Marzo 31st, 2021 Riccardo Fucile
FIGLIUOLO SI PONEVA L’OBIETTIVO DI 500.000 VACCINAZIONI DAL 15 APRILE, MA LA STRADA E’ IMPERVIA
Dal 27 dicembre, data simbolica, ad oggi sono state somministrate 10.018.265 di dosi. Il dato, è aggiornato alle 15 di oggi, 31 marzo.
“10 milioni. Questo è il numero di dosi di vaccino somministrate ad oggi. Dobbiamo ancora accelerare, perchè il vaccino è la vera strada per superare questa stagione così difficile”, ha scritto su Facebook il ministro Speranza.
Le persone che hanno ricevuto entrambe le dosi del farmaco anti Covid sono 3.143.159
Ma a che punto siamo con la campagna di immunizzazione? Nonostante l’accelerazione degli ultimi giorni, restiamo indietro rispetto alla tabella di marcia.
Punto primo: gli approvvigionamenti.
Secondo il piano nazionale anti Covid predisposto dal generale Figliuolo, entro il primo quadrimestre del 2021, che scade oggi, avremmo dovuto avere a nostra disposizione 15,69 milioni di dosi. A questa cifra non siamo arrivati: nel report dei vaccini si legge che le dosi distribuite ad oggi sono 11.247.180.
A queste si dovranno aggiungere le 500mila dosi di Moderna che stanno arrivando a Pratica di Mare e saranno smistate alle varie regioni. Resta comunque un gap tra le previsioni e la realtà .
C’è poi la questione della quantità di somministrazioni da fare ogni giorno.
Ieri, 30 marzo, sono state 237.929. Il giorno prima erano 231.220. Dati che rispecchiano la media dell’ultima settimana, ma dal 24 marzo in poi ci sono stati giorni in cui in Italia si sono superate le 250 mila iniezioni al giorno, salvo il calo della domenica.
Secondo i piani, però, avremmo dovuto fare di più. Nell’ultima settimana di marzo era previsto infatti il raggiungimento di quota 300mila iniezioni al giorno.
L’accelerazione ulteriore è calendarizzata per metà aprile. Quando si dovrebbe toccare quota mezzo milione al giorno.
Con l’arrivo del vaccino Johnson&Johnson le scorte da usare per l’immunizzazione dovrebbero aumentare. Ma, visti i dati attuali, bisognerà correre veloce per centrare gli obiettivi fissati.
(da “Huffingtonpost”)
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Marzo 31st, 2021 Riccardo Fucile
CONTE ANTICIPA LA DISCESA IN CAMPO
È costretto a rompere il silenzio, Giuseppe Conte. L’annuncio del nuovo Movimento che l’ex premier ha in testa doveva arrivare subito dopo Pasqua.
Il portavoce Rocco Casalino stava già pensando a un evento in grande stile, degno di una svolta epocale. Non c’è tempo, però. C’è bisogno di parlare subito, perchè i gruppi parlamentari sono letteralmente allo sfascio.
Sferzati e distrutti dall’ultimo incontro con Beppe Grillo, quando gli eletti si sono sentiti definire “miracolati”. Ed è stato annunciato loro che dopo il secondo mandato in Parlamento – o in consiglio regionale – dovranno passare il testimone. Nessuna deroga al limite dei due mandati, nessun rimpianto.
A chi gli ha parlato, il fondatore ha spiegato che su questo non cambia idea. Non c’è un altro modo di preservare un pizzico di alterità del Movimento, se non quello di mantenere fissa almeno la sua prima regola.
Anche per non essere indeboliti dalle critiche di chi da mesi fa il puro, come Davide Casaleggio, Alessandro Di Battista o l’ala di espulsi M5S che si raccolgono intorno a Barbara Lezzi e Nicola Morra.
Questi ultimi, negano di voler rivogersi a un giudice per costringere i 5 stelle a votare su Rousseau l’organo collegiale, com’era stato previsto prima della loro cacciata e prima che Grillo sospendesse l’intera operazione.
Parlano di velina studiata ad arte contro di loro. Ma certo, non interrompono la battaglia per cercare di rientrare nei 5 stelle. O di intestarsene una parte, seppure continuando a dirsi fedeli all’ex presidente del Consiglio, che sarebbero altri a voler indebolire.
Certo non troverà un clima di acclamazione, Conte, all’assemblea congiunta di Camera e Senato fissata per domani ed estesa anche – su Zoom – ai consiglieri regionali e agli europarlamentari.
Non sarà semplice, neanche tirasse fuori un coniglio bianco dal cappello, riuscire a motivare gruppi percorsi ormai da lotte feroci: con gli eletti al primo mandato ansiosi di liberarsi di quelli al secondo e i rivali a chiedersi come sia possibile che proprio Grillo e l’ex premier vogliano sbarazzarsi di loro.
Dopo quanto fatto in questi anni, dopo l’impegno profuso e, soprattutto, le cose imparate. A dover lasciare sarebbero personalità del calibro di Luigi Di Maio, Roberto Fico, Paola Taverna, Vito Crimi, Roberta Lombardi, Stefano Buffagni, Laura Castelli.
La promessa di ruoli interni al Movimento o della possibilità di correre come candidati nelle loro città non è allettante, soprattutto se imposta in modo così brutale.
L’unico, tra i dirigenti, a salvarsi da questa mannaia sarebbe il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, perchè ha al suo attivo un “mandato zero”, fatto da consigliere comunale a Trieste.
Il problema è che l’uscita di Grillo non era stata neanche preannunciata all’“avvocato del popolo”, che si ritrova quindi un gruppo impazzito senza aver fatto ancora una mossa.
E soprattutto, dopo aver agito nel completo silenzio, senza sentire o ascoltare nessuno se non il garante. E generando così non pochi malumori – è un eufemismo – in chi pure era pronto a sostenerlo.
La mossa di Grillo non depone bene riguardo alla sua autonomia. “Lo ha messo in difficoltà “, dice una parte dei dirigenti M5S. Per altri, invece, potrebbe essere stata fatta per proteggerlo. Se fosse stato Conte a compiere una scelta del genere, sarebbe stato massacrato dalla vecchia guardia. Così, non potrà essere imputata a lui.
“Beppe gli ha fatto il lavoro sporco”, dice un parlamentare che conosce bene entrambi. E chissà che non sia vero. Che il patto stretto sulla spiaggia di Bibbona qualche settimana fa non punti a dar vita a un M5S dal volto completamente rinnovato.
Certo, non c’è alcun passo avanti nel rapporto con l’associazione Rousseau.
Davide Casaleggio era stato convocato a Roma, ma ha detto: “Non vengo se non mi presentate una proposta scritta”. Ieri ha lanciato sulla piattaforma una raccolta fondi lamentando il buco per i mancati contributi dei parlamentari.
Ma nel frattempo, i leader del Movimento hanno consultato gli avvocati: vorrebbero intentare un “700” contro di lui: un procedimento d’urgenza che lo costringa a consegnare le chiavi dello scrigno, la lista degli iscritti, il database. Tutto quello che sarebbe di proprietà dell’associazione Movimento 5 stelle, del partito, quindi, ma che ha sempre gelosamente custodito l’impenetrabile Rousseau.
(da “La Repubblica”)
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Marzo 31st, 2021 Riccardo Fucile
LA SUA ORIGINALE DIFESA: “MIA MOGLIE E’ VENUTA A PORTARMI QUALCHE PANINO E A SCEGLIERE IL COLORE DELLE CORNICI”
Dopo il caso dello stalker dell’ex ministra Lucia Azzolina, il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso finisce nuovamente nell’occhio del ciclone per il ruolo che sua moglie, Graziangela Berloco, avrebbe ricoperto all’interno del ministero, favorendo la nomina di alcuni docenti nello staff del marito, vicini all’associazione che la donna presiedeva fino a poco tempo fa.
C’è un primo fatto: così come ricostruito anche da La Repubblica, infatti, la donna, avvocato dei docenti precari italiani, i quali da sempre sono in conflitto con il ministero dell’Istruzione, avrebbe affiancato il marito nella scelta della squadra che dovrà occuparsi della scuola, secondo le deleghe che sono state assegnate a Sasso dal ministro Patrizio Bianchi.
E sarebbero stati proprio Sasso, già balzato agli onori delle cronache per aver erroneamente attribuito a Dante una frase che in realtà era di Topolino, e la moglie Graziangela, fino ieri presidentessa dell’Associazione libera scuola con sede a Bari, a promuovere Pasquale Vespa, stalker dell’ex ministra Azzolina, come “stretto collaboratore” del sottosegretario, incarico poi rimosso in seguito alle polemiche scaturite in seguito alla sua nomina.
Successivamente, il sottosegretario e la moglie hanno portato nell’ufficio di Viale Trastevere Gianni Romeo, un altro professore del giro dell’Als, l’associazione specializzata in diritto scolastico e della quale era presidente la moglie di Sasso.
“Ringrazio Rossano Sasso per la fiducia accordatami — ha dichiarato il docente — è per me un onore poter lavorare in stretta collaborazione con lui”.
Romeo e la moglie di Sasso, Graziangela, lo scorso 8 gennaio, così come testimoniano le foto pubblicate sul profilo Facebook del docente, avevano presentato alla Corte costituzionale la legge di iniziativa popolare per la formazione-assunzione di ogni supplente che sia stato almeno tre anni in cattedra proprio in veste di rappresentanti dell’Als — L’associazione Libera Scuola.
Interpellato da La Repubblica, Sasso ha smentito che la moglie abbia avuto un “ruolo” all’interno del ministero: “Per quanto riguarda il ruolo da suggeritrice di mia moglie — dichiara il sottosegretario — vorrei dire che al ministero in questi giorni è venuta a portarmi qualche panino e a scegliere il colore delle cornici di un quadro a cui tengo. Confermo che le ho chiesto di non occuparsi più di ricorsi contro il ministero dell’Istruzione, anche se ha una specializzazione in Diritto scolastico, e lei di sua spontanea volontà si è appena dimessa dall’incarico di presidentessa dell’Associazione libera scuola”.
(da “NextQuotidiano”)
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Marzo 31st, 2021 Riccardo Fucile
CON I FONDI DISPONIBILI SI STIMA UN ASSEGNO MEDIO MENSILE DI 161 EURO, NON DI 250
C’è un pasticcio attorno all’assegno unico per i figli. Con i fondi disponibili si stima un assegno medio mensile di 161 euro invece dei 250 previsti. E quindi servono altri 800 milioni per una clausola di salvaguardia che non penalizzi più di un milione di famiglie.
Il Sole 24 Ore scrive oggi che sul piatto ci sono 20 miliardi di euro, di cui 12,9 derivanti dalla soppressione delle misure attualmente in vigore.
Tra questi 7,8 miliardi che vengono dalle detrazioni fiscali per i figli a carico. Ma solo quelle per gli under 21.
Altri 4,7 miliardi arrivano dagli assegni al nucleo familiare per le famiglie con minori). Sono invece circa 6 miliardi le nuove risorse stanziate con le ultime leggi di Bilancio.
Ma uno studio dei gruppo di ricerca Arel, della Fondazione E. Gorrieri e di Alleanza per l’infanzia ha scoperto che c’è un buco nei conti.
Secondo lo studio il valore dell’assegno decresce a partire da 30mila euro di Isee in modo non lineare sino a 52mila euro, così da tutelare maggiormente i nuclei con Isee più basso. Oltre i 52 mila euro di Isee, il contributo resterebbe fisso a 67 euro al mese per ciascun minore (40 euro se maggiorenne).
“Proiettando questa ipotesi sulla platea dei beneficiari, circa 1 milione e 350mila famiglie riceverebbe a regime un assegno inferiore alle prestazioni vigenti, con una perdita annua mediana di 381 euro. Si tratta per lo più famiglie con reddito prevalente da lavoro dipendente, per le quali è allo studio l’ipotesi di inserire — nei decreti attuativi — una clausola di salvaguardia: a questo scopo, per fare in modo che nessuno ci perda, lo studio Arel-Fondazione Gorrieri-Alleanza per l’infanzia ha stimato un costo ulteriore di 800 milioni di euro”.
Spetterà agli uffici tecnici, ora trovare una quadra tra risorse e importi. Sperando che sia davvero possibile. E che alla fine l’assegno unico per i figli da 250 euro non sia tutto un grande bluff.
(da agenzie)
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Marzo 31st, 2021 Riccardo Fucile
TUTTO QUELLO CHE FONTANA NON DICE
C’era una volta, e parliamo di un paio di giorni fa, il presidente della Lombardia Attilio Fontana che parla del grande successo di essere riuscito a vaccinare la metà degli over 80. Poi c’è il Lazio che stanotte darà il via alle prenotazioni per la fascia di età di età 66-67 anni
Scriveva Fontana su Facebook:
“Gli over 80 che hanno ricevuto la prima dose di vaccino sono oltre il 50% di quelli che lo hanno richiesto”
Quello che Fontana omette è che Regione Lombardia aveva promesso (in pompa magna) di fissare l’appuntamento a tutti gli over 80 entro giovedì 18 marzo, quasi 2 settimana fa, e che invece gli invii di SMS saranno completati (davvero?) solo dopo Pasqua, quindi a distanza di quasi 3 settimane da quella ennesima, vuota promessa.
Quello che Fontana omette poi è che molti SMS inviati sono “fantasma”, nel senso che non contengono luogo, data e orario dell’appuntamento.
Quello che Fontana omette è che non va poi tanto meglio a quelli che l’SMS lo ricevono correttamente, visto che da fragili vengono spediti da una parte all’altra della loro provincia, e spesse volte da una provincia all’altra (anche fino a 170km da casa). Alcune volte si trovano persino a citofonare a portoni di cittadini privati, come successo a Lodi, per errori negli indirizzi
Quello che Fontana omette è che continuano a mancare le liste delle persone da vaccinare, con molti hub già pronti che continuano a rimanere vuoti, con conseguente spreco delle dosi di vaccino
Quello che Fontana omette è che in Regione nessuno sta capendo come intercettare i circa 120mila over 80 non prenotati. Chi sono? Dove sono? Hanno bisogno di supporto tecnico? Non ci è dato saperlo, visto che i Sindaci hanno chiesto a Regione le liste ma gli sono state negate per motivi di privacy.
Oggi invece a fare il punto sulle vaccinazioni contro Covid-19 nel Lazio è l’assessore Lazio alla Sanità della Regione, Alessio D’Amato: “Nel Lazio sono oltre 900 mila le persone già prenotate da qui a maggio, di cui circa 400 mila nella fascia di età over 70. Qualche giorno fa abbiamo aperto le prenotazioni agli anni 68-69 e sono ad oggi 69.578 i prenotati con prima e seconda dose. Stanotte apriremo le prenotazioni per la fascia di età 66-67 anni”
Una bella differenza vero?
(da agenzie)
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Marzo 31st, 2021 Riccardo Fucile
IL CANDIDATO DELLA MELONI NEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELLE FERROVIE MILANESI NON VIENE VOTATO DALLA LEGA
In Lombardia, la giunta guidata dal leghista Attilio Fontana boccia il candidato di Fratelli d’Italia per il nuovo consiglio di amministrazione del gruppo Fnm (nonostante il consiglio sia stato allargato da 5 a 6 posti) e gli assessori del partito di Giorgia Meloni, per protesta, abbandonano la seduta. Lo strappo, questa volta, è destinato a lasciare il segno.
“C’è bisogno di un chiarimento, ma non sulle nomine, ma sulla qualità dei rapporti non personali, ma tra alleati – tuona l’ex ministro Ignazio La Russa, che aggiunge: “Non è un bel segnale. So che c’è chi ha proposto a Giorgia Meloni di non partecipare più alle riunioni della giunta, ma il punto è che non si possono avere rapporti personali buoni, ma poi non farli sempre seguire e da comportamenti politici conseguenti. In Lombardia, c’è una sottovalutazione costante su questo punto”.
Lo strappo nel centrodestra lombardo è avvenuto sul rinnovo dei vertici del principale gruppo integrato della mobilità lombarda controllato dalla Regione. Il primo polo in Italia che unisce la gestione delle infrastrutture ferroviarie alla mobilità su gomma e la gestione delle autostrade.
Un gruppo che ha già inglobato la società Milano Serravalle e che si appresta a creare una nuova super holding del trasporto.
L’accordo politico raggiunto dalla vigilia della giunta straordinaria prevedeva la conferma dei vertici. Il presidente Andrea Gibelli, il vice Gianantonio Arnoldi di Forza Italia, ma l’uscita dal board di Beppe Bonomi. L’ex presidente di Alitalia e di Sea, vicino alla Lega, che era stano nominato da Roberto Maroni. Fratelli d’Italia, che fa parte della maggioranza che sostiene la giunta Fontana aveva proposto l’ingresso di Stefano Giussani.
Ma nonostante il via libera della Lega nel pre giunta , quando il governatore Fontana ha comunicato ieri sera che non se ne faceva più nulla perchè Fdi era già troppo rappresentata, gli assessori Riccardo De Corato e Lara Magoni sono rimasti di stucco. Dopo aver dichiarato di “non condividere il metodo” hanno abbandonato la seduta. Minacciando l’aventino.
(da agenzie)
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Marzo 31st, 2021 Riccardo Fucile
BISOGNEREBBE AUMENTARE I RICOVERI A PSICHIATRIA
Il vetro dell’ambulanza rotto e le croci celtiche disegnate sul simbolo dell’organizzazione: questo si sono trovati di fronte gli operatori della Brigata Sanitaria Soccorso Rosso, no-profit che, dal dicembre del 2020, opera sul territorio milanese offrendo “tamponi sospesi” ed esami di screening gratuiti a tutte le categorie sociali più fragili per fronteggiare l’emergenza da Coronavirus.
«All’inizio abbiamo pensato a un dispetto», racconta a Open uno dei responsabili della Brigata, Riccardo Germani, dopo dopo il blitz, avvenuto la mattina del 31 marzo. «La sera precedente ci hanno rotto il vetro e la successiva hanno disegnato croci celtiche, rompendo anche un fanalino dell’ambulanza».
Nata dall’unione di Cobas Adl e Medicina Solidale, l’organizzazione, che ha sede presso la Camera del Non-Lavoro di via Volta, struttura occupata nel quartiere Moscova, esiste grazie all’impegno di circa 50 tra medici e operatori sanitari che «una volta terminato il loro lavoro nelle strutture dove sono impiegati, mettono a disposizione la loro professionalità », spiega Germani.
«Lo facciamo per le persone che subiscono, nel contesto dalla pandemia, un evidente falla nel sistema della sanità milanese, offrendo un servizio di monitoraggio a tutti coloro che ne hanno bisogno. Le persone che vengono da noi sono le più diverse, la maggior parte sono pensionati, precari, migranti, rider e residenti delle case popolari che non possono permettersi gli esami utili a prevenire i rischi di diffusione del virus», prosegue il volontario.
Già lo scorso 9 gennaio, la Brigata Sanitaria Soccorso Rosso aveva visto squarciato il tendone dove vengono eseguiti i tamponi, un presidio sanitario fisso in piazza piazzale Baiamonti, a pochi passi dalla stazione Garibaldi.
«Non vogliamo che questa azione subita, nè il nostro lavoro, diventino oggetto di strumentalizzazioni a fini elettorali», dichiara Germani. «I nostri scopi sono evidentemente quelli di rispondere a certe mancanze. Al momento, non abbiamo ricevuto alcun messaggio dalla politica milanese, tanti però dalle persone».
(da Open)
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Marzo 31st, 2021 Riccardo Fucile
RISCHIA FINO A 5 ANNI DI CARCERE PER ISTIGAZIONE ALLA VIOLAZIONE DI NORME… SI DIFENDE DICENDO CHE HA DATO “RISPOSTE INFELICI”
Massimo Panzeri, sindaco leghista di Merate, rischia una condanna da sei mesi fino a cinque anni di carcere. Il primo cittadino del comune in provincia di Lecco è stato rinviato a giudizio per istigazione alla violazione delle norme.
A deciderlo nel corso dell’udienza preliminare di ieri mattina nel tribunale di Lecco è stato il giudice Salvatore Catalano, di conseguenza, il prossimo 8 novembre, Panzeri dovrà comparire in tribunale, stavolta nella veste di imputato per i “consigli” pronunciati in un video diretto ai suoi concittadini durante una diretta Facebook in piena pandemia.
I fatti contestati, risalgono al primo lockdown in cui il Sindaco spiegava come evitare i controlli delle forze dell’ordine.
Alla domanda di un concittadino, che chiedeva se potesse andare in un negozio per far riparare un elettrodomestico rotto, Panzeri aveva consigliato: “Se la fermano non dica che sta facendo un giro, dica che sta andando a trovare un parente o un amico“. Risposte infelici: così il primo cittadino del comune lombardo ha derubricato a questa categoria i consigli di quei giorni. “A distanza di mesi, una delle due persone le cui domande mi hanno causato tutto questo, mi ha contattato e si è scusata, rammaricata, di avermi messo in difficoltà . Gli ho risposto di stare tranquillo. La colpa è solo mia che ho dato una risposta non appropriata. Ho ricevuto la solidarietà di tante persone che mi hanno confidato di trovare surreale tutta questa vicenda”. “Il mio avvocato ha cercato di contestualizzare il periodo in cui il video è stato trasmesso. Eravamo in piena pandemia. E dovevamo tutti rapportarci con le nuove norme dei vari Dpcm”
(da agenzie)
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Marzo 31st, 2021 Riccardo Fucile
L’AGENTE DI MOSCA DOPO L’ARRESTO NON HA PARLATO, HA RIFIUTATO ACQUA E CIBO NEL TIMORE DI ESSERE AVVELENATO (COME SONO ABITUATI LORO)
Il copione dello scambio di documenti e soldi fra l’ufficiale “infedele” della Marina italiana e il funzionario russo era collaudato da mesi, forse più di un anno, e non cambiava mai: a quanto apprende l’Adnkronos, il funzionario russo scendeva dalla metropolitana al laghetto dell’Eur, zona a sud della Capitale, prendeva l’autobus a pochi metri dalla metro e dopo alcune fermate scendeva subito oltre il raccordo anulare: a Spinaceto, periferia romana.
Qui dopo aver fatto lunghi sopralluoghi per controllare che l’ufficiale “reclutato” non fosse seguito dai servizi italiani e dalle forze di polizia, si incontrava con Walter Biot, militare della Marina italiana arrestato dal Ros dei carabinieri con l’accusa di spionaggio, in un parcheggio non lontano da un supermercato Carrefour.
Qui il russo dava al militare italiano i soldi (5mila euro nell’ultimo incontro) in cambio di una pen drive con le foto dei documenti secretati.
I due non avevano fatto i conti con gli investigatori del Reparto operativo speciale dell’Arma che da mesi seguivano ogni loro movimento, ascoltavano ogni loro parola.
Di solito l’agente di Mosca precedeva il suo interlocutore e si accertava, facendo avanti e indietro fra le auto e nei dintorni del parcheggio, che tutto fosse tranquillo.
Il russo, che ad ogni appuntamento indossava un cappellino blu, si incontrava con Biot all’interno dell’autovettura del “marinaio”, protetta da occhi indiscreti dalla vicinanza di una collinetta e da alcune grosse mura perimetrali.
Gli incontri tra il funzionario russo e l’ufficiale, che sembra avesse bisogno di soldi per un grave problema di famiglia, andavano avanti da diversi mesi e si svolgevano sempre nell’auto, all’interno della quale gli investigatori erano riusciti a piazzare microspie e telecamere, riuscendo così a immortalare i continui rapporti.
Ieri il colpo di scena: Biot si è presentato all’appuntamento con una vettura diversa dal solito, non la solita auto sotto controllo.
A quel punto gli uomini del Ros, una volta monitorato e accertato lo scambio di documenti, hanno deciso di intervenire e hanno fermato i due prima che si dileguassero. Il funzionario russo avrebbe anche tentato la fuga ma è stato subito bloccato dai carabinieri.
Chiuso in un ostinato mutismo, dopo aver fatto presente di essere un diplomatico russo, dal momento del fermo ha rifiutato di bere e mangiare. Come un vero agente dei film sul Kgb, col terrore di essere avvelenato.
(da “Huffingtonpost”)
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