra le ore 5 e le ore 22, verso una sola abitazione ubicata nella medesima regione e nei limiti di due persone, ulteriori rispetto a quelle ivi già  conviventi, oltre ai minori di anni 14 sui quali tali persone esercitino la potestà  genitoriale e alle persone disabili o non autosufficienti conviventi”.
Gli invitati e gli under 14
Nel corso del vertice si è consumato un duro scontro sulla deroga per i minori che possono accompagnare i due ospiti. Il premier chiedeva che tale deroga fosse estesa agli under 18 ma alla fine vale solo per chi ha meno di 14 anni. La battaglia più dura però si è consumata sulla durata della zona rossa, visto che Conte si è a lungo opposto alla possibilità  di estenderla oltre il 3 gennaio. Ma i rigoristi – i ministri Roberto Speranza, Dario Franceschini e Francesco Boccia – hanno ottenuto di estenderla fino al 6 gennaio per i festivi e prefestivi: in questi giorni sarà  vietata la circolazione per ragioni non essenziali (quindi tranne salute e lavoro e al netto delle deroghe dei due invitati), servirà  comunque l’autocertificazione, chiuderanno ristoranti, bar e negozi. Fuori dal perimetro di tali motivazioni, pertanto, non si potrà  lasciare la propria abitazione.
Dieci giorni zona rossa, 4 arancione dal 24 dicembre al 6 gennaio
“Nei giorni festivi e prefestivi compresi tra il 24 dicembre 2020 e il 6 gennaio 2021 sull’intero territorio nazionale si applicano le misure” del Dpcm del 3 dicembre sulle zone rosse, “nei giorni 28, 29, 30 dicembre 2020 e 4 gennaio 2021 si applicano le misure” sulle zone arancioni. Si legge nella bozza del nuovo decreto Covid, composto da 3 articoli, con le restrizioni per il Natale.
Quattro giorni arancioni
L’Italia sarà  invece tutta arancione nei giorni ‘lavorativi’ all’interno delle due settimane delle vacanze natalizie: il 28, 29 e 30 dicembre e il 4 gennaio. Rispetto alla zona rossa, due sono le differenze principali: sono aperti i negozi ed è sempre consentito lo spostamento all’interno del proprio comune di residenza. Il decreto introduce però una norma a favore dei piccoli comuni: sono infatti consentiti gli spostamenti dai paesi con una popolazione non superiore a 5mila abitanti per una distanza di massimo 30 chilometri “con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia”.
Il coprifuoco resta alle 22
Non è previsto alcun anticipo del coprifuoco, rispetto a quello stabilito finora alle ore 22, nel decreto sulla stretta di Natale. Nella bozza, infatti, per le visite consentite a massimo 2 conviventi per una volta al giorno si fa riferimento “ad un arco temporale che va dalle 5 alle 22”, ovvero ai limiti dell’attuale coprifuoco
Sanzioni 400-1000 euro per chi viola divieti
Per chi viola i divieti previsti dal nuovo decreto per le vacanze di Natale sono previste sanzioni da 400 a mille euro, si legge nella bozza del testo.

(da agenzie)

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IL TWEET DI SALVINI SUI PESCATORI HA INCONTRATO UN CORO QUASI UNANIME DI DISSENSO

Dicembre 18th, 2020 Riccardo Fucile

POCO INTELLIGENTE METTERE IN DUBBIO LA LIBERAZIONE QUANDO LA STESSA ERA GIA’ STATA POSTA IN ESSERE

Ironia, citofoni (vi ricordate la famosa domanda a Bologna «lei spaccia?»), dissenso. Il tweet di Salvini sui pescatori è invecchiato precocemente e male. Quando si fa comunicazione sui social network, il teatro dell’hinc et nunc, il luogo dove tutto viaggia alla velocità  della luce, bisogna stare molto attenti a diffondere frasi o slogan che rischiano di essere superate dagli eventi in men che non si dica. Detto, fatto.
Il leader della Lega, questa mattina, si è presentato in Senato a dire che bisognava essere prudenti per quanto riguardava la vicenda dei pescatori di Mazara del Vallo, la cui liberazione era stata annunciata abbondantemente questa mattina, e che la comunicazione di Rocco Casalino poteva in qualche modo compromettere la delicata operazione in Libia.
Riproducendo il suo intervento in Senato, Salvini aveva scritto: «Non vorrei però che la smania comunicativa di Casalino mettesse a rischio un’operazione delicata», dubitando ancora del buon esito dell’operazione di rientro dei pescatori di Mazara del Vallo.
Ora, al di là  del fatto che Matteo Salvini non era nuovo a twittare in anticipo rispetto al buon esito delle operazioni di polizia (talvolta mettendole a repentaglio), l’operazione — quando Salvini ha proposto questa riflessione ai suoi followers — era già  compiuta, con Giuseppe Conte e Luigi Di Maio che erano già  arrivati in Libia e avevano già  preso in carico gli ostaggi italiani.
Le risposte al tweet di Salvini sui pescatori
Non a caso, delle oltre 100 risposte collezionate dal tweet, quasi nessuna sembra in accordo con le parole di Salvini.
Giustamente, chi teneva davvero alla liberazione dei pescatori — al di là  del colore politico — sottolineava «l’importante è che siano tornati a casa». Altre persone evidenziano come, nonostante l’unanime soddisfazione per la liberazione dei pescatori, Salvini non ha mancato anche in questa circostanza di fare polemica. Insomma, un coro di dissenso: un tweet invecchiato malissimo, in men che non si dica.

(da Giornalettismo)

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