Destra di Popolo.net

LE PRIME MOSSE DI LETTA PER IL PD: “CON DRAGHI PARLO IO”

Marzo 15th, 2021 Riccardo Fucile

NEL SONDAGGIO SWG IL 75% DEGLI ELETTORI DEM FAVOREVOLI ALLA SUA NOMINA… IL PD TORNA AD ESSERE IL SECONDO PARTITO SCAVALCANDO FDI E M5S

Pd, a che punto è la notte? Oggi è il primo giorno ufficiale della segreteria di Enrico Letta. L’idea è quella di un partito che continuerà  sulle alleanze la linea di Zingaretti (quindi aperto agli accordi con 5 Stelle e Leu) mentre agli amici i fedelissimi del neo segretario fanno sapere che — a differenza della gestione del Presidente del Lazio- sul Governo Draghi Letta non lascerà  il rapporto ai tre ministri Pd (Franceschini, Orlando, Guerini) ma parlerà  lui direttamente con Super Mario.
Insomma, non vuole fare la fine del “Re travicello” come invece qualche capo bastone Pd spera. Sul fronte interno probabilmente all’inizio Letta non farà  nessun nuovo vicesegretario/a. O per lo meno non si limiterà  a queste sole caselle.
Questo per evitare da subito uno scontro con le correnti. Discorso diverso per i capigruppo di Camera e Senato, espressione del renzismo più esasperato.
Alla Camera Delrio, nonostante le parole mielose di oggi, ha tentato fino alla fine di stoppare l’ascesa di Letta candidando la Serracchiani, uscita di scena solo all’ultimo momento.
Mentre al Senato la vicinanza di Marcucci a Renzi e ai renziani è sotto gli occhi di tutti. Come risolvere il problema? I due sono sostenuti da Base Riformista, la corrente degli ex renziani che conta poco nel partito ma tanto nei gruppi parlamentari (fatti proprio da Renzi).
Base Riformista mollerà  le due poltrone? E a che prezzo? Forse solo per una nomina a vicesegretaria di Alessia Morani, che andrebbe ad affiancare Letta anche nella delicata stesura delle lista elettorali, che stanno tanto a cuore ai parlamentari
Intanto al posto di Delrio alla Camera si fanno i nomi di Paola De Micheli o Francesco Boccia, due ex proprio della corrente di Letta.
Mentre al Senato Anna Rossomando (area Orlando) potrebbe prendere il posto di Marcucci, che verrebbe dirottato alla vicepresidenza del Senato, dove ora siede proprio la Rossomando.
Insomma, con un tris di donne (Morani, De Micheli, Rossomando) Letta potrebbe aprire la sua nuova segreteria. E ridimensionare gli ex renziani, quelli dell’”Enrico stai sereno”.
Sondaggio Swg
Il Pd risale e guadagna quasi un punto (0,8% per la precisione) negli ultimi sondaggi politici Swg per il Tg La7 di Enrico Mentana.
Il Partito Democratico, con Enrico Letta nuovo segretario (dopo le dimissioni di Nicola Zingaretti) ora è al 17,4%. I Dem tornano a essere il secondo partito italiano, davanti a Fratelli d’Italia e M5S.
Chi scende è Fratelli d’Italia: di poco (0,2%), ma tanto basta a farsi agganciare da M5S (che cresce di due decimi) a quota 17%.

(da agenzie)

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MOVIMENTO ITALIANI SENZA CITTADINANZA: “LO IUS SOLI IN ITALIA NON E’ MAI UNA PRIORITA’, LE NOSTRE VITE SOSPESE”

Marzo 15th, 2021 Riccardo Fucile

JOVANA KUZMAN: “VIVO IN ITALIA DA QUANDO AVEVO 3 ANNI, PARLO ITALIANO, HO STUDIATO IN ITALIA, RISPETTO LE LEGGI, MA GRAZIE A SALVINI NON POSSO ESSERE UNA CITTADINA ITALIANA, QUANDO DEVO ANCORA ASPETTARE?”

Jovana Kuzman, rappresentante del Movimento Italiani senza cittadinanza, ha commentato le parole del neo-segretario del Pd Letta, che nel suo primo discorso ha ripreso il tema dello ius soli: “Lo ius soli va riportato al centro del dibattito e le parole di Enrico Letta sono molto importanti. Ma, per favore, non restiamo aggrappati alle formule… l’impegno deve essere piuttosto indirizzato nel formulare una nuova legge, che sia innanzitutto giusta, che non lasci attendere 18 anni per chi nasce in Italia, a tutela di chi cresce e studia in questo Paese, a cominciare dal tema del reddito”.
“Già  nel 2013, Letta ebbe un ruolo fondamentale: grazie al ‘decreto del fare’ ha reso molto più facile per gli stranieri nati in Italia l’accesso alla cittadinanza”, ha ricordato Kuzman.
Poi attacca: “Ai politici che affermano che il tema non è una priorità , rispondo che anche quando non c’era la pandemia, ci dicevano che lo ius soli non lo era. Quanto dobbiamo aspettare ancora perchè diventi una priorità ? Le nostre vite sono in pausa”.
“La pandemia non deve essere una scusa per bloccare uno Stato. L’Italia – aggiunge l’attivista – deve esigere di essere un paese migliore: che tutti i problemi allora vengano ascoltati, altrimenti quelle parole spesso pronunciate nei salotti televisivi, ‘non dobbiamo lasciare nessuno indietro’, restano vuote. Perchè noi, in realtà , continuiamo ad essere lasciati indietro”.
Kuzman è nata in Serbia nel 1997 ed è arrivata in Italia nel 2000, a soli 3 anni. Ha frequentato le scuole italiane, ha studiato la storia, la letteratura e la cultura italiane, parla in italiano perchè è la sua lingua fin da quando ha 3 anni di vita.
Eppure, secondo il ‘decreto Salvini’, Kuzman non ha diritto a diventare cittadina italiana: “Molti di noi sono stati vittime di quel decreto. Una attesa assurda per una pratica. Io mi sento sia italiana che serba, ma tutti i miei ricordi sono legati a questo paese che mi ha accolta che avevo due anni e mezzo. Quindi è l’Italia la mia prima casa”.

(da agenzie)

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LA STORIA DEI 502 MORTI “A CAUSA DEL VACCINO” NEL REGNO UNITO

Marzo 15th, 2021 Riccardo Fucile

IN REALTA’ SI TRATTA DI CASI “SOSPETTI” E NON PROVATI, MA OCCORRE ARRIVARE A UNA CONCLUSIONE: C’E’ O NO UNA CORRELAZIONE CON I VACCINI ASTRAZENICA?

Si continua a parlare di vaccini anti-Covid19.
Il 13 marzo 2021 viene pubblicato su Affaritaliani.it un articolo dal titolo Reazioni ai vaccini, dati governo inglese. 502 morti, 87387 reazioni, 43 ciechi riportante un documento pubblico del Regno Unito
Abbiamo spesso trattato l’argomento delle segnalazioni di reazioni avverse e le metodologie utilizzate in Italia dalla nostra farmacovigilanza, una situazione simile a quella che avviene nel Regno Unito e in altri Paesi.
Queste, infatti, non sono provate e classificate come sospette, ma pur sempre utili per valutare eventuali indagini o interventi. Lo stesso governo, sul sito istituzionale, spiega come leggere i dati del report: le segnalazioni ricevute non sono provate e le sospette reazioni potrebbero derivare da altri eventi e non dai vaccini.
Il report pubblicato e continuamente aggiornato della sanità  britannica sui vaccini anti-Covid19 riporta solo dei sospetti eventi avversi, proprio come avviene nell’ambito della farmacovigilanza in Italia,
Chi ha condiviso gli screenshot del documento britannico e chi ne ha parlato ha omesso la prima pagina su cui leggiamo «All UK spontaneous reports received between 9/12/20 and 28/02/21».
Il documento «Yellow Card reporting» viene spiegato in una sezione apposita del governo britannico dove leggiamo che si tratta di segnalazioni di «suspected reactions», ossia «sospette reazioni»:
Lo stesso governo britannico spiega che queste segnalazioni, come avviene in Italia, non sono affatto provate e alcuni degli eventi potrebbero essere stati causati da altri eventi e non dalle vaccinazioni. Questo non viene spiegato nell’articolo di Affaritaliani in un primo momento, bensì in un secondo (!). Cliccando sul link in fondo all’articolo si approda sulla seconda pagina dello stesso dove leggiamo:
L’aumento del numero di segnalazioni riflette l’aumento della diffusione del vaccino con l’apertura di nuovi centri di vaccinazione in tutto il Regno Unito. Per il governo inglese il numero e la natura delle sospette reazioni avverse segnalate finora non sono insolite rispetto ad altri tipi di vaccini utilizzati di routine. L’esperienza complessiva in materia di sicurezza con entrambi i vaccini è per quanto attesa dagli studi clinici. Sulla base dell’esperienza attuale, i benefici sono superiori alle complicanze. Come con tutti i vaccini e medicinali, la sicurezza dei vaccini Covid-19 viene continuamente monitorata
Conclusioni
I dati pubblicati dalla farmacovigilanza britannica non sono affatto provati, lo riporta lo stesso governo spiegando il contenuto del report.
Pertanto, non è possibile affermare in alcun modo e con certezza che vi siano stati 502 decessi da vaccino anti Covid19 nel Regno Unito.
Sarebbe opportuno che arrivassero risposte certe sui “potenziali casi sospetti”, arrivando a delle conclusioni: sono o no riconducibili alla vaccinazione?
Continuando a definirli solo sospetti non giova a nessuno

(da Open)

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SENZA ASTRAZENICA -38% DI VACCINATI NELLE PROSSIME DUE SETTIMANE

Marzo 15th, 2021 Riccardo Fucile

IN TOTALE MANCHEREBBERO 37 MILIONI DI DOSI DA QUI A SETTEMBRE

Per ora si tratta di una sospensione a scopo cautelativo e precauzionale, ma se lo stop dovesse essere confermato fino ad arrivare al ritiro dal mercato delle dosi prodotte da AstraZeneca, la campagna vaccinale subirebbe una forte battuta d’arresto.
Nei sei mesi successivi si registrerebbe l’arrivo del 25% in meno delle dosi rispetto a quelli previste. E già  nell’immediato, da oggi fino alla fine del mese di marzo, si perderebbe circa il 38% delle dosi complessive. A tanto ammonta il pesi di AstraZeneca nella campagna vaccinale in atto. Passando dalle percentuali ai valori assoluti, si capisce meglio l’impatto negativo: mancherebbero all’appello più di 37 milioni di dosi da qui a settembre.
Attualmente in Italia dovrebbero essere somministrare 200 mila dosi di vaccino al giorno, dalla prossima settimana 300 mila, fino ad arrivare a 500 mila. È stato scritto nero su bianco, sabato scorso, appena due giorni fa, nel piano che compare sul sito del governo. Era questo l’auspicio, l’accelerata che l’esecutivo Draghi avrebbe voluto imprimere alla campagna vaccinale per arrivare, come ha detto il Commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo, a immunizzare l’80% degli italiani entro settembre. Ma basta leggere i dati della programmazione dei successivi due trimestri dell’anno per capire quanto possa pesare lo stop della somministrazione di AstraZeneca. Secondo i calcoli da aprile a settembre dovrebbero essere distribuite 137,34 milioni di dosi, in molti casi utilizzate per il secondo e ultimo richiamo. Di queste 34,81 dosi sono di AstraZeneca. Ciò significa che verrebbe meno il 25% delle dosi totali. Quindi delle persone vaccinate se lo stop precauzionale dovesse trasformarsi in ritiro dal mercato.
Questi gli effetti da aprile in poi, ma già  da domani il quadro cambierà . Secondo i dati del ministero della Salute, dei circa 7,5 milioni di dosi di vaccino attesi entro fine marzo in Italia, quasi 2,9 milioni sono di AstraZeneca. Il resto, per 3,8 milioni circa di Pfizer e per meno di 900 mila di Moderna. Senza AstraZeneca il totale delle dosi in arrivo entro marzo passerebbe da 7,5 milioni a 4,6 milioni circa, quindi al 38% in meno. Basti pensare che nell’ultima settimana (dall′8 al 14 marzo) sono state somministrate in Italia circa 395 mila dosi di AstraZeneca, per una media di 56.500 dosi al giorno.
L’assessore alla Sanità  della Regione Lazio Alessio D’Amato è il primo a sollevare il problema: “La sospensione di Astrazeneca è un danno enorme alla campagna vaccinale. In questo modo si bloccano a Roma e nel Lazio 35 hub vaccinali tra i quali La Nuvola e l’Aeroporto di Fiumicino e oltre 2 mila medici di medicina generale”. L’unità  di crisi si è riunita d’urgenza della regionale si è riunita d’urgenza per affrontare la situazione ma il Paese interno è in attesa della decisione che l’Ema, l’agenzia europea del farmaco, prenderà  giovedì.

(da “Huffingtonpost”)

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I VERI MOTIVI CHE HANNO FATTO IMPLODERE +EUROPA: LA GUERRA DELLE TESSERE IN STILE DC

Marzo 15th, 2021 Riccardo Fucile

UN CENTINAIO DI ISCRIZIONI SOSPETTE CHE FAVORIREBBERO DELLA VEDOVA… LA REAZIONE DI MAGI: “SERI DUBBI SULLA TRASPARENZA”

Una guerra delle tessere in perfetto stile Dc. Ecco cosa c’è dietro la crisi di +Europa che ha fatto sbattere la porta a Emma Bonino.
Tutto ruota attorno a un congresso in stand by da alcuni mesi, per il quale potrebbe giocare un ruolo centrale la corrente libdem di Fabrizio Ferrandelli,   ex deputato regionale siciliano che si è candidato due volte a sindaco di Palermo, una per il Pd e una per il centrodestra.
Ferrandelli, responsabile per il Mezzogiorno di +Europa, è un giovane abile nei meccanismi di raccolta del consenso, al punto che persino un big di scuola democristiana poi finito in disgrazia come l’ex governatore Totò Cuffaro lo definì nel 2015 “la novità  più promettente nel panorama isolano”.
Bene, la mozione “Forward” di Ferrandelli, che sostiene la ricandidatura di Benedetto Della Vedova, ha oggi 750 iscritti sui circa 2.600 della platea congressuale e può dare un apporto decisivo alla corsa del segretario uscente.
Ma l’opposizione a Della Vedova, che raccoglie buona parte dei Radicali Italiani che fanno capo a Riccardo Magi e Massimiliano Iervolino,   contesta il fatto che almeno un centinaio di queste iscrizioni sono giunte nell’imminenza della scadenza per la loro presentazione, a inizio dicembre, in un’unica soluzione e attraverso pagamenti con bollettini postali. Metodo che non garantirebbe adeguata trasparenza, secondo la minoranza di +Europa che, in realtà , sulla carta è ancora maggioranza, perchè rispecchia i numeri della precedente assemblea.
E che è riuscita a sfiduciare il tesoriere colpevole, spiega Magi, “di non avere annullato le iscrizioni fatte con metodi che lasciano più di un sospetto”.
A saltare è stato Valerio Federico, anche lui radicale ma vicino a Della Vedova: altra mossa che non è stata affatto gradita dalla fondatrice di +Europa e che, in presenza di una estenuante battaglia sul regolamento che l’area che fa riferimento a Magi porta avanti per contare di più nel congresso, ha spinto la paladine di tante battaglie con la Rosa nel pugno a pronunciare le sue accorate parole: “Me ne vado a testa altra prima che mi facciate fuori voi”.
Alla carismatica Emma queste dispute su tessere e regole sono venute presto a noia. Gli altri, nel movimento europeista nato nel 2019, se le danno di santa ragione: “Non è che possiamo pagare dazio perchè la nostra mozione è quella che ha più iscritti. Le iscrizioni con bollettino postale li facevano i radicali già  negli anni ’80”, replica Ferrandelli, alzando poi il livello dello scontro. “Non c’è nulla di illegittimo – dice – nelle procedure da noi utilizzate. E io non mi chiedo mica perchè in Campania gli iscritti della corrente anti-Della Vedova siano sestuplicati in un anno…”.
Il riferimento è all’azione di Piercamillo Falasca,   altro personaggio-chiave di questa partita, analista economico vicino ai leader radicali Iervolino e Magi che svolge anche il ruolo di consulente – da tecnico, precisa –   per la ministra forzista del Mezzogiorno Mara Carfagna.
In   questo scenario il gesto di Della Vedova, quello di appoggiare Bonino presentando pure le proprie dimissioni, è mirato a superare lo stallo e ad andare finalmente a congresso, come prevede lo statuto, entro tre mesi e con un regolamento che non   metterebbe in dubbio i robusti voti per la rielezione.
Ma Magi attacca: “No so quanto sia opportuno che un esponente di governo quale è oggi il sottosegretario Della Vedova faccia pure il capo di partito”.
In ballo ci sono gli equilibri interni a +Europa, il suo futuro, ma anche le candidature per le prossime Politiche. Perchè chi vincerà  la contesa congressuale dirà  la sua anche sulle liste, specie se andrà  in porto l’alleanza con Calenda – caldeggiata da Della Vedova e Bonino e vista con perplessità  dagli avversari – che dovrebbe garantire il superamento della soglia di sbarramento attualmente al 3 per cento.
Sta di fatto che, in quest’ennesimo capitolo della diaspora radicale, non si capisce più chi lascia chi: Emma Bonino ha salutato la compagnia con gesto plateale ma potrebbe rientrare proprio assieme a Della Vedova che si è dimesso solo per sbloccare il congresso. “L’impressione non è che se ne vadano via loro, ma che vogliano fare uscire noi – dice Magi – e a questo punto non so se lo faremo davvero. Cercheremo di parlarci ancora, certo,   ma dopo quello che è successo ieri ricucire sarà  difficile”.

(da agenzie)

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LA NUOVA SINISTRA DI ELLY SCHLEIN PIACE AI SOCIAL: BOOM DI FAN DEL SUO GRUPPO SU FACEBOOK

Marzo 15th, 2021 Riccardo Fucile

DOPO IL SUO INTERVENTO E’ CRESCIUTA DI 7.000 FAN

Quasi 30mila fan del suo gruppo Facebook dedicato: “Fare rete con Elly Schlein”. La pagina dei sostenitori della vicepresidente della Regione, creata nel gennaio 2020 in cui Schlein era candidata con la lista Coraggiosa alle regionali, ha avuto un picco di crescita negli ultimi giorni, passando da 20 a 27mila iscritti (un balzo del 35%) dopo il video in cui la numero due di Bonaccini ha lanciato il suo appello per la costruzione di una nuova “rete a sinistra”.
Non un partito ma una operazione “pirata”, l’ha definita Schlein, per rinfrescare il campo progressista e rimettere insieme “tutto ciò che marcia già  unito nella società , ma che la politica ancora divide”.
La nascita del gruppo e il suo creatore
“Abbiamo creato questo gruppo dopo aver sentito un intevento di Elly Schlein: fantastica. In questo gruppo non ci teniamo ad avere i soliti contestatori da tastiera, ma amici che condividono, amano e apprezzano i pensieri di Elly Schlein. Se non vi piace, evitate di entrare nel gruppo o scrivere messaggi violenti o provocatori” è il disclaimer che si legge per accedere al gruppo, dove gli amministratori chiedono, prima di ammettere gli ospiti, quale sia l’orientamento politico dei partecipanti, oltre a rammentare regole di comportamento interne.
Tra gli adepti alla pagina Facebook, tanti nomi noti della politica locale e nazionale, dalla politologa Nadia Urbinati, all’ex leader Cgil oggi assessore al Lavoro Vincenzo Colla, all’urbanista Gabriele Bollini, all’ex Sel Maurizio Tarantino, Sergio Caserta, Ugo Mazza. Tra i post del gruppo, che è privato e accessibile solo previa iscrizione, prevale il sogno di vedere “Elly segretario del Pd un giorno”.
Mentre nei confronti del neo leader dem Enrico Letta c’è disponibilità  – “Sullo Ius Soli non va lasciato solo” – ma anche diffidenza: “Tutti lo hanno votato, sono già  scomparse le divergenze nel Pd?”
Il creatore della pagina è Matteo Canini, di Rimini: “Il gruppo l’ho creato io con alcuni amici di rete dopo aver conosciuto Elly nel suo lavoro in Europa. Doveva essere un gruppo chiuso, quasi intimo. E invece è esploso. La prima volta quando lo creammo. E poi dopo il video di pochi giorni fa di Elly sulla nuova sinistra da costruire. Ora abbiamo 100-150 richieste di iscrizione al giorno. Siamo passati da 20mila a 27mila iscritti. E stiamo viaggiando moltissimo: si vede che c’è davvero molto forte la richiesta di un impegno di Elly per il nuovo fronte progressista”.
Schlein sempre votata nei sondaggi di gradimento
Non è la prima volta che Schlein spicca nei desiderata della sinistra che sogna una nuova guida per i Democratici e non solo. Alcuni sondaggi fai da te, come quello lanciato da M49 nei giorni scorsi, hanno piazzato Schlein tra le figure più gradite nel panorama progressista di oggi.
Un sogno per adesso, visto che la stessa Schlein ha negato per ora di avere intenzione di rientrare nel Pd, ancora diviso al suo interno tra linee divergenti e difficilmente conciliabili senza un nuovo progetto unificante. Anche per per questo la dichiarazione di disponibilità  di Schlein – “Io ci sono” –   per la costruzione di una nuova rete progressista,   ha colpito tanti sostenitori.

(da agenzie)

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COSA C’E’ DIETRO LA VITTORIA DEI VERDI TEDESCHI

Marzo 15th, 2021 Riccardo Fucile

ORGANIZZAZIONE, MILITANZA, COMPETENZA, COMUNICAZIONE

I risultati dei Verdi nelle elezioni nel Baden Wà¼rttemberg e in Renania Palatinato sono molto diversi tra loro (rispettivamente 33% e 9,5%) e dimostrano che le elezioni regionali sono storia diversa da quelle nazionali e in ogni caso che la “botta” alla CDU è anche frutto di una situazione propria di ciascun Land.
Ma la possibilità  di un Cancelliere o più probabilmente una Cancelliera verde non è più inverosimile come non è più del tutto inverosimile una alleanza “semaforo” Verdi/SPD/Liberali.
Vedremo, mancano ancora molti mesi alle elezioni nazionali e ci sono ancora varie scrutini regionali da affrontare. I giochi non sono per nulla fatti anche perchè dieci anni fa c’era Angela Merkel, a settembre no.
Non è la prima volta che i Verdi arrivano a dei risultati così importanti a livello regionale e nei sondaggi nazionali; Kretschmann, cattolico e conservatore oltre che credibile leader dei Verdi di quel Là¤nder, vinse a sorpresa la sua prima elezione dieci anni fa; pochi mesi dopo lo tsunami in Giappone, i Verdi schizzarono nei sondaggi al 20% e Angela Merkel confermò la decisione presa ai tempi del governo Schroeder/Fischer di uscire dal nucleare. Ma nelle successive elezioni del settembre 2013 i Verdi non superarono l’8,4%.
Dopo la brutta sconfitta del 2013, i Verdi tedeschi si sono rinnovati e rilanciati e sono riusciti a mantenere una crescita lenta e costante, arrivando o mantenendosi al governo di numerose città  e oggi di ben 11 dei 16 Lander tedeschi, pur se come partner di minoranza, eccezion fatta per il Baden Wurttemberg.
Come hanno fatto? Non ci sono miracoli ed è una lezione che è lì da anni e anni per tutti gli ecologisti, anche quelli di casa nostra: i Verdi tedeschi non sono un partito “leggero” e non certo perchè, come direbbero i detrattori e chi non conosce quel paese, sia difficile trovare qualcosa di leggero in Germania.
A mio modo di vedere, la ricetta che ha permesso ai Verdi tedeschi di arrivare al punto in cui sono oggi e sollevarsi dalle cadute che hanno contraddistinto la loro ormai lunga storia è composta di alcuni elementi base non particolarmente originali: priorità  massima all’organizzazione, selezione dei quadri secondo procedure partecipative e democratiche “controllate” sia a livello regionale che statale;   investimento sulla formazione e sulla elaborazione di proposte politiche realistiche ambiziose, anche attraverso la potente e molto prospera Fondazione Heinrich Boell, lavoro accurato sulla comunicazione; immagine di forte coesione interna e capacità  di gestire i conflitti (che ci sono e anche molto duri), attenzione e regolare “cooptazione” di esponenti di movimenti e associazioni che si muovono nella società  civile.
Già  oggi, a 6 mesi dalle elezioni si sa ad esempio che uno dei leader di FFF in Germania Jakob Blasel sarà  candidato con i Verdi e sicuramente non sarà  il solo; da notare che si che le liste si stanno già  facendo peraltro: una bella differenza con le frenetiche trattative dell’ultimo secondo su sistema elettorale, date delle elezioni, coalizioni, candidati in Italia.
Ciò ha portato a una azione di governo solida e credibile, basata su capacità  di gestione degli affari pubblici e su risultati concreti da comunicare e valorizzare. I co-presidenti sono leader di “carriera interna” mediatici e competenti, il ricambio è assicurato da una organizzazione giovanile molto forte ed è ormai un dato acquisito il protagonismo delle donne a tutti i livelli.
I Verdi tedeschi sono molto coscienti del rischio che la lunga presenza nei governi regionali o la prospettiva di accedervi a livello nazionale possa tradursi in posizioni troppo moderate, che lasciano spazi elettorali a posizioni più radicali, soprattutto in questo momento nel quale all’urgenza di agire corrisponde una certa inerzia e lentezza dei governi ad agire, in parte anche quelli dove ci sono gli ecologisti.
Interessante è in questo senso l’esperienza intorno alla “Klimaliste”, che è ha partecipato alle elezioni in Baden Wurttenberg, composta per lo più da giovani esponenti dei movimenti di base e dei FFF, che ha ottenuto il 3,6%;   un risultato che pur se al di sotto del 5% necessario, potrebbe essere costato il seggio che manca per eventualmente tenere i liberali fuori in una futura coalizione di governo senza la CDU.
Appena si è presentata all’orizzonte a settembre scorso, i Gruenen, (ma anche SPD e i liberali), hanno adattato i loro programmi elettorali per renderli compatibili con una delle domande chiave del movimento e cioè l’impegno a mettere in atto politiche in grado di rispettare l’impegno limitare a 1,5° il riscaldamento globale.
Ovviamente il contesto politico della Germania è totalmente diverso dal nostro e ci sono grandi differenze di cultura politica, di sistema elettorale che non cambia da decenni (e che secondo me sarebbe perfetto anche per l’Italia) e di sistema mediatico che sarà  noioso, ma che da anni ha messo al centro la questione del clima e della trasformazione ecologica, diventata elemento indispensabile della raccolta del consenso.
Ma questo non basta a spiegare i motivi di questo successo, caparbiamente costruito anche dopo sconfitte molto dure e che mettono in risalto soprattutto la qualità  del lavoro del partito, dei suoi militanti e degli eletti ed elette.

(da agenzie)

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CERTOSA DI TRISULTI, IL CONSIGLIO DI STATO SFRATTA I SOVRANISTI DI STEVE BANNON, VINCONO LE COMUNITA’ LOCALI

Marzo 15th, 2021 Riccardo Fucile

IL MINISTERO AVEVA PRESENTATO RICORSO, IL MONUMENTO NAZIONALE NON RIMARRA’ NELLE MANI DEI FONDAMENTALISTI

“Il Consiglio di Stato ha deciso. Il seguace di Bannon deve lasciare la splendida abbazia di Trisulti, che non diventerà  a questo punto la scuola dei sovranisti de noaltri, che ora al massimo potranno andare in qualche resort di Trump”.
Lo annuncia il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, che in questi anni ha supportato, con interrogazioni parlamentari e partecipando alle varie marce,   la protesta delle comunità  locali contro la decisione di affidare ad un’associazione legata a Bannon l’Abbazia di Trisulti in provincia di Frosinone, oggetto poi di inchieste giornalistiche e televisive.
Il ricorso al Consiglio di Stato era stato presentato dal Mibact all’indomani della sentenza con cui il Tar di Latina, accogliendo il ricorso della Dignitatis Humanae Institute, aveva deciso di lasciare il monumento nazionale in provincia di Frosinone nelle mani dell’associazione fondamentalista cattolica che rappresenta il braccio politico italiano di Steve Bannon.
Il britannico Benjamin Harnwell, al timone della Dignitas, dopo aver ottenuto l’utilizzo della certosa per diciannove anni, a dicembre 2019 si era visto recapitare una lettera dal dicastero retto dal ministro Dario Franceschini con cui gli veniva ordinato di lasciare il monastero di Collepardo a lungo gestito dai monaci cistercensi “libero da persone e beni”. Tutto dopo che solo due anni prima ne aveva ottenuta la gestione rispondendo proprio a un bando messo a punto da Franceschini.
“Ora finalmente le comunità  locali, le associazioni del territorio e lo Stato – prosegue il parlamentare della sinistra – potranno valorizzare questo splendido tesoro del passato nell’interesse della collettività . Grazie a coloro che non si sono arresi in questi anni,   al cui fianco abbiamo combattuto   in questi anni, in Parlamento e nelle strade di fronte ad un’associazione che non aveva i requisiti per poter prendere possesso di un tale bene. Sono loro che oggi vincono questa battaglia riaffermando la centralità  del bene comune   e della legalità ”.
“Ora mi aspetto – conclude Fratoianni – che si faccia luce sui troppi   aspetti oscuri della vicenda. Intanto festeggiamo.”

(da agenzie)

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NAVALNY SCRIVE UN POST DI DENUNCIA DAL CARCERE: “MI TROVO IN UN CAMPO DI CONCENTRAMENTO A CENTO CHILOMETRI DA MOSCA”

Marzo 15th, 2021 Riccardo Fucile

“SONO SORVEGLIATO A VISTA”

«Un campo di concentramento a 100 chilometri da Mosca». Così Alexei Navalny definisce il luogo in cui è recluso. L’oppositore di Vladimir Putin deve scontare due anni e otto mesi di carcere per una condanna del 2014.
«Devo ammettere che il sistema carcerario russo è riuscito a sorprendermi. Non potevo immaginare che fosse possibile organizzare un vero campo di concentramento a 100 chilometri da Mosca», scrive Navalny su Instagram pubblicando una sua foto col cranio rasato.
Navalny non denuncia maltrattamenti. Anzi spiega che le persone che lavorano nel carcere sono «amichevoli e cordiali». Il punto è «la routine, il quotidiano, l’osservanza letterale di regole infinite. Telecamere ovunque, tutti sono monitorati e alla minima infrazione viene fatta una denuncia».
Roba alla «1984 di Orwell, l’educazione attraverso la disumanizzazione», dice l’oppositore di Putin. «Ci sono anche momenti colorati nel bianco e nero della vita quotidiana. Per esempio, ho una targhetta e una foto sul petto, ed è sottolineata da una bella striscia rossa», prosegue. «Dopo tutto, sono incline alla fuga, ricordate? Di notte mi sveglio ogni ora per trovare un uomo accanto al mio letto. “Sono le 2 e 30, il detenuto Navalny è al suo posto”, dice. Dopo mi addormento di nuovo con il pensiero che ci sono delle persone che si ricordano di me e non mi perderanno mai. È bello, vero?».

(da agenzie)

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