Gennaio 8th, 2021 Riccardo Fucile
L’EDITORIALE DEL GIORNALE: “O CAMBIANO METODI E OBIETTIVI O E’ FINITO UN COMUNE PROGETTO POLITICO”… BERLUSCONI RINCARA LA DOSE: “NOI LIBERALI SIAMO UN’ALTRA COSA”
La prima pagina del Giornale oggi in edicola, tutti i contenuti indicano lo strappo definitivo di Forza Italia da certa destra, dai compagni di strada che non disdegnano camicie nere e camicie verdi.
L’effetto devastante dei fatti di Capitol hill sulle cosette politiche di casa nostra è anche questo. Ecco il passaggio cuore del ragionamento dell’editoriale del direttore del Giornale, titolato, “Il muro di Berlino dei sovranisti”: “Il 6 gennaio 2021 sta al sovranismo come il 9 novembre 1989 – giorno della caduta del muro di Berlino- sta al comunismo – scrive Sallusti-. Parole d’ordine, obiettivi e metodi dovranno cambiare. Pena la fine di un progetto politico, che non è accettabile sia complice di estremisti violenti, tantomeno golpisti. La destra, anche quella italiana, batta un colpo. Nonostante Conte e Zingaretti, non vorremmo mai ritrovarci con il Parlamento occupato da matti in camicia nero-verde. Un’altra destra è possibile, e noi ci crediamo”.
Salvini e Meloni sono avvertiti. Se non bastasse c’è anche l’intervento di Silvio Berlusconi, titolato “E’ la fine peggiore. Noi liberali siamo un’altra cosa”.
Evidentemente i segnali dati in quattro anni da Trump non sono bastati per capire, prima, quale deriva politica portasse con sè. Il delirio realizzato del trumpismo, l’altro giorno, ha ridestato anche i democratici di destra di casa nostra.
(da agenzie)
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Gennaio 8th, 2021 Riccardo Fucile
“IL TRUMPISMO HA MOSTRATO IL SUO VERO VOLTO. E’ STATO RACCAPRICCIANTE, MA E UN BENE CHE SIA ACCADUTO IN DIRETTA TV”
“Gli uomini e le donne all’interno delle istituzioni si sono dimostrati più forti e solidi dello stesso
sistema a cui Trump ha dato l’assalto, sia scatenando la folla mercoledì, sia negli ultimi mesi, con le richieste pressanti di alterare i risultati del voto. Se uno solo di loro avesse ceduto alle lusinghe del presidente, forse nemmeno la guardia civile sarebbe bastata a difendere il Congresso. E invece tanti, pur non condividendo le stesse idee, sono rimasti fedeli ai valori della Costituzione, difendendo il risultato del voto: e la tenuta della società “.
Nonostante le violenze di Washington, il politologo Michael Walzer, 84 anni, è ottimista. Professore emerito di Princeton, è l’influente filosofo della politica autore di saggi come L’intellettuale militante e Guerre giuste e ingiuste.
A lungo condirettore della rivista politico-culturale Dissent, è tra le figure più influenti dei liberal Usa, colui che da più di mezzo secolo sprona la sinistra americana a rimettersi in gioco.
Qual è la lezione da trarre dalle proteste di Washington?
“Il trumpismo sfociato nella violenza ha mostrato il suo vero volto. È stato raccapricciante, ma è un bene che sia accaduto in diretta tv. Tutti hanno capito chi è Donald Trump. E visto i suoi limiti. L’atto di forza a cui abbiamo assistito non è mai stato nemmeno lontanamente un colpo di Stato perchè il presidente uscente non ha dalla sua parte nè l’esercito nè gli apparati dello Stato. Ma l’atto finale di un narcisista leader populista, privo di forza ideologica, ma solo capace di parlare al lato più irrazionale della gente”.
Moisès Naàm su “Repubblica” lo ha paragonato al presidente argentino Pèron..
“Il trumpismo continuerà ad esistere e a influenzare la politica americana anche dopo Trump. Ma il suo estremismo peserà soprattutto sul partito repubblicano, spaccato e dilaniato da una crisi d’identità che non si sanerà a breve e di cui spero i dem sapranno approfittare alle elezioni di MidTerm del 2022 e alle presidenziali del 2024. Certo, Joe Biden dovrà trovare soluzioni economiche e politiche adatte alle esigenze di quell’elettorato che ha trovato rifugio in Trump ma per natura e valori appartiene alla cultura dem”.
Quali risposte?
“Biden dovrà sforzarsi di essere un presidente energico. Capace di affrontare i problemi concreti dei lavoratori. E dovrà farlo fin da subito, nei primi 100 giorni. Occupandosi di distribuire capillarmente il vaccino e subito dopo di distribuire aiuti economici adeguati. Purtroppo, la pur conquistata maggioranza al Senato è più risicata di quel che speravamo. Sarà costretto a fare mediazioni, portando avanti politiche centriste. Ma con l’aiuto di qualche repubblicano coscienzioso può fare molto per lavoro, immigrazione, ambiente”.
Le organizzazioni di destra che abbiamo visto in piazza sono cresciute durante la presidenza Trump. Gli sopravvivranno?
“Un numero enorme di gruppi d’odio e milizie di destra armate ha trovato riparo all’ombra del presidente. Sono l’eredità peggiore che lascia al suo successore e toccherà farci i conti. Ma penso che torneranno ad essere un problema locale. Grave: ma, con le corrette azioni, contenibile. Sui grandi numeri quel tipo di attivismo politico è comunque destinato a restare marginale”.
Perfino nel gabinetto Trump c’è chi parla di applicare il 25esimo emendamento e allontanare il presidente dalla Casa Bianca prima del 20 gennaio…
“Sarebbe giusto. Ma non accadrà . Le figure forti e indipendenti del suo gabinetto sono poche. Gli altri sono politici di serie B e C che gli devono tutto. Tireranno avanti per altre due settimane, sperando di tornarsene presto a casa”.
(da “Huffingtonpost”)
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Gennaio 8th, 2021 Riccardo Fucile
BRIAN SICKNICK ERA IN SERVIZIO DAL 2008 PRESSO LA POLIZIA DEL CAMPIDOGLIO… IL FRATELLO: “E’ MORTO DA EROE”
Si chiamava Brian D. Sicknick, aveva 40 anni e prestava servizio come poliziotto a Capitol Hill: è lui la quinta vittima legata all’assalto dei manifestanti pro-Trump al Congresso statunitense consumatasi il 6 gennaio a Washington Dc.
L’agente di polizia era rimasto ferito durante gli scontri ed è deceduto dopo 24 ore di lotta tra la vita e la morte.
A confermarlo è giunta la polizia del Campidoglio, affermando che il ferimento di Sicknick è avvenuto “mentre si scontrava fisicamente con i manifestanti”. Tornato in caserma, ha avuto un collasso ed è crollato. Trasportato in ospedale, l’uomo non ce l’ha fatta ed è deceduto alle 21.30 di giovedì 7 gennaio.
Secondo quanto riportato dalla Cnn, Sicknick era entrato a far parte della Polizia del Campidoglio nel luglio 2008. CBS News ha riferito che Sicknick era un veterano e aveva 40 anni. I funzionari della polizia riferiscono che indagheranno sulla morte dell’agente.
Il fratello dell’agente Sicknick ha rilasciato la seguente dichiarazione ad ABC News: “Dopo una giornata trascorsa a combattere per la sua vita, Brian è morto da eroe. Vorrei ringraziare tutti i fratelli e le sorelle delle forze dell’ordine per l’incredibile sostegno che hanno dimostrato alla mia famiglia. Speriamo che la nostra privacy possa essere rispettata in questo momento di dolore. Grazie”.
“L’intero dipartimento della United States Capitol Police esprime le sue più sentite condoglianze alla famiglia e agli amici dell’agente Sicknick per la loro perdita, e piange la perdita di un amico e collega”, ha fatto sapere la polizia di Capitol.
Le altre quattro persone che hanno perso durante l’assalto al Campidoglio erano tutti manifestanti: Ashli Babbitt, una veterana dell’aeronautica 35enne; Benjamin Phillips, 50 anni, arrivato da Ri, in Pennsylvania; Kevin Greeson, 55 anni, di Athens (Alabama); e Rosanne Boyland, 34 anni, giunta da Kennesaw.
(da agenzie)
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Gennaio 8th, 2021 Riccardo Fucile
IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA POTREBBE INCRIMINARLO A BREVE PER AVER ISTIGATO AL GOLPE, LUI EMANERA’ UNA GRAZIA PREVENTIVA A SUO FAVORE PER SALVARE LA PELLE
“Il Congresso ha certificato i risultati delle elezioni. Una nuova amministrazione sarà inaugurata il 20
gennaio. Il mio obiettivo ora è quello di assicurare una transizione dei poteri tranquilla e ordinata”.
Donald Trump, per la prima volta dopo settimane e settimane di tentativi per ribaltare l’esito del voto, riconosce la sconfitta elettorale, pur senza mai citare Joe Biden.
Il colpo di scena arriva con un video postato su Twitter in cui, il giorno dopo i tragici eventi dell’assalto al Congresso da parte dei suoi sostenitori, si rivolge agli americani condannando le violenze e lanciando un appello alla riconciliazione.
“E’ l’ora di raffreddare gli animi e di ripristinare la calma. Bisogna tornare alla normalità dell’America”, ha affermato il presidente uscente, parlando dalla Casa Bianca e usando parole dure contro i protagonisti delle violenze avvenute a Capitol Hill: “Voi non rappresentate il nostro Paese. E coloro che hanno infranto la legge pagheranno”, ha affermato, dicendosi scioccato da quanto accaduto e ribadendo come l’America deve essere il Paese del ‘law and order’.
Stavolta nessun cenno ai presunti brogli e nessuna denuncia di elezioni truccate, ma solo un richiamo alla lotta per difendere la democrazia americana e assicurare l’integrità del voto: “Continuo fortemente a credere che dobbiamo riformare le nostre leggi elettorali per verificare davvero l’identità degli elettori e il diritto al voto e ripristinare la fiducia nel nostro sistema”. E ai fan dedica la chiusura del video: “So che siete delusi, ma voglio anche che sappiate che il nostro incredibile viaggio è solo all’inizio”.
La svolta è arrivata dopo una giornata in cui si sono rincorse le voci su una possibile rimozione dall’incarico di Trump prima del 20 gennaio, giorno in cui Biden si insedierà alla Casa Bianca. I leader democratici in Congresso, Nancy Pelosi e Chuck Schumer, hanno richiesto il ricorso al 25mo emendamento e, in caso contrario, si sono detti pronti anche a un nuovo impeachment.
Ma il vicepresidente Mike Pence, che ha un ruolo fondamentale per innescare l’eventuale rimozione del presidente, sarebbe contrario. E anche Joe Biden ha fatto sapere di non essere interessato a una discussione divisiva che non aiuta a riunificare il Paese.
Dunque l’ipotesi di un Trump cacciato dalla Casa Bianca prima del tempo sembrerebbe tramontare. Anche se del ricorso al 25mo emendamento avrebbero discusso il segretario al Tesoro Steve Mnuchin e il segretario di Stato Mike Pompeo, fino a pochi giorni fa due dei fedelissimi di Trump nel governo.
Ma sulla testa del presidente uscente aleggia anche lo spettro di un’incriminazione per aver contribuito ad incitare quanto accaduto in Congresso: “Il Dipartimento di Giustizia prenderà in considerazione l’ipotesi di capi accusa per reati penali contro chiunque abbia giocato un ruolo nella vicenda”, ha assicurato il procuratore federale di Washington, senza escludere un coinvolgimento anche di Trump.
Quest’ultimo, secondo il New York Times, intanto continuerebbe a coltivare l’idea di auto graziarsi prima della fine del mandato, per proteggersi da possibili futuri procedimenti giudiziari a livello federale. Una grazia preventiva che potrebbe arrivare nei prossimi giorni.
(da agenzie)
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