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LA FIGURACCIA DI FONTANA E SALVINI: LA REGIONE LOMBARDIA E’ STATA UNA SETTIMANA IN ZONA ROSSA PERCHE’ HANNO MANDATO AL MINISTERO DATI SBAGLIATI, ECCO IL DOCUMENTO CHE LI SPUTTANA

Gennaio 22nd, 2021 Riccardo Fucile

“CALUNNIE DI ROMA”, “RICHIESTA DANNI”, STRILLAVANO FONTANA E SALVINI… ORA PIOVERANNO DENUNCE E RICHIESTE DANNI SULLA REGIONE: COSA ASPETTA FONTANA AD ANDARE A CASA?

Il governatore ha parlato di calunnie, poi ha dichiarato che il merito dell’imminente passaggio a zona arancione è del ricorso al Tar.
Il documento dell’Istituto superiore di sanità  però smonta la sua versione: i dati forniti dal Pirellone il 20 gennaio “cambiano il numero di soggetti sintomatici notificati dalla stessa Regione”. Tradotto: 10 milioni di persone sono rimaste in zona rossa per uno sbaglio dell’amministrazione leghista
La Lombardia è finita in zona rossa per via di un suo errore. Mentre il governatore Attilio Fontana accusava il governo di aver punito i lombardi e con la neo-assessora Letizia Moratti presentava pure ricorso al Tar, in realtà  se dieci milioni di abitanti sono rimasti una settimana con i negozi chiusi e i limiti agli spostamenti, la colpa è dei dati sbagliati forniti dalla stessa Regione che hanno di conseguenza sballato il valore Rt.
La spiegazione è contenuta in una relazione tecnica dell’Istituto superiore di sanità : i dati della sorveglianza epidemiologica fornita dalla Lombardia il 20 gennaio 2021, si legge, “cambiano il numero di soggetti sintomatici notificati dalla stessa Regione. Pertanto, una rivalutazione del monitoraggio si rende necessaria alla luce della rettifica fornita dalla Regione Lombardia”, spiega la relazione.
Il 20 gennaio, un giorno dopo aver presentato il ricorso al Tar, la Regione Lombardia ha inviato l’aggiornamento della situazione epidemiologica nel quale era indicata “una rettifica dei dati relativi alla settimana 4-10 gennaio“. Una correzione non di poco conto. Quello che veniva cambiato è il “numero dei casi in cui viene riportata una data inizio sintomi e, tra quelli con una data di inizio sintomi, quelli per cui viene data un’indicazione di stato clinico laddove assente”.
Cambiamenti che, spiega sempre la relazione dell’Iss, “riducono in modo significativo il numero di casi che hanno i criteri per essere confermati come sintomatici e pertanto inclusi nel calcolo Rt“. Ora, anche sulla scorta dell’ultimo monitoraggio in cui la Lombardia ha un Rt medio a 0,82 (0,78-0,87), è possibile una rivalutazione che porti la Regione in zona arancione.
Lo certifica la relazione integrale dell’Iss, a pagina 7 il passaggio decisivo: Allegato 1 — Implicazione tecnica della nuova disponibilitaÌ€ di dati di sorveglianza in Lombardia
Eppure, da una settimana il governatore Fontana ha continuato ad attaccare il governo sulla zona rossa. “Una punizione che non ci meritiamo”, diceva il governatore il 15 gennaio. Aveva paradossalmente ragione, ma il motivo erano gli errori del Pirellone.
Poi, il 19 gennaio, insieme all’assessora al Welfare Letizia Moratti ha presentato ricorso al Tar, parlando di una decisione “fortemente, e ingiustamente, penalizzante” . Ancora oggi, Fontana ha puntato il dito contro il governo: “A Roma devono smetterla di calunniare la Lombardia per coprire le proprie mancanze”, ha detto. “Abbiamo sempre fornito informazioni corrette“, ha ribadito, intestandosi anche il merito del possibile passaggio a zona arancione: “Dai rumors che ci arrivano la Lombardia entrerà  in zona arancione. Quindi io credo che il ricorso abbia avuto sicuramente un suo effetto”.
A fargli eco ci ha pensato Matteo Salvini: “Se 10 milioni di cittadini lombardi sono stati rinchiusi in casa per mesi in base a dati e valutazioni sbagliate del governo, saremmo di fronte a danni morali ed economici enormi, un vero e proprio sequestro di massa“, ha dichiarato sui social. “Chi ha sbagliato paghi, chieda scusa e ripari al danno causato”, ha concluso.
Peccato che la responsabilità  sia della Regione amministrata dalla Lega.
Le reazioni
“La Lombardia è finita in zona rossa sulla base dei dati inviati dalla Regione alla Cabina di Regia la settimana scorsa. Numeri evidentemente sbagliati, visto che nelle ultime ore è in atto un tentativo piuttosto maldestro di rettifica. Questo significa, molto semplicemente, che la Lombardia potrebbe essere finita in zona rossa a causa di un grossolano errore dei vertici della Regione”, commenta Simona Malpezzi (Pd), sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento.
“Hanno attaccato il governo, fatto ricorsi e polemiche — aggiunge Malpezzi — denunciato un fantomatico attacco per affossare la Regione quando in realtà  si sarebbe trattato di un loro preciso, ennesimo sbaglio“.
Anche il deputato M5S lombardo e viceministro al Mise Stefano Buffagni commenta: “Io penso alle partita Iva, ai nostri negozianti, ai professionisti, e a tutto il nostro comparto produttivo. Un errore come questo è costato caro proprio a queste categorie”, scrive su Facebook.
In Lombardia Pd e Movimento 5 Stelle attaccano il governatore lombardo e la nuova assessora: “Fontana e Moratti spieghino subito e in modo convincente se da una settimana siamo in zona rossa perchè la Regione Lombardia ha sbagliato a calcolare l’Rt — ha dichiarato per il gruppo regionale Dem il capodelegazione in commissione Sanità  Samuele Astuti — Inutile dire che sarebbe un errore molto grave, che ha avuto ricadute pesanti sulla vita dei lombardi, sugli studenti che non sono andati a scuola, sui ristoratori e sui negozianti che hanno dovuto tenere chiuse le loro attività . Se, dopo giorni di polemiche e di ricorsi, la responsabilità  della serrata fosse della Regione, Fontana dovrebbe perlomeno chiedere scusa pubblicamente e con lui tutti gli esponenti del centrodestra regionale che hanno accusato il Governo di aver voluto affossare la Lombardia e la sua economia”.
Fa eco il pentastellato Massimo De Rosa, capogruppo in Lombardia: “Così fosse, Regione Lombardia risponda di questo imperdonabile errore e paghi i danni a tutte quelle imprese, a tutti quei lavoratori, a tutti quegli studenti che stanno subendo sulla propria pelle gli effetti dell’incapacità  di questa Giunta. Non solo hanno dimostrato di non saper gestire l’emergenza, ma ora parrebbe che per un loro errore nel comunicare i dati abbiamo pagato il prezzo, economico e psicologico, di una settimana in zona rossa. Ora paghino i danni.”

(da “Il Fatto Quotidiano”)

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INTERVISTA AL COORDINATORE DI NAVALNY A MOSCA: “COSI’ SONO FUGGITO ALL’ARRESTO, MA DOMANI SCENDERO’ IN PIAZZA”

Gennaio 22nd, 2021 Riccardo Fucile

“PUTIN HA RUBATO IL FUTURO DELLA MIA GENERAZIONE, LA POLIZIA RISPONDERA’ MA SAREMO IN TANTI, NON CI FERMEREMO”

Oleg Stepanov, 28 anni, è a capo dello staff dell’attivista. Da un luogo sicuro parla a Open della grande manifestazione in programma sabato: «Putin ha rubato il mio futuro e quello della mia generazione. La polizia risponderà  ma saremo in tanti, è questa sarà  la nostra forza»
A meno di una settimana dall’arresto di Alexei Navalny, avvenuto nel giorno del suo ritorno in Russia, dopo il tentativo di avvelenamento e i mesi di convalescenza passati in Germania, non si ferma il pugno duro di Mosca contro l’attivista e il suo inner circle.
Negli ultimi due giorni la polizia ha fermato e arrestato diversi collaboratori dell’oppositore di Putin. Tra loro c’è anche la sua portavoce, Kira Yarmish, per cui un tribunale di Mosca ha ordinato una detenzione di almeno nove giorni. Yarmish è accusata di organizzazione di manifestazioni non autorizzate, dopo che la fondazione creata da Navalny ha annunciato per domani — 23 gennaio — proteste in tutta la Russia per chiedere la liberazione dell’attivista.
Proteste che per il Cremlino non sono legittime e che intende bloccare con la massima forza: «I tentativi di organizzare un evento pubblico non autorizzato nonchè eventuali azioni provocatorie da parte di chi vi partecipa verranno considerati come una minaccia all’ordine pubblico e saranno immediatamente repressi», ha dichiarato la polizia della capitale russe, secondo l’agenzia Interfax.
Il 21 gennaio, la polizia ha fatto irruzione anche nell’appartamento di Oleg Stepanov, direttore del quartiere generale della fondazione di Navalny a Mosca. «Non mi hanno trovato, per questo sono ancora libero».
E’ lo stesso Stepanov a raccontare a Open gli ultimi giorni passati in Russia. «Mi ero spostato preventivamente in un’altra location», ci racconta mentre Mosca si prepara per quella che Stepanov definisce «una delle manifestazioni più grandi» degli ultimi anni.
La polizia lo sta ancora cercando, ma al momento si trova «al sicuro», dice, e «ben nascosto».
Antropologo sociale, con una specializzazione in migrazioni nel sud dell’Europa, Stepanov si è unito a Navalny nel 2017. E ora, a 28 anni, coordina il suo staff nella sede di Mosca. «Domani sarà  il giorno in cui passeremo all’azione. Vogliamo che Navalny e i suoi colleghi vengano liberati», dichiara.
«Il nostro più grande nemico? La povertà »
Due giorni dopo l’arresto di Navalny, la Fondazione per la lotta alla corruzione ha pubblicato una video inchiesta in cui accusa il presidente Vladimir Putin di essersi fatto costruire un palazzo sul Mar Nero grazie a tangenti. L’inchiesta ha ottenuto più di 55 milioni visualizzazioni.
«La seconda cosa che vogliamo ottenere dopo la liberazione di Navalny è che Putin si dimetta e lasci il suo incarico», dichiara Stepanov che non teme la repressione della polizia. «Continueremo, se non è domani, sarà  il giorno dopo, tra una settimana, oppure tra anni, ma alla fine Navalny sarà  liberato e Putin se ne andrà ».
Navalny è stato arrestato per la prima volta nel 2011 e detenuto per 15 giorni prima di essere liberato. Nel 2017 l’attivista aveva annunciato la sua intenzione di candidarsi alle elezioni del 2018 prima di essere escluso da una decisione della commissione elettorale per presunte accuse di corruzione.
«Vogliamo elezioni libere — dice Stepanov — tutti i settori sono dominati dagli oligarchi vicini a Putin e il nostro più grande nemico è la povertà ».
Sono circa 17.5 milioni le persone — il 12% della popolazione russa — che in Russia vivono sotto la soglia di povertà  e questo «a causa di un sistema corrotto attraverso cui Putin è riuscito ad accentrare tutta la ricchezza nella sua persona», commenta Stepanov.
L’appello all’Europa
Il coordinatore del quartier generale di Navalny, poi, si rivolge all’Europa: «La repressione dell’apparato statale è sempre più violenta. L’Europa deve intervenire sanzionando gli uomini di Putin».
Dalle proteste che prenderanno il via domani Stepanov sia aspetta una grande partecipazione, nonostante il dipartimento di polizia abbia provato in ogni modo, anche sui social media, a bloccare la manifestazione. «Putin ha rubato il mio futuro e quello della mia generazione. La polizia risponderà  ma saremo in tanti, è questa sarà  la nostra forza».

(da Open)

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I GIOVANI PATRIOTI RUSSI SI MOBILITANO PER NAVALNY: LA SUA INCHIESTA SULLA CORRUZIONE DI PUTIN E DEI SUOI GERARCHI SPOPOLA SU YOUTUBE, 45 MILIONI DI VISUALIZZAZIONE IN 24 ORE, 200 MILIONI DI CONTATTI SU TIKTOK

Gennaio 22nd, 2021 Riccardo Fucile

MIGLIAIA DI GIOVANI PUBBLICANO VIDEO CHE INVITANO A PARTECIPARE ALLE PROTESTE PER LA LIBERAZIONE DI NAVALNY, L’APPARATO REPRESSIVO DI PUTIN NON RIESCE A TAMPONARLI… IN DIVERSE SCUOLE GLI STUDENTI HANNO TOLTO LA FOTO DI PUTIN PER SOSTITUIRLA CON QUELLA DELL’OPPOSITORE

Dopo gli Usa anche in Russia il social network cinese TikTok si sta trasformando da canale di intrattenimento a mezzo per veicolare messaggi politici.
A galvanizzare i giovanissimi utenti russi del social è stato il rientro in patria del politico Alexej Navalny, scampato a un tentativo di avvelenamento la scorsa estate, rientrato da pochi giorni in Russia e subito arrestato.
I teenager russi stanno pubblicando in massa dei brevi video per testimoniare il loro sostegno all’oppositore e chiamare a partecipare alla manifestazione per chiedere il suo rilascio.
E le autorità  russe hanno immediatamente reagito minacciando di pesanti sanzioni TikTok e altri social, ma anche chiunque inciti a partecipare alle proteste in programma che sarebbero mirate a “destabilizzare la situazione in Russia, alla stregua della Bielorussia”.
E mentre Navalny resta in carcere fino al 15 febbraio e rischia due anni e mezzo di detenzione, il suo staff ha pubblicato su YouTube la sua video inchiesta sul sontuosissimo ‘palazzo segreto’ di Putin sul mar Nero, che sarebbe stato pagato con una maxi tangente dalle aziende di Stato e dall’entourage del leader del Cremlino.
Un video che sta letteralmente spopolando, con oltre 45milioni di visualizzazioni in sole 24 ore. Un successo che cavalca la chiamata alla piazza dei collaboratori di Navalny, che chiedono di protestare in tutto il Paese sabato 23 gennaio per ottenere il rilascio dell’oppositore, proprio come avvenne in seguito alla manifestazione di massa davanti al Cremlino nel 2013, quando Navalny fu condannato per un altro processo nel pieno della sua campagna per diventare sindaco di Mosca.
Gli hashtag #libertà aNavalnyj, #23 gennaio e simili hanno avuto più di 200 milioni di visualizzazioni su TikTok.
Sono diventati virali video in cui alunni delle scuole tolgono il ritratto di Putin e lo sostituiscono con quello di Navalny.
“I teenager sono preoccupati dalla situazione nel Paese e non hanno paura di esprimere la propria opinione. E pensare che ci chiamano generazione persa”, scrivono gli zoomer russi nei loro filmati accompagnati da alcuni brani, come quello intitolato Labirinto del rapper Face che dice: “Essere contro il potere non vuol dire essere contro la patria”. “Navalny ci ha aperti gli occhi sulla giustizia e sulla sanità ”, dice un’altra utente giovanissima di TikTok.
Spopolano anche i video in cui ragazzi danno raccomandazioni su come prepararsi ad una manifestazione (“vestitevi bene, prendete una bottiglietta d’acqua e un power bank”) oppure inscenano delle conversazioni con i genitori preoccupati o fanno parodia dei docenti che minacciano sanzioni per chi prenderà  parte alle proteste.
Il canale Telegram Baza ha scritto che le scuole e le università  russe stanno mandando comunicazioni ai genitori e agli studenti per dissuaderli dalla partecipazione alle manifestazioni del 23 gennaio, minacciando anche con l’espulsione nel caso contrario.
E la presidente dell’Associazione dei comitati e delle comunità  dei genitori Olga Letkova ha esortato in un’intervista alla rivista Snob di vietare TikTok in Russia, dicendo che si tratta di “un social network gestito dall’estero” che cerca di organizzare “un colpo di Stato” in Russia “strumentalizzando i nostri figli”.
Il servizio russo per la supervisione delle comunicazioni, Roskomnadzor, ha fatto sapere il 21 gennaio che ha convocato rappresentati dei social network TikTok, VKontakte, Facebook, Twitter, Instagram e YouTube per stilare dei protocolli a causa di una contravvenzione. L’accusa è di aver diffuso informazioni vietate che incitano minorenni a partecipare alle manifestazioni non autorizzate e i social in questione rischiano la multa massima di 4 milioni di rubli (circa 45 mila euro).

(da agenzie)

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DOMANI IN RUSSIA LE MANIFESTAZIONI PRO NAVALNY: L’APPARATO REPRESSIVO DI PUTIN MOSTRA IL VOLTO DEL SOVRANISMO

Gennaio 22nd, 2021 Riccardo Fucile

CANCELLANO PERSINO SUI SOCIAL LE INFORMAZIONI SUI CORTEI, ONDATA DI FERMI PREVENTIVI

Le proteste previste per domani 23 gennaio contro l’arresto di Alexei Navalny, fermato non appena è atterrato in Russia dalla Germania dopo un avvelenamento per il quale sono sospettati i servizi segreti russi, per il Cremlino sono inammissibili.
La promessa è quella del pugno duro: la polizia di Mosca ha già  fatto sapere — scrive ancora Interfax — che intende bloccare i tentativi di organizzare delle proteste di massa a supporto di Navalny.
«I tentativi di organizzare un evento pubblico non autorizzato nonchè eventuali azioni provocatorie da parte di chi vi partecipa verranno considerati come una minaccia all’ordine pubblico e saranno immediatamente repressi».
E l’offensiva passa anche per internet, dato che, a detta di un comunicato del servizio stampa Roskomnadzor (l’autorità  per le Telecomunicazioni), i social network «stanno rimuovendo» le informazioni sulla partecipazione a manifestazioni non autorizzate, quindi sull’appello lanciato dallo stesso Navalny a scendere in piazza, «sulla base della richiesta dell’Ufficio del procuratore generale e delle notifiche dell’autorità  per le Telecomunicazioni».
Fin dal fermo di Navalny il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha preso posizione chiedendo l’immediata liberazione del dissidente. Richiesta reiterata oggi un una telefonata con il presidente russo Vladimir Putin. «Ho ribadito che l’Ue è unita nella sua condanna per la detenzione di Alexey Navalny e ne chiede l’immediata scarcerazione», scrive Michel su Twitter. «La Russia deve fare immediatamente un’indagine completa e trasparente sul tentativo di uccidere» Navalny. Michel, secondo una nota del Consiglio, ha riportato a Putin la «seria preoccupazione nell’Ue e negli Stati membri per i recenti sviluppi ed ha chiesto di rispettare in pieno ed in modo incondizionato i diritti di Navalny»
Navalny isolato in carcere
Nel frattempo la legale di Navalny, Olga Mikhailova, ha detto alla testata online Meduza che al suo assistito, detenuto dal 18 gennaio nel carcere Matrosskaya Tishina, non vengono consegnate le lettere. «Non ha ricevuto nessuna lettera, nessuna, sono vietati gli incontri coi familiari e le consegne di oggetti, questo a causa della pandemia», dice l’avvocata. Navalny dunque «si trova in un vuoto informativo». Intanto la controffensiva russa contro i dissidenti chiamati in piazza da Navalny non si ferma.
Dopo il fermo di ieri di una delle più strette collaboratrici di Navalny, la legale del Fondo Anticorruzione Liubov Sobol, la polizia ha fermato a Mosca anche la portavoce del dissidente, Kira Yarmish, e Gheorghi Alburov, che lavora per il dipartimento investigativo della Fondazione.
Per Yarmish, il tribunale distrettuale Saviolovsky di Mosca ha disposto l’arresto per 9 giorni: è accusata di organizzazione di manifestazioni non autorizzate. Non ha aperto la porta agli agenti che si sono recati a casa sua, ma è stata in seguito fermata dopo l’arrivo del suo avvocato. Il suo appartamento sarebbe poi stato perquisito.
In altre zone della Russia risultano fermati anche la coordinatrice degli attivisti di Navalny nella regione di Krasnodar, Anastasia Panchenko, e un volontario dell’oppositore a Kaliningrad. Vladlen Los, di origine bielorussa e anche lui collaboratore del Fondo anticorruzione, ha fatto sapere che le autorità  gli hanno intimato di lasciare la Russia entro il 25 gennaio e di non tornare fino al 27 novembre 2023, cioè per quasi tre anni.

(da agenzie)

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BORIS JOHNSON AVVISA: “LA VARIANTE INGLESE COVID E’ PIU’ MORTALE”

Gennaio 22nd, 2021 Riccardo Fucile

ALTRO PROBLEMA, ASTRAZENECA PREVEDE RITARDI: “MENO DOSI PER PRIME CONSEGNE IN EUROPA”

Preoccupa le autorità  inglesi la nuova variante che, ha detto oggi Boris Johnson in conferenza stampa, è risultata più mortale.
Gli studi hanno già  dimostrato che può diffondersi più facilmente rispetto ad altre versioni del virus e, rilevata per la prima volta nel Kent a settembre, è diventata la versione dominante del virus in Inghilterra e Irlanda del Nord.
Per quanto riguarda invece la Francia, l’Eliseo ha fatto sapere che introdurrà  l’obbligo del tampone molecolare per i viaggiatori europei che entrano nel suo territorio a partire da domenica.
Sul fronte delle vaccinazioni, da registrare l’ammissione da parte di Astrazeneca: le consegne iniziali del vaccino all’Ue saranno inferiori agli obiettivi prestabiliti a causa di un problema tecnico della produzione.
Lo ha reso noto un portavoce dell’azienda farmaceutica in una nota, secondo quanto riporta il Guardian. “I volumi iniziali – ha detto il portavoce – saranno inferiori a quanto originariamente previsto a causa della riduzione dei rendimenti in un sito di produzione all’interno della nostra catena di fornitura europea. Distribuiremo decine di milioni di dosi a febbraio e marzo all’Unione europea, nel frattempo continueremo ad aumentare i volumi di produzione”.
Dopo i ritardi di Pfizer, l’annuncio è una nuova doccia fredda per l’Ue. Il vaccino, realizzato in collaborazione con l’Università  di Oxford, è stato il primo preordinato dall’Unione e si attendono 400 milioni di dosi, di questo oltre 40 milioni per l’Italia. La decisione dell’Ema fissata per il 29 gennaio.
“Devo dirvi che oggi pomeriggio siamo stati informati che vi sono alcune evidenze sul fatto che la nuova variante, oltre a diffondersi più rapidamente, possa essere associata anche a un più alto grado di mortalità “, ha detto Johnson, ribadendo che questa variante ha già  portato il numero dei ricoveri negli ospedali nel Regno Unito a 38.562, ossia il 72% in più rispetto al picco della prima ondata della pandemia ad aprile.
Il professor Patrick Vallance, consigliere scientifico capo del governo britannico, ha da parte sua precisato che le evidenze riferite da Johnson sono ancora “parziali” e “da confermare”. Ma ha rimarcato che alcuni dati sembrano indicare come, nelle fasce di età  più colpite dal Covid, il rapporto fra morti e contagiati possa passare da una media di 10 contro 1000 “a 13-14 contro mille”.
In positivo Vallance ha invece citato dati aggiornati che sembrano confermare l’efficacia dei vaccini esistenti sulla ‘variante inglese’ del Covid, mentre ha mantenuto un’ombra d’incertezza – in attesa di elementi scientifici attendibili – sulla medesima efficacia nei confronti di altre mutazioni di coronavirus emerse di recente, ossia delle cosiddette “varianti brasiliana e sudafricana”.
Francia, obbligo di tampone molecolare
Il test molecolare che certifica la negatività  al coronavirus, dovrà  essere svolto nelle 72 ore che precedono la partenza per la Francia. Saranno esclusi dalla disposizione i viaggi “essenziali” e ne saranno esentati i lavoratori frontalieri e quelli dei trasporti via terra. Lo stesso obbligo era stato introdotto la settimana scorsa per i viaggiatori provenienti da Paesi extra-Ue. La Francia, che conta 72 mila morti per la pandemia di Covid-19, ha registrato ieri oltre 20 mila nuovi contagi e non esclude la possibilità  di un terzo confinamento. Intanto il governo ha annunciato che le stazioni di sci resteranno chiuse anche dopo il primo febbraio e ristoranti e brasserie potrebbero riaprire solo da metà  marzo in poi.

(da agenzie)

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QUANDO LA LEGA GOVERNA: IL PORTALE DELLA REGIONE LOMBARDIA NON FUNZIONA PERCHE’ USA ANCORA FLASH E NESSUNO L’HA AGGIORNATO

Gennaio 22nd, 2021 Riccardo Fucile

DA DIECI GIORNI ADOBE HA BLOCCATO LA POSSIBILITA’ DI VISUALIZZARE I CONTENUTI FLASH COMPRESO UN PROGRANMA FONDAMENTALE PER LA FORMAZIONE MEDICA: MA LA REGIONE USA GLI IDRAULICI PER AGGIORNARE IL SITO?

Cose non molto flash. Eppure, visto soprattutto il periodo, sarebbe stato fondamentale agire con rapidità .
Il portale della regione Lombardia che serve per accedere agli ECM — ovvero l’educazione continua in medicina — risulta non più accessibile da qualche giorno.
Il motivo? Utilizzava Adobe Flash, il programma che permetteva di vedere alcuni contenuti multimediali online. Flash è un sistema piuttosto datato per costruire i siti web, nel corso degli anni è stato superato da nuove tecnologie e — per questo motivo — dal 31 dicembre 2020 Adobe lo ha completamente smantellato. In più dal 12 gennaio, tutti i siti che si avvalevano di quella tecnologia risultano non facilmente raggiungibili.
La Regione Lombardia, evidentemente, ha dimenticato di aggiornare quella parte del suo sito web. E non è una cosa da poco: si tratta di un programma fondamentale per la formazione medica, un programma che è stato reso obbligatorio in diversi Paesi del mondo per ogni operatore sanitario.
Anche in Italia l’ECM è obbligatorio dal 2002: un periodo di tempo abbastanza ragionevole per ipotizzare che — da allora — il portale dedicato della Regione Lombardia ha subito ben pochi aggiornamenti.
In un periodo in cui stiamo faticosamente emergendo da una gravissima pandemia globale — nell’ambito della quale la Lombardia è stata una delle regioni più colpite -, sarebbe stato opportuno per gli operatori sanitari lombardi avere accesso a un portale aggiornato di formazione. Invece, come è stato prontamente segnalato dall’utente @The_Beyond_One, il sito ECM.regione.lombardia.it risulta inaccessibile, proprio dal 12 gennaio, quando Flash ha smesso di fornire i suoi servizi al pianeta.
Un vero e proprio paradosso — visto anche il largo anticipo con cui Adobe aveva annunciato la dismissione di Flash — che si innesta benissimo in quel filone, ancora troppo sottovalutato nel nostro Paese, della sovrapposizione tra istituzioni, servizi alla persona e tecnologia.

(da agenzie)

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GALLI BACCHETTA CALENDA: “I POLITICI CHE PARLANO DI COVID SONO PREGATI PRIMA DI INFORMARSI”

Gennaio 22nd, 2021 Riccardo Fucile

“SU CONCETTI COME LETALITA’ E MORTALITA’ NON E’ AMMISSIBILE CHE UN POLITICO CREI DANNO E DISORIENTAMENTO”

Lui non le manda a dire. E sa benissimo che per un misto di ignoranza e furbizia alcuni politici leggono i dati a modo loro e mandano messaggi sbagliati pur di far prevalere le proprie tesi.
“Che i concetti di letalità  e mortalità  non siano ovvi per tutti è giustificabile. Ma in bocca ai politici quelli di covid se confusi fanno danno e disorientano (strumentalmente?) la gente. Chi di dovere dovrebbe informarsi meglio”.
Lo ha scritto Massimo Galli del Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche Sacco di Milano
“Il tasso di letalità  è il rapporto tra morti per una malattia e soggetti affetti dalla stessa malattia, il tasso di mortalità  è il tasso tra morti per una malattia e l’insieme della popolazione”.
L’allusione è a Calenda che l’altra sera a Piazzapulita su La7 per attaccare il governo ha fatto riferimento al tasso di mortalità  in Germania. Confondendo mortalità  con letalità .

(da agenzie)

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ROTONDI: “ALLE ELEZIONI NON SEGUIRO’ SALVINI”

Gennaio 22nd, 2021 Riccardo Fucile

IL PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE DC E VICECAPOGRUPPO DI FORZA ITALIA ALA CAMERA: “ORA SARO’ LEALE, QUANDO CI SARANNO ELEZIONI MAI PIU’ CON I SOVRANISTI”

Una mini-scissione nel centro-destra, segno che l’anima democristiana che è confluita in Forza Italia e nei suoi satelliti non digerisce la preponderanza sovranista.
“Sono stato eletto a Pescara in una lista denominata ‘Berlusconi presidente’. La gente ha votato per Silvio, mica per me. Adesso non è che io voto di testa mia e mi metto a fare il fenomeno nel palazzo di Montecitorio. Alle elezioni di giugno è diverso: con Salvini a capo di una coalizione sbilanciata a destra, assumerò una iniziativa politica -peraltro già  pronta- di segno opposto”.
Lo ha detto Gianfranco Rotondi, presidente della Fondazione Dc e vicecapogruppo di Fi ala Camera

(da agenzie)

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TABACCI VA A PALAZZO CHIGI E AVVISA: “IL RINFORZO DELLA MAGGIORANZA DEVE PASSARE DA UN NUOVO GOVERNO”

Gennaio 22nd, 2021 Riccardo Fucile

“PER AVERE CAPACITA’ ATTRATTIVA NON BASTA UN RIMPASTO, OCCORRE UN PROGETTO POLITICO DI PIU’ AMPIO RESPIRO”

Bruno Tabacci va a Palazzo Chigi e avverte che l’operazione “costruttori” è complessa e, per riuscire, dovrà  passare per un nuovo Governo.
Il leader di Centro Democratico sta lavorando in queste ore alla ricerca dei “responsabili” che diano vita a   un   gruppo parlamentare di stampo centrista, capace di allungare la vita al Governo. L’obiettivo è quello di creare un progetto politico di più ampio respiro con punto di riferimento lo stesso premier Giuseppe Conte.
“I numeri ci sono ancora, mercoledì c’è una prova di fuoco e si vedrà  quali sono le reali intenzioni, io penso che la possibilità  di rafforzare la traduzione c’è, ma passa attraverso un Governo nuovo” ha dichiarato Tabacci fuori da Palazzo Chigi, dove ha incontrato Luigi Di Maio. ”Per togliere qualsiasi equivoco, ritengo che il presidente Conte è l’unico punto di equilibrio di questa coalizione. L’alternativa sono le elezioni”.
Secondo il deputato ex Dc “per concludere la crisi è necessario aprire un ventaglio di forze più ampie. Renzi al Senato ha fatto un discorso di rottura ma credo che in Italia Viva ci siano posizioni più concilianti. E poi c’è l’area dei liberal-democratici di Forza Italia”, ha concluso. Finora il reclutamento di Tabacci ha avuto maggior successo alla Camera che al Senato, dove è particolarmente in bilico la situazione per il Governo.

(da agenzie)

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