Dicembre 27th, 2020 Riccardo Fucile
ECCO IL CALENDARIO DI GUERRA PREVISTO, CRISI AI PRIMI DI GENNAIO, CON IL RISCHIO CHE QUANDO ORDINERA’ LA CARICA NON CI SIA NESSUNA TRUPPA A SEGUIRLO
Conte stai sereno. Stavolta la dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli
ambasciatori. Matteo Renzi sceglie il retroscena di Francesco Verderami sul Corriere della sera per lanciare il suo ennesimo e definitivo ultimatum a Giuseppe Conte: “L’esperienza del suo governo per me è già archiviata. Se volete, discutiamo sul dopo”.
Renzi ripete il suo ritornello sul “game over” da giorni, ed è quasi infastidito per il fatto che qualcuno non lo prenda sul serio. A Verderami, in proposito aggiunge una frase da Rien ne vale plus: “Se cambiassi idea dovrei nascondermi su Marte”.
Spiega il retroscenista del Corriere: “Renzi non teme le contromosse che mirerebbero a renderlo ininfluente in Parlamento, le voci sulla tenuta dei suoi gruppi e il contemporaneo arrivo di un drappello di ‘responsabili’ a sostegno di Conte: il suo conto alla rovescia verso la crisi ‘non si fermerà ‘”.
Ed ecco il calendario di guerra.
Domani Renzi presenterà le osservazioni di Italia Viva alla bozza sul Recovery plan redatta da Palazzo Chigi. Il secondo passo — aggiunge Verderami — sarà il suo intervento al Senato a fine anno, su una Finanziaria che voterà per evitare al Paese l’esercizio provvisorio.
Il terzo, quello su cui molti nutrono riserve, avverrà “i primi giorni di gennaio, quando — dice Renzi al Corriere — mi farò carico del coraggio anche per Di Maio e Zingaretti”. Ovvero: il momento in cui Italia Viva farà venire meno la sua fiducia.
Queste parole chiariscono il primo bluff che deve essere verificato, o il primo passo irreversibile che dovrà essere confermato. Ma ovviamente non è tutto.
Renzi vuole accreditare l’idea di non essere solo. Spiega che lui non è l’unico che tira le conseguenze nella maggioranza, e di poter contare sull’appoggio dei leader del Pd e del M5s.
Ecco l’azzardo: l’uomo di Rignano crede che se avrà la forza di innescare la crisi troverà un seguito in Parlamento e — soprattutto — nella maggioranza. Non crede dunque a quello che ripetono — ad esempio — Nicola Zingaretti e Andrea Orlando: “Dopo questo governo c’è solo il voto”.
Renzi è convinto che sia questo il vero bluff. E ha bisogno di questa certezza, perchè altrimenti sa che i suoi stessi parlamentari non lo seguirebbero in un tentativo che diventerebbe suicida (dal momento che Italia Viva non ha la certezza del quorum in caso di voto anticipato).
Il timing della crisi sarà sicuramente scandito dalla mossa di Renzi. Ma non certo l’esito.
Perchè tanti in Parlamento sono gli aiuti — anche insperati — che potrebbero arrivare a Conte. E se la minaccia dovesse rivelarsi un bluff, Renzi dovrà scegliere tra il suo buen retiro su Marte e il perdere definitivamente la faccia.
(da TPI)
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Dicembre 27th, 2020 Riccardo Fucile
L’IRONIA SU “CHI HA CREDUTO AL GOVERNO” DA PARTE DI CHI HA VOTATO LA TESI DI RUBY NIPOTE DI MUBARAK SCATENA LA SATIRA SUI SOCIAL
La politica è fatta soprattutto di comunicazione e c’è chi la sa fare meglio (volente o nolente) e chi, invece, boccheggia e cerca di inseguire.
In quest’ultima categoria rientra Forza Italia che nella giornata di Santo Stefano ha provato a imitare la Lega e Fratelli d’Italia cercando di trollare il governo con un meme. Peccato che il tweet Forza Italia abbia avuto l’effetto opposto, soprattutto quando si parla di fiducia e ‘gente che ha creduto’.
Perchè lo spettro Ruby Rubacuori a.k.a. la (non) nipote di Mubarak è tornato ad aleggiare. Insomma, l’effetto boomer è garantito.
Il Natale era passato da poche ore e ci si apprestava a trascorrere il giorno di Santo Stefano. E il buongiornissimo di Forza Italia su Twitter è arrivato puntuale.
Insomma, non si può prendere in giro chi crede a Babbo Natale, alle sue renne volanti e al fatto che la notte del 24 faccia il giro del mondo su una slitta per consegnare i doni a tutti i bambini del mondo. Il motivo? Perchè ci sono persone che hanno creduto a Conte, Di Maio, Zingaretti e Renzi.
Perchè è un autogol? Basta leggere i commenti al tweet Forza Italia. In tantissimi, infatti, hanno sottolineato come in molti — per esempio — abbiano creduto che Ruby Rubacuori (al secolo Karima El Mahroug) fosse veramente la nipote di Mubarak.
E ci fu anche una votazione parlamentare per certificare quello che, poi, si rivelò un falso. Insomma, il partito di Berlusconi non ha azzeccato la sua strategia social natalizia.
(da Giornalettismo)
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Dicembre 27th, 2020 Riccardo Fucile
NEANCHE MATTARELLA E CONTE SONO STATI VACCINATI E SCOPPIANO LE POLEMICHE: “INDEGNO ABUSO DI POTERE”
Giallo in Campania nel giorno del V-Day, la giornata delle prime simboliche vaccinazioni
contro il Coronavirus in tutta Italia.
Anche il presidente della Campania Vincenzo De Luca si è fatto somministrare il vaccino, anche se il politico non rientrava tra le persone che avrebbero dovuto riceverlo per prime, i cui elenchi erano stati chiusi ieri.
De Luca si è però aggiunto all’ultimo minuto, non è chiaro perchè nè su che base, facendosi vaccinare nella direzione dell’ospedale Cotugno di Napoli: stando a quanto trapelato, è salito in direzione e si è intrattenuto a lungo, ricevendo una delle prime 720 dosi del vaccino Pfizer arrivate questa mattina in Campania.
È stato lo stesso governatore, nel primo pomeriggio, a rendere noto l’episodio pubblicando una foto su Facebook: “Mi sono vaccinato — ha scritto -. Dobbiamo farlo tutti nelle prossime settimane. È importante per vincere la battaglia contro il Covid19 e tornare alla vita normale. Senza abbassare la guardia e rispettando le norme”.
Il portavoce del governatore ha detto che De Luca non si è fatto vaccinare davanti alle telecamere per non fare una passerella mediatica.
Una strana decisione, tuttavia, dal momento che oggi in tutta Italia è stata una giornata simbolica, proprio a favore di telecamere, per diffondere tra la popolazione l’importanza di vaccinarsi per sconfiggere il Coronavirus.
E allora quello di De Luca sembra quasi un gesto fatto “di nascosto”, quasi la riscossione di un privilegio che tra l’altro non è stato riservato a nessun politico: nessuno, neanche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è stato vaccinato. Le prime dosi, infatti, sono state somministrate al personale medico e sanitario degli ospedali di tutta Italia e anche ad alcune persone che rientrano tra le categorie a rischio, come gli ospiti delle case di riposo.
Il gesto di De Luca stride tra l’altro proprio con le parole che lo stesso governatore ha pronunciato: “Quando inizierà la vaccinazione di massa dei cittadini ci vogliono criteri seri, rapportati alla popolazione, ogni altro criterio sarebbe da mercato nero”, ha detto il presidente, criticando il numero delle prime dosi di vaccino destinate alla Campania. “Pretenderemo la distribuzione del vaccino anti-Covid alle Regioni proporzionale alla popolazione residente, niente di più o niente meno”, ha aggiunto De Luca. Che però, evidentemente, ha pensato bene di “scavalcare” liste e criteri vaccinandosi tra i primi.
Non sono mancate le polemiche dopo la notizia della vaccinazione di De Luca durante il V-Day. Tanti i cittadini che, commentando il post su Facebook, del governatore, si sono interrogati sul perchè De Luca abbia ricevuto una delle prime dosi, destinate a sanitari e anziani.
Molto duro il commento del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris: “Trovo davvero inqualificabile e indegno l’abuso di potere del Presidente De Luca che approfitta del suo ruolo istituzionale per vaccinarsi quando il vaccino, nelle prime settimane, deve essere destinato esclusivamente, considerate le pochissime quantità disponibili, a medici, infermieri, operatori sanitari ed anziani — ha scritto il primo cittadino napoletano in una nota -. La salute del Presidente De Luca viene purtroppo prima del popolo campano. Si dovrebbe vergognare e chiedere scusa! Poi verrà , invece, il momento in cui tutti dovremmo vaccinarci e allora sarà giusto che tutti diano l’esempio, a cominciare da chi ricopre incarichi pubblici ed istituzionali. Ora non tutti, purtroppo, possono ancora vaccinarsi, mentre De Luca appare come un privilegiato della casta arrogante che abusa strumentalmente, a fini di propaganda, del suo ruolo istituzionale. La sua dose viene purtroppo sottratta a chi opera in prima linea e rischia la vita ogni giorno”.
(da Fanpage)
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Dicembre 27th, 2020 Riccardo Fucile
RECORD DI CONTRARI IN PIEMONTE E LAZIO
Le vittime “preferite” dal Covid? Gli anziani.
Nonostante questo, secondo un’inchiesta di Repubblica, si registra un’alta percentuale di operatori nelle Rsa che non intende affatto vaccinarsi. Un caso record in Piemonte dove su 50 dipendenti, 48 dicono «no»
La strage silenziosa nelle Rsa italiane con un numero troppo alto di anziani deceduti per Covid non è stata sufficiente a convincere gli operatori sanitari (medici esclusi) delle residenze per anziani a dire «sì» — senza indugio — ai vaccini. Secondo la Repubblica — ed è questo il dato allarmante — in certi casi l’adesione volontaria del personale delle Rsa disposto a sottoporsi a vaccino ha sfiorato appena il 10 per cento. Numeri che fanno riflettere e che nella prima giornata di campagna di vaccinazione cominciano a preoccupare seriamente.
Cosa sta succedendo nel Lazio
Nelle Rsa del Lazio lavorano 25 mila persone tra infermieri, tecnici e amministrativi. Nonostante le strutture abbiano invitato, via mail, i propri dipendenti ad aderire alla vaccinazione, in pochi hanno dato la propria adesione. In alcune strutture si parla addirittura del 10 per cento di «sì». Ed ecco che alcuni datori di lavoro stanno passando al contrattacco annunciando che, nel caso di contagi all’interno delle Rsa, con blocco di ricoveri e chiusura della struttura, il personale che si è rifiutato di vaccinarsi verrà ritenuto responsabile dell’infezione. Anche perchè le visite ai parenti continuano a essere vietate con gli anziani che restano soli ed esposti a questo pericolo.
Intanto il 30 dicembre è prevista una riunione tra i sindacati delle strutture private, Aiop (datori ambito laico) e Aris (datori ambito religioso) con l’assessore regionale alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato per fare il punto della situazione
La situazione in Piemonte
Va male anche in Piemonte dove, secondo l’associazione nazionale Anaste — che ha realizzato un sondaggio su 1.000 dipendenti su 3.800 — il 70 per cento ha dichiarato di essere contrario al vaccino. «La metà è vicino alle posizioni dei No-vax», racconta Michele Assandri, presidente di Anaste Piemonte. Per il consorzio Obiettivo sociale «ci sono situazioni migliori, dove non si supera mai il 50 per cento, e altre dove 8 su 10 non ne vogliono sapere. Abbiamo un caso dove, su 50 dipendenti, 48 ci hanno comunicato di essere contrari», dice il presidente Paolo Spolaore. Va meglio, invece, in Toscana dove, secondo l’Anaste, hanno aderito aderito 8.700 operatori su 11 mila.
(da agenzie)
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Dicembre 27th, 2020 Riccardo Fucile
DON PIETRO CESENA AVEVA PAGATO UNA MULTA PERCHE’ ESORTAVA I FEDELI A NON AVER PAURA AD ANDARE IN CHIESA
Don Pietro Cesena, parroco 62enne di Borgotrebbia (Piacenza), negli scorsi giorni è
diventato virale perchè protagonista di un video in cui, durante l’omelia del giorno di Natale, ha esortato i fedeli a bere tanto vino perchè “gli astemi non vanno in paradiso”.
Un simpatico siparietto, cui però don Cesena non era estraneo: nei mesi precedenti, infatti, aveva invitato più volte i fedeli a venire a Messa lo stesso nonostante il Covid: “Non pagate le multe della polizia, non abbiate paura di venire a messa. EÌ€ anticostituzionale, eÌ€ qualcosa di oppressivo. Andremo dai giudici e tutto questo vedrete che verraÌ€ messo in discussione!”.
Purtroppo, poche ore dopo l’omelia del vino, don Cesena si è sentito male ed è stato ricoverato. La diagnosi era prevedibile: polmonite bilaterale da Covid-19. Molti dei fedeli che hanno seguito quell’ultima messa sono stati messi in isolamento.
(da agenzie)
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Dicembre 27th, 2020 Riccardo Fucile
AVEVA CHIESTO TEMPO E DATI PRIMA DI COMUNICARE LA SUA VALUTAZIONE
Aveva chiesto tempo e dati prima di comunicare la sua valutazione sui primi vaccini anti-Covid. Ora i tempi sono maturi e Andrea Crisanti ha sciolto le sue riserve sui due prodotti realizzati da Pfizer-BioNTech e Moderna: sono sicuri e si sottoporrà all’inoculazione, non appena arriverà il suo turno.
Le sue parole, pronunciate più di un mese fa a Focus Live erano state strumentalizzate: il microbiologo dell’Università di Padova aveva solamente chiesto trasparenza nella comunicazione dei dati del trial. E per questo è stato etichettato (con la classica faciloneria italiana) come un no vax.
Ma il tempo è galantuomo e, come aveva promesso ora parla dati alla mano. Lo ha fatto in un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera.
Crisanti su vaccino Pfizer e Moderna ora ha le idee molto chiare: «Sì, i due vaccini di cui hanno diffuso i dati sono da ritenersi sicuri». Ovviamente il tutto si baserà sull’efficacia nel tempo dell’immunizzazione, ma allo stato attuale delle cose non si può conoscere (ricordiamo, per esempio, che il vaccino antinfluenzale ha valenza per un numero ridotto di mesi che quasi mai raggiunge l’anno).
La domanda sulla vaccino, dunque, diventa: Ma allora, lei si vaccinerà . E la risposta è laconica: «Certo che sì. Mia moglie si è già prenotata: vive in Inghilterra e lo farà lì. Io mi trovo a Roma ma nei prossimi tornerò in Veneto e, appena possibile, mi vaccinerò contro il coronavirus».
In fondo Crisanti non ha mai detto che non si sarebbe vaccinato. Aveva solamente chiesto di attendere i dati delle sperimentazioni per una scelta consapevole. Ora, dati alla mano, Crisanti su vaccini Pfizer e Moderna (in attesa degli studi per gli altri prodotti) ha sciolto le riserve.
(da agenzie)
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Dicembre 27th, 2020 Riccardo Fucile
MA LE PRIME DOSI ARRIVATE IN NUMERO SIMBOLICO, SOLO DA LUNEDI’ LA CAMPAGNA PARTE A REGIME
In questi giorni è stato ribadito più e più volte come il numero delle dosi di vaccino,
arrivate nei vari paesi europei il 27 dicembre, fosse per lo più simbolico. Un modo per dimostrare come l’Unione europea, in questa occasione, fosse unita.
Ma le polemiche comunque non sono mancate e in molti si sono domandati perchè l’Italia ricevesse un numero di vaccini inferiore, ad esempio, a quello arrivato in Ungheria (9.750 contro le 35mila ungheresi).
Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha sottolineato ancora una volta come la vaccinazione vera e propria inizi dalla prossima settimana, a partire da lunedì 28: al nostro paese arriveranno 470mila dosi a settimana.
Secondo il contratto stipulato, nel primo trimestre del 2021 all’Italia dovranno arrivare 8,749 milioni di dosi di vaccino Pfizer e 1,346 milioni di quello prodotto da Moderna. L’attuale numero di antidoti arrivati, come ricordato dal commissario Domenico Arcuri, ”è proporzionale alla popolazione, la Germania dalla Ue ha avuto le stesse dosi o poco più”.
Di conseguenza, le 9.750 dosi italiane non sono da porre in relazione ai 60 milioni di abitanti, mentre le 151.125 dosi arrivate il 26 dicembre in Germania rispecchiano gli 83 milioni di cittadini.
Da Berlino fanno sapere che entro la fine di gennaio saranno vaccinate circa 1 milione di persone, riceventi due dosi ognuno. In Spagna, dove il numero di abitanti è nettamente inferiore rispetto a quello italiano (46 milioni circa) le prime dosi arrivate nella settimana che parte da sabato 26 ammontano a 350mila (quindi il confronto deve essere fatto con le 450mila italiane e non con le prima 9.750), mentre in Francia (67 milioni di abitanti) le dosi arrivate ieri sono 19.500.
E gli altri paesi dell’Unione? Secondo quanto riportato dalla Reuters, il Portogallo, con una popolazione di poco più di 10 milioni di abitanti, riceverà entro la fine dell’anno 80mila dosi di vaccino.
Il presidente ungherese Viktor Orban si aspetta che le vaccinazioni inizino tra il 27 e il 28 dicembre e che il primo carico di dosi ammonti, come scritto, a circa 35mila.
Norvegia, Svezia e Islanda (tutte con una popolazione tra i 5milioni e i 10milioni di abitanti, eccezion fatta per la piccolissima Islanda) riceveranno 10mila dosi mentre la Danimarca 40mila, in modo tale così da aver sufficienti vaccini da somministrare nelle persone che vivono nelle case di cura: solo dopo, saranno vaccinati anche persone ad alto rischio e personale sanitario.
La Serbia ha ricevuto 4.875 dosi e il primo ministro Ana Brnabic si è vaccinata il 22 dicembre. L’Olanda invece ha comunicato che inizierà le vaccinazioni a partire dall′8 gennaio prossimo: “Abbiamo optato per una pianificazione attenta, sicura e responsabile”, ha scritto in una lettera indirizzata al Parlamento il ministro della Salute Hugo de Jonge.
La Svizzera ha già iniziato a somministrare i vaccini, non facendo parte dell’Unione europea: i militari hanno infatti somministrato la prima tranche di vaccini che ammonta a 107mila dosi. Il governo punta a una somministrazione gratuita per tutti coloro che lo desidereranno entro la metà del 2021. Anche la Gran Bretagna ha già iniziato la campagna, ancor prima di raggiungere l’accordo su Brexit.
(da agenzie)
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Dicembre 27th, 2020 Riccardo Fucile
ALLO SPALLANZANI PREVALE LA PAROLA “PRUDENZA” MENTRE SI SOMMINISTRANO LE PRIME TRE DOSI DEL VACCINO
Nel cortile dello Spallanzani, l’Istituto di Malattie infettive di Roma scelto per far partire la campagna di vaccinazione simbolica che oggi si svolgerà in tutta Italia, riecheggiano “prudenza, attenzione”.
§La parola d’ordine del Vaccine day, è “cautela”. Roberto Speranza la ripete in ogni suo intervento, prima ai microfoni dei giornalisti e poi a quelli del punto stampa, accompagnandola a una serie di sinonimi.
L’ospedale è presidiato dalle forze dell’ordine, lo spiazzo gremito di giornalisti. È iniziato tutto da qui – ricorda il ministro della Salute – col ricovero a fine gennaio dei due turisti cinesi, i primi casi accertati nel nostro Paese, e oggi dopo undici mesi, si chiude un cerchio.
Comincia quello che la professoressa Maria Rosaria Capobianchi ha definito “l’inizio della fine di questa brutta avventura”. Direttrice del laboratorio dell’Istituto, a capo del team di donne che ha isolato il nuovo coronavirus, con l’infermiera Claudia Alivernini e l’operatore socio Omar Altobelli, è stata tra i primi tre a farsi vaccinare. Sono passate da poco le 8 del mattino.
Poco dopo il siero Pfizer BioNTech arrivato in Italia ieri – 9750 le dosi consegnate al nostro Paese – che oggi sarà somministrato simbolicamente come nel resto d’Europa per il “Vaccine day” internazionale, è stato iniettato ad Alessandra D’Abramo e ad Alessandra Vergori, altre due dottoresse dell’ospedale romano. Tra qualche settimana dovranno ricevere la seconda dose, “ma oggi mi sento già un po’ può tranquilla, più protetta”, spiegava, gli occhi sorridenti sopra la mascherina, D’Abramo. Aggiungendo subito dopo: “Ma non dobbiamo abbassare la guardia”. La strada è ancora lunga, insomma. Il fucsia della primula scelta come simbolo della campagna vaccinale che risalta contro lo sfondo bianco dei pannelli ricorda la primavera, ma siamo ancora in inverno. Nonostante il sole che illumina la mattina, che Francesco Vaia, il direttore sanitario dello Spallanzani, interpreta come un segnale di buon auspicio.
Si deve “resistere e combattere”, insiste con tono insolitamente marziale, Speranza. Ripete: “È un bel giorno per l’Italia e per l’Europa, abbiamo un’arma in più per combattere contro questo virus”, ma ci vuole tempo
E il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti: “È una giornata di speranza, ma ci aspettano mesi di dura battaglia in questa fase nuova”. Nessuno lo dice, forse per non rovinare il giorno di festa, la campagna vaccinale entrerà nel vivo tra un po’.
E di immunità di gregge non si potrà parlare prima dell’autunno, ha spiegato il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri, pure lui invitando alla cautela, alla pazienza, alla responsabilità . “Abbiamo segnali confortanti dal personale sanitario, di consapevolezza che c’è bisogno di fare questo vaccino”, scandiva il ministro poco prima, probabilmente riferendosi a un certo scetticismo che si respira tra operatori sanitari e personale delle Rsa, la prima linea della battaglia al virus dalla quale si è deciso di partire per l’immunizzazione.
I vaccinati allo Spallanzani sono stati tra i primi a offrirsi volontari. I giornalisti se li contendono. “Come si sente? Cosa direbbe ai no vax? Perchè bisogna vaccinarsi?”, le domande che tornano.
L’infermiera Claudia Alivernini, volto simbolo della campagna, dice di aver compiuto questo “atto d’amore” con “profondo orgoglio e grande senso di responsabilità ” e invita – “lo dico col cuore” – a vaccinarsi “per noi, per i nostri cari e per la collettività ”. “Sto bene, sto bene, anche se dovrò fare la seconda dose mi sento già più protetta”, rassicura la dottoressa D’Abramo, gli occhi sorridenti sopra la mascherina.
Vaia non nasconde l’entusiasmo. “È una giornata bella, bella, bella. Una giornata che ci dice che siamo oltre la speranza, che siamo veramente nell’ultimo tratto del deserto. Ai cittadini diciamo “fidatevi”. Il vaccino è uno strumento che ci farà uscire dal deserto, insieme con i comportamenti responsabili e le azioni che il sistema-Paese deve intraprendere”. Poi la foto sulle scale del portone principale con i primi cinque vaccinati e un gruppo di altre persone. Gran crepitio di flash. D
al cortile una donna dello staff scuote la testa. “Così non va così non va, potrebbe essere scambiato per un assembramento”, commenta e il professore Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani nonchè componente del Comitato tecnico scientifico, le dà ragione.
Infine arriva Gianni Letta, grandi saluti, molte cerimonie per “il presidente”. “Sono qui per testimoniare pubblicamente l’apprezzamento per il lavoro straordinariamente efficace che si svolge in questa struttura”, si schermisce lui. E rivolge un appello agli italiani perchè si vaccinino. L’augurio è che “sia corale” e “proceda speditamente”.
(da “Huffingtonpost”)
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